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Locatelli (Prc-Se): “provocazione tentare di cancellare scritta no-tav”

Locatelli (Prc-Se): una provocazione di chi ha la coscienza sporca il tentativo fallito di cancellare la scritta “Tav=Mafia”

Una provocazione, una operazione di depistaggio quella inscenata questa sul Monte Musiné da alcuni militanti di Fratelli d’Italia. Militanti di destra che hanno trasformato la scritta “Tav=Mafia” che da anni campeggia all’imbocco della Valsusa in “No Mes”. “E’ evidente il gioco sporco di questa formazione di destra: confondere le acque, cercare di spostare l’attenzione dai troppi scheletri nell’armadio, dai troppi esponenti arrestati per associazione per delinquere di tipo mafioso o voto di scambio con la ‘ndrangheta” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino. “Uno di questi l’ex assessore regionale ed ex esponente piemontese di Fratelli d’Italia Roberto Rosso – un Si Tav sfegatato -,  accusato di scambio elettorale politico-mafioso. Nessuno può far finta di non sapere delle infiltrazioni delle cosche mafiose nei lavori del Tav e più in generale delle Grandi Opere. E’ bene ricordare, anche a proposito di Mes, che il provvedimento fu varato nel 2012 dal Parlamento contando sul voto favorevole o sull’assenza voluta di gran parte di esponenti di primo piano entrati poi a far parte di Fratelli d’Italia. Piaccia o no la scritta No Mes – noi sì come Rifondazione Comunista, realmente e da sempre, siamo contro il Meccanismo europeo di stabilità –   fa tutt’uno con Tav=Mafia. In ogni caso attivisti del movimento NoTav hanno già provveduto in queste ore a ripristinare la scritta che sintetizza molto bene l’irrinunciabile battaglia contro una opera speculativa che si vorrebbe realizzare, Mes o non Mes,  con grande spreco di denaro pubblico”.  

 

Coronavirus, oltre 17 mila guariti, 10 vittime e 58 contagi

Il bollettino della Regione di giovedì 28 maggio 

17.072PAZIENTI GUARITI E 3.463 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 17.072 (+593 rispetto a ieri): 1724 (+71) in provincia di Alessandria, 815 (+27) in provincia di Asti, 695 (+17) in provincia di Biella, 1683 (+45) in provincia di Cuneo, 1480 (+76) in provincia di Novara, 8962 (+307) in provincia di Torino, 740 (+31) in provincia di Vercelli, 847 (+16) nel Verbano-Cusio-Ossola, 126 (+3) provenienti da altre regioni.

Altri 3.463sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.838

Sono 10  i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 al momento registrato nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.838 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 638 Alessandria, 233 Asti, 203 Biella, 367 Cuneo, 332 Novara, 1693 Torino, 209 Vercelli, 125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 30.445 (+58 rispetto a ieri, di cui 19 rilevate nelle Rsa) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.895 in provincia di Alessandria, 1.806 in provincia di Asti, 1.032 in provincia di Biella, 2.759 in provincia di Cuneo, 2.679 in provincia di Novara, 15.527 in provincia di Torino, 1.294 in provincia di Vercelli, 1.109 nel Verbano-Cusio-Ossola, 253 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 91 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 64 (-4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1058(60 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 4.950.

I tamponi diagnostici finora processati sono 304.358, di cui 168.670 risultati negativi.

Pensionato senza mascherina in visita alla tomba della moglie multato di 400 euro

L’ordinanza del sindaco dì Moncalieri prevede che si debba entrare  al cimitero già con la mascherina che deve essere indossato durante tutto il tempo.

È’ costata 400 euro di multa l’inosservanza della norma da parte di un settantenne che è andato a far visita alla tomba della moglie al cimitero comunale. Una sanzione che farà discutere, anche se le regole valgono per tutti.

Torna in cella Gabriele, condannato per l’uccisione dell’insegnante

E’ tornato in carcere Gabriele De Filippi, il giovane  condannato a 30 anni in Cassazione  per l’omicidio di Gloria Rosboch, l’insegnante del Canavese scomparsa il 13 gennaio 2016, da lui truffata  e ritrovata morta un mese dopo.

