ilTorinese

Vigilanza armata in ospedale dal mese di febbraio

Dal primo di febbraio nei pronto soccorso dell’Asl Città di Torino saranno presenti vigilantes armati. E’ stato  il Commissario dell’Asl, Carlo Picco, a prendere la decisone in seguito “all’incremento preoccupante delle aggressioni nei confronti degli operatori sanitari e degli utenti”. In tutto 87 i casi nel 2019, ovvero il 30% in più dell’anno prima. Oltre alla vigilanza l’asl sta potenziando i servizi di video-sorveglianza. La vigilanza armata riguardera’ in particolare, i pronto soccorso degli ospedali Maria Vittoria, Martini, Oftalmico e San Giovanni Bosco. e sarà  attiva h24, sette giorni sutte.

I nuovi concerti di “Vitamine Jazz”

Gli appuntamenti della settimana all’Ospedale Sant’Anna per la rassegna già arrivata al centocinquantaquattresimo concerto e alla sua terza stagione, organizzata per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curata da Raimondo Cesa

 

I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari.

Martedì 21 gennaio “Trio Fabbrini Russo Borotti”

Monica Fabbrini voce
Pino Russo chitarra
Diego Borotti sax

Monica Fabbrini

 

Allieva di chitarra del maestro Maurizio Colonna.
Innumerevoli le performance in Gala’, concerti in tutta Europa, tra cui lavori di sonorizzazione per grandi convegni aziendali quali Fiat, Ferrero, Gancia (dal 2006 ad oggi) o istituzionali quali Convegno Nazionale Ordine degli Ingegneri nel 2010 al Palaisozaki di Torino.
Nel 2013 partecipa al Torino Jazz Festival, nella sezione Fringe, con il suo disco Moni’s Mood, al Piossasco Jazz Festival e alla manifestazione Jazz Acqua Dolce di Avigliana.
Nel 2014 partecipa nuovamente al Piossasco Jazz Festival, alla manifestazione Sale e Pepe di Collegno e al ChiusArte Jazz Festival di Chiusa Pesio. Insegnante di supporto durante masterclass fra le quali quella di Gege’ Telesforo.
Collabora con Con Alberto Marsico e Diego Borotti , con i quali pubblica il primo cd a proprio nome dal titolo ” Moni’s Mood, Alberto Mandarini, Luigi Tessarollo, Mattia Barbieri, Davide Liberti, Alessandro Minetto, Paolo Franciscone, Alberto Gurrisi, Gilson Silveira, Daniele Tione, Gianpaolo Petrini. Massimo Camarca, Daniel Bestonzo, Francesca Oliveri, Gianluca Guidi, Augusto Martelli, Gegè Telesforo

Pino Russo

Pino Russo, eclettico chitarrista, plurilaureato, compositore ed arrangiatore. Docente di Chitarra Jazz al Conservatorio Verdi di Torino, è stato una colonna portante del Centro Jazz ed in seguito fondatore della Jazz School Torino.
Vari i riconoscimenti e premi tra cui: Incroci Sonori Jazz 2008, Premio Mancinelli al Concorso Massimo Urbani 2009, Premio Migliore Rivisitazione Classica al Barezzi-Live 2009.Ha suonato per svariati eventi tra cui: XXIII Festival Jazz en Lima (Perù), Grenoble Jazz Festival, Praga Jazz Festival, Annecy Jazz Festival, Acoustic Guitar Meeting di Sarzana, Linguaggi Jazz, Torino Jazz Festival, Ivrea Euro Jazz Festival, Antidogma Musica. Soprannominato “L’orchestra a sei corde” per la concezione estremamente dinamica della produzione sonora e del “gesto” chitarristico. Nella sua lunga carriera ha sviluppato un’intensa ricerca timbrica sulla chitarra esplorando diverse sonorità musicali attraversando Jazz, Bossa-nova, Musica Mediterranea, Contemporanea e Contrappunto Bachiano.

Diego Borotti
L’attivita’ jazzistica lo porta a collaborare con molti jazzmen di fama internazionale tra cui Franco D’Andrea e Dado Moroni, Barney Kessel e John Patitucci, Steve Grossman ed Enrico Rava, Flavio Boltro e Francois Jeanneau, in innumerevoli club e festival di piu’ di 20 paesi europei e non, per oltre 2000 concerti.
Tra il ’90 ed il 2000 compone numerosi concerti , la sonorizzazione dell’esposizione europea del Whitney Museum di N.Y. con il Saxea 4tet, il concerto per coro rinascimentale, gregoriano e saxofono “Contrapunctum”, “Tam Tam” per il Teatro Regio di Torino con alcuni tra i piu’ grandi maestri di tamburo africani.Dal ’96 ad oggi dirige decine di jazz-festival e manifestazioni musicali tra cui “JAZZ IN TOWN ” edizioni ’97 e ’98 a Torino e Bologna,per la Philip Morris Companies, “JAZZ A PALAZZO” presso il Palazzo Reale di Torino nelle edizioni del 2001 e 2002, COCCHI JAZZ FESTIVAL TORINO 2012. E’ attualmente il condirettore artistico del TORINO JAZZ FESTIVAL.
Ha preso parte al World Summer Tour di Solomon Burke (2004-2006), durante il quale ha suonato con BB King al “RAY CHARLES MEMORIAL” di MONTREUX JAZZ FESTIVAL. Tra il 2005 ed il 2007 ha lavorato ai tour ed alle produzioni editoriali di Fiorella Mannoia, partecipando,tra le decine di concerti, al “Live 8” di Roma. Ha insegnato dal 2008 al 2010 “Jazz: Estetica e Tecnica dell’improvvisazione” presso il Conservatorio G. Cantelli di Novara.
Fonda nel 2012 con Pino Russo e Paolo Franciscone la JAZZ SCHOOL TORINO.

