ilTorinese

Fdi, Bilancio Sanità: la Regione Piemonte mette a disposizione 12,9 miliardi

Si è chiusa in IV Commissione, l’analisi della parte del Bilancio riguardante la Sanità. Previsto uno sforzo ingente di 12,9 miliardi di euro, 250 milioni di euro in più rispetto al 2024, che valorizza l’impegno di chi opera nella sanità pubblica per garantire le migliori cure.

L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha affrontato il tema delle liste d’attesa su cui la Regione intende intervenire anche attraverso un rafforzamento della medicina territoriale che si esplicita nelle Centrali operative territoriali, negli Ospedali di comunità, nelle Case di Salute, nell’incremento dei posti letto in area intensiva e nel potenziamento dei servizi informativi.

L’assessore ha ribadito che, contrariamente a quanto strumentalmente evidenziato dai gruppi di minoranza, non ci saranno tagli relativi al contrasto al gioco d’azzardo e ai disturbi alimentari, al supporto psicologico, ai non udenti e alla fibromialgia.

Al termine dei lavori della Commissione, il consigliere Davide Zappalà, vicepresidente della Commissione Sanità ed il Capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Riva Vercellotti, hanno così commentano:

“L’assessore Riboldi – dichiara Davide Zappalà, consigliere regionale di Fdi – sta compiendo un lavoro straordinario che conferma l’attenzione della Regione Piemonte alle necessità sanitarie dei cittadini. La spesa corrente cresce di 250 milioni di euro: un segnale forte di una visione chiara e responsabile per garantire cure adeguate e ridurre le liste d’attesa.

La spesa sanitaria si evolve nel tempo perché cambiano le tecniche, migliorano le efficienze, e c’è una maggiore attenzione verso il territorio. Il dato cruciale, a differenza di quanto viene detto dalle opposizioni, è che si spende di più, investendo così in un servizio sanitario al passo con i tempi.

In Piemonte stiamo scrivendo una nuova pagina per il futuro della Sanità e dell’assistenza pubblica. E siamo orgogliosi del percorso intrapreso” dichiara Davide Zappalà, vicepresidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

Sentiamo la sinistra cercare appigli per criticare il bilancio della sanità, ma di certezze ce n’è una: nel Bilancio regionale le risorse appostate per il 2025 sono maggiori rispetto a quanto previsto nel 2024” aggiunge Riva Vercellotti.

Dalla sinistra, che improvvisamente si sveglia dal letargo, non accettiamo lezioni e ricordiamo che negli anni in cui hanno governato Regione e Stato, hanno eliminato ospedali, tagliato posti letto e personale sanitario con una programmazione del fabbisogno di medici e infermieri completamente errata. Ora paghiamo quegli errori, ciononostante l’Assessore Riboldi sta lavorando bene per garantire i servizi essenziali a tutti i cittadini.

cs

SpettaColazioni e Sabati Creativi con Paideia

 Per divertirsi insieme, senza barriere!

Due sabati al mese dal 1 febbraio al 17 maggio 2025

Fondazione Paideia | Via Moncalvo, 1 – Torino

Tornano anche quest’anno gli appuntamenti organizzati da Fondazione Paideia aperti alla cittadinanza e dedicati a tutti i bambini, con e senza disabilità. Per giocare, creare, emozionarsi, sorridere e divertirsi imparando, fin da piccoli, il valore dell’inclusività, la bellezza della diversità e il piacere dello stare insieme.

L’ente filantropico, che da 30 anni si occupa di offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie, inizia la sua nuova stagione di workshop e incontri aperti a tutti: spettacoli di teatro e laboratori con un ricco calendario che parte da febbraio e dura fino a primavera.

