ilTorinese

Violenze sui detenuti? Arrestati sei agenti di polizia penitenziaria

L’accusa è di violenze sui detenuti nel carcere Lorusso e Cotugno di Torino. Una segnalazione del Garante delle persone private della libertà personale del Comune ha fatto partire l’indagine che questa mattina ha portato all’arresto di sei agenti della polizia penitenziaria, messi ai domiciliari, in servizio presso la Casa Circondariale torinese. Il provvedimento fa riferimento “plurimi e gravi episodi di violenza” che, scrive la procura, sarebbero stati commessi tra l’aprile 2017 e il novembre 2018. L’ordinanza è stata eseguita dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. L’indagine riguarda anche  altri soggetti indagati a piede libero sui quali gli inquirenti intendono verificare eventuali responsabilità penali  e se ci siano stati altri episodi analoghi.

I 50 anni della Maratona di New York a World Press Photo 

Un incontro nell’ambito della mostra 

Venerdì 18 ottobre, ore 18,30

Si avvia al traguardo del mezzo secolo d’età la mitica Maratona di New York. Organizzata dal “New York Road Runners”, la prima si corse nell’ormai lontano 1970. Da allora l’appuntamento è fissato annualmente ogni prima domenica di novembre. Con i suoi 42,195 chilometri – fino a Central Park, attraverso i cinque grandi distretti della Grande Mela – e il suo record dei 43.545 atleti arrivati al traguardo nel 2009, la regina delle Maratone è inserita nel circuito delle “World Marathon Majors” ed è sicuramente la corsa più partecipata al mondo. Una bella idea, dunque, celebrarne l’avvicinamento ai Cinquanta. Lo si farà anche a Torino, venerdì 18 ottobre alle 18,30, nella cornice della mostra internazionale di fotogiornalismo “World Press Photo”, in corso fino al 17 novembre all’Ex Borsa Valori di piazzale Valdo Fusi, dove si terrà per l’occasione la conferenza  “Tutti di corsa: 50 anni di maratona di New York”, nata in collaborazione con  l’Associazione Lettera Ventitrè. Ospiti d’eccezione saranno Alessandro Rastello, maratoneta, presidente di “Base Running” e direttore tecnico di “Sport Town”, Salvo Anzaldi, giornalista torinese, autore del libro “Nato per non correre” dove racconta la sua esperienza alla maratona della Grande Mela del 2015, portata a termine nonostante una protesi di titanio al ginocchio, e Luigi Milano, ortopedico all’ “Humanitas Cellini”, presidente SICP (Società italiana della caviglia e del piede) e ultramaratoneta.

I cinquant’anni della Maratona offriranno anche lo spunto per parlare di running: la preparazione, i benefici, i rischi e gli eccessi della corsa. Il running è una disciplina che non conosce confini e abbatte ogni tipo di barriera portando tutti i giorni in strada migliaia di persone che rincorrono obiettivi di giornata e sogni a lunga percorrenza. La New York City Marathon rappresenta il vero grande sogno di ogni runner e, da cinquant’anni, la prima domenica di novembre è quella che ne esalta il mito e la grandezza. Presentarsi sul Ponte di Verrazzano e correre per 42,195 km fino a Central Park non è però da tutti: occorre prepararsi in modo professionale, conoscere il proprio corpo e i propri limiti, buttare il cuore lungo la strada realizzando, talvolta, ciò che sembrava impossibile.

g.m.

L’ingresso all’incontro è gratuito.