Giovedì 23 gennaio

Amedeo – Arnoldi – Nicola Trio

Ivano Amedeo pianoforte
Dante Arnoldi sax tenore
Claudio Nicola contrabbasso

Il gruppo nasce dal piacere di condividere tra musicisti e con gli ascoltatori le atmosfere dei grandi classici
del jazz, da Duke Ellington a Miles Davis passando per Sonny Rollins.
Gli Standards jazz costituiscono il cuore del genere e la lingua comune di tutti i jazzisti, di ogni provenienza e di ogni epoca. Il materiale, profondamente assimilato, viene restituito, elaborato attraverso le emozioni personali di ogni interprete rinnovandosi e ad ogni esecuzione in un ciclo infinito di rinascita.
Ivano Amedeo, piano, ha ereditato la passione per il jazz dal padre contrabbassista. Dopo gli studi con Aldo Rindone ha preso parte a numerose iniziative in campo musicale e jazzistico in particolare Avigliana Jazz Festival. Il segno caratteristico è la predilezione per le armonizazioni ricche e comunicative.
Per l’ occasione è accompagnato da Dante Arnoldi al sax tenore, membro stabile del gruppo “I CETRI” e Claudio Nicola, presente in varie formazioni sulla scena del jazz torinese da molti anni, al contrabbasso. L’idea è quella di “cullare” e “curare” con la musica le persone in ascolto.

Le Sardine e il popolo in cerca d’autore

Ed ora tocca alle “Sardine. Hanno sfondato anche a Torino. In tutte le città d’ Italia Vedremo. Ad oggi un successo innegabile

4 ragazzotti (con tutto rispetto, sia ben chiaro) che dal nulla, con un’ ottima idea di marketing, e tanto internet, riempiono le piazze.

Cattivello Matteo Salvini:
fanno quello che il PD non è più capace. Ha ragione. Ragazzi che hanno intercettato un intero
popolo in cerca d’ autore. Un popolo esasperato dai toni esasperati di questa continua ed eterna
campagna elettorale. Ad oggi un risultato lo  hanno già portato a casa: è finita l’ egemonia della Destra
nelle piazze  Avanti, c’ è posto per tutti. I leader sono oramai diventati star televisive. Persino
Prodi li blandisce. Esasperato dall’ odio e rancore. Anche qui,  forse, se n’e’ pure accorto il
nostro Matteo Salvini che smorzando i toni vira al centro. Ci tenta anche la Meloni con scarsi
risultati. Lei lotta contro il suo Dna. Complementari gli anarcoidi ed alternativi in generale.
Occupazioni e sopraffazioni di vario genere. Violenze non solo verbali.
Ma se la politica e/o i politici non stanno bene anche la società civile non è da meno. Genitori che
picchiano l’ avversario sportivo del proprio figlio.

Picchiano professori colpevoli di fare il loro dovere o ci sono  professori che inneggiano alla morte
di carabinieri o minacciano di ritorsioni i propri studenti se non la pensano politicamente
come loro. E ( purtroppo ) non è finita. Femminicidi, violenza sulle donne. Anche qui
con il suo tragico perché: le donne non fanno o non sono quello che l uomo violento vuole che siano.
Violenze, sopraffazioni, insulti, prevaricazioni, omicidi . La violenza si alimenta con l’ ignoranza.
Ben vengano manifestazioni dove si invitano i partecipanti nel portare un libro da regalare. Nel
cercare caciara ci si mettono quelli di Casa Pound. Veniamo anche noi. Pronta la risposta
delle Sardine . Mai e poi mai, noi siamo antifascisti. Si metteranno in proprio le Sardine?
Per ora sembra di no. Gioisce la sinistra e decisamente irritata la destra. Zingaretti ci si
fionda e vuole riformare il PD partendo dalle Sardine. Qualcosa gli sfugge. Matteo Renzi
gongola : avanti c’e’ posto al centro. Se poi passa il proporzionale puro con sbarramento si
rimescola tutto. Trent’ anni di politica italiana buttata via. Dalla sbornia per il maggioritario al
ritorno alle origini del proporzionale.

