ilTorinese

Lavoro e competenze: scenari e tendenze per il futuro

A Città Studi una mattinata di confronto sulle attuali esigenze e carenze occupazionali derivanti
da calo demografico, twin transition, carenze strutturali sulle materie Stem e intelligenza artificiale.
Amalberto (Confindustria Piemonte): “Dobbiamo passare dal capitale umano al patrimonio umano”

Biella, 2 ottobre 2024

Nuovi mercati, tecnologie, comportamenti ed istituzioni stanno rivoluzionando il lavoro. Se dieci anni fa le priorità erano sicurezza e stabilità occupazionale, oggi al primo posto troviamo l’equilibrio lavoro-vita privata, poi un’atmosfera piacevole, retribuzione e benefit interessanti e solo al quarto posto quelle che erano le priorità del 2014. È in corso un evidente cambiamento nel modello di società occidentale, dove spesso la domanda di lavoro supera l’offerta. Perciò le imprese devono comprendere ed interpretare nell’organizzazione aziendale questa mutazione, solo così saranno in grado di attrarre e trattenere, talenti e competenze. Già oggi il 64% dei millennials non lavorerebbe in un’impresa non socialmente responsabile e con forti valori sociali, in grando di coniugare flessibilità e cambiamento.

Questi sono solo alcuni dei temi analizzati nel convegno ‘Lavoro e competenze: scenari e tendenze per il futuro’ organizzato da Confindustria Piemonte in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che si è svolto  a Città Studi, il campus biellese di servizi formativi per lo sviluppo del Territorio. Sei le grandi sfide da affrontare in questo scenario in veloce mutazione: produzione, energia, tecnologia, economia circolare, digitalizzazione e instabilità geopolitica. Di qui la necessità per le imprese di gestire con sempre maggiore attenzione il senso di quanto viene richiesto alla forza lavoro, unito ad un giusto riconoscimento salariale e un buon bilancio tra lavoro e vita privata.

Stiamo passando dal capitale umano al patrimonio umano. Il mercato del lavoro è diventato infinitamente più sofisticato, una mutazione tanto più complessa per un Paese come il nostro in cui le imprese hanno dimensioni ridotte, rispetto alle altre grandi potenze economiche. Il modello organizzativo verso cui tendere deve esser quello dell’auto-direzione e della responsabilità verso i risultati. Èquesta una prima risposta possibile anche all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che cambierà l’attuale equilibrio nel mercato del lavoro” ha spiegato Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Ma potrebbe non bastare, poiché l’Italia si trova ad affrontare anche un drammatico e rapido calo demografico, che si somma al tema dei Neet e all’elevato tasso di abbandono scolastico. Servirebbero quindi percorsi tecnico/professionali terziari e ITS più attrattivi per giovani e famiglie, anche tramite un orientamento attivo a partire già dal 2° anno delle secondarie inferiori e dal 4° anno delle superiori. E poi un ulteriore sviluppo delle Accademie di Filiera del Piemonte come punto unico di contatto con le imprese. Altrettanto urgente è poi la valorizzazione del lavoro Stem, specialmente quellofemminile poiché in Italia il 63% dei laureati è donna, ma solo una su tre di loro sceglie le materie Stem. Infine, il tema immigrazioneper cui è necessario un contesto ordinamentale, con la ricerca di collegamenti con scuole estere e gestione della formazione, così da poter poi «importare» immigrati pronti al mercato del lavoro.

