ilTorinese

Il bollettino Covid di sabato 6 febbraio

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 717nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 125dopo test antigenico), pari al 3,7% dei 19.359 tamponi eseguiti, di cui 13.121 antigenici. Dei 717 nuovi casi, gli asintomatici sono282 (39,3%).

I casi sono così ripartiti:  126 screening, 391 contatti di caso, 200 con indagine in corso; per ambito: 27 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 74 scolastico, 616 popolazione generale.  

Il totale dei casi positivi diventa quindi 231.683 così suddivisi su base provinciale: 20.651 Alessandria, 12.042 Asti, 7975 Biella, 31.749 Cuneo, 18.163 Novara, 121.169 Torino, 8601 Vercelli, 8336 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1166 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 1831 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 140 (7 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2007 (14 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 10.018.

I tamponi diagnostici finora processati sono 2.603.348 (+19.359rispetto a ieri), di cui 1.052.764 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 8994

Sono 21 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 8994 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1359 Alessandria, 582 Asti, 373 Biella, 1064 Cuneo, 748 Novara, 4087 Torino, 407 Vercelli, 292 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 82 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

210.524 PAZIENTI GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 210.524 (+709 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 18.372 Alessandria, 10.840 Asti, 7199 Biella, 29.328 Cuneo, 16.521 Novara, 110.062Torino, 7843 Vercelli, 7605 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1075extraregione e 1679 in fase di definizione.

I ristoranti torinesi pronti a riaprire fino alle 22

A Torino e in Piemonte si potrebbe tornare in tempi brevi al ristorante a cena fino alle 22.

in questo giorno prosegue infatti il confronto di Ascom e Confesercenti con il Comitato Tecnico Scientifico procede ed emergono spiragli a fronte del massimo rigore nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria: il distanziamento di un metro tra i tavoli e anche nelle aree di passaggio, l’utilizzo  dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti al servizio, l’esposizione di una chiara informativa all’esterno dei locali con l’indicazione della capienza massima consentita.

Oltre 5 tonnellate di alimenti sottoposte a sequestro, multe per 16 mila euro

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Venerdì mattina, personale della Polizia di Stato del Comm.to Barriera Nizza, congiuntamente ad agenti della Polizia Locale, Comando Sezione VIII, hanno svolto un servizio finalizzato alla verifica dei titoli autorizzativi e delle norme  che regolano i pubblici esercizi, volto la tutela del consumatore, nel quartiere San Salvario.

A concorrere ai controlli anche personale dell’ASL S.I.A.N e dello S.Pre.S.AL.

Il personale di Polizia impiegato ha sottoposto a controllo complessivamente 5 esercizi pubblici: due panifici, due esercizi di vicinato e un’attività artigianale di acconciatore: in quest’ultimo non sono stati riscontrati illeciti amministrativi.

In un esercizio di vicinato/internet point di via Galliari è stata riscontrata l’apertura abusiva, con conseguente sanzione amministrativa di oltre 5000 €.

Sempre in via Galliari, in un secondo esercizio di vicinato extralimentare, sono stati riscontrati diversi illeciti amministrativi relativi all’indicazione dei prezzi posti in vendita, condizioni igienico-sanitarie precarie e violazioni relative al Covid 19, per un totale di sanzioni elevate 2432 €.

 

All’interno di un panificio sito in via Ormea, personale dell’ASL SIAN ha riscontrato irregolarità di natura strutturale e autorizzative, diffidando la titolare dal prosieguo dell’attività, in attesa del provvedimento di sospensione, e sanzionandola per la somma di 1000 €.

 

Infine, durante il controllo di un secondo panificio, di fatto abusivo, sito in via Canova angolo Ormea, gestito da un cittadino marocchino di 48 anni, gli agenti hanno trovato una diffusa e consolidata sporcizia, accumulata nel tempo, e disordine nella lavorazione. I locali si presentavano infatti in pessimo stato, con muffa su tutte le pareti, una pessima condizione igienica sulle assi di legno su cui venivano riposte le forme di pane e sulle attrezzature da lavoro; carrelli e teglie usate per infornare il pane risultavano arrugginite con sporco incrostato da tempo. L’impianto elettrico, privo di qualsiasi certificazione, era di fattura precaria, con alto rischio di corto circuito ed elettrocuzione per i lavoratori e pertanto ad alto rischio per la vita umana. Nel deposito, ben 211 sacchi di farina, (per un peso complessivo superiore alle 5 tonnellate) in pessimo stato di conservazione: sia a terra che sui muri veniva riscontrata la presenza di blatte morte e larve di insetti della farina vivi. Pertanto, considerati i rischi per la salute umana data dagli alimenti e le farine contaminate da muffe e infestanti, l’alto rischio d’incendio dovuto a sovraccarico elettrico e dal rischio di esplosione, gli agenti hanno provveduto al sequestro penale del laboratorio di panificazione e del deposito farine, con tutte le masserizie e gli alimenti presenti.  Ulteriori 200 kg, di alimenti in cattivo stato di conservazione già lavorati, quali pane, pizze, focacce, olio e sacchi di farina che erano presenti nel laboratorio sono stati sottoposti a sequestro.