“Tutti di corsa: 50 anni di maratona di New York”

Ex Borsa Valori, piazzale Valdo Fusi, Torino

Per info: “World Press Photo”, tel. 3511459819

 

Ricercato arrestato a Porta Nuova

Un cittadino albanese di 34 anni è stato bloccato dalla Polizia Ferroviaria all’interno dello
scalo di Porta Nuova, poiché destinatario di un mandato d’arresto europeo.
Gli Agenti, in servizio di vigilanza e prevenzione dei reati in ambito ferroviario, hanno
notato un soggetto che alla vista delle divise, cercava di eludere l’eventuale controllo,
allontanandosi repentinamente verso l’uscita.
Prontamente raggiunto dagli operatori, l’uomo è stato fermato e controllato in banca dati.
L’interrogazione ha dato esito positivo; a carico della persona è risultato un mandato di
arresto europeo per scontare una pena di anni 15, emesso dall’Autorità Giudiziaria
francese lo scorso luglio; infatti il soggetto si era reso protagonista, in territorio francese ed
in concorso con altre persone, di una serie di furti e rapine in residenze private.
La banda di cui faceva parte aveva come obiettivi privilegiati persone facoltose, che
venivano pedinate, anche tramite l’uso di dispositivi gsm applicati alle autovetture, al fine di
poter entrare direttamente nelle loro lussuose abitazioni.
Al termine degli atti di rito, lo straniero è stato portato in carcere a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria.

Rapinata con coltello nel fianco una donna che aspettava l’autobus

 Rapinatori  inseguiti e arrestati, bottino recuperato
Ieri sera alle 21, in Torino, Via Guido Reni, 67, alla fermata GTT, due persone a bordo di una Fiat Punto hanno rapinato una donna di 47 anni.
Uno dei due, dopo esser sceso dal mezzo, ha puntato un coltello al fianco della donna e le ha sottratto la borsa e poi è salito sulla Punto guidata dal complie.
 Immediate le ricerche eseguite da un’autoradio, attivate su segnalazione 112 e con la collaborazione di un carabiniere della Stazione Mirafiori, intervenuto libero dal servizio in soccorso della vittima, hanno permesso di rintracciare e bloccare l’auto in  Via Vandalino, 57, a bordo della quale è stato identificato il conducente, un italiano di 33 anni. A momento del controllo, il complice, seduto al lato passeggero,  è scappato ma è stato fermato dopo un lungo inseguiemntoi a piedi.
(oltre 20 minuti nel reticolato di strade insistenti nelle zone limitrofe fino a che, braccato, si è rifugiato in un capannone abbandonato sito in Via Asiago, 27).
 Il fuggitivo, un marocchino di 36 anni, senza fissa dinora, con precedenti di polizia, ha opposto resistenza e ha minacciato i carabinieri con una spranga di ferro.
La perquisizione del veicolo ha consentito di trovare la borsa rubata alla donna. La coppia è sospetate di aver commesso altre rapine in zona.

Lavoro in nero nelle campagne piemontesi

Nuovi controlli dei Carabinieri in materia di lavoro in agricoltura: sanzionati tre imprenditori per avere retribuito in contanti i lavoratori. Denunciati due stranieri per falsa attestazione a Pubblico Ufficiale.

 

 

Proseguono i controlli avviati dai Carabinieri della Compagnia di Saluzzo in collaborazione con i militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Cuneo, finalizzati a contrastare il fenomeno del caporalato e l’impiego di manodopera irregolare nel settore agricolo.

Questa volta sono state ispezionate tre aziende con sedi a Revello (CN) e Lagnasco (CN) e sono stati controllati circa 30 lavoratori, tutti stranieri di origine africana, impiegati nei campi nella raccolta della frutta.

Due imprenditori sono stati sanzionati per avere corrisposto in contanti la retribuzione ai lavoratori assunti, mentre ad un terzo è stata contestata una violazione amministrativa per avere occupato un lavoratore omettendo di effettuare la prescritta comunicazione on-line. Sono state complessivamente elevate sanzioni pecuniarie pari a circa 4.000,00 euro.