Le Sardine dicono di essere in linea con gli europeisti ed antisovranisti.
Traducendo in soldoni sono di sinistra , sinistra variegata e multicolore , forse sinistra nuova.
Come i leghisti contenti della vittoria dei conservatori inglesi alle elezioni. Maggioranza
blindata. Ora l’ Europa la pagherà cara. E  vedremo cosa succederà anche sul
Mef. I laburisti perdono 11 punti. Soprattutto alcune storiche roccaforti rosse cadono e
diventano fieramente anti Europa. Non che Corbin da buon britannico l’ abbia mai amata. Si
continua a scherzare con il fuoco. Immigrazione? Anche in Inghilterra ha pesato, anche se
la maggioranza dei non inglesi arrivano dall’ex Commonwealth. Si noti che su 64 milioni di abitanti
30 hanno diritto al voto. Ne vedremo delle belle, o brutte. Per ora, un po’ alla chetichella
ex pentastellati passano alla Lega. Con l’ Italia intera che continua nel perdere colpi. Altre crisi
industriali hanno colpito anche il Friuli. Sinistra, destra, sovranisti e Sardine, fascisti e neonazisti
Europa e Trump che ora vuole fare l’ accordo con i Cinesi: è un grande calderone, una
matassa difficile difficile da districarsi. Si possono fare paralleli tra Sardine e Podemos
spagnoli? Non so, forse. Difficile in questo bailamme avere certezze. In Spagna prima
Podemos e Socialisti hanno bisticciato, poi dopo le elezioni sono al governo insieme. In
Italia si stanno già interrogando su che cosa diventerà il movimento delle piazze sardinesche. La
destra li sfida: vedremo cosa farete alle elezioni. Loro , sorridendo, rispondono che qualche
cosa hanno già ottenuto: risvegliare un popolo stufo di assistere davanti a televisioni e
computer lo sfascio esistente. Un popolo che ha preferito scendere in piazza e dire che cosa
ne pensa. Se sono rose fioriranno per loro e magari per la democrazia del nostro paese.

 

Patrizio Tosetto

Innovazione e tecnologia per il futuro di Torino e del Nord-Ovest

Cassa Depositi e Prestiti: presentato  il Focus Territori  per un nuovo sentiero di sviluppo

 

Dopo la crisi, le Regioni del Nord-Ovest d’Italia hanno saputo riorientarsi meglio di altre verso servizi a valore aggiunto e mercati internazionali dinamici e più promettenti. In questo modo, hanno mantenuto il loro ruolo di traino dell’economia nazionale, soprattutto grazie a una dotazione infrastrutturale superiore alla media, alla presenza di imprese relativamente più grandi e a un ecosistema capace di stimolare la creazione di un vero e proprio hub tecnologico funzionale a tutto il Paese. Questi i principali risultati emersi dal Focus Territori CDP Think Tank – Il Nord-Ovest d’Italia: innovazione e tecnologia per un nuovo sentiero di sviluppo il report coordinato da Andrea Montanino, Chief Economist Gruppo CDP, Gianfranco Di Vaio, Responsabile Ricerca Macro CDP e di Nunzio Tartaglia Responsabile Divisione CDP Imprese.

L’aver attraversato alcuni momenti di difficoltà non ha inciso sui livelli di reddito dell’area, che restano ancora superiori al resto del Paese, con la Lombardia che supera i 38 mila euro di prodotto per abitanteLa capacità di riorientarsi del sistema Nord-Ovest risulta evidente anche dal suo posizionamento nel commercio mondiale. L’area infatti presenta una maggiore vocazione rispetto al resto del Paese verso i mercati che negli ultimi anni si sono rivelati più dinamici, sia sotto il profilo geografico che settoriale. Il 35,1% delle esportazioni del Nord-Ovest è destinato ai comparti caratterizzati da una maggiore crescita della domanda mondiale, con punte che raggiungono il 38,2% per la Liguria e il 36,6% per il Piemonte.

 

Queste caratteristiche hanno consentito al Nord-Ovest di mantenere il ruolo di traino dell’economia nazionale, mettendo in evidenza alcune sue peculiarità:

– una dotazione infrastrutturale superiore alla media nazionale, che ha permesso di costruire un tessuto di reti e nodi funzionale a intercettare il network europeo. La rete autostradale si estende per 3,5 km ogni 100 kmq rispetto a una media nazionale di 2,3 km; le ferrovie si estendono per 7,3 km ogni 100 kmq a fronte del 5,6 nazionale;

– una struttura imprenditoriale caratterizzata da imprese di dimensioni medio grandi in grado di innovarsi, digitalizzarsi e di posizionarsi all’interno delle catene globali del valore. In particolare, la quota di addetti nelle grandi imprese è pari al 29,5%, a fronte di una media nazionale pari al 22,5%;

– un ecosistema capace di stimolare la creazione di un hub tecnologico funzionale a tutto il territorio nell’imprimere un’accelerazione alle attività di ricerca e sviluppo, alla nascita di start-up e all’innovazione del tessuto produttivo. Nell’area si concentra il 33,6% delle start-up innovative censite sul territorio nazionale ed è stato effettuato oltre il 50% delle operazioni di Private Equity e Venture Capital registrate nel 2018.

