All’Art Gallery, in via Vanchiglia 6/a dal 13 settembre al 10 ottobre
I No Tav: “Per chi pensa di fermarci, ancora una volta il messaggio è chiaro…a sarà dura!”
Ad annunciarlo, a dispetto delle voci pessimistiche o ottimistiche, a seconda della posizione pro o contro la Torino-Lione, è stato Mario Virano, commissario di governo per la Tav.
Nel corso dell’ennesimo incontro promosso da Bartolomeo Giachino, fu sottosegretario ai trasporti (FI), Virano ha detto che gli scavi di Chiomonte per la Tav “stanno procedendo senza veri problemi e si conferma la previsione di terminarli entro la fine del 2015. Siamo vicini ad 1,5 km di scavo e siamo tornati al ritmo di 10 metri al giorno dopo un rallentamento ad agosto quando abbiamo incontrato una frattura nella roccia che ci ha costretto per 30 metri ad armare la galleria”. A quanto pare le manifestazioni No-Tav non creano troppi problemi.
Intanto, sul sito notav.info, gli irriducibili avversari dell’alta velocità scrivono: “l’estate di lotta si avvia verso la conclusione così come si era aperta all’inizio di luglio, col ritorno di centinaia di No Tav sui luoghi storici della mobilitazione. Una lunga estate che ha dimostrato a più riprese e in forme diverse che la militarizzazione della valle e gli attacchi della controparte non fermano la determinazione dei No Tav nel voler bloccare quest’opera inutile. Per chi pensa di fermarci, ancora una volta il messaggio è chiaro…a sarà dura!”
77 marocchini a 20 all’ora sulla Torino-Savona
Alla guida del bus c’era il meccanico giunto da Genova per riparare il mezzo dopo che gli autisti erano scappati
Una vera e propria odissea: erano partiti dal Marocco per arrivare a Torino su un pullman che viaggiava a venti km all’ora per un guasto al motore. Due passeggeri si sono sentiti mancare ed è dovuto intervenire il 118. A bordo, in tutto, 77 marocchini, compresi molti bambini e anziani. Sono stati soccorsi dalla Stradale di Mondovì sull’autostrada Torino-Savona. La società proprietaria del bus è stata multata, poiché a bordo i passeggeri superavano il numero di posti. Tanto per non farsi mancare nulla, alla guida c’era il meccanico giunto da Genova per riparare il mezzo dopo che gli autisti erano scappati.
Cappuccino e parole nel microcosmo di un bar
Per colazione, pausa relax o aperitivo. Un recente sondaggio della Fipe conferma il ruolo sociale dei caffè. Torino è all’avanguardia per numero e qualità di locali storici (o che faranno storia)
Le relazioni, ormai, si intrecciano online e la mancanza di rete per la connessione crea ansia da isolamento e paura di non far più parte di questo mondo. Ma resiste un luogo dello spirito, per noi italiani in particolare, che accomuna tutti, sia nelle metropoli che nel più sperduto villaggio. E’ un’abitudine che si potrebbe definire “istituzionale” e anche decisamente democratica, visto che ce l’hanno un po’ tutti, indipendentemente dal ruolo che ricoprono, dal censo e dall’età. E’ l’abitudine di andare al bar. Dal Settecento, quando in Francia ci si trovava nei salons a discutere di tutto un po’, il rito del Café Philosophique non è mai tramontato. Soprattutto nel Bel Paese, dove il caffè è un’arte.
Che sia per colazione, pausa caffè o aperitivo. Tutto ciò, se ci fosse mai bisogno di una conferma, emerge da un recente sondaggio della Fipe, la federazione nazionale dei pubblici esercizi. Al bar si va per rilassarsi, per consuetudine e per lasciarsi avvolgere da quell’atmosfera rassicurante di cui si ha bisogno. E che ancora , grazie a Dio, il bar con i suoi profumi, con i suoi rumori e chiacchiericcio riesce a regalarci. Si fa un salto al caffè, si dà un’occhiata al giornale si fa il pronostico della partita,o ancora ci si fa viziare con tutte le varianti possibili di caffe’ e di paste. E poi ci sono le chiacchiere da bar, sempre diverse e sempre uguali. Insomma gli irriducibili del bancone, quelli che non rinunciano al primo e forse l’unico o al primo di una serie. Torino, la prima e blasonata capitale d’Italia non è seconda a nessuno in quanto a locali storici o di tendenza. Proviamo a fare una panoramica – anche se non certo esaustiva – della realtà dei caffè subalpini.
