ilTorinese

Eventi sportivi a impatto zero

Una partnership su ricerca, innovazione e formazione per migliorare l’impatto ambientale dei grandi eventi sportivi. Tra gli obiettivi, la definizione di un “certificato verde” da assegnare per il rispetto degli standard, e un approccio innovativo dell’architettura degli eventi al servizio della sostenibilità ambientale, grazie alla collaborazione di AWE Group con lo studio Camerana & Partners.

 

Fare ricerca e progettare eventi sportivi di grande richiamo che rispettino standard di sostenibilità energetica e riciclabilità: è questo l’obiettivo dell’accordo siglato  tra il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco e Romy Gai, legale rappresentante di AWE International Group PLC.

L’accordo quinquennale è volto a creare i presupposti per lo sviluppo di attività congiunte di ricerca, innovazione e formazione nell’ambito dell’organizzazione di eventi sportivi di rilevanza mondiale e della consulenza nell’industria sportiva con un approccio rivolto ai principi della sostenibilità energetica e dell’economia circolare – quali basso consumo di energia e acqua, basse emissioni di CO2, integrazione di fonti energetiche rinnovabili, riciclabilità dei materiali – presupposti che non possono più essere trascurati a livello mondiale e su cui l’Ateneo torinese ha un prezioso know how da mettere a disposizione del network della società inglese.

Obiettivi ambiziosi, per il raggiungimento dei quali AWE potrà contare sul supporto dello studio di architettura Benedetto Camerana (Camerana&Partners), con il quale ha firmato contestualmente un accordo di collaborazione.

La filosofia di Benedetto Camerana, autore in ambito sport del Musei Juventus, Alfa Romeo, Ferrari, del celebre arco Olimpico di Torino, e a breve per l’Italia dei grandi centri sportivi GoFit, è perfettamente coerente: per lui ed il suo team infatti la ricerca progettuale è diretta fin dalle prime esperienze all’innovazione tecnica e formale attraverso la costante attuazione di un concreto impegno ambientale, con l’utilizzo anche sperimentale di tecnologie innovative e sistemi naturali di risparmio di energia, e l’integrazione di essi e dell’elemento naturale nel progetto.

AWE, protagonista della sport industry a livello internazionale, potrà inoltre offrire occasioni di scambio e tirocinio per completare percorsi di alta formazione e opportunità uniche di esperienze sul campo che rappresentano un valore aggiunto insostituibile nel curriculum degli studenti dell’Ateneo torinese.

Con questi presupposti, a cui potranno seguire altri ambiti di azione più specifici, verranno quindi create le basi per la formazione di nuove professionalità, sempre più richieste nel settore degli eventi e della consulenza, e verrà sperimentata l’applicazione di nuovi criteri nella progettazione delle strutture destinate all’accoglienza di spettatori  numericamente importanti, nella creazione di eventi che nei trasporti e negli approvvigionamenti di merci e servizi rispettino un impatto zero, nella definizione di parametri per la creazione di un riconoscimento formale – “greenness certificate” – per gli eventi che rispettino standard di efficienza energetica e basse emissioni di CO2.

Commenta il Rettore Guido Saracco: “Questa collaborazione va nella direzione intrapresa dal Politecnico di Torino di formare nuove professionalità in grado di coniugare la ricerca e il trasferimento tecnologico con il rispetto dell’ambiente e della sostenibilità in settori anche distanti da quello produttivo, come quello degli eventi. Avremo la possibilità di contribuire così alla crescita e all’evoluzione di settori quali lo sport e i grandi eventi che sono già oggetto delle nostre ricerche e costituiscono un aspetto fondamentale per la crescita e il benessere della società”.

Dichiara Romy Gai “ll progetto nasce con la visione di lasciare un’impronta sociale positiva nella sport industry attraverso la ricerca della sostenibilità. Oggi parliamo di sostenibilità ambientale: ad essa va unita quella economica e sociale, strettamente collegate e sinergiche, e fondamentali per il futuro del sistema stesso. È nostra responsabilità prenderne consapevolezza, e agire in questa direzione. Quello che è accaduto negli ultimi mesi ha cambiato i paradigmi ed accelerato la necessità di un approccio sostenibile anche per i grandi eventi sportivi.”

