Lo storico brand di liquori e distillati “Distillerie Subalpine”, fondato nel 1920 dalla famiglia Levi Montalcini, ritorna a nuova vita grazie al Gruppo Affini.
Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Juve
Su Twitter la società bianconera da’ l’annuncio ufficiale: Andrea Pirlo è il nuovo allenatore della Juventus
Martedì 11 agosto alle ore 17,30, nel Palazzo delle Feste di Bardonecchia, sala Giolitti, avrà luogo la prima presentazione nazionale del libro di Pier Franco Quaglieni Mario Pannunzio. La civiltà liberale, Golem Edizioni. Presentatori: prof. Maurizio Ceccon e prof. Giuseppe Piccoli.
Il libro ricostruisce storicamente la figura di Mario Pannunzio, uomo di cultura, giornalista e uomo politico tra i più importanti del Novecento, attraverso saggi, articoli e testimonianze di numerose personalità ed amici tra i quali Giovanni Spadolini, Alberto Ronchey, Indro Montanelli, Marco Pannella, il cardinale Ravasi ,Mario Soldati, Pierluigi Battista, Mirella Serri.
Tra le 29 città Italiane in cui le attività commerciali e turistiche otterranno un contributo a fondo perduto a seguito di un calo di fatturato dovuto all’emergenza coronavirus c’è anche Torino.
E’ quanto previsto nel “decreto agosto“ approvato ieri sera a Palazzo Chigi.
Soddisfazione della sindaca Chiara Appendino e della vice ministro dell’economia, la torinese Laura Castelli.
CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30
26.259 PAZIENTI GUARITI E 645 IN VIA DI GUARIGIONE
Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.259 (+30 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3242 (+6) Alessandria, 1583 (+3) Asti, 845 (+0) Biella, 2465 (+2) Cuneo, 2368 (+4) Novara, 13.512 (+13) Torino, 1107 (+1) Vercelli, 964 (+1) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 173 (+1) provenienti da altre regioni.
Altri 645 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.
I DECESSI RESTANO 4136
Nessun decesso di persone positive al test del Covid-19 comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale rimane 4136 deceduti risultati positivi al virus.
LA SITUAZIONE DEI CONTAGI
Sono 31.830(+31 rispetto a ieri, di cui 25 asintomatici; dei 31: 5 screening, 24 contatti di caso, 2 con indagine in corso; quelli importati sono 1 su 31) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4123 Alessandria, 1887 Asti, 1056 Biella, 2954 Cuneo, 2834 Novara, 16.019 Torino, 1388 Vercelli, 1157 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 273 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 139 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.
I ricoverati in terapia intensiva sono 3 (come ieri).
I ricoverati non in terapia intensiva sono 87 (-1 rispetto a ieri).
Le persone in isolamento domiciliare sono 700.
I tamponi diagnostici finora processati sono 519.034, di cui 284.916 risultati negativi.
Dalla Serbia a Torino: salvati con un doppio trapianto combinato fegato – rene due bambini al Regina Margherita sono rientrati a Belgrado
Sono rientrati nella loro casa a Belgrado, dopo la riapertura delle frontiere dopo la chiusura forzata dalla grave emergenza Covid-19 e giusto in tempo prima della nuova chiusura, due bambini serbi di 13 e 7 anni arrivati a Torino all’ospedale Infantile Regina Margherita nel 2019 per essere curati attraverso un trapianto combinato di fegato e di rene per una grave malattia congenita che coinvolge entrambi gli organi, portando alla dialisi ed alla cirrosi epatica sin dai primi anni di vita.
Il trapianto combinato di rene e fegato è un intervento molto complesso nei bambini e non disponibile in Serbia, ma il team multidisciplinare dei trapianti pediatrici della Città della Salute di Torino ha prontamente dato la disponibilità in accordo con il Centro Nazionale Trapianti per offrire una possibilità di vita migliore ai due bimbi. L’intervento è stato effettuato dal professor Renato Romagnoli (Direttore Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette di Torino), Simona Gerocarni Nappo (neo Direttore Urologia pediatrica Regina Margherita), Aldo Verri (responsabile Chirurgia vascolare ospedaliera Molinette) e dagli anestesisti del dottor Roberto Balagna.
La dottoressa Licia Peruzzi del Centro Trapianti renali (diretto dal dottor Bruno Gianoglio) del Dipartimento Regina Margherita della Città della Salute di Torino segue un progetto di collaborazione con la Nefrologia pediatrica di Belgrado.
I due bambini sono stati accolti grazie ad una fitta rete di supporto e di mediazione culturale, coordinata dalla Onlus Collettivo Azione Pace, che segue il progetto sin dalla sua nascita. Durante la permanenza a Torino in attesa del trapianto i bimbi sono stati dializzati presso l’ospedale Infantile Regina Margherita e, grazie alla catena di solidarietà che circonda il progetto, sono stati inseriti nella scuola Vittorino da Feltre e nella vita torinese, grazie al supporto anche di casa Giglio, Casa Oz, Associazione Infanzia Nefropatica e Find the Cure.
