ilTorinese

Eredità di Gianni Agnelli, sequestrati beni per 74 milioni

La procura di Torino ha disposto un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’inchiesta legata all’eredità di Gianni Agnelli.

Il provvedimento riguarda i tre fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert von Gruenigen.

Il sequestro  è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni.

Il provvedimento è eseguito dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo giudiziario è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

Attenti allo smishing

Assistiamo periodicamente alla nascita di neologismi, specie in campo tecnologico, senza capirne il più delle volte il significato e, soprattutto, la portata dell’eventuale rischio. Cos’è lo smishing?

Il termine è stato coniato intorno alla parola SMS (SMiShing) perché è proprio attraverso SMS ed altri messaggi (whatsapp e simili) che viene perpetrata la truffa.

Quante volte riceviamo messaggi nei quali ci viene segnalato che un pagamento non è andato a buon fine e che contengono un link della sedicente banca che ci invita a ricontrollare le nostre credenziali?

E’ palese che, se davvero fosse la banca ad averci contattato, il messaggio conterrebbe l’invito a recarsi in filiale o, quantomeno, a contattare la nostra agenzia.

Oppure ci avvisano che la nostra carta di credito è stata bloccata e nel messaggio è presente, anche in questo caso, un indirizzo sul quale cliccare; superfluo dire che se compiliamo i campi che compariranno a quell’indirizzo avremo consegnato i nostri dati (magari anche codice fiscale, indirizzo, ecc) consentendo ai truffatori di agire con semplicità.

Lo smishing è la forma “telefonica” del phishing, perpetrato questo via mail; considerato che il 95% circa dei messaggi viene letto contro un 6% appena delle mail, è evidente come lo smishing sia il mezzo che consente ai cyber truffatori di agire quasi impunemente.

Dico quasi perché, se in alcuni casi è possibile fermare sul nascere un tentativo di truffa telematica (sovente sono gli stessi istituti di credito che bloccano transazioni sospette), il furto di identità può venire scoperto solo molto tempo dopo quando i danni sono ormai avvenuti: ecco quindi che, a nostra insaputa, è stata acquistata un’auto a nostro nome, è stato aperto un conto in banca o acceso un prestitooppure è stato, comunque, compiuto un atto a nostro nome ma a nostra insaputa.

Una versione più recente dello smishing è lo smishing affettivo: vediamo cosa sia.

Può capitare di ricevere sul proprio smartphone un messaggio del tipo “Ciao papà, ho perso il telefono; puoi scrivermi su whatsapp a questo numero?” Non c’è nulla di allarmante, ma l’atto successivo sarà la richiesta di fare una ricarica su questo numero “perché il mio amico me lo lascia usare ma devo ricaricarlo” o scuse simili.

Si tratta, in altre parole, di una vera e propria frode che si basa sulla manipolazione della vittima prescelta mediante l’utilizzo di piattaforme come whatsapp, telegram o altre.

Peggio ancora se alla richiesta di ricarica si sostituisce una richiesta di denaro tiposono fuori città e non ho soldi per la benzina”.

Nei casi più sofisticati, al destinatario della truffa viene inviato un link, attraverso il quale il malcapitato compilerà i propri dati aprendo le porte del proprio conto ai truffatori.

In molti casi, i truffatori sembrano conoscere molto bene i nostri nomi e le nostre abitudini, ma i responsabili siamo noi; come ho avuto modo di scrivere altre volte, quanti di noi applicano sul retro dell’auto gli autoadesivi con la sagoma di mamma, papà, figli e cane con il loro nome sotto? I social, poi, fanno il resto. Basta poco per scrivere al papà dicendo “papà, sono Marco, questo è il numero di un amico perché mi hanno rubato il telefonoecc ecc.

Come difendersi, quindi? Non comunicare mai informazioni personali o dati come codici di accesso, PIN, password, dati bancari e della carta di credito per telefono, via SMS o whatsapp; le banche non si sognerebbero mai di chiederci quei dati. In ogni caso, meglio recarsi in banca per verificare, prima, che alla stazione Carabinieri per denunciare la truffa, dopo.

E’ in ogni caso meglio evitare di conservare le credenziali (password, PIN, codici) dei conti bancari o delle carte di credito sul propriosmartphone; un eventuale malware penetrato nel medesimo consegnerebbe tutti i dati ai malintenzionati.