Le SpettaColazioni

Uno spettacolo per colazione? Sì, grazie! Per cominciare il weekend con la giusta carica, ecco le SpettaColazioni: ad ogni incontro un’occasione di incontro e divertimento, con una golosa colazione per grandi e piccini. Gli spettacoli avranno diversi temi che spazieranno tra educazione, interculturalità e inclusione sociale. Il tutto sarà realizzato in una forma ludica e interattiva, un vero e proprio momento di aggregazione e festa!Sabato 4 novembre con Eliana Cantone

Sabato 1 febbraio | ore 10-12 con Marco Grilli
Sabato 1 marzo | ore 10-12 con Francesca Cola
Sabato 5 aprile | ore 10-12 con Lara Quaglia
Sabato 3 maggio | ore 10-12 con Marco Grilli

Costi: 5 euro a persona per incontro. Gratuito under 3 e bambini con disabilità

 

Sabati Creativi

Un appuntamento per giocare, creare e imparare, uno spazio dove, insieme a mamma e papà, potersi divertire sfruttando la creatività e l’immaginazione di tutti.  I Sabati creativi sono laboratori dedicati a tutta la famiglia dove i conduttori ci guideranno alla scoperta di attività sempre diverse…dove lasciarsi ispirare dalla propria fantasia!

Sabato 15 febbraio | ore 11.15-12.15 Laboratorio di Creatività “Crea la tua maschera di Carnevale” con Claudia Peixoto
Sabato 15 marzo | ore 11.15-12.15 Laboratorio “Cucina bene, cucina Insieme!” con FoodEducationWorld
Sabato 17 maggio | ore 11.15-12.15 Laboratorio “Cucina bene, cucina Insieme!” con FoodEducationWorld

Costi: 5 euro a persona per incontro. Gratuito under 3 e bambini con disabilità

 

Per iscrizioni: Centro Paideia (via Moncalvo 1, Torino), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18

Tel. 011-0462400 o email a info@centropaideia.org

 

Metropolitana, da domenica torna l’orario ridotto

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Orari in vigore dal 2 febbraio al 16 aprile 2025

 Inizio
servizio
 Ultima partenza
da Fermi
 Ultima partenza
da Bengasi
Bus sostitutivo
(linea M1S)
Lunedì 5.30 21.30 21.30 22.00 – 00.30*
Dal martedì al giovedì 5.30 21.30 21.30 22.00 – 00.30*
Venerdì e sabato 5.30 1.00 1.00
Domenica e festivi  7.00 21.30 21.30 5.30 – 7.00
22.00 – 00.30*
* Ultime partenze dei bus della linea M1S dai capolinea Fermi e Bengasi alle ore 00.00.

Alla ricerca del vero Bob Dylan sbarcato nella Grande Mela

“A complete unknown” di James Mangold sugli schermi

 