La Polizia Locale accertava e contestava l’apertura abusiva di panificazione in quanto mancante il titolo autorizzativo, per un totale di 5164 € di sanzioni.

L’ASL SIAN intimava la chiusura immediata dell’attività fino al completo ripristino degli ambienti, con conseguente sanzione amministrativa per la mancata autorizzazione sanitaria, per un totale di 3000 €. Inoltre, numerose irregolarità anche per quanto attiene alla sicurezza sui luoghi di lavoro (impianti elettrici non a norma, mancanza del piano antincendio, mancanza impianto meccanizzato di ricambio di aria). Il proprietario è stato dunque denunciato poiché deteneva sostanze alimentari, destinate alla vendita e alla somministrazione al pubblico, in cattivo stato di conservazione e per le irregolarità riscontrate in merito alla sicurezza negli ambienti di lavoro.

 

“World Press Photo of the Year 2020” riapre a Palazzo Madama

 La mostra dedicata al più importante concorso di fotogiornalismo al mondo. Prorogata fino al 19 febbraio e mercoledì 10 incontro Facebook con uno dei vincitori italiani

Immagini graffianti, poetiche e coraggiose. Emozionanti “finestre spalancate sul mondo”. Sui fatti, i racconti, le voci, i volti e i corpi che hanno fatto la storia del Pianeta nel 2019. Ecco la prima su tutte. Un ragazzo, illuminato dalle luci dei telefoni cellulari, durante una manifestazione in Sudan, recita una poesia in mezzo ad altre persone che lo incitano e lo applaudono.

Lo scatto è stato realizzato a Khartum nel giugno del 2019, dopo il golpe militare contro Omar al-Bashir, dal fotografo giapponese Yasuyoshi Chiba dell’“Agence France-Press”. Il titolo è “Straight Voice” e allo scatto è stato assegnato il premio “World Press Photo of the Year 2020”, come migliore scatto dell’anno, secondo la giuria (presieduta da Lekgetho Makola, direttore del “Market Photo Workshop” di Johannesburg) del Premio di fotogiornalismo più importante al mondo, organizzato dalla Fondazione “World Press Photo” di Amsterdam, che con la mostra delle foto finaliste (curata da Jerzy Brinkhof e presente in oltre cento città e più di 45 Paesi) è ritornata a Torino nell’ottobre scorso e per il quarto anno consecutivo, nella Sala Senato di Palazzo Madama. Organizzata dall’Associazione pugliese CIME, fra i maggiori partner europei della “World Press Photo”, e dalla Fondazione Torino Musei, la rassegna (chiusa per la pandemia e riaperta nei giorni scorsi) porta in mostra la “crème de la crème” dei lavori dei 4.282 fotografi iscritti, provenienti da 125 Paesi, per un totale di 73.996 immagini. 44 i fotoreporter (collaboratori delle maggiori testate internazionali, dal “National Geographic” alla “BBC”, dalla “CNN” a “Le Monde” e ad “El Pais”) provenienti da 24 Paesi, arrivati in finale nelle otto diverse categorie del concorso. Accanto a Yasuyoshi Chiba, sono cinque gli altri finalisti per la foto dell’anno: Tomer Kaczor, che ha ritratto una rifugiata armena affetta dalla sindrome da rassegnazione, Mulugeta Ayene con una foto scattata durante i funerali delle vittime del volo Ethiopian Airlines 302, Farouk Batiche con le proteste antigovernative in Algeria, Ivor Prickett, che ha raccontato la lotta dei curdi in Iraq e Nikita Teryoshin, presente alla più grande conferenza sulla difesa nel Medio Oriente. Di grande freschezza e forza emotiva anche l’immagine del danese Nicolas Asfouri dell’“Agence France-Presse” che ferma la protesta a Hong Kong di giovani studentesse dai grembiuli azzurri, con mascherina e mano nella mano, nell’ambito delle manifestazioni organizzate in risposta alle proposte del governo di permettere l’estradizione verso la Cina continentale. Con lo scatto “Kho, the Genesis of a Revolt”, il francese Romain Laurendeau ha invece vinto il “World Press Photo Story of the Year”, categoria dedicata alla migliore sequenza di immagini di rilevanza giornalistica, che in questo caso documenta il disagio giovanile in Algeria e la forza ispiratrice delle nuove generazioni nelle proteste del 2019. Sul podio anche sei italiani, fra cui il torinese Fabio Bucciarelli, classe 1980, secondo premio nella sezione “Stories” della categoria “General News”  per un servizio realizzato per “L’Espresso” sulle proteste in Cile del 2019 ed il cuneese Nicolò Filippo Rosso giunto, invece, terzo nella sezione “Stories” della categoria “Contemporary Issues”, con un lavoro sugli effetti della crisi politica e socio-economica in Venezuela e sulla migrazione dei venezuelani in Colombia. Gli altri quattri italiani finalisti nelle varie sezioni: il ravennate e “Premio Pulitzer 2018” Lorenzo Tugnoli primo premio per una lunga serie dedicata alla guerra in Afghanistan, Luca Locatelli anche lui primo premio con immagini futuribili (dalla Danimarca agli States) documentanti soluzioni alla cosiddetta economia circolare, il siciliano Alessio Mamo secondo premio nella categoria “General News” e Daniele Volpe terzo posto nella sezione “Stories” con una ricca serie di scatti in cui si racconta il genocidio del popolo Ixil in Guatemala. Dove Volpe risiede.

