ilTorinese

Otto in attesa del parrucchiere. Locale chiuso, sanzionati i clienti

Nei giorni scorsi gli agenti del commissariato Barriera Milano hanno svolto un servizio di controllo del territorio volto alla verifica del rispetto delle prescrizioni imposte dal DPCM in vigore, per contenere la diffusione da contagio covid19.

Intorno alle 18 viene controllato un negozio di parrucchiere in via Palestrina.

Al suo interno i poliziotti trovano otto avventori, in attesa di accedere di essere serviti, privi di alcun distanziamento sociale.

Ai presenti è stata elevata una sanzione di 400 euro per mancato rispetto delle misure di contenimento mentre il locale è stato chiuso per 5 giorni.

Chieri e la “stanza degli abbracci”

Riceviamo e pubblichiamo / Io e il Consigliere Comunale Tommaso Varaldo ci siamo stupiti di leggere oggi on line che il Sindaco Sicchiero ha avuto l’idea di istituire nelle case di riposo locali una “stanza degli abbracci”.

Curioso, perché proprio questa mattina avevamo inviato e protocollato una mozione da discutere nel prossimo Consiglio Comunale del 26 novembre 2020, con oggetto proprio l’istituzione delle suddette stanze nelle Rsa di Chieri. Pensiamo, quindi, si sia trattato di un incredibile caso di telepatia e di lettura del pensiero, il fatto che il Sindaco abbia avuto la stessa nostra idea, contemporaneamente al deposito della nostra mozione. L’importante per noi è, soprattutto, che queste stanze vengano istituite e ne trovino giovamento i nostri concittadini più fragili, esposti alla solitudine ed alla malattia. Gli anziani hanno bisogno dopo mesi di isolamento di tornare a riabbracciare, in sicurezza, i loro cari. Sicchiero dice che farà appello alla Regione, noi ci aspettavamo un’azione più diretta: che proceda subito l’Amministrazione. Ho contattato personalmente un’azienda che si occupa di questi allestimenti, i costi variano dai 1.800 ai 2.000 euro cadauno. Una cifra decisamente sostenibile se si pensa che sarebbe investita per la Salute ed il benessere psicofisico dei chieresi più bisognosi. Visto la singolare contemporaneità speriamo che si replichi in futuro e che il Sindaco possa ancora proporre iniziative della minoranza al posto di cassarle a priori come è successo fino ad ora. Come sempre, cogliamo l’occasione per ribadire la nostra disponibilità a collaborare per il progetto e ne caldeggiamo la realizzazione senza attendere l’intervento regionale, vista l’urgenza e l’importanza dell’iniziativa.

Rachele Sacco – Consigliere comunale di Chieri (Progetto per Chieri – Salviamo l’Ospedale insieme)

Vinovo, otto corse a porte chiuse

A porte chiuse fino a nuovo ordine, ma l’attività dell’Ippodromo di Vinovo continua e sarà così anche per il mese prossimo, in attesa dei calendari 2021.

 

Da qui a fine anno, l’impianto torinese aprirà sempre il sabato, come sarà la prossima settimana e poi ancora il 5, 12, 19 e 26 dicembre.

L’appuntamento, il 21 novembre, è relativamente presto: il Premio Toronto, miglio per 4 anni, scatterà alle 13.35 seguito da altre sette corse. Al centro del programma il Premio Montreal, altro miglio ma per indigeni dai 5 anni in su: peso del pronostico sui solidi garretti di Zar Ross, allenato e interpretato da Andrea Guzzinati, che raramente sbaglia la programmazione dei suoi allievi e contro favorito Zorro Code, della famiglia Colombino questa volta nelle mani di Walter Lagorio. Attesa per l’ospite, Zenny Op, con Luca Schettino, una cavalla con un finale importante che potrebbe anche stupire.

Da circoletto rosso anche il Premio Canada, riservato ai puledri. Pronostico favorevole a Chloe Bar, allieva di Marco Smorgon, e otto soggetti al via.

