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Newton, un provocatore alla moda

Non manca molto al termine della mostra temporanea “Helmut Newton. Works”, esposizione con la quale la GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Torino ha aperto la stagione del 2020. La retrospettiva è stata promossa da Fondazione Torino Musei ed è stata prodotta da Civita Mostre e Musei con la collaborazione della Helmut Newton Foundation di Berlino.


Le sessantotto fotografie di
Helmut Neustädter, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Helmut Newton, dal 30 novembre 2020 lasceranno le silenziose sale della GAM, perciò questo mio articolo vuole essere prima di tutto un consiglio: se non lo avete ancora fatto, andate a vedere da vicino i lavori di uno dei grandi della fotografia.
Helmut nasce a Berlino, il
31 ottobre del 1920, in una famiglia che possiede una fabbrica di bottoni. Il bambino cresce nell’ambiente della borghesia berlinese degli anni Venti-Trenta del Novecento e poi frequenta la Scuola Americana a Berlino.
Fin da piccolo dimostra uno spiccato interesse per la fotografia, tanto che a soli dodici anni possiede già una sua personale macchina fotografica.


Quando vengono emanate le leggi razziali, Helmut è costretto a lasciare la Germania, perché è ebreo. Si rifugia allora a Singapore, dove lavora come fotografo per il “Singapore Straits Times”. In seguito, nel 1940, Helmut è espulso in Australia, qui per due anni lavora come raccoglitore di patate, finché nel 1942 si arruola nell’esercito australiano.
Nel 1945 cambia il suo cognome da Neustädter a Newton.

Nel 1948 sposa June Brown, attrice e fotografa meglio nota con l’appellativo di “Alice Springs”.
Terminata la guerra, Helmut lavora per varie riviste, tra cui “Playboy”. È a partire dagli anni Sessanta che l’artista decide di dedicarsi esclusivamente alla sua passione: la moda.

Anche Helmut sa che per realizzare i propri sogni bisogna andare a Parigi, ed è proprio nella capitale più romantica del mondo che inizia ufficialmente la sua carriera da fotografo di moda professionista: in poco tempo i suoi lavori appaiono in molte riviste quali “Vogue”, “L’Uomo Vogue”, “Harper’s Bazaar”, “Elle”, “GQ”, “Vanity Fair”, “Max” e “Marie Claire”.

È da subito evidente che il suo è uno stile inconfondibile: i suoi scatti sono velati da una patina erotica che spesso sfiora i tratti sado-masochistici e feticisti, le sue fotografie non possono passare inosservate, sono eccentriche e lussuriose, ma mai banali o volgari.
Helmut pare sovvertire gli stereotipi di genere, le sue donne sono forti e potenti ma al contempo condannate ad essere oggetti di desiderio, chiuse in composizioni quasi cinematografiche e iper-realistiche.

Sono andata pochi giorni fa, a visitare la mostra Helmut Newton. Works”, ovviamente armata di mascherina, accessorio ormai necessario e onnipresente per quasi ogni tipo di attività.
Era una giornata uggiosa ed erano quasi le 12.30, i momenti dedicati ai pasti sono da sempre i miei preferiti per visitare mostre o vedere un film al cinema: non c’è mai il rischio di trovare calca e, terminata l’attività, c’è sempre la scusante per uno strappo alla regola della dieta.


Una volta entrata alla GAM, alla biglietteria mi invitano con gentilezza a proseguire verso il primo piano, così salgo i gradini marmorei e arrivo in un battibaleno all’esposizione.
È stato Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation di Berlino, a selezionare le sessantotto fotografie esposte, estrapolate dalla assai più vasta produzione del celebre fotografo tedesco, naturalizzato australiano; i lavori sono stati scelti con grande senso critico e con il preciso scopo di fornire una panoramica della lunga carriera dell’artista.


Decisamente un’ardua impresa, lo stesso Harder ha così affermato a proposito di tale progetto: “
La fotografia di Helmut Newton, che abbraccia più di cinque decenni, sfugge a qualsiasi classificazione e trascende i generi, apportando eleganza, stile e voyeurismo nella fotografia di moda, esprimendo bellezza e glamour e realizzando un corpus fotografico che continua a essere inimitabile e ineguagliabile”.