Gianni Milani
“World Press Photo Exhibition 2020”
Palazzo Madama – Sala Senato, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it
Fino al 19 febbraio
Orari: merc. e giov. 11/19 e ven. 11/20
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Appuntamento da annotare
Mercoledì 10 febbraio alle 17,15, sulla pagina Facebook dell’esposizione, è previsto un incontro online con il fotografo cuneese Nicolò Filippo Rosso, insieme alla giornalista Ilaria Blangetti e a Vito Cramarossa, presidente di CIME, realtà che organizza la tappa torinese della mostra. La conferenza online sarà un’occasione per rispondere alle domande del pubblico, parlare di lavori passati e futuri di Rosso e dei suoi scatti attualmente esposti a “World Press Photo”, che raccontano gli effetti della crisi politica e socio-economica in Venezuela e la migrazione dei venezuelani in Colombia.

Nelle foto, immagini di
– Yasuyoshi Chiba
– Nicolas Asfouri
– Romain Laurendeau
– Nicolò Filippo Rosso

 

 

Con il fondo librario ‘Irene & Emilio Clara’ tanti nuovi volumi nelle biblioteche torinesi

Il Servizio Biblioteche della Città di Torino ha acquisito in deposito a titolo gratuito il fondo librario ‘Irene & Emilio Clara’, per volere di Maria Paola e Maria Elena, figlie ed eredi dell’ingegner Emilio Clara.

Completata la catalogazione, sostenuta a spese della famiglia, i 17.142 volumi sono raccolti e disponibili per la consultazione nella Biblioteca civica Primo Levi, in via Leoncavallo 17.

Il fondo di ‘Irene & Emilio Clara’ integra e arricchisce l’importante collezione di libri d’arte della Città conservata nella Biblioteca civica Centrale e avviata nell’anno della sua fondazione, il 1869, grazie al collegamento con le Scuole cittadine di disegno, architettura, disegno industriale e ornato, che favorirono le acquisizioni di testi e manualistica relativi a settori a cavallo tra arte e artigianato, arti decorative e tecniche industriali.

A tema prevalentemente umanistico, dall’archeologia classica alla storia e alla storia dell’arte, i libri del fondo costituiscono una vera e propria ‘biblioteca d’autore’ impreziosita da prime edizioni di pregio in lingua italiana, giapponese, francese, inglese russa e tedesca che suggeriscono percorsi di lettura in linea con gli interessi dell’ingegnere.