De Filippi era uscito dalle  Vallette poichè era risultato positivo al Coronavirus i primi di aprile, per decisione del Tribunale di Sorveglianza di Torino. E’ di ieri la decisione di riportarlo in carcere, dopo  che è risultato negativo ai due tamponi. I carabinieri  lo hanno condotto in prigione.

Giocattoli per i bimbi del Regina Margherita

28 e 29 maggio 2020: Giornata mondiale del Gioco 

In occasione della Giornata mondiale del Gioco 2020, durante le giornate del 28 e 29 maggio 2020, presso il punto accoglienza atrio principale dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (piazza Polonia 94) vengono dedicate due mattinate alla consegna di giocattoli per i piccoli pazienti. Per il Regina Margherita è importante mantenere viva la fiamma dell’accoglienza ed i principi di umanizzazione. Il gioco è utile per la salute mentale e lo sviluppo emotivo dei bimbi. Il gioco è immaginazione e nello stesso tempo realtà ed aiuta i bambini e gli adolescenti ad esprimere sentimenti, ansie, paure e fantasie. Insomma ha un ruolo importante nel processo di cura. Buon gioco a tutti, grandi e piccini.

Il sacrificio di Bianchi, cattolico “rivoluzionario”

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Non ho mai amato particolarmente Enzo Bianchi fondatore della Comunità di Bose che conobbi in treno per Roma anni fa e con cui scambiai una conversazione  molto interessante ed istruttiva. Ero un giovane professore e Bianchi  mi dimostrò simpatia.

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Andai ad ascoltarlo  in una conferenza e apprezzai le  sue doti di raffinato intellettuale e di oratore carismatico. La sua comunità aperta a diverse confessioni cristiane e a uomini e donne è figlia del Concilio Vaticano II e trovò protezione nel cardinale di Torino  Michele Pellegrino, arcivescovo progressista che spesso sostenne anche posizioni molto  più scomode come quella dell’abate di San Paolo Dom Giovanni  Franzoni che sostenne divorzio ed aborto e fu dichiaratamente comunista.
A parlarmi sempre in termini molto positivi di lui fu un mio professore di liceo, Fratel Enrico Trisoglio del Collegio San Giuseppe e il mio amico Giovanni Ramella, ma i loro discorsi non mi convinsero mai fino in fondo, anche se l’esperienza di Bose è cosa di per sé apprezzabile che anche il Cardinale Gianfranco  Ravasi, presidente del cortile dei Gentili aperto al dialogo tra credenti e non credenti, apprezzava molto. Certo la statura intellettuale  e culturale del Cardinale non è neppure confrontabile con quella di Padre Bianchi. L’idea di riscoprire il Cristianesimo delle origini era sicuramente molto seducente e la Comunità di Bose ha rappresentato una realtà molto viva sotto la guida di Padre Bianchi che in qualche modo ha anticipato tante idee espresse da papa  Francesco. Con il papa sembrava ci fosse piena consonanza, ma adesso parte proprio dalla Segreteria di Stato Vaticana, con l’avallo del Papa, l’ordine a Bianchi di lasciare la Comunità da lui fondata nel 1967. Bianchi ha 77 anni ed ha fatto coincidere la sua vita con Bose. Pare che i conflitti interni alla Comunità richiedano questo sacrificio. Certo le persone sono meno importanti delle istituzioni che essi stessi hanno fondato, ma dispiace questa fine così apparentemente ingiusta e poco umana: un uomo che debba lasciare la Comunità di cui è simbolo, è cosa tragica e in fondo assai poco cristiana, anche se l’obbedienza alla Chiesa e’ un vincolo irrinunciabile per un monaco sia pure laico come Bianchi. Molte delle valutazioni “politiche“ contingenti di Padre Bianchi sono lontane dal mio modo di pensare liberale. Ma come uomo e come credente comprendo la sua sofferenza e il suo tormento, sperando che possa trovare nelle certezze della fede la forza per andare avanti. Bianchi con i suoi libri e i suoi articoli ha sconvolto certi canoni ed è diventato la bestia nera del cattolicesimo conservatore ed integralista. Appare paradossale che sia il Papa le cui idee e la cui cultura  sono le più vicine a  quelle di Bianchi, a obbligarlo a lasciare.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Teatro regio, inchiesta per corruzione: perquisizioni in diverse città