 

Conclude Benedetto Camerana “Nel 1993 ho avviato Eden. L’architettura nel paesaggio, rivista nata per indagare le relazioni tra città, costruzione, paesaggio e natura. Una cultura pioneristica della sostenibilità, culminata nel mio primo progetto del 1997, il centro di ricerca Environment Park, a Torino, dedicato alle tecnologie ambientali, dove usavamo solo fonti di energia rinnovabili. All’epoca ci guardavano come degli iniziati, oggi invece i principi della sostenibilità energetica e ambientale sono una condizione irrinunciabile della trasformazione del territorio, nel quadro della green economy globale. La collaborazione con AWE è un segnale evidente della capacità torinese di anticipare i tempi”.

 

Alla ricerca delle farfalle nel parco

Orti Generali, attività scientifica per tutti e gratuita  in collaborazione con l’Università di Torino,  completa la vasta offerta di eventi a settembre 

 

Dopo aver inaugurato il chiosco a luglio, il progetto Orti Generali di orticoltura urbana, aggregazione e inclusione sociale a Mirafiori Sud, propone nuovi eventi e attività per tutti.

Sabato 12 settembre dalle ore 15 alle ore 17 le biologhe Francesca Martelli e Federica Paradiso di Farfalle in ToUr, insieme a studiosi e ricercatori dell’Università di Torino, guideranno i tour nel parco ALLA RICERCA DELLE FARFALLE, con retini e guide per il riconoscimento degli impollinatori più diffusi in città.

Il Parco Piemonte, dove si trovano i 160 orti di Orti Generali e la city farm con animali da fattoria e l’apiario, è parte ormai da tre anni del progetto Europeo del Butterfly Monitoring Scheme (BMS, per saperne di più https://butterfly-monitoring.net/it). Una rete di monitoraggio delle farfalle che coinvolge già moltissimi volontari nella conservazione di questi bellissimi insetti.

Per chi ama le passeggiate all’aria aperta è possibile diventare Cittadino Scienziato / Citizen Science contando le farfalle che vivono vicino a casa.

Venerdì 18 settembre alle ore 19 al chiosco di Orti Generali, l’aperitivo divulgativo del venerdì sarà dedicato proprio a informare su come partecipare alla ricerca scientifica, sempre insieme alle due biologhe, Francesca Martelli e Federica Paradiso di Farfalle in ToUr.

Nel frattempo sabato 12 settembre dalle ore 15 con ALLA RICERCA DELLE FARFALLE sarà possibile, per adulti e bambini, fare esperienza pratica per sperimentare i metodi di monitoraggio utilizzati dai ricercatori ed essere parte della community europea del BMS.

Questa attività è gratuita grazie al sostegno di FONDAZIONE CRT.

Per iscriversi ALLA RICERCA DELLE FARFALLE è necessario inviare una mail con nome, cognome e numero di telefono a corsi@ortigenerali.it o chiamare il numero 3331720202 (Matteo).

Tutte le attività di settembre a Orti Generali, gli aperitivi divulgativi del venerdì sera, yoga in fattoria il sabato mattina, pomeriggio nel parco per i bambini il sabato pomeriggio, aperitivi com il produttore il sabato sera, corsi e presentazioni la domenica, si possono scoprire a questo link https://www.ortigenerali.it/corsi-e-attivita/, su Facebook e su Instagram @OrtiGenerali.

Si veste da prete per derubare gli anziani

Torino, truffe e rapine ad anziani, un finto sacerdote e un rapinatore seriale arrestati dai carabinieri

