ilTorinese

Ma che fine ha fatto il Piano Antibracconaggio?

Riceviamo e pubblichiamo

 

Il Natale del bracconiere: lupa a pallettoni. Il CABS  si rivolge al Ministro Costa

 

Una lupa in buona salute, prima che incontrasse il bracconiere natalizio. Per la fauna italiana non c’è pace neanche a Natale. A commentare l’uccisione del povero animale nei pressi di Piossasco, alle porte di Torino, è il CABS l’associazione di volontari esperti in antibracconaggio che ricordano come, sostanzialmente inapplicato, giace il Piano nazionale contro il bracconaggio con il quale il Governo italiano avrebbe dovuto dare una risposta per evitare la procedura d’infrazione dell’Unione Europea.

L’accusa, decisamente grave, aveva trovato il suo primo presupposto nella procedura Pilot 5283/13/ENVI formulata nel 2013 dagli uffici europei. Sebbene relativa all’uccisione dell’avifauna, inchiodava il Governo italiano a prendere provvedimenti decisi contro il bracconaggio.

Tale procedura – ha commentato il CABS – è stata avviata nel 2013, ma l’Italia ha trovato tempo di stendere il Piano contro il bracconaggio solo nel 2017 prevedendo risposte urgenti, tra cui il potenziamento delle sanzioni e di personale specializzato, entro 12 mesi. Tempi – ha precisato il CABS – abbondantemente scaduti. Questa è la “risposta” che la dice lunga sulla volontà del nostro paese di difendere la fauna selvatica ivi compresa quella superprotetta come i lupi“.

Nella lupa di Piossasco, così come reso noto dalla Città Metropolitana di Torino, sono state trovate le tracce di tre pallettoni di fucile. “Una sequenza quotidiana – ha aggiunto il CABS – Oggi una lupa, pochi giorni addietro migliaia di uccelli vittime di un traffico internazionale per i cosiddetti “richiami vivi” che ha coinvolto ben 5 regioni italiane. Quanto ancora dobbiamo aspettare per avere almeno applicato quanto previsto dallo stesso Governo nazionale?”

 

CABS

(È UN’ASSOCIAZIONE DI VOLONTARI CON SEDE A BONN SPECIALIZZATA NELL’ANTIBRACCONAGGIO, ATTIVA IN ITALIA CON NUMEROSI NUCLEI, OLTRE CHE A MALTA, FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, CIPRO E LIBANO)

Italexit su Embraco: “Inaccettabile stop UE”

Dopo vari tentativi falliti miseramente (tra cui la clamorosa truffa dei manager di Ventures, che hanno usato i soldi del rilancio per comprarsi auto di lusso), adesso anche l’Unione Europea decide di intromettersi nella vicenda Embraco imponendo lo stop alla fusione con la Acc di Belluno.

Embraco e Acc, oltre ad appartenere allo stesso settore (componentistica per frigoriferi), condividono la stessa storia di realtà produttive “sedotte e abbandonate” dai capitali stranieri. La loro chiusura non è stata causata dalla crisi del mercato di riferimento, anzi Whirlpool e Wanbao (gli ex proprietari) registrano profitti e ritmi di crescita record. Il motivo è esclusivamente legato alle recenti delocalizzazioni in paesi dove il costo del lavoro è più basso del 60-70% rispetto all’Italia.
La fusione tra queste due aziende creerebbe un polo internazionale d’avanguardia, garantendo un futuro a più di 700 lavoratori a rischio disoccupazione: tuttavia, essendo coinvolta nell’operazione anche Invitalia (ente pubblico controllato dal Ministero dell’Economia), la Commissione Europea ha bloccato la trattativa perché potrebbe violare le norme comunitarie su concorrenza e aiuti di Stato alle imprese. Tutto questo accade mentre la Acc ha già avviato la produzione per il 2021, ma soprattutto dopo che i governi di Germania e Francia hanno per anni investito decine di miliardi nelle proprie aziende (tramite la KfW tedesca e l’APE francese) senza mai incorrere in sanzioni o richiami dall’Europa.
Italexit con Paragone reputa inaccettabile questa interferenza da parte di Bruxelles, che ancora una volta dimostra di distinguere tra paesi di “serie A” e “serie B” in termini di libertà d’azione. Con queste premesse, inoltre, iniziative come Invitalia sono completamente inutili poiché, operando con una dotazione finanziaria irrisoria e comunque soggetta alla volontà di organismi sovranazionali, si riducono a palcoscenico per i soliti personaggi (tra cui l’immancabile Arcuri) per dire che il governo di turno è vicino alle sofferenze delle imprese. In questo momento storico lo Stato deve tornare ad essere imprenditore e dunque soggetto attivo nell’economia del paese: nei prossimi mesi ci saranno centinaia di vicende simili a quella di Embraco, se l’Italia non si libera immediatamente dal vincolo europeo è destinata a sparire
Italexit con Paragone