Tra gli indagati l’ex sovrintendente Graziosi. Corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Queste le ipotesi di reato a carico degli indagati nella vicenda della gestione del Teatro Regio di Torino, per la quale, dalle prime ore di questa mattina, la Guardia di Finanza di Torino è impegnata in numerose perquisizioni in diverse Regioni italiane. Coinvolte nelle indagini due società, tra cui una Elvetica, e quattro persone.

L’operazione, denominata “SPARTITO”, è condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Torino, su delega della locale Procura della Repubblica in relazione ad alcune criticità emerse nella gestione della Fondazione Lirica del Teatro Regio di Torino.

Le indagini hanno appurato il legame professionale tra l’ex Sovrintendente del Teatro Regio e un’agenzia teatrale Svizzera che ha visto poi crescere il proprio fatturato, grazie alla scritturazione, da parte della citata Fondazione Lirica, di artisti da essa rappresentati.

Sono inoltre emerse presunte irregolarità nella predisposizione del bando per la riconferma dell’ex Sovrintendente nonché nell’affidamento di incarichi a persone a lui vicine per la gestione del marketing del Teatro Regio.

Nel corso delle indagini è stata anche rilevata la vicenda di un dipendente della Fondazione che, nel giro di poco tempo, ha visto il proprio ruolo professionale crescere da corista a collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo. Il dipendente, inoltre, avrebbe favorito l’aggiudicazione di un appalto per il servizio di marketing ad un’azienda milanese che si occupa di ricerche di mercato e sondaggi di opinione, attraverso la complicità del titolare che ha predisposto il bando di gara inserendo elementi selettivi che risulteranno eccessivamente stringenti per altri partecipanti.

L’operazione della Guardia di Finanza di Torino vede coinvolte le province di Torino, Asti, Milano, Fermo e Ancona.

L’attività costituisce un’ulteriore testimonianza della costante attenzione rivolta dalla Guardia di finanza alla lotta alla corruzione, che altera le regole della sana competizione tra imprese, danneggia gli onesti e fa aumentare i costi dei servizi pubblici, nella consapevolezza che combattere la corruzione significa affermare la meritocrazia.

Per la prima volta un giorno senza morti da coronavirus

A Torino e in Piemonte nessuna vittima a causa del Covid 19 è stata registrata nelle ultime 24 ore. Il bollettino di eri (vedi nostro articolo in Prima pagina)  indica 16 morti  avvenute però nei giorni precedenti. E’ la prima volta dall’inizio dell’epidemia che non accade neanche un decesso nell’arco di una giornata. Un primo segno di speranza. Intanto i guariti in tutta la regione si avviano ad essere 17 mila con altri 3.616 in via di guarigione.

La Cascina Solidale Marchesa di Fiano Torinese vuole crescere

 E cerca nuovi sostenitori. Avviata la campagna di raccolti fondi tra le aziende private del Torinese

 

Avviata nel mese di ottobre dello scorso anno, a Fiano Torinese, con il contributo di Regione Piemonte e Città di Torino, Cascina Solidale Marchesa, fondata da Luigi Ronzulli, avvia da oggi una campagna di raccolta fondi per crescere e sviluppare le proprie potenzialità di accoglienza abitativa di stampo solidale.

Nella Cascina Solidale, gli ospiti e i volontari vivono in regime di collaborazione reciproca, coltivando insieme la terra, allevando piccoli animali, le api e allestendo laboratori di restauro e di cucina aperti al pubblico, oltre a cene solidali.

 

Negli ampi terreni di pertinenza è possibile condividere l’orto, iniziare una semina e una raccolta di frutta e di ortaggi per assicurare un’autosufficienza alimentare alla comunità anche attraverso la produzione di pane, yogurt, formaggi e pasta.

