ilTorinese

I travagli di Finpiemonte

Ora tocca a Stefano Ambrosini essere sulla graticola in FinPiemonte. I pentastellati hanno chiesto le sue dimissioni per una comunicazione giudiziaria  per le sue attività professionali su società con sede a Roma. Loro sono fatti così. Quando capita ad uno di loro (vedi Appendino) bisogna aspettare la Cassazione. Quando capita ad altri sono colpevoli per antonomasia e non ci vuole nessun processo. Ma come si dice, anche due volte al giorno un orologio rotto fa l’ora giusta. Cerco di spiegarmi. Il Professore Stefano Ambrosini , nel suo settore è un luminare. Sono più di 25 anni che macina prestigiosi incarichi come Alitalia o banche di fatto fallite.
Ottimo tecnico. Scelto ripetutamente da Sergio Chiamparino  per affrontare molte questioni spinose. Anche liquidatore di un gigante dai piedi di argilla come Eurofidi, saltato malamente. Come presidente di FinPiemonte ha scoperchiato il presunto malaffare di Fabrizio Gatti . Precisamente sarà la Magistratura ad accertarlo. E comunque mettere soldi in Svizzera poi spariti non è stata una gallata. Un fatto che ( a vario titolo ) mancano all’appello 12 milioni di euro.
Ed essendo FinPiemone di fatto pubblica è alla nostra collettività che mancano 12 milioni di euro. Storia che viene da lontano. Massimo Feira venne nominato dalla Giunta Cota e Fabrizio Gatti nominato vicepresidente indicato dall’ allora capogruppo del PD d opposizione Reschigna. Feira  dovette dimettersi per essere invischiato in una liquidazione. I magistrati opponevano che avesse emesso fatture false. Fabrizio Gatti fece il facente funzioni di presidente per poi essere confermato presidente dalla Giunta Chiamparino con Reschigna suo Vice presidente.  Chiamparino ottenne le dimissioni di Fabrizio Gatti e mandò Stefano Ambrosini perché non vedendoci chiaro subodorava un ammanco. Il Professore fece egregiamente il suo dovere. Del resto come si sa (scusatemi se mi ripeto) ottimo tecnico. Qui lo stupore per la conferma da parte della Giunta di Centrodestra.
L’incarico di Presidente è di carattere politico- fiduciario. Perché? Due supposizioni. O non avevano professionisti di livello simile o non hanno trovato la quadra tra leghisti e Forza Italia. Forse tagliati fuori quelli di Forza Italia ancorché Crosetto fosse uno dei capi locali del centro destra. Io, francamente, propendo per la seconda. Ora si ripropone la discontinuità politica tra le due amministrazioni. Vuol dire che le dimissioni di Stefano Ambrosini sono opportune non perché (eventualmente) sia colpevole di chicchessia. Ma perché ci vuole discontinuità e mi rifiuto di credere che nelle file del centro destra non ci siano persone adatte.  Ambrosini come liquidatore di Euro Fidi trimestralmente manda una relazione sulla sua liquidazione al tribunale di Torino. Se ci sono estremi per reati lo deciderà ed indagherà la Procura. Ad oggi ( ci risulta ) che il solo rinviato a giudizio  sia Giotti, amministratore delegato ed ex direttore generale di Euro Fidi. Altri amministratori indagati sono usciti dal procedimento perché hanno concordato e pagato una multa in sede civile. Eurofidi e FinPiemonte erano complementi per lo sviluppo industriale delle piccole e medie industrie. Erano strumenti di carattere operativo per le politiche decise dalla Regione Piemonte.
Entrambi indicati come gioielli di famiglia piemontesi. Se si sono trovati in queste situazioni vuol dire che qualcosa non ha funzionato, evidentemente. Qui però si deve tornare alle origini dei propri compiti. La Magistratura faccia la Magistratura. Gli industriali facciano gli industriali e la politica faccia la politica.
Primo passo,  un nuovo Presidente per FinPiemonte. Possibilmente competente.
Patrizio Tosetto

Requiem per la Bosnia ad Azeglio il 15 novembre

Venerdì 15 novembre, alle 21.00, nel comune canavesano di Azeglio (To), nella prestigiosa sede della Residenza di campagna “Fuori porta d’Azeglio” verrà presentato il libro di Barbara Castellaro “Requiem per la Bosnia”. L’inziativa, patrocinata dal comune di Azeglio è promossa nell’ambito della rassegna “Musiche da ripostiglio e altro”, pensata e condotta dagli artisti Giuseppe Lo Faro e David Tickle. Il nuovo volume della scrittrice canavesana è pubblicato da Infinito Edizioni nella collana Orienti, con l’introduzione e le fotografie di Paolo Siccardi, giornalista e photoreporter free-lance che dal 2000 collabora con il settore Esteri del settimanale Famiglia Cristiana, e la postfazione di Marco Travaglini.

