Ancora attimi di tensione ad un pronto soccorso: questa volta è successo al San Giovanni bosco di Torino, zona nord della città, nella nottata dell’11 ottobre. Un ventisettenne torinese, noto alle forze di polizia, si reca al pronto soccorso per essere visitato: ancora in sala di attesa viene ripreso da un’infermiera perché tiene la musica ad alto volume… partono le prime minacce da parte del giovane; poi dopo essere stato visitato – e dimesso – non soddisfatto del trattamento si scaglia contro la porta dell’ufficio dei medici colpendola con calci e pugni.
L’intervento dei Carabinieri del radiomobile è immediato: il giovane se la prende anche con loro ma viene bloccato e arrestato per “danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale “. Successivamente per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari.
Giù dal nostro palcoscenico
Tranquilli, nulla di veramente teatrale, anche se assistere a qualche spettacolo di qualità a teatro non può che farci bene. Stiamo invece qui parlando del nostro personale palcoscenico metaforico, quello che ci fa sentire al centro di ciò che succede intorno a noi.
Che ci fa magari avere, ad esempio, la sensazione che le persone ce l’abbiano con noi, mentre invece più probabilmente hanno mille problemi personali… Quante volte ci sarà capitato, ad esempio, di chiedere un caffè al bar e di avere la sensazione che il barista non ci dia attenzione.
O sia sgarbato intenzionalmente nei nostri confronti, o serva qualcun altro prima di noi. Molto probabilmente ci siamo infastiditi, un po’ dubbiosi sull’appeal della nostra presenza, senza invece considerare che magari quella persona sia un po’ distratta di natura.
O che che abbia riposato male nella notte, o sia piena di pensieri o preoccupazioni e quindi un po’ distratto o nervosa, o confusa… Scendere giù dal nostro palcoscenico ha esattamente questo significato, di evitare di pensare che i comportamenti delle persone siano sempre e unicamente diretti a noi.
Piuttosto che invece frutto di loro dinamiche individuali e personali, contingenti o abituali. Stare al centro del nostro metaforico palcoscenico, oltre a essere causa di sofferenze a volte intense, non ci aiuta di certo ad avere un buon rapporto con gli altri.
Ci fa spesso essere suscettibili, irritabili, e anche un po’ sospettosi circa gli altrui comportamenti. Quasi sempre sono gli stati d’animo personali (e indipendenti da noi) delle persone con cui ci relazioniamo e veniamo in contatto a determinare il loro agire. Sicché possiamo smetterla di farci troppe “paranoie”…
(Fine prima parte).
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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Autore della rubrica de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”
Federvita, Leo: “No alle intimidazioni”
Caro direttore,
nelle mie qualità di vice presidente del Comitato per il diritti umani della Regione e di portavoce del Movimento interconfessionale del Piemonte esprimo tutto il mio dispiacere e disappunto per l’azione antidemocratica e intimidatoria effettuata contro i partecipanti al convegno odierno di Federvita. E’ indispensabile ribadire con convinzione e chiarezza che in un Paese libero e democratico ogni persona, associazione, gruppo religioso, politico ecc. deve poter esprimere le proprie opinioni, con unici limiti quelli espressamente ì, in coerenza con la nostra Costituzione. Non è rilevante se queste siano opinioni maggioritarie o di piccole minoranze. Il punto essenziale e irrinunciabile è la libertà di espressione. Desideriamo, quindi, rivolgere un accorato appello – come fatto nel significativo gesto interconfessionale di lunedì 7 ottobre – alla tolleranza, al dialogo, al rispetto delle idee altrui e al rifiuto di qualsiasi azione fisica o verbale, intollerante, violenta e discriminatoria. Speriamo che tutti i sinceri democratici concordino su ciò, altrimenti anche condurre battaglie per cause in se nobili e condivisibili, perde ogni credibilità.
