Smarrimento politico / Compatibilmente con l’evoluzione del coronavirus, se abitate in prossimità di Chieri o non avete niente di meglio da fare, appuntatevi il 19 marzo…


E’ stata una vita nomade, tra alti e bassi, quella della scrittrice Lucia Berlin, nata in Alaska nel 1936 e morta a Marina del Rey, in California, nel 2004. In mezzo a questi due punti fermi si sono concatenati 3 mariti, 4 figli, 33 traslochi, racconti, alcol e momenti finanziariamente difficili, una miriade di lavori, anche modesti, insomma …un’esistenza fuori dall’ordinario. Se avete amato i suoi “La donna che scriveva racconti” e “Sera in paradiso”, questa volta viaggiate in una sorta di memoir arricchito da foto, lettere e scritti, messi insieme dal figlio Jeff. Entrate nel mondo di questa donna bellissima, illuminata da incredibili occhi blu, sempre precaria, madre single che cresce i suoi bambini tra roulotte, capanne e appartamenti gelidi.
Figlia di un ingegnere minerario e di una madre alcolista trascorre un’adolescenza agiata a Santiago del Cile, studia all’Università del New Mexico e a 19 anni sposa lo scultore Paul Suttman, dal quale ha due figli nel giro di due anni, che finirà per abbandonarla.
Conosce il pianista jazz Race Newton col quale si trasferisce a New York, nel Greenwich Village e sprofonda nella povertà più nera: riscaldamento a singhiozzo, lei costretta a scrivere addirittura con i guanti e a inventarsi stratagemmi per tenere i bambini al caldo. Poi arriva il sassofonista eroinomane Buddy Berlin con 4 biglietti aerei, destinazione Acapulco, e lei lo segue in capanne e altra miseria. Mentre lui si fa l’ennesimo buco Lucia partorisce il terzo figlio e ancora una volta si ritrova sola; dopo la nascita del quarto prende i bambini e vola a ricostruirsi una vita in California. Farà di tutto: donna delle pulizie, centralinista, infermiera.. nel frattempo scrive i suoi magnifici e spesso autobiografici racconti, entra ed esce dagli Alcolisti Anonimi. Vale la pena soffermarsi sul capitolo che riassume i problemi di tutti i luoghi in cui ha vissuto, perché lì è scandito il suo continuo peregrinare tra Alaska, Montana, Idaho, Texas, Arizona, Santiago del Cile, Acapulco, e poi ancora altre mete fino alla California, alle prese con valanghe, alluvioni, scorpioni, sporcizia, topi e termiti…e via così in un percorso difficile e spesso al limite dell’inimmaginabile.
Lei è l’anatomopatologa più famosa d’Italia: ha raccolto e analizzato i resti di Yara Gambirasio, è docente universitaria di Medicina Legale e direttrice del Labanof, il laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense. Tra i mille impegni la Cattaneo riesce anche a ritagliarsi il tempo per scrivere e raccontare il suo lavoro, come nel precedente “Naufraghi senza volto”; una sorta di reportage della complessa identificazione dei migranti morti in mare, in particolare dei naufraghi di Lampedusa. Ora in “Corpi, scheletri e delitti” ci aiuta a fare chiarezza sul suo mestiere difficile e affascinante che restituisce ai cadaveri un nome e ai familiari la possibilità di metabolizzare un lutto.
Siamo in un’epoca in cui “Il delitto ormai è inflazionato” e lei sottolinea come “..corpi martoriati, testimonianze raccapriccianti e i volti di chi soffre siano dati in pasto a chiunque per mero spettacolo….Avvocati, investigatori, criminologi si azzuffano davanti ai telespettatori tessendo teorie di ogni tipo e interpretando liberamente indizi e testimonianze”. Come non darle ragione!
Nei suoi libri, sopralluoghi sulle scene dei delitti, cadaveri, autopsie e analisi di laboratorio sono sempre narrati col rispetto della scienziata che non si sofferma sull’orrore per stupire, ma per spiegare la professione importantissima che svolge e i sentimenti che la collegano alle vittime. E queste pagine sono consigliate soprattutto a chi vuole andare oltre la superficiale spettacolarizzazione delle morti violente, per capire meglio come si arriva a risultati spesso decisivi.