Per finire abbiamo lo smishing romantico. I truffatori cominciano a messaggiare con la vittima riuscendo a stabilire con essa una relazione di fiducia, iniziando dopo un tempo variabile a chiedere favori, prestiti o, peggio ancora, coinvolgendola in attività fraudolente (intestandole un’impresa criminale, per esempio).

Sembrerebbe inutile dirlo, ma evitate di dare confidenza eccessiva e di rivelare i vostri dati privati (finanziari, anagrafici, ecc) a chi non avete mai visto neppure una volta; non basta farsi inviare la foto per dire “si vede che ha una faccia onesta”: siete sicuri che la foto riproduca le sue fattezze? E non basta neppure che dica “frequento la parrocchia”, oppure “faccio volontariato” e cose simili: Giuda Iscariota frequentava persone irreprensibili ma guardate cos’è stato capace di fare.

SERGIO MOTTA

Un nuovo city brand per Torino

Si chiama city branding ed è il modo in cui una città sceglie di costruire la sua identità e di raccontarla. Un processo per aiutarla a distinguersi nell’era della globalizzazione, a promuoversi meglio all’esterno e ad attrarre risorse umane ed economiche.

Per costruire il suo city brand la Città di Torino ha avviato un percorso che coinvolgerà i principali attori del territorio. È stato siglato questa mattina a Palazzo Civico un protocollo d’intesa tra Città, Città Metropolitana di Torino, Camera di commercio, Università degli Studi, Politecnico, Fondazione CRT e Fondazione Compagnia di San Paolo con l’obiettivo di condividere il percorso verso il city branding. In particolare, i firmatari si impegnano a garantire supporto e collaborazione reciproci per promuovere la propria appartenenza al territorio e l’identità di Torino con l’obiettivo comune di diventare ambasciatori del “brand Torino”, valorizzarne il patrimonio storico, artistico, culturale e sociale, collaborare nella definizione del posizionamento strategico della città, dare riconoscibilità ai prodotti “made in Torino”, consolidare il senso di appartenenza di cittadini e studenti, attrarre risorse ed investimenti, ampliare il mercato turistico in arrivo, favorire la visibilità della città, veicolare il nuovo city brand – una volta realizzato – nell’ambito di partnership ed eventi.

“L’obiettivo della costruzione di un nuovo city brand – spiega il sindaco, Stefano Lo Russo – è quello di unire le forze con tutti i partner istituzionali pubblici e privati che abbiano a cuore il futuro della città e del territorio metropolitano, per contribuire a riposizionare Torino e renderla sempre più all’altezza di collaborare e competere con le grandi metropoli nel nostro Paese e in tutto il mondo puntando sui suoi tanti settori d’eccellenza. Il capoluogo può e deve fare da traino per l’intero territorio con le sue numerose specificità. Ringrazio tutti i firmatari di questo protocollo; ci unisce il desiderio di raccontare meglio Torino e il territorio al mondo, e di farlo insieme, consapevoli che per ‘raccontarsi’ bene e in modo efficace occorre riconoscere la propria identità in modo condiviso e guardare tutti nella stessa direzione”.

Secondo il presidente della Camera di commercio di Torino, Dario Gallina “È importante che il percorso verso l’individuazione del nuovo brand di Torino sia plurale e condiviso, sia per avere un risultato più rappresentativo di tutte le anime della città, sia per ampliarne la visibilità e la diffusione a livello nazionale e internazionale, con un lavoro di squadra già consolidato in numerosi eventi. Questo modo di lavorare insieme ci permette di presentarci di fronte ai nostri numerosi interlocutori in modo univoco e coordinato e di rendere così Torino più attrattiva dal punto di vista economico, culturale e turistico”.

“Da sempre – dice il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Paolo Corgnati – abbiamo creduto nell’idea di Torino come città dell’innovazione nella quale l’università gioca un ruolo cruciale di filiera per l’attrazione sul territorio di giovani talenti che ci scelgono per creare il loro percorso di vita, accademico o professionale. In particolare contribuiremo con la crescita dei campus cittadini, fondamentali per l’attrattività di studenti da tutto il mondo. Siamo orgogliosi e felici di poter aggiungere questo ‘nostro fotogramma’ al racconto generale della città”.

