
Marco Travaglini
Marco Travaglini
“Educare”, la lezione che ci siamo dimenticati
Brevissima storia della scuola dal Medioevo ad oggi
Le riforme e la scuola: strade parallele
Il metodo Montessori: la rivoluzione raccontata dalla Rai
Studenti torinesi: Piero Angela all’Alfieri
Studenti torinesi: Primo Levi al D’Azeglio
Studenti torinesi: Giovanni Giolitti giobertino
Studenti torinesi: Cesare Pavese al Cavour
UniTo: quando interrogavano Calvino
Anche gli artisti studiano: l’equipollenza Albertina
C’era una volta una ragazzina che aveva capito che cosa le sarebbe piaciuto fare da grande. Un giorno la piccola tornò da scuola e disse ai genitori: “io voglio andare al liceo artistico!”, ma i due adulti presero la sua affermazione come una barzelletta, si misero a ridere e replicarono: “tanto tu andrai al classico”. Una storia breve, triste e autobiografica.
Difficile, se non impossibile, per me è scrivere questo articolo mantenendomi “narratore esterno”, senza raccontare della mia personale esperienza “giobertina” e senza ricordare gli aneddoti di quegli anni che, come mi è già capitato di dire, si vuole che passino in fretta mentre li si vive e li si rimpiange quando poi sono trascorsi.
Del “mio” Gioberti (ho conseguito la maturità classica nel 2009) ricordo le aule prive di LIM, odorose di gessetto da lavagna, rammento le pareti smunte, sulle tinte dell’ocra, i banchi rettangolari dotati di sottobanco, ossia quegli spazi perennemente ricolmi di fogli piegati, di carta delle merendine, di bigliettini dimenticati che mamma mia se fossero caduti all’improvviso! E poi l’armadio di classe, strabordante dei libri che non sempre riportavamo a casa e i grandi finestroni che si affacciavano sul cortile quadrato, che dall’alto mi ricordava quello di una prigione e ancora i lunghi corridoi e i caffè presi sul suono della campanella. “E”, “e”, “e” tante congiunzioni per un’infinità di momenti che non so se posso descrivere così apertamente.
Ma continuiamo con la storia della ragazzina inascoltata. La sventurata non rispose alla replica di mamma e papà, perché a tredici anni non è facile né essere presi sul serio, né rendersi conto di quanto sia importante la scelta della scuola superiore. L’ignara ragazzina obiettò che almeno voleva scegliere in quale liceo classico si sarebbe iscritta e, dopo qualche litigata, riuscì ad avere la meglio almeno su questo punto. Dopo un’attenta analisi di mercato l’inconsapevole tredicenne si convinse che il Gioberti sarebbe stata la sua opzione definitiva: scuola “politicizzata”, di fronte all’Università e le leggende che lo definivano “il più leggero tra i classici”, in cui si facevano autogestioni e manifestazioni a non finire. Così alla domanda: “Allora hai scelto il Gioberti?”, “la sventurata rispose”, e disse “si”.
Il liceo Gioberti è una delle più antiche istituzioni scolastiche presenti a Torino, la storia della scuola si intreccia non solo con quella del capoluogo piemontese ma anche con le trasformazioni politiche, sociali e legislative del Regno d’Italia. L’istituto nasce grazie alla politica sull’istruzione pubblica che prevede l’apertura di Ginnasi e Licei “governativi” o “regi”.
Per essere più precisi è utile ricordare la Legge Casati, che, nel 1859, codifica l’educazione umanistica in due successivi e distinti corsi di studi: il Ginnasio, corso inferiore della durata di cinque anni, detto di “Grammatica”, ed il Liceo, ossia un corso superiore triennale detto di “Filosofia”. Il 4 marzo 1865, sotto il Ministero Lamarmora, viene pubblicato il Regio Decreto n°229, con tale documento vengono istituiti i primi sessantotto licei classici del Regno d’Italia e ad ognuno di essi è assegnato il nome di un grande personaggio italiano. Tra questi sessantotto istituti compaiono il Liceo Cavour e il Liceo Gioberti, la cui denominazione celebra due eminenti protagonisti della nostra storia.