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

La sua fermata d’autobus fu New York, in quella Grande Mela che era simbolo di grandi fermenti, era il 1961, un paio di jeans e una striminzita giacchetta addosso, il berretto a visiera e una sciarpa a coprire niente, uno zaino sulle spalle e la chitarra nella custodia scura, tra le mani come portafortuna il taccuino delle parole, delle frasi, dei momenti da ricordare, quando il ragazzo Robert Zimmerman aveva vent’anni tondi tondi, veniva da Hibbing, città mineraria del Minnesota e aveva già scelto il nome di Bob Dylan. Il suo primo amore era stato il rock’n’roll ma come per una folgorazione si convertì ben presto al folk. Ebbe a scrivere un giorno: “La questione principale a proposito del rock and roll, per me, era che comunque non era sufficiente. Sapevo bene, quando mi sono dedicato alla musica folk, che si trattava di una cosa molto più seria. Le canzoni folk sono colme di disperazione, di tristezza, di trionfo, di fede nel sovrannaturale, tutti sentimenti molto più profondi. C’è più vita reale in una sola sola frase di queste canzoni di quanta ce ne fosse in tutti i temi del rock’n’roll. Io avevo bisogno di quella musica.” Sino al tradimento, di quella stessa musica, soltanto quattro anni dopo, sino alla svolta “elettrica”, sino a quel mese di luglio quando al Newport Folk Festival Dylan tornava a partecipare e alle note di quella musica un pubblico ostile lo aveva sonoramente fischiato. Lui abbandonò il palco e se ne andò via. Mentre sentiva qualcuno gridargli alle spalle “giuda!”. Tra un arrivo e una fuga – non più la parcellizzazione di un unico personaggio visto e scomposto nello sguardo di sei diversi attori come in “I’m Not There” di Todd Haynes, Leone d’oro veneziano nel 2007 – quattro soli anni di vita, il ritratto di un ventenne nella ricerca quotidiana della sua strada, delle parole e delle note, della chitarra e dell’armonica a bocca, delle insicurezze e dei cedimenti, dei sentimenti instabili e distruttivi, in questo “A complete unknown” che James Mangold ha scritto, con alla base la biografia “Dylan Goes Electric!” di Elijah Wald, e diretto con estrema esattezza e di cui Timothée Chalamet s’è innamorato e ha voluto fortemente sino a diventarne coproduttore: con la più piena benedizione del cantante se le cronache ci dicono che, alla fine dei tanti incontri di lettura della sceneggiatura fatta a due voci, il regista sentiva di fronte a sé un sonoro quanto convinto “vai con Dio”. Il primo incontro è con il suo idolo Woody Guthrie – cantore della Grande Depressione, anche lui ha il suo passato cinematografico: sta ancora nella memoria di qualcuno il vecchio “Questa terra è la mia terra” del ’76 e firmato da Hal Hashby? -, in un letto d’ospedale per il morbo di Huntingdon che gli impedisce di parlare, e in quella stessa stanza l’amicizia e l’interesse del musicista Pete Seeger (un ottimo Edward Norton, entrato di diritto nella cinquina degli Oscar come migliore attore non protagonista, una delle otto candidature del film), che lo prende sotto la sua ala protettrice, proprio lui anima di quel folk. Sono le serate nei piccoli locali del Village, sono il primo album e il primo incontro con Joan Baez, è l’inizio della relazione con Sylvie Russo (che adombra la vera Suze Rotolo, prima musa ispiratrice di Bob, fatta di passioni artiche e movimenti di protesta), capace di guardare in avanti, in una relazione una lunga serie di prendi e scappa che alla ragazza fa male al cuore.

Sono soprattutto la prima metà di quei Sessanta in cui l’America kennediana e di Johnson va incontro alle “covert operations” e alle incursioni aeree in Vietnam, al tentativo di rovesciare Castro con l’operazione della Baia dei Porci, all’assassinio di un presidente e all’impegno di Martin Luther King dentro il movimento per i diritti civili e le marce e il Nobel del ‘64: sono gli anni in cui si costruiscono le canzoni dell’impegno civile, con parole del tutto diverse, ma sono anche gli anni dell’oppressione dei fan per cui ti devi all’improvviso rifugiare in taxi e dei contratti e inverosimilmente del dire altro, sotto lo sguardo di Joan (con cui ha altresì una quantomai forzosa relazione), abituata più di lui a restare ben salda e a combattere. Non soltanto l’appoggio di Johnny Cash, ma il suo senso di maggiore libertà forse, forse una innata e inconsapevole o non accettata insicurezza, lo portano ad abbracciare la chitarra elettrica. Serve quell’ultima esibizione di una canzone folk a rimettere in pace se stesso e il suo pubblico? Materia per intenditori, per chi da sempre ha cercato le basi e lo sviluppo di un grande autore, di un grande scrittore, sino all’ultima corona d’alloro, del proprio idolo. E l’appassionato di cinema trova nella scrittura e nella direzione di Mangold un che per cui appassionarsi e darsi un perché di quelle otto nomination? Pur, una volta usciti dal cinema, non rintracciando amore per il personaggio (ma forse è colpa mia), c’è da dire senza se e senza ma, del tutto credibilmente, che il regista “rende”, attraverso i suoi tanti materiali, uno studio approfondito e severo, un affresco corposo di un’epoca che è il primo ad apparire agli occhi, un racconto linearmente corretto esente da santini – sempre nella speranza (da non intenditori) che quelle esposta sia la verità e non la “sua” verità: i reportage, i vecchi documentari convincerebbero di più? o allora già si dovrebbe tornare a Haynes e a quel volto diviso e sfaccettato tra i diversi interpreti? Forse per nostra tranquillità dovremmo aggrapparci a quel che lo stesso Dylan ha scritto un giorno: “L’unica verità sulla terra è che non c’è verità”. È una storia di canzoni – viene il dubbio che siano persino troppe – ma è soprattutto il ritratto di un giovane uomo e delle donne, altrettanto giovani che lo hanno circondato, assistito, amato e fuggito, storia di sguardi d’amore e di rimprovero (anche Monica Barbaro è una delle candidature, ma allora perché non Elle Fanning?), di letti sfatti e di abbandoni e di ritorni mentre il tuo posto è già stato occupato da qualcun altro. È una storia di grande onestà, dove Dylan pone il proprio placet su una personalità controversa, sul cancellare e riprendere legami, su quel tanto di egocentrico che disturba e allontana, su quell’ego e quei sorrisi canzonatori, quell’alterigia e quella sfida a nascondersi al mondo che ne hanno fatto un artista fuori da ogni regola e da ogni etichetta. Ogni atteggiamento dietro quelle lenti scure che lo hanno messo al riparo da tutto e da tutti, da sempre.