Incominciamo da alcuni di quelli d’epoca. In piazza San Carlo il Caffè Torino, atmosfera belle epoque e luogo per eccellenza degli incontri d’affari. Di fronte, Stratta, da qualche anno trasformatasi da “semplice” boutique del cioccolato – fornito ai bei tempi alla Real Casa – a elegante bar con dehor nel salotto buono della città. E naturalmente Platti, in Corso Re Umberto, con annessa pasticceria, una delle più antiche (nella foto del Torinese). Il Bicerin, in pochi metri quadrati, è il più antico bar d’Europa: risale a metà Settecento e fabbrica ogni giorno, instancabilmente, la squisita bevanda intitolata a Cavour.
In piazza Castello Mulassano, inventore del tramezzino e Baratti e Milano, caffè storico e premiata ditta di caramelle. I giovani prediligono invece gli aperitivi del Wall Paper, del Gran Bar in zona Gran Madre, o del One Apple (meta di calciatori zebrati) a due passi da via Lagrange. Chissà, forse saranno i locali storici del futuro. Non dimentichiamo Norman, in piazza Solferino, dove venne fondato il Torino calcio e dove si possono gustare apericene sfiziose. Zucca, con i suoi aperitivi, il Rosso e il verde, ha riaperto dopo un decennio di chiusura, nella nuova sede di via Gramsci, grazie ad una illuminata iniziativa imprenditoriale. Proprio qui, a fine gennaio, la guida del Gambero Rosso ha presentato l’edizione 2014 che propone 59 caffè torinesi su un totale nazionale di 4000. E ancora il Caffè San Tommaso, nell’omonima via che fu sede storica della Lavazza e Fiorio in via Po, da cui si è diramata la nuova catena di gelaterie che occupano dolcemente ormai quasi tutti i quartieri.
Gerla, sotto i portici di corso Vittorio, da un paio di anni si è arricchita (in aggiunta alla pasticceria di antica tradizione), di un elegante ristorante-bar e di annessa gastronomia. Pfatish in via Sacchi prosegue la lunga storia dell’arte pasticcera, senza mai cambiare gli arredi originali anni Venti. In corso re Umberto il caffè Testa, rinomato per i croissant burrosi. La Croisette, in corso De Gasperi, sembra quasi una nave con la prua arrotondata, meta di giovani e meno giovani nel cuore dell’elegante Crocetta. A due passi si trova la rinomata pasticceria Sacco, famosa anche per il profumatissimo caffè. Ha aperto da pochi mesi in via San Secondo il caffè-pasticceria-panetteria Stillitano, già divenuto celebre per i mini-pasticcini incartati in eleganti confezioni bianche e verde lime.
Enzo e Grazia, in via Capelli è apprezzato per le golosissime zeppole e per la pasticceria in genere, così come la Cioccolateria Zuccarello di Collegno che ricorda vagamente l’atmosfera cinematografica della Fabbrica del cioccolato, seppur senza Johnny Depp al bancone. Se amate la qualità nella quantità, la pasticceria Primavera in via Sant’Ottavio vi proporrà brioches grandi il doppio di quelle normali, oltre alla più vasta gamma di dolciumi siciliani. Da Rivetti a Moncalieri e da Beatrice in piazza Carducci, troverete squisite torte e paste eccellenti. Zichella in via Saluzzo, vi affascinerà anche solo per le sue sei vetrine “zuccherose” affacciate sulla città. Prima di prendere il treno, nell’atrio principale di Porta Nuova è d’obbligo una tappa da Vyta Boulangerie: ottimo cappuccino e panini variopinti e croccanti. Infine, se cercate l’atmosfera da caffè letterario, fa certamente per voi Mood, moderno bar libreria a pochi metri da piazza Carignano.
Insomma, è inutile fare i conti con la crisi, le tasse che aumentano e il lavoro spesso precario. Il bar è l’essenza di un luogo, e’ un appiglio sociale. L’unico cui (per ora?) la Rete non trova il modo di sostituirsi.
