ilTorinese

Controlli Polfer su più di tremila persone sui treni e nelle stazioni

3.279 persone controllate, di cui 943 stranieri, 137 minori e 699 con precedenti di Polizia, 1 arrestato e 15 indagati, 104 veicoli controllati, 219 pattuglie in stazione e 107 a bordo treno, 268 treni scortati e 15 pattuglie antiborseggio in abiti civili per contrastare i furti in danno dei viaggiatori, 24 servizi lungo linea e 14 di O.P.

Questi i risultati dell’attività settimanale del Compartimento Polizia Ferroviaria per il Piemonte e la Valle D’Aosta.

 

A Torino gli operatori del Settore Operativo di Torino Porta Nuova nell’ambito dei servizi di vigilanza hanno proceduto all’accompagnamento presso la locale Questura a disposizione dell’Ufficio Immigrazione, di un ventisettenne albanese, rintracciato nello scalo e risultato non in regola sul territorio nazionale. Sempre nello scalo cittadino il personale di pattuglia ha denunciato in stato di libertà un trentatreenne marocchino destinatario di un Ordine del Questore di Torino e sottoposto ad indagini un diciannovenne italiano, con numerosi precedenti di polizia, trovato in possesso di un coltello a serramanico occultato nella tasca dei pantaloni. Inoltre sono stati rintracciati gli autori di due diversi furti ad un esercizio commerciale di stazione, una donna italiana di 47 anni e un trentanovenne italiano, cui è stato anche contestato il reato di ricettazione perché trovato in possesso di documenti di identità di cui era stato denunciato il furto.

Il personale Polfer della Sottosezione di Torino Porta Susa è intervenuto a bordo di un treno Frecciarossa proveniente da Napoli per un minore a bordo senza biglietto. Il ragazzo alla vista degli agenti mostrava da subito un atteggiamento arrogante proferendo insulti all’indirizzo degli operatori ed accompagnato negli Uffici di Polizia per l’identificazione, risultavano a suo carico precedenti specifici tra cui oltraggio a P.U., rapina e allontanamento da una Comunità per minori in Umbria. Il ragazzo denunciato per oltraggio a P.U., veniva affidato ad una Comunità per minori della provincia.

 

A Novara la Polfer è intervenuta su richiesta di un Capotreno per alcuni ragazzi molesti a bordo di un regionale nella tratta Arona – Novara. All’arrivo del convoglio nello scalo cittadino il personale Polfer identifica due minori trovati in possesso di circa 8 gr di sostanza stupefacente. Denunciati in stato di libertà sono stati successivamente affidati ai rispettivi genitori e la sostanza sequestrata.

 

Nella provincia di Alessandria il Posto Polfer di Novi Ligure ha proceduto all’accompagnamento presso la locale Questura di un ventenne gambiano e un diciannovenne senegalese entrambi sprovvisti di documenti identificativi. Dopo aver esperito le incombenze relative al fotosegnalamento per una compiuta identificazione, sono stati posti a disposizione dell’Ufficio Immigrazione.

Il Monferrato e la Sicilia di Leocata

“Siam polvere di stelle”

La natura, le colline monferrine e le antiche rocche e i cavalieri siciliani nelle opere dell’artista in mostra a Casa Bertalero

Fino al 2 maggio – Alice Bel Colle (Alessandria)