 “’Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtùte e canoscenza’ è la massima che ha guidato la lunga vita di mio padre e che soleva ripetere a chi gli stava intorno – ricorda la figlia dell’ingegnere, Maria Paola Clara -. Con mia sorella ho deciso allora che le sue ‘virtute e canoscenza’ fossero un valore per la società da metter a fattore comune, facendo parte di quella generazione di uomini e donne che hanno costruito in silenzio e ‘rimboccandosi per primi le maniche’ questo nostro tessuto lavorativo e culturale italiano. La curiosità e l’amore per la conoscenza di altre culture hanno portato mio padre a viaggiare spingendosi verso mete anche lontane, attitudine non così comune per una generazione restia agli spostamenti, ma Torino era la sua città, lì il suo mondo quotidiano e i suoi affetti. Torino città così amata e così vissuta che lo aveva accompagnato in ogni suo passo di vita offrendogli, come spesso ricordava, di diventare un uomo affermato. A Torino, la restituzione del suo patrimonio librario, attraverso noi figlie, come ringraziamento e riconoscenza, affinché l’intera comunità possa attingere, ispirarsi, crescere e silenziosamente ricordarlo come silenziosamente aveva vissuto”.

Ringrazio Maria Paola e Maria Elena Clara per aver pensato alle Biblioteche civiche torinesi per la valorizzazione e la conservazione del fondo ‘Irene & Emilio Clara’ che rappresenta una straordinaria occasione di arricchimento delle collezioni dedicate alla storia dell’arte, oggi disponibili nella nostra città – sottolinea Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città -. Grazie a questa collezione Torino trova un’importante occasione di rafforzamento della propria vocazione artistico-culturale“.

Emilio Clara (Torino, 1925-2014) fu attivo a Torino tra il 1950 e il 2006, si laureò al Politecnico una prima volta nel 1949 in Ingegneria Industriale e dopo pochi anni in Ingegneria Aeronautica. Nel 1950 scelse di intraprendere la libera professione come ingegnere strutturista specializzato nel calcolo del cemento armato. Operando prevalentemente a Torino e provincia, è stato a suo modo uno dei protagonisti della ricostruzione e dell’espansione edilizia della nostra città negli anni del secondo dopoguerra e del miracolo economico, con progetti informati al costante aggiornamento di materiali e tecniche esecutive e al rigoroso rispetto degli standard normativi.

Nel corso della sua attività professionale, l’ingegner Clara ha ideato e seguito 3.330 progetti, distinti in interventi per civili abitazioni, attività commerciali, aziende agricole, stabilimenti industriali, impianti sportivi, istituti sanitari e socio-assistenziali, monumenti funerari e opere di pubblica utilità. Una produzione ingente, che ha lasciato una testimonianza effettiva nel tessuto territoriale della nostra città.

Il fondo ‘Irene & Emilio Clara’ va dunque ad arricchire ulteriormente il patrimonio delle Biblioteche civiche torinesi, offrendo a cittadini e studiosi un’ampia panoramica della produzione editoriale di settore degli ultimi cinquant’anni e una significativa opportunità per futuri progetti di valorizzazione dei fondi d’arte.

Una collezione di grande interesse per la Città, acquisita anche grazie alla segnalazione e all’azione propositiva del CCW-Cultural Welfare Center, realtà nazionale con sede a Torino, volta a promuovere l’impatto sociale della cultura per il benessere delle persone e delle comunità.

Riapre il Museo del Risorgimento

Dalla prossima settimana sarà possibile tornare a visitare anche il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, che sarà aperto il giovedì e venerdì dalle ore 10 alle ore 18. Si inizia giovedì 11 febbraio.

Con il passaggio in zona gialla e la possibilità prevista di aprire i musei dal lunedì al venerdì, anche il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano tornerà ad accogliere i visitatori a partire dalla prossima settimana tutti i giovedì e venerdì dalle ore 10 alle ore 18. Si inizia dunque giovedì 11 febbraio.

L’ingresso sarà secondo le consuete tariffe e riduzioni. Fino alla fine di febbraio entreranno gratuitamente tutti i visitatori con meno di 26 anni di età.

L’attuale situazione di emergenza sanitaria impone il rispetto di precise norme che possano garantire la visita in totale sicurezza. Per accedere al Museo sarà obbligatorio indossare una mascherina a copertura di naso e bocca. All’ingresso saranno disposti dispenser con i disinfettanti per le mani. Ciascun visitatore sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea che non dovrà essere superiore ai 37,5° C.  All’interno delle sale occorrerà mantenere la distanza interpersonale di oltre un metro ed evitare assembramenti.