“L’Università – aggiunge il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – è da tempo un punto fermo nelle strategie di sviluppo e crescita della città. Ricerca e formazione, con le rispettive fondamentali ricadute in termini di trasferimento di conoscenze e tecnologie, fanno di Torino un luogo privilegiato nel quale investire sul proprio futuro. Con radice salde nella forza del territorio, l’Università rappresenta un’eccezionale occasione per creare opportunità: i campus, sui quali abbiamo fortemente puntato, sono spazi di internazionalizzazione e di acquisizione di elevata professionalità. Anche per questo Torino si è affermata come una ambita finestra sull’Europa e sul mondo”.

 “Siamo lieti di avviare, con la firma del protocollo d’intesa per il city branding, un nuovo cammino condiviso con la Città e con i diversi players del territorio con cui Fondazione CRT collabora da anni sinergicamente con l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e sociale di Torino e di mettere in campo iniziative ed eventi capaci di attivare reti e attrarre risorse – dichiara Annapaola Venezia, Segretario Generale di Fondazione CRT –. Questo sistema virtuoso che abbiamo costruito tutti insieme, e che ha contribuito a definire l’identità della città, parla ora una sola lingua e inaugura uno storytelling che permetterà a Torino di farsi conoscere e riconoscere in Italia e nel mondo”.

 “Il ruolo di un ente filantropico come la Fondazione Compagnia di San Paolo è quello di agire ogni giorno per contribuire allo sviluppo locale della Città e al benessere della popolazione, in sinergia con tutti gli stakeholder del territorio – afferma il presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Marco Gilli – Siamo oggi firmatari del protocollo perché riteniamo fondamentale la condivisione di esperienze, competenze e know-how che solo il fare squadra rende possibile, con l’obiettivo di promuovere un’immagine positiva e unica della nostra città, migliorando la qualità urbana e il senso di appartenenza, e attraendo risorse, visitatori e investimenti”.

In preparazione a questo progetto nel 2023 è stato avviato un percorso di indagine per cogliere la percezione della città di Torino e si è affidata all’Istituto Piepoli un’indagine demoscopica per cogliere gli aspetti ritenuti importanti dal territorio e dalla cittadinanza. Sono stati somministrati in città oltre 5mila questionari, composti di domande aperte e chiuse, a cittadini, turisti, portatori di interesse. L’indagine sta proseguendo e si avvia alla conclusione con un sondaggio telematico su scala nazionale per raccogliere le percezioni di Torino anche da parte degli Italiani nel complesso. Le prime impressioni individuate hanno permesso di definire un “manifesto identitario” di racconto di Torino, condiviso tra i firmatari.

I dati sulla percezione di Torino raccolti dall’Istituto Piepoli verranno illustrati il 24 ottobre alle ore 18 alla casa Teatro Ragazzi attraverso un evento pubblico che si proporrà anche di raccogliere l’interesse di ulteriori soggetti che vorranno aderire al progetto di sviluppo del nuovo city brand. L’amministrazione comunale darà quindi il via ad un avviso pubblico per individuare un’agenzia di comunicazione per lavorare allo sviluppo del progetto e alla definizione delle linee strategiche per la sua promozione nel triennio 2025/2026/2027.

Cumiana, esercitazione ricerca persone scomparse

Oggi, sabato 21 settembre 2024, all’Opera Salesiana Rebaudengo Don Bosco di Cumiana si svolgerà dalle ore 9 alle ore 13 un’esercitazione di ricerca persone scomparse con l’ausilio di Unità Cinofile da Mantrailing e ricerca in superficie.
L’esercitazione è resa possibile grazie alla collaborazione della Direzione della scuola Opera Salesiana Rebaudengo e sarà guidata dal Caposquadra Vassilia Sacco;  vedrà coinvolte unità cinofile da Mantrailing (formate da Ivan Schmidt Academy) e di ricerca in superficie (formate da Dog Training Cumiana).
Così Luca Fra, responsabile delle Unità Cinofile della Croce Verde di Cumiana: – “Grazie alla sensibilità e collaborazione della Direzione dell’Opera Salesiana é stato possibile organizzare questa esercitazione, utile soprattutto a migliorare le tecniche in materia di ricerca persone. La sinergia tra le parti porta a maggiore consapevolezza che di fatto permette interventi operativi in tempi brevi.
 
