ilTorinese

Giorgina Siviero. San Carlo 1973. Una passione smodata,

Il secondo degli eventi collaterali alla mostra Gianfranco Ferré dentro l’obiettivo, allestita nelle sale delle Cantine sino al 9 marzo 2025, è con Giorgina Siviero, iconica protagonista torinese della moda. L’imprenditrice presenterà il suo libro dal titolo Giorgina Siviero. San Carlo 1973. Una passione smodatadomenica 12 gennaio 2025, nella Sala Archi Candidi, alle ore 16.00.

Giorgina Siviero è un nome storico della moda torinese: imprenditrice visionaria e fondatrice della boutique multi brand San Carlo dal 1973 (oggi un luogo in cui è protagonista la moda di ricerca) ha avuto modo di vedere e vivere tutte le grandi trasformazioni del fashion degli ultimi 50/60 anni. Grazie a Instagram è diventata un vero fenomeno social dove offre i suoi consigli di stile.

L’incontro sarà preceduto da visite guidate in mostra dalle ore 14.30.

A Monteu da Po l’opera di un detenuto del carcere di Bollate

“Come Amministrazione Comunale siamo profondamente lieti di accogliere la donazione dell’opera dal titolo Il Castello, realizzata da Francesco Cherubini, un detenuto del carcere di Bollate. Questa tela, dipinta in acrilico, misura circa 60×50 cm e si pone tra il tradizionale e il surrealista, evocando il fascino di un castello che può essere reale o immaginario”, esordisce il sindaco di Monteu da Po Elisa Ghion.

L’opera è il frutto del lavoro svolto presso il Laboratorio Artemisia del settimo reparto del carcere, gestito da Nadia Nespoli, artista milanese che da oltre 12 anni si dedica alle arti visive come strumento di crescita e trasformazione personale per i detenuti, in particolare quelli condannati per reati sessuali. Artemisia rappresenta uno spazio di speranza e creatività, dove l’arte diventa un mezzo per esplorare sé stessi e riscrivere la propria storia.

“La donazione di questo quadro è un gesto che va oltre il valore artistico – continua il primo cittadino -. È un atto di riscatto, un simbolo potente della possibilità di redenzione attraverso l’espressione creativa. In un momento storico così delicato, segnato dal dramma del femminicidio e di altre gravi violenze contro le donne, questa opera vuole essere anche un invito alla riflessione. Accogliere questo quadro significa abbracciare il messaggio che l’arte può dare voce a chi cerca di ricostruire sé stesso e che il cambiamento è possibile, anche nei contesti più difficili”.

“Quest’opera non è solo il frutto del talento di chi l’ha creata, ma il risultato di un percorso di riscatto, di riflessione e di crescita. Ogni pennellata, ogni dettaglio, porta con sé il valore dell’impegno, della resilienza e della speranza – spiega il sindaco Elisa Ghion -. Accogliendola accogliamo un pezzo di quell’umanità che troppo spesso tendiamo a dimenticare o a relegare ai margini. Questa donazione rappresenta un invito per tutti noi: a lasciarci contaminare, a essere aperti al dialogo e alla comprensione, a riconoscere che l’arte può trasformare non solo chi la crea, ma chi la riceve. Ecco che l’arte diventa un mezzo potente per fare incontrare il dentro e il fuori, per abbattere pregiudizi e per ricordarci che ogni individuo, anche chi sta scontando una pena, è portatore di bellezza, di storie e di significati che meritano di essere ascoltati”.

Il carcere, spesso visto come luogo di esclusione, grazie a iniziative come questa, diventa spazio di rigenerazione. Il Laboratorio Artemisia è un luogo di umanità, dove l’arte aiuta a rielaborare il passato e immaginare il futuro.

“Con gratitudine e rispetto, ringraziamo Francesco Cherubini per aver condiviso questa parte di sé, il papà Sergio per avercelo inviato e Nadia Nespoli per il lavoro instancabile che rende tutto questo possibile. Quest’opera ha trovato il suo posto nella sala consiliare del Comune di Monteu da Po, non solo come opera d’arte, ma come testimonianza di speranza e impegno verso un futuro migliore”, conclude Elisa Ghion.