Per i gruppi superiori alle cinque persone è possibile prenotare scrivendo una mail a prenotazioni@museorisorgimentotorino.it

Tutte le info su www.museorisorgimentotorino.it

Draghi va lasciato lavorare in pace

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Il prof. Mario Draghi si sottopone, come è giusto che sia perché così prescrive la prassi, alla consultazioni con personaggi che non sono nessuno rispetto a lui.
Così vuole la prassi perché la democrazia è pazienza ed apostolato e si fonda sulla eguaglianza, una eguaglianza che è accettabile nei princìpi ,ma non sempre nella realtà. Draghi è come Michelangelo che si consulta con chi dipinge le strisce pedonali, mi ha scritto acutamente  una lettrice. I diversi bibitari, le sore Maria con la terza media conseguita alle 150 ore, il diplomato alle scuole serali, l’ex tronista o l’ex velina che occupano oggi la politica condannandola all’impotenza dovrebbero solo stare ad ascoltare Draghi, prendendo appunti, con la certezza però di non essere in grado di comprendere i suoi discorsi. Questa è l’Italietta di Conte che deve uscire di scena definitivamente per la salvezza d’Italia, per lasciare le redini ai capaci. Finalmente dovrebbe essere finita l’era dei presuntuosi che ostentano come una virtù l’ ignoranza, generando solo confusione.  Nel vecchio PCI gli operai studiavano per prepararsi a ricoprire cariche pubbliche,  qui siamo caduti in mano ai ragionieri e ai geometri disoccupati, a voler essere ottimisti. Un Paese moderno si governa con le competenze, non con i dilettanti rancorosi dei 5 Stelle che hanno appena chiuso il loro penoso ciclo politico che passerà alla storia come una caduta grave del Paese, una sorta di ubriacatura collettiva indotta da un comico cinico che non fa più ridere e da un personaggio obliquo ed oscuro come Casaleggio che osò persino pronunciare il nome di Adriano Olivetti.
Bobbio, una volta, parlò della ”boria degli indotti”, quando i sindacalisti della CGIL pretendevano di pontificare all’ Accademia delle scienze di Torino di cui Bobbio era presidente negli Anni di piombo. In questi anni la “boria degli indotti” e’ diventata regola di Governo con il ventriloquo avvocato pugliese che adesso si è montato la testa e fa anche i comizietti di commiato davanti a Palazzo Chigi, creando assembramenti. Il ventriloquo che conosce la coniugazione dei verbi, ma ha dato voce alle incompetenze più incredibili, deve tornare al paesello ed affidarsi a Padre Pio che lo protegga dall’ira popolare che potrebbe suscitare. Il Paese sta precipitando,  devono lasciar lavorare Draghi e limitarsi al ruolo di pulire i pennelli del novello Michelangelo.
Potranno rimettersi nel ciclo politico, candidandosi a consiglieri comunali di qualche sperduto paesino disabitato.
Anche gran parte del PD e il suo piccolo leader si sono rivelati inadeguati alla storia passata. La DC era un grande partito con politici veri come il PCI. Qui appaiono come protagonisti personaggini come Franceschini o Del Rio. Tutti insieme si sono fatti mettere nel sacco da Matteo Renzi che, se non è uno statista, è certo un politico capace, non comparabile con i suoi oppositori. Renzi ha il merito storico di aver mandato a casa Conte. La stessa figura di Fico, incaricato di un mandato esplorativo, è emersa in tutta la sua insignificanza politica di ex esponente dei centri sociali napoletani.
Quasi tutti i politici di questa Terza Repubblica meritano di andare a casa e, con il taglio dei parlamentari che loro stessi hanno voluto, torneranno o andranno per la prima volta a lavorare  in ambiti modesti, gli unici a loro adeguati. L’Italia non può più tollerare imbonitori, ciarlatani,  demagoghi. Anche la categoria dei sindacalisti deve abbassare la cresta e la voce perché sono corresponsabili del disastro economico italiano. Gli agitatori della piazza di destra, con i loro slogan infantili e semplicisti che rivelano di non aver mai aperto un libro in vita loro, devono tacere e lasciarlo  lavorare nel momento più drammatico della storia repubblicana. Lascino che il medico operi tranquillo  e si tolgano di torno con le loro chiacchiere inutili e controproducenti e le loro pretese di poltrone e strapuntini. Draghi e’ come Vittorio Emanuele Orlando dopo Caporetto, il presidente della Vittoria del 4 novembre 1918. Anzi, e’ molto di più di Orlando che era un grande  professore e avvocato, ma non molto di più ,come si vide  purtroppo alla conferenza di pace di Versailles nel 1919. Il momento è drammatico e Draghi e’ il solo che possa salvarci. Poi la politica risorgerà più viva di prima, ma con altri uomini e altre donne.

