ilTorinese

Confagricoltura chiede risposte urgenti

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: “Il Ministero deve tener conto che per coltivare un ettaro di vigna da noi servono 600 ore di lavoro all’anno,  in altre realtà ne bastano 50”.

 

“Apprezziamo l’impegno della Regione nell’affrontare l’emergenza che si è creata nel comparto vitivinicolo, ribadendo la necessità di decisioni rapide, per poter mettere in atto tutte le iniziative necessarie nei tempi utili”.

Confagricoltura, che ha partecipato nei giorni scorsi alla videoconferenza organizzata dalla Regione Piemonte per discutere sulle misure da adottare per far fronte alle difficoltà che si sono create in seguito alla pandemia che negli ultimi due mesi ha di fatto ha bloccato le esportazioni e le vendite nel canale dei pubblici esercizi e della ristorazione, sottolinea l’importanza di intervenire con un piano di azioni coordinate, dalla distillazione di crisi alla vendemmia verde, fino alla promozione, per salvaguardare le specificità di un territorio che produce oltre il 90% dei vini a denominazione di origine controllata e controllata e garantita.

Nel corso della videoconferenza la Regione ha illustrato le proposte del Ministero delle Politiche agricole, che puntano ad attivare bandi a livello nazionale per la distillazione di crisi, ma soltanto per i vini da tavola, e per la riduzione delle rese di uva in vista della prossima vendemmia, destinando a queste iniziative risorse per 150 milioni di euro.

Si tratta di uno stanziamento insufficiente per la gravità del momento – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che ben difficilmente riuscirà a tonificare il mercato“.

L’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa e il vice presidente Fabio Carosso hanno annunciato che la Regione interverrà con un contributo finanziario aggiuntivo di circa 4 milioni di euro, da destinare sia all’incremento del contributo nazionale sulla distillazione, destinato ai vini doc e docg a condizione che l’operazione sia praticabile, sia attivando una misura strutturale per favorire lo stoccaggio dei vini da invecchiamento.

Alla Regione – conclude Allasia – abbiamo ancora ribadito la necessità di intervenire sul Ministero perché si possa arrivare a decisioni rapide, in quanto i viticoltori hanno bisogno di poter programmare l’eventuale vendemmia verde e anche la distillazione di crisi. Ciò che dobbiamo impegnarci, tutti insieme, a far comprendere al Ministero, è che la nostra viticoltura è particolarmente onerosa. Solo per fare un esempio: per coltivare un ettaro (10.000 m²) di vigneto in Piemonte occorrono mediamente 600 ore di lavoro all’anno, mentre in altre realtà di pianura e completamente meccanizzate, le ore di lavoro scendono a 90 e, in alcuni casi, addirittura sotto le 50 per ettaro. È perciò indispensabile tener conto di questa specificità, per evitare che la nostra viticoltura venga penalizzata”.

“Io Ci Credo Perché”, un 2 Giugno diverso

 In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica, Giunta e Consiglio regionale, Prefettura, Comune di Torino, Città metropolitana, Ufficio scolastico regionale e i tre Atenei Piemontesi (Università degli studi di Torino, Politecnico e Università del Piemonte Orientale) hanno scelto di organizzare e condividere una serie di iniziative sotto il cappello di un’unica frase “Io Ci Credo Perché”, per ribadire come i valori della Repubblica e della Costituzione possano accomunare istituzioni e cittadini.

Il Consiglio e la Giunta regionale, per meglio rappresentare gli aspetti più importanti del  vivere civile e dello stare assieme, per ricordare le migliori energie messe in campo nei momenti di difficoltà, l’unità e la coesione nazionale, hanno deciso che a celebrare la giornata del 2 giugno fossero proprio le persone comuni attraverso le loro parole e le loro riflessioni.