La Regione pronta a fare causa per il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali


Intanto il Piemonte si candida con il distretto del freddo di Casale Monferrato a essere capofila nella distribuzione e conservazione dei vaccini Covid-19

Non siamo disposti a tollerare inadempienze contrattuali quando è in gioco la salute dei cittadini e ricorreremo a tutti gli strumenti legali a nostra disposizione per garantire a coloro che ne hanno diritto il vaccino contro l’influenza”: non usa mezzi termini il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, di fronte alle difficoltà rappresentate in queste ore dalla Sanofi, vincitrice della gara regionale per la fornitura di 1 milione e 320 mila dosi di vaccino antinfluenzale, di riuscire a garantire la puntualità delle consegne dell’antidoto.

“A maggio – continua il presidente nel corso di una conferenza stampa indetta per fare il punto sulla questione – l’Assessorato alla Sanità ha sottoscritto un contratto che ci assicurava un numero di dosi capace di garantire l’immunizzazione, considerata ottimale dal ministero della Salute, di oltre il 94% della popolazione a rischio. Finora, però, ci sono state consegnate solo 900 mila dosi e senza rispettare il cronoprogramma delle forniture, creando situazioni di tensioni tra farmacisti, medici e pazienti, mentre la responsabilità è solo della ditta che non sta mantenendo gli impegni assunti”.

L’assessore alla sanità, Luigi Genesio Icardi, ha evidenziato che: “Nonostante le difficoltà, in 3 settimane di campagna sono state comunque già vaccinate in Piemonte oltre 613.000 persone, un numero vicino ai soggetti vaccinati in tutto il 2019 che sono stati 700.000. Sanofi ci ha comunicato oggi l’estrema difficoltà a consegnarci le 400.000 dosi restanti e, pertanto, non vedo altra strada che agire per via legale richiedendo l’adempimento degli impegni contrattuali che l’azienda aveva assunto a maggio con la Regione”.

La questione è stata posta all’attenzione del coordinatore dell’area giuridico-amministrativa dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, che ha individuato diverse strade da percorrere: “Oltre alla diffida, c’è la possibilità dell’acquisto in danno: la Regione si rivolge ad un’altra ditta per l’acquisto e i costi, anche se superiori, se li accolla la Sanofi. Ma data la penuria di vaccini sul mercato internazionale, potrebbe essere difficile trovare un’azienda presso cui comperare le dosi mancanti. C’è poi l’azione civile di risarcimento danni e quella penale, la più immediata, perché ci troviamo di fronte a un reato previsto dall’articolo 355 del codice penale, che punisce gli inadempimenti di contratti di pubbliche forniture”.

“Il ritardo nella consegna dei vaccini antinfluenzali non è responsabilità né dei medici di famiglia, né delle farmacie e tantomeno della Regione Piemonte – ha sottolineato Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte -. Siamo perfettamente consapevoli della criticità della situazione e, per questo, siamo disponibili, anche a mettere nuovamente a disposizione della Regione Piemonte, come ci è stato richiesto, le 16.000 dosi di vaccino che ci erano state destinate straordinariamente, in base all’accordo Stato-Regioni, per la vendita in farmacia sul libero mercato a soggetti non a rischio, affinché possano essere garantite in questo momento alle fasce più a rischio della popolazione che devono essere vaccinate dal servizio sanitario pubblico”.

L’importanza invece di non farsi prendere dall’ansia, essendoci ancora ampio margine di tempo per essere vaccinati con efficacia è stata sottolineata dal prof. Giovanni Di Perri, infettivologo e responsabile Malattie infettive dell’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino: “Manca più di un mese prima di arrivare al picco influenzale e il vaccino inizia ad avere effetto già dopo 10-15 giorni”.

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per parlare del prossimo arrivo del vaccino anti-covid.