 

Gli ospiti che vivono oggi in questo posto si dedicano anche a lavori di artigianato e promuovono incontri di sensibilizzazione su diversi temi sociali.

“Vorremmo sviluppare progetti che hanno come obiettivo quello di ridare un’opportunità a chi ha vissuto un momento di difficoltà, tra cui anche padri separati in emergenza abitativa e lavorativa – spiega Luigi Ronzulli. Per questo siamo oggi in cerca di sostenitori, in particolare tra le aziende private della provincia di Torino. Inoltre, per le imprese produttrici di cibi e prodotti, offriamo all’interno dei nostri spazi dei punti espositivi utili alla messa in vendita dei manufatti. La Cascina è aperta al pubblico in occasione di eventi musicali, cene a tema, visite di scolaresche e passeggiate nei nostri spazi verdi. Stiamo tra l’altro – conclude Ronzulli – allestendo una nuova biblioteca.”

 

Le imprese disponibili a sostenere questo progetto potranno contare sulla deducibilità fiscale di quanto potranno versare.

 

Anche i privati possono sostenere la Cascina donando cibo, indumenti, prodotti per l’igiene, mobilio e scegliendo di devolvere il 5 per mille in occasione della dichiarazione dei redditi.

 

 

La Cascina Solidale Marchesa in breve

 

Nata dal sogno di Luigi Ronzulli e dei suoi amici dell’Associazione Onlus Misericordia SpA (Società per Amore) La Cascina Solidale Marchesa (una struttura oggi in affitto) sorge nel Comune di Fiano Torinese, in via Rossini 101, a pochi chilometri da Torino ed è un progetto che ha come obiettivo quello di dare una casa e un lavoro a chi è in difficoltà economica. La casa è composta da 7 camere, 4 bagni, 1 cucina, 1 sala, 3 magazzini e terreni destinati all’allevamento e alla coltivazione. Tutte le persone ospitate sono chiamate alla manutenzione continua della struttura e alle attività lavorative di auto produzione alimentare.

IBAN: IT76N0200830290000104052570
5 x 1000: 92050880019

Tour virtuale della struttura: https://www.facebook.com/CascinaSolidaleTorino/videos/1174090816130299/

La Street Art e i suoi risvolti giuridici

Ne parliamo con l’avvocato torinese Simone Morabito, esperto in diritto dell’arte

Nata nelle zone occupate e poi esplosa anche fuori di esse, la Street Art oggi è considerata un’espressione vivificante del panorama artistico italiano che, come tale, necessita di una regolamentazione legale puntuale. Ne è da tempo nato un vivace dibattuto, anche in relazione al fatto che la Street Art è ormai uscita da anni dal circuito dei centri sociali, che hanno il merito di aver organizzato, a partire dagli anni Novanta, happening ed incontri underground, nell’ambito dei quali i writers sono cresciuti. Oggi è sempre più al centro di iniziative culturali curate dagli Assessorati alla Cultura di vari Comuni italiani, fino a giungere all’ideazione di progetti volti a strappare via i murali dalla città per musealizzarli, come proposto a Bologna.

“La Street Art – spiega l’avvocato torinese Simone Morabito, esperto in materia di diritto dell’arte –  nasce e si sviluppa come forma di espressione la cui natura è strettamente correlata al luogo in cui viene realizzata, tanto che lo stesso supporto materiale che la contiene, di natura pubblica e visibile ad un tipo di spettatore di carattere indeterminato, è esso stesso elemento essenziale dell’opera d’arte medesima. Per questo motivo, riferendosi alla Street Art e più in generale in tema di elementi giuridici dell’opera d’arte, per individuare in modo più appropriato l’oggetto di tutela che si riferisce a questo ambito, si tende a distinguere tra “corpus mysticum” (ovvero l’opera d’arte considerata quale bene immateriale, capace di concretizzarsi nel messaggio che essa è in grado di veicolare e che, dal punto di vista giuridico, costituisce l’oggetto della tutela, corredato dei suoi diritti morali ed economici) e “corpus mechanicum“, termine con il quale si intende l’opera d’arte in sé, il bene materiale, espressione dello slancio artistico”.