“Centrosinistra e M5S a sostegno di Draghi”

I giornali riferiscono che nei giorni scorsi Renzi abbia  parlato con Salvini e la Meloni per sondarli e acquisirne l’appoggio rispetto alla eventualità di un incarico a Draghi. 

Egli infatti dava per scontato che mai e poi mai i 5 Stelle  avrebbero dato il loro sostegno a Draghi. Gli obbiettivi  del bullo di Rignano erano chiari: 1)affossare Conte, ritenuto un avversario temibile sotto il profilo elettorale, il quale nonostante ripetuti atracchi di Renzi, Rosato e la Bellanova ha mantenuto un gradimento elevato nell’opinione pubblica; 2) sfasciare l’alleanza Pd/5telle e Leu impedendo così la costruzione di uno schieramento alternativo alla destra, al centro come in periferia; 3)aprire all’interno del Pd, partito del quale è stato segretario e che alle politiche del 2018 aveva portato al minimo storico, una crisi irreversibile e un processo di sfaldamento. Per alcune ore molti osservatori e non pochi commentatori politici  avevano recitato il ” de profundis ‘ allla maggioranza giallorossa presentando il Capo di Italia Viva, un partito del 2% che grazie ad un po’ di ” transfughi ” ha un peso parlamentare molto superiore alla sua forza elettorale, come il vincitore assoluto.
Ma non è andata così e l’esito della decisione del Capo dello Stato, che ha fatto la  scelta giusta nel momento giusto, sarà molto diverso da quello che questi profeti di sventura avevano ipotizzato. Conte ha dato “al bullo di Rignano” una lezione di serietà e di stile, ha dichiarato il proprio sostegno a Draghi in sintonia con il sentimento di gran parte della opinione pubblica.
 Pd/5Stelle e Leu, non solo non sono stati messi in un angolo ma sono piu che mai in campo e pronti a sostenere il nuovo governo Draghi (di cui viene sottolineata l’autorevolezza internazionale ) sulla base di un programma europeista, di lotta alla pandemia e di forte rilancio della economia. Mi sia consentito di aggiungere: autorevolezza e credibilità che nessun altro italiano ha, fatta eccezione per Mattarella. Non solo, ma in  questo momento ad essere divisa e la destra.  Forza Italia è pronta a dare una mano a Draghi. La Meloni non andrà oltre una astensione, mentre le condizioni poste da Salvini mi paiono dettate piu che dalla volontà di contribuire alla formazione del nuovo governo dalla ricerca di pretesti per farsi dire di No. Intendiamoci problemi e difficoltà esistono ma il film a cui stiamo assistendo è molto diverso diverso da quello che i fautori di questa crisi si erano immaginati. E  assai verosimilmente la vita del nuovo governo non dipenderà piu’ dal potere di ricatto e/o di interdizione di un partito del 2% e dalle manie di protagonismo e di visibilità del suo leader.
Wilmer Ronzani

Gli architetti italiani progettano la Cina del dopo Coronavirus

“Lavorare con la Cina. Opportunità e scambi nella pratica architettonica” un webinar lancia il bando di POLITO Studio

 

La Cina, con le sue megalopoli e l’altissima densità abitativa, è il paese dove si costruisce di più al mondo, ma ha solo 50.000 architetti, un terzo di quelli italiani. E si tratta quindi di un enorme potenziale di business per i nostri professionisti, ma difficilmente accessibile.

Per fare chiarezza sulle relazioni e le opportunità tra i due paesi, il Politecnico di Torino e l’Ordine degli Architetti di Torino hanno organizzato l’incontro on line Lavorare con la Cina. Opportunità e scambi nella pratica architettonica – Laddove nulla è semplice e tutto è possibile, promosso in collaborazione con TOChina Center dell’Università di Torino e con Fondazione Italia-Cina.

Nel corso dell’incontro, in programma a partire dalle 14, sarà inoltre presentata la call per selezionare 12 gruppi di architetti professionisti che parteciperanno a un percorso biennale di formazione e accompagnamento al mercato cinese.