Le cose non accadono mai per caso: lo “spaventoso” Liceo Cavour nasce (almeno come titolazione) in contemporanea al Liceo Gioberti, un po’ come i “Sith” di Guerre Stellari che sono sempre in due. La nascita dei Licei di Stato risponde al desiderio di favorire una convergenza di intellettuali intorno al nuovo Regno italiano; a sostegno di tale intento è anche istituita una “Festa Letteraria” da tenersi annualmente ogni 17 di marzo in tutti i Licei del Regno, con il nome di “Solennità Commemorativa degli illustri Scrittori e Pensatori Italiani.”
Una festa antica, forse col tempo caduta in disuso, almeno, da che ne so io, il 17 marzo noi “giobertini” non abbiamo mai festeggiato nulla, anzi, non ricordo che le feste fossero ammesse a scuola: comportano inutile dispersione d’energia e sottraggono tempo utile ai compiti in classe!
È opportuno precisare che le due istituzioni scolastiche prese in esame in realtà esistono già anche prima del 1865, ma sono conosciute con un altro nome. Il Liceo Gioberti è in origine il Regio Collegio di San Francesco da Paola, con sede nel complesso conventuale dei Frati Minimi, edificato a partire dal 1627 in Contrada Po, grazie alle ingenti donazioni di Maria Cristina di Borbone-Francia, (moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia), e diretto a partire dal 1821 dai Gesuiti. Il Cavour, invece, in origine conosciuto come Collegio dei Nobili, è un’istituzione risalente al XVI secolo un tempo situato presso il convento del Carmine. Tra i licei, secondo quanto riportato nei documenti storici, il Gioberti è sempre stato l’istituto più frequentato. Chissà se tale moltitudine di scolari ha commesso un “errore di valutazione” simile a quello iniziale della ragazzina? E chissà quanti ignari studenti ancora si lasceranno ingannare dalle malelingue, iscrivendosi ad una scuola che per anni -proprio quelli in cui l’ho frequentata io- è stata considerata pari al Liceo Cavour, emblema assoluto della severità e del rigore?
Vorrei altresì ricordare, prima di proseguire con la storia della nostra fanciulla, che nel 1969, proprio il Liceo Gioberti, è stato sede della prima “Commissione Fabbriche” mai costituita in una scuola superiore italiana, anche citata nel film “Vento dell’est” di Jean-Luc Godard.
Torniamo a noi. La ragazza ben presto si rese conto che quella scuola non le calzava proprio a pennello, ma era anche evidente che non le sarebbe stato permesso cambiare corso di studi, quindi era meglio rimboccarsi le maniche e tapparsi il naso. “Tyche” venne in soccorso della studentessa e la inserì nel miglior gruppo classe che avrebbe mai avuto anche in futuro. I compagni erano proprio quelli “giusti” per affrontare quell’avventura. Con il tempo l’amicizia e la complicità limarono gli sforzi dello studio e le risate sommesse – mai durante l’ora di greco- resero la prova sopportabile. Ma voi che siete lettori curiosi vorrete sapere qualche dettaglio in più. Da narratore onnisciente posso dirvi che c’era un’insegnate temutissima, che si mostrò per la primissima volta a noi studenti durante un intervallo, asserendo che già tutti dovevano sapere chi fosse e che il giorno dopo si sarebbero corretti i compiti delle vacanze. Va da sé che in quelle ore di lezione a stento si respirava. Vi era poi un’altra docente, tanto preparata ma non sempre precisa, che alla lavagna era solita scrivere “parola importante” anziché il termine o il nome che sarebbe stato meglio ricordare. Vi posso dire che alla spocchia del primo anno corrisposero altre interrogazioni svoltesi in clima più disteso, addirittura mangiando caramelle e “chupa-chups” oppure versioni così commentate: “bella storia ma non è quella che c’è scritta qui”.
Vi posso raccontare di un “maiale volante” appeso al soffitto, comprato grazie ad una colletta di classe proprio come “mascotte” porta fortuna. E quanto ci sarebbe ancora da dire. Quanti pianti fece la mattina la ragazzina mentre andava a scuola, quante notti passò a studiare per poi prendere talvolta solo delle misere sufficienze, quante sconfitte ma anche quante vittorie. E quante rinunce: inconciliabile con l’intensità dello studio la scuola di danza, che ha dovuto lasciare proprio quando stava imparando a ballare sulle punte. Le scarpette rosa rimasero un ricordo riposto in solaio.
