In sostanza gli amministratori sotto processo non avrebbero potuto fare nulla per migliorare la situazione dell’inquinamento ambientale a Torino e sono pertanto stati chiamati fuori dal processo. «Non si comprende lo specifico comportamento lecito, possibile e doveroso che, qualora fosse stato tenuto, avrebbe impedito la verificazione dell’evento». Unica soluzione sarebbe stata «il divieto generalizzato di usare l’auto» (paralizzando però così la città) scrive nella sentenza assolutoria il gup Roberto Ruscello, per fermare le alte concentrazioni di Pm10 nell’aria al centro del processo terminato ancor prima di iniziare lo scorso giugno. Il processo vedeva coinvolti l’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino (non in quanto ex sindaco), l’ex sindaca Chiara Appendino e Piero Fassino, oltre gli assessori all’AmbienteAlberto Unia, Stefania Giannuzzi, Enzo Lavolta e Alberto Valmaggia.
I soccorsi non hanno potuto salvare un uomo di 61 anni, travolto dall’ albero che stava tagliando con una motosega a Castagnole Piemonte. I soccorsi sono stati chiamati dall’anziana madre. Sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco.
DALL’11 AL 13 OTTOBRE PER TRE GIORNI
Dall’11 al 13 ottobre prossimi il Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato ospiterà Monferrato Green Farm seconda edizione.
L’innovativa Fiera del Verde e dell’Agricoltura che vede il coinvolgimento al loro ‘servizio’ degli altri comparti produttivi, artigianato, industria e commercio in una prospettiva di crescita del territorio sostenibile per l’ambiente, dopo il grande successo, di partecipanti e di pubblico, dello scorso anno ha ottenuto la qualifica di Fiera Nazionale e, pertanto, sarà inserita nel calendario 2025 delle Fiere Nazionali della Regione Piemonte.
Ad organizzarla è la società casalese D&N Eventi Srl in collaborazione con Comune di Casale Monferrato, Unione dei Comuni della Valcerrina e Confartigianato Imprese Alessandria. L’iniziativa si svolge con il patrocinio di Città di Casale Monferrato, Provincia di Alessandria, Provincia di Mantova, Unione dei Comuni della Valcerrina, Associazione Comuni del Monferrato, Unione Collinare Terre di Vigneti e Pietra da Cantone e Camera di Commercio di Alessandria. Partner sono Confagricoltura, Coldiretti, Apsroflor, Associazione APS Madreselva, Istituto Luparia di San Martino di Rosignano, Fattorie del Toce, Ediltecna, Ferrari BK, Vivai Varallo, Locande dell’Arte, Arte e Parti,, mentre sponsor sono Cosmo e Amc
La mostra propone oltre alla presenza di numerosi stand, corsi e laboratori, conferenze e convegni, ristorante e birrificio, tipicità alimentari ed è a ingresso gratuito. .
Grazie alla collaborazione con l’Unione dei Comuni della Valcerrina quest’anno sarà dedicata, in una parte significativa della Fiera, un’area dedicata ai prodotti delle attività del territorio e, grazie al lavoro in sinergia con l’associazione Madreselva Aps di Villadeati verrà presentato un progetto per valorizzare il prodotto principe del Monferrato, ovvero il vino, finalizzato ad evidenziare l’importante traguardo raggiunto di ‘Capitale Europea del Vino’ da parte del Gran Monferrato.
Si rinnova inoltre il ponte lanciato con la Provincia di Mantova ed il Comune di Curtatone, dopo la partecipazione di D&N Eventi con un suo rappresentante all’Antichissaima Fiera delle Grazie di Curtatone, dove ha presieduto la commissione Bancofiera, su invito espresso della locale amministrazione.