In particolare:

la Lombardia ha mostrato la capacità di valorizzare le specificità del territorio, sia nella componente legata ai grandi poli industriali a elevata intensità di capitale, come l’energia e la meccanica, che in quella connessa alle economie di distretto quali il tessile e l’arredamento. Questa tendenza in anni più recenti ha consentito alla Regione di consolidare una struttura di medie imprese fortemente orientate all’export, a cui si è affiancata la leadership nazionale in campo finanziario e la capacità di Milano di evolvere verso un modello di terziario avanzato in grado di connettere la città con i network metropolitani europei e di trainare la crescita dell’intera Regione;

il Piemonte ha iniziato un processo di riconversione verso una valorizzazione dell’economia territoriale, grazie alla presenza di comparti tradizionali del “made in Italy”, come l’alimentare, e al rafforzamento del segmento dei servizi avanzati, nonostante sia stato tradizionalmente legato allo sviluppo dell’industria pesante, come quella dell’automotive;

la Liguria ha evidenziato negli anni post crisi una minore capacità di reazione riconducibile sia alla limitata capacità innovativa del tessuto imprenditoriale che al declino demografico che ha ostacolato la ripresa del dinamismo socio-economico;

la Valle d’Aosta ha seguito un percorso di sviluppo del tutto peculiare, concentrato prevalentemente nei servizi e nei comparti manifatturieri a media e bassa tecnologia, che l’ha resa particolarmente vulnerabile agli effetti della crisi anche in ragione delle dimensioni particolarmente contenute dal punto di vista fisico, economico e demografico, della configurazione geo-morfologica del territorio.

Tali dinamiche si sono accompagnate a una progressiva contrazione della componente industriale a favore dello sviluppo del settore dei servizi. Se, infatti, nel 2007 l’industria rappresentava ancora in media il 29,6% del totale del valore aggiunto del Nord-Ovest, circa 3 punti percentuali in più rispetto al valore nazionale, nel 2017 l’incidenza si è ridotta al 26,8% con una progressiva convergenza verso il dato italiano pari al 24,1%. Nell’orizzonte temporale preso a riferimento, la Valle d’Aosta e la Lombardia evidenziano la dinamica di terziarizzazione più accentuata, con incrementi rispettivamente di 7,8 e 3,8 punti percentuali, mentre è la Liguria a mostrare la quota dei servizi più elevata, con l’80,4%.

Il Focus sul Nord-Ovest

Tornando allo studio, una conferma della primaria importanza delle Regioni del Nord-Ovest arriva dall’analisi dei “nodi” di trasporto, in cui si osserva che quello del capoluogo ligure è il primo porto mercantile italiano, con la movimentazione di oltre 2,6 milioni di TEU (Twenty-foot equivalent unit) di traffico container nel 2018, ovvero circa il 24,6% del traffico containerizzato italiano. Sono sempre in Liguria, poi, due dei principali scali crocieristici nazionali, con il sistema portuale di Genova e Savona che grazie a circa 1,9 milioni di passeggeri complessivi nel 2018 è stato secondo solo a Civitavecchia (che ha un traffico di 2,4 milioni di passeggeri). D’altro canto, però, la Liguria ha evidenziato negli anni post crisi una minore capacità di reazione riconducibile sia alla limitata capacità innovativa del tessuto imprenditoriale che al declino demografico che ha ostacolato la ripresa del dinamismo socio-economico.

Nonostante le difficoltà seguite alla crisi economico-finanziaria, lo studio registra però che nel complesso il Nord-Ovest è ancora caratterizzato da livelli elevati di reddito, con un PIL pro capite di oltre 35 mila euro, superiore sia ai 30 mila della media europea che ai 28 mila euro del dato nazionale. Del resto, tutte le Regioni che compongono l’area (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta) presentano un PIL pro capite superiore alla media italiana, con il picco della Lombardia che supera i 38 mila euro di prodotto per abitante. Nel complesso, tra il 2012 e il 2017, il Nord-Ovest registra una crescita annua del PIL reale pari allo 0,7%, superiore al dato nazionale (0,4%), sebbene distante dalla media europea (1,8%). Tuttavia, accanto alla Lombardia, che mostra una crescita del PIL superiore alla media dell’area (0,9%), e al Piemonte, che registra comunque un dato positivo (0,5%), si osservano valori negativi per la Liguria (-0,2%) e, soprattutto, per la Valle d’Aosta, il cui PIL è diminuito quasi del 2%.