Due sono i video realizzati per l’occasione e che saranno pubblicati in contemporanea, su tutti i siti istituzionali e dei soggetti partner della giornata, alle 12 e alle 14 del 2 giugno: il cortometraggio “IoCICredoPerchè”, 25 interviste in cui insegnanti, studenti, volontari, medici, rappresentanti delle forze dell’ordine, casalinghe, pensionati, vigili del fuoco e liberi professionisti raccontano perché credono nella Repubblica e nei valori che essa racchiude.  “Vignettisti e bambini raccontano la Costituzione” è invece il titolo del secondo video in cui grandi firme del fumetto e dell’illustrazione come Dino Aloi, Massimiliano Frezzato, Gianni Audisio, Gianni Chiostri,  Lido Contemori e Milko Dalla Battista, affiancano i bambini dei Consigli Comunali dei Ragazzi del Piemonte, nel commento agli articoli della Costituzione che più toccano da vicino la loro vita (scuola, famiglia, salute, paesaggio, lavoro, cultura). Tutte le opere inedite realizzate per l’occasione dagli artisti,  saranno donate al Consiglio regionale,  per essere poi esposte e rese visibili al pubblico a Palazzo Lascaris.

“Mai come in questo momento della nostra vita abbiamo avuto la possibilità di capire quanto siano preziosi e non scontati i valori fondanti della nostra Democrazia, come la Libertà – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte – Valori per cui altri Italiani prima di noi hanno donato la propria vita. Mai come oggi sappiamo di essere fortunati a vivere in un Paese che è una Repubblica. E mai come oggi il 2 Giugno è un giorno attuale da celebrare con unità. Perché solo insieme potremo ripartire davvero”.

“Io ci credo perché la nostra Carta costituzione non è solo insieme di regole giuridiche, ma anche l’insieme di regole di vita senza tempo e senza età – dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte –  Sono trascorsi 74 anni dalla proclamazione della Repubblica, in quel 2 giugno il popolo italiano, in tutte le sue componenti: uomini, donne, benestanti e nullatenenti, furono chiamati ad esprimere la propria scelta, quale segnale di partecipazione civile, di responsabilizzazione e di coinvolgimento per determinare il destino del Paese. Quel giorno per la prima volta i cittadini diventarono protagonisti del loro futuro”.

 

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L’incultura storica è nemica di un nuovo Risorgimento

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Chi scrive ha ripetutamente richiamato il pericolo potenzialmente  liberticida insito  nei decreti del presidente del Consiglio dei  ministri , ”calati dall’alto“ come ha denunciato il presidente del Senato Casellati, l’unica alta carica dello Stato che si rivela davvero interessata a difendere lo Stato di diritto che ha subito, durante la pandemia, attacchi evidenti

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Ho anche scritto sul diritto di manifestare con responsabilità, criticando però con asprezza gli assurdi assembramenti per il sorvolo intempestivo e assurdo delle Frecce Tricolori che meriterebbe un’ indagine da parte di qualche magistrato.
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Ho infine sconsigliato al centro- destra di manifestare il 2 giugno festa nazionale poco sentita,ma pur sempre festa nazionale. Ciò premesso, appare di una notevole gravità che questo capo popolo da quattro soldi, ex generale dei carabinieri ed ex deputato socialdemocratico, Pappalardo stia organizzando manifestazioni di protesta che violano le norme di sicurezza sanitaria, soffiando sul fuoco del disagio sociale sempre più evidente. Gli assembramenti non vanno fatti non solo perché vietati, ma perché pericolosi. E l’uso delle mascherine è un atto di tutela di se’ stessi e degli altri. Chi trasgredisce è un barbaro, un untore, un asociale stupido ed autolesionista. Queste manifestazioni non esprimono il senso della democrazia, ma sono un’offesa a chi, stando chiuso in casa per mesi, ha contribuito a contenere il contagio e sono anche un oltraggio ai morti di Coronavirus e ai medici e infermieri che hanno lottato per salvare vite umane. I Gilet arancione, figli dei forconi e della protesta dei tir, sono pericoli reali per la democrazia perché tendono a cavalcare le difficoltà economiche, agitando slogan velleitari e assurdi che minacciano la stessa convivenza civile. Chi scrive ha denunciato senza mezzi termini gli errori di governo e regioni, ma non può accettare che questo ex generale dei Carabinieri che tradisce il suo passato militare di servitore dello Stato, possa creare problemi alla già difficile ripresa. I mestatori vanno ripresi, fermarti e condannati senza mezzi termini dall’ opinione pubblica. Ed anche il centro-destra che vuole portare una corona d’alloro all’altare della Patria dopo il presidente della Repubblica che in quell’occasione rappresenta tutti gli Italiani, dovrebbe essere più cauto. Una vera destra consapevole della storia d’ Italia dovrebbe andare all’Altare della Patria, ad esempio, a deporre una corona d’alloro al Padre della Patria Vittorio Emanuele II nel bicentenario della nascita, auspicando un nuovo Risorgimento. Ma l’incultura storica della destra è  purtroppo incapace di pensare a certi gesti capaci di collegare passato e futuro.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Fabiano Massimi  “L’angelo di Monaco”   -Longanesi –     euro  18,00