L’incontro e il bando sono la prima delle iniziative messe in atto nell’ambito di POLITO Studio, il progetto nato dalla sinergia tra il Politecnico di Torino e l’Ordine degli Architetti, per facilitare a professionisti e ricercatori nuove opportunità internazionali.

La call di POLITO Studio prevede che gruppi di lavoro – formati da professionisti, ricercatori e partner cinesi – partecipino a workshop di alta formazione applicata, allo scopo di trasferire loro capacità e reti di relazioni, utili a candidarsi a progetti reali e concorsi di architettura in Cina.

Il simposio verrà introdotto dal rettore del Politecnico Guido Saracco e dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino Massimo Giuntoli in un confronto con Roberto Pagani, addetto scientifico del Consolato Generale d’Italia a Shanghai; Michele Bonino, vice rettore per le relazioni con la Cina del Politecnico di Torino, insieme a Cristina Coscia, vice presidente dell’Ordine degli Architetti, sono ideatori e coordinatori del progetto Polito Studio e presenteranno la call e i futuri sviluppi del programma; a seguire nel corso del focus Cina, scenari e prospettive per gli studi professionali intervengono Massimo Bagnasco, vice Presidente della Camera di Commercio Europea in Cina, sul tema Cina, laddove nulla è semplice, ma tutto è possibileGiovanni Andornino, direttore del TOChina Center di UNITO, Edoardo Agamennone, Direttore Accademico del ChinaMed Business Program, UNITO, che illustreranno come Impostare un percorso di sviluppo professionale in Cina: italianità ed empatia cognitiva, e infine Filippo Fasulo, Direttore CeSIF – Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia-Cina, con l’intervento Tra dual circulation e 14mo Piano quinquennale: l’economia cinese post- Covid. In coda alla giornata, moderata da Valeria Federighi del Politecnico di Torino e Urszula Grodzicka del Focus group OAT Rete nazionale e internazionale, saranno illustrati alcuni casi studio di progettazione con la Cina da un gruppo di progettisti e docenti: Francesca Frassoldati del Politecnico di Torino, Michele Armando e Gianmaria Quarta dello studio Quarta & Armando architecture, Edoardo Bruno, ricercatore di POLITO/China Room, Pier Giorgio Turi, presidente ICAF Italy China Architectural Forum e il progettista Fabrizio Fragomeli.

“Il modello di collaborazione tra professionisti e docenti universitari che POLITO Studio sta avviando è innovativo, poiché permette di affrontare i mercati internazionali, come quello Cinese, con l’articolazione di competenze e la massa critica che essi richiedono. Sono convinto che questo progetto pilota in ambito internazionale concorrerà a stabilire anche a livello nazionale nuove sinergie tra mondo professionale e mondo universitario, ancora troppo distanti rispetto ad altri contesti europei” ha dichiarato Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino.

Con Polito Studio si realizza in concreto uno degli obiettivi che ci siamo dati:sostenere il lavoro degli Architetti e offrire opportunità per guardare ad altri mercati. Grazie alla collaborazione con il Politecnico offriamo una formazione di altissima specializzazione e intercettiamo un mercato di grande potenzialità” ha commentato l’Architetto Massimo Giuntoli, presidente di OAT – Ordine degli Architetti, Torino.

I professionisti architetti, in particolare i più giovani, devono oggi guardare necessariamente ai mercati internazionali, dove però sono necessari anni per orientarsi e posizionarsi. Il Politecnico di Torino ha maturato, spesso da decenni, solide relazioni in quegli stessi Paesi. L’obiettivo di POLITO Studio è di metterle a fattor comune e di condividere con i professionisti l’esperienza maturata nel tempo in quei contesti. La Cina è ideale come caso pilota, perché tutte le università nostre partner hanno grandi istituti di progettazione, alla ricerca di collaborazioni internazionali” così il professor Michele Bonino, vice rettore per le Relazioni con la Cina, presenta il concept di POLITO Studio.

POLITO Studio si colloca pienamente nelle strategie operative dell’Ordine, finalizzate a creare opportunità concrete per i propri iscritti. Peraltro, la formula di “incubatore” per accompagnare i professionisti alla predisposizione di dossier di candidatura per bandi di concorso cinesi è sicuramente innovativa, perché passa attraverso un processo di formazione applicata, in cui le capacità di lavorare in team e in modo multidisciplinare allenano alle sfide professionali dell’internazionalizzazione” commenta l’architetto Cristina Coscia, vice presidente OAT e con Bonino coordinatrice di POLITO studio.