Nel medesimo contesto, i Carabinieri hanno proceduto a controlli nel centro urbano di Saluzzo e lungo le principali arterie di collegamento, per verificare la regolarità della posizione sul territorio nazionale dei numerosi migranti presenti sul territorio. Due cittadini africani sono stati accompagnati in caserma poiché hanno dichiarato false generalità agli operanti. Al termine delle operazioni di identificazione, entrambi gli stranieri sono stati denunciati per falsa attestazione a Pubblico Ufficiale e nei confronti di uno di loro sono state avviate le procedure amministrative per l’espulsione dal territorio nazionale, poiché risultato privo del permesso di soggiorno.

I controlli proseguiranno nelle prossime settimane.

 

 

Alla ricerca della verità

Di Maio, Salvini e Meloni volevano la verità sui fatti di Bibbiano. Accontentati: non è vero niente.
Lo sostiene il Tribunale dei minori di Bologna. Penso che quelli del PD esigano delle scuse dai tre. Le accuse neanche velate erano precise: colpevoli. Anche il sottoscritto
esige delle pubbliche scuse. Non tanto per gli insulti a quelli del PD, ma perché sono stati insultati dei cittadini solo
per rancore politico. Chissà se ci saranno risvolti politici ed elettorali? Francamente non credo
proprio. Scenderà l’oblio dei media. Non ci sarà più alcuna notizia in tal proposito e tutti ma proprio
tutti non si scolleranno dalle rispettive opinioni.
In questo caso non siamo di fronte a delle notizie false ma a notizie manipolate
e dunque false. Ma appunto poco importa. Poco importa tutelare i diritti dei cittadini . Dei
cittadini che rimangono tali anche se condannati.
Si è colpevoli solo per un motivo : se si è avversari politici o amici dei nostri avversari politici o
anche se si è solo loro vicini e come tali nemici per antonomasia.
Nessuna ricerca della verità. Di ciò che è o può essere stato. Anche la categoria giornalistica non
è da meno. Per convinzione o per compiacere qualcuno si dice ciò che conviene dire. Non credo
proprio che sia un bel vivere.
Vale sempre la regola del contrappasso o se volete la più prosaica legge del chi la fa l’ aspetti.
Veramente si complica tutto. Ne fanno le spese le proprie opinioni.
Cosi le opinioni sono precedenti alla verità e non viceversa. C’ è anche una commissione in salsa
nostrana. Quasi ovvio, visto che Hansel e Gretel è una associazione pinerolese. Succederà qualcosa?
Dubito, sono lanciati ed andranno avanti. Ricercare la verità vuol dire
stabilire ciò che è avvenuto. Legittimo per chi è preposto a cercare questa verità. Sbaglierò
ma queste commissioni sanno molto di politico e poco se non niente di giustizia. E generalmente
i reati di carattere penale sono individuali. Anni fa , esattamente nel 1979, Luciano Violante ci
spiegò l’associazione a delinquere. Fece l’ esempio di una rivoltella. Un gruppo di persone si ritrovano
per decidere di ammazzare un avversario. Ognuno si presenta con un pezzo particolare della pistola.
La montano e la danno al Killer. Tutti responsabili anche dell’ omicidio. Nel 1979 Violante viene eletto
come indipendente nelle liste del PCI. Era magistrato e Professore all’ Università di Torino. Tutto
ciò per significare un altro episodio indicativo.
A metà anni ’70 inquisito Edgardo Sogno per golpe. Partigiano monarchico e fiero
anticomunista tra i fondatori di Gladio. Non se ne fece nulla e non fu rinviato a giudizio e dunque
processato.
Anni dopo dopo la morte di Sogno venne pubblicata la sua autobiografia. Luciano Violante
aveva ragione su tutto. Intervistato sull’ argomento prosaicamente rispose : capita. In altre
parole un conto sono le convinzioni, un conto ( in questo caso ) è la giustizia terrena. Un conto
essere politico un conto magistrato e professore. Mettere tutto insieme determina un cocktail
esplosivo. I più sostengono che questo imbarbarimento è avvenuto durante e dopo la stagione
di tangentopoli. È un pezzo di verità. C’ è anche un imbarbarimento della società civile, un
inasprimento della qualità dei rapporti umani. Non ci sopportiamo più. E molte regole sono vissute
come vessatorie e lesive della propria libertà. Effettivamente ciò che non torna è il rapporto con l’
altro. Il vicino da quasi sempre fastidio. Cosi l’ avversario politico diventa un nemico
L’ ho appena letto. Una trentina di anni fa dopo l’ abbattimento del Muro di Berlino, su 16
persone solo una sosteneva: meglio l’ ordine delle dittature. Ora il rapporto si è ridotto ad 1 su 6.
L’ aumento della popolazione mondiale e la relativa immigrazione non controllata hanno fatto
il resto. Inciviltà che si è velocemente indirizzata verso una visione politica dove ( appunto ) l’ altro
deve essere negato. E’ di questi giorni la notizia di un un gruppo di minorenni che hanno fatto
girare video razzisti con violenze sessuali ed insulti verso ebrei e palastinesi. Il tutto è partito
dalla denuncia di una madre che risiede nel senese. Indagini partite da Torino perché il il ” capo”
del gruppo via web è della nostra città. Follie più folli perché riguardano minorenni. Addirittura
quattro di loro essendo 14enni non sono inquisibili Speriamo in una condanna ai servizi sociali come
rieducazione per tutti.
Diciamocela tutta ma: non siamo messi bene. Odio porta solo odio e rancore solo
violenza.