I Carabinieri del Comando Provinciale di Torino nell’ambito dei servizi di controllo del territorio intensificati a tutela delle fasce più deboli, primi tra tutti gli anziani, hanno arrestato nelle ultime 48 ore un finto prete truffatore ed uno scippatore seriale.
Il primo, un 47enne , si è presentato alla porta dell’abitazione di una coppia di anziani di Moncalieri, nell’hinterland torinese e fingendosi sacerdote ha chiesto di poter benedire la casa. È così riuscito a raggirare i due, entrando nell’appartamento e girando indisturbato nelle stanze, per poi riuscire a trafugare 700 euro in contanti, corrispondente alla pensione del mese, custodita in un portafoglio appoggiato sul comodino della camera da letto. L’uomo, dopo aver salutato la coppia con il segno della croce, è andato via velocemente, insospettendo fortunatamente alcuni condomini che hanno subito allertato i militari dell’Arma. L’immediato intervento di una gazzella del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Moncalieri ha consentito di rintracciare e arrestare il truffatore all’uscita di una vicina tabaccheria, dove il predetto aveva già giocato alle slot machine parte dei soldi appena rubati. I Carabinieri sono comunque riusciti a recuperare e restituire alle povere ed incredule vittime 570 euro.
A Nichelino, i militari della locale Tenenza carabinieri hanno arrestato un 44enne per rapina aggravata, da poco consumata nei giardinetti di via Trento ai danni di un’anziana di 82 anni. Il malvivente dopo aver tentato invano di scippare alla donna la borsa dalle mani, le ha poi strappato con forza una collanina dal collo, colpendola violentemente con un pugno in pieno volto. Una pattuglia in transito nella zona ha però bloccato il fuggitivo, recuperando la refurtiva, poi restituita alla signora al pronto soccorso dell’ospedale di Moncalieri, dove è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari per un trauma nasale, con una prognosi di 10 giorni. Le successive indagini hanno inoltre permesso di contestare all’arrestato altri due tentativi di furto con strappo, commessi nella stessa mattinata, ai danni di una 76enne e una 73enne, entrambe di Nichelino.

Madonnari nel cuore

Sarà presentato sabato 12 settembre alle ore 19 nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie il volume Madonnari nel cuore.

Ex voto 2020, a cura di Paola Artoni e Paolo Bertelli, edito nella collana «Esercizi d’Arte» da Universitas Studiorum di Mantova. Durante i mesi più duri della pandemia e nella fase più buia del lockdown gli storici dell’arte Paola Artoni e Paolo Bertelli, da anni studiosi del santuario della Beata Vergine delle Grazie presso Curtatone, hanno ideato e curato un progetto condiviso con il rettore del santuario e con la diocesi di Mantova, in primis il Vescovo monsignor Marco Busca.

Nel 1399 questo santuario venne rifondato da Francesco I Gonzaga come supplica
alla Madonna per la fine della peste e, allo stesso modo, oggi l’arte invoca la fine
della pandemia e diventa preghiera per i morti, i malati e i guariti. Il progetto,
voluto e sostenuto dall’amministrazione comunale di Curtatone, ha visto la
direzione artistica di Mariano Bottoli, Maestro madonnaro protagonista da oltre
quarant’anni dell’Incontro di Grazie. A lui il compito di ideare un polittico, alto 9 e
largo 7,50 metri, composto da 12 tele che riecheggiano la struttura dell’impalcato
ligneo che si trova alle pareti della basilica, e di selezionare gli undici colleghi, tra
i migliori artisti madonnari del panorama internazionale, che si sono occupati di
altrettanti scomparti del polittico. Sono: Victor Boni, Vera Bugatti, Mariangela
Cappa, Liliana Confortini, Fabio Maria Fedele, Gabriele Ferrari, Ketty
Grossi, Simona Lanfredi Sofia, Tiberio Mazzocchi, Anna Salvaterra,
Valentina Sforzini. Ne è nata un’opera che, per certi versi, evoca il modus
operandi del “Giudizio Universale” realizzato a più mani dai madonnari nel 1991
per accogliere papa San Giovanni Paolo II a Grazie, durante la sua visita in terra
mantovana. Il programma iconografico è un continuo rimando alla storia del
santuario: al vertice si trova l’Assunta, poi vi sono la basilica, l’icona della Beata
Vergine qui venerata e la posa della prima pietra della chiesa; quindi i santi della
peste San Rocco e San Sebastiano e i santi legati a Grazie: San Bernardino che
qui predicò esattamente sei secoli fa, San Pio X che amò questo luogo al tempo
del suo vescovato a Mantova e lo stesso papa San Giovanni Paolo II. A
rappresentanza dei madonnari è stato scelto Toto de Angelis in arte Straccetto,
indimenticabile e carismatico artista scomparso qualche anno fa.