Crediamo fortemente in questi eventi, in quanto molti fatti di cronaca ci vanno a dimostrare come sia fondamentale la formazione e le esperienze in ambienti e scenari diversificati ma radicati sul territorio di competenza. I casi ci dimostrano che un intervento tempestivo unitamente ad una formazione consolidata, frutto di continuo accrescimento e cooperazione tra le differenti discipline, aumentano di fatto le probabilità di ritrovamento di una persona scomparsa. 
 
 
Un altro tassello importante, lo abbiamo avuto con la nostra creazione del “K9 SCENT BOX” che oggi risulta essere un perfetto alleato nella ricerca di persone scomparse e ci permette di raccogliere anticipatamente un’impronta olfattiva di persone a rischio e più vulnerabili. Progettato per essere facile da utilizzare e accessibile a tutti, elimina i ritardi nelle raccolte di prove olfattive da fornire al cane riducendo al minimo il rischio di contaminazione”. 

Bollette gas, quel che c’è da sapere sulla modalità “Placet in deroga”

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Buone notizie per chi ancora non ha scelto un fornitore di gas nel mercato libero: la Placet in deroga, l’offerta di tutela speciale introdotta dall’Arera, è stata prorogata fino alla fine del 2025. Questa misura, pensata per accompagnare clienti non vulnerabili, famiglie e condomini nel passaggio al mercato libero, permetterà ai consumatori di avere più tempo per confrontare le offerte e scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Quest’anno, chi non aveva ancora scelto un fornitore di gas nel mercato libero si è ritrovato con l’offerta Placet in derogala soluzione con condizioni economiche e contrattuali definite dall’Autorità ma con componente fissa annuale (Pfix) definita dal venditore. Questi clienti riceveranno entro il 30 settembre una comunicazione scritta e distinta dalla bolletta, al fine di proporre il rinnovo del contratto per l’anno 2025.

Tale comunicazione conterrà un’offerta comparativa tra le condizioni economiche più vantaggiose per il cliente, tra l’offerta Placet in deroga (che conferisce al venditore la libertà di definire unicamente la componente fissa di commercializzazione) e l’offerta Placet ordinaria (che consente al venditore di definire sia la componente fissa che quella variabile di commercializzazione).

In assenza di variazioni alle condizioni economiche attuali, il cliente verrà informato di tale rinnovo tramite la prima bolletta utile senza una comunicazione a parte. Le condizioni entreranno in vigore il 1° gennaio 2025, con validità 12 mesi, a meno che non venga sottoscritta dal cliente un’offerta diversa sul mercato libero.

La Placet in deroga è un’offerta di ultima istanza, definita da Arera, che viene applicata ai clienti domestici non vulnerabili che non hanno selezionato un’opzione sul mercato libero. Questa soluzione assicura una fornitura di gas a condizioni economiche e contrattuali stabilite dall’Autorità, garantendo così maggiore trasparenza e tutela ai consumatori.

Questa scelta è stata presa dall’Arera al fine di consentire ai consumatori di effettuare una scelta più consapevole e informata tra le diverse offerte presenti sul mercato. Tale misura contribuisce a garantire una transizione ordinata e graduale verso il mercato libero.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Torino ricorda il presidente Giuseppe Saragat con un premio

Torino, che ha ricevuto  la targa di città presidenziale, ricorda la figura del Presidente Giuseppe Saragat con l’istituzione di un premio a lui dedicato.
L’iniziativa è a cura dell’ente Stati Generali del Patrimonio Italiano, dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e dell’Università di Torino.
Il protocollo istitutivo è stato firmato da Ivan Drogo Inglese presidente dell’ente, da Luca Asvisio presidente dell’ordine e da Stefano Geuna rettore dell’università.
La firma è avvenuta nella sala delle congregazioni del palazzo civico alla presenza dell’assessore alla cultura Rosanna Purchia e del vice presidente del consiglio comunale Domenico Garcea.
Il presidente Giuseppe Saragat si era laureato presso l’università di Torino e per un certo periodo era stato iscritto all’ordine torinese.