(foto: il Torinese)
Giuliana Romano
Apre la mostra della locandina-scandalo
Il Comune aveva ritirato il suo patrocinio a causa della foto della donna obesa che calpesta un’immagine sacra
Dopo il ritiro del patrocinio da parte del Comune e gli strali lanciati dall’arcivescovo, ha aperto i battenti alla ex Manifattura Tabacchi di Torino la mostra ‘Saligia’, acronimo dei sette vizi capitali . L’iniziativa è promossa dalla famosa locandina-scandalo, che riporta l’immagine di una donna nuda e grassa che posa un piede su un’immagine religiosa. Per quella locandina il Comune aveva ritirato il suo patrocinio, in un primo tempo concesso. La mostra è organizzata dall’associazione Koiné. All’inaugurazione sono intervenuti l’autore della fotografia contestata, Mauro Pinotti, e la modella oversize, Morena Romani, che ritengono ingiusta la polemica. non si è visto il sindaco Piero Fassino.
La penna di Salvatore Cannavò, giornalista che collabora con “Il Fatto Quotidiano”, imprime nero su bianco il volto nascosto della strategia di Marchionne in uno spaccato di storie e retroscena legati al più grande e potente gruppo finanziario ed industriale italiano. Dalla vita in Mirafiori al famoso licenziamento di Melfi; dallo stabilimento modello di Pomigliano al tramonto di Termini Imerese. Nelle pagine di Cannavò prendono vita le storie dei lavoratori Fiat che vanno ad intrecciarsi con le riforme del governo su pensioni e lavoro, fino ad arrivare alle dichiarazioni della Fornero ed agli aiuti ricevuti da Obama. Libro interessante e con molti aspetti di denuncia che vede, tra i principali protagonisti, un Sergio Marchionne rappresentato in certi punti in modo quasi sarcastico:<<..lo stile vittimista ha avuto la meglio e si è via via affermato nella comunicazione dominante di Marchionne…>>.
Simona Pili Stella
“C’era una volta la Fiat. Quello che l’azienda non vuole che sappiate”. Di Salvatore Cannavò, Aliberti Editore.
Marchionne scopre l’America ma molla i Balcani
Bloccata la produzione alla Fiat Automobili Srbija (Fas) di Kragujevac in Serbia centrale
L’ad di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne ha detto stop. Bloccata la produzione alla Fiat Automobili Srbija (Fas) di Kragujevac in Serbia centrale, dove viene fabbricata la 500L. L’azienda informa che si tratta solo di una pausa legata all’andamento del mercato dell’auto in Europa e che l’attività riprenderà prima possibile.
“L’interruzione temporanea e di breve durata della produzione – dice il Lingotto – e’ uno dei metodi abituali impiegati con successo per reagire alle condizioni del mercato, consentendo all’azienda di riprendere la produzione in tempi rapidi”.
Chissà se la fuga (temporanea?) dai Balcani può rappresentare una buona notizia per Torino e l’Italia: che il Gruppo investa in modo più consistente qui da noi? Pochi giorni fa, a Cernobbio, Marchionne ha esaltato l’italianità marchiata Fiat:“Siamo fondamentalmente italiani. Abbiamo una storia secolare che è importante proteggere. Su questa eccellenza abbiamo centrato la nostra strategia di valorizzare il nostro alto di gamma coi marchi Alfa e Maserati”.
Intanto, però, il Lingotto guarda sempre più agli Usa. Sarà forse un sogno di grandezza ma Marchionne spera di poter sbarcare alla Borsa di Wall Street proprio il 13 ottobre, giorno in cui Cristoforo Colombo scoprì l’America. “Sarebbe proprio una bella idea – ha dichiarato – sbarcare in America lo stesso giorno che è arrivato lui. Anche se tecnicamente è il giorno dopo”. God bless America.
(Foto: il Torinese)
Il Piemonte dall’Unità alla Grande Guerra
L’esposizione comprende opere pittoriche di una ventina di artisti
“Immagini speciali del nostro Piemonte con un enorme valore artistico”. In questo modo la vicepresidente del Consiglio regionale, Daniela Ruffino, ha definito la mostra “Immagini del Piemonte dall’Unità d’Italia alla I Guerra Mondiale”, nel corso dell’inaugurazione tenutasi nella Sala incontri dell’Ufficio relazioni con il pubblico dell’Assemblea di Palazzo Lascaris. Un progetto storico-artistico realizzato dal Centro Studi Cultura e Società, intervenuta con il presidente Ernesto Vidotto, con l’associazione artistica e culturale Arte Città Amica, presente con il presidente Mario Parodi.