Ma noi abbiamo anche un altro discorso da portare avanti, quello degli storici studenti torinesi: tra i tanti coraggiosi che affrontarono i temibili professori del Gioberti (allora Ginnasio San Francesco da Paola di Torino) ci fu niente meno che Giovanni Giolitti (1842-1928), il grande politico italiano, più volte Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nel 1901, Vittorio Emanuele III affida l’incarico di formare il governo a Giuseppe Zanardelli, uno dei principali esponenti della Sinistra; nel 1903 Zanardelli, dopo aver concesso un’amnistia ai condannati politici e aver ristabilito una libertà di associazione, seppur limitata, si ritira dall’incarico a causa di una malattia. Nello stesso anno viene chiamato a capo del governo Giovanni Giolitti, ministro dell’interno; egli tiene la carica per quasi dieci anni, periodo comunemente definito “età giolittiana”. Giolitti, liberale ed esponente della Sinistra Costituzionale, si preoccupa di unire gli interessi dei proletari con quelli dei borghesi e degli operai, a tal proposito si dimostra abilissimo nel riuscire a trovare un neutrale equilibrio tra le varie forze in gioco, infatti da una parte favorisce l’industria e dall’altra promuove la legislazione sociale. Giolitti sostiene che lo Stato deve essere “super partes” rispetto agli interessi delle varie fazioni. Non a caso si può definire la parentesi giolittiana democratica e liberale. L’intelligente perizia politica, nonché la dirittura morale, dello statista è testimoniata anche dall’ampio spazio che egli concede alla libertà di sciopero e dal modo in cui riesce a mantenere l’ordine pubblico durante le varie manifestazioni, in modo perentorio e vigilato, ma sempre evitando repressioni violente.
Nel corso del decennio dell’”età giolittiana”, egli perfeziona la legislazione in favore dei lavoratori più anziani e degli invalidi, emana nuove norme sul lavoro per le donne e per i lavoratori giovanissimi, inoltre estende l’obbligo dell’istruzione elementare fino al dodicesimo anno d’età. Giolitti favorisce poi l’attuazione di migliori retribuzioni stipendiarie, accrescendo così le possibilità di acquisto delle classi lavoratrici. Da ricordare anche gli interventi nel campo sanitario, come la distribuzione gratuita del chinino contro la malaria, e l’intenso programma di lavori pubblici, che comporta la nazionalizzazione della rete ferroviaria. Uno dei provvedimenti più importanti del governo Giolitti è l’estensione del diritto di voto: secondo la nuova legge del 1912 vengono ammessi al voto tutti i cittadini di sesso maschile purché abbiano compiuto 21 anni, se in grado di leggere e scrivere e con servizio militare svolto, o 30 anni, se analfabeti e non chiamati sotto le armi. Il numero degli elettori sale così da tre milioni e mezzo a otto milioni e mezzo su un totale di 36 milioni di persone.
Mi sento di poter dire che forse un po’ dell’integrità d’animo di Giolitti derivò sicuramente dai suoi studi liceali, anche se non fu proprio uno scolaro modello, come racconta egli stesso.
Ho voluto un po’ ironizzare in questo articolo che più di altri sento “mio”, ma ora siamo seri: la formazione che ho ricevuto è senza dubbio impareggiabile, quegli anni di duro lavoro, di sforzi e di rinunce e di crescita intellettuale mi hanno aiutato ad affrontare le prove successive e mi hanno effettivamente dato quella “formazione classica che apre tutte le porte”.
Com’è finita la storia della ragazzina? Beh ora la fanciulla (è ormai chiaro che sto parlando di me) è cresciuta, ha realizzato il suo sogno di frequentare l’Accademia di Belle Arti e ricorda un po’ in filigrana i bei momenti passati, quelli che l’hanno aiutata a superare le difficoltà che all’epoca sembravano così insormontabili. La ragazza ancora pensa a quel laboratorio liceale pomeridiano che l’ha portata a fare teatro di strada a Mentone e che in un qualche modo l’ha supportata nella scelta del percorso universitario. Pensa alla cara insegnante di educazione fisica che dirigeva il corso, che spesso sul palco la prendeva in braccio e la faceva volare come “Il Gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach. Il “mio” Gioberti è sempre lì, in centro, con le pareti tappezzate di manifesti politici rattrappiti dall’umidità, e ora ammetto che l’unico modo che ho trovato per superare i miei traumi adolescenziali è stato quello di intraprendere, a mia volta, la bella carriera di insegnante.