Il futuro del lavoro richiede un cambiamento profondo nelle nostre politiche e strategie, un passaggio che può essere affrontato solo con una visione precisa e coraggiosa. Il Piemonte, con il suo tessuto industriale, la sua capacità manifatturiera e il dinamismo delle sue esportazioni, deve continuare a puntare su percorsi formativi innovativi per rispondere alle richieste di un mercato in costante evoluzione. Parallelamente, non possiamo ignorare il problema della denatalità, che rappresenta una delle maggiori sfide per il nostro futuro sociale ed economico. Come Regione, stiamo definendo politiche di welfare aziendale: abbiamo ampliato oraria degli asili nido e avviato le Accademie di Filiera, misure volte ad attrarre e trattenere sempre più persone e famiglie sul territorio” ha spiegato la vicepresidente e assessore all’Istruzione e al lavoro della Regione Piemonte, Elena Chiorino. “Queste azioni non solo migliorano la qualità della vita di famiglie e lavoratori, ma sono essenziali per creare un ambiente dove le imprese possano prosperare e i talenti possano crescere. Sono profondamente convinta che gli imprenditori giochino un ruolo chiave, non solo nello sviluppo economico ma anche nel creare un sistema coeso indispensabile che definisca anche chiaramente il ruolo che possono giocare le partecipate regionali: sono certa che il loro contributo possa essere determinante per la crescita sostenibile e innovativa del territorio. Non possiamo poi trascurare il ruolo dell’intelligenza artificiale, una delle tecnologie che trasformerà radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare. Come sottolineato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, l’Italia deve affrontare questa sfida con equilibrio e lungimiranza, per garantire che l’innovazione tecnologica sia sempre al servizio dell’uomo e della dignità del lavoro, non un suo sostituto conclude”.

Formazione, competenze e welfare sono gli elementi su cui puntare per intraprendere la sfida tecnologica e green che le imprese hanno di fronte e che deve essere affrontata partendo proprio dalla valorizzazione del capitale umano. Per Intesa Sanpaolo l’attenzione alle proprie persone è un fattore chiave e questo tema è inserito anche nell’offerta che la banca propone alle imprese clienti, con l’obiettivo di aiutarle a restare competitive attraverso corsi digitali, aule virtuali e progetti pratici che puntano a transizione sostenibile, soluzioni ESG, cybersecurity e strategie d’innovazione” ha sottolineato Stefano Cappellari, Direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo, che ha anche illustrato in un rapido quadro d’insieme  la migliore evoluzione negli ultimi anni dell’economia italiana rispetto alla crescita media dell’area dell’euro, nonché le iniziative del Gruppo per favorire  l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e l’adozione di soluzioni di  welfare integrativo.

Il Piemonte, nell’analisi del Research Department di Intesa Sanpaolo, con 63,7 miliardi di euro nel 2023, intercetta il 10,2% delle esportazioni italiane. I primi settori per vendite all’estero sono: automotive, meccanica, agroalimentare, chimica, sistema moda, gomma e plastica, oreficeria, prodotti in metallo elettrotecnica e aerospazio. Nel complesso le esportazioni piemontesi tra il 2016 e il 2023 sono aumentate del 43,3%. A partire dall’ultima parte dell’anno in corso ci aspettiamo una ripresa dell’economia italiana che potrà contare sul contributo dei consumi e degli investimenti. In questa direzione spingono il rientro dell’inflazione, la riduzione dei tassi di interesse, gli incentivi Transizione 5.0 e la realizzazione degli investimenti del PNRR. Le imprese manifatturiere dispongono delle risorse necessarie per continuare a investire in tecnologia e nella transizione green. Tuttavia, le sfide tecnologica e green richiedono capitale umano qualificato che le imprese faticano a trovare: i dati del sistema Excelsior di Unioncamere Anpal mostrano che circa il 50% delle posizioni ricercate dalle imprese piemontesi sono considerate di difficile reperimento. Questa evidenza trova conferma anche nell’indagine Intesa Sanpaolo conduce semestralmente tra i gestori delle sue filiali imprese da cui sono emerse in particolare le difficoltà di turismo, manifatturiero e agricoltura.

Frecciarossa Final Eight, lo sport fa economia

Presso il “Circolo dei Lettori” di Torino è stata presentata la ricerca di LBA e StageUp su “Gli impatti economici e reputazionali generati dalla Frecciarossa Final Eight 2024 di Torino”.