E’ dedicata al fratello recentemente scomparso, Salvatore Vincenzo (per tutti solo Vincenzo, nome ereditato dal nonno), la mostra che Pippo Leocata presenta ad Alice Bel Colle nel Monferrato alessandrino, all’interno degli storici spazi di Casa Bertalero, struttura turistico-polifunzionale essenzialmente vocata al comparto enologico e splendidamente inserita al centro del triangolo Acqui Terme – Canelli – Nizza Monferrato. Vincenzo di mestiere faceva il professore di chimica a Cesena. Ma scriveva anche poesie, che firmava con lo pseudonimo di “Salvin” (per rispetto ai due nomi consegnatigli in sorte); liriche di forte carica emozionale, le sue, in cui le ragioni della scienza sapevano mirabilmente piegarsi ai misteri dell’anima. Come in quel “Siam polvere di stelle”, fra le sue ultime poesie, una sorta di testamento e riflessione spirituale maturata con mille interrogativi negli ultimi giorni di vita e amorevolmente fatta sua dal fratello pittore di Torino per titolare la mostra ospitata a Casa Bertalero e farne immagine – guida della stessa rassegna. Scriveva Vincenzo: “Vorrei librarmi in alto lassù / e toccare con mano quello spicchio di luna in cielo…Vorrei vagare alla deriva del tempo / spingermi oltre i limiti degli spazi siderali / giungere alla fine dell’infinito all’ultimo lembo / E scoprire che in realtà / ‘Siam polvere di stelle’”. La pochezza di un’intera vita che se ne va. Pur se ricca di fatti e di volti, di lacrime e di amori, di gioie e tristezze, di vittorie e sconfitte. Una miniera di storie nella storia unica e irripetibile di un uomo. Stardust. Solo “polvere di stelle”. Molecole infinitesimali di un mondo che ci sfugge e di un “oltre” che ci atterrisce nell’impenetrabile oscurità del suo mistero.

E Vincenzo, per il fratello Pippo, l’artista di famiglia, può essere allora una di quelle quattro figurine appena appena abbozzate, due si tengono per mano ( Pippo e Vincenzo?), che sotto un bluastro spicchio di luna arrancano per geometriche zolle di terra, che paiono celare mostruose parvenze vitali e inghiottire più che proteggere, verso alte rocche e castelli oscurati da cieli poveri di speranza. Gli stessi di “Tramontata è la luna” che, in tecnica mista su carta e pur con tonalità diverse e ancor più inquietanti, Pippo Leocata ricompone in segno e colore, per dar forma attraverso i versi tradotti dall’amato Quasimodo alla raffinata e malinconica riflessione notturna della sensualissima Saffo. Pittura e poesia. Binomio frequente nelle ultime prove del pittore. La seconda che dà voce e corpo alla prima. E la prima che s’immerge senza ostacoli nei versi e nelle parole dei poeti più cari: da Quasimodo a Montale a Pavese. Di grande suggestione, su questa linea, la pavesiana “Vigna” che “sale sul dorso di un colle/fino a incidersi nel cielo”. Sono le colline di Langa, Roero e Monferrato (Patrimonio Unesco dell’Umanità) che s’incontrano in mostra e rendono più dolce e lieve, nei quadri di Leocata, le vulcaniche natie colline della sua Adrano (l’antica Adranon), colonia greca di Corinto alle falde dell’Etna, dove, nel 344 a. C., i guerrieri di Timoleonte da Taormina sconfissero quelli di Iceta da Lentini, liberando gli Adraniti dalla dominazione siracusana. Così raccontano Plutarco e Diodoro Siculo. Storia e Mito.

Che sempre ritornano nell’opera dell’artista (ormai torinese da una vita e allievo, negli anni Sessanta, di Carlo Mollino alla Facoltà di Architettura del Politecnico subalpino), sotto forma di battaglie, guerrieri, cavalli e cavalieri – ne troviamo anche in sculture di legno e argilla all’ingresso di Casa Bertalero – armati di lance, scudi e coriacee armature. In un groviglio meditato ma irrequieto di segni e colori, che sa di antico mestiere e di accademia pur se incantato da guizzi e libertà creative del tutto singolari e di trascinante carica emotiva. Capace di violare le leggi cosmiche. E chissà? Di arrivare fin lassù. Per mano ancora a Vincenzo. Pippo e il “fratellone”. Oggi come ieri. In fondo, “non morirà nessuno, morire poi perché? Dicono che siamo tutti polvere di stelle”. Versi dall’ultimo singolo di Luciano Ligabue. Che Vincenzo, insieme a Pippo, avrebbe approvato. Sicuramente.

