ilTorinese

Metro Bernini riaperta, Principi D’Acaja sabato

Dopo il nubifragio di lunedì scorso che le aveva allagate, è stata riaperta la  stazione della metropolitana di Bernini mentre Principi D’Acaja riapre già sabato, in anticipo rispetto al previsto.

Gtt voleva verificare che le controsoffittature danneggiate dall’acqua non fossero pericolose per gli utenti che vi passano sotto. Un ulteriore disagio si è aggiunto alla chiusura – fino  al 31 agosto – per i lavori legati alla realizzazione della nuova fermata di Piazza Bengasi, dell’intera tratta da porta Nuova al Lingotto

A che punto è l’emergenza sanitaria? Parla De Donno

Nei mesi più acuti dell’emergenza sanitaria i riflettori sono stati puntati sull’ospedale di Mantova il ‘Carlo Poma’, dove era stata avviata una terapia basata sul plasma donato dai malati di Covid-19, avviata in collaborazione con alcuni colleghi dal dottor Giuseppe De Donno, primario della Pneumologia, medico anch’egli in prima linea nel contrasto a virus.

Con lui abbiamo avuto un recente colloquio telefonico nel quale si è gentilmente sottoposte ad alcune domande per avere l’opinione ‘sul campo’ di chi ha vissuto e vive quotidianamente questa emergenza.

A che punto è l’emergenza sanitaria oggi ?

Indubbiamente dopo i mesi acuti della pandemia, marzo, aprile, maggio, a giugno si sono iniziati a riconvertire gli ospedali, pur mantenendo un’area dedicata. Oggi la maggior parte sono Covid free, ma i casi non sono scomparsi. A Mantova in questo momento ci sono 11 polmoniti Covid di cui 2 con grave insufficienza respiratoria. Il numero conferma che il virus circola ancora

Quindi non è avvenuto come qualcuno sperava che con il caldo sparisse ?

E’ sotto gli occhi di tutti che il numero dei positivi cresce in questi giorni, nonostante le alte temperature. Il Sars –Cov2 è in linea con il Sars Cov-1 che poi è scomparso, ma adesso l’impressione, e il dato di fatto, è che continua a circolare. E ne esistono anche ceppi diversi, nei Balcani, in Francia, in Spagna.

Cosa accadrà in autunno ?

Nessuno è in grado di dire cosa accadrà, credo non abbia perso virulenza. In ogni caso adesso il sistema sanitario è più pronto e lo conosce di più rispetto a febbraio.

I mass-media all’inizio hanno avuto toni a volte catastrofisti e una certa dose di allarmismo si è registrata anche nei giorni precedenti il ferragosto per la risalita dei contagi. Cosa ne pensa ?

Più che allarmarsi occorre stare attenti. Sono stati fatti alcuni errori, sono state allentate troppo alcune maglie, ne sono state tenute troppo strette altre. Aprire e chiudere tutte le discoteche da Aosta a Leuca, senza una differenziazione delle situazioni, forse è stato eccessivo. Del resto anche in passato il Comitato Tecnico Scientifico aveva evidenziato situazioni territoriali diverse.

Oggi, però, il numero dei decessi e dei pazienti in terapia intensiva è decisamente basso rispetto ai mesi precedenti ?

Sono dati che vanno letti con attenzione, come pure quello dei guariti. Certamente i medici oggi hanno imparato ad utilizzare strategie di contrasto a questa situazione, non si ripete più la situazione di febbraio-marzo. Si cerca di limitare il più possibile il ricovero in rianimazione che comporta complicanze poi difficili da recuperare.

Leggendo le statistiche si nota come vengano ‘scovati’ sempre più asintomatici. Ma tutti gli asintomatici sono potenzialmente contagiosi ?