 

Nella foto il sindaco Elisa Ghion e l’assessore Giuseppe Deluca 

 

Al via le masterclass della Gypsy con le star di Broadway e del West End di Londra

Open day il 31gennaio con Carly Anderson

Torino, crocevia di stelle hollywoodiane, è  pronta ad ospitare dall’11 gennaio per il sesto anno i più  importanti nomi del musical internazionale provenienti da Broadway e dal West End di Londra grazie al ‘Broadway & West End Gypsy Project’ della Gypsy Musical Academy, la grande e storica accademia di musical e spettacolo di Torino. Si tratta dell’unica sul territorio piemontese in grado di preparare i ragazzi per i più  prestigiosi palchi internazionali,  come quello inglese e americano.

Quattro incontri  si terranno per altrettanti sabati e domeniche  tra gennaio e maggio presso la sede di via Pagliani 25. Il primo sarà con Millie O’ Connell, protagonista  nel musical Six ( Anna Bolena) l’11 e il 12 gennaio; il secondo con Vinny Coyle, che veste i panni di Raul in “The Phantom of the Opera” il 22 e 23 febbraio. Terzo appuntamento con Carly Anderson, protagonista del musical ‘Wicked’ (Glinda) il primo e 2 marzo. Il quarto stage sarà  con Karis Anderson, protagonista del musical “Tina” il 3 e 4 marzo.

Per chi lo desiderasse la Gypsy dà la possibilità  a  chi lo desideri  di organizzare un  viaggio a Londra per assistere ai musical più  famosi, vivendo l’esperienza del backstage con la possibilità di un incontro didattico presso la scuola partner della capitale inglese. 

Da  non perdere il 31 gennaio l’open day della Gypsy Musical Academy, con la partecipazione eccezionale di Carly Anderson.

Importante la prenotazione. 

Info e prenotazioni 011/0968343.

Mara  Martellotta

Tornano le conferenze di GiovedìScienza

La medicina narrativa al centro del primo appuntamento del 2025

Giovedì 9 gennaio 2025 ore 17:45 – Polo del ‘900 – Via del Carmine, 14 Torino

Ti racconto la mia malattia. Condividere la propria esperienza per stare bene e far stare bene

Con Alessandra Comazzi, giornalista e critica televisiva e Silvia De Francia, Università di Torino.

 

Medicina, geoscienza, innovazione tecnologica, IA, cambianti climatici e tanto altro ancora. A gennaio, e fino ad aprile, tornano le conferenze di GiovedìScienza, la rassegna realizzata da CentroScienza Onlus che da quasi quarant’anni svolge un ruolo cruciale nel trasmettere in modo efficace la complessità della scienza al grande pubblico.

 

Il primo appuntamento 2025 di GiovedìScienza è in programma il 9 gennaio alle 17.45 al Polo del 900 di Torino.

La conferenza, dal titolo Ti racconto la mia malattia. Condividere la propria esperienza per stare bene e far stare bene vedrà protagonista Alessandra Comazzi, giornalista e critica televisiva, in dialogo con Silvia De Francia, Università di Torino. L’incontro affronta un tema di grande attualità, la medicina narrativa, che nasce per permettere a chi soffre di condividere il proprio percorso, smontandolo e ricostruendolo, per darsi pace, per aiutarsi. Ma nasce anche con l’intento di far bene a chi ascolta. Silvia De Francia, docente universitaria e giornalista, intervista Alessandra Comazzigiornalista e critica televisiva. Alessandra due anni fa è stata colpita dalla sindrome di Guillain-Barré, una polineuropatia acuta: tanta strada ha percorso con tenacia e determinazione da quel 7 gennaio 2023. Cammino che Alessandra ha deciso di raccontare al pubblico di GiovedìScienza.