Il trapianto combinato rene – fegato è stato seguito da un team coordinato dal Centro Regionale Trapianti (diretto dal professor Antonio Amoroso), formato da nefrologi, gastroenterologi (diretti dal dottor Pierluigi Calvo) ed urologi (diretti dalla dottoressa Simona Gerocarni Nappo) del Regina Margherita, chirurghi del trapianto di fegato e del trapianto renale dell’ospedale Molinette (diretti dal dottor Aldo Verri), anestesisti delle Molinette (diretti da Roberto Balagna).
I bambini erano quindi pronti a rientrare a Belgrado, ma la chiusura delle frontiere per l’emergenza Covid-19, li ha trattenuti ancora a Torino per due mesi, durante i quali tutte le forze in campo hanno continuato a seguirli e non farli sentire isolati. Appena è stato possibile i due bimbi e le loro mamme sono riusciti a ritornare nelle loro case di Belgrado a mangiare le “caramelle di Serbia”, delle quali sentivano la mancanza, grazie anche all’aiuto del Consolato Generale della Repubblica di Serbia in Italia, che supporta i bimbi e le loro famiglie in questo lungo viaggio lontano da casa per avere una vita finalmente migliore.
Il team dei trapianti continuerà a seguire i due bambini a distanza e con visite reciproche a Belgrado ed a Torino: da questa collaborazione è nato il Centro trapianti di rene pediatrico a Belgrado e le attività di formazione proseguono affinchè possa ulteriormente migliorare la medicina dei trapianti.
Se fino a qualche anno fa il grande rischio per il servizio idrico era quello che le grosse multinazionali entrassero nel capitale delle società erogatrici dell’acqua dei nostri rubinetti oggi possiamo dire che , pur restando in mano pubblica molte delle società idriche, il risultato di una gestione del servizio idrico esclusivamente fondata su criteri aziendalisti e finalizzati al conseguimento del profitto pagato dalle nostre bollette è in gran parte raggiunto.
Se da un lato la progressiva acquisizione di importanti quote di controllo nelle società ex municipalizzate da parte di grandi gruppi finanziari pare, al momento, essere rallentata, dall’altro viene sempre più proposta e promossa una gestione di tipo esclusivamente mercantilistico delle risorse idriche che sono pur sempre un bene comune che dovrebbe essere accessibile a tutti e gestito con criteri diversi da quelli della speculazione finanziaria.
Il protagonista di questo processo che porta ogni giorno di più l’acqua delle nostre case a dipendere da simili logiche è ARERA, l’agenzia nazionale di controllo per le reti ( acqua , gas, elettricità e ciclo dei rifiuti).
Potrebbe sembrare strano che una autorità pubblica a cui si riferiscono gli ATO ( Ambiti territoriali ottimali) promuova logiche privatistiche su servizi essenziali come quelli in questione ma basta dare un’occhiata ai provvedimenti presi da ARERA di cui è possibile consultare gli atti sul sito arera.it.
Dopo le timidissime concessioni fatte all’inizio dell’emergenza sanitaria, il 23 aprile 2020, quando tutti noi eravamo ancora reclusi nelle nostre case e milioni di famiglie ed imprese stavano intravedendo il collasso, poi realizzato, con la segnalazione n. 136 ARERA comunicava a Governo e Parlamento che le misure emergenziali deliberate ( timide possibilità di dilazioni nei pagamenti) dovevano assolutamente finire perché non compatibili con le logiche di mercato; proprio così, mentre le famiglie e l’economia nazionale erano bloccate in quarantena da una crisi sanitaria e sociale senza precedenti l’Autorità, che dovrebbe essere pubblica, richiamava le logiche del profitto e del mercato.
Ma dalla “segnalazione” si è passati, nel silenzio totale, all’azione; con la delibera 235 del 23 giugno 2020 ARERA ha pensato di introdurre misure urgenti nel servizio idrico alla luce dell’emergenza covid – 19; verrebbe da pensare che , proprio alla luce dell’emergenza, venissero alleggerite le bollette, e invece?
Con questa delibera, visti i mancati introiti ai gestori del servizio idrico nei mesi di lockdown e visti i ritardi nei lavori programmati sulla rete (cantieri fermi etc…), si concede alle società erogatrici dell’acqua la possibilità di rivalersi in bolletta nei prossimi mesi; visto che il corona virus ha fatto diminuire le entrate per qualche mese ARERA permette ai gestori di rivalersi sui cittadini e sulle imprese nelle prossime fatturazioni dell’acqua, quasi che la colpa fosse loro. E tutto quest0, va ribadito, viene deliberato da un’autorità che si definisce pubblica.