Su questo fronte, la Regione Piemonte non si limiterà a consegnare al commissario Arcuri il proprio piano per la prima fase di somministrazione con il vaccino contro il covid messo a punto dalla Pfeizer (previsto in consegna a fine gennaio), ma candiderà anche il Distretto del freddo di Casale Monferrato, con le sue 30 aziende del settore della refrigerazione, 2.500 addetti e un miliardo e mezzo di fatturato l’anno, a diventare protagonista a livello nazionale della conservazione e distribuzione sicura del vaccino, che deve avvenire a – 80 gradi.

Ad annunciarlo insieme al presidente, il sindaco di Casale, Federico Riboldi, e il casalese Marco Buoni, presidente di AREA (Air Conditioning and Refigeration European Association), che stanno mettendo a punto, insieme a una task force di cui fa parte anche l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Tronzano, un progetto da presentare ad Arcuri per partecipare attivamente alla redazione del piano nazionale.

“Su indicazione del presidente Cirio – ha dichiarato l’assessore Tronzano – con il sindaco di Casale abbiamo subito creato un gruppo di lavoro all’interno del cluster del freddo che produrrà uno studio entro la prossima settimana e si incentrerà su diverse ipotesi di stoccaggio e trasporto di vaccini che vanno dal -80 al +4 gradi. Naturalmente il dossier è aperto a tutti i contributi delle aziende piemontesi con know how nel settore. Lavoriamo perché il governo scelga anche l’eccellenza piemontese”.

Nel 2021 nuovi contatori a Torino

Nuovi contatori “smart meter 2G” per i Comuni di Torino e Parma: oltre 120 milioni di euro di investimento e quasi 800 mila nuovi apparecchi al servizio degli utenti.

Circa 800 mila nuovi contatori di energia elettrica nei Comuni di Torino e Parma a partire dal 2021 e oltre 120 milioni di euro di investimento previsto nel corso dell’intero piano della durata di 15 anni. Questi i numeri del Piano per la messa in servizio dei nuovi contatori di ultima generazione presentato oggi da IRETI.

I nuovi “smart meter 2G”, questa la denominazione tecnica degli apparecchi, verranno installati nei Comuni di Torino (circa 640 mila) e Parma (circa 150 mila) a partire dalla seconda metà del 2021. I dettagli dell’operazione sono stati presentati attraverso un evento in streaming a cui hanno partecipato rappresentanti delle Istituzioni locali, dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, di società di vendita ed altri operatori del settore.

L’ammodernamento del parco contatori di energia elettrica” ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Ireti, Fabio Giuseppini “rappresenta un intervento essenziale per rispondere alle esigenze di un settore dinamico e in continua evoluzione come quello energetico.  Il progetto di sostituzione dei contatori permetterà, infatti, di aumentare la proattività dei clienti finali e la consapevolezza dei propri consumi, grazie alle nuove funzionalità e ai vantaggi offerti dall’ultima generazione dei contatori intelligenti”.

La sostituzione dell’attuale parco contatori con i nuovi “smart meter 2G” consentirà, dunque, un monitoraggio più efficiente e faciliterà la gestione dei consumi di energia elettrica e la possibilità di accedere ad offerte mirate per le famiglie e le imprese.

Il Piano per l’installazione è on-line: sul sito www.ireti.it/contatori-2g è infatti disponibile la documentazione relativa al Piano di sostituzione.

Quando le scuole spengono le luci

Lo slogan simbolico delle scuole di lingue e certificazione linguistica, che hanno chiesto al governo il riconoscimento per il decreto Ristori Bis

Venerdì 13 novembre  scorso le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica hanno spento, in Italia, le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo Dpcm e del decreto Ristori Bis.

L’ASILS (Associazione delle Scuole di Italiano come lingua seconda), ha lanciato al Governo una petizione, tramite la piattaforma change.org, per tentare il salvataggio in extramis delle scuole di lingue, che sono state piegate dalla crisi Covid 19 e provate altresì dall’esclusione del codice ATECO 855930  (Scuole e Corsi  di Lingue ) dal Decreto Ristori Bis.