All’interno della cornice che rassicura appieno l’appassionato di cinema, l’imperioso punto focale, il punto di centro entro cui immergere (quasi) ogni proprio sguardo, è Timothée Chalamet, che i quattro anni di preparazione al film hanno in primo luogo reso sicurissimo, per nulla intimorito da un progetto che poteva essere considerato oltre la portata di chiunque, capace di cantare le canzoni “di” Dylan “alla” Dylan, con una sigaretta perennemente tra le dita e gli sguardi e il fraseggio del viso e l’attenzione estrema dei più intimi momenti e i rapporti con gli altri, con gli amori di una gioventù e con i suoi mentori in primo luogo, senza dimenticare la grande, variopinta carovana che tenta di guidarlo e piegarlo, tutto ce lo fa sembrare un Dylan che va dritto (calmiamoci: rasenta?) alla perfezione, l’attore che avverte ogni momento della scena sulle proprie spalle ed è pronto ad affrontare il rischio e scava e vuole arrivare alla radice e alle cause di ogni cosa.

IN.CON.TRA a Torino. La Danza diventa inclusiva e vicina alla comunità

Due appuntamenti imperdibili del progetto

 

Nell’ambito del progetto IN.CON.TRA, vincitore dell’avviso pubblico “Torino che cultura!” promosso dalla Fondazione Egri per la Danza, dal Balletto di Torino e da Guitare Actuelle, si svolgeranno due straordinari appuntamenti dedicati alla danza e alle arti performative.

IN.CON.TRA è l’innovativo progetto triennale che, affiancandosi a Danza oltre le Barriere 3.0, si pone come scopo quello di trasformare Torino in un palcoscenico a cielo aperto, avvicinando le arti performative ai cittadini. Il progetto ruota intorno alle sedi dei soggetti promotori, i quartieri Crocetta e Aurora, e si propone, attraverso il lavoro di due contesti profondamente diversi, di ridurre le distanze tra artisti e comunità, favorendo il benessere attraverso esperienze artistiche immersive.

Presso il laboratorio Coreografico della Compagnia EgriBiancoDanza, in via G. G. Vico 11, venerdì 31 gennaio, alle 20.45, si terrà un appuntamento speciale in apertura di serata in cui il pubblico potrà scoprire AFED, il nuovo incubatore di talenti della Fondazione Egri, che presenterà un estratto del repertorio della compagnia. A seguire un nuovo incontro con il progetto “Cercare la bellezza”, dove il pubblico avrà l’opportunità di assistere in anteprima alla creazione ‘M’illuminò d’immenso’, ispirata al celebre verso ungarettiano. Durante questa serata unica il pubblico sarà parte attiva del dialogo con i danzatori, contribuendo al processo creativo.

Il 7 febbraio, alle 20.45, presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, andrà in scena ‘Ring of Love’, spettacolo multimediale che esplora le infinite sfumature dell’amore attraverso Danza, musica dal vivo e canto. Con le coreografie di Raphael Bianco , lo spettacolo si snoderà sulle musiche di grandi artisti quali David Bowie, Radiohead, Amy Winehouse e altri, portando in scena una riflessione potente su relazioni umane e intimità.