Giampiero Leo
Vice presidente Comitato diritti umani della Regione Piemonte
Portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”
Inaugurata al Carignano la stagione dello Stabile torinese
Prima o poi, si finisce sempre a quell’inizio folgorante, non soltanto per ricordi scolastici o per la scoperta di una lettura, sempre lì, a quel “Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo” di Tolstoj, ad aprire la storia della sua Anna. La famiglia eterna sempre a proteggere e a scardinare, a ordinare e a confondere. Tra la commedia e il dramma. L’australiano Andrew Bovell, classe 1962, sceneggiatore di successo – “Ballroom” diretto da Baz Luhrmann nel ’92, “Lantana” diretto da Ray Lawrence nel 2001 -, premiatissimo autore con “When the Rain Stops Falling”, visto anche qui da noi un paio di anni fa, “una saga familiare lunga ottant’anni, che si snoda tra colpe taciute, tentativi di redenzione e condanne”, coglie una nuova occasione per addentrarsi dentro la foresta intricata di uno di quei nuclei, disperati e di tanto in tanto con la risata acida a fior di pelle, con “Cose che so essere vere”, messo in scena (e cointerpretato) da Valerio Binasco per la stagione dello Stabile torinese (repliche sino al 27 ottobre, al Carignano). Uno Stabile che, guardando a un suo passato recentissimo, sembra aver fatto suo il tema della famiglia, dovendo ancora a Binasco le scelte del Nobel Jon Fosse e della sua “Ragazza sul divano” e del Pirandello dei “Sei personaggi”, a Filippo Dini quella di ”Casa di bambola” e il successo di “Agosto a Osage County” dell’americano Tracy Letts, senza scordare che Leonardo Lidi proporrà per intero a novembre prossimo la trilogia cecoviana che in quell’ampio sguardo ci naviga.
“Cose” (quali? quelle le più normali che ti succedono intorno, giorno dopo giorno, la vita nella sua normalità) è il ritorno a casa della giovanissima Rosie da un viaggio in Europa, nella liberissima Berlino, che le ha dato più gioie che dolori, solitudine e girovagare senza meta zaino in spalla, non ultimo un bellone spagnolo che l’ha piantata in asso, all’improvviso, dopo tre giorni di sesso e di promesse. È il ritorno nel cuore di una casa e di una famiglia, la madre Fran e il padre Bob, la sorella Pip e i due fratelli Ben e Mark, quest’ultimo il suo punto di riferimento, la voce maschile a cui tutto confidare. Gioie, sorrisi, abbracci: poi ogni cosa sembra sgretolarsi, rabbuiarsi, congelarsi, con il trascorrere lento delle stagioni. Come in una complessa partitura, come in ogni via crucis dove si snodano le tante stazioni, ognuno di essi – ogni strumento – ha il proprio spazio, il proprio monologo chiarificatore che lo confronta con il publico, il proprio momento di dolore, la propria occasione di chiedere aiuto in quell’interno che, al riparo di una pretesa, sbandierata felicità (felice, “eccola la parolina magica” urla mamma Fran nello stravolgersi a valanga degli avvenimenti), si sta riempiendo di buio. Rosie è quella che più ha creduto in quella felicità ma vede che tutto è in pieno crollo, Pip ha già deciso di fuggirsene a Vancouver perché dice che gli è stato offerto un lavoro ma in effetti abbandona il marito e due bambine per un legame più forte e sicuro, Ben ha sottratto sul posto di lavoro un bel mucchio di soldi e adesso teme il carcere, Mark ha scelto di diventare Mia, sta iniziando la cura di ormoni in previsione di un’operazione che lo farà diventare quella donna in cui spera e crede da anni.