La storia è vera e il libro inizia con gli ultimi istanti di vita della 23enne Angela Maria Raubal, detta Geli. E’ la nipote prediletta di Adolf Hitler, col quale viveva, e viene trovata morta la mattina del 19 settembre 1931 nella sua camera da letto, chiusa a chiave dall’interno. Suicidio o omicidio ben congegnato? Chi era davvero questa giovane, figlia della sorellastra di “Woolf”, come  lui si firmava in lettere compromettenti? Alcuni testimoni la descrivono fatua, dedita al lusso e ai divertimenti, piena di vita e di fascino, tanto da aver soggiogato “zio Alf” facendogli perdere lucidità. Oppure è una reclusa super sorvegliata, vittima impotente delle più aberranti perversioni dello zio, fino alle voci sull’incesto?

Inutile dire che la sua morte getta ombre pesanti sul Fűhrer, leader del partito da lui fondato, che richiama la Germania al risveglio e al predominio della pura razza ariana. Non è ancora il dittatore che invaderà mezza Europa sterminando milioni di ebrei…ma ci sta arrivando e uno scandalo non può proprio permetterselo.

Le indagini vengono affidate a 2 commissari con l’imperativo di chiuderle al più presto. L’ordine arriva dall’alto, da Hitler in persona e dai suoi accoliti più spietati, tra i quali Himmler e il morfinomane Göring. Ma la strada verso la verità è lastricata di menzogne, manipolazioni, inganni e ogni volta che stanno per essere rintracciati testimoni chiave…immancabilmente vengono trovati morti, apparentemente suicidatisi.

Questo romanzo mozzafiato miscela magnificamente realtà e immaginazione. Trae linfa dalle cronache dell’epoca -testimonianze, articoli di giornale, documenti ufficiali- e sono accertati personaggi, luoghi, tempi e ipotesi. I commissari incaricati delle indagini si chiamavano davvero come quelli del libro; Heydrich era “la belva bionda”, Eva Braun che qui fa capolino avrà il ruolo che tutti conosciamo. Soprattutto sono veri, anche se hanno dell’incredibile, i dati che risultano dalle carte ufficiali; come l’indagine aperta e chiusa in giornata o il mistero e i maneggi intorno all’autopsia di cui non c’è referto. Su tutto si innesta la bravura di Fabiano Massimi nel narrare una pagina di sporca storia e, pensando a Geli, scrive: “Per la sua morte non c’è stata giustizia. Forse un romanzo renderà giustizia alla sua vita”.

 

Marie Lamballe  “Il destino di una famiglia”    -Rizzoli-   euro 19,50

Il destino di cui si parla è quello della famiglia tedesca Koch alla fine della 2° Guerra Mondiale, ruota intorno al loro Cafè Angel a Wiesbaden, e ad altri personaggi che in un modo o nell’altro si ritroveranno nel locale una volta passata la bufera e compiuti i vari destini.

Heinz Koch è stato arruolato insieme ai figli e finisce prigioniero di guerra degli americani che lo ingaggiano come démineur (sminatore): fato beffardo perché, scampato ai combattimenti, è nel pericolo annidato nelle mine antiuomo che incappa tragicamente.

Durante la sua assenza è toccato alla moglie Else e alla figlia Hilde sopravvivere e pensare all’attività di famiglia che, prima della guerra, era rinomato ritrovo di artisti. Intorno a loro una girandola di persone. C’è Julia, costumista teatrale ebrea tenuta nascosta.

Luisa, figlia illegittima di un barone, che alla morte del padre viene cacciata insieme alla madre (entrambe considerate meno di zero dai parenti blasonati)… e le attende una fuga disperata, bombardamenti, ma anche incontri di grande umanità.

E c’è Jean Jacques soldato francese che la guerra conduce per un attimo nella vita di Hilde, della quale si innamora, ma che ritorna nel suo paese, e faticosamente riprende il suo ruolo di marito e proprietario dei vigneti di famiglia.