Il volume, pubblicato in italiano e in inglese, documenta con il reportage
fotografico di Marina Tomasi l’elaborazione delle singole tele alla loro distesa sul
pavimento nella navata deserta del Santuario, dalla benedizione delle opere e
degli autori da parte del rettore all’allestimento del grande polittico nella
Sagrestia del Santuario. Dopo i saluti istituzionali di Comune, Diocesi, Rettorato e
dello sponsor Rotary Andes Virgilio Curtatone, seguono i testi critici, oltre che dei
curatori Paola Artoni e Paolo Bertelli, di mons. Marco Busca, vescovo di Mantova;
dell’arch. Don Stefano Savoia, direttore del settore Beni Culturali della Diocesi;
di Peter Assmann, già direttore del Complesso museale Palazzo Ducale di
Mantova e attualmente direttore dei Musei del Tirolo di Innsbruck.

Coronavirus: 57 nuovi casi, invariate le terapie intensive

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 15:30

27.092 PAZIENTI GUARITI E 373 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 27.092 (+30 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3388 (+5) Alessandria, 1615 (+1) Asti, 850 (+1) Biella, 2599 (+1) Cuneo, 2.424 (+2) Novara, 13.871 (+17) Torino, 1171 (+1) Vercelli, 991 (+2) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 183 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 373 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI RIMANGONO 4153

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione.

Il totale rimane quindi di 4153 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 399 Cuneo, 374 Novara, 1838 Torino, 224 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 33.578 (+ 57 casi rispetto a ieri, di cui 48 asintomatici. Dei 57 casi, 23 screening, 28 contatti di caso, 6 con indagine in corso. I casi importati sono 15 su 57) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4234 Alessandria, 1927 Asti, 1092 Biella, 3220 Cuneo, 3101 Novara, 16.721 Torino, 1602 Vercelli, 1199 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 287 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 195 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 (invariato rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 102 (– 8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1849

I tamponi diagnostici finora processati sono 631.085, di cui 353.415 risultati negativi

Un grazie ai Vigili del fuoco volontari

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia ringrazia i Vigili del Fuoco volontari per il loro quotidiano impegno: “Grazie a voi il Piemonte sarà sempre una terra sicura e protetta”

“I Vigili del Fuoco Volontari sono per tutti noi un esempio e rappresentano uno dei pilastri sui quali si fonda e si costruisce il senso stesso di essere Comunità. Mi attiverò personalmente affinché la vostra preziosa attività possa essere svolta con mezzi adeguati e in massima sicurezza. Un plauso per il vostro quotidiano impegno al servizio della collettività con la consapevolezza che grazie a voi il Piemonte sarà sempre una terra sicura e protetta”.

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale del Piemonte ha voluto testimoniare il suo apprezzamento verso l’Associazione nazionale Vigili del Fuoco Volontari del Piemonte che nelle settimane scorse ha chiesto un incontro con la Regione attraverso il suo presidente Mirko Decaroli.

A tal proposito, il presidente dell’Assemblea legislativa del Piemonte ha già inviato una richiesta formale al presidente Cirio, nella certezza che il governatore si renderà disponibile a un incontro con i rappresentanti dei Vigili del fuoco volontari, “visto che nutre la mia stessa ammirazione nei loro confronti”. “Da parte nostra possiamo già annunciare la disponibilità per un incontro a Palazzo Lascaris con me e con i Consiglieri regionali”, ha concluso Allasia.

La Giusta misura, workshop itineranti alla Gam

La giusta misura: RIPETIZIONI 

Workshop a cura di Chiara Camoni e Cecilia Canziani.  

con una Lecture di Gian Antonio Gilli 

 

Sabato 12 e domenica 13 settembre 2020 

GAM Torino 

 


La GAM accoglie nei propri spazi il quarto appuntamento del progetto itinerante di seminari e workshop dal titolo La giusta misura, nato dal dialogo tra Chiara Camoni e Cecilia Canziani e basato sulla condivisione del fare e del pensare come pratica artistica. 

