ilTorinese

Calcio e Covid, giornata stravolta per le torinesi

Si naviga a vista ovunque causa pandemia coronavirus: il calcio non fa eccezione. Giornata calcistica stravolta per le squadre Torinesi

Qui Toro:
Genoa-Toro rinviata causa positività totale di ben 22 componenti calciatori e staff della squadra rossoblù.I granata di Giampaolo avranno ora 2 settimane per assimilare meglio i dettami di gioco del nuovo tecnico,sfruttando anche la pausa per le nazionali.Mercato in fermento a 48 ore dalla chiusura:quasi fatta per gli arrivi del trequartista uruguagio Ramirez dalla Samp e dell’attaccante croato Kalinic dalla Atletico Madrid.Prosegue la contestazione al presidente del Toro Cairo,non solo sui social amo anche all’esterno degli stadi Grande Torino e Filadelfia,con esposizione di striscioni eloquenti contro il suo operato in 15 anni di presidenza.

Qui Juve:
l’ASL di Napoli ha impedito la partenza per Torino,causa 2 calciatori del Napoli positivi al covid 19 e focolaio coronavirus e così la  squadra partenopea
sarà impossibilitata a scendere in campo stasera nel big match serale contro la Juve.La squadra bianconera si presenterà regolarmente in campo,come comandato dalla lega calcio:
probabile quindi la vittoria per 3a0 a tavolino per la formazione torinese.Vedremo come si evolverà la situazione in giornata.
A fronte mercato bianconero grandi problemi a cedere Kedira e Douglas Costa per spazio all’acquisto dell’attaccante viola Federico Chiesa.
Certo che questo campionato non è partito,al momento,sotto la protezione di una stella fortunata.

Pioggia, superato il record storico

Chiesto lo stato di emergenza insieme alla Liguria per gli enormi danni al territorio.  In 24 ore la pioggia caduta ha superato il record storico dal 1958. Domenica sopralluogo del Presidente della Regione in alcune delle aree colpite

3 ottobre – Il duro bilancio della calamità che nelle scorse ore ha colpito il Piemonte è di una vittima e un disperso.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio , a nome di tutto il territorio, si stringe alla famiglia di  Samuel Pregnolato, il giovane di 36 anni, residente a Quarona, il cui corpo è stato recuperato sul greto del fiume Sesia a Borgosesia, in provincia di Vercelli. La sua auto è finita nel fiume venerdì notte. Il fratello di anni 21 che era con lui si è salvato aggrappandosi ad alcuni rami.

Proseguono in queste ore le ricerche del margaro caduto con la sua auto in un torrente in provincia di Cuneo.

Sono per fortuna vivi e stanno bene, invece, gli altri 21 dispersi sul Col di Tenda (19 italiani e 2 tedeschi) rimasti bloccati a Vievola, sul fronte francese. È in corso il loro recupero da parte di Vigili del fuoco, Guardia di Finanza e Soccorso alpino.

L’evento alluvionale che ha colpito il Piemonte è stato caratterizzato da precipitazioni eccezionali su gran parte del territorio regionale, con punte di 630 mm a Sambughetto (VB), 610 mm a Piedicavallo (BI) e 580 mm a Limone Piemonte (CN) in 24 ore. Il valore di pioggia giornaliera ragguagliato sull’intera regione ha superato il record storico della serie dal 1958.
Le piogge intense e concentrate hanno prodotto estese e diffuse esondazioni dei corsi d’acqua, erosioni spondali ed in alcuni casi il crollo di ponti. Sui versanti attivazioni di diffuse frane, colate di fango e trasporto di materiale che hanno causato danni a infrastrutture viarie e centri abitati.

Il Presidente della Regione Piemonte, insieme al Governatore ligure Toti ha firmato una lettera congiunta trasmessa al Governo per chiedere lo stato d’emergenza.

Domani mattina il Presidente della Regione Piemonte sarà in sopralluogo in alcune delle aree colpite.

Nel pomeriggio, in frazione Terranova di Casale Monferrato, sono state evacuate 55 persone per l’esondazione del Sesia e sono ora ospitate al Palafiera di Casale.