Nove anni fa i referendum sull’acqua hanno mostrato, con una partecipazione oltre ogni attesa, che i cittadini hanno chiaro il principio che l’acqua è un bene comune e deve essere gestito a beneficio della comunità e non nell’interesse di pochi; il Movimento 5 stelle delle origini era stato tra gli artefici di quella impensabile affermazione referendaria, pochi anni dopo i 5 stelle di governo assistono a questi scempi in un silenzio complice.
Certamente un buon affare per i grandi gruppi multinazionali che grazie ad ARERA riescono ad ottenere lo stesso risultato di una gestione del servizio idrico a loro immagine e somiglianza senza più nemmeno dover fare finta di investire qualche euro nell’acquisizione di quote societarie delle società idriche; società che restano in gran parte di proprietà degli enti locali ma che per volontà di ARERA, agiscono come i peggiori speculatori della finanza trasnazionale senza volto e senza nome.
Massimo Iaretti, Presidente Movimento Progetto Piemonte
Gigi Cabrino, consigliere comunale aderente al Movimento Progetto Piemonte
Covid – 19: facciamo il punto con l’epidemiologo
Con Paolo Gulisano, medico epidemiologo dai molteplici interessi e passioni che spaziano dalla Storia della Medicina, alla pallacanestro, alla scrittura, all’Irlanda, facciamo un punto sull’evoluzione del Coronavirus-19, successivo al precedente colloquio al centro di un precedente articolo.
In questa conversazione, anche frutto della sua esperienza pluritrentennale nel settore sono emersi ulteriori spunti interessanti e chiarimenti su molti luoghi comuni che, spesso, compaiono in rete, sui sociali, e sugli organi di informazione.
Possiamo dire, quanto meno in Italia che il quadro è migliorato rispetto ai mesi scorsi ?
Ci sono dei casi, certamente, non lo si può negare, è sotto gli occhi di tutti, ma occorre guardare non tanto alla diffusione quanto alla gravità. Del resto ogni anno ci sono milioni di casi di altre malattie, come il morbillo, tanto per fare un esempio.
Il dato indiscutibile è che si è verificata una costante diminuzione del numero dei ricoverati e di quelli in terapia intensiva.
La malattia si è ridimensionata ?
L’auspicio è che il Covid-19 diventi come i suoi cugini a bassa intensità e a bassissimo impatto. I covid sono stati scoperti nel 1960 e provocano raffreddori, bronchiti o affezioni respiratorie. Questo è ciò che emerge dal quadro epidemiologico.
Si è estinto o è in via di estinzione ?
Estinto no certamente ma è in trasformazione, come detto da Giulio Tarro, si sta adattando per diventare un virus a scarsa incidenza.
Però in molte parti del mondo è in accelerazione …
Ha un andamento ciclico, arriva in un Paese, ha una sua fase di ascesa, raggiunge un picco poi cala. E’ anche vero, però, che in Africa è arrivato e non ha causato affatto quei numeri che ha determinato, invece, in Europa. Quando poi si dice il numero dei casi e dei morti non dimentichiamo che questo va rapportato al numero degli abitanti.
All’inizio è stata ventilata un’Apocalisse, perché ?
Anche qui si parlava di scenari apocalittici, come pure in giro per il mondo, guardiamo ad esempio l’Amazzonia.. C’è un motivo per cui ha creato tante vittime in Europa e negli Stati Uniti e non dipende dal sistema sanitario. I Paesi che hanno avuto sino a questo momento incidenze alte, quali Italia, Inghilterra, Spagna, Francia, hanno una popolazione anziana cospicua e questo ha creato maggiori danni. In Italia poi vediamo che c’è anche il dato che ha creato maggiori problemi in regioni ad alta densità di popolazione come la Lombardia e minori in altre come l’Umbria dove la densità di popolazione è più bassa.
Gli asintomatici sono pericolosi ?
L’Oms nelle scorse settimane ha evidenziato che non ha una contagiosità quanto c’è una carica virale bassa. Adesso si stanno scoprendo perché si stanno facendo i test. Certamente se fosse possibile fare una mappatura di tutta la popolazione che è entrata a contatto con il virus il numero sarebbe molto, molto alto.
Parliamo dei contagi di ritorno all’origine di diversi focolai sul territorio italiano ?
E’ un controsenso: c’è stata una restrizione a livello nazionale delle libertà di circolazione, di lavoro e ancora adesso sono lanciati messaggi per atterrire la popolazione autoctona, mentre è ripresa la circolazione da Paesi a rischio e non si capisce perché non debbano essere effettuate delle quarantene. Non vorrei si fosse come a febbraio. Se oggi si va in Irlanda e Gran Bretagna si devono fare 14 giorni di quarantena a tutela della salute pubblica. E poi se si far la quarantena , controllato e verificato in strutture con sorveglianza sanitaria è doveroso. Non farlo sarebbe incorente.