 

I cinque incontri di gennaio di GiovedìScienza sono incentrati su temi di grande attualità: medicina, cura e consapevolezza, risorse e nuove materie prime, innovazioni tecnologiche, intelligenza artificiale e chirurgia di precisione, cambiamenti climatici. Alle tre conferenze previste al Polo del ‘900 di Torino e in programma al consueto orario delle 17.45, si aggiunge uno speciale appuntamento serale, a calendario il 30 gennaio alle 20.30 presso il Polo Artistico e Culturale Le Rosine (Via Plana 8/C). Uno spettacolo dal titolo Sex and The Climate dedicato agli aspetti emotivi e sentimentali del cambiamento climatico. In programma anche il primo degli appuntamenti di GiovedìScienza dietro l’angolo: martedì 21 gennaio, ore 10.00 presso la Biblioteca civica Italo Calvino (Lungo Dora Agrigento, 94).
Tutti gli incontri si svolgono in presenza. L’ingresso è libero sino ad esaurimento posti. Maggiori informazioni su www.giovediscienza.it – Tel. 0118394913 WhatsApp 375 6266090 – gs@centroscienza.it Le conferenze saranno disponibili online sul canale YouTube di GiovedìScienza a partire dalle ore 17:45 del venerdì.

Il cane abbaiava: uomo accoltella al collo e all’addome la proprietaria dell’animale

Un cittadino italiano di 72 anni è stato arrestato per tentato omicidio dalla Polizia di Stato.

La sera di Capodanno gli agenti della Squadra Volante intervengono in corso Maroncelli dove è presente una donna su un’ambulanza con un taglio sul collo.

Gli agenti vengono a sapere che la donna era stata ferita da un uomo di 72 anni lì presente che, sceso di casa, avrebbe accoltellato al collo e all’addome la vittima in qual momento in compagnia di un amico. L’aggressore si sarebbe lamentato che il cane della donna abbaiava ed era rumoroso.

I poliziotti apprendevano che in passato c’erano già stati litigi con la coppia a causa del cane.

La donna veniva trasportata in ospedale dove veniva ricoverata in prognosi riservata in terapia intensiva.

La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto.

Tina Modotti, un percorso emozionale a Camera Torino

LA MOSTRA 

300 fotografie per raccontare l’opera e la vita di una delle più importanti fotografe rivoluzionarie del XX secolo: Tina Modotti. In esposizione a Torino fino al 2 febbraio 2025 presso il Centro Italiano per la Fotografia- CAMERA a Torino (Via delle Rosine, 18), il racconto dell’eccezionale percorso di vita di una donna dal talento multiforme, che visse in otto paesi diversi, parlando cinque lingue ed che fu attrice di cinema, attivista politica, combattente, pittrice oltre a straordinaria fotografa.

 

Armata della sua sola Graflex, la Modotti- in soli 46 anni di vita- riuscì a raccontare la cruda realtà di un continente fondamentale per lei -il Messico- e a dare vita ad una narrazione cruda e veritiera della realtà politica e culturale che la circondava, senza mai scordarsi “degli ultimi” della società .Una donna libera, colta e dal talento poliedrico che in riuscì ad affermarsi e tessere relazioni importanti tra cui Frida Kahlo e Diego Rivera, Robert Capa, Ernest Hemingway solo per citarne alcuni. Importantissimo per la sua formazione umana e professionale fu anche l’incontro con alcuni uomini tra cui Roubaix de l’Abrie Richey (Robo)- suo primo marito- e Edward Weston amante e maestro della Modotti.

 

Un’artista vera e straordinaria il cui unico desiderio era “fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi e questo è il mio contributo ad un mondo migliore”.

 

VIAGGIO NEL MONDO DELLA MODOTTI

CAMERA ci accompagna alla scoperta della Modotti attraverso un percorso geografico della vita dell’artista, sviluppato in diverse sezioni. Ricco di dettagli, la mostra è una lunga passeggiata emozionale che parte dagli arbori della vita della fotografa- nata ad Udine e ben presto emigrata negli Stati Uniti con la famiglia- dove troviamo alcuni scatti inediti che la ritraggono, ancora giovanissima, insieme alla sua famiglia. Particolarmente significativo è la fotografia realizzata dal suo amante e fotografo Weston che scriverà a tal riguardo “solo perché mi hai fatto tali ritratti, immortali, dimostri la tua capacità di tirare fuori il meglio che c’è in me” (da Newhall, The Daybooks of Edward Weston, Aperture, NW 1973, vol. I, p. 49). E’ proprio negli Stati Uniti, a San Francisco, che la Modotti viene a contatto con il fervore culturale della città che la spinge a trasferirsi a 21 anni a Los Angeles con il primo marito Robo in un contesto bohemien ricco di stimoli. Inizia così la sua carriera cinematografica, dove si afferma come prima attrice protagonista del cinema muto americano, carriera che lascerà ben presto per dedicarsi completamente alla fotografia. A segnare una svolta della sua vita sarà la prematura morte del marito, che la porta al successivo incontro con Weston nel 1923. Lo stesso, già fotografo affermato, insegna a Tina le basi della fotografia e ben presto il suo talento supererà quello del maestro. Sarà proprio con Weston che la Modotti deciderà di trasferirsi a Città del Messico.