Se amate le atmosfere del realismo magico sudamericano questo libro fa per voi. E’ scritto da una delle autrici più geniali dell’America Latina, la brasiliana Martha Batalha, nata a Recife nel 1973, giornalista e fondatrice della casa editrice Desiderata, che dopo un periodo newyorkese oggi vive in California con il marito e due figli. Ci coinvolge in un romanzo travolgente, una sorta di saga familiare in cui si inanellano destini, tradimenti, segreti, amori e rancori che partono da lontano. Dall’origine di Ipanema, spiaggia favolosa in cui nel 1904 il console svedese Johan Jansson (tutto ossa) costruisce per la moglie Brigitta (70 kg di donna in un metro e mezzo di altezza, e strane voci nella testa inutilmente curate da Freud) un castelletto moresco con tanto di torre: una delle prime case della zona sud di Rio de Janeiro. Martha Batalha ricrea l’atmosfera di quel lido favoloso, attingendo anche a fonti storiche, ma soprattutto alla sua fantasia. Il risultato è fantastico e cresce di pagina in pagina, man mano che il castello si ammanta di tanti stili fino ad ottenere una fisionomia pasticciata e unica. Qui nascono i 3 figli della coppia e scorrono gli anni movimentati da feste spettacolari dai ritmi carioca. Poi Johan viene inghiottito da mare e scogli, il castello va in rovina e niente sarà mai più come prima. A portare aventi la dinastia sono i giovani eredi, soprattutto Nils che riemerge dalla malinconia, sposa la strabica e rancorosa Guiomar, e mettono al mondo Tavinho. E’ soprattutto la storia del suo matrimonio con Estela che viene messa a fuoco. Anni di cene in famiglia insopportabili, rimbrotti
continui di Guiomar verso le delizie culinarie della nuora, tutto condito da sentimenti altalenanti, apparenze, disorientamenti sessuali e amanti. Traiettorie di vita sullo sfondo della dittatura e delle torture dei prigionieri politici, poi della democrazia condita dal boom economico. Con un epilogo in qualche modo annunciato.
Se amerete questo libro vi suggerisco pure “La vita invisibile di Euridice Gusmão” (Feltrinelli), romanzo di esordio della Batalha, che ha ispirato anche l’omonimo film vincitore del premio “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2019. E’ la storia di due sorelle, ambientata a Rio de Janeiro negli anni 40, quando il raggio di azione femminile era decisamente corto. La scrittrice precisa che “Euridice e Guida sono basate sulla vita delle mie e delle vostre nonne”. Ed ecco allora la ribelle e bellissima Guida che fugge di casa seguendo il suo grande amore, rampollo di una ricca famiglia che di lei non vuol saperne. Invece Euridice è una figlia, madre e moglie modello, ma alle prese con un’infelicità profonda e devastante che la rende appunto “invisibile”.
Lo ha annunciato la Giunta regionale nel corso della riunione congiunta delle Commissioni Sanità e Istruzione che si è svolta a Palazzo Lascaris nell’ambito dell’informativa sullo stato di attuazione della legge 2/2018, “Disposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”.
Il progetto si rivolge alle prime delle scuole medie e coinvolge al momento oltre 250 docenti e circa 350 classi di un centinaio di scuole piemontesi attraverso un approccio multidisciplinare che occupa docenti, studenti e famiglie.
Si tratta, in particolare, di percorsi formativi a carattere tecnico, normativo ed educativo rivolti agli insegnanti, cui tocca il compito di somministrarli agli allievi. Al termine del progetto, dopo una verifica delle competenze acquisite, gli alunni ricevono il patentino nell’ambito di una cerimonia pubblica.
La natura, la scienza, il moto, il fiato. Tre incontri interattivi alla scoperta dell’anima e dell’opera del geniale studioso e artista formatosi a Firenze, ma che Milano rese famoso.
Il corso, organizzato dall’Associazione di Promozione Sociale WhatsArt?, si articolerà in tre serate interattive e tratterà i seguenti argomenti
–Mercoledì 26 febbraio: Lo studio della natura
L’adorazione dei magi, il cartone della Sant’Anna
–Mercoledì 4 marzo : I ritratti
La dama con l’ermellino, la Gioconda
–Mercoledì 11 marzo: Leonardo a Milano
La Vergine delle rocce, il Cenacolo
Una visita al Cenacolo a Milano potrà essere organizzata con i partecipanti.
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WhatsArt? con le sue proposte formative e laboratoriali si mette in prima linea nel donare e diffondere strumenti utili perché l’arte sia inserita in una interdisciplinarietà che va dal mondo della scuola e dell’educazione a quello del lavoro, dove il capitale umano rimane sempre il maggior investimento.
La Metodologia utilizzata riprende le Strategie di Pensiero Visivo (VTS) e usa il potere di sensi che deriva dalle arti, secondo la Teoria delle Intelligenze multiple.
A cura di:
Monica Fasan, Storico dell’Arte e Art Educator
INFO E ISCRIZIONI:
E-mail: dialoghiconlarte@gmail.com
Facebook: WhatsArt?
Instagram: whatsart_dialoghiconlarte
L’“Ordinanza contingibile e urgente n. 1” emessa in data 23 febbraio 2020 dal Ministro della Salute di intesa con il Presidente della Regione Piemonte in materia di “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019” impone la “Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva e religiosa”.