E’ possibile determinare un tempo per la fine dell’epidemia ?
Teoricamente si potrebbe abolire ogni tipo di uso della mascherina al raggiungimento della mortalità zero
E’ d’accordo con le affermazioni del suo collega Alberto Zangrillo e di altri medici ?
Il professor Zangrillo, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del San Raffaele ha affrontato il problema sul campo e ne vede l’evoluzione di giorno in giorno. In ogni caso questa malattia si è imparato ad affrontarla, la gente sa che il pericolo c’è, che si deve affrontare.
Come ha vissuto questa esperienza da medico in prima linea, data la sua professionalità specifica ?
Da subito mi sono reso conto che eravamo entrati in una fase particolare, del resto da anni di parlava della possibilità di una possibile grande epidemia. Nel 2005 c’era stata la minaccia dell’aviaria, nel 2006 la Sars. Gli epidemiologi da anni parlavano di possibili scenari epidemici, di virus nuovi, mutati. La sensazione è che forse si sarebbe potuto fare di più, che non fosse un evento inappellabile. Ma non siamo indifesi, dobbiamo preparare ed applicare protocolli terapeutici e comportamentali, vivere il momento della pandemia e dare del proprio meglio.
Questo evento è stata anche l’occasione per un bagno di umiltà della medicina che non è l’oggetto dei desideri ma la risposta ad un bisogno di salute.
Lei è sempre stato critico sulla gestione catastrofica di alcuni media ?
Lo confermo, del resto prendiamo un dato, quello dei decessi. E’ drammatico, certamente, supera quota 35mila, ogni vita persa è un nome e un volto, una storia. Ma ci si dimentica che nel 1968 ci fu un’epidemia influenzale che provocò un milione di morti nel mondo e 40mila in Italia. Eppure in quel frangente la vita andò avanti e se ne parlò poco o niente.
Qualcuno paragona Covid-19 alla ‘Spagnola’. E’ corretto ?
Assolutamente no, la spagnola era totalmente diversa, non si può fare questo paragone, ci sono modalità differenti, c’era la guerra e colpì soprattutto i giovani, i militari. E’ totalmente imparagonabile con il Covid odierno.
Massimo Iaretti
COMMENTARII di Augusto Grandi / Il Financial Times recita il De Profundis per il turismo italiano. E di conseguenza, considerando il peso del settore sul Pil complessivo, il De Profundis per l’Italia in toto. Il quotidiano inglese neppure prende in considerazione la buffonata franceschiniana del bonus vacanze. Si limita a registrare che il blocco dei viaggi internazionali provoca danni al turismo del Bel Paese che non vengono compensati dai mancati viaggi all’estero degli italiani.
D’altronde, al di là dei sempre più gravi problemi economici delle famiglie italiane, le misure imposte dal governo degli Incapaci non hanno certo favorito il turismo. Treni che viaggiano con metà posti vietati, autostrade alle prese con lavori che creano code e ritardi, voli sempre più costosi. E poi, in spiaggia, regole assurde per impedire ai bambini di giocare ed agli adulti di godersi le vacanze. A questo si aggiungono i comportamenti degli operatori che hanno aumentato a livelli assurdi il prezzo di un giorno in spiaggia con ombrellone e sdraio, il prezzo di un aperitivo, di una cena al ristorante, di una bistecca in macelleria. Tanti, maledetti e subito…
… continua a leggere:
Abolito il ticket per le forze dell’ordine
Riceviamo e pubblichiamo le dichiarazioni dei Segretari Provinciali di Torino dei sindacati di polizia SIULP, SAP, FSP, COISP
Ringraziamo il Presidente della Regione e la Giunta Regionale del Piemonte che ha accolto e resa esecutiva la delibera che abolisce il pagamento del ticket per le forze dell’ordine, equiparando anche il Piemonte ad altre regioni d’Italia.
La maggioranza politica della regione ha interpretato perfettamente le esigenze lavorative degli operatori del Comparto Sicurezza, dimostrando la giusta attenzione e sensibilità ad un problema che i sindacati di polizia denunciavano da anni. Finalmente dopo i solleciti e gli incontri di queste OOSS con le istituzioni regionali, è stata riconosciuta una misura sanitaria che istituisce un diritto “assente ingiustificato”, che obbligava i tutori dell’ordine a pagarsi le prestazioni mediche anche a seguito di incidenti occorsi in servizio. Un grande plauso per chi si è ricordato delle forze dell’ordine che tutti i giorni, nel quotidiano, mettendo a repentaglio la loro incolumità, assolve al duro e delicato compito di tutelare i cittadini garantendo la loro sicurezza.
SIULP BRAVO
SAP PERNA
FSP PANTANELLA
COISP CAMPISI