“L’occasione di oggi è importante per dimostrare come un lavoro coeso e strutturato tra tutte le componenti di un grande evento come la Final Eight di basket possa creare un importante indotto economico e reputazionale non solo per il nostro sport, ma anche per la città e la Regione che sposano il progetto e lo valorizzano con tutti i propri strumenti e l’expertise specifica dell’istituzione che rappresentano – ha dichiarato il Presidente della Lega Basket, Umberto Gandini – . Per questo motivo siamo felici di tornare in Piemonte, a Torino anche il prossimo anno con un progetto che diventa sempre più completo e ambizioso: non solo il grande basket, ma un insieme di iniziative educative, formative, valoriali che coinvolgono mesi prima Regione e città di Torino. Sono certo che anche ledizione 2025 continuerà a darci le grandi soddisfazioni delle ultime due edizioni, con un palazzetto che è stato sold out per finale e semifinali e una città e una Regione che hanno vissuto levento con passione e partecipazione”.

Ha preso poi la parola Giovanni Palazzi, Presidente di StageUp, che ha illustrato i risultati dell’indagine: “La nostra ricerca sull’impatto della Final Eight di Torino 2024 evidenzia il successo dell’Evento, non solo in termini economici ma anche per la reputazione di Torino e dei suoi partner istituzionali. Ne sono prova, da un lato l’importante impatto economico di € 15,86 milioni in Italia di cui 10,43 milioni generati sul territorio torinese con un moltiplicatore pari a 15,3 delle ricadute rispetto agli investimenti di Regione Piemonte, Comune di Torino e Camera di Commercio di Torino. Dall’altro la percezione positiva delle Final Eight sia in Italia che nella Città Metropolitana di Torino a conferma della capacità dell’Evento di creare un’esperienza memorabile dal punto di vista del vissuto, un elemento determinante per aumentare ulteriormente la notorietà e l’immagine del territorio, gettando le basi per un’ulteriore crescita della Final Eight all’insegna dell’abbinamento tra la Città della Mole e la Lega Basket”.

La scelta di puntare su grandi eventi sportivi alla luce di questi dati si conferma vincente in termini di visibilità immediata per il nostro territorio e di ricadute economiche che stimiamo oggi, ma di cui vedremo gli effetti anche nei prossimi anni. Chi è venuto a Torino e in Piemonte per assistere a una gara della Final Eight si è fermato in città un giorno e mezzo e potrebbe decidere di tornarci per dedicare più tempo alla città e alle altre bellezze che la nostra terra ha da offrire” hanno dichiarato il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore al Turismo, cultura e sport Marina Chiarelli.

Così invece il Sindaco della Città di Torino, Stefano Lo Russo: “La Final Eight di basket conferma la capacità di Torino di ospitare con successo eventi sportivi di grande livello. I dati presentati oggi evidenziano l’importanza per la nostra città di questa manifestazione, che ci ha consentito di offrire a turisti e appassionati momenti di sport ai massimi livelli ma anche di generare un impatto significativo sul territorio cittadino in termini economici e di immagine. La Final Eight è stata uno spettacolo entusiasmante, sia per il livello sportivo che di coinvolgimento del pubblico e, forti del successo ottenuto insieme alla Lega Basket, guardiamo alla prossima edizione con la volontà di migliorare ulteriormente questi risultati. Risultati che, come per altri grandi eventi come le ATP Finals che arriveranno il mese prossimo, sono anche il frutto di una consolidata collaborazione tra le istituzioni locali, una delle carte vincenti che la nostra città è in grado di offrire e che fa sì che Torino sia una destinazione sempre più attrattiva per grandi eventi sportivi nazionali e internazionali”.

L’indagine sulla presenza della Final Eight a Torino mostra valori molto interessanti, sia in termini di contatti sui media sia come ritorni sul territorio, pari a oltre 10 milioni di euro  osserva Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino Quasi metà del pubblico arriva da fuori Torino e per noi questo rappresenta un ottimo target per promuovere il territorio e la nostra offerta turistica ed enogastronomica, soprattutto con i nuovi Maestri del Gusto freschi di nomina. L’obiettivo è quello di far prolungare per quanto possibile il soggiorno o di far tornare l’appassionato di sport in veste di turista magari con la famiglia e per più giorni”.