Aggiornamenti su eventuali riprese della programmazione saranno rese note non appena disponibili.
Tutto lo staff di Seeyousound ringrazia ogni singolo spettatore che ha aspettato l’inizio del festival e ha partecipato in questi giorni alle proiezioni.
SEEYOUSOUND Torino è organizzato da Associazione Seeyousound, con il patrocinio di Museo Nazionale del Cinema e Città di Torino, con il contributo di Regione Piemonte e Fondazione CRT.
INFO // www.seeyousound.org // info@seeyousound.org // facebook.com/SEEYOUSOUND
Per precauzione anticontagio sono stati sospesi tutti gli accertamenti di alcol test e i test per la positività alle sostanze stupefacenti. Le pattuglie dei Vigili urbani ridurranno il più possibile il contatto con le persone, eseguendo solo compiti di viabilità. Ai sospetti in stato di ebbrezza al volante, saranno quindi inflitte solo sanzioni amministrative.
Chiuse inoltre tutte le scuole di ogni ordine e grado in tutta la regione
La decisione è stata presa dalla Regione e dalle autorità scolastiche. Chiuderà anche l’Università del Gusto di Pollenzo oltre a enti educativi come il Conservatorio e l’Accademia Albertina. Stop a tutte le competizioni sportive e alle manifestazioni ed eventi pubblici che prevedano l’assembramento di molte persone. Chiusi i musei e i cinema.
“Sul Covid19 si può tirare in ballo il vecchio adagio di “chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”. Che il virus sarebbe arrivato, come ogni anno l’influenza, era inevitabile.
Invece di individuare, controllare ed isolare i viaggiatori provenienti dalle zone endemiche, si è preferito limitarsi a circolari burocratiche, accolte con proverbiale sufficienza, e qualche provvedimento spot, come l’inutile e controproducente blocco dei voli dalla Cina, Hong Kong e Taiwan compresi. Il risultato è che ora abbiamo “untori” sconosciuti e potenziali focolai, che stanno facendo andare “fuori di testa” le autorità competenti. Una cosa è isolare un piccolo comune, alcune migliaia di persone, altra quella di ipotizzare la chiusura di intere città, università e scuole, senza considerare le disastrose conseguenze a catena. La diffusione di virus respiratori è inarrestabile e la prevenzione non può che essere individuale. E’ la stessa dell’influenza, soprattutto lavarsi le mani e aspettare che passi con provvedimenti sintomatici, con la differenza che è meno contagiosa dei più recenti virus influenzali e più virulenta. Come per la punta di un iceberg è possibile che la stragrande maggioranza dei contagiati sia asintomatica, che la trasmissione in questa caso sia difficile, ma non impossibile e che ci si possa confrontare solo con i casi conclamati, sintomatici lievi o gravi. La mortalità per la polmonite interstiziale virale sembra essere di uno su quattro e questo alimenta le preoccupazioni. Il messaggio deve essere “nessun panico, vita normale, prevenzione individuale” con isolamento di chi arriva da zone endemiche. Un problema oggi, però, è che le zone endemiche potrebbero essere in Italia e per questo, bisogna preoccuparsi, non sottovalutare, ma nemmeno esagerare con allarmismi controproducenti”.
CORONAVIRUS: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN PIEMONTE ALLE ORE 16.00 DI DOMENICA 23 FEBBRAIO
Salgono in totale a 6 i casi positivi al coronavirus attualmente accertati in Piemonte, tre italiani a Torino, tra i quali è compreso anche il 40enne già risultato positivo nella giornata di ieri; e altre tre persone a Cuneo, già ospedalizzate, appartenenti alla comunità cinese. Sono invece una ventina i casi sotto stretta osservazione.
La Regione Piemonte, in collaborazione con il Ministero della Salute, sta preparando un’ordinanza omogenea a quella delle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.
Il presidente della Regione Piemonte, insieme al Prefetto e all’assessore regionale alla Sanità e a quello alla sicurezza, hanno anticipato che verranno sospese per una settimana a partire da domani le attività didattiche in tutte le scuole di ogni ordine e grado nel territorio piemontese, comprese le Agenzie formative. Inoltre verranno sospesi tutti gli eventi e le manifestazioni di ogni genere, all’aperto e al chiuso, che prevedano l’assembramento di persone.
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Ore 13 – Dalla riunione in corso alle Molinette per definire le misure da adottare per contrastare il virus giunge la notizia della sospensione dell’incontro di calcio di serie A in programma oggi, alle 15, tra il Toro e il Parma allo Stadio Olimpico, match che sarà rinviato. Si starebbe inoltre ipotizzando anche a Torino la chiusura di alcuni uffici pubblici.