Orari
Venerdì 17 – 23
Sabato/Donenica: 10.30/23
Per informazioni e prenotazioni degli ultimi stand disponibili rivolgersi ai seguenti contatti
cell. 366 28 29 982
mail: commerciale@deneventi.it
Fu giornalista battagliero e poeta nella Torino dell’Ottocento, scrisse sulla “Gazzetta di Torino”, sul “Messaggiere Torinese” e pubblicò un suo quotidiano “Il Torinese”. Nato a Genova ma torinese di adozione Antonio Baratta è un bel personaggio che andrebbe rivalutato. Peccato che Torino l’abbia dimenticato
Per trovare notizie su di lui bisogna sfogliare i libri sull’Impero Ottomano o su Bisanzio o avere la fortuna di trovare qualche rara biografia. Nato nel capoluogo ligure nel 1802 Antonio Baratta fu giornalista, diplomatico, poeta, scrittore di epigrammi e vivace contestatore.
Compagno di scuola di Giuseppe Mazzini si laureò velocemente in legge e a vent’anni si trasferì a Torino dove fu nominato direttore delle Regie Dogane. Incassava un buon stipendio ma il suo sogno era quello di entrare in diplomazia e servire la patria in Oriente. E così fu, divenne allievo console e partì per Costantinopoli nel 1825. La sua vita fu un continuo susseguirsi di avventure cavalleresche e spericolate. Fin dall’inizio, quando durante il viaggio verso Istanbul prese parte all’attacco di una nave pirata nel porto libico di Tripoli. Il coraggio dimostrato gli valse la nomina a Cavaliere dell’Ordine Mauriziano. Aveva un carattere esuberante ed era un po’ troppo rissoso. Un improvviso duello con un funzionario dell’ambasciata francese costrinse il console generale piemontese a cacciarlo dalla città. Lasciò a malincuore Costantinopoli nel 1831 ma rimase in Oriente recandosi nei Paesi arabi dove lavorò in diversi consolati. Amò la “seconda Roma” e la sua ammirazione per la cultura turca lo spinse a scrivere alcuni libri sulla capitale imperiale ottomana e sulle bellezze del Bosforo. I suoi volumi ci forniscono la descrizione di luoghi e costumi con dettagliate informazioni sulla vita politica e amministrativa dell’Impero dei sultani. Baratta è uno dei tanti osservatori stranieri che hanno soggiornato e lavorato nel Paese della Mezzaluna nella prima metà dell’Ottocento, durante il periodo del “Tanzimat”, la fase delle prime riforme mirate a modernizzare la Turchia e ad aprirla alla civiltà europea e occidentale, avviato dal sultano Mahmud II. A Torino fa il giornalista, un giornalismo di battaglia, e sui giornali attacca autorità e potenti con veemenza e coraggio ironizzando sulla vita politica del Regno. Si farà notare per il pessimo modo di vestire, quasi sempre senza camicia, e soprattutto per gli epigrammi pungenti che Baratta scrisse a Torino in varie occasioni e che dopo la sua morte divennero oggetti da collezionismo. Nelle città in cui visse non tenne sempre una condotta seria e impeccabile e gli scandali non mancarono. Contrasse debiti e una volta sparò addirittura a un funzionario dell’ambasciata francese a Istanbul per un litigio riguardante un orologio d’oro e ad Alessandria d’Egitto faceva la corte alle mogli dei connazionali rischiando la carriera. Antonio Baratta lo troviamo citato nel prezioso “Romanzo di Costantinopoli, guida letteraria alla Roma d’Oriente” di Silvia Ronchey e Tommaso Braccini. “Per i suoi epigrammi, scrivono gli autori del libro, fu paragonato anche a Dante e a Rabelais, a Voltaire e a Lafontaine. Qualcuno vide in lui, l’immagine rediviva dei grandi genii che apparvero sulla terra nelle epoche di sociali rivolgimenti”. Carlo Alberto Piccablotto, profondo conoscitore della storia torinese, scomparso alcuni anni fa, gli ha dedicato la biografia “ Antonio Baratta. Gli immortali epigrammi del Cavaliere senza camicia”. Nella nostra città Baratta trascorse anche gli ultimi anni della sua vita che avrebbe potuto essere ben più lunga. Passeggiando al Valentino gli cadde in testa una quercia. Morì schiacciato a 62 anni. Strano che Torino non gli abbia dedicato neanche una via o una piccola statua… magari al Valentino…
Filippo Re
C’è un patrimonio che è eredità dei secoli e che ora il Piemonte intende valorizzare. Nel segno del trekking, delle vie del sale, dell’alpinismo e delle camminate nel cuore più autentico delle Alpi. Sono sentieri e mulattiere che valligiani e montanari hanno realizzato nel tempo per collegare località alpine, vallate e intere culture. Così dall’alta valle Tanaro alla val Pellice, dalle valli di Lanzo alla valle dell’Ossola, il Piemonte ha ereditato una vastissima rete di strade bianche che fa da cerniera a otto province e che conta quasi 5 mila percorsi e oltre 20 mila chilometri. Compresi quelli sulle alte vie di chi ha come obiettivo la GTA, la Grande Traversata Alpina.