“Nel caso della Street Art – precisa l’avvocato Simone Morabito – rimane un punto fermo l’acquisizione da parte dell’artista dei diritti morali a partire dal momento della creazione dell’opera medesima, senza che siano richiesti ulteriori atti successivi, quali la pubblicazione o la registrazione dell’opera. Tuttavia, proprio con riguardo al “corpus mechanicum” dell’opera, possono sorgere inevitabilmente alcune problematiche, in particolare in caso di trasferimento dell’opera stessa, che nasce in un determinato luogo e che, pertanto, è strettamente correlata a esso”.

“Un riferimento piuttosto esemplificativo – precisa l’avvocato Morabito – è rappresentato dall’opera di Bansky intitolata “Season’s greetings“, che è stata realizzata su due muri di un garage privato nella zona di Taibach, a Port Talbot, città industriale del Galles meridionale, considerata una delle più inquinate del Regno Unito. Il video esemplificativo, pubblicato sul profilo Instagram dall’artista, non lascia alcun dubbio; mostra un bambino che pare gioioso ed intento ad assaggiare la neve fresca; poi il campo della visuale, estendendosi, permette di comprendere che non si tratta di neve, ma di cenere. Pochi centimetri dietro, l’occhio di chi guarda è portato a trovare l’origine del fumo: un’acciaieria tetra e allarmante che incombe sulla città. Il messaggio sottinteso all’opera di Bansky, ora descritta, è volto ad evidenziare la problematica della polvere a Port Talbot, provocata dalle vicine acciaierie “.

“I diritti morali e quelli di sfruttamento dell’opera d’arte – aggiunge l’avvocato Simone Morabito – dal punto di vista economico, rimangono in capo all’artista. Sorge allora spontanea la domanda relativa a cosa possa accadere nel caso in cui il proprietario decida di abbattere il muro, distruggendo l’opera d’arte creata su di esso, senza il preventivo consenso dell’artista. È quanto si è verificato, destando una grande attenzione mediatica, un quartiere di Queens a New York, nel luogo divenuto, a partire dagli anni Novanta, un noto punto di ritrovo degli Street Artists, vale a dire “”5pointz“. In tale occasione, la Corte di Appello di New York ha condannato il proprietario a risarcire gli Street Artists della complessiva somma di oltre 6 milioni di dollari “.

“Sotto il profilo penale – precisa l’avvocato Simone Morabito – la prima ipotesi di reato che viene contestata allo Street Artist, che realizzi la propria opera su beni immobili di proprietà altrui, è quella prevista dall’articolo 639 c.p., rubricato “Deturpamento e imbrattamento di cose altrui”. La giurisprudenza di merito, chiamata a valutare la configurabilità o meno di questo reato in un caso di opere di strada su immobili degradati presenti nella città di Bologna effettuate da un’artista di strada di una certa notorietà, si è espressa favorevolmente, ritenendo di dover affermare la responsabilità dell’artista per la fattispecie di reato a lei ascritto. Un’altra ipotesi di reato astrattamente configurabile è rappresentata dalla violazione di domicilio, disciplinata nell’articolo 614 c.p., che punisce chiunque si introduca nell’abitazione altrui o in altro luogo di privata dimora, contro la volontà (tacita o espressa) di chi ha il diritto di escluderlo. Ciò è accaduto, sempre a Bologna, ad alcuni seguaci dello Street Artist “Blu”, denunciati per aver rimosso, senza l’autorizzazione da parte dello stesso artista, le sue opere dai muri della città.

La Street Art oggi pone in campo uno degli aspetti più affascinanti che coinvolge un’espressione artistica, rappresentato dallo scontro tra diritti confliggenti, da una parte il diritto di proprietà e, dall’altra, quello d’autore, in capo agli artisti di strada. Questo scontro, simile quasi a questo quello tra due titani, è destinato a perdurare fino a quando questa forma d’arte, relativamente recente, non verrà adeguatamente disciplinata dal punto di vista giuridico”.

Mara Martellotta