Questo mancato inserimento rischia di assumere risvolti drammatici, in quanto ancora una volta, come già durante il primo lockdown, le realtà appartenenti al settore della formazione linguistica in Italia e, in particolare, al settore dell’organizzazione dei soggiorni linguistici e dell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri, rischiano la decimazione. Non basta assolutamente la considerazione che queste attività potrebbero teoricamente proseguire utilizzando lo strumento della didattica online; questo tipo di didattica risulta, infatti, non praticabile e non adatta a questo tipo di insegnamento. Purtroppo poi si sta da mesi assistendo ad una dispersione degli studenti e clienti stranieri, alcuni dei quali sono rientrati in patria.

Si calcola che  le scuole di lingue presenti in Italia abbiano subito, a causa della pandemia da Covid 19, perdite di fatturato comprese tra il 75 e il 95%, mettendo a rischio ben 15 mila posti di lavoro. Per questo motivo le scuole linguistiche hanno lanciato, a livello nazionale, un appello nei confronti del Governo Conte per poter essere inserite nel decreto Ristori Bis, fatto che consentirebbe loro di godere degli indennizzi previsti dal Governo, essendo vere e proprie imprese ed avendo dovuto fermare le loro attività  a causa delle misure anti Covid previste dal recente Dpcm.

Mara Martellotta

Covid, Molinari (Lega): “bene priorità Camera a imprese e famiglie”

 “Il presidente Fico e la maggioranza hanno accolto la richiesta della Lega di anticipare la discussione del decreto Covid ad inizio prossima settimana e rinviare la riforma dei decreti sicurezza.

In questo momento gli italiani chiedono infatti di trovare soluzioni e risposte alla crisi e la Lega è pronta a dare il suo contributo con proposte concrete. Siamo contenti che finalmente si siano individuate le priorità di questo momento drammatico visto che lo stesso ministro Lamorgese ha affermato che non esiste un’emergenza immigrazione, anche se gli sbarchi sono quadruplicati e continuano a ritmo serrato. Serve quindi che la maggioranza faccia un altro atto di responsabilità e ritiri del tutto le modifiche ai dl Salvini”. Così Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera.

L’origine in etichetta per salumi e prosciutti

Confagricoltura Piemonte: “premierà le nostre produzioni”

 

È entrato in vigore il 15 novembre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei prodotti che impiegano quali ingredienti carne suina: salumi, prosciutti e altri preparati.

Il decreto interministeriale (Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Ministero dello Sviluppo economico e Ministero della Salute) che stabilisce l’obbligo è del 6 agosto 2020 ed è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  del 16 settembre scorso; si applicherà, in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2021.

In etichetta dovranno essere indicati i Paesi di nascita, allevamento e macellazione dei capi: solo quando tutte le tre fasi saranno avvenute nel nostro Paese di potrà apporre l’indicazione di prodotti “100% italiani”, informa Confagricoltura.

Salumi, prosciutti e preparati (hamburger, carni impanate, arrosti e salsicce fresche) potranno continuare a essere commercializzati con imballaggi ed etichette non conformi fino all’esaurimento delle scorte e comunque non oltre il 31 gennaio 2021.

In Piemonte – fa rilevare Confagricoltura – sono attivi 2.750 allevamenti suinicoli, per un totale di circa 1.290.000 capi: la provincia che conta il maggior numero di animali è Cuneo, con circa 913.000 suini allevati in 844 stalle.

Si tratta di un doveroso atto di chiarezza nei confronti del consumatore – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ed è anche un valore aggiunto per il settore agroalimentare. I consumatori d’ora in poi potranno scegliere in modo informato e consapevole, privilegiando, se lo riterranno, i prodotti a base di carne suina totalmente made in Italy, premiando così il gioco di squadra delle nostre filiere”.