Possono partecipare alla call di POLITO Studio tutti gli architetti iscritti all’albo professionale; il form sarà pubblicato l’8 febbraio sul sito di OAT nella sezione dedicata all’internazionalizzazione. Candidature aperte fino all’8 marzo, i risultati saranno pubblicati entro la fine del mese per iniziare il biennio 2021-2023 il prossimo aprile.

Regione al lavoro per la tranche da 56 milioni destinati alla Torino-Lione

OPERE DI ACCOMPAGNAMENTO: PRONTA LA CONVENZIONE PER LA REALIZZAZIONE DEGLI INTERVENTI 


Traguardo importante per le misure di accompagnamento alla Torino Lione.  La Giunta ha approvato i criteri della Convenzione per le opere di accompagnamento di ‘priorità 2’ da sottoscrivere tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Piemonte, TELT e FS per regolare i rapporti e le modalità di erogazione delle risorse.

L’elenco delle opere comprende 24 interventi nei Comuni lungo il tracciato italiano della tratta transfrontaliera della Tav per un valore complessivo di 32.129.919 euro.

«Abbiamo lavorato con impegno per compiere un passo importante che consentirà alle amministrazioni locali di procedere immediatamente con la progettazione e l’avvio delle opere senza dover attingere dai bilanci comunali, perché abbiamo ottenuto che venga anticipato il 30%sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Adesso andiamo avanti e continuiamo a lavorare per portare sul territorio l’ultima tranche da 56 milioni di euro».

Le linee di indirizzo approvate confermano, innanzitutto, che gli interventi oggetto della convenzione potranno essere rimodulatie che, in caso di revisione, le nuove opere e misure compensative dovranno essere strettamente correlate alla funzionalità dell’Opera e non delocalizzabili e dovranno tenere conto del divieto di finanziare spese correnti con entrate in conto capitale, fermo restando la facoltà di proporre progetti integrati più articolati in cui le spese correnti contribuiscano sensibilmente al raggiungimento dell’obiettivo.

«Dopo i primi 10 milioni per le opere di accompagnamento – sottolinea l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte Marco Gabusifinalmente vediamo la partenza di questo secondo blocco di interventi per un importo tre volte superiore. Come ho sottolineato ieri durante l’audizione alla Camera, ci troviamo ancora in assenza di un Commissario per la Tav, ma fortunatamente dopo molti mesi è stato nominato il Presidente dell’Osservatorio, con l’obiettivo proprio di seguire l’iter delle opere di accompagnamento. Nonostante le richieste spesso inevase, noi andiamo avanti e lavoriamo per assicurare al territorio quegli elementi di sviluppo che le amministrazioni comunali aspettano da tempo».

«Un atto rilevante – sottolinea l’assessore alle Attività Economiche e Produttive Andrea Tronzanoche dimostra l’impegno continuo della Regione per portare avanti le istanze degli amministratori locali e, al tempo stesso, dare continuità a opere utili per lo sviluppo socioeconomico del territorio attraversato dalla Tav».

Con la sottoscrizione della convenzione la Regione Piemonte prenderà impegni precisi. Dovrà infatti sovrintendere e garantire che le eventuali rimodulazioni degli interventi siano coerenti con i criteri approvati. Potrà inoltre gestire in piena autonomia, sentito il Presidente dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione, le attività per l’eventuale rimodulazione, sempre nel rispetto dei criteri indicati.

Sarà poi compito della Regione inviare agli altri soggetti sottoscrittori, la relazione annuale di “Attuazione delle misure di accompagnamento dell’Opera”, per le finalità di adempimento informativo da rendere al CIPE. E sempre in tema di comunicazione spetterà alla Regione assicurare nei confronti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il flusso delle informazioni per il monitoraggio dell’avanzamento degli interventi. Sarà, infine, la Regione a trasmettere al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, le rendicontazioni delle spesesostenute dai soggetti attuatori, ai fini delle richieste al Ministero dell’erogazione delle risorse.

La convenzione dovrà prevedere che le risorse ministeriali previste vengano erogate alla Regione Piemonte oppure, su indicazione di quest’ultima, direttamente ai soggetti attuatori.

Ufficio stampa Assessore ai Trasporti, Infrastrutture, Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile Marco Gabusi