ilTorinese

Tram linea 4: deviazione per lavori ai binari in corso Unione Sovietica

Gtt Informa Da lunedì 31 agosto a mercoledì 25 novembre 2020 per lavori alla sede tranviaria di corso Unione Sovietica nel tratto tra piazzale Caio Mario e via Pernati di Momo, la linea 4 seguirà i seguenti percorsi:

  • Direzione  Falchera: da corso Unione Sovietica deviata in piazzale Caio Mario, corso Tazzoli, corso Unione Sovietica, corso Agnelli, corso Tazzoli, corso Unione Sovietica, percorso normale.
  • Direzione Torino: da corso Unione Sovietica angolo corso Tazzoli deviata in corso Tazzoli, corso Agnelli, piazzale Caio Mario, corso Unione Sovietica, percorso normale.

Retromarcia di Appendino sulla nuova Ztl. Esultano Lega e Pd

La Giunta comunale ha ufficialmente messo la parola fine  alla nuova Ztl ‘Torino Centro Aperto’, che prevedeva un  ticket d’ingresso.

La delibera approvata  afferma “l’insussistenza delle condizioni per procedere alla positiva valutazione di fattibilità” della proposta di project financing elaborata dalla società Municipia. La motivazione è data dalle mutate condizioni per l’emergenza Covid19 che hanno cambiato “i presupposti della proposta dei privati”.  Dunque  l’Amministrazione comunale ritiene di “non poter più procedere alla valutazione della fattibilità della proposta, né a prendere in considerazione una nuova proposta che si basi su una diversa modalità di accesso alla Ztl”.  Per il capogruppo Pd Stefano Lo Russo la sindaca abbandona ‘Torino Centro Aperto’ con la scusa della pandemia, “ma la realtà è che si sono accorti dopo anni che il progetto era sbagliato e dannoso”. Il capogruppo della Lega, Fabrizio Ricca, dice che si tratta di “una vittoria della Lega ma anche dei tanti commercianti che si sono battuti” contro la proposta. Il commissario cittadino di Forza Italia Marco Fontana: “Insomma, dai pentastellati  la solita cortina fumogena per attribuire a qualcun altro una propria sconfitta”.

Coronavirus: 42 contagi, nessuna vittima e fermi a 7 i ricoveri in terapia intensiva

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

 

26.846 PAZIENTI GUARITI E 467 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 26.846 (+12 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3369 (+7) Alessandria, 1606 (+0) Asti, 848 (+0) Biella, 2556 (+1) Cuneo, 2.400 (+0) Novara, 13.763 (+4) Torino, 1137 (+0) Vercelli, 986 (+0) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 181 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 467 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4146

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 4146 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 399 Cuneo, 373 Novara, 1834 Torino, 223 Vercelli, 132 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 32.923 (+ 42 rispetto a ieri, di cui 24 asintomatici. Dei 42 casi, 13 screening, 22 contatti di caso, 7 con indagine in corso. I casi importati sono 19 su 42), i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4177 Alessandria, 1919 Asti, 1076 Biella, 3114 Cuneo, 3012 Novara, 16.417 Torino, 1558 Vercelli, 1185 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 285 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 180 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono (come ieri ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 92 (- 6rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1365

I tamponi diagnostici finora processati sono 591.905, di cui 330.273 risultati negativi.

Corsi di recupero: si torna in classe

Al via anche a Torino in numerose scuole superiori, da questa mattina i corsi di recupero per gli studenti che, lo scorso anno scolastico, non hanno raggiunto la sufficienza in alcune materie.

Trascorsi diversi mesi di didattica a distanza per il lockdown gli allievi sono tornati in classe.

I primi tra loro a tornare sui banchi sono stati circa 500 studenti dell’Istituto Amedeo Avogadro.

Molta emozione tra insegnanti e allievi, tutti alle prese con le regole del distanziamento.

L’esperto: “L’albero che ha ucciso le sorelline era malato”

Pierfrancesco Malandrino, dottore forestale e arboricoltore, ha spiegato all’agenzia Agi che l’albero caduto sulla tenda delle bambine torinesi nel campeggio in Toscana “non era sano”

Dice l’esperto: “quel pioppo non vegetava al meglio e con ogni probabilità  un occhio attento si sarebbe accorto dello stato della pianta, che era mal curata”. E aggiunge: “E’ probabile che la chioma sia  stata duramente capitozzata: di conseguenza l’apparato radicale era danneggiato, come  si vede gia’ dalle foto. I  danni non risparmiavano nemmeno il colletto”(l’area che consente di resistere alla pressione del terreno circostante ed è il punto fino al quale le piante devono essere interrate, altrimenti rischiano di morire.