Ci sono gli asintomatici diffusori in grado di diffondere il contagio, gli asintomatici non diffusori che non hanno la capacità di diffondere il virus, ma è allo stato impossibile da parte dei centri definire chi sia diffusore o non diffusore con certezza assoluta. E’ positivo adesso l’andare a mappare le patologie, sin dall’inizio avrebbe dovuto essere stata mappata la popolazione per isolare i focolai, come è avvenuto in Veneto.

Vogliamo dire qualcosa riguardo alla terapia basata sul plasma donato dai malati di Covid-19, di cui Mantova è stata tra gli iniziatori ?

Sia la letteratura, sia l’esperienza quotidiana confermano che l’utilizzo di plasma donato da chi è guarito è uno strumento che riduce la mortalità in modo significativo: dal 16%17% abbiamo avuto un calo del 50%, oltre ad un miglioramento della efficienza respiratoria e la permanenza in terapia intensiva. Negli Stati Uniti è stata avviata una raccolta del plasma su larga scala. Da mesi abbiamo lanciato il messaggio di creare ‘Banche del plasma’ in attesa che si arrivi al vaccino o agli anticorpi monoclonali. Per quanto riguarda la Regione Lombardia, l’assessore Gallera è stato a Mantova e ha dato la disponibilità regionale, ma Mantova e Pavia non possono sopperire alle esigenze di un intero Paese. Sarebbe bene che anche altri centri avessero, come dicevo, una ‘Banca del plasma’.

Il vaccino quando arriverà, entro il 2020 o l’anno prossimo ?

Ci sono voci discordanti, sono state levate critiche a quello di Putin, il professor Crisanti di Padova ha detto che potrebbe esserci entro il giugno 2021. Per avere un vaccino sicuro occorre un periodo di tempo non breve, un campione di soggetti ampio ed un criterio di sicurezza affidabile

Però c’è il progetto che vede impegnata l’Università di Oxford cui collabora anche un’azienda italiana ?

Certo, è stato detto che funziona, occorrerà vedere anche la durata degli anticorpi. Per il momento sono stati fatti soltanto degli annunci, dati alla mano non li ho ancora visti

Ha una ricetta per la scuola ?

Riaprirei le scuole in presenza. La scuola è una parte importante e vitale di quello che è un sistema Paese per cultura, economia, salute. E con poche regole chiare si deve fare ripartire l’anno scolastico

Qual è stato il momento più brutto di questi mesi?

Il 28 febbraio la svolta di inizio pandemia quando l’ospedale è stato ‘aggredito’ da ambulanze che arrivavano da Crema, Cremona, Bergamo, Brescia con un numero altissimo di ricovarati ed un’elevata mortalità

E quello più bello ?

Quando insieme ai dottori Franchini e Grisolia siamo riusciti ad intervenire per Pamela la paziente che era in attesa, ha recuperato e adesso ha partorità Beatrice Vittoria. E’ stato un momento davvero bello ed emozionante

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Torino dei miracoli

Torino, bellezza, magia e mistero

Torino città magica per definizione, malinconica e misteriosa, cosa nasconde dietro le fitte nebbie che si alzano dal fiume? Spiriti e fantasmi si aggirano per le vie, complici della notte e del plenilunio, malvagi satanassi si occultano sotto terra, là dove il rumore degli scarichi fognari può celare i fracassi degli inferi. Cara Torino, città di millimetrici equilibri, se si presta attenzione, si può udire il doppio battito dei tuoi due cuori.

Articolo 1: Torino geograficamente magica
Articolo 2: Le mitiche origini di Augusta Taurinorum
Articolo 3: I segreti della Gran Madre
Articolo 4: La meridiana che non segna l’ora
Articolo 5: Alla ricerca delle Grotte Alchemiche
Articolo 6: Dove si trova ël Barabiciu?
Articolo 7: Chi vi sarebbe piaciuto incontrare a Torino?
Articolo 8: Gli enigmi di Gustavo Roll
Articolo 9: Osservati da più dimensioni: spiriti e guardiani di soglia
Articolo 10: Torino dei miracoli