“Requiem per la Bosnia” racconta il grumo d’emozioni, gioie e soprattutto dolore che pesano nell’anima della gente che abita e abitava quelle regioni balcaniche. Barbara Castellaro ha saputo trovare le parole più adatte per descrivere paesi e persone, storie individuali e collettive di un paese che era il cuore profondo della terra degli slavi del Sud, martoriato dai conflitti a cavallo del millennio, nell’ultimo decennio del “secolo breve”. Un tempo di guerre e dissoluzione che ha lasciato tracce profonde, forse ineliminabili, che va raccontato alla luce di quanto è accaduto dopo, della vita di tutti i giorni, delle paure e delle aspettative, dei sogni e degli auspici di tante e tanti che non hanno inteso chinare la testa di fronte al destino. Sono queste donne e questi uomini che Barbara Castellaro ha incontrato, comunicando emozioni e pensieri che aiutano a formare un’opinione di chi legge. E’ un invito al viaggio verso Sarajevo, Mostar, Srebrenica, senza retorica e senza consolazione. La capitale bosniaca, microcosmo che contiene tutto il mondo, quasi una “Nuova Gerusalemme” ; Mostar, la città dello Stari Most, del vecchio ponte sulle smeraldine acque della Neretva; Tuzla, la città del sale, dove sopravvivono ancora lo spirito della Bosnia multiculturale e tollerante; Srebrenica, la città dell’argento e del sangue, dove nel luglio del 1995 si consumò l’ultimo genocidio del secolo, il primo in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale,dove oltre diecimila musulmani bosniaci maschi, tra i 12 e i 76 anni,  vennero catturati, torturati, uccisi e sepolti in fosse comuni dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache e dai paramilitari serbi. Un libro, quello di Barbara Castellaro, che offre un ritratto interiore di quella terra, un percorso breve ma profondo per avvicinarsi ed entrare in contatto con una realtà dove è necessario evitare lo sguardo svagato da turisti, guardando oltre le apparenze, disponendosi all’ascolto con la voglia di capire.

 

Del resto i paesi della ex Jugoslavia non hanno ancora trovato stabilità ed equilibrio dopo la sanguinosa guerra degli Anni ’90.Le stesse foto di Paolo Siccardi accompagnano il libro raccontando i contrasti tra la vita di tutti i giorni, l’eredità di un pesante passato, l’incertezza del domani. Basterebbe riguardare le immagini dei clandestini che negli anni novanta,per sfuggire alle guerre,attraversavano come oggi quelle frontiere. Fermati dalle polizie, schedati e rimandati ai loro paesi di origine, lasciando per terra lungo le maglie bucate delle reti le proprie memorie, i ricordi, le fotografie dei propri cari, i documenti, gli oggetti personali per non essere identificati dalle autorità di frontiera. Quelle reti diventavano la porta per l’Europa di Schengen come ieri il passaggio a nord di Subotica o la nuova rotta balcanica che attraversa il cuore della Bosnia e porta migliaia di migranti nel cuore di Sarajevo. Per vedere queste cose basta avere voglia di tenere gli occhi aperti e la mente e il cuore sgombri da pregiudizi, come fa con grande umanità e forza il racconto di Barbara Castellaro.

I cambiamenti climatici danneggiano gravemente l’agricoltura piemontese

I cambiamenti del clima preoccupano gli italiani, tanto che soltanto  l’1% considera la situazione  “poco grave”, mentre per 3  su 4 è “grave” o “gravissima”. La fotografia emerge  dall’indagine Coldiretti/Ixè presentata al Castello di Moncalieri, al convegno ‘L’agricoltura come strumento strategico per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici’ nella prima delle tre giornate di ‘Coldiretti al Castello’. “L’agricoltura – hanno dichiarato  il presidente della Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e il delegato confederale Bruno Rivarossa – è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Solo in Piemonte l’ammontare dei danni provocati dal maltempo e dai parassiti arriva a 200 milioni di euro”.