Gianni Milani

“Siam polvere di stelle”

Casa Bertalero, Regione Stazione 19, Alice Bel Colle (Alessandria); tel. 0144/745705 – info@casabertalero.it

Fino al 2 maggio

Orari: dal mart. al sab. 8,30/12,30 e 14,30/18,30, dom. su appuntamento

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Nelle foto

– “Siam polvere di stelle”, tecnica mista su carta, 2019
– “Tramontata é la luna”, tecnica mista su carta, 2019
– “La vigna”, olio  su tela, 2017
– “Paesaggio del Monferrato”, olio su tela, 2005
– “Rivisitazione”, tecnica mista su carta, 2018

Presidio in piazza Castello: i lavoratori Mahle ricevuti da Cirio

«La Regione non accetterà altra soluzione che non sia la revoca del licenziamento, per consentire il tempo necessario al salvataggio degli stabilimenti di La Loggia e Saluzzo

Che si tratti di una riconversione, ipotesi per cui chiediamo all’azienda di chiarire quanto questa possibilità sia fondata, o di qualunque altra strada percorribile».
Sono le parole del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio , al termine dell’incontro stamattina a Torino con una rappresentanza di lavoratori della Mahle. Presente all’incontro anche l’assessore al Lavoro Elena Chiorino , che nei giorni scorsi ha sollecitato il Mise per la convocazione del tavolo di crisi. «Ognuno deve fare la propria parte – ha spiegato l’assessore Chiorino – chiederemo che al Mise siano rappresentati tutti i soggetti coinvolti, compresa la Provincia di Cuneo, Città Metropolitana e i Comuni di La Loggia e Saluzzo. Quando si tratta di difendere il lavoro non possono esserci divisioni politiche o istituzionali, ma occorre lavorare tutti nella stessa direzione per raggiungere gli obiettivi». Il tavolo al Mise dovrebbe essere in programma per il 29 gennaio, come anticipato al presidente Cirio telefonicamente dal vice capo di Gabinetto del Ministro Patuanelli , Giorgio Sorial , durante l’incontro di questa mattina.

2019, un anno di intensa attività per la Polizia stradale di Torino

L’anno appena concluso è stato impegnativo per la Specialità della Polizia di Stato che ha impiegato 10648 pattuglie che, nell’arco delle ventiquattro ore e sette giorni su sette, hanno vigilato sulle strade extraurbane e autostrade della Provincia di Torino e sono intervenute in soccorso di 3736 cittadini in difficoltà e in altri casi hanno assistito quelli coinvolti negli incidenti stradali.

Nonostante l’impegno profuso per contrastare la sinistrosità stradale, la Specialità è intervenuta per rilevare circa 1400 incidenti di varia natura, molti dei quali, circa 425, con lesioni alle persone e 11 con esito mortale.

Per recuperare le cattive abitudini alla guida e contrastare alcuni fenomeni antisociali, come circolare con un veicolo non assicurato o non revisionato, gli operatori della Stradale hanno controllato 53278 veicoli e 58489 persone, riscontrando 44935 infrazioni, che hanno permesso di ritirare nell’immediato1605 patenti e 2274 carte di circolazione; di sottoporre a Fermo amministrativo 1244 veicoli e di sequestrarne amministrativamente 443. Inoltre sono state trasmesse le previste segnalazioni alla Motorizzazione Civile per la detrazione di 65937 punti patente.

In particolare, anche con l’impiego della nuova tecnologia “STREET CONTROL”, sono stati rintracciati 1003 veicoli senza assicurazione e 2438 veicoli che circolavano senza aver sostenuto la prescritta “visita di revisione” per l’accertamento della sicurezza del veicolo stesso, di questi ultimi poco meno della metà sono stati sorpresi a transitare in ambito autostradale.

 

La guida in condizioni di alterazione per aver assunto alcolici piuttosto che sostanze stupefacenti, spesso causa degli incidenti stradali, è stata contrastata sottoponendo a controllo 6596 conducenti con etilometri e drogometri; attività che ha permesso di rintracciare 699 persone positive all’alcol e 43 positive alle sostanze stupefacenti.