Un patrimonio che la Regione, tramite l’assessorato alla Montagna e alle Aree protette, punta a valorizzare per renderlo ancora più facilmente accessibile. Lo fa con un bando che, prorogato di tre mesi, scadrà il 13 settembre e che mette a disposizione più di 5 milioni di euro per realizzare, ampliare e adeguare infrastrutture turistiche leggere. Si va dalle aree sosta alle strutture per il riparo temporaneo, dalle piazzole per camper ai servizi igienici. E ancora: opere che consentano una miglior gestione della risorsa acqua in bivacchi e rifugi, soprattutto alla luce dell’emergenza vissuta nell’estate di due anni fa con la grande siccità. Ma anche la costruzione o l’adeguamento di itinerari per escursioni a piedi, in bicicletta, a cavallo, ponti tibetani, segnaletica. Premialità saranno assegnate agli interventi in zona montana, o in aree di protezione naturalistica o che riguardano la Grande Traversata Alpina.
«I sentieri, nati come strumento di lavoro, per favorire la migrazione dei valligiani sono oggi un’occasione per conoscere la natura, per muoversi in un ambiente ricco di attrattive e scoprire da vicino la biodiversità che caratterizza il Piemonte – spiega Marco Gallo, assessore regionale alla Montagna e alle Aree protette – Un progetto rivolto a tutte le tipologie di escursionisti: dagli alpinisti a chi si avventura in montagna con le mountain bike a chi, più semplicemente, vuole concedersi semplici passeggiate nella bellezza del nostro splendido contesto alpino».
Lo stanziamento è rivolto a enti pubblici e del Terzo settore. In particolare si guarda alle Unioni montane o comunque a Comuni associati, a Enti di gestione di aree protette, green communities. Ma sono ammesse anche forme di partenariato pubblico-privato. La spesa massima ammissibile è di 250mila euro, la minima di 50mila.
Chiarimenti e informazioni specifiche si possono reperire su https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/csr-2023-2027-investimenti-infrastrutture-turistiche-srd07-az4 , mentre per gli appassionati di montagna e reti escursionistiche è a disposizione il sito Piemonte Outdoor per organizzare gite estive e itinerari nel cuore delle Alpi del Piemonte.

La Città metropolitana di Torino mette a disposizione un pulmino da 50 posti che nei giorni di venerdì 6, 13, 20 e 27 settembre e nei giorni di sabato 7, 14, 21 e 28 settembre, effettuerà tre corse di andata (alle ore 21, 22 e ultima corsa alle ore 23) con partenza da Torino Sassi (piazza Gustavo Modena) e arrivo al piazzale della Basilica di Superga, e tre di rientro (alle ore 21.30, 22.30 e ultima corsa alle ore 23.30) dal piazzale della Basilica di Superga a Torino Sassi. L’iniziativa fa parte del protocollo d’intesa istituzionale per promuovere, anche turisticamente, la Basilica.
Durante i mesi di luglio e agosto le aperture straordinarie serali della Basilica hanno richiamato migliaia di pellegrini e visitatori che hanno potuto approfittare della disponibilità straordinaria della tranvia Sassi – Superga: con l’inizio del mese di settembre la Città metropolitana di Torino ha voluto mettere a disposizione anche la navetta gratuita per consentire di salire con un mezzo alternativo all’auto.
Si è cominciato questo venerdì: nel weekend del 6 – 8 settembre è infatti in programma un fitto calendario di iniziative per i 400 anni della statua della Madonna delle Grazie, con concerti alle ore 22 di venerdì 6 e di sabato 7 settembre.