In effetti, appena varcata la soglia della prima sala espositiva, si è subito sedotti dalla potenza degli scatti, alcuni a colori, altri in bianco e nero, tutti intelligentemente provocanti.
Davanti alle opere di Newton la reazione è sempre la stessa: l’osservatore si ferma, si sbigottisce, strabuzza gli occhi e, infine, sorride, magari scuotendo leggermente la testa.
Dei sui lavori colpiscono i corpi spregiudicati, che si mostrano al pubblico privi di pudore, molto spesso nudi, altre volte coperti di latex o PVC.

L’arte del fotografo tedesco è un cassetto con doppio fondo, dietro l’estetica della ricercatezza compositiva, oltre l’abile uso delle luci e ancora al di là del genio che sa come esaltare le forme, si nasconde un messaggio, una riflessione sui tempi e sulla società.
Una società che evidentemente non ha alcuna intenzione di cambiare.
Helmut è un istigatore, la sua sfrontatezza ben si evince dalle sue stesse parole: “Non m’interessa il buon gusto. (…) Mi piace essere l’enfant terrible”, non si fa dunque problemi a utilizzare per i suoi scatti donne succinte, così belle e perfette da essere facilmente confuse con dei manichini.


In mostra sono visibili gli scatti degli anni Settanta, in prevalenza copertine di Vogue; vi sono poi alcuni lavori realizzati per Mario Valentino e per Thierry Mugler, databili al 1998, e altre immagini iconiche, tra cui copertine di riviste di moda internazionali; l’ultima sala è dedicata ai ritratti delle celebrità, tra cui Andy Warhol (1974), Gianni Agnelli (1997), Catherine Deneuve (1976), e Claudia Schiffer (1992).
Tra le star è presente anche una non immediatamente riconoscibile Alba Parietti: la foto è stata scattata a Torino per l’“Espresso”, risale al 1996 e mostra una ricciola e curiosa fanciulla che osserva degli uomini distinti da dietro una bassa siepe. La donna è di spalle ed è visibilmente appena rientrata dalle vacanze: il segno dell’abbronzatura risalta sulla nudità del corpo.
L’esposizione non è poi così grande, così ho potuto fare una cosa che tanto mi piace: tornare indietro e soffermarmi sulle opere che più mi hanno colpito.

Tra le fotografie esposte, una di quelle che ho apprezzato di più è sicuramente il ritratto della bella e antica Marlene Dietrich (1901-1992). La “femme fatale” de “L’angelo azzurro” viene fuori dall’ombra, illuminata da una luce caravaggesca, si intravvede il trucco tipico delle dive dell’epoca, le sopracciglia sottilissime e l’ombretto scuro sulle palpebre, la sua eleganza si dissolve tra l’ingombrante pelliccia e il fumo della sigaretta.

Mi sono anche piaciuti gli scatti in cui i soggetti sono dei manichini: Helmut trasforma la materia inanimata in qualcosa di inquietante, osservando le stampe mi sono sentita prima incuriosita, poi imbarazzata, come se stessi guardando qualcosa che non avrei dovuto vedere.
Assai interessante è “X-Ray with Chain” (1994), una stampa alla gelatina d’argento. L’opera ha l’aspetto di una radiografia medica e mostra la posizione che assume il piede quando si indossano vertiginose scarpe con il tacco. Lo scatto è un monumento alla scomodità, ma d’altronde si sa “chi bello vuole apparire, un po’ deve soffrire”.

Alessia Cagnotto

 

 

In montagna raffiche di vento oltre i 130 km

Bufere di vento  nelle scorse ore sulle montagne del Piemonte

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha registrato raffiche fino a 132 chilometri all’ora sul Monte Fraiteve, nella zona di  Sestriere , 122 sul Gran Paradiso, 109 a Balme.

Forte vento anche a Susa, 82kmh, e a Torino, 64.8. E sono arrivati i primi freddi autunnali con minime a -10.8 ai 3000 metri di altitudine di Bardonecchia, in località Sommeiller, -8.3 a Giaglione, sempre in Valle di Sus, -8.2 al Colle dell’Agnello, nel Cuneese. La temperarura minima nel centro di Torino la scorsa notte è scesa a +9.1.