Dall’analisi dei dati nazionali sulle cause degli incidenti stradali emerge sempre di più che la distrazione alla guida sta diventando elemento comune a molti eventi infortunistici e pertanto anche la Stradale di Torino ha avviato una puntuale strategia di contrato al fenomeno, riuscendo a rilevare e contestare 1228 infrazioni per uso del cellulare o smartphone durante la guida senza l’impiego di sistemi vivavoce, auricolari o il più innovativo sistema di collegamento bluetooth all’impianto dell’auto; si pensi che 940 infrazioni sono state contestate a conducenti che stavano viaggiando in autostrada.

 

L’impiego di apparecchiature speciali quale l’Autovelox e il Telelaser, piuttosto che l’analisi dei dati registrati dai Tachigrafi dei veicoli commerciali (dispositivi obbligatori per i veicoli superiori alle t. 3,5 registranti le velocità e tempi di guida e di riposo dei conducenti professionali), hanno fatto emergere circa 7300 eccessi di velocità.

Sempre in materia di contrasto ai comportamenti scorretti alla guida durante la circolazione, le pattuglie della Polizia Stradale hanno avuto modo di elevare 1643 infrazioni per mancato uso dei sistemi di ritenuta, quali le cinture di sicurezza per gli adulti e i seggiolini per i bambini.

All’attività storica e maggiormente conosciuta della Polizia Stradale, quale il soccorso dei cittadini in difficoltà, del rilievo degli incidenti e al contesto delle infrazioni rilevate, da anni l’impegno è anche profuso per sensibilizzare ed educare i cittadini alle buone pratiche da adottare quando si circola sulla strada e come aumentare la percezione del rischio, fattore necessario per la prevenzione degli incidenti.

A tale politica educativa la Stradale di Torino nel 2019 ha dato corso svolgendo, presso gli Istituti di Istruzione della Provincia, nelle aziende richiedenti e durante lo svolgimento degli eventi pubblici della Polizia di Stato, interventi di “Educazione alla Sicurezza Stradale” impiegando 159 operatori qualificati per un totale di 277 ore di impegno.

I 4769 studenti e 176 adulti incontrati hanno mostrato enorme interesse per gli argomenti trattati e la loro soddisfazione e gratitudine per il lavoro svolto dagli operatori della Polizia Stradale si sono tradotti in un immediato riconoscimento di professionalità e vicinanza all’istituzione della Polizia di Stato.

 

Sigillo Regione a Liliana Segre, FdI: “Accogliamo la proposta”

Riceviamo e pubblichiamo 

MARRONE : DA LEI GRANDE LEZIONE PER MEMORIA CONDIVISA E RISPETTO PER I VINTI

“Accogliamo con favore la proposta del PD di conferire il Sigillo della Regione Piemonte a Liliana Segre, siamo in linea con la nostra leader Giorgia Meloni che ha ribadito di essere al fianco della senatrice sopravvissuta ai lager nel contrasto ad ogni forma di antisemitismo, comprese quelle che provengono dalla sinistra radicale e dal fondamentalismo islamico” annuncia Maurizio Marrone, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, che aggiunge “Saremo a maggior ragione felici di firmare e approvare la delibera, alla luce della grande lezione di stile che Liliana Segre ha impartito a tutti, quando ha recentemente replicato che i morti sono tutti uguali, di fronte alle polemiche sui fiori depositati dal Comune di Rapallo sulle tombe dei caduti di entrambe le parti della guerra civile: proprio lei che ha vissuto il dolore della Shoa’ dimostra come la forza della memoria sia davvero condivisa quando può fare a meno dell’eterno sciacallaggio contro i vinti”.