È il caos che viene a sovrapporsi a un ordine salvaguardato da sempre, l’impianto scenografico, su quel palcoscenico girevole, inventato da Nicolas Bovey, in cui il giardino della casa – l’Eden che ci si accorge ben presto non essere più eterno – sembra invadere quella normalissima cucina, fatta (normalmente) di tavolo e poltrona e vasi verdi e lavello, è messo sottosopra, il fuori invade il dentro, immagine bellissima e appropriata della tragedia che ad un certo punto s’è innestata. Sconvolta la madre altresì, da un macigno troppo grande, lei che è stata esempio di dedizione senza limiti, di forza ma di dolcezza, che ha sempre saputo prevedere le necessità dei figli, che li in ogni momento protetti, indirizzati, tenuti in salvo, lei che peccato di troppo amore (“soverchio”, lo avrebbe definito l’autore di “Così è (se vi pare)”, con un termine ormai cancellato), lei che per la famiglia e per la casa ha scordato immediatamente un improvviso spiraglio di fuga, lei che vorrà trovare ancora una via d’uscita; sconvolto, e inebetito, il padre che non può ammettere una separazione o un’auto nuova per mettersi allo stesso livello di “quella gente nuova che ho conosciuta” o il mutamento con cui non vorrà avere mai nulla a che fare. Una lunga, stretta, ben condotta narrazione che Bovell racchiude in un flashback, un montaggio targato cinema, una telefonata muta e angosciata all’inizio e al termine, una vicenda che sul dolore si chiude in maniera definitiva. La distruzione di quell’eden e di quel giardino, come sarà domani?, “più si crede nella felicità, più si soffre”, sembra dire l’autore.
Forse “Cose” soffre di un che di troppo di prevedibilità, di uno schematismo che delinea in maniera forzata i momenti dell’uno e dell’altro personaggio: per cui in più di un tratto il testo è costretto ad appoggiarsi alla bravura degli interpreti, di Stefania Medri che s’irrobustisce man mano che avanzano i 110’, di Giovanni Drago e di Fabrizio Costella, di Giordana Faggiano già apprezzabilissima in quei primi momenti in proscenio a raccontare della sua sconfitta Rosie, di Valerio Binasco a delineare la debolezza di un padre e in primo luogo di una Giuliana De Sio, che merita un applauso a parte per la forza e la rabbia, le rinunce e la protezione con cui ha costruito la sua Fran, insostituibile perno intorno a cui gira la famiglia di Bovell.
Elio Rabbione
Nelle immagini di Virginia Mingolla, alcuni momenti dello spettacolo “Cose che so essere vere” di Andrew Bovell, messo in scena da Valerio Binasco per la stagione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale.
Guide alpine, incontro in Regione
Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Montagna Marco Gallo hanno incontrato il presidente del collegio regionale delle guide alpine Andrea Garelli per fare il punto sulle attività e programmare le iniziative dei prossimi mesi.
«Abbiamo confermato l’attenzione che questa Regione ripone nella montagna che rappresenta una grande ricchezza per questo territorio in termini di biodiversità, di paesaggio e anche come sistema economico – dichiara il presidente Cirio – In questi anni abbiamo investito risorse importante per sostenere la montagna e anche chi lavora per farla conoscere in sicurezza. In questo senso le Guide Alpine e gli Accompagnatori di Media Montagna sono per noi alleati preziosi con cui continueremo a collaborare nelle attività di promozione e divulgazione delle tematiche relative alla montagna, soprattutto per quanto riguarda la sua tutela e la sicurezza di chi la frequenta».
«Dopo il Covid il mondo della montagna ha conosciuto una seconda vita. Moltissimi gli appassionati che ogni anno salgono sulle cime delle nostre meravigliose Alpi. E qui subentra il ruolo prezioso e fondamentale delle Guide Alpine e degli Accompagnatori di Media Montagna. Centottanta le donne e gli uomini che nel nostro Piemonte fanno da apripista a sentieri, passi, cime. Il loro numero è in crescita: come la necessità di aprire a nuove professionalità, in grado di attirare sempre più giovani, ma anche di incentivare un modo più sicuro e consapevole di vivere le terre alte» aggiunge l’assessore Gallo.