 

Patrizio Tosetto

Archivi nel mercato dell’arte e strumenti legali nelle collezioni e lasciti d’artista

Torino e Verona sempre più vicine con il convegno organizzato all’Art Verona 

 

Torino è  sbarcata a Verona e lo ha fatto ad Art Verona, rassegna di respiro internazionale che si è tenuta dall’11 al 13 ottobre scorsi.

Una partecipazione di prestigio è stata quella avvenuta sabato 12 ottobre scorso nel corso dell’incontro dedicato agli “Archivi nel mercato dell’arte e gli strumenti legali che risolvono il nodo generazionale di collezioni e lasciti d’artista”. Vi ha partecipato, tra i vari relatori, anche l’avvocato torinese e collezionista Simone Morabito, fondatore dell’associazione Business Jus ed anche promotore dell’evento torinese “Art & Law”, giunto quest’anno alla sua sesta edizione. Il talk, moderato da Marianna Agliottone, ha coinvolto anche le esperienze di Francesco Fabris,  socio veneziano di Art Lawyers.legal, Andrea Pizzi, consigliere dell’Archivio Calzolari e Tommaso Tisot.

La Fiera è stata diretta dalla abile Adriana Polveroni, che si è dimostrata capace di traghettarla verso una dimensione di respiro maggiore e più dinamico. Di rilievo le gallerie rappresentate, tra cui alcune torinesi, come la galleria Mazzoleni, Pick Gallery.

Oltre ai talk, di particolare  utilità ed interesse, degna di nota è stata la partecipazione del giovane pubblico presente in tutte le attività della Fiera, concetto non scontato per una fiera italiana.

“Business Jus – precisa l’avvocato Morabito – è un’associazione scientifica che raggruppa professionisti che si occupano del diritto d’impresa (all’interno del quale rientra anche la disciplina del diritto dell’arte), commercialisti, avvocati, notai e revisori dei conti.

Oggi, in mancanza di una specifica documentazione, a differenza degli anni Settanta, quando il mercante d’arte era considerato una figura culturale dotata di una indiscussa autorevolezza e del quale l’acquirente di un’opera d’arte si fidava ciecamente, l’opera di un artista quotato potrebbe risultare pressoché invendibile. In Italia non esiste, infatti,  una certificazione incontestabile ed ufficiale di un’opera d’arte, trovandoci di fronte alla mancanza di una figura specifica di certificatore ufficiale di opere. In un eventuale procedimento giudiziale, infatti, non è permessa neanche allo stesso autore dell’opera la possibilità di pronunciare un’ultima e definitiva parola. In Italia manca, infatti, la regolamentazione da parte di albi professionali che inglobino periti o esperti d’arte, persone dotate di particolari certificazioni  che consentano o limitino la possibili di vagliare perizie e certificazioni “.