Per alcune ore è stata interrotta l’autostrada Torino-Milano, ora riaperta, mentre rimane chiusa la Torino-Aosta, tra Scarmagno e Quincinetto.

Per ora permane l’allerta arancione sulle aree interessate dai corsi d’acqua principali dove è atteso il transito dell’onda di piena che potrà dar luogo a locali allagamenti e per l’incremento dei livelli del Lago Maggiore. Le aree interessate sono: nel cuneese in Valle Tanaro, Belbo e Bormida, nel novarese e verbano lungo il fiume Toce, e nella pianura settentrionale.

Confermata l’allerta gialla nel torinese.

Rovesci e isolati temporali sono attesi stasera e nella giornata di domani e considerando le precipitazioni antecedenti viene mantenuta la condizione di rischio per fenomeni franosi sul settore settentrionale.

La situazione della viabilità risulta critica a causa della chiusura di alcuni ponti e strade provinciali.

Si consiglia ove possibile di evitare di viaggiare ed attendere che la situazione generale torni ad uno stato di normalità, in caso di necessità si invita a contattare preventivamente le Provincie e le Prefetture di zona e di usare la massima cautela nell’attraversamento dei ponti e delle strade colpite dal maltempo.

Sono stati attivati circa 80 Centri Operativi Comunali (COC) ed oltre 700 volontari sono in attività su tutto il territorio piemontese.

Prosegue la modalità H24 della Sala Operativa della Protezione Civile di corso Marche 79 a Torino aperta dalle ore 08.00 di ieri.

Identità Spid, boom di richieste alle Poste

Ben 8 identità digitali su 10 a livello Paese attivate attraverso i canali di Poste, in provincia di Torino superate le 365mila attivazioni

Sono oltre 365mila i cittadini della provincia di Torino (otto milioni in Italia) che hanno attivato il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) tramite Poste Italiane, scegliendo un’unica modalità di autenticazione per accedere ai servizi delle diverse amministrazioni. Il servizio di digitale SPID, infatti, permette a tutti i cittadini di accedere ai siti della pubblica amministrazione e ai servizi dei fornitori che hanno aderito a SPID.
Poste Italiane è tra gli Identity Provider che forniscono agli italiani l’identità digitale SPID. 8 identità digitali su 10 sono state attivate attraverso i canali messi a disposizione da Poste Italiane. Il mese di luglio, in particolare, ha fatto registrare un record per Poste Italiane, che ha attivato oltre 1 milione di identità digitali SPID, di cui 46mila in provincia di Torino, confermando il ruolo primario dell’Azienda nel processo di digitalizzazione del Paese.
Le previsioni per il futuro sono di continua crescita, perché, in coerenza con le indicazioni del Decreto Semplificazioni, aumentano le amministrazioni che si stanno attivando per il passaggio a SPID.
Attivare SPID tramite Poste Italiane è molto semplice, ciascun cittadino potrà recarsi presso uno dei 420 Uffici Postali presenti tra Torino e provincia ed effettuare gratuitamente l’operazione allo sportello. Alla fine del processo l’operatore rilascerà una scheda di sintesi con i dati del cliente e le istruzioni per il completamento dell’operazione on line entro 10 giorni dalla registrazione. Per rendere la pratica in Ufficio Postale ancora più veloce, è anche possibile effettuare una registrazione preliminare comodamente da casa sul sito posteid.poste.it e completare la procedura successivamente presso la sede di Poste Italiane più vicina. I cittadini in possesso di un passaporto o di una carta d’identità elettronica, inoltre, possono richiedere SPID comodamente da casa tramite l’app PosteID.
Per poter accedere agli uffici postali, inoltre, Poste Italiane ricorda che è possibile prenotare il proprio turno sia attraverso la App dedicata Ufficio Postale sia tramite Whatsapp al numero 3715003715.

Bonus Covid, risorse aggiuntive per il personale sanitario

Accordo raggiunto  all’Assessorato regionale alla Sanità del Piemonte anche con i sindacati della Dirigenza (medici e dirigenti) sulle risorse aggiuntive per il personale sanitario impegnato in prima linea nell’emergenza coronavirus covid-19 in Piemonte.