Per questo la Regione Piemonte finanzia corsi di formazione specifica e focus sulla sicurezza. «Andare sicuri in montagna – prosegue Gallo – è obiettivo di tutti. Le guide alpine in questo senso sono le sentinelle delle nostre Alpi sia in estate che, non va dimenticato, anche in inverno quando coordinano giornate di sicurezza sulla neve e autogestione in valanga. Il presidente del collegio regionale Andrea Garelli ci ha presentato alcune iniziative che si potrebbero sviluppare con le scuole: le valuteremo attentamente perché convinti che una corretta cultura della montagna si possa e si debba imparare fin da piccoli».
«Il nostro impegno è da sempre quello di promuovere e valorizzare il ricchissimo patrimonio naturale piemontese in modo responsabile ed inclusivo; ringraziamo la Regione Piemonte per continuare a sostenere i nostri progetti orientati alla divulgazione delle nostre attività, alla formazione ed alla sicurezza in montagna» conclude il presidente Garelli.
Trovato corpo senza vita di un uomo disperso
A Bobbio Pellice località Comba Carboneri è stato rinvenuto il cadavere di un uomo del 64. Le ricerche sono state avviate l’altro ieri a seguito di denuncia di scomparsa fatta dalla ex moglie. Nelle attività di ricerca sono stati impegnati oltre ai militari della Stazione di Torre Pellice anche il soccorso alpino e i vigili del fuoco di Torino. La salma come disposto dall’A.G. è stata affidata ai famigliari.
Medaglia d’oro alla “Freisa” del Pinerolese
Al “Mondiale dei Vini Estremi”, organizzato dal “Cervim”, l’alloro è andato alla “Freisa” della pinerolese “Cantina Dellerba”
Pinerolo (Torino)
Un’altra importante sfida vitivinicola finita in gran bellezza per il Pinerolese. Sul gradino più alto del podio, alla 32^ edizione, tenutasi quest’anno a Sarre, in Valle d’Aosta, del “Mondial des vins extrêmes” (l’unico concorso enologico internazionale espressamente dedicato ai vini prodotti da “viticoltura eroica”, organizzato dal “Cervim – Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana”) è infatti salita, per l’Italia, la “Cantina Dellerba” di Pinerolo. Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro, il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022”, così chiamato proprio per omaggiare la collina di “Santa Brigida” sulla quale crescono le vigne coltivate dalla famiglia Dellerba, territorio a vocazione storica, già utilizzato in passato dalla famiglia Acaja. Per il “Pinerolese Doc Freisa Brigit Neir 2022” è, del resto, questo 2024 un vero e proprio “anno d’oro”: in questi giorni è anche stato inserito, infatti, nella sezione “Vini da non perdere” della Guida “Vinibuoni d’Italia”, raggiungendo la valutazione massima di quattro stelle “per la sua piacevolezza, corrispondenza al vitigno ed equilibrio”.
“Abbiamo unito – dicono i fratelli Alex e Andrea Dellerba, rispettivamente 32 e 27 anni – un grande territorio con un grande vitigno: questo connubio ha permesso di creare un grande vino che sicuramente è solo all’inizio e farà parlare di sé, ma c’é ancora tanto da esprimere”. La “Cantina Dellerba” fa parte dell’ Associazione “Più Freisa”, realtà aziendale importante che permette l’incontro e il confronto con i vari produttori di “Freisa”, vitigno che ha fatto la storia di Torino. “La Freisa – continuano i Dellerba – ha un lato umano: ci ha fatto incontrare con altri produttori per fare promozione di questi vitigni. E’ un progetto in salita e ci va un pizzico di follia. Noi peraltro siamo lontani geograficamente dal fulcro enologico e l’adesione a questa associazione permette la giusta contaminazione, pur mantenendo un cammino originale”.
