

N’Koulou ha chiesto a Mazzarri di non essere convocato, “mi ha detto che non c’era con la testa”, ha rivelato il Ct del Toro a proposito dell’assenza del difensore camerunense, al centro di voci di mercato che lo vorrebbero alla Roma. “Dopo la partita con il Wolverhampton volevo far rivedere gli errori ai nostri difensori – ha spiegato all’Ansa Mazzarri -. Lui però non ha voluto neanche rivedere le immagini affermando di non esserci con la testa. L’ho rincuorato, e il giorno dopo l’ho chiamato ma mi ha chiesto di non essere convocato. Per rispetto dei compagni non l’ho fatto giocare”. Festeggiata la vittoria contro il Sassuolo, ora in casa granata il malumore è alto per le bizze del giocatore. Contrariato anche il presidente Urbano Cairo: “Mi ha lasciato si stucco, dovrà chiedere scusa”.
Si è concluso sabato 17 agosto, presso la Kongresshaus di Macugnaga, il festival di musica classica che ha come scenario questo incantevole paese ai piedi del monte Rosa, nella valle Anzasca. Si tratta del Macugnaga Piano Trail, giunto quest’anno alla sua seconda edizione; a concluderlo un concerto di successo, con protagonista il giovane e talentuoso pianista polacco Mikolaj Sikala, originario di Danzica.
Artista di notevole capacità espressiva e lirica, unita ad una brillante tecnica, Sikala è riuscito subito a catturare l’attenzione del pubblico con l’esecuzione della Sonata in la maggiore D 664 di Franz Schubert, una delle prime scritte dal compositore viennese. Completata nel luglio 1819, riflette l’immagine del giovane musicista innamorato, durante il suo soggiorno nell’incantevole campagna austriaca. Altrettanto ben ispirata e ben risolta è stata l’esecuzione della “Berceause” di Chopin, composta negli anni 1843-44 nella forma di variazioni su di un tema di grande equilibrio. Il pianista ha poi proposto una lettura espressiva della Parafrasi di Strauss/Grunfeld sul Fledermaus. In conclusione Sikala ha eseguito una serie scelta di Preludi dei due libri di Claude Debussy, esempi e capisaldi della musica impressionista, utilizzando un linguaggio raffinato e, al tempo stesso, capace di comunicare, oltre che un certo temperamento espressivo, anche una notevole maturità.
Il concerto precedente, tenutosi mercoledì 14 agosto scorso, ha visto protagonista il pianista ventunenne Li Mingyang, originario dell’Henan, che ha manifestato già in tenera età una particolare attitudine per il pianoforte. Dopo gli studi presso la città natale, ha poi proseguito la sua formazione musicale al Conservatorio centrale di Pechino, ottenendo risultati considerevoli, e frequenta attualmente i corsi di perfezionamento al Conservatorio di Hannover. Ha eseguito la suite di Claude Debussy intitolata “Estampe”, scritta nel 1930 e considerata la prima opera del simbolismo musicale. Il pianista ha condotto con chiarezza espressiva la serie di tre brani, quadri musicali deliziosi dal forte carattere descrittivo: “Pagodes”, suite ricca di incanto e di sonorità orientali, rese dal pianista sapientemente, “La soiree dans Grenade”, carica di atmosfere suggestive tipiche del mondo spagnolo, e la pagina forse più nota della musica di Debussy, intitolata “Jardin sous la pluie”, descrizione, di grande effetto, di un acquazzone autunnale. Il giovane pianista ha poi proposto la Sonata KV 547 in re maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, l’ultima tra le sue sonate, composta nel 1789 e soprannominata “La caccia” per il tema iniziale cui è ispirata, che imita un segnale di caccia. Li Mingyang ha perfettamente risolto questa sonata, facendola risultare brillante e virtuosa, grazie alla sua abilità ed al suo temperamento poetico, calibrato secondo il gusto classico del compositore. Il secondo tempo del concerto è stato concentrato sul periodo romantico, con l’esecuzione dello Scherzo n. 4 di Brahms, scritto in età giovanile e sostenuto da una grande agilita’ tecnica. A conclusione la Parafrasi dal Rigoletto di Verdi, una delle più riuscite, di cui è autore Franz Liszt.
Successo di pubblico anche per i primi due appuntamenti del Macugnaga Piano Trail, di cui il primo concerto, domenica 4 agosto scorso, è stato aperto dalla pianista e direttore artistico della rassegna, Serena Costa, ideatrice del festival insieme al M° Marco Giovanetti, già direttore del Conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo, purtroppo recentemente scomparso a soli 59 anni.