Per l’industria torinese (anche) il 2020 sarà un anno difficile

Secondo il presidente degli industriali torinesi, Dario Gallina, il governo attuale e i i governi che si sono succeduti “non hanno capito la difficoltà della situazione economica e hanno anzi  aggravato il carico dell’imposizione fiscale sulle aziende”

 

E’ in sintesi il  senso nella lettera che Gallina ha inviato alle imprese associate. Scrive Gallina che con la crescita del Pil ferma a un “risicatissimo 0,2% annuo e una produttività del lavoro in continuo calo, se manca  una forte spinta generata a favore delle imprese e degli investimenti dovrebbe essere evidente che non si esce dalla stagnazione”.

“Nella legge di bilancio, bilancio già gravato da precedenti provvedimenti onerosissimi come ‘Reddito di Cittadinanza’ e ‘Quota 100’ – commenta Gallina – sono state introdotte norme che, insieme  con l’incertezza del diritto, sono macigni sulle prospettive delle imprese”, riferendosi all’introduzione dei reati tributari nel sistema delle sanzioni amministrative che consente  di confiscare le aziende prima di una sentenza passata in giudicato. Per il leader dell’Unione industriale subalpina anche provvedimenti  come la ‘plastic tax’ e la ‘sugar tax’ , anche se ridotti e rinviati sono autentiche tasse sulle imprese, senza alcun beneficio ambientale.

Gli auguri del presidente Allasia

“Desidero inviare a tutti i cittadini e le cittadine piemontesi i più sentiti auguri perché il 2020 sia un anno portatore di serenità, progetti costruttivi e segnali positivi di cambiamento”, dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. È un auspicio che rivolgo anche per la nostra attività istituzionale, alla vigilia di un anno impegnativo e denso di appuntamenti”.

“Il 2019 si è concluso con un risultato storico: l’approvazione da parte del Consiglio regionale della delibera sull’autonomia differenziata”, continua Allasia. “Con il nuovo anno la nostra regione si appresta ad affrontare una sfida di maturità e serietà nella trattativa con il Governo per il riconoscimento di nuove competenze e – anche se il percorso non sarà semplice – sono certo che servirà a garantire migliori condizioni di efficienza e benessere per tutti i piemontesi. Accanto alle sfide ci sarà spazio anche per i festeggiamenti. Per il Piemonte il 2020 segna infatti un compleanno importante: 50 anni dall’istituzione dell’ente Regione, 50 di presenza a fianco dei cittadini, per il governo e la gestione del territorio. Questo traguardo verrà adeguatamente celebrato con una serie di iniziative volte a ripercorrere tradizioni, eventi, protagonisti e avvenimenti di cronaca che hanno contraddistinto la storia del nostro Piemonte”.

“Ma sarà anche l’occasione – conclude il presidente del Consiglio regionale – per ricordare e illustrare al meglio tutti i servizi e le azioni che la Regione mette quotidianamente in campo a favore dei suoi abitanti, in numerosi ambiti del vivere civile. Con la speranza che si possano presto aggiungere nuove competenze e nuovi servizi, allo scopo di migliorare sempre più la qualità di vita del Piemonte”.

Note di Capodanno alla Tettoia dei contadini

Protagonista sarà il TOrùn Brass Quintet che si esibirà in un repertorio che spazia da Gabrieli, a Offenbach, a Morricone

 

Mercoledì 1 gennaio 2020, alle ore 11, la Tettoia dei Contadini ospiterà l’ormai consolidato Concerto di Capodanno.

 

TOrùn Brass Quintett

Mattia Gallo, tromba

Eugenio Valle, tromba

Elia Gaiottino, corno

Alessandro Lione, trombone

Giulio Reita, tuba

In programma: Giovanni Gabrieli ‘Canzona da sonar n. 4’, Jean-Joseph Mouret ‘Rondeau’, Georges Bizet ‘Carmen Suite’, Leonard Bernstein ‘Suite da West Side Story’, Philip Sousa ‘Washigton Post’,  Williams-Creamer ‘That’s a Plenty’, Ennio Morricone ‘Per un pugno di dollari’, oltre a gospel e musiche tradizionali natalizie come Gospel tradizionale Just a Closer walk with Thee e Christmas Crakers Medley.