Due arresti per rapina aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti

Nei giorni scorsi  un  cittadino rumeno di 28 anni è stato seguito in via Principe Tommaso da uno sconosciuto che, dopo averlo affiancato, lo ha aggredito, colpendolo al volto riuscendo a sfilargli il giubbotto, di colore bianco, contenente il portafogli. La vittima, per sottrarsi alla violenza, ha trovatorifugio in un vicino supermercato, mentre il suo aggressore si è dato alla fuga su via Galliari in direzione del parco del Valentino.  

Gli agenti del Comm.to Nizza, acquisite e visionate le immagini registrate da alcune telecamere di vigilanza poste nella zona, hanno riconosciuto nel rapinatore ripreso un cittadino  marocchino gravitante nel quartiere San Salvario, con numerosi precedenti di polizia per stupefacenti e reati di natura predatoria (furti e rapine). Martedì scorso, la vittima del reato è stata convocata negli uffici di Polizia, ove è stata effettuata l’individuazione fotografica del sospettato.

Nelle ore successive, a seguito di attive ricerche del rapinatore, gli investigatori lo hanno individuato in via Ormea. L’uomo, 36 anni, senza fissa dimora, con precedenti per reati contro la persona, il patrimonio e inerenti agli stupefacenti, irregolare sul territorio nazionale, in considerazione del pericolo di fuga, è stato sottoposto a fermo per la rapina aggravata del 29 Ottobre. La misura è stata convalidata dall’Autorità Giudiziaria che ha successivamente emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Poche ore dopo, lo stesso personale di Polizia, durante i servizi in borghese nella zona di competenza del Comm.to, ha notato, in corrispondenza di una pensilina per i bus in via Genova, un cittadino marocchino sospetto. L’uomo, dopo aver diviso con due soggetti resisi irreperibili quello che è parso essere un pezzo solido di stupefacente, è salito sul bus linea 18 ma, accortosi della presenza a bordo degli agenti, che lo hanno seguito, è sceso frettolosamente dalla porte posteriori. Il tentativo di sottrarsi al controllo è andato, però, a vuoto: infatti, è stato raggiunto dopo un breve inseguimento. La perquisizione a suo carico ha portato al rinvenimento di 3 pezzi di hashish, per un peso complessivo di 32 grammi.  Per l’uomo, quarantotto anni, colpito peraltro dal divieto di dimora a Torino, misura cui lo stesso è risultato evidentemente inadempiente, sono scattate le manette per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il centrosinistra e i 5 Stelle