Incendio e gestione rifiuti, vasta operazione dei carabinieri

Al fine di contrastare comportamenti illeciti nella gestione dei rifiuti, in particolare nel settore della carta e delle materie plastiche

INTERVENTO DEL NOE DI TORINO IN PIEMONTE, LOMBARDIA, TOSCANA E SARDEGNA

 

I Carabinieri del NOE di Torino con il supporto dei NOE e dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, di personale di Arpa Piemonte e dei Vigili del Fuoco, hanno svolto perquisizioni in diversi stabilimenti di trattamento rifiuti in Piemonte, Lombardia, Toscana e Sardegna al fine di contrastare comportamenti illeciti nella gestione dei rifiuti, in particolare nel settore della carta e delle materie plastiche.

L’attività di indagine ha avuto origine a seguito di alcuni gravi incendi avvenuti nel torinese nel 2017 che hanno interessato piattaforme adibite alla selezione dei rifiuti plastici e cartacei provenienti sia dalla raccolta urbana, sia dalle aziende. Nel corso delle investigazioni sono emerse numerose criticità inerenti la gestione dei rifiuti che venivano solo superficialmente selezionati al fine di economizzare sulle corrette procedure, conseguendo così illeciti profitti. Queste condotte, favorite anche alla congiuntura internazionale che vede una saturazione del mercato della carta e della plastica riciclata, hanno determinato il formarsi di imponenti giacenze di materiale negli stabilimenti che sovente, a scopo “liberatorio”, vengono dati alle fiamme.

Nell’ambito di questa inchiesta, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, Gruppo Reati contro l’ambiente e DDA, sono al momento indagate tre persone per i reati di “traffico e gestione illecita di rifiuti” e sono in corso accertamenti presso altre aziende della filiera nazionale del recupero dei rifiuti.

L’attività investigativa rientra nella più ampia e strategica manovra di contrasto messa in campo dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale mirata a contrastare il fenomeno degli incendi di rifiuti attraverso l’individuazione dei traffici illeciti sottesi, che finora ha già portato – in chiave preventiva – anche al sequestro di decine di capannoni adibiti a discarica abusiva in tutto il territorio nazionale.

 

(foto archivio)

Kebab chiuso per igiene precaria

Il titolare è stato inoltre sanzionato con 4000 euro per occupazione abusiva del suolo pubblico

Nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 16 gennaio, Agenti del Comando I Centro/Crocetta, del Reparto Polizia Commerciale della Polizia Municipale insieme ad Agenti del Commissariato San Secondo della Polizia di Stato, hanno effettuato un controllo presso un locale di vendita Kebab in via XX Settembre.

Le condizioni igieniche del locale sono sembrate precarie e, con il supporto di tecnici ASL, il locale è stato chiuso in attesa del ripristino di migliori condizioni.

Il titolare è stato inoltre sanzionato con 4000 euro circa di sanzioni per occupazione abusiva del suolo pubblico, mancanza degli indumenti idonei, mancanza della tabella degli allergeni. Durante il controllo gli Agenti hanno riscontrato che il locale in questione si era allacciato abusivamente alla rete elettrica pubblica e anche per questo è stato denunciato.

 

(foto archivio)

Smog: i giovani di Europa Verde in piazza

Riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni di emergenza smog in tutta la Pianura Padana, i giovani dei Verdi – Europa Verde Piemonte hanno distribuito volantini nel centro di Torino con l” iniziativa chiamata ” GREEN THURSDAY “, per sensibilizzare e far veicolare LE TEMATICHE CENTRALI del partito ecologista: lavoro, sanità, ambiente, istruzione, diritti sociali.

“Come ecologisti, mettiamo ancora una volta al centro le persone, la questione dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico. – ha spiegato Antonio Fiore, referente di Europa Verde Torino – Tutti i cittadini devono avere il diritto di vivere in un ambiente pulito e sano.”