Bello fare lezione al cinema con Agis

Il cinema può essere un valido strumento didattico e le sale il luogo ideale per far crescere il senso critico e affrontare temi di attualità come le guerre, i diritti civili e sociali. Lo dimostrano i numeri dei progetti gratuiti per le scuole di ogni ordine e grado che Agis Piemonte Valle d’Aosta e Agiscuola, portano avanti da dieci anni sul territorio regionale e oltre.

Grazie alla collaborazione e al sostegno di importanti partner istituzionali dal 2015 a oggi sono già stati coinvolti più di 44 mila spettatori, tra corpo docente e studenti. Anche i numeri di quest’anno sono importanti, la programmazione 2024/2025 prevede 70 appuntamenti al cinema, 17 lezioni interattive, 10 corsi di formazione per i docenti degli istituti di ogni ordine e grado, 15 visite guidate al Museo Nazionale del Cinema di Torino, un catalogo di oltre 50 titoli, suddiviso per fasce d’età e tematiche, dossier didattici e materiali di approfondimento.
Agiscuola, che fa da anello di congiunzione tra le imprese dello spettacolo e il mondo della scuola, torna a solcare così i banchi di scuola con una proposta ancora più ricca diversificate a seconda dell’età grazie al sostegno dei ministeri dell’Istruzione e del Merito e della Cultura, attraverso il Piano Nazionale di Cinema per la scuola, e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte nell’ambito di Cinema al Cinema.

Alle scuole primarie saranno offerti percorsi di edutainment, insegnare grazie all’intrattenimento, in linea con il programma didattico, mentre per scuole secondarie la formazione sarà di tipo tematico e quest’anno avrà come focus i diritti civili e sociali. Le scolaresche potranno assistere a proiezioni cinematografiche accompagnate da interventi di esperti e operatori del settore selezionati da Agis, partecipare a laboratori di produzione audiovisiva per comprendere i linguaggi e i meccanismi propri del mondo del cinema e partecipare a visite guidate presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino.
I docenti, invece, potranno partecipare a corsi di formazione online differenziati per ordine e grado scolastico. «Gli obiettivi di Agis e Agiscuola dedicati alle comunità educanti sono al centro del nostro lavoro e riconoscono al cinema il ruolo di potente mezzo didattico utile all’approfondimento di tematiche specifiche – spiega Marta Valsania, segretaria generale di Agis Piemonte Valle d’Aosta –. Continuando a promuovere la riscoperta della sala cinematografica quale luogo di fruizione per eccellenza del prodotto audiovisivo e spazio di sedimentazione del messaggio grazie alla fruizione collettiva dell’esperienza, con Agiscuola contribuiamo a diffondere una conoscenza più approfondita di come è composta la filiera cinematografica e a promuovere il cinema quale forma d’arte con i suoi specifici codici e linguaggi. Per noi oggi è di vitale importanza fornire strumenti ai giovani e giovanissimi, per decodificare e analizzare criticamente i contenuti audiovisivi di cui sono fruitori e produttori soprattutto attraverso le piattaforme social – e conclude Valsania – al cinema i film si guardano a testa alta».
LORI BAROZZINO

Una mostra “da favola” al torinese “MIIT, ultimi giorni

Museo Internazionale Italia Arte”: nuovo appuntamento con la Collettiva “Fabbricatori di Favole”

Fino a domenica 6 ottobre

Ne sono pienamente convinto. Non c’è artista (più o meno esperto del mestiere, più o meno portato a trasgredire le “voci” del reale) che non sia anche, consciamente o inconsciamente, “fabbricatore di favole”. Dietro l’immagine, c’è sempre un “narrato”, un’“autoconfessione”, un “sogno”, un realmente “vissuto” o … una “favola”. E, come me, mi pare la pensi anche Elio Rabbione, curatore del secondo atto (dopo quello tenutosi fra  aprile e maggio scorsi) della Collettiva “Fabbricatori di Favole” ospitata negli spazi del “MIIT” di corso Cairoli, a Torino, e che raccoglie, fino a domenica 6 ottobre, una buona sessantina di opere a firma di ventisei artisti (24 pittori e due scultori) appartenenti alla carmagnolese “Associazione Palazzo Lomellini”, artisti oggi in temporaneo “esilio” a seguito dei doverosi lavori di restauro in corso sulla storica struttura (da tempo museale), di Carmagnola. Scrive infatti Rabbione in catalogo: “Ogni opera ha in sé un’idea che nasce in quanto favola che s’impone ai sensi, costruzione, colore e forma, ampia trasmissione a chi saprà guardare con attenzione”. Cosa non facile, perché la “favola” sfugge spesso di mano o, addirittura, passa inosservata per far posto all’interpretazione e al giudizio preminente su forme e colori.