 

MESSICO, TERRA DELL’ANIMA

 

Il Messico è Tina Modotti e viceversa”. Nell’immaginario comune la figura di Tina Modotti è strettamente legata a questo Paese e a tutto quello che esso rappresentò per lei. Una terra di contrasti, dove si contrappone la vivacissima Città del Messico, già centro culturale del mondo, e la sconvolgente realtà di Tehuantepec: la Modotti le racconta in grado entrambe, con equilibrio e profondità. Il Messico, terra che dovette in seguito abbandonare, fu anche il posto che la consacrò definitivamente come artista internazionale nel 1929 con la Grande Mostra presso l’Atrio dell’Università Nazionale: 60 scatti inediti che furono palese testimonianza del suo manifesto artistico. La stanza dedicata alla grande esibizione ci riporta direttamente dentro a quell’atmosfera latinoamericana di un tempo, complici le musiche di sottofondo di Concha Michel.

DONNE E ATTIVISMO POLITICO

 

Da quel momento fu vivacissima anche la sua attività politica che la portò a girare il mondo e a battersi in prima linea per il Supporto Rosso Internazionale, sempre accanto degli ultimi, ai deboli e agli umili.

 

La mostra da ampio spazio anche alle numerose donne, madri, figlie raffigurate dalla Modotti: bellissime e dallo sguardo profondo, in grado di fare riconnettere lo spettatore con l’animo profondo dell’artista.

 

Per ultimi i ritratti ed in particolare la “galleria dei ritratti“, attività remunerativa a cui si dedicò a lungo con il marito Weston, nel quale non manca il tocco umano e vivace della Modotti nell’ eclettica rappresentazioni delle più disparate personalità.

 

Tina Modotti fu una donna il cui valore, come per molte, venne alla ribalta mondiale molti anni dopo la sua scomparsa ma in grado, già in vita, di rendersi immortale.  Questa capacità è da attribuire oltre che al suo immane talento, anche alla sua umanità che traspare vividamente dai suoi scatti e dalle sue parole di cui abbiamo ancora traccia nella sua corrispondenza: “lotterò per trovare la mia strada, ho abbastanza fiducia in me stessa e non devo sottovalutare le mie capacità. So che ci sono dei momenti quando tutto sembra nero, ma forse il giorno dopo il sole spende e gli uccelli cantano, il panorama cambia come per magia“.

 

E forse, da queste mostra, capiamo che ci sono delle possibilità per dare spazio al talento di tante donne incredibili, come fu Tina Modotti.

 

Valeria Rombolà

copyright foto: Camera Torino

 

CAMERA Torino- Centro Italiano per la Fotografia

Via delle Rosine,18- Torino 

Fino al 2 febbraio 2025

 

Addio al professor Georges Virlogeux

Caro direttore,

il 24 dicembre si è spento nella sua casa di Lançon de Provence dove viveva, e dove è stato per molti anni Sindaco stimato e benvoluto, il nostro carissimo amico e collaboratore professor Georges Virlogeux, curatore per il Centro Stuti Piemontesi del monumentale Epistolario azegliano. Professore onorario di letteratura e civiltà italiane nell’ Università di Aix-en-Provence, membro del Comitato Scientifico della rivista «Studi Piemontesi», del Comitato Scientifico per l’Edizione Nazionale delle Opere di Alessandro Manzoni, Socio Corrispondente della Deputazione Subalpina di Storia Patria, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, lasciando un grande vuoto.

Virlogeux ha pubblicato saggi di argomento ottocentesco e di ecdotica dei carteggi in riviste francesi e italiane come la “Revue des études italiennes” (Paris), la “Revue d’études romanes” (Aix-en-Provence), “Rassegna storica del Risorgimento” (Roma), “Studi Piemontesi” (Torino), “Annali  manzoniani” (Milano) o in Atti di convegni di studi internazionali (Aix-en-Provence 1981,1983,1984,1985,1987, 1989;  San Salvatore Monferrato 1983; Nantes 1984; Saluzzo 1990;  Lecco 1990; Cagliari 1992; Stresa 1993).