“Per ottenere risultati migliorativi sul fronte ambientale – prosegue Co-portavoce Regionale dei Verdi – Europa Verde Piemonte Tiziana Mossa-,  è inutile bloccare le automobili ma bensì è fondamentale attuare azioni concrete e strutturali: investire nel TRASPORTO PUBBLICO, nella riforestazione urbana – piantando un albero per ogni residente -, destinare nuove risorse per sostituzione delle vecchie caldaie così come nell’estensione del teleriscaldamento. Senza dimenticare che è importante estendere anche la rete di piste ciclabili, creare nuove aree pedonali nel centro e nelle periferie”

Gli Alpini incontrano le scolaresche di Rivoli

Ieri presso la Caserma “Ceccaroni”, sede del Reggimento logistico “Taurinense”, ha preso il via il  progetto “Alpini a Scuola 2020 – La Protezione Civile A.N.A. Associazione Nazionale Alpini incontra la scuola”,  patrocinato dal Comune di Rivoli e organizzato dal locale Gruppo dell’Associazione Nazionale Alpini.

Il progetto è finalizzato a far conoscere alle nuove generazioni, attraverso un percorso didattico di educazione civica, le tradizioni e i valori fondanti dello spirito alpino tendendo la mano ai piccoli alunni, in qualità di cittadini del domani, quali depositari dell’insegnamento tratto dal sacrificio di quanti immolarono la propria vita per la Patria e il bene della collettività.

Accolti dal Comandante di Reggimento, Colonnello Giulio Arseni, circa 300 tra alunni e docenti hanno preso parte alla cerimonia dell’Alzabandiera, alla presenza del Vice Sindaco di Rivoli, Laura Adduce, e ad una significativa rappresentanza dell’Associazione Nazionale Alpini, guidata dal Capo Gruppo Carlo Cattaneo.

Particolarmente toccante per i giovani ospiti è stato il momento della deposizione di una corona commemorativa in onore della Medaglia d’Oro al Valor Militare Maggiore Mario Ceccaroni, cui è intitolata la caserma, nel 79° anniversario dell’avvenuta morte in combattimento, durante il secondo conflitto mondiale. Grande coinvolgimento è stato dimostrato dalle scolaresche nel corso della visita alla caserma, in particolare quando i piccoli ospiti hanno avuto la possibilità di rivolgere le loro domande direttamente a due giovani alpini dell’Esercito e ad alcuni rappresentanti dell’Associazione Nazionale Alpini.

L’attività, che ha evidenziato ancora una volta lo stretto legame che unisce il personale del Reggimento logistico “Taurinense” ai cittadini rivolesi e agli Alpini in congedo, proseguirà nei prossimi mesi con una serie d’incontri in aula, con la partecipazione di volontari ANA di Protezione Civile che racconteranno la storia e il funzionamento della Protezione Civile nelle sue diverse componenti e i maggiori rischi che riguardano il territorio in cui è collocato il plesso scolastico, ponendo l’attenzione sugli aspetti relativi ai comportamenti corretti da assumere in caso di emergenza.

Lo scorso 21 dicembre il Reggimento Logistico “Taurinense”  ha ricevuto l’attestato di Civica Benemerenza del Comune di Rivoli, “per l’abnegazione ed il valore con cui, in Patria e all’estero, ha servito e serve il Paese testimoniando i più alti valori ai quali si ispirano l’Italia tutta ed il Comune di Rivoli terra di reclutamento Alpino”, sancendo ufficialmente il profondo rapporto di stima tra la Città ed i suoi Alpini.

Libia, speranze dalla Conferenza di Berlino

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FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

L’obiettivo della Conferenza di pace sulla Libia in programma domenica a Berlino è quello di far sedere allo stesso tavolo tutti gli attori della crisi libica, grandi potenze, potenze regionali e alleati che da quasi dieci mesi si combattono nel Paese nordafricano

Sarà il primo passo importante per avviare un processo politico che dovrà pacificare e stabilizzare la Libia. Mentre sul terreno il cessate il fuoco sembra tenere si continua a negoziare tra speranze di una tregua permanente e timori di una ripresa delle ostilità su larga scala.