Le disposizioni del decreto non si applicano ai prodotti Dop, Igp, Stg e a quelli protetti in virtù di accordi internazionali. “In ogni caso auspichiamo, nell’ottica della piena trasparenza e della corretta informazione al consumatore – aggiunge Allasia –  che venga eliminata l’esenzione attualmente prevista per le denominazioni d’origine e invitiamo tutti gli operatori delle filiere interessate a una piena valorizzazione delle materie prime nazionali”.

In Italia il consumo di carne suina è di 38 chili pro-capite.

Il comparto suinicolo oggi è in difficoltà per quanto riguarda i prezzi all’origine. Le industrie di trasformazione – fa rilevare Confagricoltura – hanno fortemente rallentato la preparazione  dei prodotti in vista delle feste natalizie, per il timore che le chiusure imposte dall’emergenza Covid deprimano ulteriormente i consumi.

In questo contesto Confagricoltura valuta positivamente il provvedimento dell’etichettatura. “Quest’anno praticamente non c’è stata la possibilità d organizzare eventi, fiere, sagre  e altre occasioni favorevoli per promuovere il consumo di carne suina del nostro territorio – commenta Enrico Allasia – :l’augurio è che con l’etichettatura, che permetterà ai consumatori di riconoscere con certezza i suini italiani, il prodotto nazionale assuma il ruolo di protagonista, valorizzando salumi e prosciutti nostrani”.

 

Ritorno a scuola e protocolli di sicurezza: cosa ne pensano i bambini?

In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia,  SOS Villaggi dei Bambini diffonde l’indagine Ipsos sulle nuove consapevolezze degli italiani in materia di povertà educativa e divario digitale, cibo e alimentazione a casa e a scuola.

In Piemonte, a ottobre l’86% di bambini e ragazzi era contento di ripartire e il 52% ha affrontato con “entusiasmo” il ritorno tra i banchi. Quasi 8 su 10 i ragazzi piemontesi che si sentono “molto” o “abbastanza” al sicuro in classe, e il 73% dimostra piena comprensione e adesione verso i protocolli di sicurezza e l’uso dei DPI a scuola. 

Alla ripresa dell’anno scolastico, in Piemonte il 53% degli studenti di elementari e medie usufruiva del servizio mensa, ben 10 punti in più della media nazionale (43%). Un servizio essenziale per molti: in più di 1 caso su 10 in Italia la disattivazione della refezione scolastica comporta la mancanza di un pasto giornaliero ben bilanciato, che la famiglia fa fatica a garantire a causa delle difficoltà economiche.

 

Cresce rapidamente l’attenzione degli italiani per quelle che saranno le scelte del Governo sulla Scuola, con conseguenze che vanno oltre la funzione educativa. Guardando al dato nazionale, in Italia i ragazzi sono stati contenti di tornare a scuola (90%), un rientro affrontato con entusiasmo (50%), nonostante le stringenti misure di sicurezza, verso le quali c’è stata una sostanziale adesione e comprensione (70%).

Più preoccupati i genitori, i cui timori per il rischio di contagi (25%) supera quello per i possibili problemi di apprendimento legati alla didattica a distanza (14%). Mentre il pasto consumato a scuola si conferma un elemento fondamentale nella vita familiare, sotto l’aspetto organizzativo ma soprattutto nutrizionale, laddove per molti ragazzi esso rappresenta l’unico pasto veramente completo della giornata (11%).

Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio “Nutrire l’Infanzia. Povertà educativa, divario digitale”[1], realizzato da Ipsos per conto di SOS Villaggi dei Bambini per indagare, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia, le dinamiche all’interno delle famiglie italiane dopo la ripresa dell’anno scolastico in questa nuova fase pandemica. Attraverso questa indagine, l’Organizzazione intende intervenire e sensibilizzare il grande pubblico sul fondamentale ruolo della Scuola nel garantire ai bambini e ai ragazzi la possibilità di costruirsi un solido bagaglio di competenze e di conoscenze, con un’attenzione specifica a quanti vivono in condizioni di fragilità e di marginalità.

