I travagli di Finpiemonte

Ora tocca a Stefano Ambrosini essere sulla graticola in FinPiemonte. I pentastellati hanno chiesto le sue dimissioni per una comunicazione giudiziaria  per le sue attività professionali su società con sede a Roma. Loro sono fatti così. Quando capita ad uno di loro (vedi Appendino) bisogna aspettare la Cassazione. Quando capita ad altri sono colpevoli per antonomasia e non ci vuole nessun processo. Ma come si dice, anche due volte al giorno un orologio rotto fa l’ora giusta. Cerco di spiegarmi. Il Professore Stefano Ambrosini , nel suo settore è un luminare. Sono più di 25 anni che macina prestigiosi incarichi come Alitalia o banche di fatto fallite.
Ottimo tecnico. Scelto ripetutamente da Sergio Chiamparino  per affrontare molte questioni spinose. Anche liquidatore di un gigante dai piedi di argilla come Eurofidi, saltato malamente. Come presidente di FinPiemonte ha scoperchiato il presunto malaffare di Fabrizio Gatti . Precisamente sarà la Magistratura ad accertarlo. E comunque mettere soldi in Svizzera poi spariti non è stata una gallata. Un fatto che ( a vario titolo ) mancano all’appello 12 milioni di euro.
Ed essendo FinPiemone di fatto pubblica è alla nostra collettività che mancano 12 milioni di euro. Storia che viene da lontano. Massimo Feira venne nominato dalla Giunta Cota e Fabrizio Gatti nominato vicepresidente indicato dall’ allora capogruppo del PD d opposizione Reschigna. Feira  dovette dimettersi per essere invischiato in una liquidazione. I magistrati opponevano che avesse emesso fatture false. Fabrizio Gatti fece il facente funzioni di presidente per poi essere confermato presidente dalla Giunta Chiamparino con Reschigna suo Vice presidente.  Chiamparino ottenne le dimissioni di Fabrizio Gatti e mandò Stefano Ambrosini perché non vedendoci chiaro subodorava un ammanco. Il Professore fece egregiamente il suo dovere. Del resto come si sa (scusatemi se mi ripeto) ottimo tecnico. Qui lo stupore per la conferma da parte della Giunta di Centrodestra.
L’incarico di Presidente è di carattere politico- fiduciario. Perché? Due supposizioni. O non avevano professionisti di livello simile o non hanno trovato la quadra tra leghisti e Forza Italia. Forse tagliati fuori quelli di Forza Italia ancorché Crosetto fosse uno dei capi locali del centro destra. Io, francamente, propendo per la seconda. Ora si ripropone la discontinuità politica tra le due amministrazioni. Vuol dire che le dimissioni di Stefano Ambrosini sono opportune non perché (eventualmente) sia colpevole di chicchessia. Ma perché ci vuole discontinuità e mi rifiuto di credere che nelle file del centro destra non ci siano persone adatte.  Ambrosini come liquidatore di Euro Fidi trimestralmente manda una relazione sulla sua liquidazione al tribunale di Torino. Se ci sono estremi per reati lo deciderà ed indagherà la Procura. Ad oggi ( ci risulta ) che il solo rinviato a giudizio  sia Giotti, amministratore delegato ed ex direttore generale di Euro Fidi. Altri amministratori indagati sono usciti dal procedimento perché hanno concordato e pagato una multa in sede civile. Eurofidi e FinPiemonte erano complementi per lo sviluppo industriale delle piccole e medie industrie. Erano strumenti di carattere operativo per le politiche decise dalla Regione Piemonte.
Entrambi indicati come gioielli di famiglia piemontesi. Se si sono trovati in queste situazioni vuol dire che qualcosa non ha funzionato, evidentemente. Qui però si deve tornare alle origini dei propri compiti. La Magistratura faccia la Magistratura. Gli industriali facciano gli industriali e la politica faccia la politica.
Primo passo,  un nuovo Presidente per FinPiemonte. Possibilmente competente.
Patrizio Tosetto
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