Non è cosa semplice produrre o intercettare “favole”, che sono, come sosteneva il grande Rodari (uno che dell’argomento ben se ne intendeva) “come dare la mano al cieco, cantare per il sordo/liberare gli schiavi/che si credono liberi”. Ora, al Museo di corso Cairoli, diretto da Guido Folco, ne troviamo esposta un’ampia e davvero interessante campionatura. Fitta la schiera degli artisti “affabulatori” coinvolti, è di certo impossibile fare di tutti doverosa menzione. Un posto di riguardo lo merita sicuramente quella lignea “Offerta di pace” di Pippo Leocata in cui un’appesantita (dalle “brutture” umane) figura femminile, allarga le braccia a un mondo in cui l’artista riflette forme di remota memoria, offrendo quanto oggi, sempre più, appare impossibile: la “Pace”. Un sogno, un’utopica speranza … una “favola”, appunto. Così come riflesso di “impossibili” congetture è quella sua riproduzione in “specchio” della “Nike di Samotracia” racchiusa nel ligneo “Tempio di Minerva”, affinché non possa spiccare il volo come “Vittoria sui mali del mondo”. Poiché “vittoria” presuppone “guerra”. L’ineluttabile, come oggi racconta la Storia. A fianco le robuste, in legno di faggio, “favole nere” di Similar (Ilario Simonetta) e gli oli inquietanti di Christian Sorrentino, accompagnati da quel sorreggersi di “antiche” mani dalla forza michelangiolesca di “Vita”, opera mirabile di Franco Fasano.

In geometrici essenziali giochi di astrazione si muovono “La leggenda del mare viola” di Gianna Dalla Pia Casa e le fiabesche “Metropoli” di Paolo Pirrone, così come le tecniche miste su juta di Valeria Tomasi ispirate ai versi sul “sentire” di Alda Merini o alle tavole “intrigo tra realtà e sogno” di Angelica Bottari, mentre il materano Giuseppe Manolio racconta di una curiosa “Penelope” racchiusa in una sorta di informal-futurista puzzle dai colori vividi e accesi sgomitanti l’un con l’altro, quasi a farsi consono spazio.

In visionarie atmosfere surreali che paiono ripercorrere, nel decorativo, suggestivi sentieri rinascimentali vivono invece i “Personaggi improbabili” del biellese Fabio Cappelli, attori così lontani dai “volti” che sono invece realtà perduta e ritrovata  in un “onirico” che magnificamente attrae Maria Teresa Spinnler, la quale confessa di sognare, per l’appunto, “la vita racchiusa in tante favole”. Folto il gruppo dei “figurativi”, nelle cui opere leggiamo voci di dolci o amare memorie: da Graziella Alessiato a Maria Rosa Gaude, a Teresio Pirra e ad Eleonora Tranfo, fino a “L’abbraccio” di Anna Maria Palumbo,  ai “Fiori rossi” di Danilo Baruffaldi e alla “favola pura” delle deliziose “Marionette” di Giorgio Cestari,  o ai lirici scorci paesistici di Dario Cornero e alle visionarie “Staticità notturne” di Cristina De Maria accompagnate ai “siparietti” grafici in cui la magia del fantastico travolge il reale, opere della pittrice-illustratrice Silvia Finetti, di Alessandro Fioraso e di Teresa Noto. Alquanto complessi, infine, i concettuali “Universi esistenziali” e le “Costellazioni di Orione”, così come la “Libertà di pensiero”, opere rispettivamente di Giorgia Madonno, di Marina Monzeglio e di Valentina Rossi. Una mostra … “da favola”. Lo confermo!