Il Nord-Ovest, secondo il Focus Territori CDP, ha quindi l’opportunità di valorizzare il suo potenziale per restare competitivo e giocare un ruolo ancora più importante nel contesto europeo, puntando su una serie di eccellenze: i settori industriali, come l’automotive, che possono offrire delle opportunità in una logica di filiere internazionali; il sistema integrato della portualità e logistica, che attraverso opportuni investimenti  può rafforzare il ruolo dell’area di punto di accesso all’Italia e all’Europa; le risorse culturali e naturali, che hanno significativi margini di crescita in termini di flussi turistici e, infine, il comparto della formazione, che attraverso un network integrato delle eccellenze presenti può rafforzare la capacità di innovazione del territorio e dell’intero Paese.

 

Gli anni di liceo

Caleidoscopio rock USA Anni ’60

Impossibile contare il numero di bands americane degli anni Sessanta che nacquero e morirono entro gli anni di liceo, destinate a sciogliersi con le iscrizioni al college o con la chiamata in esercito

La spensieratezza degli anni della high school erano la linfa vitale perfetta per una fantasia musicale spontanea (anche se grezza), per l’incoscienza e per i sogni più ambiziosi e velleitari.

Per le bands di liceali qualsiasi posto era buono per esibirsi, si badava poco agli introiti, la necessità più urgente era il farsi conoscere, dimostrare la propria buona volontà sperando di attirare l’attenzione di qualche intermediario di case discografiche; non si poteva mai sapere dove potessero sbucare i talent-scout, magari perfino camuffati ai margini di feste di high-school proms o in teen dance clubs… o in qualche parlour di locali non necessariamente pensati per le esibizioni musicali, o in adult clubs di seconda o terza fascia. Ciò che importava era possedere una marcia in più, meglio se supportata da managers sufficientemente sfacciati e audaci, ma comunque ragionevoli. Un esempio riassuntivo di tutto ciò? La band The Strangers di Boston, meteore formatesi nel 1964 e scioltesi entro l’estate 1966, con il management di Rip Rapolla e John Gioioso. Tutti studenti di liceo, tre su quattro figli di immigrati italiani, Dan Gioioso (chit), Jimmy Chicos (chit), Tony Baglio (b), Joe Beddia (batt), seppero subito entrare nel giro delle feste universitarie di Boston, infilandosi strategicamente in vari frat parties ed esibizioni in M.I.T., Northeastern University e Boston University, grazie all’intraprendenza di Rip Rapolla. Era buona anche l’attività sul versante dei clubs (tra cui “Ebb Tide” e “The Novelty Lounge”) nell’area tra Boston, Revere, Somerville, Malden, Cambridge e Medford, la partecipazione a “Battles of the Bands” e l’esibizione come opening band (in un’occasione anche per James Brown). Il sound dei The Strangers er un mix di varie influenze, tra cui The Ventures, Beach Boys e Beatles e trovava senz’altro il suo habitat naturale nelle feste universitarie, nell’ambito delle quali furono possibili contatti per l’ingresso in sala di registrazione. L’occasione non tardò ad arrivare (sempre grazie all’iperattività del manager Rapolla) anche con il supporto di un paio di radio locali. Con l’etichetta Oriel uscì l’unico 45 giri della band, probabilmente nell’autunno 1965: “Lonely Star” [Gioioso] (341; side B: “What A Life” [Pires (Baglio) – Gioioso]), prodotto a Newton da Petrucci & Atwell e registrato con mezzi quasi di fortuna ed impianti ridotti al minimo indispensabile. L’esito dell’incisione non fu nulla di eccezionale e l’effetto sulle classifiche radiofoniche si dissolse piuttosto in fretta, con conseguente grande sconforto dei ragazzi. I mesi successivi trascorsero in fretta e già nel 1966 la band venne a sciogliersi in concomitanza con l’ingresso del bassista Tony Baglio al college (attualmente Baglio è direttore di produzione presso Greater Media/Boston). Ma i riflettori sugli anni di liceo dei The Strangers si sono riaccesi più di trent’anni dopo, quando il brano “What A Life” è stato ripescato nel 1998 in The Essential Pebbles Collection, vol. 1. La parabola era stata rapida… ma a volte può capitare, per qualche scherzo del destino, che qualcuno faccia riemergere quello che fu…

 

Gian Marchisio

 

Guarda il video

Scontrino elettronico: i vantaggi per i consumatori

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

 

Dal 1° gennaio 2020 è scattato l’obbligo di emissione dello scontrino elettronico per tutti gli esercenti

Al nuovo sistema devono attenersi artigiani, albergatori, ristoratori, partite Iva al regime dei minimi e forfettari con redditi annui inferiori ai 65.000 euro e tutti quegli operatori economici che emettono ricevute fiscali.

Il passaggio al nuovo sistema era già entrato in vigore dal luglio dello scorso anno per circa 200mila soggetti che nel 2018 avevano dichiarato un volume d’affari superiore a 400.000 euro.

L’Agenzia delle Entrate ha invece posticipato al 30 giugno 2020 l’introduzione delle sanzioni per chi non rispetterà l’obbligo.