È stato un ritorno tra i banchi tra luci e ombre – spiega Samantha Tedesco, Responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini – tra la paura del contagio e la consapevolezza del ruolo insostituibile dell’istruzione. Abbiamo scelto di divulgare questi dati in occasione del 20 novembre, anniversario dell’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’Infanzia, per celebrare il protagonismo dei bambini e invitare i Governi a rinnovare i loro impegni per i diritti dei più piccoli, primo fra tutti quello allo studio, riconosciuto anche dal quarto Obiettivo di Sviluppo delle Nazioni Unite (“Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento eque per tutti”, ndr). La profonda crisi globale che stiamo vivendo rischia di sospingere i temi dell’Infanzia ai margini dell’agenda. Per questo – conclude Tedesco – oggi è più importante che mai, per SOS Villaggi dei Bambini, rivendicare il diritto dei più giovani a partecipare ai processi che incidono, o incideranno, sulla loro vita”.

A SCUOLA IN TEMPI DI PANDEMIA: L’ENTUSIASMO DEI FIGLI, LE PAURE DEI GENITORI

9 genitori su 10 dichiarano che il proprio figlio era molto (53%) o abbastanza (37%) contento di rientrare a scuola (86% in Piemonte), indipendentemente dal ciclo di studi o classe frequentata. 1 genitore su 2 parla di “entusiasmo” come stato d’animo prevalente nei figli che hanno affrontato il rientro a scuola. Il 16% dei genitori ritiene invece che il proprio figlio abbia affrontato il rientro con incertezza su ciò che avrebbe potuto aspettarsi, e l’8% dei genitori parla addirittura di un rientro con paura.

Guardando al ciclo scolastico/classe frequentata, maggiore l’entusiasmo riconosciuto ai più piccoli (58% per i bambini di prima e seconda elementare), a fronte di un maggior senso del dovere dei più grandi (dalla terza elementare alle medie).

Più di 7 genitori su 10 ritengono che il proprio figlio si senta molto (14%) o abbastanza (62%) sicuro a scuola. Tra quelli invece che ritengono che il proprio figlio non si senta abbastanza sicuro (1 su 4), il 55% attribuisce l’insicurezza alla paura che i compagni non rispettino le misure precauzionali (soprattutto nelle scuole medie), il 27% lamenta misure di prevenzione e, in generale, di organizzazione poco chiare (specie nelle elementari) e il restante 18% crede che il proprio figlio tema di non poter rispettare le misure previste (soprattutto in prima e seconda elementare).

Per quanto concerne protocolli e misure, 7 genitori su 10 pensano che i propri figli stiano rispettando le regole con entusiasmo. L’impossibilità di organizzare gite e uscite scolastiche rappresenta la restrizione che più infastidisce bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie (67%). Seguono: il distanziamento sociale, che non permette la socializzazione con i compagni (63%); l’impossibilità di scambiarsi oggetti coi compagni (58%); l’uso delle mascherine (52%). Decisamente meno impattanti l’utilizzo dei gel disinfettanti, gli ingressi e le uscite scaglionati, il lavaggio delle mani e la misurazione della temperatura corporea.

Meno sereni dei ragazzi sembrano essere i genitori: la totalità di mamme e papà in Italia lamenta almeno una preoccupazione. Tra questi, il 25% (il 32% in Piemonte) dichiara di essere preoccupato per il rischio di contagio all’interno degli istituti e il 17% (12% in Piemonte) negli assembramenti fuori (specialmente i genitori dei ragazzi delle medie). In misura minore si temono possibili problemi di apprendimento collegati all’attivazione della DAD (14%), che con il nuovo anno scolastico ha assunto la veste di Didattica Digitale Integrata (DDI).