Lo storico, giornalista e saggista Massimo Centini, che ha preparato il catalogo, ha spiegato che “le opere parlano meglio di qualunque cronaca. La mostra ci fa riflettere sul rapporto immagine/storia e arte/storia. L’interpretazione personale e libera degli artisti, dalla quale scaturisce la bellezza dell’opera, rimane l’aspetto principale della mostra”.
Alla cerimonia, presentata dal direttore della Comunicazione istituzionale, Domenico Tomatis, ha partecipato la sarta costumista Silvia Porino indossando un dei suoi magnifici costumi del 1860.
L’esposizione comprende opere pittoriche di una ventina di artisti che attraverso episodi di storia e quotidianità raccontano il Piemonte, tra il 1861 e il 1914, e le sue comunità locali nei vari aspetti culturali, storici, artistici, architettonici, politici, sociali.
I concerti di MiTo del martedì
Jan Hugo suona Brahms, Dido and Aeneas di Henry Purcell, omaggio a Duke Ellington
Gli appuntamenti del Festival MITO SettembreMusica di martedì 9 settembre a Torino
Ore 18.00: Il pianista Jan Hugo suona Brahms
Nuovo appuntamento con l’integrale pianistica di Johannes Brahms affidata ai giovani interpreti formatisi all’Accademia di Imola; protagonista Jan Hugo (nella foto). In programma: Sonata n. 1 in do maggiore op. 1, Variazioni su un tema originale op. 21 n. 1 e Variazioni su una canzone ungherese op. 21 n. 2.
Teatro Vittoria – posto unico numerato € 10
Ore 21.00: Dido and Aeneas di Henry Purcell
Esecuzione in forma di concerto dell’opera scritta dal compositore inglese. Riccardo Ferri dirige L’Accademia degli Astrusi, con l’Ars Cantica Choir, diretta da Marco Berrini. Didone è il soprano Anna Caterina Antonacci, Enea il mezzosoprano Laura Polverelli e nel ruolo di Belinda troviamo il soprano Yetzabel Arias Fernandez, ma anche marinai, streghe, spiriti e dèi vengono impersonati dalle tre soliste.
Teatro Carignano – posto unico numerato € 20
Ore 21.00: un reading – concerto dedicato a Duke Ellington, a 40 anni dalla scomparsa
Lucia Cervo, voce recitante, Fiorenzo Pereno, sassofoni, Fabio Gorlier, pianoforte, e Luciano Viotto, progetto e sceneggiatura, propongono una performance tra jazz e letteratura dal titolo “Duke, Harry & Pres – In viaggio con Ellington”. Tratto da Natura morta con custodia di sax, il fortunato libro di Geoff Dyer, il progetto propone una mescolanza di reading, teatro, fotografia e, ovviamente, jazz.
CAP 10100 – Corso Moncalieri 18 – Ingresso gratuito
Ore 21.00 Fonderie Limone, Moncalieri
BIGLIETTI ESAURITI per il primo spettacolo proposto con Torinodanza, Tauberbach, ideato e diretto da
Alain Platel, con Münchner Kammerspiele e les ballets C de la B
Torna a Torinodanza festival 2014 uno degli ensemble più esteticamente moderni, innovativi e cosmopoliti della
scena internazionale: les ballets C de la B, diretti da Alain Platel, partner del festival dal 2005. Platel è uno tra i talenti
coreografici più celebri e celebrati dei nostri giorni, erede del teatro di danza di Pina Bausch, attento alla dimensione
umana della persona nel nostro tempo, in prima fila nel raccontare con tanta ironia quanta simpatia l’epopea dei più
fragili. Platel, che davvero rappresenta lo spirito di Torinodanza e la sua dimensione internazionale, è presente in un
festival importante come quello del 2014 con due spettacoli: l’inaugurazione e la chiusura.
(Il Torinese non è responsabile di eventuali variazioni di date, orari e programmi)
La necessità di scrivere
Laboratorio di scrittura a cura di Claudia Manselli e Angela Donna
Il Centrodonna della Circoscrizione 6 presenta “Scrivere è una necessità” laboratorio di scrittura a cura di Claudia Manselli e Angela Donna. Il laboratorio gratuito è rivolto alle donne ed è composto da 10 incontri il martedì dalle 17,00 alle 19,00. Dal 23 settembre 2014 presso il Centrodonna di c.so Vercelli, 141. Iscrizioni aperte dal 3 settembre.