Per sostituire o aggiornare i registratori di cassa, omologandoli così ai nuovi registratori telematici, gli esercenti hanno dovuto spendere tra gli 800 e i mille euro. Si tratta di una spesa che però è stata in parte ammortizzata da un contributo statale, sotto forma di credito d’imposta, pari al 50% della cifra investita. Il contributo arriva a un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento. Con il nuovo sistema gli esercenti non dovranno più tenere il regime dei corrispettivi, conservando le copie dei documenti commerciali rilasciati ai clienti.

Con i registratori telematici l’Agenzia delle Entrate è infatti in grado di acquisire tempestivamente e correttamente i dati fiscali delle operazioni effettuate durante il giorno per metterli poi a disposizione degli operatori Iva o dei loro intermediari. Per non incorrere in sanzioni, la trasmissione dei dati fiscali attraverso i registratori telematici dovrà essere eseguita dagli esercenti nella stessa giornata in cui è stata effettuata la vendita o al massimo entro e non oltre 12 giorni.

Nuoto per salvamento, Campionato di Categoria a Torino

Il 2020 del nuoto per salvamento piemontese comincia con l’importante appuntamento del  Campionato Regionale di Categoria , in programma sabato 18 (pomeriggio) e domenica 19 gennaio al Palazzo del Nuoto di  Torino 

337 atleti sono attesi nell’impianto di via Filadelfia, in rappresentanza di 14 società e per un totale di oltre 1200 presenze gara, di cui 138 staffette. Si contenderanno i titoli e le medaglie a livello regionale e si metteranno alla prova in vista del primo evento nazionale del nuovo anno: il Campionato Italiano Invernale di Categoria, in calendario dal 12 al 16 febbraio a Riccione. Articolo completo a questo link

Fondazione Crt cerca 50 “Talenti per il fundraising”

Un progetto unico in Italia per laureati: candidature entro il 14 febbraio

 AL VIA IL CORSO DI FORMAZIONE GRATUITO

Il bando, consultabile sul sito www.fondazionecrt.it, è aperto fino al 14 febbraio :è’ la nuova edizione del progetto “Talenti per il fundraising” della Fondazione CRT per 50 giovani aspiranti professionisti della raccolta fondi. Il corso, rivolto a laureati negli atenei del Piemonte e della Valle d’Aosta, è un’iniziativa unica nel panorama nazionale, perché offre 160 ore di alta formazione, con costi interamente coperti da Fondazione CRT. Cinque gli enti coinvolti nel progetto: Parco Nazionale Gran Paradiso, INFINI.TO – Planetario di Torino, Musei Reali Torino, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, CasaOZ Onlus.

LO SCENARIO ITALIANO

Secondo il V Italy Giving Report di Vita, sulla base degli ultimi dati fiscali disponibili (dichiarazioni dei redditi compilate nel 2018 per l’anno d’imposta 2017, definito dal Censis qullo “dell’Italia del rancore”), le donazioni degli italiani hanno segnato una battuta d’arresto dopo tre anni di crescita: -0,87%. L’ammontare delle donazioni fatte nel 2017 è pari a 5,320 miliardi di euro (contro i 5,367 miliardi del IV Italy Giving Report). I donatori sono passati dal 49% al 45%, con la voce specifica dei donatori informali che scende dal 44% al 41%.

Anche l’importo donato, secondo l’Istituto Italiano della Donazione, è diminuito

Nel 2019 hanno invece spopolato le raccolte fondi su Facebook in occasione dei compleanni, con un miliardo raccolto nel mondo, mentre è calata la raccolta degli sms solidali

UNA OCCASIONE DI LAVORO

“Talenti per il Fundraising offre ai giovani un bagaglio di conoscenze non solo utili ma necessarie per svolgere al meglio una professione sempre più strategica per le associazioni non profit – ha detto il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia. Dopo gli Stati Generali puntiamo a consolidare il ‘network dei 5.000 talenti’ della Fondazione CRT, per disseminare sul territorio e, soprattutto, tra le nuove generazioni, un patrimonio di competenze finalizzato allo sviluppo, alla crescita della competitività e alla riattivazione dell’ascensore sociale”.

“La quasi totalità dei 110 partecipanti alle prime due edizioni di TPF hanno trovato subito uno sbocco professionale, in gran parte nel fundrasing – ha dichiarato il Segretario Generale di Fondazione CRT e Presidente di EFC Massimo Lapucci –. “offre quindi opportunità concrete di lavoro in un settore che ha un grande potenziale di crescita, soprattutto in Italia “. Lapucci ha auspicato la creazione di un Mercato unico della Filantropia, che ancora manca in Europa: un obiettivo cui lavorano le reti internazionali del non profit, EFC e DAFNE, incoraggiando anche le donazioni transfrontaliere.

Il percorso formativo, in programma dal 28 marzo al 6 dicembre 2020, comprende lezioni teoriche, laboratori pratici su casi concreti, workshop tematici, attività di teambuilding e un modulo finale residenziale intensivo.