Con le Kinderszenen (Scene infantili) composte da Robert Schumann, la pianista ha trascinato ed incantato il pubblico con il suo pianismo ispirato, nel racconto di ciascuno dei tredici pezzi che le compongono. A conclusione della serata, in cui Serena Costa ha dimostrato grande sensibilità pianistica, il percussionista Vadim Schischkin, primo timpanista dell’Orchestra sinfonica della Georgia, ha eseguito il Chiaro di luna di Debussy, nella versione per vibrafono e pianoforte, in duo con Serena Costa, dando vita ad un’interpretazione che ha suscitato nel pubblico una trascinante commozione.
Altrettanto successo di pubblico ha riscosso, sabato 10 agosto scorso, l’Orchestra dei Virtuosi dell’Accademia di San Giovanni, molto attiva presso il Duomo di Torino, e nata affiancando l’istituzione creata per favorire la diffusione del sacro nelle arti. Diretta dal M° Antonmario Semolini, l’Orchestra è stata protagonista del concerto insieme al giovane pianista sedicenne di Taiwan Chou Hung-Tse. Il pianista ha eseguito il concerto K 488 di Wolfgang Amadeus Mozart.
La seconda parte del concerto è stata dedicata alla Sinfonia n. 5 di Franz Schubert, in cui il compositore dimostra un certo distacco dalle forme beethoveniane, tracciando un ritorno allo stile mozartiano. Per entrambi i brani il pubblico ha dimostrato un grande entusiasmo con lunghi applausi e richieste di bis. L’interpretazione dataci dal maestro Semolini è stata rivolta ad evidenziare ogni minima sfumatura del testo musicale ed ha dimostrato una grande perizia nell’interpretazione delle pagine mozartiane, creando un fascinoso dialogo tra il pianista e l’orchestra.
Mara Martellotta
Nelle foto: la pianista e organizzatrice del festival, Arena Costa e il percussionista della prima serata
Diverse pizzerie di Torino si sono dimostrate interessate ad accogliere nel proprio menu quella che fino ad oggi era considerata un’estrosa e variante per gourmand, la pizza con le lumache, che si candida invece a diventare piatto di “gastronomia popolare”. Verrà proposta ufficialmente il 21 settembre a Piana di Monte Verna (Caserta), dove si terrà il 6/o convegno internazionale di elicicoltura con il patrocinio di Mipaaft e Regione Campania. La pizza alle lumache, certificate dal marchio Filiera Lumache Italiane, nasce come idea della Confederazione Italiana Elicicoltori. “La carne delle lumache ‘Helix’ – assicura l’associazione degli allevatori – è facilmente abbinabile, aiuta a rendere il piatto molto digeribile, grazie alla percentuale minima di lipidi e offre nel contempo un adeguato apporto di proteine. E’ semplice da gestire, una volta lessata e intenerita, pronta da essere messa sulla pizza in forno senza altri trattamenti”. La quantità ideale è di 30-35 grammi, 7-8 lumache sgusciate, con un costo reale paragonabile ad altri ingredienti tradizionali: prosciutto, formaggio e cozze.
“Che il il cosiddetto ‘tesoretto olimpico’ resti in Piemonte dovrebbe essere un fatto scontato. Ma,
vivendo in una stagione politica sempre più allegra e sconclusionata, può capitare di tutto.
Comunque sia, e’ decisivo come si utilizzano quei fondi frutto della gestione delle Olimpiadi di
Torino 2006. La destinazione delle risorse ai Comuni olimpici – Via Lattea, pinerolese e Val Susa –
dovrebbe essere la bussola che orienta il comportamento dei legislatori. 29 milioni di euro, del
resto, sono e restano fondamentali per gli investimenti in queste aree e sarebbe decisamente
curioso, nonché singolare, se venissero destinati ad altri territori i e in altri luoghi.
Penso, e spero, che su questo versante ci sia una convinta e determinata convergenza politica e
istituzionale di tutti i parlamentari piemontesi”.
On. Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato
Col d’Olen, 23 agosto: Era il 27 agosto del 1907 quando fu inaugurato, sul massiccio del Rosa, l’Istituto intitolato al Professore dell’Università di Torino Angelo Mosso, un laboratorio scientifico che si affiancava all’Osservatorio già esistente, e che fu fortemente voluto dalla Regina Margherita. Lo scopo dell’Istituto fu quello di mettere a disposizione dei ricercatori laboratori più ampi e di permettere soggiorni di studio anche protratti ad alta quota.