Vik Muniz alla galleria Benappi di Torino

La galleria Umberto Benappi espone a Torino, dal 20 settembre al 9 novembre 2024, le grandi stampe di Vik Muniz, in una esposizione che racconta il lavoro del grande artista brasiliano. L’inaugurazione è avvenuta giovedì 19 settembre alle ore 16, in occasione di TAG Ouverture e Exhibi.to.

“Se la fotografia fosse rappresentazione della realtà, quella di Vik Muniz non dovrebbe essere considerata tale – spiega la curatrice Chiara Massimello – niente è vero nelle sue immagini, ogni dettaglio è finzione e ricostruzione minuziosa, quasi maniacale, di qualcosa di preesistente. Eppure sono fotografie, le grandi stampe che la galleria Benappi espone, e che costituiscono l’opera di un grande artista che conosce profondamente la cultura visiva e i media, per il quale la macchina fotografica è l’ultimo passaggio nella realizzazione della sua opera”.

Le opere dell’artista brasiliano si trovano nei più importanti musei al mondo, dal MoMa al Guggenheim e al Whitney, dal Victoria and Albert  Museum alla Tate, dal Museum de Arte Moderna de Sao Paolo al Museum of Contemporary Art di Tokyo, al Centre Pompidou di Parigi. Le stampe di Vik Muniz, dai colori vividi, sono impeccabili. Quasi sempre di grande formato, ma è la composizione a rendere l’originalità nelle opere dell’artista brasiliano nato a San Paolo nel 1961. Egli utilizza pigmenti, inchiostri e coriandoli, tessere di puzzle, diamanti e sciroppo di cioccolato, semplici fili, materiali di recupero e ritagli di giornale; gli oggetti più disparati sono il punto di partenza nel lavoro creativo di Vik Muniz. La fotografia ne rappresenta l’atto finale. Il noto gallerista Gian Enzo Sperone conobbe Muniz a New York nel 1996 e, dopo aver visto alcune opere appartenenti alla serie “The sugar children”, nella galleria di Tricia Collins a Soho, ne rimase profondamente impressionato, e le portò in Italia nella sua galleria romana nel 1999. Dopo di lui, Marco Voena e Valerio Tazzetti lo esposero nel loro spazio torinese “Photo & Co”.

Tra le opere esposte alla galleria Benappi si segnala la serie delle nove Jackie, originariamente realizzata da Andy Warhol dalle foto pubblicate su Life al funerale del Presidente Kennedy. La serie è parte delle “Pictures of chocolate”, realizzata nel 1997 con lo sciroppo di cioccolato. Jackson Pollock, nella celebre immagine scattata da Hans Namut nel 1950, è immortalato mentre crea una delle sue opere. L’opera è intitolata “Autumn rythm” e realizzata con la tecnica del dripping, vale a dire l’artista intento a dipingere sulla tela, adagiata sul pavimento, nella mano sinistra il barattolo di vernice, nella destra il pennello. Muniz si appropria della celebre immagine e la ricrea cospargendo lo sciroppo di cioccolato su un piano e plasmandolo con le sembianze dell’originale. Lo sciroppo di cioccolato riprende l’idea di pittura e i colori di Pollock. La Benappi ha deciso di esporre anche l’affascinante autoritratto di Rembrandt “Self portrait after Rembrandt”, due opere che si affiancano nella grande parete della sala principale della galleria, ai ritratti di Karl Marx, Andy Warhol, Liz Taylor e Marilyn Monroe. Vi è anche una serie ambientata nella più grande discarica del mondo, appena fuori Rio de Janeiro.

Vik Muniz è cresciuto in una famiglia semplice, ha iniziato a disegnare molto giovane anche a causa di una forte dislessia, e trascorreva ore a copiare l’arte antica nei musei, diventando molto abile tecnicamente. Ferito alle gambe mentre tentava di sedare pacificamente una rissa, con il risarcimento ottenuto decise di partire per New York, dove iniziò la sua carriera di scultore, interessandosi da subito alla rappresentazione fotografica delle sue opere e alle molteplici possibilità dell’immagine. La sua prima personale a New York risale al 1988.