Complessivamente, il bonus vale 13.847.115 euro, vale a dire il 25 per cento delle risorse stanziate dalla Regione (36 milioni di euro) e dallo Stato (18 milioni di euro). Gli altri 41 milioni sono già stati distribuiti al personale del Comparto (infermieri, operatori socio assistenziali, tecnici amministrativi), che rappresenta in realtà l’80 per cento del totale del personale.

I compensi e le indennità correlati alle particolari condizioni di lavoro previsti dal contratto, compresi eventuali compensi per lavoro straordinario, relativi al periodo marzo – aprile 2020 e correlati all’emergenza Covid-19, saranno prioritariamente corrisposti ai Dirigenti dell’Area Sanità con la retribuzione del mese di novembre.

Le restanti risorse saranno destinate all’attribuzione, ai dirigenti dell’Area Sanità e dell’Area PTA, di una quota aggiuntiva di retribuzione di risultato, da riproporzionare in base alle giornate di effettiva presenza in Azienda, relative al periodo marzo – aprile 2020:

– Fascia 1 – dirigenti dell’Area Sanità direttamente impegnati nell’emergenza Covid-19: max € 2.000;

– Fascia 2 – restanti dirigenti dell’Area Sanità, non rientranti nella fascia 1, in ragione del supporto garantito nell’emergenza COVID-19: max € 1.000;

– Fascia 3 – dirigenti dell’Area PTA, in ragione del supporto garantito nell’emergenza COVID-19: max € 500.

Tale quota aggiuntiva di retribuzione di risultato si intende al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali, nonché comprensiva di oneri riflessi e Irap.

L’accordo comprende, infine, disposizioni aggiuntive fornite alle Asl sulle guardie notturne di libera professione, con indicazioni di tariffe e modalità di elevazione delle indennità di pronta disponibilità e di turno notturno.

 

Covid: “Rischiamo un boom di lavoratori in nero”

In Italia sono attualmente 3,3 milioni. Marco Contemi (Applavoro.it): «Il primo passo da fare è sicuramente quello di riuscire a colmare la tantissime offerte occupazionali che restano insoddisfatte»

La crisi determinata dall’emergenza sanitaria potrebbe far “esplodere” l’esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia. Stando alle previsioni dell’Istat, infatti, entro la fine di quest’anno circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro. Auspicando che la dimensione del numero degli espulsi dal mercato del lavoro sia decisamente inferiore a quella a rischio, l’Ufficio studi della Cgia segnala che una parte di questi esuberi verrà sicuramente “assorbita” dall’economia sommersa. Non saranno pochi, infatti, coloro che, dopo aver perso il posto in fabbrica o in ufficio, si rimboccheranno le maniche in qualsiasi modo, anche ricorrendo al lavoro in nero. Stiamo parlando di quelle persone che non riuscendo a trovare una nuova occupazione accetteranno un posto di lavoro irregolare o si improvviseranno come abusivi. Grazie a questa scelta riusciranno a percepire qualche centinaia di euro alla settimana; pagati poco e in contanti, tutto ciò avverrà in nero e senza alcun versamento di  imposte, contributi previdenziali e assicurativi. Oltre alla probabilissima espansione del lavoro irregolare, la situazione di difficoltà economica in cui versa il Paese sembra non essere avvertita dalle forze politiche e in generale dall’opinione pubblica. Le previsioni, purtroppo, non lasciano presagire nulla di buono. Afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo: «Nel 2009, che viene ricordato come l’annus horribilis dell’economia italiana degli ultimi 75 anni, il Pil in Italia scese del 5,5% e la disoccupazione a livello nazionale nel giro di due anni raddoppiò, passando dal 6 al 12%. Quest’anno, invece, se le cose andranno bene la contrazione del Pil sarà del 10%: una riduzione quasi doppia rispetto a quella registrata 11 anni fa. Alla luce di ciò, è molto probabile, dal momento in cui verranno meno la Cig introdotta nel periodo Covid e il blocco dei licenziamenti, che il tasso di disoccupazione assumerà dimensioni molto preoccupanti».

