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Troppo rumore in città: fate (il) piano

Previste 21 azioni nel piano comunale per ridurre il fracasso dei motori e di altre cause che in molte zone supera i livelli di guardia

 

martelloAvete presente le polemiche per la Movida che turba il sonno dei residenti? bene, il divertimento notturno dei torinesi più giovani non è che la classica punta dell’iceberg del fenomeno dei “rumori molesti” che si registrano in città. Così il Comune ha deciso di pianificare un intervento per raggiungere l’obiettivo considerato minimo: diminuire di 3 decibel il fracasso medio di Torino.

 

I controlli affidati all’Arpa da Palazzo Civico dicono che nell’arco della giornata, lo scorso anno, un torinese su due è rimasto esposto a valori superiori a 65 decibel, la soglia di rischio internazionale. Le misure studiate dal Municipio prevedono la riduzione del traffico attraverso l’incentivazione dei mezzi pubblici, il contenimento dei limiti di velocità, il rinnovo dei bus troppo rumorosi e l’allestimento di pavimentazioni silenziose. 

 

QUALCHE NUMERO SUL FRACASSO MADE IN TORINO

– 450mila abitanti convivono con rumori superiori ai 65 decibel;
– Tra le 22 e le 6 rumori eccessivi disturbano 600mila torinesi;
– 70 decibel in corso Moncalieri, corso Principe Oddone e via Stradella;
– 1 milione di mq la Ztl che sarà interessata da interventi di contenimento del frastuono;
– 18 ospedali su 20 nelle ore notturne superano il livello di legge di 55 decibel;
– 43 scuole in orario di lezione superano i 70 decibel
– 21 in tutto le azioni previste dal piano municipale antirumore

La Regione dichiara guerra al gioco d’azzardo

slot12Sarà braccio di ferro serrato con i gestori dei locali, ma la Regione intende andare avanti, valutando anche di introdurre norme per aumentare le distanze tra i bar con le slot, rispetto a chiese, scuole, ospedali

 

La Regione dichiara guerra al gioco d’azzardo. La delibera approvata dalla Giunta regionale prevede, infatti, la riduzione dello 0,92% dell’Irap a favore di quelle attività commerciali che elimineranno le macchinette mangiasoldi dai loro locali. Nella stessa perecentuale, chi non toglierà le slot machines vedra aumentarsi l’imposta. Il tutto a partire dal 2015. Un provvedimento che cerca di contrastare il fenomeno del gioco che, in Piemonte, rappresenta un giro d’affari di 5 miliardi l’anno. Sarà certamente braccio di ferro serrato con i gestori dei locali, ma la Regione intende andare avanti, valutando anche di introdurre nuove norme che prevedano di aumentare le distanze tra i bar con le slot, rispetto a chiese, scuole, ospedali.

 

Del resto, le istituzioni locali sono impegnate in prima fila sul contrasto alla dipendenza dal gioco, attraverso iniziative e campagne in corso ormai da tempo. “Non Gioco! Vinco!”, è un progetto del Consiglio regionale contro il gioco d’azzardo e la prevenzione dell’usura rivolto ai ragazzi delle scuole medie del Piemonte. Da inizio anno negli istituti scolastici (quattro classi per ogni provincia), gli educatori di Libera e Acmos hanno condotto laboratori differenziati per le classi prime e seconde e separatamente per le terze medie. Attraverso video, reportage, immagini e pubblicità sono stati presentati ai ragazzi i vari tipi di gioco disponibili, riflettendo sui messaggi passati in tv e sulle pubblicità di ogni tipo (tv, cinema, riviste). Con un gioco di ruolo i ragazzi hanno potuto sperimentare situazioni, sensazioni, rischi reali del gioco ed anche le conseguenze patologiche che ne derivano. Una parte del laboratorio èstata dedicata alla dimostrazione matematica delle scarsissime possibilità di avere una vincita reale.

 

Il percorso rivolto agli allievi dell’ultimo anno delle medie è stato  inoltre dedicato all’analisi del coinvolgimento della criminalità organizzata nel gioco d’azzardo e nell’usura che ne è spesso conseguenza. Il laboratorio era  anche finalizzato alla preparazione degli elaborati per partecipare al concorso bandito dall’Osservatorio Usura del Consiglio regionale. Le Fondazioni Crt, La Scialuppa e San Matteo hanno collaborato alla realizzazione dell’iniziativa. Riparte  anche il tour del progetto “Fate il nostro gioco”, la campagna sui rischi del gioco d’azzardo patologico promossa dalla Regione: 20 incontri rivolti agli studenti delle superiori per far comprendere le conseguenze del gioco compulsivo attraverso la matematica, antidoto logico capace di dimostrare che il banco non perde mai. Il progetto è stato avviato dalla Provincia di Torino e dallo scorso anno gli assessorati regionali all’Istruzione e alla Sanità hanno deciso di estenderlo al resto del Piemonte in sinergia con il Consiglio regionale, l’Osservatorio sul fenomeno dell’usura, l’Ufficio scolastico regionale e il personale dei SerT (Dipartimenti di patologia delle dipendenze).

 

Il format utilizzato è ancora una volta quello delle conferenze-spettacolo curate dalla società di formazione e comunicazione scientifica Taxi1729, che nel 2009 ha ideato il progetto diffondendolo a livello nazionale. Un modo divertente, leggero, ma estremamente efficace, a cui si affianca anche l’intervento di specialisti dei servizi di cura. Anche il Comune di Torino e il sindaco Piero Fassino sono in prima linea contro il gioco d’azzardo  sottoscrivendo il “Manifesto dei sindaci per la legalità” per chiedere una riduzione dell’offerta, informazione sui rischi , prevenzione, contenimento all’accesso attraverso leggi e regolamenti, nonché cure per chi ha difficoltà a rinunciare all’abbuffata dell’azzardo.

 

Clelia Ventimiglia

Uefa: Juve contro Atletico, Olimpiacos e Malmoe

logo-juventusMa, come si sa,  la squadra esordirà senza Pirlo, che sarà assente per un mese

 

Il sorteggio Uefa tenutosi nel principato di Monaco ha dato il seguente esito: la Juventus, che  giocherà nel girone A la prima parte della Champions League, avrà come avversari gli spagnoli dell’Atletico Madrid, i greci dell’Olimpiacos e gli svedesi del Malmoe.

 

Erano presenti il presidente bianconero , Andrea Agnelli, e l’ad Giuseppe Marotta. 

 

Ma, come si sa,  la Juve esordirà senza Pirlo, che sarà assente per un mese.

Caro Matteo, se non ci sblocchi il Metrò almeno prestaci la Venere

chiampa renziLa visita del premier sarà  l’occasione per riparlare delle opere come la metropolitana, che non sono state inserite nel decreto Sblocca Italia? O magari per chiedere al fiorentino Renzi di intervenire per concedere il “prestito” della Venere del Botticelli alla Reggia di Venaria, dopo il diniego del direttore degli Uffizi?

 

Un comunicato essenziale,  senza fronzoli, all’insegna del tradizionale “esageruma nen” che contraddistingue anche la comunicazione di Sergio Chiamparino. Il succo è che il governatore dei governatori  ha incontrato a Roma il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con cui ha pranzato,  “per uno scambio di idee sulla ripresa autunnale”.  Estrema sintesi della portavoce del presidente piemontese, Alessandra Perera, in cui, però, è detto tutto: ripresa autunnale molto calda, cassa integrazione senza più risorse, grandi opere al palo, conti della sanità che destano preoccupazioni.

 

Con l’incontro odierno – spiega il comunicato di piazza Castello – comincia un periodo di lavoro in funzione della riforma del Titolo V che mi porterà a incontrare nelle prossime settimane diversi esponenti del Governo, a cominciare dal Ministro Boschi”. Bene, ci auguriamo tutti che gli incontri siano proficui anche per Torino e il Piemonte.

 

A Renzi, Chiamparino ha rinnovato l’invito per una visita in Piemonte, visita che il premier ha assicurato di voler programmare in tempi brevi. Sarà questa l’occasione per riparlare delle opere come la metropolitana, che non sono state inserite nel decreto Sblocca Italia? O magari per chiedere al fiorentino Matteo di intervenire su altre opere (d’arte), per concedere il “prestito” della Venere del Botticelli alla Reggia di Venaria, dopo il diniego del direttore degli Uffizi?

 

(Foto: il Torinese)

Coscienza culturale, ecco lo stato dell’Arte

In questi ultimi anni la città ha sofferto – specchio del proprio Bel Paese – di una crisi economica e di valori che sembra aver spazzato via non solo i finanziamenti, ma anche le professionalità capaci di dar vita a nuovi progetti e sostenere con passione questo ambiente

 

vitrineTorino nel 2014 è una città rinomata nel panorama artistico nazionale e sempre più coinvolta in quello  internazionale. Non che sia una fama recente, anzi, è risaputo che in quanto culla e biberon dell’Arte povera prima e di grandi magnati dell’arte moderna e contemporanea in seguito, ha ingranato nel tempo una marcia in più, soprattutto nel circuito dell’arte contemporanea. Basti pensare ai fiori all’occhiello della città, a cominciare da eventi come Artissima, dalle grandi istituzioni come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Castello di Rivoli, dai progetti curati nel tempo come le Luci d’artista, solo per citarne alcuni. E continua a crescere  attraverso una vasta rete di professionisti dell’arte – probabilmente meno nota al grande pubblico, ma molto stimata dagli addetti ai lavori – che opera sotto forma di giovani artisti e gallerie d’arte, laboratori, residenze d’artista e realtà emergenti per la promozione della cultura nella nostra Torino.

 

In questi ultimi anni però la città ha sofferto – specchio del proprio Bel Paese – di una crisi economica e di valori che sembra aver spazzato via non solo i finanziamenti, ma anche le professionalità capaci di dar vita a nuovi progetti e sostenere con passione questo ambiente. Sono tante le realtà torinesi – ad esempio alcune storiche gallerie d’arte – che hanno dovuto ridimensionare oppure rivitalizzare i propri spazi e le proprie esposizioni, per non dover dichiarare la resa. Ed ecco che questa spinta, per chi è riuscito a sfruttarne l’effetto propulsivo, ha creato nuovi contesti e coalizioni, in lotta contro l’idea che l’arte e la cultura non producano benessere e non abbiano un peso sulla nostra economia e su di una prossima ripresa. Queste alleanze risultano particolarmente stimolanti quando nascono da una mescolanza di generi, per citarne alcuni le rassegne di video d’artista e danza contemporanea (Video.it), i festival di arti visive e performative dedicati al cibo (Play with food), i momenti di comunione di intenti legati a eventi come Torino capitale dello sport nel 2015 (Galleria d’arte moderna e contemporanea e Juventus Museum), che propongono un dialogo tra due diverse realtà.VENARIA NOTTE

 

Partendo da questi spunti e andando anche oltre il panorama artistico, è così che dovremmo iniziare a rivedere il quadro generale della situazione, ovvero con nuovi occhi. Dovremmo pensare alla nostra città come ad un “distretto culturale”, che si colloca – così come le altre città italiane – in un Paese in difficoltà che non ha iniziative e mezzi per prendersene cura. Ogni “distretto” dovrebbe assumersi la responsabilità diretta della produzione di stimoli e di spazi emergenti che si facciano attivatori del pensiero e delle sue capacità di concepire nuove realtà e nuove forme di consumo. Illustri economisti della cultura, quali il torinese Walter Santagata, hanno espresso e motivato dettagliatamente quanto la cultura sia una risorsa fondamentale alla base dello sviluppo del distretto, poichè la libera circolazione delle idee, unita alla volontà comune, induce ad uno sviluppo orientato all’investimento continuo.

 

SANDRETTOQuindi, se lavorassimo sulla coscienza culturale della città, che è un bacino di idee, progresso e sviluppo paragonabile all’innovazione tecnologica, frutto a sua volta della spinta generata dalla ricerca, forse potremmo attivare l’economia del nostro territorio proprio attraverso la sua associazione a tutto ciò che è cultura in Italia. Le basi per un approccio di questo tipo sono da generarsi sul presupposto di una risposta da parte degli abitanti del “distretto”, che tuttavia è incoraggiante. Prendendo in esame i dati relativi l’abbonamento Torino Musei si evince come nel 2013 la tessera che permette l’ingresso a circa 200 musei che fanno parte del circuito sia stata acquistata ed utilizzata da quasi 90.000 abbonati, con un incremento del 3% rispetto al 2012 e del 45% rispetto al 2010, per un totale di quasi 640.000 visite effettuate nel corso dell’anno. La via è stata tracciata nella storia dalle eccellenze della nostra città, indicata da professionisti e ampliata dall’entusiasmo dai consumatori, amanti delle arti e del teatro, della danza e della musica, del design e dell’artigiano. Ora non resta che percorrerla.

 

Benedetta Bodo di Albaretto

 

Chiamparino: “Eterologa, evitiamo il Far West”

chiampa gofaloneDurante la riunione della Giunta Regionale è stato affrontato il tema della fecondazione eterologa. Il Presidente  ha ribadito la volontà di garantire la piena attuazione della legge, stabilendo velocemente linee guida condivise con il Governo

 

Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa, – ha dichiarato Sergio Chiamparino – così come deciso dalla Consulta. Dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da regione a regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo. Stiamo lavorando per definire le linee guida da condividere fra tutte le Regioni e sulle quali trovare velocemente un accordo con il Governo. Riteniamo indispensabile inoltre che l’accesso a questa procedura venga inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), in modo che quello alla fecondazione eterologa sia un diritto esigibile da parte di tutti e non solo da parte di chi già ora ne può usufruire.”

 

Sul tema è intervenuto anche l’Assessore alla Sanità Antonio Saitta

 

“Premesso che non vi è nessuna volontà di contrastare l’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa, riteniamo indispensabile definire quanto prima linee guida comuni per evitare il Far West. Siamo in presenza si questioni non banali, con un rilievo anche sotto il profilo etico, per cui una omogeneità di comportamenti è questione di puro buon senso.

 

Nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni verrà svolto un lavoro tecnico al fine di definire criteri comuni sui principali aspetti della materia: selezione del donatore (età minima e massima); istituzione di un registro dei donatori (anche al fine di fissare un numero massimo di donazioni); garantire la tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente e viceversa; gratuità della donazione; anonimato e consenso informato; esami genetici e infettivi per i donatori; gratuità della prestazione, (ovvero se debba essere a carico a del SSR o no). L’obiettivo è quello di arrivare a un’intesa di tutte le Regioni su una bozza tecnica di linee guida da sottoporre al ministro Lorenzin, e successivamente adottare come frutto dell’impegno comune tra il Ministero e le Regioni.”

 

In Piemonte sono operativi 12 Centri pubblici (9 di 1° livello, 1 di 2° livello e 2 di 3° livello) e 15 Centri privati (8 di 1° livello, 4 di 2° livello e 3 di 3° livello. Solo un centro privato di 3° livello è accreditato con il SSR)

La vita, una commedia variegata recitata dall’uomo

Negli articoli che seguiranno parleremo di magia, religione e famiglia in realtà completamente diverse dalla nostra, e vi dimostreremo come non esista UNA realtà , ma tante realtà

 

antropologia

A chi non capita di svegliarsi al mattino, ascoltare la cronaca delle violenze casalinghe e delle guerre al telegiornale e chiedersi angosciato “cosa sta succedendo al genere umano? ”  Si avverte, dalle chiacchiere al supermercato ai giornali, fino agli allarmati  talk show televisivi, una  sensazione diffusa di pessimismo e preoccupazione per le sorti dell’umanità, come se improvvisamente si fosse  risvegliato un mostro ancestrale in tutti noi. In realtà la violenza non è un fatto di oggi né di ieri, è solo cambiata la velocità dell’informazione, che non corre più su un cavallo, un filo del telefono, ma giunge su un rapidissimo e implacabile  click.

 

Le pulsioni improvvise, i comportamenti rituali, le deviazioni,  la famiglia, la religione, i miti, sono da anni campo di studio dell’antropologia, che cerca attraverso di essi di dare una risposta ai più grandi interrogativi dell’essere umano.

 

Ma che cos’è l’antropologia? Antropologia significa, letteralmente, “studio del genere umano” (dai termini della lingua greca ànthropos e lògos).

 

Ci sono molti rami dell’antropologia , disciplina nata con L.H. Morgan (1818-1881) ed E.B. Tylor (1832-1917), ma quando se ne parla in generale ci si riferisce alle  discipline demo-etno-antropologiche.

 

Queste studiano gli aspetti socio-culturali come i comportamenti, la religione , gli usi e i costumi, gli schemi di parentela, le leggi e istituzioni politiche, le ideologie : è una materia affascinante ma decisamente complessa.

 

Per questo, quando si interpella in televisione l’esperto antropologo, e si cerca di fargli condensare in poche parole il “perché” di gesti efferati e brutali, si rischia di rimanere  delusi da una risposta che non può esaurirsi all’interno di un discorso. E’ caratteristica peculiare dell’antropologia il suo essere complessa, composita,  e non potrebbe essere altrimenti, visto l’ambito immenso di cui si occupa, l’essere  umano.

 

Studiandone i comportamenti in realtà diversissime, dalla periferia della metropoli al villaggio sperduto dell’Africa profonda, l’antropologo non  dimentica mai  che l’uomo  è inserito in un contesto sociale e culturale  ed è all’interno di esso che nasce, si forma e agisce, come attore di una commedia variegata che è la vita stessa.

 

Negli articoli che seguiranno parleremo di magia, religione e famiglia in realtà completamente diverse dalla nostra, e vi dimostreremo come non esista UNA realtà , ma tante realtà, e come ha affermato il professor Remotti, fondatore del corso di laurea di Antropologia culturale ed etnologia di Torino,

 

“Ogni società ha da fare i conti con l’alterità; ogni società avverte entro di sé – in modo segreto e problematico – una sorta di ferita, di apertura, di breccia. Se anche fa di tutto per avvolgersi nella propria identità, rimane incancellabile il sospetto, al fondo persino la certezza, che la propria forma di umanità (la propria identità) non è la sola… Vi è tensione tra identità e alterità: l’identità si costruisce a scapito dell’alterità, riducendo drasticamente le potenzialità alternative; è interesse perciò dell’identità schiacciare, far scomparire dall’orizzonte l’alterità. La tesi che si vuole sostenere è che questo gesto di separazione, di allontanamento, di rifiuto e persino di negazione dell’alterità non giunge mai a un suo totale compimento”.

 

(Citazione tratta da  Contro l’identità, Francesco Remotti, editore Laterza)

 

Federica Billone

 

Cinema Classico, a Torino c’è una nuova sala

Dopo anni di chiusura  riapre in Piazza Vittorio 5 la sala cinematografica, un tempo cinema Empire

 

cinema sala

Oggi a Torino c’è una nuova sala, il Cinema Classico. Dopo anni di chiusura  riapre in Piazza Vittorio 5 la sala cinematografica, un tempo cinema Empire.  Non si tratta di un multisala, come di questi tempi saremmo propensi a pensare,  ma di un’unica sala in cui, per iniziare, vengono  proiettati La Gelosia (La Jalousie, di Philip Garrel, 2013 ) Solo gli Amanti  Sopravvivono (Only Lovers Left Alive, di Jim Jarmush, 2013 ) e l’anteprima di Mud (di Jeff Nichols, 2012), film in uscita nelle sale oggi, presentato alla 65a edizione del Festival di Cannes con protagonista  Matthew McConaughey.

 

Il comune denominatore dei titoli proposti è che sono  tutti film distribuiti dalla casa di distribuzione torinese Movies Inspired,  che si occupa sia di cinema che di home video e che in tempi di crisi come  questi ha rimesso in piedi la sala di Piazza Vittorio. Cosa davvero di non poco  conto. La Movies Inspired ha finora proposto in cartellone film che portano  grandi firme (come Jarmush o Garrel), ma opere meno conosciute dal grande  pubblico, come Blue Valentine (di Derek Cianfrance, 2010),  che ha riscosso  molto successo. 

 

Cristina Colet

 

Guerra del Regio, Noseda non si consegna al “nemico”

Quella che molti hanno definito come la “tregua di Edimburgo”, dopo il successo della trasferta in Scozia del Regio con il “Guglielmo Tell” pare, alla luce di nuovi sviluppi sotto traccia, essere sfumata

 

regio orchestra

Il quadro impietoso di quanto, a suo parere, sta accadendo a Torino, nella “guerra del Regio” lo ha fatto Paolo Isotta, critico musicale del Corriere della Sera. La prestigiosa firma ne ha dette così tante che non si è servito del suo quotidiano ma di un altro, il Giornale. Secondo Isotta, in sostanza, Claudio Noseda non sarebbe all’altezza della situazione. E non lo sarebbe neppure Walter  Vergnano.

 

 Anche tutti i nomi circolati nel can-can mediatico di questi giorni, indicati come possibili successori dello stesso maestro o del sovrintendente, sarebbero figure inconsistenti: “l’essere buon direttore o soprintendente  (a Torino) – dice Isotta – è elemento bastevole per essere escluso dalle nomine”. Quella che molti hanno definito come la “tregua di Edimburgo”, dopo il successo della trasferta in Scozia del Regio con il “Guglielmo Tell” pare, alla luce di nuovi sviluppi sotto traccia, essere sfumata.

 

La Stampa scrive che fonti molto vicine a Noseda lo darebbero ormai per autodimissionato in via definitiva. L’orchestra, al momento in vacanza, spiega che con il coro non ci sono spaccature, ma non si deve toccare il maestro. E lui, nel frattempo, sta mietendo successi. Il direttore del festival di Edimburgo gli propone un contratto e la prestigiosa rivista musicale Grammophone gli ha assegnato il premio per il migliore cd dell’anno, grazie alla registrazione dei Concerti per piano e orchestra di Prokofiev.

 

L’incontro con il sovrintendente Vergnano è slittato di qualche giorno. Riuscirà il paciere Piero Fassino a ricondurre tutti alla ragione?

 

(foto: www.teatroregio.torino.it)

 

Exilles in festa fino a domenica

Il Festival, organizzato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura in collaborazione con la Regione Piemonte ed il Comune di Exilles, ospiterà reading, rappresentazioni teatrali, concerti, workshop , mostre

 

EXILLES LOC

Un vasto calendario di eventi di vario genere tutti gratuiti, legati da un comune denominatore: il binomio fra montagna e cultura. Questa è la prima edizione dell’ “Exilles Fest 2014”, che ha inizio il 26 agosto e durerà fino a domenica 31, nella cornice incantata del borgo che ospita uno dei  più noti sistemi difensivi  del Piemonte intero; il Forte di Exilles, i cui primi cenni storici risalgono al XIV secolo, fu a lungo conteso dai Savoia e dai re di Francia, ed è famoso per aver ospitato  l’uomo conosciuto come Maschera di Ferro, che fu rinchiuso nella fortezza allora adibita a prigione dal 1681 al 1687.

 

Il Festival, organizzato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura in collaborazione con la Regione Piemonte ed il Comune di Exilles, ospiterà reading, rappresentazioni teatrali, concerti, workshop , mostre, tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e della promozione del territorio della Valle di Susa,  a livello sia naturalistico che storico.

 

Uno sguardo ad alcuni eventi: martedì 26 sera inaugurazione con concerto dal vivo della Banda Kadabra  in piazza Vittorio Emanuele, mercoledì 27 sempre in piazza Vittorio si terrà la presentazione del libro di Alessandra Comazzi “La TV che mi piace”, seguita da un aperitivo musicale in piazza Cavour. Giovedì 28 la serata sarà dedicata  al ballo, con “Tango sotto le stelle di Exilles”.

 

I tre giorni del week end saranno intitolati ad altrettante tematiche: si inizia venerdì 29 con “Exilles Circus”, con spettacoli e laboratori rivolti soprattutto ai bambini,  segue poi il sabato all’insegna del mistero con “Exilles Noir”, per finire con la celebrazione a tutto tondo della cultura del territorio domenica 31, dedicata ad “Exilles Occitania”.

 

Per maggiori informazioni sulla manifestazione : 0122 58 301 ,

www.salonelibro.it, www.comune.exilles.to.it

 

Federica De Benedictis