La rassegna dei libri più letti del mese

Ecco una piccola rassegna dedicata ai titoli che maggiormente hanno interessato i lettori iscritti al gruppo di Facebook Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri nel mese di agosto.

Primo posto per l’intenso Fiore di roccia, di Ilaria Tuti (Longanesi), racconto “al femminile” ambientato durante la Grande Guerra; segue l’interessante dibattito sulla saga scritta da Natasha Salomons, I Goldbaum (Neri Pozza); terza posizione per Cinque donne e un arancino, leggero racconto di Catena Fiorello (Giunti).

 

Il sondaggio del mese ha incoronato l’investigatore più amato dai lettori ma la sfida è stata davvero appassionante, così come il dibattito che ne è seguito: se volete saperne di più, potete leggere l’articolo QUI 

Nel mese di agosto ricorreva l’anniversario della nascita di Ray Bradbury, geniale e profondo cantore di un’America ormai scomparsa e autore del celeberrimo Fahrenheit 451, pietra miliare della fantascienza e fulgido esempio di quella che oggi chiamiamo narrativa distopica.

Per conoscere meglio questo grande scrittore, oltre al succitato Fahrenheit 451, noi proponiamo la lettura del classico L’estate incantata e del meno noto, ma inquietante, Il popolo dell’autunno, più volte citato da King come fonte d’ispirazione per il suo It.

 

Per il mese di agosto, la libreria LA CONFRATERNITA DELL’UVA di  Bologna ha scelto per i nostri lettori: L’estate che sciolse ogni cosa di Tiffany McDaniels (Atlantide Edizioni), un libro di una giovane autrice statunitense che ha già il respiro di un nuovo classico americano; Dal tuo terrazzo si vede casa mia di Elvis Malaj (Racconti Edizioni). Il nuovo corso della produzione letteraria italiana è lasciare che anche gli italiani di seconda generazione possano raccontarsi: in questo romanzo troverete una linfa, una rabbia e una vitalità inedita; La confraternita dell’uva di John Fante (Einaudi), un titolo che è anche un omaggio e una strizzatina d’occhio al nome della libreria!

Per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e delle letteratura venite a trovarci sul nostro sito ufficiale e scoprite ogni settimana i consigli letterari del nostro canale Youtube!

A presto e buone letture!

 

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Maschere e mascherine

Nell’epoca post Covid, a ridosso dei mesi di lockdown, la mascherina è diventata uno strumento  entrato prepotentemente nella vita quotidiana e nelle nuove forme di socialità con cui ci si è andati pian piano confrontando. Una società in cui, sin da subito, dapprima per fronteggiare l’emergenza della pandemia da Coronavirus, è stato imposto un distanziamento definito dal governo (quasi per un lapsus freudiano) di tipo “sociale”, laddove sarebbe stato più appropriato l’uso dell’aggettivo “fisico”.

Ma se di mascherine si continua a parlare, nell’ambito anche della divisione del pubblico tra detrattori e sostenitori, questo termine riporta, necessariamente, per metafora, alla mente il mondo teatrale. Anche se la distanza tra i due contesti e le motivazioni per cui si usano le mascherine per la prevenzione da Covid 19 e quelle teatrali parrebbe abissale  (e probabilmente lo è), il concetto di maschera rimanda a due elementi. Il primo è lo strumento che un individuo sceglie per far emergere un’identità diversa e separata dalla propria, il secondo è quel ruolo, anche sociale, che egli indossa e che, talvolta, viene ad oscurare e limitare la sua reale personalità individuale.

In fondo di fronte allo svilupparsi, in tutto il suo impeto, nella primavera appena trascorsa, della pandemia da Coronavirus, secondo me, sono cadute tante maschere dai volti delle persone e sono state indossate, al loro posto, tante mascherine. Nei mesi di lockdown e di sviluppo del massimo contagio, non era difficile, infatti, uscendo di casa per quelle poche essenziali azioni consentite ( la spesa alimentare, l’acquisto di farmaci o la visita ad un genitore o congiunto malato, il lavoro), imbattersi in volti dai cui occhi emergeva paura mista a smarrimento.