 

L’ostacolo principale è costituito dall’atteggiamento del generale Khalifa Haftar che non ha firmato l’accordo di Mosca e se ne è andato sbattendo la porta. Il documento siglato nella capitale russa, secondo l’uomo forte di Bengasi la cui offensiva militare è possibile grazie all’appoggio russo, avrebbe ignorato alcune delle sue richieste tra cui quella di far entrare le sue truppe a Tripoli, di formare un governo di unità nazionale e di far ritirare le forze turche insieme alle milizie alleate giunte dalla Siria.

 

L’intesa di Mosca, poi saltata per il dietrofront di Haftar, prevedeva la sospensione dell’intervento turco nel Paese, l’invio di militari russi per la supervisione del cessate il fuoco, il rientro dei soldati nelle caserme e il disarmo delle milizie. Una forza di peacekeeping non armata dell’Onu prenderebbe posizione tra le truppe avversarie. Nonostante la fragile tregua la situazione sul terreno resta piuttosto complicata. La Libia ha due governi rivali dal 2014 e la guerra tra le forze delle due fazioni ha distrutto l’economia del Paese nordafricano alimentando il flusso dei migranti, bloccando le forniture di petrolio e favorendo i gruppi jihadisti. La Turchia appoggia Sarraj a Tripoli, sede del governo riconosciuto dall’Onu, mentre la Russia è con il generale Haftar aiutato da centinaia di mercenari russi agli ordini di Putin. Ma gli altri alleati di Haftar non sono favorevoli alla tregua. Vorrebbero infatti che il leader della Cirenaica conquistasse Tripoli per spazzare via il regime di Sarraj sostenuto dalla Fratellanza musulmana appoggiata da Turchia e Qatar. Egitto, Emirati Arabi e Arabia Saudita consideranno terroristi i Fratelli musulmani e temono che in Libia si insedi un regime islamista filo-turco.

 

Ma al di là del processo politico in corso la Libia si sta avviando verso la divisione del territorio. La parola d’ordine che risuona con forza nel Maghreb è infatti spartizione del territorio libico in zone di influenza. Una Libia metà russa e metà turca, la Cirenaica alla Russia e la Tripolitania alla Turchia. É ciò che Erdogan e Putin vogliono per il futuro del Paese nordafricano ma prima di raggiungere l’obiettivo devono costringere Khalifa Haftar, alleato dei russi, e Fayez al Sarraj, fedelissimo dei turchi a far tacere le armi e a stabilizzare il territorio. Il negoziato di Mosca è il primo passo per arrivare a una pax russo-turca da gestire sul campo attraverso i rispettivi alleati locali che però sono nemici tra loro. I russi ci sono già da tempo in Libia attraverso gruppi di mercenari schierati con il generale Haftar mentre i primi soldati turchi sono appena sbarcati a Tripoli insieme a miliziani siriani armati da Ankara che aiuteranno le tribù vicine al primo ministro al Sarraj.

 

In Libia rispunta così il disegno geopolitico già creato nel nord della Siria da russi e turchi. Per entrambe le potenze si tratta di un ritorno dal sapore storico e nostalgico. I russi erano presenti ai tempi di Gheddafi, fin dagli anni Settanta, con basi militari, armi e consiglieri e con la caduta del colonnello libico furono costretti a lasciare il Paese nel quale sono pronti a tornare oggi per riottenere quei contratti militari ed energetici perduti con il crollo del regime di Gheddafi. I russi conoscono bene la Libia. I primi rapporti commerciali e di forniture di armamenti risalgono alla metà degli anni Settanta con Gheddafi che faceva incetta di armi russe. L’Unione Sovietica è stato il principale fornitore del colonnello libico inviando nei porti di Tripoli e Bengasi navi cariche di carri armati, mezzi blindati, cannoni, aerei ed elicotteri da assalto. Un legame privilegiato continuato fino alla caduta del Muro di Berlino. Con Eltsin al Cremlino i rapporti si sono raffreddati e sono ripresi in grande stile nel 2008 quando Putin si è recato in Libia per firmare una serie di accordi, dalla realizzazione di una ferrovia tra Bengasi e Sirte a una collaborazione sempre più stretta tra il colosso russo Gazprom e la compagnia petrolifera nazionale libica, all’apertura di basi militari e all’aumento della vendita di materiale bellico.