Alla 32^ edizione del “Mondial des vins extrêmes” erano in lizza 1015 vini, presentati da 356 aziende provenienti da 25 paesi: 305 sono stati i vini selezionati. Cinquanta degustatori internazionali hanno assegnato 64 “Grandi Medaglie” e 241 “Medaglie d’Oro”.
Ma attenzione. “Quando si parla di viticoltura, di enologia – tiene a precisare Paolo Dora, vicepresidente del ‘Consorzio Turistico Pinerolese e Valli’ – non si parla mai solo in termini privati, ma di territorio. Dietro al bicchiere c’è tutto un territorio, si degusta un vino e si rappresenta un territorio, anche a livello turistico: e sappiamo come questo tipo di turismo sia per noi uno dei più importanti traini forti”.
Concetto ripreso, a ragione, dai Dellerba: “La nostra ‘medaglia’ è solo un altro attestato del fatto che il nostro territorio sta dimostrando grandi potenzialità: questi premi sono importanti perché fanno parlare del Pinerolese, è importante esserci per presentare i vini e far emergere le nostre peculiarità e non parlo della nostra cantina ma del territorio in generale”. Come dire: si promuove una bottiglia, ma anche un territorio. Anche perché il Pinerolese non è nuovo a simili importanti imprese.
Lo scorso anno “Giro di Vite” – azienda agricola fondata nel 2018 da Luca Ciardossin, ex architetto classe 1989 che, dopo aver girato il mondo, è tornato a coltivare le vigne dei nonni, insieme alla sorella Elisa, classe 1987 – avevano ricevuto ben due medaglie d’oro allo stesso “Mondiale”, con il “Pinerolese Doc Ramìe Arcansiel” e il “Pinerolese Doc Barbera Scarpentà 2020”.
Con la famiglia Dellerba, Luca ed Elisa Ciardossin aderiscono ai “Vignaioli Esuberanti” che, come rivela il nome,“mettono insieme una serie di realtà dinamiche e coraggiose propositive per la zona del Pinerolese”.
g.m.
Nelle foto:
– La “Freisa” mondiale
– La famiglia Dellerba
– La collina di Santa Brigida a Pinerolo
Un racconto inedito scritto per l’occasione da Alessandro Perissinotto, una lettura itinerante lungo il centro storico di Chieri con gli interventi musicali della fanfara urbana BandaKadabra: sabato 19 ottobre la Città di Chieri, in collaborazione con Dinoitre Eventi, festeggia il XX anniversario della Biblioteca & Archivio nell’ex cotonificio Tabasso.
Al mattino, alle ore 10, la Sezione Storia Locale della Biblioteca Civica & Archivio “Nicolò e Paola Francone” sarà intitolata, alla presenza delle Autorità cittadine, a Maria Francesca Garnero, recentemente scomparsa, operosa animatrice culturale e che per oltre trent’anni ha svolto l’incarico di direttrice della Biblioteca. La cerimonia “Ricordando Maria Francesca Garnero”, organizzata dall’amministrazione comunale, è aperta a tutti i cittadini che hanno piacere di ricordarla. Maria Francesca Garnero giunse alla guida della Biblioteca nel 1978, raccordandosi con il passato allora incarnato in Paola Francone, alla quale, anni dopo avrebbe dedicato una pubblicazione. Nel corso degli anni ha affrontato questioni logistiche e amministrative, promosso la lettura, dedicato attenzione all’archivio storico cittadino ed avviato il Museo del Tessile con Armando Brunetti.
Nel pomeriggio, è in programma la lettura itinerante di un racconto inedito intitolato “La piccola lavanderia dei cuori infedeli”, scritto per l’occasione da Alessandro Perissinotto. «Una piccola grande opera letteraria che la Biblioteca dona a tutti i suoi lettori, per aiutarci a non perdere il filo che lega e tesse le nostre storie e le nostre vite» spiega la direttrice Silvia Basso.