Diciamoci la verità, al di là delle sofisticazioni, delle congetture e anche dei desideri. Per poter
ricostruire il centro sinistra dalle fondamenta e’ indispensabile e decisivo sciogliere il nodo dei 5
stelle. Ovvero del rapporto/confronto con il partito di Grillo e Casaleggio. Un nodo che non può
prescindere da alcune costanti che, oggettivamente, caratterizzano il mondo pentastellato.
Innanzitutto il partito dei 5 stelle non è riconducibile a nessuna categoria politica e culturale del
novecento. Non a caso rifugge dalla distinzione tra destra, sinistra e centro perché è oltre la
“cultura della coalizione”, se non per garantire seggi e posizioni di potere. Ma, ed è l’elemento che
più conta, rifuggendo da qualsiasi classificazione politica e culturale, diventa francamente difficile
coinvolgerli in una operazione di lungo termine per la ricostruzione di una coerente e credibile
alleanza di centro sinistra.
In secondo luogo una alleanza politica non può essere confusa con un banale e semplice
pallottoliere. Certo, in alcuni momenti della vita politica del nostro paese noi abbiamo conosciuto e
sperimentato alleanze politiche dettate da ragioni puramente numeriche. Cioè fatte e costruite
esclusivamente “contro” qualcuno e non “per” un progetto politico e di governo. Sotto questo
versante, la frettolosa alleanza con i 5 stelle – come l’esperienza concreta a livello regionale ha
prontamente dimostrato – rischia di riproporre una mera alleanza contro l’avversario di turno, a
prescindere da qualsiasi prospettiva di lungo temine e da una visione politica e di governo.
Infine, e da sempre, una coalizione che guarda al futuro e che non sia dettata solo da ragioni
opportunistiche o superficiali, richiede la presenza di un progetto giustificato da un pensiero e da
una cultura politica definita e percepibile.
Ecco perche’, per competere con un forte ed unito centro destra e con un progetto politico
altrettanto definito e chiaro, necessita una coalizione che non si riduca ad essere il frutto di una
alleanza dettata dalla paura, o dal terrore del nemico/avversario o da una sola ragione di potere.
Perché le coalizioni, o anche solo le alleanze politiche, sono credibili, serie e coerenti se
esprimono un disegno politico altrettanto credibile. Del resto, il centro sinistra deve essere
ricostruito quasi da zero. Dopo la “vocazione maggioritaria” del Partito Democratico, dopo
l’azzeramento del principio di coalizione e dopo il compiacimenfo per l’assenza di partiti e
movimenti in questo campo, e’ giunto il momento per ricostruire questo luogo politico che ha
accompagnato il cammino della democrazia italiana e che è stato decisivo in molte fasi storiche del
nostro paese declinando un progetto politico di governo, riformista e profondamente democratico.
E il compito dei partiti, dei movimenti e dei gruppi che si riconoscono in questo campo politico resta
quello di elaborare un progetto politico di governo alternativo alla destra e alla deriva populista da
un lato e, dall’altro, di rimettere insieme quelle forze politiche, culturali e sociali che in questi ultimi
anni sono state sacrificate sull’altare di una maldestra novità e di un molto discutibile nuovismo.
Ma per poter centrare obiettivo va sciolto definitivamente il nodo del rapporto con i 5 stelle. Un
nodo politico non più aggirabile ne’ rinviabile. E non affrontabile con i post e con i tweet.

Giorgio Merlo

 

FantaCina: scrittori di fantascienza della Cina contemporanea

Incontro con Wang Jinkang e Xia Jia

 

Mercoledì 13 novembre 2019 alle 10.00

Aula Magna del Rettorato

Via Verdi 8 Torino

 

Conduce la professoressa STEFANIA STAFUTTI

 

L’Istituto Confucio dell’Università di Torino ospita un incontro d’eccezione con due delle voci più significative della fantascienza cinese contemporanea.

 

Wang Jinkang (1948), ingegnere ma soprattutto scrittore, è uno dei “re” della fantascienza cinese e appartiene alla generazione dei precursori della contemporanea fantascienza. Le sue opere affrontano una serie di problemi cruciali collegati allo sviluppo della tecnologia e delle scienze, in particolare nell’ambito della bioetica. Attento osservatore del presente, esplora anche l’universo geopolitico del mondo moderno, dal ruolo degli Stati Uniti d’America alle minacce del terrorismo, come bene esemplifica il suo romanzo Shizi “La croce” (2009), visione distopica di un mondo distrutto da un’arma biologica. Wang JInkang ha ricevuto più volte il premio Yinhe (Galaxy Award), il riconoscimento più prestigioso per gli scrittori cinesi nell’ambito della fantascienza.  In italiano la casa editrice Future Fiction ha pubblicato il racconto “Il gigante reincarnato” nella raccolta Sinosfere.

 

Xia Jia (1984), nome d’arte della scrittrice Wang Yao, coniuga una formazione scientifica di prim’ordine (laureata in fisica presso la prestigiosa Università di Pechino) con una solida educazione anche nell’ambito delle scienze umane; nello stesso ateneo ha conseguito il dottorato in letteratura comparata. Unisce all’amore per la fantascienza la passione per il fantasy e una certa vocazione didattica che appartiene alla fantascienza cinese delle origini. Spesso i suoi personaggi consentono di avvicinare la vita e le vicende di figure realmente esistite, il cui ruolo è stato essenziale nello sviluppo dell’umanità. Insignita di numerosi premi, unisce al lavoro accademico una attività di scrittrice molto intensa,  attraverso la quale infonde nuova vita anche alle tradizionali storie di spiriti e fantasmi cinesi. Tradotta in varie lingue, in italiano Future Fiction propone l’antologia “Festa di primavera”.