Articolo 10: Torino dei miracoli

Torino è talmente magica che c’è spazio anche per i miracoli.
Data: 29 aprile 1644. Alla periferia di Torino, in riva al Po, nell’attuale C.so Casale 195, c’era solo un pilone votivo dedicato alla Madonna. Nei pressi si trovava un mulino ad acqua, e lì si stavano dirigendo Margherita Mollar e la figlia di 11 anni. Mentre la madre affidava al mugnaio il sacco di farina, la figlia si allontanò per giocare in riva al fiume. In un attimo la piccola cadde nell’acqua, la corrente la stava trascinando via tra le sue grida spaventate e le urla terrorizzate della madre. Quando tutto sembrava ormai perduto, la mamma della piccola, disperata, non trovò sostegno se non nell’invocare un’altra Madre. Ed ecco il miracolo: una bianca signora comparve sull’acqua, prese per mano la bambina e la accompagnò fino alla riva. Il prodigio ebbe larga eco e per volontà della reggente Maria Cristina di Francia, nello stesso luogo, l’anno seguente venne eretta una chiesa che fu aperta ai fedeli il 25 maggio del 1645, chiamata ancora oggi “Madonna del Pilone”.

Dunque, se i miracoli non avvengono qui a Torino, dove è conservata la Santa Sindone e dove pare sia nascosto il Santo Graal, allora dove dovrebbero avvenire? Andando indietro nel tempo, l’urbe augustea fu sede di un altro avvenimento soprannaturale, conosciuto come il miracolo del SS Sacramento. Siamo nel 1453, la Francia e il Ducato di Piemonte-Savoia sono in guerra, Renato d’Angiò vuole riconquistare il Regno di Napoli e, per nascondere la vera motivazione dello scontro, addita l’unione tra Carlotta di Savoia e il figlio di re Carlo VII, Luigi. Proprio in questo periodo turbolento e tumultuoso, l’esercito piemontese saccheggiò Exilles, senza risparmiare la chiesa del paese, da cui alcuni soldati sottrassero l’ostensorio con l’ostia consacrata. Quegli stessi uomini, il 6 giugno, festa del Corpus Domini, tornarono in città, a Torino, per vendere la merce rubata e ricavarne qualche soldo. Accadde a questo punto che il mulo che trasportava la refurtiva decise di sdraiarsi, facendo così cadere giù dalle borse tutto il bottino: gli oggetti rotolarono rumorosamente a terra, attirando l’attenzione della gente, invece l’ostia consacrata fuoriuscì dal sacco aleggiando nell’aria e risplendendo come un piccolo sole.

Nel trambusto un sacerdote alzò il calice verso l’ostia, e questa si inserì al suo interno, il calice venne portato in processione nella cattedrale di S. Giovanni. Ben undici persone confermarono l’accaduto, firmando un documento ufficiale andato ovviamente perduto. Sul luogo in cui accadde il miracolo venne dapprima eretta una colonna, poi un’intera chiesa, denominata Corpus Domini.  Anche l’unica prova tangibile dell’avvenimento è andata distrutta, l’ostia, venerata per anni, fu consumata per ordine della Santa Sede, “per non obbligare Dio a fare un continuo miracolo, conservandola intatta”.  Pare che l’avvenimento divino abbia ispirato molti uomini a dedicarsi a Dio e all’aiuto del prossimo; se sia stato per questo motivo o meno, è indubbio che nel XIX secolo il Piemonte abbia dato i natali a religiosi illustri e magnanimi, come Don Bosco, Cottolengo o Cafasso.  Proprio a Torino si tenne, nel 1953, il Congresso Eucaristico Nazionale, in cui intervenne colui che in futuro sarebbe stato Papa Giovanni XXIII. Certo queste storie appartengono ad un tempo in cui nessuno avrebbe messo in discussione la veridicità di tali avvenimenti, quando fede e magia impregnavano la quotidianità e davano rapide ed esaustive risposte per quasi ogni cosa, e c’era una frase, un ritornello, un’esclamazione adatta a chiedere aiuti divini o per scongiurare il malocchio.