Gianni Milani

“Fabbricatori di Favole due

“MIIT-Museo Internazionale Italia Arte”, corso Cairoli 4, Torino; tel. 011/8129776 o www.museomiit.it

Fino al 6 ottobre

Orari: mart. – ven. 15,30/19,30; sab. 10/12,30 e 15,30/19,30; dom. 10/12,30

Nelle foto: Pippo Leocata “Offerta di pace” (legni pallet, argilla e acrilici, 2024) e “La vittoria sui mali del mondo” (legni pallet, acrilici e specchio, 2024); Franco Fasano “Vita”, olio su tela, 2021; Fabio Cappelli “Personaggio improbabile – 1”, tempera su carta; Maria Teresa Spinnler “Sogno la vita racchiusa in tante favole”, tecnica mista, 2024

“La Regione si colora di rosa’”, Bartoli: “Passi importanti nella prevenzione del tumore al seno”

Regione Piemonte e Andos, l’associazione nazionale delle donne operate al seno, hanno lanciato la campagna  “La Regione si colora di rosa’” per sensibilizzare sull’importanza della  prevenzione del tumore al seno. L’intento è  raggiungere una  maggiore  partecipazione agli screening mammografici per   contenere e ridurre la comparsa della patologia in fase evolutiva. L’iniziativa prevede l’addobbo e l’illuminazione di monumenti e luoghi pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Oggi nella sala Trasparenza del grattacielo della Regione, in presenza del Presidente Alberto Cirio, la Consulta Femminile, Andos e Anci hanno presentato i risultati ottenuti  e gli obiettivi per il futuro.
All’evento  ha partecipato anche il presidente della Commissione Ambiente, il consigliere regionale Sergio Bartoli.
“Questo evento – ha commentato Bartoli a margine della presentazione – si inserisce nel quadro delle iniziative che la Regione Piemonte, insieme ad enti e associazioni, porta avanti nel campo della prevenzione. Anche attraverso la sensibilizzazione dell’opinione pubblica si ottengono positivi riscontri. Ed è confortante rilevare che da quando è stato è stato introdotto lo screening, le curve della mortalità nella nostra regione  mostrano un calo costante”.

Consultazioni Piano dell’aria, Bartoli: “Importanti le indicazioni delle associazioni di categoria”

Oggi a Palazzo Lascaris in Commissione Ambiente si sono svolte le consultazioni dedicate all’ impatto dell’agricoltura rispetto al Piano per la qualità dell’aria presentato dalla Giunta regionale. Ha guidato i lavori il presidente  Sergio Bartoli, alla presenza dell’assessore Matteo Marnati.

“Il Piano dell’aria – osserva Bartoli a margine dei lavori della commissione – è legato strettamente al mondo dell’agricoltura: per questa ragione le consultazioni di oggi, che hanno avuto per protagoniste le associazioni di categoria che voglio ringraziare,  ci hanno fornito importanti informazioni e indicazioni molto utili per il lavoro della commissione”.

In una nota l’Ufficio stampa del consiglio regionale sottolinea che gli aspetti peculiari del Piano legati alle aziende agricole sono la produzione di ammoniaca dagli allevamenti nonché l’incremento di Co2 e polveri sottili causati dai mezzi agricoli e dai cosiddetti abbruciamenti, cioè l’incenerimento delle sterpaglie.

In Commissione sono intervenuti i rappresentanti di enti e associazioni:

  • Bruno Mecca Cici (Coldiretti Piemonte), in relazione all’incremento delle polveri sottili, ha sottolineato il fatto che “le aziende agricole sono in difficoltà anche per il lungo divieto di abbruciamenti in noccioleti e castagneti che impediscono di tenere puliti gli appezzamenti ed evitare le malattie delle piante: ci dovrebbero essere delle brevi deroghe in certi periodi dell’anno”.
  • Giorgio Tiraferri (Politecnico di Torino), ha ribadito la disponibilità a collaborare e ha messo in risalto “la necessità di raccogliere dati da monitoraggi precisi che diano la possibilità di organizzare al meglio i singoli interventi per migliorare la qualità dell’aria del Piemonte”.
  • Nel suo intervento Giorgio Felici (Confartigianato) si è occupato delle spese richieste alle aziende artigiane per sostituire attrezzature e mezzi di trasporto con altri a minore impatto ambientale: “siamo 117 mila aziende artigianali in Piemonte con 500mila persone che ci lavorano. Abbiamo bisogno soprattutto di un piano di intervento a lungo termine, di programmazione, oltre agli incentivi pubblici per sostituire il nostro parco mezzi”.