4 genitori su 10 riportano della scoperta di effettivi casi di Covid-19 nella scuola del proprio figlio, di più tra i genitori con figli frequentanti le scuole medie piuttosto che le elementari (47% vs il 37%). Alle scuole medie troviamo anche una maggior quota di genitori che riporta più di un caso per scuola (28% a fronte di un 19% delle elementari). Guardando invece alla presenza di casi Covid-19 nella classe del proprio figlio, la quota di genitori che riporta di almeno un caso si riduce al 14% (di cui 8% con più di un caso positivo).

Secondo mamme e papà, il 75% dei ragazzi di elementari e medie ha vissuto tale evento con preoccupazione (molta o moderata). Dal punto di vista dell’organizzazione familiare, le quarantene hanno generato difficoltà per quasi 8 famiglie su 10, prevedibilmente con maggiore impatto per i genitori degli alunni delle elementari.

 

NUTRIRE L’INFANZIA: L’IMPORTANZA DEL PASTO A MENSA

In Italia quasi 6 genitori su 10 hanno dichiarato che nel periodo di rilevazione il proprio figlio non stava fruendo del servizio mensa, o per scelta (20%) o perché non previsto dalla scuola (37%). In Piemonte questa la percentuale di quanti usufruivano del servizio era più alta però di ben 10 punti (53%) rispetto alla media nazionale.

Il pasto a scuola rappresenta un aiuto valido, talvolta indispensabile: in poco più di una famiglia su dieci (12%) la disattivazione del servizio di refezione comporta l’incapacità di garantire ai ragazzi un pasto giornaliero ben bilanciato in termini nutrizionali (7%) o addirittura la mancanza del principale pasto giornaliero (5%) a causa delle difficoltà economiche in cui versa la famiglia.

L’assenza del servizio mensa ha comportato anche altri problemi per le famiglie: doversi organizzare affinché il figlio torni a casa per pranzo (44% dei casi), la necessità di trovare il tempo per preparare il pranzo al sacco da portare a scuola (23%), il disagio che il figlio debba pranzare a casa da solo (13%).

In generale, la valutazione del pasto a scuola e del suo ruolo per la famiglia è positiva. I due terzi dei genitori intervistati lo considerano tutto sommato equilibrato (66%); al pasto consumato nella mensa scolastica viene inoltre attribuita una funzione educativa (64%), in quanto utile ad abituare i figli a una alimentazione sana e completa. Allo stesso tempo la maggioranza dei genitori riconosce un buon livello di qualità (57%) ai pasti serviti nella scuola (il 29% li considera addirittura di ottima qualità). E per buona parte del campione i pasti serviti nella mensa scolastica possono essere anche fonte di ispirazione (56%) per imparare a equilibrare l’alimentazione del proprio figlio.

LA DIDATTICA A DISTANZA

Prima della suddivisione dell’Italia in regioni rosse, gialle e arancioni, fra gli intervistati di tutta Italia, 1 studente su 4 ha sperimentato la Didattica Digitale Integrata; in un caso su 10 come unica modalità di didattica.

Ripensando al lockdown della scorsa primavera, il 66% dei genitori valuta positivamente l’esperienza dei propri figli con la DAD, modalità di didattica attivata nella quasi totalità delle scuole. 9 studenti su 10 avevano avuto la possibilità di seguire le lezioni online in modo regolare, seppur con alcune differenze legate alla classe frequentata: inferiore la quota di bambini di prima e seconda elementare che hanno frequentato le lezioni online in modo regolare durante il lockdown di primavera (79% vs quasi il 90% dei bambini più grandi). Tra chi non aveva potuto seguire regolarmente le lezioni, i principali impedimenti erano stati problemi di connessione internet e strumentazione inadeguata/scarsa/assente.

La DAD si conferma molto impattante rispetto al coinvolgimento dei genitori: quasi 9 intervistati su 10 dichiarano di aver aiutato il proprio figlio con le lezioni online, durante il lockdown di primavera e/o al momento della rilevazione, “spesso” in quasi 4 casi su 10. Non manca però, anche se largamente minoritario, il segmento di genitori privi di educazione tecnologica e quindi incapaci di aiutare il proprio figlio con la didattica a distanza: 1 famiglia su 10.