Per informazioni e biglietteria

biglietteria@egridanza.com 3664308040

 

Mara Martellotta

“Condominio mon amour” con Daniela Cristofori e Giacomo Poretti

Venerdì 31 gennaio, ore 21

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

 

 

 

Daniela Cristofori e Giacomo Poretti in “Condominio mon amour” si cimentano in una moderna pochade, una commedia brillante dal ritmo incalzante che affronta l’immensa confusione che vive oggi il mondo del lavoro.

Da oltre trent’anni, il vecchio custode Angelo svolge il proprio lavoro con dedizione presso la portineria di un condominio della “Milano-bene”. Chiama gli inquilini per nome, si occupa della spesa dell’anziano Gaspare e delle paturnie della Signora Biraghi. Custodisce le loro chiavi e i loro ricordi. Quand’ecco che irrompe nella sua vita un imprevisto. Caterina, un’affascinante signora attraversa di volata l’atrio, spalanca la porta d’ingresso e si para di fronte a lui per annunciargli che… è licenziato. La sua presenza non è più richiesta e verrà presto sostituito da un’App! Un’App?! Gli azionisti parlano chiaro: bisogna capitalizzare, fatturare e quindi automatizzare.  Tuttavia, il buon Angelo non è tipo da farsi intimidire e punta i piedi, in una lotta per la sopravvivenza senza esclusione di colpi.

L’atrio del condominio si trasforma, d’incanto, in una scacchiera. Ogni giocatore muove i propri pedoni cercando di prevalere sull’altro, ricama le proprie strategie per restare a galla in questa folle corsa chiamata “progresso”. Chi vincerà la partita? Lo spettacolo racconta, in un susseguirsi di situazioni comiche e poetiche a ritmo incalzante, l’immensa confusione che vive oggi il mondo del lavoro. Il lavoro, un mostro a mille teste, tra orari impossibili, nuove e paradossali occupazioni e, sempre più spesso, perdita di contatto con la realtà. In questo mondo incontriamo la giungla degli inglesismi tra rider, smart working, pet sitter, media manager e chi più ne ha più ne metta. Ultimo e non ultimo il grande Convitato di pietra: l’intelligenza artificiale, una sorta di fantasma che sembra un giorno dover seppellire ogni relazione umana e ogni capacità critica. Il tutto è raccontato dal punto di vista di Angelo e Caterina. I due si scambiano di continuo i ruoli di vittima e carnefice, in un piccolo condominio, spaccato rappresentativo della nostra vita di ogni giorno.

Info

Teatro della Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Venerdì 31 gennaio, ore 21 (sold out)

Condominio mon amour

Di Daniela Cristofori, Giacomo Poretti, Marco Zoppello

Con Daniela Cristofori, Giacomo Poretti

Regia Marco Zoppello

Scenografia Stefano Zullo

Costumi Eleonora Rossi

Disegno luci Matteo Pozzobon

Musiche originali ed effetti sonori Giovanni Frison

Assistente alla regia Irene Consonni

Produzione Teatro de Gli Incamminati, con il sostegno di GiGroup

Biglietti: intero 22 euro + ridotto 20 euro

www.teatrodellaconcordia.it

011 4241124 – info@teatrodellaconcordia.it

Rallye MonteCarlo Historique, il via questa sera da piazza Castello

 

Prenderà il via questa sera alle 19 da piazza Castello per la 27ª edizione del Rallye Monte-Carlo Historique, gara internazionale di regolarità organizzata dall’Automobile Club Monaco.  Da Torino – una delle 4 sedi di partenza grazie al supporto del locale Automobile Club – insieme alla tedesca Bad Homburg, alla francese Reims e a Montecarlo, partiranno 54 equipaggi al volante di vetture costruite tra i primi anni Cinquanta e il 1982.

Dopo una prima tornata di verifiche tecniche nella giornata di ieri le operazioni di controllo sulle vetture proseguono oggi in piazzetta Reale dalle 8 alle 16. Nel frattempo una speciale esposizione delle automobili in gara sarà visibile al pubblico fino alle18. Inoltre, nel pomeriggio, alle ore 17, verrà pubblicato l’elenco dei partenti, con la presenza delle autorità e degli ospiti ufficiali. Un appuntamento atteso da tutti, che segnerà l’inizio delle attività di gara.

