Requiem per la Bosnia ad Azeglio il 15 novembre

Venerdì 15 novembre, alle 21.00, nel comune canavesano di Azeglio (To), nella prestigiosa sede della Residenza di campagna “Fuori porta d’Azeglio” verrà presentato il libro di Barbara Castellaro “Requiem per la Bosnia”. L’inziativa, patrocinata dal comune di Azeglio è promossa nell’ambito della rassegna “Musiche da ripostiglio e altro”, pensata e condotta dagli artisti Giuseppe Lo Faro e David Tickle. Il nuovo volume della scrittrice canavesana è pubblicato da Infinito Edizioni nella collana Orienti, con l’introduzione e le fotografie di Paolo Siccardi, giornalista e photoreporter free-lance che dal 2000 collabora con il settore Esteri del settimanale Famiglia Cristiana, e la postfazione di Marco Travaglini.

“Requiem per la Bosnia” racconta il grumo d’emozioni, gioie e soprattutto dolore che pesano nell’anima della gente che abita e abitava quelle regioni balcaniche. Barbara Castellaro ha saputo trovare le parole più adatte per descrivere paesi e persone, storie individuali e collettive di un paese che era il cuore profondo della terra degli slavi del Sud, martoriato dai conflitti a cavallo del millennio, nell’ultimo decennio del “secolo breve”. Un tempo di guerre e dissoluzione che ha lasciato tracce profonde, forse ineliminabili, che va raccontato alla luce di quanto è accaduto dopo, della vita di tutti i giorni, delle paure e delle aspettative, dei sogni e degli auspici di tante e tanti che non hanno inteso chinare la testa di fronte al destino. Sono queste donne e questi uomini che Barbara Castellaro ha incontrato, comunicando emozioni e pensieri che aiutano a formare un’opinione di chi legge. E’ un invito al viaggio verso Sarajevo, Mostar, Srebrenica, senza retorica e senza consolazione. La capitale bosniaca, microcosmo che contiene tutto il mondo, quasi una “Nuova Gerusalemme” ; Mostar, la città dello Stari Most, del vecchio ponte sulle smeraldine acque della Neretva; Tuzla, la città del sale, dove sopravvivono ancora lo spirito della Bosnia multiculturale e tollerante; Srebrenica, la città dell’argento e del sangue, dove nel luglio del 1995 si consumò l’ultimo genocidio del secolo, il primo in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale,dove oltre diecimila musulmani bosniaci maschi, tra i 12 e i 76 anni,  vennero catturati, torturati, uccisi e sepolti in fosse comuni dalle forze ultranazionaliste serbo-bosniache e dai paramilitari serbi. Un libro, quello di Barbara Castellaro, che offre un ritratto interiore di quella terra, un percorso breve ma profondo per avvicinarsi ed entrare in contatto con una realtà dove è necessario evitare lo sguardo svagato da turisti, guardando oltre le apparenze, disponendosi all’ascolto con la voglia di capire.

 

Del resto i paesi della ex Jugoslavia non hanno ancora trovato stabilità ed equilibrio dopo la sanguinosa guerra degli Anni ’90.Le stesse foto di Paolo Siccardi accompagnano il libro raccontando i contrasti tra la vita di tutti i giorni, l’eredità di un pesante passato, l’incertezza del domani. Basterebbe riguardare le immagini dei clandestini che negli anni novanta,per sfuggire alle guerre,attraversavano come oggi quelle frontiere. Fermati dalle polizie, schedati e rimandati ai loro paesi di origine, lasciando per terra lungo le maglie bucate delle reti le proprie memorie, i ricordi, le fotografie dei propri cari, i documenti, gli oggetti personali per non essere identificati dalle autorità di frontiera. Quelle reti diventavano la porta per l’Europa di Schengen come ieri il passaggio a nord di Subotica o la nuova rotta balcanica che attraversa il cuore della Bosnia e porta migliaia di migranti nel cuore di Sarajevo. Per vedere queste cose basta avere voglia di tenere gli occhi aperti e la mente e il cuore sgombri da pregiudizi, come fa con grande umanità e forza il racconto di Barbara Castellaro.

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