“In mancanza, così, di una normativa specifica – precisa l’avvocato Morabito  – l’archivio diventa uno degli strumenti più preziosi per perpetuare l’opera di un artista. Questo strumento,  muovendosi in un contesto privo di una disciplina uniforme a livello nazionale, se non viene ad essere ancorato a principi di trasparenza e buona fede, si può trasformare  in un veicolo molto pericoloso per il raggiungimento di interessi specifici nel mercato dell’arte, oggi sempre più competitivo”.

“Gli archivi – precisa l’avvocato Morabito – sono enti di diritto privato che hanno lo scopo di perseguire lo scopo di registrare, su richiesta degli interessati, le opere autentiche di un artista defunto, respingere quelle non autentiche e denunciare i falsi.

Esiste nel nostro Paese l’Associazione Italiana Archivi d’artista, che è un ente culturale che opera nelle ricerche della vita e delle tracce di un artista, promuovendo la conoscenza della sua figura e della sua opera. L’archivio di un artista rappresenta l’insieme dei documenti prodotti da un individuo o ente, il luogo dove sono conservati. Risulta fondamentale il ruolo di ricerca dell’autenticita’ dell’opera data dall’archivio in cui sono racchiuse le intenzioni dell’artista e le informazioni sulla paternità dell’opera medesima. Di qui deriva il loro ruolo preminente, in quanto essi gestiscono l’ immissione o meno sul mercato di una determinata opera d’arte”.

“In Italia  – aggiunge l’avvocato Morabito – in mancanza di un albo che racchiudi periti ed esperti d’arte, la giurisprudenza utilizza un’interpretazione di norme di rango costituzionale che prevedono, da una parte, la libera manifestazione del pensiero e, dall’altra parte, la dichiarazione della libertà dell’arte, sancita dall’articolo 33 della Costituzione. Oggi l’opera d’arte può essere autenticata da parte degli eredi dell’artista, da parte dell’archivio che fa a lui capo o da parte di esperti d’arte. L’archivio ha, però, anche il potere di respingere l’autenticazione di un’opera d’arte o di attuare il suo disconoscimento, anche se esso stesso è stato costituito dopo la compravendita dell’opera. Colui il quale si ritenga leso dalla mancata autenticazione dell’opera d’arte può far ricorso alla via giudiziale e, se la sentenza viene passata in giudicato, verrà  riconosciuta l’autenticità dell’opera dal Tribunale. Oltre ad auspicare una gestione virtuosa e trasparente degli archivi dell’arte, il legislatore deve dare norme chiare sulla costituzione e funzionamento degli archivi medesimi”.

 

Mara Martellotta

Quali saranno le sfide ed i cambiamenti del futuro?

GRATTACIELO INTESA SANPAOLO

Dopo il successo della scorsa stagione sono ripresi gli incontri del progetto culturale ideato da Giulia Cogoli per Intesa Sanpaolo “Immaginare il futuro. Conversazioni sui grandi cambiamenti e le sfide del domani”, il cui scopo è quello di far intervenire pensatori che raccontino come vedono e pensano il futuro.

 

Questa seconda conferenza del mese di ottobre ha avuto come oggetto la tematica dello storytelling e nello specifico è stato affrontato il tema “Un viaggio nel futuro dello storytelling: capire come comunicare nell’era dell’intelligenza artificiale”. Ad intervenire Francesco Marconi, 33 anni, papà italiano e mamma portoghese, moglie americana, un figlio ed una vita passata negli ultimi dieci anni in America. Responsabile Ricerca e Sviluppo del Wall Street Journal, ricercatore affiliato del MIT Media Lab e Fellow alla Columbia University’s Tow Center for Digital Journalism. Esperto di tecnologie, automazione, intelligenza artificiale, nel 2017 Francesco è stato riconosciuto da MediaShift come uno dei venti principali innovatori nell’ambito dei media digitali, nominato da Editor & Publisher Magazine tra i 25 leader dell’editoria sotto i 35 anni ed è finalista a Digiday Future Leaders Awards.