 

Tra i piani dello zar russo c’è anche quello di ottenere uno sbocco sul mare in Cirenaica con l’appoggio di Haftar dopo aver mantenuto il porto di Tartus in Siria durante la guerra civile. La Russia è pienamente rientrata nel grande gioco libico da primo attore e insegue interessi economici e strategici da spartirsi con Erdogan. Dal canto suo, il sultano turco sfoglia pagine di storia ottomana: “siamo tornati nei luoghi dove i nostri antenati hanno scritto la storia” ricordando che “Ataturk è rimasto ferito in Libia e che prima della guerra italo-turca del 1911 questi territori ci appartenevano. La difesa dei nostri interessi comincia ben oltre le nostre frontiere. La Turchia continuerà a difendere i suoi interessi in Iraq, in Siria e nel Mediterraneo”. A differenza che in Siria, Ankara non ha bisogno di occupare la Libia ma garantirsi un governo amico e alleato a Tripoli per tutelare i propri interessi direttamente dal Bosforo come avveniva al tempo dell’Impero dei sultani quando nella Tripolitania ottomana regnavano dinastie locali con al vertice un bey (governatore di provincia) che, nominato da Costantinopoli, governava la sua provincia con ampia autonomia politica. Il piano di Erdogan è quello di far tornare la Turchia in Libia per rifondare un Califfato economico e politico e mettere le mani sui giacimenti petroliferi e sui contratti per ricostruire il Paese. L’eventuale accordo finale consentirebbe da un lato di soddisfare gli interessi economici e geopolitici di turchi e russi in Libia e dall’altro di dividersi un Paese ricchissimo di idrocarburi. Con questa posta in palio l’asse tra Mosca e Ankara non dovrebbe correre seri pericoli. L’incidente di cinque anni fa quando un jet russo fu abbattuto da un missile turco in Siria sembra un ricordo molto lontano. I rapporti tra le due potenze vanno a gonfie vele anche in altri settori. Mosca ha venduto alla Turchia i sistemi antimissili S-400 e sta costruendo la prima centrale nucleare turca ad Akkuyu.

 

L’inaugurazione, pochi giorni fa a Istanbul, del Turkstream, il gasdotto che trasporta il metano russo in Europa attraversando il territorio turco rafforza ancora di più i già saldi legami tra Russia e Turchia e non frena le rivendicazioni di Ankara verso i giacimenti di gas nel mare attorno a Cipro dopo la contestata intesa marittima ed energetica stipulata a novembre con Sarraj. Reggerebbe un’eventuale pax russo-turca? I giannizzeri di Erdogan cavalcheranno insieme ai cosacchi dello zar nei deserti libici? Se guardiamo al passato, tra russi e turchi non regnò mai la pace e le guerre tra le armate ottomane e quelle zariste sono state innumerevoli. Va ricordato che la strana alleanza, storicamente quasi paradossale, tra la Turchia e la Russia in Siria e magari domani anche in Libia ha del miracoloso. Mai nella storia le due nazioni sono state così vicine e legate da un Patto. Antichi e potenti imperi, ottomano e zarista, rialzano la testa e tornano a giocarsi la partita da soli. Mosca e Istanbul risvegliano sogni imperiali, i negoziati che contano si fanno nelle due città e soprattutto a Istanbul, capitale di fatto come un tempo Costantinopoli, dove Erdogan riceve i potenti della terra. Il cessate il fuoco è fondamentale: se Sarraj dovesse essere sconfitto, per Erdogan sarebbe la fine delle sue ambizioni in terra libica. E se l’asse russo-turco si spezza i giannizzeri del sultano torneranno presto a scontrarsi con i soldati dello Zar.

dal settimanale “La Voce e il Tempo”