TORINO CLICK
Liberato l’ormeggio il battello si preparava a far rotta verso l’isola Pescatori. L’Helvetia si muoveva al rallentatore, restia a prendere il largo
Pareva non voler lasciare l’attracco, confidando nell’accoglienza dell’imbarcadero per prendere fiato e riposare il suo scafo provato da decenni di onorato servizio sulle acque del Verbano.
Ma le due eliche, mosse dalla potenza dei quattrocento cavalli a motore, fecero ribollire l’acqua e pur con un certo rimpianto e di malavoglia, partì. Con me era salita a bordo solo una coppia di stranieri. E più di tre quarti dei posti a sedere erano vuoti. Non c’era da stupirsi. La bella stagione era agli inizi e, per di più eravamo a metà settimana. Il lago era calmo e l’aria appena mossa da una leggera e piacevole brezza. Attraverso il tondo dell’oblò della porta d’accesso al ponte di coperta verso prua, dov’erano stivati i grossi e rigidi salvagenti, vidi un gabbiamo che si era posato vicino ai sugheri. Pur essendo uccelli di mare, diverse colonie di gabbiani vivono sui grandi laghi del nord, dal Maggiore al Garda. E quello lì,con una certa insistenza, mi guardava fisso con i suoi occhietti mobili. Ritto sulle zampette, se ne stava con fare allegro appollaiato sul parapetto, le lunghe ali raccolte, muovendo il becco adunco e robusto. Sembrava mi parlasse, intendesse comunicare, desideroso di dispensare un saluto. Lo guardavo anch’io con curiosità. Forse troppa perché, qualche minuto dopo, prese il volo e si diresse verso il largo, lanciando le sue grida un po’ rauche. Il battello, dopo la breve navigazione stava per giungere all’attracco sull’isola quando un gabbiano planò sul ponte e mi fissò a lungo. Pareva in tutto e per tutto lo stesso di qualche istante prima che forse, con gesto garbato e cortese,non voleva far mancare un saluto prima dello sbarco.
Marco Travaglini
SCOPRI -TO Alla scoperta di Torino
Oggi siamo in compagnia della Dott.ssa Carola Cacciatore, nota specialista torinese che si occupa di medicina estetica, il cui motto è “equilibrio, armonia e naturalezza”. Proprio per questo approfondiremo insieme numerose problematiche che i trattamenti estetici possono portare se non fatti correttamente.
D) Buongiorno Dott.ssa Cacciatore, spesso non è chiara la differenza fra chirurgo plastico ed estetico, può spiegarcela?
R) Certo, molto volentieri; il chirurgo plastico è ricostruttivo come dice il termine, è quindi un chirurgo che ha una formazione specialistica, si occupa di correggere difetti, lesioni, traumi, disturbi dovuti a malattie come, per sempio, le problematiche oncologiche. Il medico estetico invece si occupa di migliorare l’aspetto della persona in generale e può venire da diverse specializzazioni prendendo un master in medicina estetica dopo aver conseguito la laurea in Medicina.
D) Molte persone quando iniziano un percorso di medicina estetica provano così tanta soddisfazione per il risultato da non riuscire più a farne a meno. Questo è dovuto ad un aumento di dopamina, quando siamo particolarmente soddisfatti di un acquisto o di qualcosa che abbiamo addosso l’ormone che ci fa provare soddisfazione cresce e spesso ne vogliamo ancora. Ecco che alcune persone così eccedono nei trattamenti. Come si fa quindi a non esagerare con la chirurgia estetica?
R) I pazienti si fidano di me, quindi io sono sempre molto sincera se un trattamento diventa esagerato non lo consiglio e mi è capitato diverse volte. Le persone devono star bene dentro e fuori, la medicina estetica è bella quando è naturale. Amo rispettare le linee naturali del volto del paziente e spesso arrivano clienti disperati con lavori fatti molto male e soprattutto mi capita di avere tante persone con eccessi di filler, quest’ultimo va fatto ogni tot mesi ma non tutti i medici lo dicono.
D) Si rischia anche poi di cadere nei disturbi della dismorfofobia, ovvero il non vedere bene una parte di noi che invece è normale agli occhi degli altri?