Come dicevamo, ad “ammortizzare” la perdita di posti di lavoro ci penserà l’economia sommersa. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero e il 38% del totale è presente nelle regioni del Sud. Questo esercito di “invisibili” ogni giorno si reca nei campi, nei cantieri edili, nelle fabbriche o nelle case degli italiani  per prestare la propria attività lavorativa. Pur essendo sconosciuti all’Inps, all’Inail e al fisco, gli effetti economici negativi che originano questi soggetti sono “devastanti”. Essi, infatti, producono 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso.

«Il quadro che si prospetta è disarmante – spiega Marco Contemi, fondatore di Applavoro.it -. Per contrastare il lavoro nero, il primo passo da fare è sicuramente quello di riuscire a colmare la tantissime offerte occupazionali che restano insoddisfatte. È in netta crescita, infatti, la difficoltà di reperimento per artigiani e operai specializzati delle lavorazioni alimentari (3.680 assunzioni, nel 43,7% dei casi difficili da reperire, +7 punti su settembre 2019) o degli artigiani e operai specializzati delle costruzioni e nel mantenimento di strutture edili (13.190 entrate, il 29,6% difficili da reperire, +4 punti) e degli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (11.870 entrate, 49,9% la difficoltà di reperimento, +7 punti). Con un tasso di disoccupazione così alto e con delle previsioni così catastrofiche è davvero inaccettabile che ci siano migliaia e migliaia di posizioni lavorative che non vengono ricoperte.  Questo porta anche  enormi svantaggi alla produttività delle aziende. Un ruolo importante possono giocarlo anche le scuole: già dalle scuole medie gli insegnanti dovrebbero investire più energie per scovare le attitudini e i talenti dei singoli studenti per indirizzarli così verso i corsi di studio più appropriati, così da migliorare l’affinità tra le capacità degli alunni e i titoli di studio. Questo fattore diventa ancora più importante quando le attitudini degli studeni combaciano con le mansioni attualmente più richieste e dove scarseggia la forza lavoro».

  • Tasse, burocrazia e disoccupazione creano le condizioni per la diffusione del lavoro nero

«Con troppe tasse, un sistema burocratico e normativo eccessivamente oppressivo e tanta disoccupazione – segnala il segretario della Cgia Renato Mason –  l’economia irregolare ha trovato un habitat ideale per diffondersi, soprattutto in alcune aree del Paese. Inoltre, chi opera completamente o parzialmente in nero fa concorrenza sleale, altera i più elementari princìpi di democrazia economica nei confronti di chi lavora alla luce del sole ed è costretto a pagare le imposte e i contributi fino all’ultimo centesimo.  Anche per questo è necessario che l’esercizio abusivo delle professioni artigianali vada contrastato e perseguito».

L’Ufficio studi della Cgia ha stimato come si ripartiscono a livello regionale i 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto in nero all’anno prodotto da questi lavoratori abusivi. A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno. A fronte di poco più di 1.253.000 occupati irregolari (pari al 38 per cento del totale nazionale), nel Sud il valore aggiunto generato dall’economia sommersa è pari a 26,8 miliardi di euro, che corrisponde al 34 per cento del dato nazionale. La realtà meno investita dal fenomeno è il Nordest: il valore aggiunto prodotto dal sommerso è pari a 14,8 miliardi di euro.   Come si è detto, a rimetterci non sono solo le casse dell’erario e dell’Inps, ma anche le tantissime attività produttive e dei servizi, le imprese artigianali  e quelle commerciali che, spesso, subiscono la concorrenza sleale di questi soggetti.

I lavoratori in nero, infatti, non essendo sottoposti ai contributi previdenziali, a quelli assicurativi e a quelli fiscali consentono alle imprese dove prestano servizio – o a loro stessi, se operano sul mercato come falsi lavoratori autonomi – di beneficiare di un costo del lavoro molto inferiore e, conseguentemente, di praticare un prezzo finale del prodotto/servizio  molto contenuto. Condizioni, ovviamente, che chi rispetta le disposizioni previste dalla legge non è in grado di offrire.