Ovviamente molto altro accade nelle vite dei personaggi ai quali si finisce per affezionarsi: alcune raccontate benissimo e a tutto tondo, altre un po’ meno. Ma, per chi ama le saghe familiari, il romanzo resta un affresco godibilissimo sullo sfondo storico della guerra e della caduta della Germania, con alle porte l’arrivo di russi e americani.

 

Henry “Come diventare newyorkesi” – Mattioli-   euro   10,00

Vale la pena riscoprire lo scrittore americano William Sydney Porter nato a Greensboro (Carolina del Nord) l’11 settembre 1862 e morto a New York il 5 giugno 1910, autore prolifico di 400 racconti scritti sotto pseudonimo O. Henry.

La sua fu a dir poco una vita avventurosa: avido lettore fin da piccolo, una carriera scolastica non oltre i 15 anni ma una cultura sconfinata da autodidatta, poi contabile nella farmacia dello zio, e in seguito mandriano, giornalista, disegnatore, impiegato di banca, suonatore di chitarra e mandolino, realizzatore di mappe topografiche …Insomma uomo dai tanti mestieri e dalla vita complicata.

Nel 1894 viene accusato di appropriazione indebita e scappa in Honduras; torna solo per accudire la prima moglie (sposata di nascosto perché la famiglia di lei era contraria) minata dalla tubercolosi. William dopo varie vicende, nel 1902 si trasferisce a New York, ha pochi soldi ma grandi idee e talento infinito. Sono gli anni in cui scrive racconti a getto continuo e viene incoronato dalla fama, che gusterà per poco tempo, stroncato alla fine da cirrosi epatica, con complicanze derivanti dal diabete e dalla cardiopatia.

“Come diventare newyorkesi” raccoglie 9 racconti e ci conduce dritti nelle strade della Grande Mela di quegli anni, facendoci immedesimare nei sogni e nei difetti dei suoi abitanti.

Il primo è magnifico e geniale: protagonista è lo spiantato poeta Raggles che si avventura nelle città e le corteggia come fossero donne, ognuna con le sue caratteristiche. Da Chicago (“..che ti piomba addosso”) all’elegante e casalinga  Pittsburg, passando per New Orleans e Boston, per arrivare a New York.

Una Manhattan frenetica e indifferente dalla quale Raggles si sente dapprima ignorato e respinto; poi è un incidente a fargli scoprire il vero cuore della città.

I brani successivi non sono da meno, abitati da cameriere che sognano ricchezze, ricche fanciulle che si fingono povere, broker che lavorano per un futuro migliore e incontri che sarebbero perfetti se solo ognuno si mostrasse per quello che è realmente.

I carabinieri intervistano i riders

Durante il fine settimana i Carabinieri del Comando Tutela Lavoro e di tutti i Comandi provinciali dell’Arma sul territorio nazionale hanno  intervistato oltre mille “riders”, operanti per le principali “piattaforme virtuali“ del “food delivery”

L’obiettivo è  acquisire informazioni utili alle indagini in corso, delegate all’unita specializzata dell’Arma dalla Procura della Repubblica di Milano, sulla gestione del rapporto di lavoro da parte  delle citate “piattaforme“.
 Le attività dei Carabinieri si sono svolte su strada e contestualmente in tutte le province ed hanno consentito di “fotografare”, attraverso la voce dei lavoratori e delle condizioni reali constatate sul territorio, le modalità di svolgimento del servizio e le forme di tutela loro garantite, sia sotto il profilo  della sicurezza che sanitario.

Martedì 2 giugno flash mob della Lega

Nelle piazze dei capoluoghi di provincia del Piemonte

Riceviamo e pubblichiamo / La Lega sceglie una data simbolo per tutti gli italiani, la festa della Repubblica del 2 giugno, per tornare in tutte le piazze d’Italia, ed esprimere il proprio dissenso, forte e democratico, nei confronti del governo Conte e delle sue scelte.

Lo farà attraverso brevi flash mob, a distanza di sicurezza e con un numero di partecipanti ‘contingentato’, concordato in queste ora con le diverse Prefetture.