A Torino torna il Prix Italia per i festeggiamenti dei 70 anni della TV e dei 100 della Radio

Dopo nove anni il 1° ottobre è tornato a Torino il Prix Italia nell’anno dei festeggiamenti dei 70 anni della TV e i 100 della Radio e si è aperto nel segno della grande divulgazione con l’omaggio a Piero Angela. Nel pomeriggio alla presenza di un emozionato Alberto Angela è stata scoperta la targa con la quale il Centro di produzione TV ha intitolato al papà Piero gli studi RAI di Via Verdi e sulla palazzina è stato inaugurato il murale che ritrae Piero Angela nel suo gesto unico di salutare il pubblico.

Sul palco dell’Auditorium RAI “Arturo Toscanini” più tardi nella serata inaugurale, condotta da Giorgia Cardinaletti, Alberto Angela ha ricordato come proprio da questi studi RAI torinesi sia cominciata la sua avventura. Una serata ricca di ospiti che ha visto tra gli altri la partecipazione di Piero Chiambretti, la Senatrice Lucia Borgonzoni, Padre Paolo Benanti, Susanna Egri e Kabir Bedi e costellata da godibili momenti di spettacolo accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai.

È stata anche la giornata di due grandi artiste donne. Nel pomeriggio il Museo del Cinema ha accolto la regista Jane Campion, due volte vincitrice del Premio Oscar per Lezioni di piano (1993) e Il potere del cane (2021), per consegnarle il Premio Stella della Mole e una masterclass in cui ha incontrato il pubblico in compagnia di Grazia Paganelli per ripercorrere le tappe più importanti della sua carriera, esplorare le sue fonti di ispirazione e raccontare della scuola di cinema che ha fondato. La sera è stata la volta di un’altra grande donna, giornalista e fotografa Letizia Battaglia, a cui è stato dedicato il doc realizzato da Rai Documentari proiettato al cinema Massimo e che sarà trasmesso su Rai 3 il 6 gennaio.

C’è tempo fino a domani per prenotare gratuitamente diversi eventi, proiezioni e programmi a cui assistere dal vivo nello studio allestito per l’occasione nel Centro Produzione Rai di Torino.

GIULIANA PRESTIPINO

Per maggiori informazioni: https://www.rai.it/prixitalia/

Finta infermiera somministrava farmaci senza prescrizione a ultra novantenne

I CARABINIERI SCOVANO IN CASA DELLA DONNA UNA FARMACIA ABUSIVA

I Carabinieri della Stazione Torino Pozzo Strada, con il supporto dei militari del Nucleo Antisofisticazioni Sanità di Torino, dopo una speditiva attività di indagine, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria una donna, di 57 anni, che dai primi giorni del mese di agosto somministrava direttamente a domicilio e senza averne alcun titolo, farmaci ad una paziente ultra novantenne, esercitando abusivamente la professione medica.
L’allarme è partito dalla figlia dell’ignara paziente che, preoccupata per l’improvviso declino dello stato di salute della mamma, aveva deciso di interpellare altri medici. Dai primi accertamenti sulle condizioni dell’anziana è emerso come alla stessa venissero somministrati dei farmaci in assenza di prescrizione medica, anche tramite terapia endovenosa. Le visite alla paziente venivano effettuate direttamente a domicilio e dietro corrispettivo di 800 euro a prestazione.
I Carabinieri, su decreto di perquisizione delegata dalla locale Procura, hanno fatto poi ingresso in casa della sedicente infermiera, trovando una vera e propria farmacia abusiva (oltre cento farmaci censiti), insieme a strumentazione medica. Il tutto è stato sottoposto a sequestro.