Chissà che cosa avrebbe scritto, durante o dopo questi mesi di lockdown, se fosse stato ancora vivo, Luigi Pirandello, uno dei più geniali scrittori italiani, che ha avuto l’intuizione di comprendere l’esistenza e comunicare, attraverso la sua opera, la presenza della “maschera” nell’uomo del Novecento. L’uomo pirandelliano accetta, infatti, la maschera che lui stesso si è imposto e con cui gli altri tendono ad identificarlo. Se nella poetica pirandelliana soltanto un tipo di individuo riesce a liberarsi dalla maschera, anzi, dalle maschere che il prossimo gli attribuisce, egli è  il ‘folle’.

In fondo proprio Pirandello ci insegna, in una delle sue opere più straordinarie, il romanzo intitolato “Uno, nessuno e centomila” che l’uomo, soltanto accettando di volta in volta tutte le maschere che è  costretto ad indossare, può riuscire a salvarsi ed evitare di cadere nella crisi dell’Io. Allora, non sarà poi così grande sacrificio accettare, nella società odierna, in questa epoca post Covid, di indossare una mascherina, a patto che questa non rappresenti un innalzamento di una barriera e di rifiuto dell’altro, ma sia un gesto di responsabilità etica e di salvaguardia verso se stessi e gli altri. Non ne risulterà compromessa propria personalità,  anche perché gli occhi, il vero specchio dell’anima, rimarranno sempre ben visibili e risalteranno ancora di più.

Mara Martellotta

Donne in rete Una carta di intenti contro il femminicidio

Il 4 e 5 settembre prossimi, su iniziativa dell’Associazione La Città delle Donne di Torino

in collaborazione con Maged ( MagistrateAvvocati Giuriste Europee Donne), diversi rappresentanti istituzionali dei Comuni di Vigarano Mainarda (Ferrara), di Torrile (Parma), di Castagnole Piemonte (Torino) ed altre realtà associative nazionali, sono state organizzate due giornate di incontri e dibattiti per attivare una rete di supporto di donne contro il femminicidio e far conoscere la Carta di intenti, promossa dall’Associazione contro questo terribile crimine,che sarà firmata nella Sala delle Colonne in Municipio, alla presenza dell’Assessore alle Politiche Sociali della Città, Marco Giusta.

Questo importante e meritevole progetto è nato nel novembre del 2019 tra Flavia Curti – Presidente di La Città delle Donne, e Lucia Panigalli di Vigarano Mainarda, scampatamiracolosamente ad un femminicidio. L’incontro nasce con la volontà di unire tante donne e realtà del Piemonte, dell’Emilia Romagna e di altre regioni d’Italia che svolgono attività a tutela del mondo femminile, contro la violenza di genere eda sostegno alle fasce più deboli, bambini e anziani. Qualche mese fa, Flavia Curti, promotrice dell’iniziativa, ha incontrato isostenitori dell’iniziativa ed il Sindaco di Vigarano Mainarda al fine di proporre la sottoscrizione della Carta d’Intenti anche ad altrestrutture istituzionali che intendono aderire ai principi di tutela delle figure deboli menzionate.

PROGRAMMA Presso Sala delle Colonne della Città di Torino

ore 12.20: Accoglienza da parte dell’Assessore alle Politiche Sociali Marco Giusta e del Vice Sindaco Sonia Schellino.

Firma della CARTA DI INTENTI presso “Sala delle Colonne” del Municipio di Torino.
ore 13.45: Incontro e saluto con l’Assessore Regionale per le Pari Opportunità Chiara Caucino presso Palazzo della Regione Piemonte in Piazza Castello.

Sabato 5 SETTEMBRE 2020

ore 10.00: Incontro con Donne imprenditrici provenienti dal continente Africano, Filippine, Brasile, Cina, Albania ed Ecuador con Autorità del Territorio (Hotel Diplomatic in Via Cernaia 42, Torino).