Alessia Cagnotto
27, 28 e 29 agosto @ Bunker, Piazza Foroni e Mercato di Falchera Vecchia
Eventi a ingresso libero
La FLIC Scuola di Circo di Torino è pronta a portare l’arte circense attraverso performance e spettacoli all’interno del TODAYS FESTIVAL.
Tra gli appuntamenti tre serate con l’Aperitivo Oscillante al Bunker, con gli artisti Costanza Bernotti, Ivan Morales Luiz e Federica Pini Sandrelli che stupiranno con le loro performance uniche e creative sul vertiginoso trapezio ballant guidati dalla voce narrante di Marcgehrita Caveziel e prima di dj-set, l’artista Silvia Martini che vive in un mondo fatto di 35 hula hoop, giocoleria frizzante ed equilibrismi esilaranti con Giorgio Bertolotti.
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TODAYS è il Festival in scena a Torino dal 23 agosto al 2 settembre 2024 con una serie di eventi e attività diffusi nella Circoscrizione 6 della Città. È un progetto della Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino, in partnership con Iren, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT, realizzato da Fondazione Reverse.
La FLIC Scuola di Circo è pronta a portare l’arte circense all’interno degli eventi Off di questo grande festival, dal 27 al 29 agosto al Bunker in Piazza Foroni e al Mercato di Falchera Vecchia.
Dopo il grande successo di OSCILLANTE, festival europeo dedicato alle discipline circensi “ballant” che la FLIC ha organizzato dal 28 al 30 giugno, per il TODAYS Festival, in tutte e tre le serate dalle ore 18:00 alle ore 20:00 nell’Area Bunker di via Niccolò Paganini, è in programma l’Aperitivo Oscillante, eventi con gli artisti Costanza Bernotti, Ivan Morales Luiz e Federica Pini Sandrelli che stupiranno con le loro performance uniche e creative sul vertiginoso trapezio ballant.
Ogni spettacolo viene introdotto da una voce narrante e accompagnato da un dj set, offrendo al pubblico un’esperienza coinvolgente dall’inizio alla fine. L’Aperitivo Oscillante è una fusione di arte circense e musica, arricchita dalla presenza di un cocktail bar. È l’occasione perfetta per rilassarsi e lasciarsi incantare dalle esibizioni artistiche aeree. Qui, il cielo non è il limite, ma solo l’inizio di un viaggio nella meraviglia.
Il 27 agosto al Mercato di Piazza Foroni e il 28 agosto al Mercato di Falchera Vecchia (via degli Abeti), alle ore 11:00 sarà la volta di “Happy Hoop” di Silvia Martini: un attaccapanni ed un baule rosso accompagnano l’artista in un mondo fatto di 35 hula hoop volteggianti ed acrobazie temerarie. Uno spettacolo che unisce all’alto livello tecnico nelle discipline circensi dell’hula hoop, del clown e del verticalismo, una teatralità delicata e allo stesso tempo provocatoria dove il gioco della seduzione coinvolge il pubblico a ritmo di mambo e rock&roll.
Giorgio Bertolotti infine divertirà il pubblico con “Unicycle Dream Man” il 28 agosto alle ore 12:00 al Mercato di Falchera Vecchia e il 29 agosto alle ore 11:00 al mercato di Piazza Foroni (Piazzetta Cerignola).
Rendere la piazza un luogo di scambio, un luogo vivo, dove poter condividere con il pubblico complice e a volte attore protagonista, un momento spensierato e giocoso, sono le fondamenta di questo spettacolo sorprendente e imprevedibile. L’ironia tagliente e la semplicità con cui Giorgio si relaziona con il pubblico, sono il filo conduttore di uno show dove si susseguono momenti di giocoleria frizzante, evoluzioni tecniche su un monociclo gigante e per finale uno strampalato spogliarello in equilibrio su una ruota che lascerà il pubblico a bocca aperta.
La FLIC Scuola di Circo è stata fondata nel 2002 dalla Reale Società Ginnastica di Torino, la più antica società ginnica italiana nata nel 1844, ed è una delle scuole più rinomate a livello internazionale nel settore del circo contemporaneo. La sua filosofia di alta tecnica circense e una pedagogia artistica innovativa hanno accompagnato più di 800 studenti di oltre 40 paesi diversi in 22 anni. È membro effettivo della FEDEC (Federazione Europea delle Scuole Professionali di Circo).