“Sant’Antòini pien ëd virtù, fame trové lòn ch’a l’hai përdu”, e subito venivano fuori le chiavi, le penne, gli occhiali e tutti quegli oggetti che costantemente “non si vogliono” far trovare; per il meteo valevano i “di’d marca”, decisamente più veritieri ed immediati delle applicazioni sui cellulari; e per essere pronti ad ogni evenienza bastava fare attenzione ai pruriti, per esempio se dava fastidio il palmo della mano destra presto sarebbero arrivati dei soldi, al contrario “sente’l nas a smangè, a l’é quaidun ch’a veul rusé”; attenzione invece ai bambini che sentivano i genitori dire “i-t l’as la schin-a ch’a t’smangia!” E poi badate alle orecchie, “oria drita paròla mal dita, oria manca paròla franca”.  Tempi tanto lontani che pure non se ne vanno, perché gli usi si sono radicati nei nostri comportamenti, essi continuano a vivere nei nostri gesti quotidiani, solo che non ne conosciamo il vero significato. Quante volte diciamo “salute” a chi starnutisce, è una semplice reazione di cortesia, no? Affatto, sono dei demoni che solleticano il naso, in modo che l’anima esca dal corpo, e allora ecco l’esortazione di augurio, affinché i satanassi si allontanino e lascino in pace il malcapitato. Possiamo allora giocare a fare meno gli scettici, e finché ci sarà ancora un innamorato pronto a staccare i petali di una margherita chiedendo “m’ama, non m’ama”, la magia sarà con noi, almeno un pizzico, a consigliarci come agire in queste nostre esistenze così razionali.

Alessia Cagnotto

Tenta di investire poliziotto che gli spara alle gomme

E’ atto arrestato un cittadino albanese nella notte. I fatti accaduti vicino Piazza Massaua

Attorno all’una di notte personale della Squadra Mobile e dell’ufficio Prevenzione Generale Della polizia  è intervenuto nel quartiere San Paolo a seguito ella segnalazione di un cittadino albanese di 42 anni che denunciava di aver subito delle minacce a mano armata da parte di un suo connazionale di 31 anni. La vittima si era rifugiata all’interno dello stabile in cui vive per sfuggire all’aggressione del conoscente, con cui poche ore prima aveva litigato animatamente per futili motivi. L’aggressore lo aveva aspettato  nei pressi di casa e si era mostrato a lui all’improvviso, col volto coperto dalla mascherina e armato di pistola. Immediatamente, sono partite le indagini egli uomini della Questura di Torino volte a rintracciare il trentunenne armato, che ha numerosi precedenti di polizia e risulta colpito dalla misura dell’obbligo di firma; la perquisizione a casa dei familiari ha dato esito negativo. Dagli accertamenti effettuati, il ricercato risultava avere in uso un furgone bianco. Le pattuglie dei falchi della Squadra Mobile sul territorio hanno intercettato il furgone attorno alle 2 e 50 nei pressi di piazza Massaua,  mentre procedeva  a velocità molto bassa. Due agenti in borghese della Mobile hanno intimato l’alt all’uomo, qualificandosi come appartenenti alla Polizia di Sato, ed intimandogli di spegnere il motore del mezzo. L’uomo, per tutta risposta, ha ingranato repentinamente la marcia in direzione di uno dei due operatori, tentando di investirlo, pertanto il poliziotto ha mirato un colpo allo pneumatico posteriore del mezzo, arrestandone la corsa. Il trentunenne albanese è stato, così, arrestato per resistenza a P.U. e denunciato per minacce gravi aggravate. Sono in corso le ricerche dell’arma utilizzata.