 

Il seminario di settembre alla GAM si intitola Ripetizioni e si articola nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 settembre con un laboratorio di stampe vegetali su seta, letture collettive sull’idea di gesto e ritmo, e con una lecture di Gian Antonio Gilli sulla Morfologia della ripetizione: 

In una nota opera, il filosofo Søren Kierkegard affermava che la ripetizione avrebbe potuto diventare una categoria centrale del pensiero moderno. Numerose esperienze, in campi diversi della vita umana, evocano la ripetizione: alcune, in effetti, sembrano assegnarle grandi compiti, altre mettono persino in dubbio che sia possibile”. 

 

Ripetizioni si svolge nell’arco dei due giorni: il sabato l’incontro prevede una passeggiata per raccogliere le erbe, letture scelte attorno l’idea di gesto e ripetizione che saranno commentate in gruppo, la lectio di Gian Antonio Gilli e il lavoro di stampa su seta. La domenica mattina proseguiranno le letture e si apriranno le stampe vegetali. 

 

Il progetto La giusta misura è stato avviato da Murate Art District, Firenze, ed è proseguito con una residenza presso la Società delle Api, Grasse, un workshop presso il Museo Carlo Zauli a Faenza e una lettura/performance nell’ambito della mostra About this and that. The self and the other. Like everything. a Mostyn Contemporary ArtGallery (UK). 

 

PARTECIPAZIONE GRATUITA

Numero limitato di partecipanti solo su prenotazione. 

Info e prenotazioni: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it  

 

Programma del Workshop

 

Sabato 12 settembre
Ore 10:30 Ritrovo all’esterno del bar Angeli del caffè, Lungo Dora Pietro Colletta 131, Torino
Dalle 10:30 alle 12:30 passeggiata nel Parco Colletta con raccolta erbe in prossimità della zona di confluenza tra la Dora e il Po.
Pranzo libero
Ore 14:30 ritrovo in GAM
Dalle ore 14:40 alle 16:00 lecture di Gian Antonio Gilli sul tema “Morfologia della ripetizione”
Dalle ore 16:00 alle 18:00 realizzazione delle stampe vegetali su seta  

 

Domenica 13 settembre
Dalle ore 10:30 alle 12:30 in GAM
letture scelte sul tema della ripetizione, del gesto e del ritmo
apertura delle stampe vegetali 

Per non dimenticare l’11 settembre

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani in occasione del 19° Anniversario dell’attacco delle Torri Gemelle intende ricordare il più grande attentato terroristico della storia contemporanea in cui persero la vita quasi 3 mila persone.

In quella nefasta mattina dell’11 settembre del 2001 diciannove terroristi di Al-Quaeda presero il comando di quattro aerei di linea e due di questi si schiantarono contro le Torri Gemelle del World Trade Center, a New York, causandone il successivo crollo. L’attacco ordinato da Osama Bin-Laden, leader dell’organizzazione terroristica di matrice islamica Al-Quaeda, oltre a determinare la morte di persone innocenti, causò un impatto drammatico nella storia e nella vita di tutti.

L’America si fermò e si fermò il mondo intero. Le immagini di morte fecero il giro del mondo e consegnarono ai cittadini dell’intero pianeta un dolore senza fine, la scoperta della propria debolezza e il pensiero terribile di costante vulnerabilità. Il Terrorismo più crudele e sanguinario fece il suo ingresso nel terzo millennio e dimostrò ai Paesi occidentali che nessuno era al riparo dalle Leggi violenti di Al-Quaeda e che tutti, uomini e città, potevano diventare macerie come quelle che avevano prodotto le morti nel cuore di New York.
In quei giorni di dolore tutti eravamo americani, tutti eravamo uniti contro le guerre ingiuste di un Terrorismo letale capace ormai di trascinare il mondo verso la fine. Nel 2004, infatti, Bin Laden, che inizialmente aveva negato ogni tipo di coinvolgimento, si dichiarò responsabile degli eventi dell’11 settembre. L’organizzazione terroristica islamica citò con forza come moventi il supporto statunitense ad Israele, la presenza di truppe statunitensi in Arabia Saudita e le sanzioni contro l’Iraq. La reazione degli americani non si fece attendere: nove giorni dopo il presidente Bush proclamò War on Terror, la guerra al Terrorismo per difendere gli Stati Uniti contro le minacce terroristiche di Al-Quaeda e le organizzazioni ad essa affiliate. Missioni e interventi militari per la lotta globale al Terrorismo inaugurarono un Duemila che sperava e sognava altri scenari politici e umani.