Dopo il primo concorrente al via alle 19 le altre vetture partiranno a intervalli di un minuto, ma la novità dell’edizione 2025 sarà la presenza di una “staffetta d’onore” per ogni equipaggio. Ogni concorrente sarà accompagnato da una supercar o da una vettura da rally su un tratto del percorso cittadino, un momento che aggiungerà spettacolo e adrenalina alla partenza. Per l’occasione, la Fanfara dei Bersaglieri arricchirà la cerimonia con una sfilata che attraverserà Piazzetta Reale, regalando un tocco di solennità e tradizione alla partenza del rally.

I concorrenti si troveranno ad affrontare le sfide più ardue delle strade di montagna, con oltre 2mila km da percorrere e molte prove speciali distribuite lungo il percorso. Le condizioni meteo, spesso instabili, potrebbero rendere la gara ancora più impegnativa, con strade ghiacciate e superfici bagnate così da testare le abilità di piloti e navigatori. Le vetture storiche partecipanti, tra cui modelli iconici come Lancia Stratos, Fiat 124 Abarth, Porsche 911 e Alfa Romeo Giulia GT, saranno le vere protagoniste di questa sfida.

Per maggiori informazioni, programma dettagliato e aggiornamenti in tempo reale, visitare il sito ufficiale

TORINO CLICK

Urologia e Robotica: un avatar in sala operatoria, anteprima mondiale dal San Luigi Gonzaga e da Candiolo  

3° International Techno-Urology Meeting (TUM), 30 e 31 gennaio 2025
Orbassano (TO), 30 gennaio 2025Un avatar medico che interagisce e dialoga con il chirurgo in sala operatoria, consigliando in tempo reale il tipo di intervento più opportuno per tumori alla prostata o al rene, in base alle caratteristiche del caso clinico da operare, istantaneamente confrontate con i dati relativi a quelli di centinaia di pazienti già operati.
È possibile, per la prima volta in assolutograzie a un software che sfrutta l’intelligenza artificiale, sviluppato ad hoc dall’Urologia del San Luigi Gonzaga di Orbassano, dal Dipartimento di Oncologia dell’Università degli Studi di Torino, e dal Dipartimento di Informatica di Unical, Università degli Studi di Cosenza.
La nuova tecnologia di AI è presentata in anteprima alla 13esima edizione di TUM, Techno-Urology Meeting, giovedì 30 e venerdì 31 gennaio, durante il quale vengono effettuati i primi interventi di chirurgia robotica per tumore di rene e di prostata mediante l’utilizzo di questo software, trasmessi in diretta dalle sale operatorie del San Luigi e dell’Istituto di Candiolo-IRCCS.
“Grazie allo sviluppo di sofisticate tecnologie di intelligenza artificiale – spiega Francesco Porpigliadirettore del Dipartimento di Area Chrirugica e dell’Urologia del San Luigi Gonzaga di Orbassano e professore dell’Università degli Studi di Torino – è possibile oggi progettare degli algoritmi che, nutrendosi di migliaia di informazioni cliniche dei pazienti, acquisiscono capacità di apprendimento, mettono in relazione causa ed effetto e possono generare previsioni. L’intelligenza Artificiale diventa quindi finalmente capace di proporre e modulare le strategie chirurgiche su misura per ogni paziente affetto da una specifica patologia”.
La nuova tecnologia viene applicata alla chirurgia robotica conservativa dei tumori renali e la chirurgia robotica per il trattamento dei tumori di prostata. Si basa su uno specifico algoritmo “allenato” a identificare diversi possibili scenari chirurgici, sulla base dell’analisi di dati anonimizzati di centinaia di pazienti già sottoposti a interventi di chirurgia robotica presso il reparto di Urologia dell’AOU San Luigi e che, rispetto ai sistemi di calcolo convenzionali, è un grado di individuare dei collegamenti tra le caratteristiche del paziente e del tumore da cui è affetto e i possibili risultati dopo l’intervento chirurgico di asportazione della malattia.
Nel caso di tumori del rene, in cui è indicato rimuovere solo la massa tumorale e preservare l’organo, l’intelligenza artificiale è capace di indicare al chirurgo la migliore successione di passaggi da eseguire durante la procedura operatoria per ottenere la massima preservazione possibile di rene sano con una sicurezza completa nell’asportare la malattia. Per i tumori della prostata, invece, questa tecnologia è stata modulata per indicare al chirurgo, per il caso che si sta accingendo ad operare, la scelta strategica migliore per preservare la funzione sessuale e la continenza urinaria, senza peraltro compromettere l’efficacia oncologica dell’intervento.
Il chirurgo si confronta in tempo reale con il software, discute con questo le strategie proposte e, quindi, sceglie l’intervento che ritiene più adatto per il paziente sulla base della sua esperienza e delle informazioni che ha ottenuto dal sistema. L’avatar è infatti in grado di ascoltare e comprendere le domande, modulare le risposte e dialogare in maniera coerente con il chirurgo in relazione al caso specifico del paziente da operare.
Ricerca, innovazione, intelligenza artificiale, chirurgia robotica sono alla base di una sanità proiettata al futuro per una cura e un’assistenza all’avanguardia già nel presente – ha voluto sottolineare l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi – Ciò che viene presentato al TUM in anteprima mondiale è una tecnologia che fa del Piemonte, ancora una volta, un faro e un’eccellenza nel campo della ricerca ed è con orgoglio che ringrazio il professor Porpiglia e tutti i professionisti che hanno reso possibile la realizzazione di questo avatar”.
Per consultare il programma dei lavori e l’elenco dei relatori: http://www.technourologymeeting.com/