Inoltre, non vanno nemmeno sottovalutate le condizioni lavorative a cui sono sottoposti gli irregolari: spesso a queste persone vengono negate le più elementari tutele previste dalla legge in materia di sicurezza nei luoghi in cui operano e in queste condizioni lavorative, gli incidenti e le malattie professionali rischiano di essere molto più frequenti.

 

Oltre 3,3 milioni di lavoratori irregolari, dicevamo, costituiti  prevalentemente da lavoratori dipendenti che per una parte della giornata fanno il secondo/terzo lavoro, da cassaintegrati o pensionati che arrotondano le magre entrate o da disoccupati che in attesa di rientrare nel mercato del lavoro sopravvivono grazie ai proventi riconducibili a un’attività irregolare.

 

  • Campania, Calabria e Sicilia sono le realtà dove il lavoro nero è più diffuso; oasi felici Aosta, Veneto e Bolzano

A livello territoriale sono le regioni del Mezzogiorno ad essere maggiormente interessate dall’abusivismo e dal lavoro nero. Secondo l’ ultima stima redatta dell’Istat e relativa al 1° gennaio 2018,  in Calabria il tasso di irregolarità è pari al 21,6% (136.400 irregolari), in Campania al 19,8% (370.900 lavoratori in nero), in Sicilia al 19,4% (296.300), in Puglia al 16,6% (229.200) e nel Lazio al 15,9% (428.200). La media nazionale è pari al 13,1%.

«Non è un caso che il Mezzogiorno sia anche la parte d’Italia meno digitalizzata, anche dal punto di vista lavorativo – conclude Contemi -.  Le istituzioni competenti, in questo caso i Centri per l’impiego, probabilmente dovrebbero spingere maggiormente i loro iscritti a utilizzare canali digitali, per aumentare la loro visibilità on line, e raggiungere più facilmente le aziende. Sul portale www.applavoro.it offriamo gratuitamente la possibilità di creare un cv interattivo, e di ricevere recensioni dalle aziende, dai colleghi e dai clienti, con i quali si è entrati in contatto durante le varie esperienze lavorative. I nostri iscritti hanno inoltre la possibilità di realizzare una video presentazione professionale, sempre gratuitamente, che potrà essere inviata alle aziende per le quali si ambisce a lavorare.  Questi sono tutti strumenti che possono sicuramente aiutare ad accorciare la distanza tra aziende e lavoratori».

Viola gli arresti domiciliari per andare a perseguitare l’ex compagno

Era sottoposta al regime della detenzione domiciliare dal 17 settembre 2020,  su provvedimento cautelare del GIP di Torino, successivo al suo arresto avvenuto in data 14 settembre, quando la cittadina italiana quarantenne era stata colta in flagrante da personale della Polizia di Stato della Questura di Torino mentre molestava ed aggrediva il suo ex convivente.

 

La relazione con lui era finita da circa 2 mesi, ma le violenze psicologiche e fisiche erano iniziate già in primavera. La mattina del 14 settembre, la donna lo ha minacciato per strada e ha tentato di avere un contatto fisico con lui,  e solo grazie alla presenza dei poliziotti che si frapponevano fra i due ex amanti la situazione non è degenerata. In passato, l‘uomo, fatto oggetto di plateali scenate in luogo pubblico,  era stato malmenato e aveva anche  subito  un tentativo di accoltellamento al viso dalla stessa. La serie di episodi verificatisi fra i mesi di maggio a settembre, la pesante interferenza della donna nella vita privata della vittima, con caratteristiche di assillante insistenza ed ossessiva ripetitività, hanno portato all’emissione della misura cautelare degli arresti domiciliari per la quarantenne. Lo scorso 29 settembre, però, alle 12,30 circa, la donna ha violato la restrizione domiciliare per pedinare l’ex; lo ha trovato in via Di Nanni e lo ha aggredito alle spalle, sferrandogli un pugno al volto che gli causava un copioso sanguinamento al naso; approfittando del suo stato confusionale, gli strappava il telefonino dalle mani e scappava. Accertamenti condotti nell’immediatezza da personale della Squadra Investigativa del Comm.to San Paolo, tramite la verifica di alcune immagini di videosorveglianza collocate fra la  zona dell’aggressione e quella dell’abitazione della sospettata, hanno dato riscontro positivo alla presenza della stessa in prossimità del luogo della rapina. La perquisizione nel suo alloggio ha permesso di ritrovare il telefonino della vittima, nascosto nel comodino della camera da letto della stalker. La donna, dopo essere stata sottoposta a fermo di p.g. per  rapina aggravata, evasione e reiterazione del reato di atti persecutori ex art. 612 bis c.p. è stata tradotta in carcere.