“Sì, la difesa, la valorizzazione e la infrastrutturazione dei territori montani restano una delle
questioni politiche centrali della Regione Piemonte a guida Alberto Cirio. E proprio partendo dal
crescente turismo estivo nelle montagne piemontesi di questi mesi arriva la conferma che è
sempre più indispensabile rafforzare una politica e un progetto specifici per il futuro dei territori
montani. Prospettiva che passa non solo attraverso l’attivazione dei servizi essenziali per le
persone e le comunità locali ma anche, e soprattutto, con una specifica ed efficace politica di
sgravi fiscali, di aiuti per le pubbliche amministrazioni e di incentivi concreti per restare in questi
territori. E il problema, come ovvio, non riguarda soltanto il cosiddetto comparto della neve e il
suo relativo indotto ma, semmai, l’intero mosaico della montagna.
Per fortuna, il programma politico ed amministrativo della coalizione che ha vinto le recenti
elezioni regionali già prevede una forte e specifica attenzione al futuro della montagna. E dove
non esistono, e questo è un ulteriore elemento positivo, partiti che predicano la ‘decrescita felice’
da un lato o un fondamentalismo ed estremismo ambientalista dall’altro. Semmai, serve un
progetto amministrativo, e politico, che solo partiti responsabili e che puntano allo sviluppo e ad
una reale promozione del territorio, possono garantire”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi Nuovi Popolari uniti, Assessore Pragelato. Già Sindaco.
È stato trovato morto in casa a Casale Monferrato probabilmente per un malore Nicola Molghea, 58 anni, figlio di Anna Maria Portinaro e Carlo Molghea, titolari della celebre pasticceria Rossi eredi Portinaro che detiene dalla fine dell’800 la ricetta”segreta” dei veri Krumiri di Casale. I famosi biscotti hanno la forma arcuata in omaggio ai baffi di re Vittorio Emanuele II. Molghea lascia i genitori e un fratello.
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Municipio di Valdieri: 80° anniversario della tragica morte nel campo di concentramento di Buchenwald
L’Associazione Internazionale Regina Elena Odv commemora l’80° anniversario della morte a Buchenwald della secondogenita della Regina Elena, S.A.R. la Principessa Reale Mafalda di Savoia, nata in Roma il 19 novembre 1902, e di tutti i deportati ed internati che non hanno potuto rivedere la Patria.
Le celebrazioni sono iniziate il 18 agosto a Valdieri con l’inaugurazione della mostra allestita dall’Associazione Internazionale Regina Elena Odv nella Sala Consiliare del comune della Valle Gesso, visitabile fino al 31 agosto, dove è intervenuto il Dr. Luciano Regolo, Condirettore dei settimanali “Famiglia Cristiana” e “Maria con te” e Presidente del Comitato per la beatificazione di Jelena Petrovic Njegos.
Altre commemorazioni sono state organizzate dal Sodalizio internazionale nelle città che hanno dedicato una via alla Principessa Martire.
Una cerimonia sobria ma molto sentita è stata organizzata a Modena dove una strada è stata inaugurata il 1° ottobre 1994, alla presenza del Presidente Nazionale dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv, Cav. Gr. Cr. Ilario Bortolan, e di dirigenti regionali e locali.
La Principessa Mafalda, di ritorno dal funerale del Re dei Bulgari Boris III, consorte della sorella Giovanna, fu arrestata a Roma il 22 settembre 1943 e tradotta come ostaggio nel campo di concentramento di Buchenwald (Weimar). Da quel giorno le fu imposto il nome di “signora Abeda” e proibito di mandare o ricevere notizie. Il 24 agosto 1944 il campo fu bombardato e la Principessa Reale rimase sepolta sotto il crollo della baracca. Gli aiuti furono tardivi, su ordini personali di Hitler, ed ella volle si desse precedenza alla Signora Breitscheid, amica di baracca. Fu poi trasportata in un ospedale di fortuna e dopo tre giorni le fu amputato l’avambraccio. L’operazione fu lunga e perse molto sangue, nessuno più la visitò. Assistita da italiani, mori senza riprendere conoscenza il 28 agosto 1944.
Padre Giuseppe Tyl riuscì a sottrarla alla cremazione. Fu sepolta a Weimar, con il numero 262.