Un altro omicidio-suicidio nel Torinese: marito uccide la moglie e si spara alla tempia

Ancora un omicidio-suicidio nel Torinese

Sabato 26 settembre  / Questa volta la  vittima è una donna di 41 anni, uccisa a Venaria a colpi di pistola dal marito che poi si è sparato alla tempia con un’arma detenuta illegalmente.

L’uomo era disabile, su una sedia a rotelle,  e dalle prime verifiche sembra non abbia retto alla separazione decisa dalla compagna.

I carabinieri stanno svolgendo le indagini. I due figli della coppia si trovano a casa dei nonni.

Dal sopralluogo effettuato dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino e dai colleghi di Venaria è emerso che la donna è stata colpita da almeno 6 colpi, esplosi tutti nel torace ed in macchina sono stati trovati 9 bossoli.

La pistola utilizzata per l’efferato omicidio, una 9×21 IMI, mod Jericho, rubata, è stata rinvenuta dai carabinieri ancora con un colpo in canna. I militari dell’Arma hanno trovato in un cassetto del salone dell’abitazione dell’uomo anche una ventina di proiettili inesplosi.

Un altro omicidio suicidio dopo quello recente del genitore di Rivara che ha ucciso il figlio di 11 anni e poi si è suicidato.

Il mito? E’ contemporaneo

E’ la personale dedicata all’opera del giovane artista torinese Edgardo Maria Giorgi, curata da Ermanno Tedeschi e aperta dal 1 ottobre al teatro Paesana di Torino

È  dedicata al mito contemporaneo ed il titolo lo indica esplicitamente  la personale  dedicata all’artista torinese Edgardo Maria Giorgi, curata dal gallerista Ermanno Tedeschi presso il teatro Paesana in via Bligny 2, a Torino. Si inaugurerà il primo ottobre prossimo alle 18 e sarà aperta fino al 25 ottobre.

I personaggi della mitologia sono calati dall’artista nel mondo contemporaneo, esaltandone le stravaganze, i vizi e le virtù e dimostrando attraverso una raffigurazione fantasiosa che nulla è  cambiato in tremila anni di storia. Nelle opere di Edgardo Maria Giorgi emergono in modo evidente gli occhi quasi parlanti e la sinuosita‘ dei corpi delle figure rappresentate.

“I miei studi in architettura e la passione per il fumetto – spiegaEdgardo Maria Giorgi – mi hanno portato ad utilizzare nella mia espressione artistica un linguaggio basato sul contrasto tra il bianco e il nero. Le strutture dell’architetto statunitense  Louis Kahn, caratterizzate da linearità nell’uso dei materiali e pulizia delle forme,hanno influenzato la mia volontà,  di esaltare i giochi di luce che si possono ricavare sulla superficie. I miei disegni sono affiancati da un sistema d’illuminazione esterno, capace di creare contrasti tra luce ed ombra, che cercano di predominare l’una sull’altra per assumere il controllo dello spazio”.

“Il percorso tracciato da Edgardo Maria Giorgi – precisa il curatore della mostra Ermanno Tedeschi – costituisce un unicum in grado di unire passato e presente, attualizzando il mondo della mitologia greca classica, come avviene per personaggi mitologici di estremo interesse, quali il Minotauro (essere dalle sembianze di uomo e toro), Medusa, celebre per il suo potere di pietrificare qualunque soggetto di cui incontrasse lo sguardo, o Eracle, che incarnava la forza per eccellenza”.

Una ventina di disegni dell’artista consentono al visitatore della mostra di immergersi nel mondo mitologico greco, interpretato in chiave attuale e contemporanea. L’iconografia di Edgardo Maria Giorgi risulta a tratti dissacrante, ma sempre capace di stimolare la riflessione  sui temi dei nuovi miti e valori predominanti nella società contemporanea. Un esempio emblematico risulta dalla rappresentazione di Cerbero con i piumini,  in cui il colore evidenzia la simbologia presente; il soggetto è, inoltre, colto in un chiaroscuro ricco di contrasti, metafora delle stesse contraddizioni che dominano la società in cui viviamo.

Mara Martellotta

Per visite: teatro Paesana. Via Bligny 2, Torino.