“Sostenere la canapa in Piemonte”, proposta di legge M5S

Sostenere la coltura della canapa a basso contenuto di Thc e le relative filiere produttive. È quanto si prefigge la proposta di legge presentata dal M5s di cui ieri in terza Commissione a Palazzo Lascaris si sono svolte le prime determinazioni.

Il provvedimento intende rilanciare la tradizione piemontese della produzione canapicola, in particolare della varietà “cannabis sativa L.”, la cui coltivazione – ai sensi della Legge 242/16 – è consentita senza necessità di autorizzazioni poiché il suo contenuto di Thc è inferiore o uguale allo 0,2%.

Nel settore della canapa, ha sottolineato il primo firmatario della legge, Ivano Martinetti “il Piemonte gioca un ruolo centrale, considerando che la maggior parte della produzione italiana proviene – secondo Assocanapa – proprio dalla nostra regione e la richiesta di semi dai Paesi Ue ed extra Ue come Usa e Canada è altissima”.

La proposta di legge intende stanziare un milione di euro (500 mila in parte corrente e 500 mila in conto capitale) per ciascun anno del triennio 2020-2022 per superare le carenze normative per introdurre misure di sostegno concreto alla coltivazione e alla trasformazione della cannabis sativa L. e alla costituzione di filiere produttive in particolare nei settori alimentare, industriale, tessile e ambientale fino alla possibile realizzazione di un distretto della canapa in Piemonte. In totale, quindi, 3 milioni di stanziamento.

Oltre ai consiglieri del M5s, sono intervenuti nel dibattito esponenti di Pd e Lega, che ha sottolineato la necessità di coinvolgere l’Assessorato all’Agricoltura. Nei prossimi giorni si determinerà il calendario delle consultazioni mentre in Aula saranno relatori di maggioranza del provvedimento la Lega e di minoranza il M5s e il Pd.

 

Calcio a 5 AMF: Sabato 11 Ottobre la Supercoppa Italiana Maschile

Domenica 11 Ottobre quando alle ore 18.00 presso il Palasport del Centro Sportivo Novarello Villaggio Azzurro a Granozzo con Monticello nel Novarese andrà in scena la Supercoppa Italiana di Calcio a 5 AMF organizzata dalla Federazione Italiana Football Sala

La sfida si preannuncia agguerrita ed esaltante: a contendersi il titolo saranno la Ticinia Novara, club campione d’Italia 8 volte e in carica capitanata da Stefano “The King” Usai, e l’Old Team, attuale campione della Coppa Italia di Capitan Luca Colombo, vera sorpresa della competizione , unica squadra ad aver battuto la Ticinia Novara la scorsa stagione

La partita sarà inoltre ripresa e trasmessa dalle Telecamere dell’emittente locale Legnano Web TV.

Ruffino (Fi): “Mascherine obbligatorie all’aperto? Sì, ma dappertutto”

L’on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia interviene sul tema delle mascherine di protezione contro il covid

”Indossare la mascherina sul lungomare di Chiaia, a Napoli, e poi toglierla se due ore dopo si sta a Matera o a Firenze è onestamente qualcosa senza senso. Non sto criticando il presidente De Luca, il quale ha fatto benissimo a rendere obbligatorio l’uso della mascherina all’aperto. Mi limito solo a osservare che una tale misura per essere davvero efficace deve essere uniforme sul territorio nazionale. Il presidente del Consiglio ha, fra gli altri, il compito di coordinare le decisioni delle Regioni.