TOrùn Brass Quintet è un gruppo che si è formato nel maggio 2018 al Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino – nella classe di Musica d’insieme per fiati di Odling – e si è esibito in città a Palazzo Civico per i ‘Concerti a Palazzo’, al Valentino per il Politecnico oltre che per gli ‘Amici di Renato Bruson’ e per la rassegna itinerante MITO per la Città nelle edizioni 2018 e 2019 di MITO SettembreMusica.

Il quintetto presenta la struttura per eccellenza della formazione cameristica degli ottoni, sia per varietà timbrica e dinamica, sia per l’estensione nei vari registri in analogia con le voci. L’organico consente grande duttilità nei repertori, spaziando tra i generi musicali più diversi, dalla musica barocca e classica al jazz, dalle colonne sonore cinematografiche agli standard intramontabili della musica leggera, così come abbiamo modo di ascoltare nel concerto del 1 gennaio.

La prevalente origine meridionale dei componenti avrebbe potuto confermare la scelta originaria della parola “Terùn” come nome del gruppo (4 su 5 hanno radici a sud di Bari) ma, in onore dell’unico componente settentrionale e della città che li ha ospitati come studenti fuori-sede hanno infine optato per giocare, e suonare sotto il nome TOrùn.

Il concerto è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.

www.nataleatorino.it

A Superga i sindaci metropolitani chiedono più impegno da parte di Torino

“Serve una differente e migliore volontà politica”

 UNCEM: RIDEFINIRE PATTO TRA AREE URBANE, RURALI E MONTANE. CITTA’ METROPOLITANA È LUOGO ADATTO

La Città Metropolitana è il luogo politico e istituzionale idoneo per costruire rapporti nuovi tra la città di Torino e le aree rurali e montane, con tutti i Comuni della ex Provincia”. Le istanze poste nella riunione tenutasi  a Superga da alcuni Sindaci della prima cintura torinese sono corrette, secondo Lido Riba, presidente di Uncem Piemonte che aggiunge:  “Rispetto a Sitaf, Trm, Iren, chi guida la Città di Torino non può certo fare da sola o nel solo perimetro della Sala Rossa. Penso a Iren ad esempio e alle implicazioni che questa società ha sui territori, governando l’acqua e lo sfruttamento a fini idroelettrici. Penso a Sitaf e all’impatto senza ‘ritorni’ sui territori della Val di Susa. Ripensare come le partecipate stanno sul Piemonte, è uno sforzo corale e non solo dei Consiglieri e della Giunta torinese. Per questo sono certo che la Città Metropolitana sia uno spazio ideale per l’analisi, il dialogo, la decisione politica. Il Vicepresidente dell’Ente Marco Marocco ha fatto un importante lavoro i questi anni. Ma la Sindaca Appendino deve dedicare più tempo ai Sindaci colleghi dei Comuni della Città Metropolitana. Anche ai più piccoli. Uncem può sostenere questo percorso e questo patto che avevamo chiesto anche a Piero Fassino. Dal 2006 a oggi, il patto tra Torino e le Alpi, quale capoluogo alpino, non si è mai compiuto” . Conclude Riba: “Serve una differente e migliore volontà politica in questa direzione. Torino è forte e vince la sfida se si unisce alle sue montagne, ai territori, al paesaggio alpino che la circonda, alle aree agricole della seconda cintura. La prima sfida è relativa al Green New Deal e all’organizzazione della mobilità. Torino deve cedere qualcosa sul fronte della spesa dei trasporti. E poi la città deve lavorare con i Comuni, nella Città Metropolitana, sui fondi europei verso la nuova Programmazione. Occorre fare di più, anche se è molto significativo quanto fatto dagli uffici di corso Inghilterra con le zone montane nel corso degli ultimi anni”.

(foto Deborah Melchiorre)

Aveva 145 bombe carta nel sottotetto. Arrestato anche il fornitore

Nell’ambito dell’attività di prevenzione finalizzata al contrasto della vendita di botti illegali, con l’obiettivo di andare all’origine della catena di distribuzione e individuare i fornitori, è stato effettuato un nuovo sequestro di materiale esplodente.