 

Mara Martellotta

La Damnation de Carmen

Una rielaborazione dalla Carmen di Bizet e P.Brook;  spettacolo in lingua francese e di tipo collettivo che coinvolge cantanti lirici, coro, musicisti, giovani studenti e cittadini. 
Intero € 5,00 Ridotto € 3,00 (under 25/over 65)
 
ACQUISTO BIGLIETTI:
INFO liricatamagno.to@gmail.com 389 0606202
 
CON LA PARTECIPAZIONE DEL CORO DI VOCI BIANCHE “GOCCE D’ORO” DELL’I.C CADUTI DI CEFALONIA.
Il progetto è vincitore dell’avviso pubblico “Circoscrizione che spettacolo dal vivo!2024” con il contributo della città di Torino.

Società Culturale Artisti Lirici Torinese

“Francesco Tamagno”

Via Pietro Giuria, 40 – 10126 Torino

Il lascito di Vince

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

La storia del garage rock americano degli anni ‘60 ha visto figure carismatiche e a volte anche “scomode” in ruoli di responsabilità in etichette discografiche grandi e piccole. Parecchi di questi personaggi erano dotati di un ego smisurato, avevano il difetto di accentrare e “personalizzare” al massimo la catena decisionale, anche a costo di rischi e di “fughe in avanti” pericolose. Una di queste figure fu Vincent “Vince” Rago, responsabile e quasi “plenipotenziario” delle tre etichette “Universal Records”, “Richie” e “Rago”, tutte dell’area di Wilmington (Delaware); fu uomo dai modi molto diretti, a volte rudi e spicci, ma dotato di innato fiuto per il versante promozionale dei dischi e profondo estimatore ed instancabile sostenitore del garage rock nel biennio 1965-1966. Qui in particolare ci soffermeremo sull’etichetta “Richie”, dedicata alla memoria di uno dei figli di Rago; in numerose “compilation” del garage rock, il “label” Richie compare tuttora con svariate incisioni interessanti. Da rilevare come (purtroppo) una discreta quantità di materiale non pubblicato negli anni di attività di Rago venne poi disperso o trascurato dai nipoti, che non seppero intuire le potenzialità di quel lascito musicale. Qui di seguito la discografia “Richie” finora ricostruita:

–  Teddy & The Continentals  “Ev’rybody Pony / Tick Tick Tock”  (45-R-1001)  [1961];

–  Teddy & The Continentals  “Tighten Up / Do You”  (R-445)  [1961];

–  Frankie and The C-Notes  “Forever And Ever / Fade Out”  (R-2-45/R-3-45)  [1961];

–  The Versatones  “Will She Return / Hold Me Lover”  (R-451)  [1961];

–  Johnny & The Dreams / [Joe Robinson Combo] “You’re Too Young For Me / Are You With That” (R-457)  [1961];

–  The Galaxies  “The Leopard / Dear Someone”  (R-458)  [1961];

–  The Sinceres  “Please Don’t Cheat On Me / If You Should Leave Me”  (R-545)  [1961];

–  The Continettes  “Billy The Kidder / Boys Who Don’t Understand”  (45-4300-V)  [c. 1963];

–  Teddy & The Continentals  “Crossfire With Me Baby / Crying Over You”  (R-453)  [c. 1963];

–  THE VEE JAYS  “Goodbye Cheatin’ Lover / Don’t Let Me Go”  (R-456)  [1964];

–  The Misfits  “Beyond The Rim” [I-II]  (65-3)  [1965];

–  THE ADAPTERS  “Confess / Believe Me”  (65-4/65-5)  [1965];

–  Teddy Continental  “I Call It Home / Find Someone”  (65-6/65-7)  [1965];

–  THE ENFIELDS  “In The Eyes Of The World” [I-II]  (669)  [1966];

–  THE ENFIELDS  “She Already Has Somebody / I’m For Things You Do”  (670-A)  [1966];

–  THE ENFIELDS  “You Don’t Have Very Far / Face To Face”  (671)  [1966];

–  THE CONTEMPORARIES  “Fool For Temptation / Think Young”  (672)  [1966];

–  Johnny Neel and Shapes Of Soul  “Talking About People / The Secret Word Is Prayer” (6711/6712)  [1966];

–  The Stairways  “Don’t You Care” [V./strum.]  (R66-3)  [1966];

–  THE ENFIELDS  “She Already Has Somebody / I’m For Things You Do”  (RI-670)  [1966];

–  MIKE ALEXANDER AND THE VISIONS  “Your Day Has Come / Pop Goes Love”  (673) [1967];

–  THE ENFIELDS  “Twelve Month Coming / Time Card”  (675)  [1967];

–  Shapes Of Soul feat. Johnny Neel  “We Can Make It Together / Can You Forgive”  (691)  [1969];

–  Johnny Neel and The Shape  “Everybody (Do The) Stomp / The Secret Word Is Prayer” (695/696) [c. 1969];

–  Internal Calm  “The Truth (Will Set You Free) / Where Will We Go Tomorrow”  (701)  [c. 1970].