“Martedì il Piemonte sarà presente in prima fila – sottolinea l’on. Riccardo Molinari, Presidente dei Parlamentari della Lega alla Camera, e Segretario regionale della Lega -, ovviamente attenendoci alle modalità di sicurezza concordate con le Prefetture, per fare in modo che tutto avvenga senza alcun rischio. Saranno ‘flash mob’ di piazza in ogni capoluogo di provincia per ribadire in modo chiaro che il governo 5 Stelle PD sta portando il paese nel baratro, e si mostra assolutamente incapace di progettare in maniera credibile i mesi e gli anni che ci aspettano. La scelta della data ovviamente è significativa: il 2 giugno è la festa della Repubblica, ma in questi mesi le libertà degli italiani sono state letteralmente ‘congelate’, come il ruolo del Parlamento: una brutta pagina per la nostra democrazia, che è una conquista da non dare mai per scontata, e da difendere con coraggio anche in piazza, quando è necessario. Oggi è il momento di farlo”.

Tutte le manifestazioni, in Piemonte come altrove, si svolgeranno nel pieno rispetto delle misure sanitarie di sicurezza, con un numero di presenze ‘contingentate’. Tutti i partecipanti saranno dotati di mascherine, evitando inoltre assembramenti, rischi, spostamenti eccessivi.

Nelle piazze del Piemonte ci saranno i sindaci del territorio, gli assessori, gli amministratori locali, e soprattutto militanti e simpatizzanti della Lega, pronti a mandare al Governo Conte un messaggio forte e chiaro: “Adesso basta!”

140 ovuli di cocaina tra le auto in sosta

Pusher arrestato dagli agenti del commissariato Dora Vanchiglia

Venerdì notte gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia, transitando su corso Palermo, notano un’autovettura viaggiare a forte velocità. La pattuglia insegue il veicolo che, giunto nei pressi di via Clementi, arresta temporaneamente la propria corsa per permettere al passeggero di scendere. Si tratta di un cittadino senegalese di 33 anni. Lo straniero prosegue la propria fuga a piedi disfacendosi tra le auto in sosta di un sacchetto per la spesa. Il trentatreenne viene definitivamente bloccato in via Pacini. Recuperato il sacchetto, i poliziotti scoprono al suo interno 140 ovuli di cocaina per un peso di oltre 111 grammi.L’uomo, con precedenti specifici di Polizia, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Salute delle piante, salute dell’uomo

Plant Health 2020 / Studiose internazionali si confrontano virtualmente a Torino per parlare della salute delle piante

 

 

Il 2020 è un anno molto speciale per chi si occupa di salute delle piante, un argomento di grande attualità per le dirette e complesse affinità con problematiche di tipo ambientale e igienico-sanitario: è stato infatti proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale per la Salute delle Piante (International Year of Plant Health), con l’obiettivo di sensibilizzare i grandi gruppi di interesse, i decisori politici e l’opinione pubblica sull’importanza e l’impatto di temi come la biosicurezza, i cambiamenti climatici, la globalizzazione dei mercati e la sicurezza alimentare.

 

Il Festival Plant Health 2020, organizzato da Agroinnova (Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agroambientale dell’Università di Torino), con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Società Italiana di Patologia Vegetale, UNICEF Italia, Federazione Italiana Scienze della vita, International Plant Protection Convention, con il contributo di Iren e SMAT, doveva essere il momento clou delle celebrazioni di Torino per l’International Year of Plant Health, un grande evento scientifico-divulgativo di respiro internazionale sotto l’egida delle Istituzioni del territorio.

 

L’emergenza sanitaria in corso ha imposto l’annullamento delle conferenze, degli spettacoli e delle mostre previsti dal 4 al 6 giugno presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Torino e interamente dedicati alla salute delle piante e dell’ambiente. Ma il Festival Plant Health 2020 e la Rete di oltre 30 soggetti tra Istituzioni, enti e imprese del territorio piemontese non resteranno fermi.

 

Il 4 giugno, alle ore 18.30, si terrà comunque in via telematica l’apertura del Festival Plant Health 2020: una diretta streaming dall’Ateneo su Lastampa.it e in diretta Facebook, moderata dal giornalista scientifico Piero Bianucci, dal titolo “Plant Health #Saluteglobale. Salute delle piante, salute globale”. Interverranno sui temi della salute, delle piante e dell’ambiente la virologa Ilaria Capua, Direttore del One Health Center of Excellence, la fitopatologa Jacqueline Fletcher (ospiti già previste nel programma iniziale del festival) e Maria Lodovica Gullino, Direttore di Agroinnova e Vice Rettore dell’Università degli Studi di Torino, Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino, Stefano Geuna, Magnifico Rettore dell’Università di Torino e Carlo Grignani, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari.