Intanto a New York erano ben visibili i segni del violento e inaspettato attacco. Fu davvero difficile rimediare ai danni materiali dell’attentato: la distruzione del World Trade Center danneggiò l’economia ed ebbe un forte impatto sui mercati globali, inoltre la rimozione dei detriti delle torri crollate fu completata solo nel maggio 2002. Quello che fu certamente impossibile fu la restaurazione delle anime lacerate delle tante famiglie che in quella orribile tragedia avevano perso i loro cari. Si pensò subito di erigere un Memoriale, il National September 11 Memorial & Museum, in onore delle vittime sui luoghi dove sorgeva il complesso del World Trade Center. Ma nessuna commemorazione, nessuna targhetta di rimembranza, nessun museo della memoria rimosse mai, neppure in piccola parte, le macerie umane dai tanti, troppi cuori in lutto. E poi, tutti iniziarono a fare i conti con la paura, si era pervasi dal terrore di un nemico invisibile che in qualsiasi momento può colpire e uccidere. Mancava ormai quel senso di protezione con il quale la bandiera a stelle e strisce aveva sempre cullato e accarezzato i suoi figli. Gli Stati Uniti avevano scoperto la propria fragilità.

L’attentato suscitò stati d’animo privi di serenità come ricordò l’allora presidente degli stati Uniti George W. Bush. “Il 12 settembre la gente dopo essersi ripresa dallo shock iniziale, ha capito che quella che stavamo affrontando era una guerra diversa. Era una nuova realtà. Una delle cose che sono cambiate dopo l’11/9 è la convinzione di essere un Paese protetto dagli oceani. In passato i conflitti erano avvenuti in luoghi remoti e noi ci sentivamo decisamente al sicuro. La gente aveva paura di andare al lavoro, di uscire di casa. Le compagnie aeree erano bloccate e le banche chiuse. La nostra società sotto certi aspetti era ferma.”

Sono passati 19 anni dall’attentato, ma le Torri Gemelle di New York che crollano -l’immagine simbolo dell’11 settembre- restano indelebile nei nostri occhi. L’attacco terroristico agli Usa è un evento che è entrato nella memoria collettiva dell’intera umanità e nei libri di storia, è un evento che ha cambiato non solo le relazioni internazionali, la geopolitica e la politica estera, ma anche le vite di ciascuno, il modo di guardare gli altri, di concepire la convivenza tra i popoli. L’11 settembre ha anche accresciuto la paura del Terrorismo e ha spinto i popoli ad unirsi finalmente in una comune lotta per debellarlo a livello planetario.

Il CNDDU, in occasione di una giornata così importante per il mondo intero, intende sottolineare ancora una volta la necessità di portare avanti una linea politica comune, costante ed efficace affinché il Terrorismo, cancro della società, possa essere individuato e debellato. E per fare in modo che ciò accada bisogna tagliare i canali che finanziano Al Quaeda. Il rapporto Terrorist Financing ha posto l’accento su tutti i finanziamenti di siti web, banche e istituzioni finanziarie che rimpinguano le tasche già piene del Terrorismo.

Per il CNDDU ora più di prima bisogna trovare forme di governance internazionale capaci di promuovere il bene comune globale, superando gli egoismi nazionali che permettono solo alle organizzazioni terroristiche di proliferare indisturbate.

Prof.ssa Rosa Manco
CNDDU

Presidente Cirio, a che pro?