Gian Marchisio

Fughe da Azione ed Italia Viva? Epilogo scontato

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Ormai è quasi uno stillicidio quotidiano. Ovvero, la fuga di esponenti di primo piano da Azione e anche da Italia Viva, i due piccoli partiti personali che hanno coltivato per un po’ di tempo la giusta ambizione di rappresentare e di declinare il Centro nella politica italiana. Un’ambizione che, come ormai tutti sanno, è scientificamente e per svariati motivi sfumata. Su tutti, però, svettano due elementi di fondo. Da un lato un eterno, e anche molto infantile, duello rusticano tra i due capi dei rispettivi partiti personali, Renzi e Calenda. E, dall’altro, e questa è la motivazione politica di fondo, un crescente ed insopportabile trasformismo misto ad opportunismo che ha portato queste due sigle a sbattere contro gli scogli del realismo politico. Perchè un conto è compiere azioni politiche per salvaguardare alcuni ruoli di potere – nel caso specifico una manciata di seggi parlamentari per entrambi questi partiti personali offerti per gentile concessione dell’azionista di maggioranza della coalizione, cioè il Pd -, altra cosa è pensare che dopo aver fatto queste scelte si possa costruire una prospettiva politica coerente, lungimirante, seria e credibile. Ed è proprio su questo versante che emerge una contraddizione politica insanabile dopo aver compiuto una radicale ed improvvisa inversione di rotta in merito al progetto dei due partiti personali. E questo per una ragione persin troppo semplice da spiegare e da richiamare. Ovvero, il Centro – e soprattutto una “politica di centro” – è di fatto incompatibile con quello che comunemente viene definito “campo largo” o, per essere ancora più chiari, con il nuovo ed inedito “Fronte popolare” in via di costruzione. Nulla a che vedere, comunque sia, con l’antico e tradizionale centro sinistra, cioè la coalizione – per citare alcuni protagonisti dell’epoca – di Franco Marini e Massimo D’Alema o di Valter Veltroni e Dario Franceschini. Oggi il “campo largo” è composto da tre sinistre – quella radicale della Schlein, quella populista dei 5 stelle e quella estremista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis – che sono semplicemente altro rispetto a tutto ciò che, seppur lontanamente, è riconducibile al Centro e a quello che storicamente ha rappresentato nel nostro paese. E quindi è di tutta evidenza che quando si compiono queste piroette politiche improvvise ed inaspettate dopo aver predicato per mesi e mesi che il populismo pentastellato e il radicalismo massimalista della Schlein erano incompatibili con qualsiasi riferimento al Centro – come, specularmente, anche del sovranismo leghista – si moltiplicano le defezioni e le fughe a livello nazionale e, soprattutto, a livello locale. Perchè, appunto, prevalgono la confusione, il disorientamento e lo sbandamento tra le file dei due rispettivi partiti personali.
Ecco perchè, in conclusione, le fughe eccellenti o meno eccellenti di questi ultimi giorni da Italia Viva e da Azione sono quasi una non notizia. Detto in altri termini, si potrebbe semplicemente dire che è la naturale conseguenza di una scelta politica – seppur avvenuta senza alcuna procedura democratica, ma questo, del resto, è la natura dei partiti personali – che cozza e contrasta con le dinamiche più semplici e quasi oggettive dell’attuale dialettica politica italiana. Del resto, quando si fanno scelte politiche contro natura, per usare una espressione forte ma comprensibile, è abbastanza naturale che i soggetti politici che le compiono rischiano di sciogliersi rapidamente come neve al sole. Come, appunto, può realmente capitare sia ad Italia Via che ad Azione.
Giorgio Merlo