 

Lo spunto di riflessione con cui si apre il dibattito è il seguente: in che modo gli algoritmi e l’intelligenza artificiale influenzeranno sempre più la produzione di notizie e il giornalismo e con quali tempistiche.

L’esempio più semplice di Intelligenza Artificiale, con cui quasi tutti noi abbiamo a che fare oramai da anni, ed in particolar modo i proprietari di un Iphone della Apple, è Siri l’assistente intelligente che ti aiuta a fare qualunque cosa con i tuoi dispositivi, in modo più facile semplice e veloce. Si può chiedere a Siri di effettuare una chiamata o di mandare un messaggio al nostro posto. Attraverso queste attività si raccolgono dati, il nuovo petrolio del futuro, e la loro elaborazione rappresenterà la ricchezza delle prossime aziende.

 

Jonathan Zittrain, professore americano di Diritto di Internet, sostiene un tema oramai diffuso da tempo ovvero della overdipendenza dalle tecnologie. A riguardo la popolazione attuale si può suddividere in due tipologie di futuri utilizzatori delle nuove tecnologie: chi ci crederà e chi non ci crederà.

Chi, per esempio, avrebbe mai potuto immaginare che un quadro come la   “Monna Lisa” di Leonardo si potesse animare? La società Samsung lo ha  già fatto dando vita al quadro. Questo è un chiaro esempio di ciò che sta riuscendo a fare L’Intelligenza Artificiale: creare “oggetti” fino a qualche anno fa impensabili ed inconcepibili.

A questi progressi tecnologici eravamo in parte pronti, quello a cui non eravamo pronti, al momento della nascita dell’Intelligenza Artificiale e dei Social Media, ed ancora adesso non siamo totalmente pronti, sono le conseguenze ed i pericoli che si nascondono e a quelli a cui andremo incontro ovvero problematiche inerenti la Privacy per i singoli individui, la Proprietà Intellettuale per le aziende.

L’Intelligenza Artificiale ha già delle sfere di applicazione nel mondo del giornalismo, gli algoritmi “Natural Languages” per esempio hanno la capacità di riprodurre articoli narrazioni storie come se venissero scritti da giornalisti. Quello che si deve fare per creare valore al processo giornalistico è introdurre i giornalisti dentro i processi di innovazione.

L’Intelligena Artificiale libererà inoltre il giornalismo dai lavori ripetitivi, il così detto giornalismo computazionale (definito più di dieci anni fa da James Hamilton, direttore del DeWitt Wallace Center for Media and Democracy presso la Duke University, come l’utilizzo di sofisticate applicazioni informatiche in grado di aiutare il lavoro di indagine del giornalista. In pratica il datamining applicato alla produzione di notizie).

La riflessione di Hamilton nasce da un’osservazione da economia dei media: produrre inchieste e reportage giornalistici è attività costosa, laboriosa e spesso non pagata in proporzione all’impegno profuso dagli investitori pubblicitari, è preferibile quindi usare tecnologie digitali in grado di affiancare (o sostituire) il giornalista nel produrre inchieste approfondite. Il tempo risparmiato e guadagnato lo si può dedicare quindi ad una maggiore creatività.