Dal martedì  al sabato dalle 11 alle 19

Per informazioni  associazione.acribia@gmail.com

Visite guidate alla mostra Transmissions

Giornate Europee del Patrimonio: visite guidate alla mostra “TRANSMISSIONS people-to-people”

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio che quest’anno propongono il tema Imparare per la vita, domenica 27 settembre 2020 alle ore 11 e alle ore 15 il Museo Nazionale del Risorgimento organizza due visite guidate con i fotografi Tiziana e Gianni Baldizzone, autori della mostra TRANSMISSIONS people-to-people, che è stata prorogata fino al 6 gennaio 2021. Curata da Tiziana Bonomo, l’esposizione presenta 60 fotografie di grande formato (di cui alcune inedite) di Tiziana e Gianni Baldizzone sulla trasmissione del sapere e sulla relazione maestro-allievo. Per oltre sette anni i due fotografi hanno viaggiato in Asia, Africa e Europa (senza dimenticare il Piemonte) per documentare l’universalità dell’atto umano di trasmissione e raccontare le storie di uomini e donne di mestiere che trasmettono tradizioni con spirito di innovazione contribuendo a preservare un patrimonio di diversità culturale.

Modalità di partecipazione: è necessario prenotare contattando il numero 011 5621147. La visita guidata ha un costo di 4 € a persona da aggiungere al prezzo del biglietto di ingresso. I possessori dell’Abbonamento Musei e di altre te pagheranno solo i 4 € della visita guidata

Canoni idrici, Pd: “Sull’ambiente non possiamo permetterci errori”

Raffaele Gallo (Pd): “Una legge che lascia alla Giunta il potere di decidere tutto” Alberto Avetta (Pd): “Gli impianti devono poter svolgere la doppia funzione, produrre energia e garantire ai Piemontesi acqua potabile gratuita nei periodi di crisi idrica”

 

“A parole siamo tutti ambientalisti ma poi emergono le contraddizioni. Siamo in presenza di una proposta di legge che dispiegherà i suoi effetti per i prossimi 40 anni in un ambito strategico per il futuro di tutti: il cuore di questo provvedimento non può essere esclusivamente di natura economica ma deve garantire la massima attenzione ai profili ambientali. In particolare dobbiamo farci trovare pronti qualora dovessimo affrontare una crisi idrica nei prossimi anni: per questo, in tema di prelievo di acqua dagli invasi, le esigenze di approvvigionamento ad uso potabile debbono essere considerate e dichiarate prioritarie. Sull’ambiente non ci possiamo permettere di commettere errori, soprattutto quando facciamo leggi che impattano sui prossimi decenni e quindi sul futuro e sulla qualità di vita di tutti i piemontesi, anche di quelli che vivono in città e che pensano di essere estranei a questi temi. E invece non è così”. Lo affermano il Capogruppo Raffaele GALLO (PD) e il Consigliere regionale Alberto AVETTA (PD), relatore del disegno di legge che norma le “assegnazioni delle grandi derivazioni ad uso idroelettrico”.

“In attesa che il Governo nazionale dia corso alla più volte annunciata armonizzazione della materia, in Commissione Ambiente abbiamo svolto un importante lavoro emendativo, correggendo una proposta di legge che aveva molti punti critici. Ma non basta, perché normare le concessioni idroelettriche non vuol dire solo adeguarsi alle regole nazionali ed europee in materia di concorrenza; significa trovare un punto di mediazione tra le esigenze di sviluppo economico e quelle di tutela ambientale. Con i nostri emendamenti, ad oggi non accolti, avremmo rafforzato il ruolo del Consiglio regionale rispetto alla Giunta garantendo la massima condivisione e trasparenza nelle scelte; invece questa legge affida alla Giunta il potere di decidere tutto, peraltro esponendo al rischio di ricorsi amministrativi. In Consiglio proveremo a correggere quel che ancora non funziona e lo faremo nell’interesse di tutti i Piemontesi e dell’ambiente straordinario in cui viviamo”

“Anche per quanto riguarda la possibilità di assegnare le concessioni a società miste create ad hoc occorre scongiurare l’eventualità che nascano tante piccole società territoriali e tocca alla Regione svolgere, da protagonista, il ruolo di coordinamento per evitare che ciò accada.