Ad inizio dicembre, gli agenti della Divisione PAS arrestarono un cittadino italiano di 21 anni, residente nel canavese che deteneva illegalmente materiale esplodente pirotecnico. I poliziotti trovarono nella sua abitazione, all’interno di un armadio ubicato al terzo piano dell’abitazione privata adibita a ripostiglio sottotetto, 145 bombe carta di fattura artigianale non etichettate, alcune delle quali di elevata potenza e “micidiali” viste le dimensioni e la quantità di materiale esplodente contenuto in ciascuna di esse. Nel corso della perquisizione, furono rinvenuti altri 40 artifici pirotecnici professionali, uno spettacolo pirotecnico, un sacchetto contenente 10 chili di nitrato di ammonio.

Le successive attività di indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ivrea, hanno portato all’individuazione del fornitore, un pirotecnico italiano di 56 anni residente in Campania, arrestato nella giornata di sabato dagli agenti della Divisione PAS e da personale della Questura di Avellino, poiché resosi responsabile di detenzione di esplosivo. Per il cinquantaseienne sono stati poi disposti i domiciliari. Nel corso della perquisizione, disposta dal Sost. Procuratore di Ivrea dott.ssa La Monaca, in locali nella disponibilità dell’uomo nella Provincia di Avellino, è stato rinvenuto numerosissimo materiale pirotecnico: tra questi 48 bombe carte “Thunder”, manufatti esplodenti estremamente pericolosi per il loro contenuto e da utilizzare ad una distanza di almeno 60 metri. Parte del materiale rinvenuto è risultato privo di etichettatura. Complessivamente, ampiamente oltre il migliaio i pezzi sequestrati.

Nel corso dell’attività è stata denunciata anche la sorella dell’arrestato. Presso la sua minuta vendita di materiale pirotecnico, gli agenti hanno trovato e sequestrato oltre 24 chili di materiale pirotecnico poiché in esubero al quantitativo massimo detenibile nella minuta vendita così come prescritto dalla licenza prefettizia.

La pasionaria No Tav ha preferito il carcere

Per il procuratore generale Francesco Saluzzo “la signora Dosio ha avuto molte possibilità di scelta per non andare in carcere”

L’arresto è stato effettuato applicando, ha aggiunto il magistrato,  “con rigore le norme che ci sono date e che sono presidio di legalità e di imparzialità”

 

Come è noto, ieri la pasionaria No Tav, 73enne, è  stata arrestata  a Bussoleno. Nicoletta Dosio, era stata condannata in via definitiva a un anno di reclusione per una protesta del 2012 al casello di Avigliana dell’autostrada del Frejus. La Dosio non ha chiesto misure alternative e ha preferito il carcere. Aveva più volte disatteso gli arresti domiciliari per recarsi a manifestare contro la Torino-Lione

Nuoto: formazione qualifiche Uisp

I Corsi per le qualifiche Tecnico Educatore Nuoto e Tecnico Acquafitness, si terranno nel periodo Gennaio/
Marzo 2019

– Corso Tecnico Educatore Nuoto Uisp
– Corso Tecnico Acquafitness Uisp
– Corsi per Giudici Arbitri Uisp (Nuoto – Pallanuoto – Nuoto Sincronizzato)
I Corsi per le qualifiche Tecnico Educatore Nuoto e Tecnico Acquafitness, si terranno nel periodo Gennaio/
Marzo 2019, presso la sede del Regionale Uisp Piemonte, per le lezioni di Teoria, e presso Piscine gestite da
Uisp in Torino e Provincia, per le lezioni di Pratica.
I due Corsi hanno un percorso formativo di base unico, con la possibilità di frequentare le
restanti ore dei due percorsi formativi in orari diversi e con Quote agevolate per l’iscrizione contemporanea ad
entrambi i Corsi.
La Riunione Informativa, di presentazione Corsi, si è tenuta il 19 dicembre.

tel 011.4363484
(Giovedì ore 10:00-13:00 / 19:00-22:00)
aquatime.it/uisppiemonte.php

Codice deontologico per gli amministratori regionali

Cirio: “Garantire la trasparenza dell’attività”

“E’ mia intenzione adottare un codice deontologico, sul tipo di quello in vigore per i commissari europei, per garantire la trasparenza dell’attività amministrativa degli assessori, dei consiglieri e dei direttori regionali, in modo che tutti gli incontri con i portatori di interessi vengano certificati”: è la novità annunciata dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno.

“Ci stiamo lavorando in questi giorni, anche alla luce degli episodi tristi che hanno caratterizzato la cronaca recente – ha proseguito – Non appena sarà pronto lo sottoporrò alla Commissione Legalità del Consiglio regionale, e spero che sarà il primo atto concreto di una buona prassi”.