 

È un momento difficile – dice Maria Lodovica Gullino, responsabile organizzativo del Festival originale – ma è necessario dare un messaggio di speranza e di voglia di fare. Abbiamo visto in questi mesi come il concetto di salute vada affrontato in maniera globale. Questo implica che la salute delle piante, così come quella di uomo e animali, assume un ruolo centrale. Per questo Piante, al Centro. La salute delle piante parte dalla ricerca scientifica e ha delle ripercussioni su tutto il nostro ecosistema: agricolo, urbano, naturale e sociale. Vedo molto analogie tra i problemi causati dall’attuale emergenza sanitaria e i danni causati dalle malattie delle piante in passato, quali fame e carestia, e più recentemente, con importanti danni economici. Per questo è importante che la ricerca sia sostenuta per affrontare questi argomenti in chiave moderna”.

 

In occasione del Festival Plant Health 2020, il 4-5-6 giugno verrà proiettato il logo della manifestazione sulla Mole Antonelliana, grazie a Iren e alla Città di Torino.

 

Plant Health 2020 è un festival che mi rende orgoglioso come Rettore di una grande Università – sostiene Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – perché è una preziosa occasione per far conoscere l’eccellenza del nostro Ateneo, ed in particolare del centro Agroinnova che da oltre 15 anni produce ricerca di altissima qualità a livello internazionale. Il tema scelto, oltre di essere di grande attualità, permette di riflettere sul ruolo centrale della scienza per la sicurezza delle piante, per quella alimentare e per le ricadute sull’uomo. Un ruolo sempre più cruciale nella società di oggi, in cui gli scienziati possono guidare i decision maker e i cittadini verso scelte consapevoli

 

Il Festival Plant Health 2020 costituisce un tassello importante nell’ambito delle riflessioni della città in ambito ambientale – dichiara Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino – Parlare infatti di salute delle piante vuol dire parlare di sostenibilità, di equa distribuzione delle risorse alimentari, di salute dell’uomo, temi oggi più che mai attuali e rilevanti per tutti. Un sincero ringraziamento all’Università di Torino, ad Agroinnova e a tutti i partner e partecipanti, che hanno voluto cogliere l’opportunità dell’International Year of Plant Health per regalare alla città un momento di riflessione, organizzando una rete territoriale di divulgazione che auspichiamo possa continuare la sua attività anche in futuro.

 

Agroinnova prosegue l’azione di sensibilizzazione intorno a temi di sostenibilità, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare. In questo momento di grave emergenza sanitaria in cui tutti sono stati chiamati a continuare il proprio lavoro, ma con modalità differenti, Agroinnova conferma il proprio impegno per promuovere valori importanti per la salute di tutti, consapevole della necessità di guardare al futuro con occhio critico, in considerazione che globalizzazione, cambiamenti climatici e scarsa attenzione per l’ambiente sono alla base anche di questa grande crisi che ha coinvolto tutti.

 

Lo ricorda anche Ilaria Capua, nota virologa italiana: “Tramite la pandemia, Madre Natura ci ha ricordato che non siamo altro da lei e che siamo tutti – uomini, animali e piante – parte del medesimo ecosistema circolare. Siamo immersi nello stesso ambiente e per questo la nostra salute dipende anche da quella delle piante e più in generale, del pianeta in cui viviamo. Il mondo vegetale merita più rispetto da parte di tutti noi, che abbiamo la capacità di comprendere i meccanismi che regolano la natura e, di conseguenza, ne abbiamo la responsabilità.

 

Alcuni dei relatori del Festival verranno inoltre coinvolti nel progetto “Le Piante al Centro. Il Podcast del Festival”, brevi interviste sul tema della salute delle piante condotte da Anna Marino, giornalista radiofonica di Radio24, che verranno pubblicate sul canale Spreaker dedicato (https://www.spreaker.com/show/le-piante-al-centro). Il primo appuntamento “Le Piante al Centro _ Si (ri)parte!”, con Maria Lodovica Gullino verrà condiviso online mercoledì 3 giugno.  I successivi episodi già in programma: Consolata Beraudo di Pralormo – Tulipani e passioni tutti piemontesi (online dal 5 giugno); Edoardo Santoro – Un giardino, al centro (10 giugno); Monica Mezzalama – L’agricoltura del mondo: la formazione per le nuove economie (12 giugno); Maria Caramelli – Salute e sicurezza alimentare (17 giugno); Elena Di Bella – Agronomi in Città (19 giugno).