Giampaolo: “Lacrime e sangue ma il Toro ha potenzialità”

Marco Giampaolo, il nuovo tecnico del Torino, si è presentato alla stampa

Ha dichiarato il ct: “Mi devo buttare a capofitto sul lavoro, per capire dove andare a svoltare. Mi spetta un lavoro duro, lo so. E ci sarà da sputare sangue, per dirla in modo diretto. E ha aggiunto: “ma il Toro  ha le carte in regola per assestarsi a un certo livello, ha risorse, storia, potenzialità economiche”

Ultimo appuntamento con la Pinacoteca Albertina ai Giardini reali

Workshop di acquarello en plein air ai Giardini Reali ritrovati: riprese pittoriche in punta di pennello delle varie aree con la possibilità di studiare angolazioni e scorci inserendo i particolari architettonici e decorativi presenti nel Verde Reale.

Dalle ore 15.30 alle 18.30:

–        domenica 23 agosto

Il costo di ogni singolo appuntamento è  di euro 35 – euro 30 (Abbonati Musei)

I Giardini dei Musei Reali di Torino hanno accesso gratuito.

Info e prenotazioni: pinacoteca.albertina@coopculture.it – tel. 011.0897370 (tutti i giorni 10-18 tranne il martedì e il mercoledì).

Trentamila mascherine per la movida torinese

La Regione Piemonte distribuisce  ai Comuni una dotazione di mascherine per gli eventi serali all’aperto regolamentati dal decreto del governo

La Città di Torino ne ha chieste 30 mila, da distribuire nei luoghi della movida; da san salvario, a piazza Vittorio, al Quadrilatero. Marco Marocco, vicesindaco metropolitano, si è impegnato a raccogliere le eventuali necessità di tutti i sindaci così da non  trascurare gli eventi in programma sul territorio, anche quello più decentrato. I sindaci dovranno inviare le richieste alla Città metropolitana entro giovedì 20 agosto indicando i quantitativi necessari e per quale tipo di evento le utilizzeranno.

Tra costine e nuovi dorotei la lunga e incerta marcia del Pd

Non c’è il due senza tre. Anche quest anno si sale a Villadossola. Festa alla Lucciola di antica memoria comunista. Tutto in barba al coronavirus. Ridimensionata, solo due giorni, ma è già una scommessa, e sembra vinta. Verbano Cusio Ossola zona di frontiera e di forti contrasti politici.

Ora la fa da padrona la Lega anche se, sembra che una certa trasmissione verso
Fratelli d’Italia ci sia. Alice De Ambrogi (segretaria Provinciale PD locale) accoglie Anna
Rossomando per l’immancabile dibattito. Poco più in là, il Patron è Pippo Calandra . Un
po’ tutto. Presidente della Fondazione Ds locale e Presidente dell’Associazione la Lucciola. Il
ricavato andrà nelle esigue casse del PD del posto. Conosciuto più di trent’anni fa. Presidente della
coop Edificatrice Tre lacerata da divisioni interne. I soci bisticciavano alla grande.


Ovviamente un questione di soldi. Lui piano piano, con la grande arte della mediazione salvò la
coop. Operaio, sindacalista e comunista indefesso.

Alla festa le bandiere tricolore del PD mischiate con le falci e martello del partito comunista. Comunisti
per sempre. Anche qui quel che rimane della classe operaia vota lega.

Nel dibattito Anna Rossomando indomita ripete: ce la stiamo mettendo tutta senza
risparmiarci. Dura, molto dura e non solo perché governiamo con i pentastellati. Siamo un paese
restio al cambiamento. Basta pensare al Consiglio Superiore della Magistratura.

Giusto per non parlare sempre solo di politici. E poi …. dobbiamo realizzare delle politiche
industriali . Da trent’anni che lo sento,  magari è la volta buona. A volte la disperazione fa fare
i miracoli. A volte… indubbiamente. Poi al referendum si vota no se non si fa la riforma elettorale.