La lettura sarà accompagnata dagli interventi musicali della BandaKadabra: l’appuntamento è per le 15 in piazza Umberto I per poi giungere in piazza Duomo, quindi al parco PA.T.CH. nell’area Caselli e, infine, arrivo alla Biblioteca in via Vittorio Emanuele II 1 (in caso di pioggia, l’evento si svolgerà presso gli spazi della Biblioteca).
«Sono passati 20 anni da quando il 18 ottobre 2004 inauguravamo negli spazi totalmente ristrutturati degli ex uffici del cotonificio Felice Tabasso la nuova sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico della Città di Chieri-commentano il Sindaco Alessandro Sicchiero e l’assessora alla Cultura, all’Istruzione e alla Biblioteca Antonella Giordano-Festeggiamo con molta soddisfazione questo traguardo, potendo raccogliere i risultati del grande lavoro che si è fatto in questi anni per costruire un complesso culturale di alto livello, capace di offrire numerosissimi servizi innovativi a beneficio della comunità. La Biblioteca di Chieri, polo del Sistema Bibliotecario SBAM, è un presidio che si configura sul territorio come strumento di democrazia, spazio di partecipazione volto al miglioramento della società attraverso la facilitazione dell’accesso alle informazioni, la condivisione e la creazione di conoscenza. Suo obiettivo fondamentale è favorire l’autonomia delle persone, offrendo la possibilità di migliorare la conoscenza e la capacità creativa. Riveste perciò una funzione sociale rilevante, in quanto offre spazi di condivisione e opportunità di incontro culturale che incentivano la partecipazione e contribuiscono all’inclusione e alla coesione sociale. Ad essa si affianca l’Archivio Storico, che conserva e illustra la memoria del Comune di Chieri e che nella nuova sede ha trovato spazi adeguati sia per la conservazione sia per la fruizione»
In occasione dei festeggiamenti del XX anniversario, sarà on line il nuovo portale della Biblioteca Civica interamente rinnovato.
Con Go Wine “Autoctono si nasce”

Lunedì 7 ottobre 2024
Turin Palace Hotel – Via Sacchi, 8 – TORINO
Go Wine ha ripreso l’attività in Hotel a Torino con l’appuntamento interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani.
Uno degli appuntamenti più importanti dell’anno in città, evento legato al tour di “Autoctono si nasce…” che Go Wine promuove in Italia in autunno.
Presso il Turin Palace Hotel alcune Cantine hanno incontrato direttamente il pubblico mentre altre cantine hanno partecipato presentando
i vini in una speciale Enoteca per valorizzare la biodiversità nel vigneto. In totale erano presenti 58 Cantine .
Come sempre la ricchezza del vigneto italiano, con tante realtà legate per storia e cultura a diversi territori da nord a sud è stata protagonista della serata .
Oltre 65 le varietà rappresentate: un’occasione straordinaria di assaggio anche per il profilo complessivo delle cantine che partecipano.