I 50 ragazzi affronteranno il ciclo di attività divisi in cinque gruppi di lavoro dedicati ai altrettanti player del terzo settore coinvolti nel progetto: Parco Nazionale Gran Paradiso, INFINI.TO – Planetario di Torino, Musei Reali Torino, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, CasaOZ Onlus. Tra le attività previste, le cinque “squadre” dovranno mettere in campo vere e proprie campagne di fundraising, che verranno “testate” in occasione del Donor Day, in programma sabato 28 novembre 2020.

Conclusa la fase formativa, i migliori 20 partecipanti avranno l’opportunità, grazie a borse messe a disposizione dalla Fondazione CRT, di effettuare un tirocinio di sei mesi presso enti non profit del Piemonte e della Valle d’Aosta: gli enti potranno candidarsi per accogliere i giovani Talenti per il fundraising e incontrare i ragazzi durante un “career day” ad hoc.

Chi sono i professionisti della raccolta fondi in Italia?

La figura del fundraiser sta sempre più prendendo piede: su LinkedIn ne risultano 5.859, di cui 458 nelle principali città piemontesi e valdostane.

I fundraiser sono prevalentemente donne: il 71%. L’età media è giovane, intorno ai 40 anni, e la maggior parte, il 63%, è rappresentata da professionisti che lavorano nel Nord (“I nuovi fundraiser” di Valerio Melandri e Beth Breeze, Maggioli Editore).

Sempre più fundraiser seguono percorsi ad hoc: il 78% di loro infatti, non solo è laureato, ma frequenta corsi ed eventi dedicati. Chi si specializza attraverso questi percorsi raccoglie il 63% in più rispetto agli altri.

Video, foto e materiali al link: http://bit.ly/35Iyih4

 

Sanità privata. L’assessore risponde alle polemiche

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, sull’ipotesi di affidare ai privati il servizio di Pronto Soccorso in talune realtà territoriali

«TROPPE SCIOCCHEZZE NEL DIBATTITO, NESSUNO CHIEDERA’ LA CARTA DI CREDITO AL PRONTO SOCCORSO»

«Vedo che il dibattito sul ruolo dei privati nella Sanità sta generando una serie di sciocchezze che rischiano di inquinare il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, soprattutto quando a parlare sono sindaci, rappresentanti istituzionali e delle associazioni sindacali. Deve essere chiaro che in Piemonte nessuno chiederà mai la carta di credito a chi si presenta per essere curato in un Pronto Soccorso. Il servizio reso dai privati, come nel caso dell’ospedale Gradenigo di Torino, è e sarà sempre gratuito. E’ mio dovere, come assessore, garantire l’erogazione delle prestazioni di Pronto Soccorso anche con l’attuale carenza di medici pubblici. Non si tratta di far pagare il servizio, ma di mantenerlo. Quando è necessario, non vedo cosa ci sia di scandaloso nel valutare l’ipotesi di affidare ai privati già convenzionati un servizio che il pubblico non riesce più a garantire, naturalmente nel rispetto dei criteri e dei controlli sull’appropriatezza delle prestazioni. Ragioniamo sui costi e sulle modalità, peraltro ben inquadrati dalle normative nazionali, ma non lasciamoci condizionare da pregiudizi ideologici che non hanno motivo di esistere, perchè è il pubblico a dettare le condizioni al privato e non viceversa. Insinuare il contrario, lasciando intendere che la Sanità piemontese va verso una deriva privatistica selvaggia e dispendiosa è disonesto verso il cittadino, che ha diritto a un Pronto Soccorso sempre aperto ed efficiente, pubblico o privato che sia, che non deve essere chiuso».

 

A Pragelato 280 atleti da 13 nazioni

La prestigiosa Alpen Cup sabato 18 e domenica 19 gennaio

 

GRANDI NUMERI A PRAGELATO: 260 ATLETI DI 13 DIFFERENTI NAZIONALITÁ SONO ISCRITTI PER LE GARE DI ALPEN CUP DEL 18 E 19 GENNAIO; 66 UNDER 18 PARTECIPERANNO ALLA TAPPA DI COPPA ITALIA RODE DI SABATO POMERIGGIO  

Ultimi preparativi a Pragelato per la due giorni di Alpen Cup, che sabato 18 e domenica 19 gennaio riporterà lo sci di fondo internazionale sulle nevi olimpiche del 2006. Per l’occasione è stato preparato un anello di 5km, che unisce i due tracciati delle Olimpiadi. Un percorso duro, che gli uomini ripeteranno ben sei volte nella mass start di 30km del sabato, mentre le donne faranno tre giri. Il dislivello della pista è di 178 metri, per un totale di 1068 metri per gli uomini e 534 metri per le donne.