 

Conduce l’incontro la professoressa Stefania STAFUTTI, professore ordinario di Lingua e Letteratura Cinese dell’Università di Torino, Delegato del Rettore per le Relazioni Internazionali con la Cina e Direttore dell’Istituto Confucio di Torino.

DOVE E QUANDO

Mercoledì 13 novembre 2019 ore 10.00 Aula Magna –  Palazzo del Rettorato, via Verdi 8 Torino. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

 

INFORMAZIONI

Per informazioni: 011 670 39 13 / segreteria@istitutoconfucio.torino.it

Cavallerizza libera dagli occupanti tra un paio di settimane

Raggiunta un’intesa per la  Cavallerizza, il complesso gravemente danneggiato da un incendio doloso nelle scorse settimane. La  Città di Torino, la Prefettura e gli occupanti hanno siglato  un verbale d’intesa che  punta alla ristrutturazione del bene per restituirlo alla cittadinanza. Agli occupanti verrà concessa tutta la settimana per lasciare la struttura e per traslocare i materiali avranno a disposizione anche la settimana successiva.

A Elena Mantello il Premio Alessandro Marena 2019

L’artista si aggiudica la terza edizione del riconoscimento legato al progetto “The Upcoming Art”,  mostra di opere realizzate dagli studenti provenienti dall’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino

L’opera vincitrice, un’installazione di piastrelle di pietre differenti su cui sono  scolpiti i chilometri di distanza  dall’origine del materiale, l’Africa,  evidenzia la forte volontà di far comunicare la cultura occidentale con le culture altre

Menzione speciale a Agnese Falcarin e Erica Suzzarellu. Lo sponsor Be drink sceglie Giuseppe Mulas e Marco Poma  per la creazione di un nuovo packaging

 Si è conclusa con l’assegnazione del Premio Alessandro Marena la terza edizione del progetto The Upcoming Art proposto dall’Associazione Alessandro Marena e inaugurato lo scorso 30 ottobre all’Auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

La preferenza unanime della giuria, presieduta dalla direttrice di Artissima Ilaria Bonacossa, è andata all’opera 45°04’N 7°42’E dell’artista Elena Mantello, con questa motivazione: “per aver – attraverso un linguaggio di origine minimale e poverista – aperto una riflessione sul tema delle migrazioni e della politica economica e geopolitica contemporanea, con un’installazione di impatto immediato”.

L’opera 45°04’N 7°42’E è una composizione modulare dove ogni sezione corrisponde a un’area della cartina geografica dell’Africa. Piastrelle di pietre differenti hanno scolpiti i chilometri di distanza dall’origine del materiale, quindi dal Continente Nero a Torino. Tra gli obiettivi dell’installazione c’è quello di spingere l’osservatore a non fermarsi alle apparenze: se da un lato si sono abbattute le barriere geografiche per dar la possibilità di transitare qualsiasi risorsa da un capo all’altro del mondo, dall’altro nessuno si preoccupa di come essa viene prodotta o prelevata. I materiali utilizzati nell’installazione sono pezzi di scarto e il loro continuo reperimento caratterizza una ricerca in fieri.

Elena Mantello, 26 anni, di Savona, vive e studia a Torino. Laureata a luglio 2019 in scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, ha sviluppato le sue conoscenze tecniche attraverso la sperimentazione di vari materiali, dai più tradizionali, come ceramica, gesso, marmo e bronzo ai più contemporanei quali resine e gomme.

Ho molto apprezzato la qualità dell’interazione tra giuria e artisti – ha sottolineato Franca Pastore Marena, fondatrice dell’Associazione Alessandro Marena – e sono molto contenta di aver potuto offrire a questi giovani talenti un’opportunità non solo di esposizione, ma anche di formazione e crescita all’inizio del loro percorso nel sistema dell’arte”.

Il premio consiste nella somma di 2.000€ che la vincitrice potrà investire nel proseguimento della propria formazione artistica. L’opera scelta viene ascritta alla Collezione dell’Associazione che ne dispone per il prosieguo dell’attività espositiva.