Le cantine presenti ad incontrare il pubblico :
AI GALLI – Pramaggiore (Ve)
ASSULI – Trapani
CANTINA MARANZANA – Maranzana (At)
CASTELLO DI GABIANO – Gabiano (Al)
CUVAGE – Acqui Terme (Al)
FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
CANTINA MOSCONE – Monforte d’Alba (Cn)
I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
L’AUTIN – Bibiana (To)
MANDIROLA – Casasco (Al)
MONTALBERA – Castagnole Monferrato (At)
PASETTI VINI – Francavilla al Mare (Ch)
RICOSSA – Castel Boglione (At)
SAPUTI – Colmurano (Mc)
TENUTA DEL MERIGGIO – Montemiletto (Av)
TENUTA DI PIETRA PORZIA – Frascati (Rm)
TENUTA LA MARCHESA – Novi Ligure (Al)
TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
VICARA – Rosignano Monferrato (Al)
VILLA CAMBIASO – Serra Riccò (Ge)
ZACCAGNINI – Bolognano (Pe)
Le degustazioni in enoteca (in ordine alfabetico per cantina) :
CANTINA DEL MANDROLISAI – Sorgono (Nu)
Mandrolisai Rosso Kent’Annos 2022
CANTINA SANTADI – Santadi (Su)
Vermentino di Sardegna Cala Silente 2023
Cannonau di Sardegna Noras 2021
Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2019
CANTINE DEL NOTAIO – Rionero in Vulture (Pz)
Basilicata Bianco Igt Il Preliminare 2023
Basilicata Bianco Igt L’Autentica 2022
Aglianico del Vulture La Firma 2017
CANTINE DI DOLIANOVA – Dolianova (Ca)
Nasco di Cagliari Montesicci 2023
Vermentino di Sardegna Prendas 2023
Cannonau di Sardegna Anzenas 2021
CARLIN DE PAOLO – San Damiano d’Asti (At)
Terre Alfieri Arneis 2023
Terre Alfieri Nebbiolo Superiore 2022
Barbera d’Asti Superiore Ad Libitvm 2021
CASA DIVINA PROVVIDENZA – Nettuno (Rm)
Nettuno Bianco Dop 200 Anni 2023
Nettuno Bianco Dop Cacchione 2023
Nettuno Bianco Dop Neroniano 2023
CASCINA CASTLET – Costigliole d’Asti (At)
Barbera d’Asti Superiore Litina 2020
Monferrato Rosso Policalpo 2019
Monferrato Rosso Uceline 2017
CIECK – San Giorgio Canavese (To)
Caluso Spumante San Giorgio 2020
Erbaluce di Caluso Vigna Misobolo 2022
Caluso Passito Alladium 2018
COLTERENZIO – Cornaiano (Bz)
Alto Adige Gewürztraminer Lafóa 2022
Alto Adige Schiava Menzen 2023
Alto Adige Lagrein Riserva Mantsch 2021
CONTI ZECCA – Leverano (Le)
Salento Igp Malvasia Bianca Calavento 2023
Salento Negroamaro Cantalupi 2023
MARISA CUOMO – Furore (Sa)
Costa d’Amalfi Furore Bianco 2023
Costa d’Amalfi Furore Rosso 2023
DELL’AQUILA – Cirò Marina (Kr)
Cirò Bianco Frandina Macerato 2021
Cirò Rosso Classico Superiore 2018
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2018
DE TARCZAL – Isera (Tn)
Trentino Pinot Bianco 2023
Trentino Marzemino d’Isera Superiore 2020
FELLINE – Manduria (Ta)
Primitivo di Manduria Felline 2021
Primitivo di Manduria Zinfandel 2019
Salento Sussumaniello Igp Sum 2021
FONTANAVECCHIA – Torrecuso (Bn)
Falanghina del Sannio Dip BjondoRe 2023
Aglianico del Taburno TabaRosso 2020
FRANCONE – Neive (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba L’Amorosa 2022
Barbaresco Albesani 2020
GULFI – Chiaramonte Gulfi (Rg)
Cerasuolo di Vittoria Classico 2019
Terre Siciliane Igt Nerosanlorè 2018
Terre Siciliane Igt Pinò 2017
IL FEUDUCCIO DI SANTA MARIA D’ORNI – Orsogna (Ch)
Colline Teatine Igt Pecorino Feuduccio 2023
Montepulciano d’Abruzzo Feuduccio 2020
L”ASTEMIA – Barolo (Cn)
Langhe Nascetta 2023
Barbera d’Alba 2023
Langhe Nebbiolo 2022
LA STELLARA – Volpedo (Al)
Derthona Timorasso La Stellara 2022
LES CRETES – Aymavilles (Ao)