     Per farlo, e farlo con autorevolezza, convochi la conferenza Stato-Regioni, sicuramente una sede adeguata ed eviti imposizioni di qualsiasi genere. Non è il momento dei conflitti istituzionali, ma non è nemmeno più il tempo del Dpcm: c’è il Parlamento e le sedi istituzionali idonee per affrontare la questione“.

Maltempo, un morto in Valsesia e un disperso nel Cuneese La Regione chiede lo stato di emergenza

Aggiornamento:  una vittima in Valsesia e un disperso nel Cuneese. Mattarella chiama Cirio: “Sono vicino al Piemonte”. Il Presidente della Regione chiede lo stato d’emergenza

29 dispersi, interi paesi isolati, case e strade devastate. È una situazione estremamente critica quella che si è venuta a creare nella notte in molte zone del Piemonte in seguito alle forti piogge che si sono abbattute sulla regione a partire dal pomeriggio di ieri, provocando esondazioni, frane, allagamenti e ingenti danni a edifici e infrastrutture.

Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio sottolinea la preoccupazione per i dispersi, di cui sono ancora in corso le ricerche, e per gli enormi danni al territorio che i sindaci delle aree più colpite – con i quali è in contatto da stanotte – descrivono in alcuni casi peggiori del ‘94.
Il Presidente stamattina ha sentito il capo dipartimento della Protezione Civile Borrelli e si è confrontato con il Governatore ligure, insieme chiederanno lo stato d’emergenza.
Tutta la Giunta è operativa in questo momento sul territorio e gli Assessori stanno monitorando e presidiando fisicamente le aree più colpite.

L’Assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte si è recato questa mattina in alcune zone del Tanaro e ha parlato di situazione disastrosa. Ha poi sottolineato come desti preoccupazione il Sesia, la cui piena sta passando ora, senza contare tutti i danni, le frane, le strade allagate, i borghi isolati.

I danni maggiori si sono registrati nel bacino del Toce, del Tanaro, nel Biellese e nel bacino della Sesia, con frane, allagamenti e cadute di alberi. Il Tanaro, nel tratto da Ponte Nava a Ceva è esondato in diversi punti. Evacuate famiglie a Limone, Vernante, Priola e Garessio. In quest’ultimo comune una borgata è rimasta isolata.
Sempre nel Cuneese, tra Mombasiglio e Lisio l’Sp 34 è completamente erosa dall’azione dell’acqua. In quest’ultimo comune una borgata è rimasta isolata.

In Valsesia, alcuni ponti tra Gattinara e Romagnano e nella zona di Borgosesia non sono percorrribili. Nel Vercellese, l’Sp 9, all’altezza del comune di Cravagliana, un torrente ha eroso 500 metri di strada. Chiusa la tangenziale nord di Vercelli. A Borgosesia, un quartiere isolato.

Al momento, si registrano 10 dispersi nel Cuneese, su cui si stanno facendo verifiche tra il versante italiano e quello francese. Un altro disperso si registra nel Vercellese, nel comune di Varallo Sesia, sull’Sp 105, caduto con la sua auto nel Sesia.

In allerta le dighe Ceppi Morelli (Vco), Sessera (Bi) e Gurzia (To). In preallerta quelle di Piastra (Cn), San Nicolao (Bi), Rinasco (Vc) Melezet e Vistrorio (To).

Le forti piogge della notte hanno determinato la disalimentazione di 55.000 utenze elettriche, di cui 11.599 nel Cuneese; 14.200 nel Novarese; 14.000 nel Vco, 6.700 nel Vercellese e 4.500 nel Biellese. Gli operatori sono al lavoro per il ripristino del servizio.

Al lavoro per fare fronte alla situazione 249 volontari, di cui 174 del Coordinamento regionale di Protezione civile, 72 del Corpo Antincendi Boschivi, 3 dell’Ana.

Tutta la Protezione civile è sul territorio. Il coordinamento territoriale del volontariatoo di Asti e Alessandria si sta recando nel Cuneese per rafforzare i soccorsi e la sala operativa di corso Marche 79 a Torino resterà operativa h. 24 fino al termine dell’emergenza