Una rarità per l’Alpen Cup, come ha sottolineato Gino Peyrot, direttore di pista per l’evento organizzato dalla Pragelato Races, che ha così descritto il tracciato: «È una pista molto tecnica, perché le discese sono impegnative, comprendendo anche la famosa compressione che diede qualche pensiero atleti di alto livello alle Olimpiadi del 2006. Sarà anche un tracciato molto selettivo, in particolare la salita della chiesa a due chilometri dall’arrivo è molto impegnativa. Come Pragelato siamo soddisfatti perché domenica scorsa due atleti che hanno gareggiato per l’Italia nelle precedenti gare di OPA Cup, Lorenzo Romano e Daniele Serra, hanno espresso la loro soddisfazione nel gareggiare finalmente su una pista con salite e discese, non soltanto in piano. Ci tengo poi a sottolineare quanto sia emozionante per me avere questo ruolo nel giorno del ritorno internazionale del fondo a Pragelato. L’augurio è iniziare oggi con l’Alpen Cup per poi arrivare un giorno ad ospitare la Coppa del Mondo».

Esperto il direttore di gara, Andrea Roggia, che soltanto la passata settimana ha svolto questo ruolo nella tappa della Coppa del Mondo di combinata nordica, che si è disputata in Val di Fiemme: «A livello organizzativo siamo molto avanti, abbiamo già inquadrato tutte le problematiche. A Pragelato torna un evento che per la prima volta dalle Olimpiadi riporta qui atleti internazionali e strutture che non vedevamo da tempo. Siamo pronti e ci auguriamo vada tutto bene».

Molto alto il numero degli iscritti alla gara: 260 atleti gareggeranno nelle due gare di OPA Cup, provenienti da tredici nazioni, comprese tre squadre extra OPA come Australia, Estonia, Belgio e Canada. Presenti in totale 161 uomini (90 under 20) e 94 donne (55 Under 20). Sabato mattina, alle 9.30, partiranno le quattro mass start di Alpen Cup, mentre nel primo pomeriggio, attorno alle 14.30, si disputeranno le due mass start Under 18, valida per la Coppa Italia Rode, alle quali sono iscritti 66 atleti, 42 maschile e 24 ragazze. La domenica invece le individuali in skating, nella quale gli Under 18 gareggeranno in Alpen Cup.

 Tra gli iscritti diversi atleti da seguire con attenzione. La Francia si presenterà al via delle due gare del weekend con un contingente piuttosto competitivo, nel quale spiccano Richard Jouve, Baptiste Gros e Tom Mancini. Il primo, reduce da un weekend di Dresda piuttosto turbolento, ha regalato alla staffetta francese uno splendido bronzo ai Mondiali di Seefeld della passata stagione, mentre quest’anno è salito sul podio nelle sprint di Ruka e Lenzerheide. Attenzione anche a Jean Tiberghien e Arnaud Chautemps,rispettivamente  secondo e quarto nella classifica di Alpen Cup. L’Italia vedrà al via tre atleti che hanno partecipato ai Mondiali di Seefeld della passata stagione, come Simone Daprà, Stefano Gardener e Mirco Bertolina, oltre ai piemontesi Lorenzo Romano e Daniele Serra, mentre va tenuto d’occhio anche Paolo Ventura, ottimo protagonista nelle ultime gare di Alpen Cup. Tra le donne le azzurre più attese saranno Caterina Ganz ed Elisa Brocard, entrambe atlete della Squadra A, ma occhi puntati anche su Francesca Franchi e Sara Pellegrini, seconda nella classifica di OPA Cup. Attenzione anche alle francesi, che bene si stanno comportando quest’anno, oltre alla svizzera Désirée Steiner.

Tra gli Under 20 l’Italia ha in Davide Graz il proprio fiore all’occhiello, mentre per la 10km in skating è atteso anche Giovanni Ticcò. La Francia avrà due giovani molto competitivi come Gaspard Rousset, leader della classifica generale, e Mathieu Goalabre. Atteso anche il tedesco Friedrich Moch, secondo in OPA Cup. Tra le donne partirà con l’obiettivo di ottenere un altro grande risultato la tedesca Lisa Lohmann, leader della generale Junior, che si è anche allenata a Pragelato la scorsa settimana insieme alla sua nazionale. Tanto talento nella squadra svizzera, fin qui grande protagonista, in particolare con Anja Weber e Nadja Kaelin. L’Italia ha in Nicole Monsorno l’atleta più attesa nella 5km in skating, mentre un nome che non può passare inosservato a Pragelato, è quello di Martina Di Centa, figlia del grande Giorgio che proprio sul tracciato della Val Chisone vinse l’oro olimpico nella 50km delle Olimpiadi del 2006.

Il campione azzurro sarà presente nel ruolo di skiman del CS Carabinieri, essendo presenti tutti i corpi sportivi militari oltre ai sette comitati. Con l’oro olimpico di Torino 2006, ci sarà anche Stefania Belmondo, l’atleta italiana più medagliata nella storia delle Olimpiadi.

 

(foto di gruppo: Flavio Becchis)