Le campane di Maria Ausiliatrice annunciano la festa di don Bosco

Per la prima volta sarà il suono di 12 campane ad aprire solennemente la festa liturgica di San Giovanni Bosco. A partire da oggi, dalla basilica di Maria Ausiliatrice a Torino i rintocchi si mescoleranno ai suoni della città per richiamare i fedeli alla preghiera e alla festa per don Bosco che domani, 31 gennaio, vedrà arrivare migliaia di persone in basilica ma che viene vissuta anche in tutte le chiese salesiane e gli oratori presenti in ogni parte del mondo. Sono tanti gli appuntamenti, le serate e le iniziative volte a ricordare l’attualità del carisma del fondatore dei salesiani. A Maria Ausiliatrice, alle 18,00, la Messa è presieduta da mons. Alessandro Giraudo, Vescovo Ausiliare di Torino. Alle 19 presiede i primi Vespri don Stefano Martoglio vicario del Rettor Maggiore. Alle 20.30 la Veglia per don Bosco sarà animata dai novizi salesiani. Nel giorno della festa, il 31 gennaio, il programma in basilica prevede alle 11.00 la Messa per don Bosco animata dalla Corale della Basilica e alle 17 la funzione religiosa presieduta dal Vescovo emerito di Biella, mons. Gabriele Mana. Ultima celebrazione alle 21,00, la messa con il Sermig presieduta da don Andrea Bisacchi.

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La fotografia è di Mihai Bursuc-La Voce e il Tempo

Repole in Kenya

Arriva oggi a Nairobi l’arcivescovo di Torino Roberto Repole. Il cardinale visiterà la missione della Diocesi di Torino nella parrocchia dei Santi Innocenti a Tassia, alla periferia della capitale Nairobi. Lo accompagna don Alessio Toniolo, incaricato diocesano per i missionari “fidei donum”. A Tassia incontreranno il missionario don Paolo Burdino che insieme a padre Michael Ndirangu, missionario della Consolata, guida la comunità locale. La chiesa di Tassia fu eretta nel 2012 e la prima celebrazione si svolse alla presenza del cardinale Njue, ex arcivescovo di Nairobi. Fu affidata inizialmente ai due missionari torinesi don Mauro Gaino e a don Beppe Gobbo, poi sostituiti da don Burdino e don Presicce. In 13 anni la chiesa parrocchiale si è ingrandita e alcuni anni fa è stata inaugurata la “Hall”, una struttura per gli incontri dei gruppi parrocchiali, uno spazio per i bambini disabili e il forno per produrre i dolci. L’arcivescovo Repole tornerà a Torino mercoledì 5 febbraio.
Filippo Re