Successivamente, alcuni marinai italiani di Gaeta vi posero una croce di legno con una lapide. E’ grazie a loro se oggi riposa accanto al consorte, Principe Filippo, ed ai figli Maurizio, Enrico ed Ottone, come era suo desiderio nel piccolo cimitero del Castello di Kronberg della Casa di Assia (vicino a Francoforte).
Dopo le commemorazioni è stata letta la preghiera composta da Mons. Giuseppe Gagnor, a Napoli il 18 novembre 1945: “Fa che Ella spiritualmente ricollegata alle grandi donne della sua Casa che la precedettero, in una Dinastia di Santi e di Eroi. Ascenda presto alla Beatitudine del Regno dei cieli, onde intercedere presso di Te per la grandezza del Regno d’Italia. Cosi sia”.
Altre cerimonie saranno organizzate dall’Associazione Internazionale Regina Elena Odv a Lourdes, Montpellier e Nizza, Fatima (Portogallo), Alessandria, Acqui Terme (AL), Bologna, Casalnuovo (NA), Catania, Forlì, Genova, Grosseto, Lucca, Messina, Parma, Rapallo (GE), Rivoli (TO), Roma, Torino, Trieste, Venezia, Vigone e Villanova Canavese (TO).
L’Associazione Internazionale Regina Elena Odv
Foto: tomba della Principessa a Kronberg con un omaggio floreale dell’Associazione Internazionale Regina Elena
Nel fine settimana del 31 agosto e 1° settembre 2024, nel Comune di Frossasco, si svolgerà una due giorni di formazione di K9 Mantrailing delle Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana (disciplina di ricerca persone scomparse con l’ausilio di unità cinofile di cani molecolari).
L’esercitazione è resa possibile grazie alla collaborazione del Comune di Frossasco, in particolare nella figura del Vice Sindaco Dott.ssa. Rosanna Napoli e sarà guidata dagli istruttori Ivan Schmidt e Vassilia Sacco sotto la supervisione del Responsabile UC Croce Verde Cumiana Luca Fra e del Presidente Gianni Mancuso.
Ivan Schmidt ha al suo attivo una ventennale esperienza in qualità di formatore di unità cinofile, consulente tecnico, ausiliario di polizia giudiziaria nella ricerca di persone scomparse, esperto in missing profiling, odorologia biologica forense, negoziazione in ambiente ostile e psicologia dell’emergenza.
Vassilia Sacco, Operativa in K9 Mantrailing con il suo cane Adele è alla guida delle Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana (ricerca in superficie e K9 Mantrailing) e ha all’attivo diversi interventi operativi, formata anch’essa come operatore in psicologia dell’emergenza.
Così Ivan Schmidt: – “Grazie alla sensibilità e collaborazione del Comune di Frossasco è stato possibile organizzare questa esercitazione, utile soprattutto a migliorare le sinergie tra i Comuni limitrofi nella ricerca di persone scomparse sul territorio. La sinergia tra le parti porta a maggiore consapevolezza che di fatto permette interventi operativi in tempi brevi.
Crediamo fortemente in questi eventi, in quanto molti fatti di cronaca ci vanno a dimostrare come sia fondamentale la formazione e le esperienze in ambienti e scenari diversificati ma radicati sul territorio di competenza. I casi ci dimostrano che un intervento tempestivo unitamente ad una formazione consolidata, frutto di continuo accrescimento, aumentano di fatto le probabilità di ritrovamento di una persona scomparsa. Un altro tassello importante, lo abbiamo avuto con la nostra creazione del “K9 SCENT BOX” che oggi risulta essere un perfetto alleato nella ricerca di persone scomparse e ci permette di raccogliere anticipatamente un’impronta olfattiva di persone a rischio e più vulnerabili. Progettato per essere facile da utilizzare e accessibile a tutti, elimina i ritardi nelle raccolte di prove olfattive da fornire al cane riducendo al minimo il rischio di contaminazione”.
PH CREDITS: ALESSANDRA VISENTIN
La Juventus vince per 3-0 contro il Verona.
I bianconeri sono soli al comando della classifica di Serie A.
Allo stadio Bentegodi, la Juve parte lenta ma va in vantaggio con Vlahovic.
Quando sta per terminare il primo tempo ecco il raddoppio di Savona. Nella ripresa, il rigore di Mbangula si trasforma nella rete di Vlahovic ed è 3-0