Valle d’Aosta Dop Petite Arvine 2023
L’OLIVELLA – Frascati (Rm)
Frascati Superiore Bio Racemo 2023
Lazio Rosso Igt Quaranta/Sessanta 2022
Lazio Rosso Igt Cesanese 2022
MARCHESI DI BAROLO – Barolo (Cn)
Barolo Cannubi 2018
MARENGONI – Ponte dell’Olio (Pc)
Gutturnio Superiore Migliorina 2023
Gutturnio Riserva Farosa 2020
MAURO VINI – Dronero (Cn)
Vino Rosso Drôné 2021 (da uve chatus o nebbiolo di Dronero)
MONTECAPPONE – Jesi (An)
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Ergo 2022
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Classico Utopia 2020
SCUBLA – Premariacco (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia Lo Speziale 2023
Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso 2022
STANIG – Prepotto (Ud)
Colli Orientali del Friuli Friulano 2023
Colli Orientali del Friuli Malvasia 2023
Colli Orientali del Friuli Schioppettino di Prepotto 2020
TENUTA LA TENAGLIA – Serralunga di Crea (Al)
Grignolino del Monferrato Casalese 2023
Barbera d’Asti Giorgio Tenaglia 2020
Barbera del Monferrato Superiore 1930 una buona annata 2018
TENUTA SANT’ANTONIO – Mezzane di Sotto (Vr)
Soave Monte di Colognola 2023
Soave Monte di Colognola Vigna Monte Ceriani 2022
Valpolicella Nanfré 2022
Amarone della Valpolicella Campo dei Gigli 2018
TORREVENTO – Corato (Ba)
Castel del Monte Riserva Vigna Pedale 2017
VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Dolcetto d’Alba Coste & Fossati 2023
Langhe Freisa Kyè 2021
Barolo Albe 2020
VILLA SIMONE – Monte Porzio Catone (Rm)
Lazio Igp Malvasia del Lazio 2023
Lazio Igp Cesanese Rosso 2022
Tra vari assaggi ecco quelli che mi hanno particolarmente colpito:
KELLEREI COLTERENZIO
MANTSCH
LAGREIN RISERVA 2021
Affinamento per 12 mesi in Barrique per un terzo e due terzi in botte grande .
Al naso: pieno ,elegante, sentiri di viola , cannella e vaniglia
In Bocca: completo molto pieno, bella beva e soprattutto grandissima pulizia . selezione da vigne vecchie. sentori di amarena e di frutti di bosco rossi .
TENUTA MONTEMAGNO – Montemagno (At)
Mysterium
Barbera d’Asti Superiore 2019
Vigneti 85 anni, vinificato in acciaio , affinamento di 18 mesi in tonneaux misti, vendemmia semi tardiva
Al naso: fantastico e preciso sentori di Viola e di frutti rossi ,pepe nero e vaniglia
In Bocca: pieno ,elegante, un bel finale LT molto armonico.
FIORINI – Terre Roveresche (Pu)
ROY – Cannaiolo 2021
Una vinificazione senza totale diraspatura
ed un affinamento di 10 mesi in tonneaux
Al naso: molto semplice, immediato
In bocca: pulito, semplice da merenda, ma con una buona beva .
I VINI DI EMILIO BULFON – Valeriano (Pn)
UCELÙT 2022
Vino da dessert ottenuto dal vitigno antoctono UCELUT appartenente alle uve uccelline.
Sui graticci 4 mesi, 10 giorni sulle bucce , 1 mese in fermentazione poi in acciaio al caldo.
Al naso: semplice, poco erbaceo
In bocca : ruspante uva lunghe come sentore e finale fantastico .veramente un bel Passito inusuale.
VAJRA G.D. – Barolo (Cn)
Barolo Albe 2020
Blend di vigneti di Barolo tra 380- 480 mt versanti s/e e s/o
Sulle buccie per 27 gg
23 mesi in grandi botti di rovere di Slavonia da 50 e 75 ettolitri
Al naso: fantasticamente elegante e vegetale
In Bocca: equilibrato, pulito e con un finale lungo ed armonico
Eccellente professionalità e pazienza dei sommelier presenti in sala.
Molto alto il livello qualitativo dei vini presenti.
Alla prossima.
LUCA GANDIN