Centododici anni dopo, l’Università di Torino e le Truppe Alpine dell’Esercito hanno voluto ricordare l’avvenimento in forma “ufficiale” attraverso una breve cerimonia, aprendo le porte dell’istituto ai visitatori, regalando anche un momento musicale con l’esibizione del coro “L’Eco” di Varallo Sesia.
Dopo i saluti istituzionali dei sindaci di Alagna Valsesia e Gressoney La Trinité, la giornata è proseguita con la visita guidata all’istituto, che conserva al suo interno un piccolo ma affascinante museo che ripercorre, attraverso l’esposizione di documenti ed attrezzature originali, la storia degli studi e delle esplorazione scientifica nelle Alpi.
Il professor Piergiorgio Montarolo, Direttore Istituto “Angelo Mosso”, ha evidenziato: “il connubio con le Truppe Alpine risale alle ricerche di Alberto Mosso, parimenti identificabile con la nascita dell’Istituto. Grande fu l’aiuto che gli alpini diedero, anche a livello logistico, nel supportare la costruzione dell’Istituto e dell’Osservatorio. Oggi come allora stiamo dando grande impulso all’istituto, grazie a nuovi progetti anche in ambito sanitario”. Queste strutture dell’Università degli Studi di Torino, ospitano oltre gli studenti anche gli alpini del servizio Meteomont che, tramite i dati acquisiti con la stazione di rilevamento, posizionata vicino all’Osservatorio, concorrono al controllo e allo studio per la previsione delle valanghe per la sicurezza in montagna. Oggi, come allora, gli alpini continuano a collaborare con l’Università.
Il Professor Michele Freppaz, della DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Ambientali) ha poi aggiunto: “vi è dal 2003 una convenzione tra le Truppe Alpine e l’Università di Torino, che regola i rapporti in diversi campi, tra cui lo scambio dati, l’assistenza alla ricerca e il contributo alla didattica, cui crediamo molto”. Dati che vengono raccolti sia d’estate sia d’inverno grazie all’attività del servizio Meteomont che, oltre quella presente sul Col d’Olen, analizza i dati anche di altre stazioni e di nuclei di rilevamento mobili, occupandosi anche dell’aggiornamento delle monografie dei settori di competenza.
Toccante è stato il momento in cui il Comandante della Brigata Taurinense, Generale di Brigata Davide Scalabrin, ha consegnato un ricordo ai discendenti del Professor Umberto Monterin, Direttore dei Regi Osservatori Geofisici del Monte Rosa dal 1927 al 1940, la cui intensa attività ha consentito l’acquisizione di numerose osservazioni meteorologiche e glaciologiche, che ad oggi costituiscono un patrimonio scientifico di notevole interesse per le attività di ricerca in ambiente alpino, oltre che di forte legame col territorio.
L’Istituto oggi è nel pieno della sua attività, con decine di progetti aperti e in corso, come sottolinea lo stesso Direttore. Progetti di respiro europeo e non solo, che fanno del “Mosso” una perla rara ed un ingranaggio essenziale del sistema “montagna” in Piemonte e in Valle d’Aosta.
Massimo Iaretti
E’ stata l’ultima domenica di agosto con massime superiori ai 31-32 gradi a Torino e in pianura e bassa collina in Piemonte, con tassi di umidità abbastanza alti per la presenza dell’anticiclone di matrice africana. Si prevede tempo stabile soleggiato fino a martedì quando si farà strada una nuova perturbazione atlantica sull’Europa. Attesi successivamente nuovi temporali da martedì pomeriggio fino alla prima parte di mercoledì. Le condizioni meteo saranno variabili per il passaggio da agosto a settembre. Secondo la Smi – Società Meteorologica Italiana: “non si attendono lunghe fasi soleggiate e molto calde”. Temporali sono possibili negli ultimi giorni di agosto e i primi di settembre con “temperature intorno alla media del periodo, solo temporaneamente inferiori”.
Una coppia di astigiani è morta stamane in un incidente stradale avvenuto a Villar Perosa.
Si tratta di un 68enne e una 60enne, in sella a una Bmw 1200 che, sulla strada provinciale 23 all’altezza della rotonda di San Germano Chisone, sono stati investiti da una Fiat Panda con a bordo un 20enne di Frossasco e una 19enne di Cantalupa. Secondo i carabinieri della stazione di Villar Perosa l’auto, arrivata da Sestriere e diretta a Pinerolo ha invaso la corsia opposta e si è scontrata frontalmente con la moto. I due motociclisti sono stati sbalzati fuori strada e sono morti sul colpo. L’autista e la passeggera della Panda sono stati portati all’ospedale di Pinerolo di Pinerolo.