R) Assolutamente sì, ho pazienti che ne soffrono, infatti faccio sempre una consulenza preventiva per comprendere che le necessità siano reali ed effettive, diversamente consiglio professionisti che si occupano di seguire la parte psicologica.
D) Come mai molte donne hanno quell’effetto “labbra a canotto”, è normale?
R) No, non è normale, può avvenire per situazioni diverse, ad esempio se è stato fatto uno stravaso di filler, ovvero eccessivo acido ialuronico, che ha sformato i tessuti delle labbra, oppure, si presenta se si utilizzano tecniche non corrette, bisogna intervenire sul primo tessuto sottocutaneo per dare definizione in modo corretto e non tutti lo fanno, questo causa quel famoso difetto estetico chiamato anche “labbra a papera”.
D) Bisogna quindi, affidarsi a mani esperte. So che ha seguito anche numerosi pazienti che hanno subito delle operazioni oncologiche e questi casi, sono per lei un grande stimolo a voler perfezionare sempre di più la tua bravura con l’obiettivo di rendere le persone serene e lucenti, ce lo può spiegare?
R) Certamente, ho molti pazienti oncologici anche perché vengo dalla chirurgia toracica, dove trattavo i tumori al polmone. Bisogna avere tanta delicatezza con i pazienti, dargli fiducia, tranquillità e spensieratezza, amo ridonare a questi pazienti luce sia dall’aspetto estetico sia a livello mentale. Per esempio ho seguito una ragazza con un tumore al seno, dopo le tante cure lei non si vedeva più bene con se stessa, la sua pelle del viso era cambiata, era tirata e si vedeva invecchiata, per questo motivo non usciva più, se non per andare al lavoro, si vergognava della sua immagine, odiava le foto e gli incontri con amici e parenti, con un mio percorso estetico e uno mentale che ha gestito con dei professionisti si è risentita finalmente bellissima, fiera del suo percorso e nuovamente sicura di sé stessa.
D) Qual è il percorso che attua nello specifico con questi pazienti?
R) La pelle con la radioterapia e la chemioterapia subisce delle trasformazioni importanti, i pazienti si vedono più stanchi, più lassi e con la medicina estetica vado ad operare in queste zone del viso con vitamine, filler, in base alla necessità, così da far ritrovare al paziente la morbidezza e la bellezza che aveva prima delle cure. Il mio lavoro è quindi utile a tantissime persone per far si che si sentano la loro miglior versione, sempre rimanendo loro stessi, perché ciò che ci rende belli è la nostra unicità.
Grazie Dott.ssa, è stata una bella esperienza conoscerla, Le auguro di implementare questa splendida carriera ricca di grandi risultati sempre col motto “equilibrio, armonia e naturalezza”.
NOEMI GARIANO
Mercoledì pomeriggio, nel quartiere Barriera Milano, ha avuto luogo un controllo straordinario del territorio ad Alto impatto coordinato dalla Polizia di Stato in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Municipale.
L’attività, diretta da personale del Commissariato di P.S. Barriera Milano ha visto il concorso, del Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte” e delle unità cinofile e complessivamente ha consentito:
l’identificazione di 28 persone;
il controllo di 3 esercizi pubblici;
l’arresto di 2 persone;
il sequestro di 60 grammi di sostanza stupefacente;
il sequestro di 1 veicolo;
il sequestro di 260 kg di merce;
l’emissione di 6000 euro di sanzioni.
In particolare, personale della Polizia di Stato ha arrestato, per detenzione di sostanza stupefacente, una persona trovata in possesso di una sessantina di grammi tra hashish, marijuana e crack. L’uomo è stato fermato in via Spontini angolo via Montanaro. Un’altra persona, invece, è stata arrestata con l’aggravamento della misura degli arresti domiciliari in custodia cautelare in carcere. Nei pressi dei Giardini Sempione, un soggetto veniva contravvenzionato in violazione del Codice della Strada. L’uomo era alla guida di un veicolo non assicurato e senza avere il titolo di guida. Il veicolo è stato sottoposto a sequestro.
Personale dell’Arma dei Carabinieri, invece, ha sanzionato per violazioni amministrative due esercizi commerciali per 3000 euro ciascuno. In uno dei due locali pubblici, sono stati anche sequestrati 260 chilogrammi di alimenti mal conservati.