Una menzione speciale è stata inoltre assegnata ad Agnese Falcarin e Erica Suzzarellu che hanno presentato il video Ballad Of The Soldier’s Wife apprezzato “per la raffinata elaborazione e l’originale sintesi tra eredità del 900 e contemporaneità”. Un’edizione del Premio Alessandro Marena che quest’anno ha quindi fortemente valorizzato l’arte al femminile.

Prima della proclamazione, gli studenti hanno avuto l’opportunità di ricevere pareri e consigli da parte della giuria composta da Franca Pastore Marena, gallerista e fondatrice dell’Associazione, Ilaria Bonacossa, direttrice di Artissima, Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, il coordinatore del programma di arti visive di Combo Bruno Barsanti, l’artista Franko B e Francesca Referza, direttrice di Quartz Studio, spazio no-profit per l’arte contemporanea di Torino.

L’azienda Be drink, tra gli sponsor della mostra, ha selezionato Giuseppe Mulas e Marco Poma per l’ideazione del packaging 2020 dei loro liquori Squibb e Bitchin.

La mostra è stata realizzata con il sostegno della Fondazione CRT.

RealEYES 2019, arte e vogli di vivere

Mostra benefica per la ricerca scientifica

14-25 novembre ore 10-18

Inaugurazione all’auditorium Vivaldi il 14 novembre ore 16,30

Una straordinaria mostra di opere pittoriche ispirate alla voglia di vivere, alla curiosità e ai sogni, al desiderio di sperimentare per aiutare la ricerca scientifica per sconfiggere la leucemia acuta che a 14 anni ha portato via alla famiglia ed ai suoi sogni di vita Francesca Martini.

Per saperne di più sulla ricerca scientifica in corso sulle “cellule di Francesca”, il convegno informativo e l’inaugurazione della mostra, Giovedì 14 novembre ore 16,30 all’auditorium Vivaldi di piazza Carlo Alberto 5/A

Sgominata la banda dei ladri di rame. Arrestate 10 persone

Depredavano cavi in tutta Italia, per poi riciclarli. Operazione dei Carabinieri. Sequestrata azienda compiacente
Dall’alba, in Torino e nell’hinterland torinese, oltre 60 Carabinieri del Comando Provinciale di Torino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica, gruppo criminalità organizzata, comune e sicurezza urbana, nei confronti degli appartenenti ad una banda criminale dedita ai furti di rame e al successivo riciclaggio dello stesso. 10 le persone destinatarie dei provvedimenti restrittivi. Associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, riciclaggio nonché furto in concorso, i reati a vario titolo contestati dall’A.G.. Le indagini dei militari dell’Arma hanno accertato furti di 44 mila metri di cavi di rame per un valore di oltre mezzo milione di euro, avvenuti prevalentemente ai danni di impianti fotovoltaici del Nord e Centro Italia. I Carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora hanno sequestrato un’azienda della provincia di Torino, attraverso la quale gli indagati riuscivano a stoccare e poi a “ripulire” l’oro rosso. A capo dell’organizzazione i titolari di un’azienda della provincia di Torino. La ditta è ritenuta una centrale di stoccaggio e smistamento del rame rubato e il punto di riferimento per molti predoni dell’oro rosso della provincia di Torino.
Le investigazioni condotte dai carabinieri della Compagnia Torino Oltre Dora sono durate un anno ed è riuscita a dimostrare l’esistenza di un sodalizio criminale, con base operativa a Piscina (TO). I furti di rame sono stati commessi prevalentemente da alcuni rom di un campo nomadi torinesi ai danni di impianti solari fotovoltaici di Narni (TR), Savigliano (CN), Airasca (TO), Cherasco (CN), Otricoli (TR). Sono stati documentati 15 episodi delittuosi
Modus operandi  I titolari della ditta erano i promotori e gli organizzatori del traffico di rame che acquistavano l’oro rosso direttamente dai ladri  e dopo averlo pulito e sguainato, lo rivendevano ad altre ditte per il successivo reinserimento nel mercato lecito. Alla contabile della ditta spettava l’onere di omettere le annotazioni sui registri di carico/scarico dei movimenti in ingresso e uscita dalla ditta, del rame rubato. Ai dipendenti e operai spettava l’incarico di sguainare e triturare il rame al fine di ostacolarne l’eventuale identificazione e trasportarlo agli acquirenti ricettatori. Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo della ditta e dei beni a essa riconducibili.