 

ALTRI ASPETTI ORGANIZZATIVI: ORARI E TRASPORTI

A settembre, il 63% degli studenti di elementari e medie avevano ripreso la didattica secondo l’orario canonico, in termini sia di numero di ore sia di fascia oraria (7 su 10 gli studenti di 1a e 2a elementare. Invece, tra le famiglie che hanno subito una modifica, parziale o totale, dell’orario scolastico, il 74% ha dovuto fronteggiare problemi legati principalmente alla necessità di accompagnare e riprendere i figli a scuola.

Infatti, tra i mezzi di trasporto, il più utilizzato al momento dell’indagine risultava l’automobile (per più di 1 studente su 2)In Piemonte più di un terzo degli studenti (36%) si recava a scuola a piedi o in bici, dato più alto rispetto alla media nazionale (29%). Invece, il trasporto pubblico è utilizzato in modo marginale (solo dal 6% degli studenti di elementari e medie) e il trasporto scolastico in circa 1 caso su 10. Nel dettaglio, era pari al 46% la quota di ragazzi delle medie che raggiungevano la scuola accompagnati in macchina; minoritario, infine, il ricorso al trasporto pubblico (2%) per i bambini delle prime classi elementari.

Tecnologia V2X di ENGIE EPS illumina Visionary Days 2020

ENGIE EPS con l’innovativa soluzione Vehicle-to-Everything (V2X) alimenterà la quarta edizione
di Visionary Days utilizzando esclusivamente veicoli elettrici.

 L’evento in programma in forma digitale sabato 21 novembre è organizzato
dall’associazione Visionary con il supporto del Politecnico di Torino e di partner d’eccezione come FCA,
Snam e Nestlé.

Visionary Days riunisce ogni anno migliaia di giovani talenti con estrazioni differenti portandoli a dialogare
e modellare insieme nuove idee di futuro. Quest’anno si affronterà il tema dei confini, declinandoli a tutto
tondo: dallo Stato, alla società fino all’individuo, e alle nuove prospettive di mobilità, con una sessione
dedicata ai veicoli elettrici (EV) e alla sfida della mobilità sostenibile. In questo contesto si inserisce la
partecipazione di ENGIE EPS che, in partnership con FCA, presenterà la sua innovativa soluzione V2X.
La tecnologia V2X di ENGIE EPS permette di utilizzare i veicoli elettrici per alimentare ogni dispositivo,
dagli elettrodomestici di uso quotidiano (Vehicle-to-Home) fino all’illuminazione di un intero edificio
(Vehicle-to-Building) rendendo gli EV a tutti gli effetti parte integrante del sistema elettrico del futuro.
Il V2X di ENGIE EPS garantisce inoltre il funzionamento di ogni dispositivo anche in caso di anomalie o
assenza di rete, utilizzando i veicoli elettrici per trasformare anche le reti domestiche in vere e proprie
microreti autonome, dove ENGIE EPS ha storicamente integrato fonti rinnovabili con sistemi di accumulo
a batteria e idrogeno.
Durante Visionary Days il V2X è stato previsto per gestire il fabbisogno energetico dell’evento con due
Nuova 500 elettriche, ed in particolare l’illuminazione scenografica e dispositivi digitali, strumenti in questa
edizione più che mai fondamentali per un evento – necessariamente – in formato digitale.
La soluzione realizzata consiste in una stazione di ricarica rapida sino 100 kW e soprattutto bidirezionale,
che permette alla Nuova 500 di gestire grazie alla tecnologia proprietaria di ENGIE EPS l’integralità dei
flussi energetici anche in caso di assenza di rete.
Per seguire la diretta il 21 novembre: http://visionarydays.com/live