Inoltre, è fondamentale garantire in via prioritaria il prelievo ad uso idropotabile di acqua dagli invasi e su questo riteniamo che la legge non sia adeguata: abbiamo la necessità che gli impianti siano in grado di svolgere la doppia funzione, ovvero poter fornire gratuitamente acqua ad uso potabile nei periodi di crisi senza compromettere la funzione di produzione idroelettrica. Infine, bisogna coinvolgere appieno i territori interessati definendo d’intesa con loro le compensazioni che non possono essere solo economiche ma devono essere soprattutto ambientali. La Giunta, al contrario, ha scelto la via più semplice, quella della monetizzazione”

Investire in formazione per creare competitività Dalla Regione 42 milioni

Approvata in giunta la delibera che, grazie all’importante stanziamento, consentirà ai disoccupati di poter accedere a tutti gli strumenti necessari per potersi formare e ricollocare. La soddisfazione dell’assessore regionale alla Formazione

Dalla Regione arrivano 42 milioni di euro per la formazione finalizzata alla lotta contro la disoccupazione. Lo ha stabilito, su proposta dell’assessore regionale alla Formazione professionale Elena Chiorino, la giunta regionale .

Lo stanziamento è stato considerato fondamentale, specie in questo particolare periodo caratterizzato dalla perdita di parecchi posti di lavoro dovuta all’emergenza Covid19. Da qui la necessità, per i lavoratori, di poter accedere a tutti gli strumenti necessari per potersi formare e ricollocare al più presto sul mercato del lavoro.

Alla spesa si farà fronte con le risorse POR FSE 2014-2020, iscritte sul bilancio di previsione 2020 -2022.

L’assessore regionale alla Formazione professionale ha espresso “estrema soddisfazione per l’approvazione della delibera, ribadendo ancora una volta la centralità della formazione per favorire l’incrocio fra domanda e offerta di lavoro”. L’esponente della giunta regionale ha sottolineato che, in un mercato in continua evoluzione e segnato dai grandi cambiamenti imposti dalla pandemia del nuovo coronavirus, “ è di cruciale importanza poter offrire alle imprese il personale specializzato e formato di cui hanno bisogno”.

L’assessore ha ricordato che vi sono parecchie aziende che ricercano invano sul mercato figure professionali che attualmente mancano o scarseggiano. Per l’esponente della giunta regionale l’investimento in formazione è “fondamentale per fornire le competenze adeguate e garantire così la competitività del sistema Piemonte. E ha insistito sul fatto che “non ci può essere competitività senza competenze, così come non ci possono essere competenze senza un’adeguata formazione“.

Nasce il centro studi Giancarlo Barbadoro

Domenica 27 settembre alle ore 16 verrà inaugurato il “Centro Studi Giancarlo Barbadoro” nello scenario dell’Ecovillaggio di Dreamland, nel Parco della Mandria.

Riceviamo e pubblichiamo / Il Centro Studi nasce con lo scopo di divulgare e promuovere l’immenso patrimonio intellettuale lasciato in eredità dallo studioso e ricercatore Giancarlo Barbadoro scomparso nel 2019. Le sue ricerche nell’ambito della cultura non convenzionale, dalle nuove frontiere della scienza alle tradizioni dei Popoli naturali, dalla storia sconosciuta allo sciamanesimo e all’ecospiritualità, costituiscono una preziosa guida per affrontare temi insoliti e spesso non trattati con la serietà che meritano.

Giancarlo Barbadoro, presidente e fondatore della Ecospirituality Foundation, è mancato il 6 agosto 2019. Era poeta, musicista, giornalista, scrittore. E’ stato un grande attivista per i diritti degli animali, una causa che sentiva più di ogni altra poiché li riteneva gli esseri più sfortunati della Terra. Era attivista anche per i diritti dei Popoli indigeni e per la salvaguardia delle loro tradizioni. Teorico dell’ecospiritualità, con esponenti di Comunità indigene di tutto il pianeta ha fondato la Ecospirituality Foundation per diffondere il concetto della filosofia ecospirituale, che egli riteneva potesse risolvere tutti i mali di una società malata, basata sull’antropocentrismo. Con la Ecospirituality Foundation si è schierato a fianco di molte Comunità native di tutti i continenti portando le loro istanze all’ONU di New York e Ginevra.

Ricercatore in molti ambiti culturali, si è dedicato con passione fin dagli anni ’70 all’indagine sulla leggendaria città celtica di Rama portando alla luce un’antica leggende che si è poi rivelata una storia reale. Ora molti ricercatori si avvalgono delle sue ricerche, tanto che Rama è stata definita “L’Atlantide del Piemonte”.
Nell’ambito della cultura non convenzionale un posto di rilievo lo aveva la ricerca sulle intelligenze diverse a cui Barbadoro si dedicava con passione e in cui definiva gli animali “gli alieni che coabitano con noi”.