L’Intelligenza Artificiale però come sarà di aiuto al giornalismo sarà anche di supporto al Deepfake (parola coniata nel 2017 che rappresenta una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale appunto, usata per combinare e sovrapporre immagini e video esistenti con video o immagini originali, tramite una tecnica di apprendimento automatico, conosciuta come rete antagonista generativa al fine di far credere che il prodotto finale sia reale) nella creazione di fake news. Un esempio può essere la notizia riportata dal WSJ a fine agosto secondo la quale era stata tentata una frode, ai danni di una nota multinazionale americana, creando attraverso l’Intelligenza Artificiale la voce del Ceo dell’azienda che al telefono, chiedeva di effettuare un bonifico di 220 mila euro.

I primi Deepfake non avevano il battito di ciglia, quelli successivi non avevano le pulsazioni cardiache delle vene sotto pelle e sono stati migliorati per apparire il più reali possibili. Rimangono sempre algoritmi progettati da essere umani.

Il giornalismo tradizionale però rimarrà sempre il modo migliore per verificare la veridicità di una storia e l’Intelligenza Artificiale non sostituirà il giornalismo, ma accellererà e faciliterà i processi di comunicazione.

Il fattore umano, attraverso l’empatia e l’intuizione, rimarrà l’elemento che farà la differenza rispetto all’Intelligenza Artificiale e che ci permetterà di individuare i Fake.

 

Emanuele Farina Sansone

“Emergenza climatica? Meglio di no”

Riceviamo e pubblichiamo

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha bocciato,  la mozione del giorno sulla “dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale”, depositata e primo firmatario Il Consigliere Regionale d’opposizione della lista “LIBERI UGUALI- VERDI”, Marco Grimaldi.

La maggioranza di governo del Piemonte, guidata dal forzista Alberto Cirio, sostenuta anche dalla Lega e da Fratelli d’Italia ha dimostrato, ancora una volta, di non essere attenti e sensibili ai temi ambientali e ai cambiamenti climatici.

《Noi Verdi del Piemonte insieme al Consigliere Grimaldi ed ai tanti ragazzi del movimento Fridays For Future Torino ci siamo impegnati molto in questa mozione per cercare di sensibilizzare il tema ambientale e l’emergenza che stiamo vivendo.
La dichiarazione poteva essere una chiave per aprire la porta “all’economia green” e, dunque, per rilanciare un’economia piemontese sempre più in affanno, per creare nuovi posti di lavoro e per dirottare la nostra regione verso l’utilizzo e la produzione di energie rinnovabili. – dichiarano i due portavoce dei Verdi piemontesi, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi – Non ci perdiamo d’animo: continueremo a portare proposte concrete per un Piemonte Verde in Consiglio! Cogliamo l’occasione – proseguono i due leader del partito – per ringraziare il nostro Consigliere Regionale Marco Grimaldi per la tenacia che lo contraddistingue ed il lavoro svolto per questa mozione》.

La Regione investe sul volontariato sociale

Sono 31 i progetti presentati dalle organizzazioni di volontariato e promozione sociale piemontesi finanziati con oltre 1.990.000 euro.

Si tratta di quelli in linea con i requisiti richiesti dall’apposito bando emanato per l’anno 2019 e pervenuti al settore “Politiche per le famiglie, minori, giovani e sostegno alle fragilità sociali” della direzione Coesione sociale della Regione Piemonte. I progetti, finanziati dalla Regione attingendo alle risorse del Fondo nazionale per il Terzo Settore, hanno rilevanza locale ed interessano tutte le province piemontesi.

“Il Terzo Settore deve proseguire nella sua opera di sostegno alle fasce deboli – dichiara l’assessore regionale alle Politiche sociali, Chiara Caucino – garantendo quegli interventi sussidiari che il sistema dei servizi pubblici non riesce a fornire. Con questi finanziamenti si sostengono progetti in piena linea con le azioni dei programmi regionali d’intervento, privilegiando quelli che permettono una loro replicabilità e sostenibilità negli anni futuri“.

“Andremo poi sui territori – prosegue Caucino – per confrontarci con gli enti e per verificare concretamente gli interventi realizzati; solo così riusciremo a capire come riorientare la nuova stagione di programmazione per il 2020″.