I controlli continueranno con cadenza regolare.
Mappati 150 luoghi lungo 36 chilometri, tre nuove aree sosta e 20 chiese rese accessibili tra Valle di Susa e Canavese.
Attivati 16 tirocini per l’inclusione
Dopo due anni di lavoro, si è concluso il progetto «Via Francigena For All», una delle iniziative più significative presentate nel 2022 dalla Regione Piemonte in occasione di un bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Con un budget complessivo di 1,6 milioni di euro, il progetto ha reso accessibile a tutti, in particolare a persone con disabilità, parte dell’iconico cammino della Via Francigena, riconosciuto come itinerario culturale dal Consiglio d’Europa, con l’obiettivo di abbattere le barriere architettoniche e culturali, rendendo il Cammino un’esperienza il più inclusiva possibile.
Il focus del progetto riguarda i tratti dell’itinerario Canavesano, tra Ivrea e Viverone, e la variante della Valle di Susa, tra Villar Focchiardo e Avigliana, coinvolgendo tutto il territorio limitrofo e la sua offerta turistica culturale, naturalistica, sportiva ed enogastronomica. Una grande opportunità per Comuni e filiere locali, che si candidano a diventare eccellenze del turismo in chiave sociale.
Capofila è la Regione Piemonte, attraverso la Direzione regionale Coordinamento Politiche e Fondi Europei – Turismo e Sport, con i partner di progetto Agenzia di promozione e di accoglienza turistica locale Turismo Torino e Provincia e Regione Ecclesiastica Piemonte con la Consulta Regionale per i beni ecclesiastici del Piemonte e Valle d’Aosta e il supporto di Visit Piemonte. Sono coinvolti nella realizzazione progettuale enti e associazioni che fanno parte del tavolo regionale per il Turismo Accessibile, in particolare Unione Italiana Ciechi e Ente Nazionale Sordi e Strutture regionali degli Assessorati con deleghe alle politiche sociali e lavoro; a cui si aggiungono Agenzia Piemonte Lavoro, Club Alpino Italiano – Montagna Terapia, ASL TO – Centro Regionale Autismo, CPD-Consulta per le persone in difficoltà, Amministrazioni locali e Associazione Via Francigena di Sigerico di Ivrea.
“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dal progetto biennale di Regione Piemonte ‘Via Francigena for all’ in risposta al bando ministeriale per il finanziamento di interventi sul turismo accessibile e inclusivo per le persone con disabilità” – dichiara Marina Chiarelli assessore al Turismo, Cultura, Sport, Politiche giovanili e Pari opportunità della Regione Piemonte. “È stato fatto un lavoro con le comunità locali collocate sul percorso del cammino storico morenico canavesano e valsusino sia a livello infrastrutturale, sia sociale, per valorizzare l’autenticità del territorio e renderlo ancora più accogliente. Le barriere architettoniche e socioculturali che ostacolano l’inclusione sono state abbattute attraverso una progettazione inclusiva e un lavoro condiviso tra istituzioni e associazioni. Le prime con degli interventi di adeguamento strutturale e di facilitazione alla fruibilità del percorso, le altre con azioni educative e informative. Grazie a questo lavoro il territorio interessato potrà definirsi turisticamente ‘for all’. A concludere il progetto sarà la camminata inclusiva in Val di Susa di domani 7 settembre alla quale ci aspettiamo la partecipazione di molte persone”.
“Non è un caso che accessibilità faccia rima con inclusività perché ritengo che garantire servizi qualificati sulla disabilità sia un indicatore di civiltà. Ed è proprio quello che è accaduto con «Via Francigena for all», virtuoso progetto che ci ha permesso di attivare – tramite Agenzia Piemonte Lavoro – ben sedici tirocini. Il Piemonte ha bisogno di un’accoglienza qualificata, con la consapevolezza che un turismo sostenibile sia anche in grado di generare lavoro e opportunità occupazionali di qualità” ha dichiarato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione Piemonte.