Resistenza, Ravetti: “Può servire un ‘Museo del Piemonte’?”

Il Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte Domenico RAVETTI apre un dibattito sull’opportunità di far diventare il Museo della Resistenza di Torino un museo per tutto il Piemonte, con un ruolo di regia e di coordinamento dei tanti luoghi della Memoria.

«Nei mesi scorsi a Camagna Monferrato è stato inaugurato il Museo della Resistenza del Basso Monferrato, una realtà importante per il territorio alessandrino, che si aggiunge al centro di documentazione della Benedicta e al Museo della Resistenza della Val Borbera a Rocchetta Ligure. Se prendiamo in mano la cartina del Piemonte vediamo un numero impressionante di “musei” (o affini) dedicati alla lotta resistenziale. Accanto ai più noti come il Colle del Lys e la borgata Paraloup, ecco il Museo della Resistenza di Boves e i “I sentieri della memoria” di Chiusa di Pesio, il Memo4345 di Borgo San Dalmazzo e il Memorial di Cumiana, gli ecomusei della Val Sangone e di Alpette, la Casa della memoria di Vinchio e l’aeroporto di Vesime, la Casa del Partigiano di Ornavasso, le Person dij Partigian di San Maurizio Canavese…e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Questa quantità di “luoghi della memoria” non stupisce, perché non c’è zolla del nostro Piemonte che non sia stata bagnata dal sangue resistente e non abbia visto scrivere durante i venti mesi della lotta di Liberazione pagine di dolore e di coraggio. In un’epoca in cui assistiamo ad un preoccupante analfabetismo sulla Storia contemporanea, quando non ad una falsificazione della medesima, mentre ci stanno lasciando i testimoni diretti della Shoah e della Resistenza, non possiamo permetterci di andare in ordine sparso e si pone la necessità di evitare che questi “luoghi” si riducano ad essere teatri di commemorazioni ufficiali sempre meno partecipate. Giustamente molto si è discusso sul Museo Diffuso della Resistenza di Torino (Resistenza, ma anche-non dimentichiamolo-deportazione, guerra, diritti e libertà), soffermandosi sui temi della “governance” e della sostenibilità economica. Aspetti certamente fondamentali ma ora si pone la necessità di meglio ragionare sulla mission. Avvicinandosi le celebrazioni degli 80 anni della Liberazione (e poi della Repubblica e, infine, della Costituzione) vorrei aprire una riflessione pubblica sull’ opportunità di far diventare quello di Torino un museo per tutto il Piemonte, venendo così a svolgere un ruolo di regia e di coordinamento dei tanti luoghi della Memoria piemontesi che, pur con le corrette e condivise autonomie dei protagonisti locali, potrebbero così essere potenziati dal punto di vista culturale e turistico, trovando anche il modo per meglio conservare e valorizzare archivi e raccolte private che in taluni casi rischiano di andare disperse. Abbinando la sua anima multimediale e immateriale, con tutte le potenzialità offerte delle nuove tecnologie indispensabili per coinvolgere le generazioni più giovani, con un’anima materiale, che è quella che troviamo nei vari musei, case della Resistenza, memoriali e sacrali. Come Comitato Resistenza e Costituzione nella scorsa legislatura abbiamo fatto bene a promuovere una “rete tematica regionale” per potenziare la ricerca storica e le attività culturali e costruire progettualità comuni, ma ritengo che, almeno sul piano dell’analisi, si debba partire da quella proposta per tentare di andare oltre, e provare a pensare al Museo Diffuso di Torino come un Museo del Piemonte, perno di una rete che deve avere come “nodi” gli istituti storici ma anche Provincie e Comuni nella veste di responsabili e custodi della memoria.

Una riflessione che rivolgo apertamente e con spirito costruttivo alla nuova assessora regionale Marina Chiarelli, al Comune di Torino, al presidente Daniele Jalla e a tutti i protagonisti del Comitato Resistenza e Costituzione».

Domenico RAVETTI

Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte

Presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte