Omicidio di Valenza, fermato un amico della vittima

Nella serata di sabato, al termine di un lungo interrogatorio condotto dal Pubblico Ministero, assistito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale e della Compagnia di Alessandria, i Carabinieri hanno proceduto al fermo di Michele Venturelli.  

 

46enne, amico di famiglia della vittima, nei cui confronti erano stati via via raccolti, sin dalle prime ore dalla scoperta del delitto, molteplici, univoci e concordanti elementi di responsabilità in ordine all’omicidio di Ambra Pregnolato, maestra d’asilo, 41enne, molto conosciuta ed apprezzata in città.

Già sentito fino a tarda notte dagli inquirenti, era ricercato sin dalle prime ore del mattino, in quanto si era allontanato dall’abitazione di parenti ove aveva momentaneamente trovato accoglienza, facendo perdere le proprie tracce. Questi era stato poi rinvenuto nel primissimo pomeriggio, ferito, sui binari della ferrovia, nei pressi del ponte Tiziano, ove poco prima, sentendosi braccato dai Carabinieri che stavano già perquisendo l’abitazione di Valenza in cui viveva con il padre e la sorella,verosimilmente in preda al rimorso, aveva tentato di togliersi la vita, gettandosi sotto un treno, peraltro senza riuscirvi.


Soccorso e trasportato presso il pronto soccorso dell’Ospedale di Alessandria, dopo essere stato sottoposto alle cure del caso e ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita,  veniva interrogato alla presenza dell’avvocato d’ufficio.

Incalzato da Magistrato e Carabinieri, l’uomo ha confessato, dichiarando:
di aver intrapreso una relazione sentimentale con la vittima da circa un anno;
che tale relazione era peraltro caratterizzata da un’assidua frequentazione della casa della vittima
che la vittima gli aveva  espresso l’intenzione di volersi separare dal coniuge per poi andare a vivere con lui;
che la vittima aveva espresso un improvviso e per lui inatteso ripensamento, comunicatogli ieri mattina, allorquando, come a volte accadeva, si era recato da lei sapendola sola; di come, essendosi profondamente innamorato della donna, la decisione di questa di non volersi più separare gli aveva fatto perdere completamente il lume della ragione, tanto da estrarre dallo zaino che aveva con se’ un martello – dichiaratamente da lui utilizzato per risolvere un problema meccanico della bicicletta che lui usava – e colpirla violentemente e ripetutamente alla testa, in un crescente raptus acuito dalle urla della vittima.
che, successivamente, in un momento di riacquisita lucidità, resosi conto di quello che aveva fatto, aveva cercato di ripulirsi e di cambiare i propri vestiti con quelli del marito della donna, senza riuscirvi. Uscito dall’abitazione, si era impossessato di un paio di scarpe pulite trovate sullo zerbino di un’abitazione del 7° piano, dandosi alla fuga; rincasato, si era spogliato dei vestiti sporchi di sangue e, dopo aver fatto la doccia, era uscito per raggiungere il vicino affluente del Po per disfarsi del martello utilizzato per colpire la donna e degli abiti che prima aveva indosso, intrisi di sangue.

L’uomo, ricoverato in ospedale, si trova al momento in stato di fermo, piantonato dai Carabinieri. Ha così trovato una veloce soluzione una vicenda che ha scosso la città nelle ultime ventiquattro ore e che, purtroppo, vede ancora una volta una donna perdere la vita e una famiglia spezzata perché non bisogna in questo momento dimenticare il dramma del marito e della figlia minore. Ogni ulteriore commento è superfluo e aggiungerne vorrebbe dire solamente incrementare il livello di dolore di chi sta soffrendo e dimenticarsi che una persona ha perso la vita nel fiore degli anni.

Massimo Iaretti

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