Giancarlo Barbadoro ha lasciato in dono le chiavi di ricerca per proseguire nelle indagini che aveva attivato in molti settori, ricerche che proseguiranno attraverso chi ha raccolto la sua eredità.
Le molteplici attività culturali che egli sviluppava possono essere identificate in quattro settori principali: Esobiologia, Archeologia, Scienza di confine, Ecospiritualità.
Questi quattro settori si suddividono a loro volta un una serie di molteplici argomenti. Temi che verranno sviluppati attraverso convegni, sia nelle sedi del Centro Studi che online, conferenze, pubblicazioni.

Interverranno:
Guido Barosio – direttore Torino Magazine
Massimo Centini – Scrittore
Antonello Micali – Direttore Il Risveglio
Annamaria Bonavoglia – Scrittrice
Enrico Moriconi – Garante Diritti Animali Regione Piemonte
Gino Steiner Strippoli – Giornalista
Condurrà Rosalba Nattero

Nel corso dell’incontro verrà presentato il libro “Alla ricerca di Intelligenze Diverse” di Giancarlo Barbadoro nella edizione aggiornata e ampliata con le sue ultime ricerche.
Seguirà rinfresco vegan

Domenica 27 settembre 2020, ore 16
Ecovillaggio di Dreamland – Parco della Mandria, Via G. Agnelli, 2 Fiano (TO)
L’evento è su invito. Per prenotazioni o informazioni: tel. 011 530 846 – 011 9234 625
info@eco-spirituality.org www.eco-spirituality.org www.centrostudibarbadoro.it

Pretende i soldi della pensione e minaccia di morte la madre

Un arresto dei carabinieri Sequestrati due coltelli a serramanico

I carabinieri della Compagnia di Moncalieri hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia un italiano di 33 anni, residente a Moncalieri.
L’uomo, già colpito da un divieto di avvicinamento a propri genitori per il medesimo reato, si è reso responsabile di ulteriori gravi maltrattamenti nei  confronti della madre. In particolare, la donna si è rifiutata di consegnare i soldi della sua pensione al figlio, che in preda a una crisi di nervi l’ha minacciata di morte e ha danneggiando numerosi mobili dell’appartamento. I vicini di casa hanno dato l’allarme al 112 e l’immediato intervento dei carabinieri ha permesso di immobilizzare e arrestare l’uomo e di evitare che facesse del male alla madre. In tasca del fermato, i militari dell’Arma hanno trovato 1 grammo di marijuana e 2 coltelli a serramanico.

Forza Italia: “Il Parlamento giudichi l’operato del presidente INPS”

“Torneró a chiedere a Conte di rimuovere il direttore dell’Inps dal suo incarico. Il presidente Tridico ha inanellato una serie di comportamenti talmente gravi che non si puó continuare a non sottoporre al giudizio del Parlamento il suo operato.
Dal collasso del sito dell’Inps e della farsa dell’attacco hacker, ai ritardi nel pagamento delle indennità per 30mila cassaintegrati fino ad arrivare alle veline date ai quotidiani sui Bonus percepiti recepiti da politici a fini pro referendum. L’aumento retroattivo del suo stipendio costituisce solo la goccia che fa traboccare un vaso che già tracimava. Una goccia peró che lancia un messaggio devastante ai cittadini: la nuova casta, quella degli amici di Conte, Di Maio e Zingaretti possono tutto anche aumentare ai propri amici lo stipendio retroattivamente. Alla faccia dei messaggi social di M5s e Pd che ululano alla luna la propria vittoria al referendum sul taglio dei costi della politica. Per noi le competenze si pagano ma ad oggi Tridico non solo non dovrebbe avere un aumento di stipendio, visti gli insuccessi collezionati, ma se avesse un briciolo di dignità dovrebbe restituire con le sue dimissioni anche lo stipendio fino ad oggi percepito”. Ad affermarlo in una nota Paolo Zangrillo, coordinatore regionale FI Piemonte e capogruppo in Commissione Lavoro degli azzurri a Montecitorio