FRECCIATE Ai tempi del fascismo c’era più attenzione alla cura del corpo e alla ginnastica, secondo il Presidente Alberto Cirio. Possiamo anche essere d’accordo ma non ne capiamo l’attualità e tanto meno l’utilità di questa considerazione. Siamo nel 2020 ed i piemontesi amano numerosissimi  praticare lo sport delle diverse discipline. Resta il dubbio che sia incorso in un luogo comune che rende felici i nostalgici degli esercizi fisici del ventennio. Ma a che pro?

L’arciere

Cile, quarantasette anni dopo

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C’è un altro 11 settembre oltre a quello delle “torri gemelle” del World Trade Center di New York, e non va dimenticato: quello del 1973.   A Santiago del Cile, quel giorno, con un colpo di Stato, le forze armate guidate da Augusto Pinochet rovesciarono il governo di Unidad Popular del socialista Salvador Allende, che morì durante l’assedio al palazzo presidenziale della Moneda. Le sue ultime parole, attraverso Radio Magallanes, furono per i lavoratori cileni: “Ho fiducia nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno il momento grigio ed amaro in cui il tradimento vuole imporsi. Andate avanti sapendo che, molto presto, si apriranno grandi viali attraverso cui passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile, viva il popolo, viva i lavoratori!”. La giunta militare instaurò un regime dittatoriale che restò al potere per 17 anni. Il regime di Pinochet lasciò una dolorosa traccia di sangue con omicidi e deportazioni di massa: circa diecimila cileni torturati, moltissimi “desaparecidos”, centinaia di migliaia di persone costrette all’esilio. La distruzione delle istituzioni democratiche fu veloce e capillare. A tutto si sostituì il dominio militare. Quegli avvenimenti, come la storia si incaricherà di dimostrare, non lasciarono estranei gli Stati Uniti. Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare mentre un Paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo. La questione è troppo importante perché gli elettori cileni possano essere lasciati a decidere da soli”, ammise senza giri di parole Henry Kissinger, il potentissimo segretario di stato americano dell’era di Richard Nixon. L’appoggio americano ai golpisti rientrava in una più vasta strategia di contrasto– denominata operazione Condor -verso quei paesi sudamericani indirizzati ad una “deriva marxista”: Argentina, Bolivia, Brasile, Paraguay, Perù, Uruguay e, appunto, Cile. Gli avvenimenti cileni del settembre ’73, con la loro scia di sangue e terrore, ebbero una vasta eco in tutto il mondo e particolarmente in Italia. L’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ben sapendo quanto fosse diverso il Cile dall’Italia, ne trasse comunque spunti e suggestioni per un discorso di più ampia portata che portò all’elaborazione della teoria del “compromesso storico”. In un lungo saggio dal titolo “Riflessioni sull’Italia dopo i fatti del Cile (pubblicato in tre parti su Rinascita, il settimanale del Pci, il 28 settembre e poi il 5 e 12 ottobre 1973) , Berlinguer tratteggiò la strada che doveva portare all’intesa tra le tre componenti della storia popolare e sociale del Paese: la cattolica, la socialista e quella comunista. Un progetto che finì, qualche anno dopo, con il rapimento e la morte di Aldo Moro. Dunque, sono passati quarantasei anni esatti da quella che è stata, per la mia generazione, una ferita aperta. Siamo cresciuti in quegli anni ascoltando e cantando i motivi della Nueva Canción chilena, il movimento culturale e artistico che sostenne con forza il governo di Salvador Allende, allorché nel 1970 venne eletto presidente del Cile. Víctor Jara (dopo averlo ucciso allo stadio di Santiago, i militari cileni non solo proibirono la vendita dei suoi dischi, ma ordinarono la distruzione delle matrici), Violeta Parra, i Quilapayún, gli Inti-illimani sono stati i simboli della musica sudamericana di quel periodo. Così come le poesie di Pablo Neruda (che morì due settimane dopo il golpe), i testi e le melodie della musica andina hanno lasciato un segno profondo. L’attualità del loro messaggio resta inalterata. Sebbene la musica non cambi la storia, un verso, una frase, può lasciare un segno profondo nel cuore di tutti, aiutando in questo caso a non dimenticare quell’11 settembre del 1973 e l’esempio di Salvador Allende.

Marco Travaglini