Maria La Barbera

 

 

8 settembre 1943, oggi una riflessione serena è possibile

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Anche quest’anno il Comune di Torino ha programmato una cerimonia al cimitero monumentale per l’anniversario dell’8 settembre 1943, quando l’ Italia del tutto impreparata si trovò a far fronte all’armistizio  annunciato dagli Alleati all’improvviso e firmato nei giorni precedenti a Cassibile. Ha senso storico celebrare quel giorno? Sorgono legittime perplessità

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In primis fu un giorno in cui lo Stato italiano sembrò essersi sgretolato insieme all’Esercito lasciato allo sbando.Segnò la rottura con la Germania nazista, non la morte della Patria,come è stato sostenuto in modo errato, ma certamente la sua eclissi. Non fu un  “tutti a casa“ come nel film di Alberto Sordi perché una parte dell’Esercito cercò di resistere e una parte di militari cercò di riprendere le armi nella guerra di liberazione.

Il governo Badoglio, pur in condizioni difficilissime che avrebbero comportato la possibilità di errori da parte di chiunque nel tentativo di far uscire l’ Italia dalla guerra a fianco di Hitler, non fu all’altezza del compito e neppure gli alti comandi militari lo furono. Forse solo il Maresciallo Enrico Caviglia sarebbe stato in grado di affrontare l’arduo compito. L’ episodio eroico di Cefalonia non fu in realtà un atto di Resistenza, ma fu un massacro di Italiani lasciati in balia di se’ stessi. Una parte di responsabilità fu degli Alleati che annunciarono intempestivamente l’armistizio, prendendo in contropiede le autorità italiane. Passare dall’alleanza con Hitler al versante opposto senza danni era impossibile, specie per un paese dove Mussolini era ancora visto come un mito da tanti italiani che non condivideranno  il  “tradimento“ dell’ alleato tedesco. Salvare capra e cavoli era impossibile, ma certamente dal 25 luglio all’ 8 settembre l’’ Italia non fu in grado di prepararsi all’Armistizio in modo adeguato. Il governo non seppe fronteggiare un compito arduo,ma ineludibile, quello di contenere l’invasione dell’esercito tedesco in Italia. Forse non era possibile farlo, ma non fu seriamente tentato. Così ci fu la fuga di Pescara del Governo  e del Re, un altro episodio molto controverso. Il modo in cui avvenne la fuga non fu certamente eroico e forse il Re si giocò la Corona,  trasferendosi in territorio italiano non ancora occupato, preservando Roma dalla sua distruzione come avverrà a Montecassino. Ma quel trasferimento inglorioso avvenuto alla chetichella come era inevitabile, salvò l’ Italia, il re che aveva salvato l’ Italia a Peschiera nel 1917 durante la Grande Guerra, salvò un’altra volta l’ Italia a Pescara, trasferendo il governo e salvando la continuità dello Stato. Un atto eroico di  resistenza forse avrebbe salvato la Corona, ma avrebbe impedito allo Stato italiano di riaversi dopo il tracollo ,ricostituendo il suo esercito. L’8 settembre non è una data esemplare da celebrare perché l’ Italia in guerra, anche in quella maledetta guerra, fu migliore di quella che apparve quel giorno di settembre, considerato simbolicamente come il giorno della resa. E’ una data da cui partire per una serena riflessione storica che a 77 anni di distanza è possibile. Dopo quella data, la guerra non ebbe termine ma riprese con italiani schierati dalla parte del Regno del Sud (su cui scrisse pagine importanti e dimenticate  Agostino degli Espinosa) e dalla parte di Mussolini alleato della Germania, quando il duce creò la Repubblica Sociale: fu la Resistenza, ma anche la guerra civile che lasciarono  tracce indelebili nella storia italiana successiva.

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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Forza Italia: “Impegno per il tribunale dei brevetti”

Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, parlamentari piemontesi di Forza Italia intervengono Sulla candidatura di Torino per ospitare la sede del Trinunale europeo dei brevetti

”E’ scritta nella sua storia. Per questa ragione non esitiamo a riconoscerci nella richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’assessore Sacco. Al di là delle ovvie distinzioni politiche, non possiamo non condividere la legittimità di una candidatura come quella di Torino, città dove è stata fondata l’Accademia delle Scienze e dove è stata inaugurata la prima sede dell’Ufficio italiano brevetti e marchi. Senza trascurare il fatto che a Torino hanno la loro sede i più importanti studi legali specializzati in proprietà intellettuale.”