 

Tanti altri argomenti verranno trattati nelle settimane successive: Torino tra emergenze e verde pubblico; Innovazione e digitalizzazione per le piante; Precisione: un occhio digitale; Agricoltura sostenibile: partiamo dalla Ricerca?; Applicare la ricerca: i tecnici e l’assistenza sul territorio; Agricoltori e emergenze fitosanitarie: oggi; Cibo e eccellenze del Piemonte; Vite e vino: il futuro della vigna; Piante e Spazio alla Ricerca.

 

Agroinnova ha attivato anche un sito web (https://planthealth2020.di.unito.it/), una pagina Facebook (@lepiantealcentro) e un profilo Instagram (@lepiantealcentro) per raccontare storie, temi e attività con focus su “Le Piante, al Centro”.

 

Treni in Piemonte, l’offerta ferroviaria al 73 per cento sulle tratte regionali

Da mercoledì 3 giugno, nel proseguimento della fase 2 della emergenza Covid-19, è effettuato un nuovo incremento dell’offerta ferroviaria di Trenitalia in regione Piemonte. Nei giorni feriali dal lunedì al venerdì, circoleranno circa 150 treni in più, arrivando al 73,2% della normale programmazione. Il numero di treni in circolazione passa così da 401 a 556 al giorno.

Per quanto riguarda le linee gestite da GTT il potenziamento dell’offerta avverrà in fasi successive dall’8 giugno sulla linea sfmA e dal 14 giugno sulla linea sfm1. Sempre il 14 giugno è previsto un ulteriore aumento dell’offerta anche sulle linee gestite da Trenitalia.

 

Per quanto riguarda i treni Regionali Veloci i principali incrementi sono:

Torino-Milano: viene ristabilito l’orario normale anche nei giorni festivi con l’aggiunta di 14 treni, aggiunto tutti i giorni il treno 2033 (Torino PN 20.54 – Milano C. 22.45), aggiunto nei giorni feriali dal lunedì al venerdì il treno di rinforzo 2046 (Milano PG 17.40 – Torino Lingotto 19.35)

Torino-Cuneo/Savona: sono aggiunti tre treni (tra cui il 10202 Cuneo 6.24 Torino PN 6.35 e il 10219 Torino PN 21.25 – Cuneo 22.36)

Torino-Genova: completato il servizio festivo, i treni di rinforzo sono previsti nella fase successiva

 

Per quanto riguarda il Servizio Ferroviario Metropolitano:

Sfm1: potenziamento del servizio previsto a partire dal 14 giugno

Sfm2: vengono aggiunti il sabato feriale i treni 4200 Pinerolo 5.17 – Chivasso 6.31 e 4529 Chivasso 5.15-Pinerolo 6.41. Ulteriori incrementi previsti nella fase successiva.

Sfm3: nei giorni feriali sono stati aggiunti 26 treni, in particolare è stato potenziato il servizio del mattino verso Torino inserendo i treni in arrivo a Torino alle 6.45, 7.45.

sfm4 Torino-Bra-Alba: completato il cadenzamento orario dal lunedì al venerdì con l’aggiunta di 6 treni

Sfm6 Torino-Asti: dal lunedì al venerdì si passa dal servizio biorario al servizio orario con l’aggiunta di 14 treni

Sfm7 Torino-Fossano: dal lunedì al venerdì si passa dal servizio biorario al servizio orario con l’aggiunta di 15 treni

Vieni avanti decretino. Nel calcio vietate anche le proteste

L’esperimento sociale prosegue. E dopo la serie di decreti assurdi sui comportamenti da tenere, dalla reclusione domestica sino alla caccia ai canoisti, arriva il decretino sul calcio. Perfettamente in linea con quelli del lìder minimo: vietato protestare contro le ingiustizie arbitrali.

Il calcio, dunque, perfetta trasposizione della realtà sociale. Nessun dissenso è tollerato, nessuno scostamento dal pensiero unico obbligatorio. Se l’arbitro fischia un rigore per un fallo, dubbio, a centrocampo, si deve chinare il capo ed accettare passivamente…

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Vieni avanti, decretino. Nel calcio vietate anche le proteste