“La Via Francigena è un patrimonio di storia e spiritualità impresso nell’identità profonda e sacra della Valsusa. Con questo progetto diventa anche accessibile alle persone con disabilità, abbattendo le barriere che fino ad ora le escludevano. Sull’antico cammino dei pellegrini creiamo un turismo moderno e accessibile, che permetta un ulteriore rilancio del territorio grazie all’attrattività internazionale che la giusta sensibilità sociale garantisce al giorno d’oggi”. Dichiarazione assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone.
Studio e analisi approfondita dell’accessibilità
Un aspetto di grande rilievo riguarda l’analisi approfondita dell’accessibilità, in particolare dei due tratti oggetto del progetto (in futuro dell’intero percorso francigeno piemontese), condotta da esperti del CAI e dell’Associazione Europea Vie Francigene – Francigena Service: lavoro che potrà agevolare la comunicazione turistica e diventare un vero e proprio ‘manuale’ per futuri interventi per migliorare l’accessibilità sul territorio. La traccia GPX e gli itinerari completi sono disponibili sul sito di visitpiemonte.com
Mappatura e Miglioramento dell’Accessibilità
Uno dei principali risultati è stata la mappatura di 150 luoghi chiave, strutture ricettive, uffici turistici, servizi e punti di interesse storico-culturale. Per ciascuna struttura sono state definite indicazioni operative per migliorarne l’accessibilità, grazie al lavoro congiunto di Turismo Torino e Provincia e della CPD-Consulta per le Persone con Disabilità. Azione che ha permesso di creare un quadro chiaro delle esigenze di accessibilità lungo il percorso
Mezzi Fuoristrada e Formazione
Per rendere accessibili anche i tratti più disagevoli del cammino, sono stati acquistati ausili fuoristrada (tipo Joëlette) progettati per accompagnare persone con ridotte capacità motorie. La Regione Piemonte, in collaborazione con il Club Alpino Italiano (CAI), ha inoltre organizzato sessioni di formazione per la conduzione di questi ausili, garantendo che il personale fosse adeguatamente preparato per assistere i visitatori lungo i percorsi.
Infrastrutture e Segnaletica Accessibili
Un ulteriore passo avanti verso l’accessibilità è stato compiuto con la realizzazione di tre aree di sosta accessibili nei comuni di Villar Focchiardo, Avigliana e Bollengo. In ciascuno dei comuni attraversati sono stati installati 13 pannelli visivo-tattili, con contenuti in Braille, per le disabilità visive, e QR-code con il racconto della località in lingua italiana, inglese, francese e LIS, per le disabilità uditive.
Valorizzazione dei Siti Culturali con «Chiese a Porte Aperte»
Sono stati valorizzati 20 nuovi siti sacri, resi accessibili tramite l’App «Chiese a porte aperte», grazie alla quale i visitatori possono accedere a questi luoghi con un sistema di apertura automatizzata. Ogni sito è stato oggetto di una ricerca storico-artistica approfondita, con la curatela di testi e storyboard in tre lingue. Sono stati implementati servizi di videosorveglianza, nuovi sistemi di illuminazione e allestimenti, installati pannelli multisensoriali e resi disponibili contenuti audio e video nella lingua dei segni, nonché materiali scaricabili per la preparazione della visita. Lavoro realizzato in collaborazione con la Regione Ecclesiastica e la Consulta per i Beni Culturali e l’Edilizia di Culto del Piemonte e Valle d’Aosta.
Tra i luoghi di maggiore rilevanza: la Cripta della Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Cattedrale con la Tomba di McCarthy e la Chiesa di San Nicola da Tolentino di Ivrea; la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Bollengo, la Chiesa di San Rocco di Montalto Dora e molte altre chiese e cappelle dislocate lungo il percorso nelle aree morenico- canavesana e in Valle di Susa, garantendo un’esperienza di visita completa e inclusiva.
Inclusione Lavorativa
Infine, il progetto Via Francigena For All ha avuto un impatto significativo anche dal punto di vista sociale, promuovendo l’inclusione lavorativa. Sono stati infatti attivati 16 tirocini extracurriculari a soggetti iscritti al collocamento mirato, favorendo la loro integrazione nel mondo del lavoro e la loro partecipazione attiva alla società.