Fatti due conti la maggioranza di quelli del PD voteranno no. Anzi, preciserei che quasi tutti quelli
del PD voteranno no. Dopo il dibattito tutti gli atti di rito. Anna Rossomando circondata da chi
vuole capire che cosa succederà a Torino come a Roma. Foto di gruppo e immancabile cena a
base di costine. La vicepresidente del Senato sempre disponibile. Due “spettri” si aggirano per
la Festa. Il caso di Diego Sarno consigliere (autosospeso) del PD.

Pupillo di Don Ciotti e del Procuratore Giancarlo Caselli. Sull’etica che deve avere un politico
non gli hanno spiegato tutto. E, secondo spettro,  l’accordo con i cinquestelle che più  che un accordo sembra
decisamente un inciucio. Ora il segretario Furia si inventa che il candidato del centro sinistra
deve dialogare con i pentastellati. Il doroteismo avanza (ammesso e non concesso che i grillini
sappiano cos’è stato il doroteismo).

Tra autosospensione ed accordi contro natura continuo a vedere un PD febbricitante. Magari non
piu i 40 gradi di un anno fa. Ma il 38 e mezzo ci sta. Con questo ultimo capolavoro di Diego Sarno.
Tranne lui e il pentastellato sono tutti leghisti.

Personalmente avrei perso la pazienza già da
mo’. Ma non sono fatto per la politica, almeno per questi politici. Anna è soprattutto una cara
amica. Gli chiedo: tu laureata a pieni voti, avvocato, come riesci ad interloquire con chi mette
Beirut in Libia? Sorride e stancamente risponde: è mio dovere fin tanto che faccio politica. Lo
stesso senso del dovere che porta tanti volontari ancora nel girare costine e far friggere il pesce.
Da Alice De Ambrogi il grido di dolore: il territorio non conta più niente. E se il PD non torna sul
territorio è politicamente finito.

Chi ha l’ambizione di cambiare il mondo lo deve conoscere non attraverso il web, ma andandoci.

Cosa che ha fatto Anna Rossomando, il 14 Agosto, cosa non da poco. Ma mi sa, oramai,
che sono mosche bianche. Prossimo appuntamento il 20 e 21 settembre. I cinquestelle
spariranno. Vediamo se il pd li seguirà a ruota.

Patrizio Tosetto

Coronavirus, un morto e 42 contagi in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.00

 

26.550 PAZIENTI GUARITI E 546 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.550 (+17 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3306 (+5) Alessandria, 1598 (+1) Asti, 848 (+0) Biella, 2508 (+3) Cuneo, 2379 (+0) Novara, 13.645 (+6) Torino, 1117 (+0) Vercelli, 971 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 178 (+2) provenienti da altre regioni.

Altri 546 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4142

1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, di cui 0 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è di ora 4142 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 398 Cuneo, 373 Novara, 1832 Torino, 222 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 32.169 (+42rispetto a ieri, di cui 32 asintomatici. Dei 42 casi, 25 screening, 13 contatti di caso, 4 con indagine in corso. I casi importati sono 26 su 42), i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4140 Alessandria, 1903 Asti, 1057 Biella, 3027 Cuneo, 2889 Novara, 16.120 Torino, 1447 Vercelli, 1159 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 276 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 151 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3(uguale a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 81 (+1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 847

I tamponi diagnostici finora processati sono 543.744, di cui 298.243 risultati negativi.

Il caso del piccolo Gioele, trovata maglietta e resti di ossa

Un carabiniere in congedo unitosi alle ricerche del piccolo Gioele, il bambino scomparso del quale è stato trovata morta la mamma, la torinese Viviana Parisi, ha trovato una maglietta e dei resti ossei compatibili con il bimbo.

La scoperta è avvenuta vicino all’autostrada nei pressi di Caronia, in Sicilia.

Secondo gli inquirenti si tratterebbe del bambino  “al 99 per cento”.

Le tracce sono state trovate in un luogo coperto da rovi e arbusti di macchia mediterranea, a circa 200 metri dall’autostrada e piuttosto distante dal posto  in cui è stato trovato il corpo senza vita di Viviana.