Il suo maggior contributo è la raccolta, la cura e la pubblicazione, in dodici volumi dell’Epistolario di Massimo d’Azeglio, per le edizioni del Centro Studi Piemontesi di Torino (1987-2021).  L’ultima sua importante fatica è la pubblicazione tanto attesa del Carteggio di Luisa Maumary Blondel d’Azeglio 1820-1871, venuto alla luce in due volumi a Milano nel mese di dicembre 2023 per le edizioni del Centro Nazionale Studi Manzoniani. Questa raccolta, strettamente collegata all’Epistolario azegliano, ha regalato a Georges Virlogeux la soddisfazione di un lavoro lungo, complesso, accudito con sapienza e affetto, finalmente concluso, come scrive Rosanna Roccia nella Nota pubblicata sul numero di dicembre 2024 di “Studi Piemontesi”, che egli ha potuto ancora vedere e apprezzare.

Al Centro Studi Piemontesi Georges Virlogeux ha donato il suo archivio di studi e ricerche su Massimo d’Azeglio, volendo così confermare il profondo rapporto di collaborazione che per oltre quarant’anni lo ha legato alla Ca dë Studi Piemontèis.  La documentazione donata dal prof. Virlogeux era conservata nello studio-biblioteca all’ultimo piano della sua abitazione di Lançon-de-Pronvece. Nel mese di luglio del 2024 è stato realizzato il trasferimento a Torino di tutto il materiale documentario, composto da appunti di studio, minute di opere edite e inedite, dispense universitarie, corrispondenza d’ambito accademico e una nutrita serie di saggi e documenti su Massimo d’Azeglio.

Nei mesi di agosto e settembre del 2024 il Centro Studi Piemontesi ha promosso la schedatura, il riordino e l’inventariazione dell’intero fondo documentario, tramite la descrizione di 705 unità archivistiche, datate dal 1847 al 2023.

Insieme al fondo documentario, il prof. Virlogeux ha lasciato al Centro Studi Piemontesi anche una selezione di volumi della sua biblioteca privata, con opere di Massimo d’Azeglio in prima edizione e numerosi saggi di storia e critica letteraria dedicati all’Ottocento italiano, alla storia del Risorgimento e all’attività di Massimo d’Azeglio quale politico, artista e letterato.

Il “Fondo archivistico Georges Virlogeux”, sarà al più presto reso disponibile alla consultazione, mentre i volumi sono già schedati on-line come “Fondo Georges Virlogeux”, e collocati nella Biblioteca del Centro Studi Piemontesi.

Alla domanda perché d’Azeglio?, Georges Virlogeux rispondeva così:  “Il 20 novembre 1987, presentando a Torino il primo volume dell’epistolario azegliano, io precorsi la curiosità del pubblico convenuto a Palazzo Carignano, riformulando la domanda ch’egli si poneva: come mai l’epistolario di Massimo d’Azeglio, la cui edizione si aspettava dal generale in capo dei risorgimentisti italiani, gli veniva ammannito da un ignoto gregario dell’italianismo francese. Gregario del resto sono rimasto, nel senso che non sono mai diventato uno storico del Risorgimento e sono tutt’ora un italianisant. Alberto Maria Ghisalberti, che lavorò per anni intorno all’ Azeglio, fu il miglior conoscitore del nostro. Ma fu come se l’epistolario fosse stato per lui insieme troppo e troppo poco. Troppo poco, perché la cura di un epistolario è una fatica da benedettino che sminuzza la materia e impedisce allo storico di spaziare in sintesi brillanti e intellettualmente eccitanti. Troppo, perché le molteplici responsabilità non gli lasciarono il tempo di occuparsene. E non lo fece. Io invece mi lasciai allettare da questa prospettiva di tempi lunghi, che permettono allo studioso di ripercorrere amorosamente, talvolta a misura di giornata, l’itinerario testuale e biografico del suo autore. Un acquerello giovanile di Massimo lo rappresenta in abito da pittore mentre antenati suoi lo guardano cipigliosi. Quando decisi di iniziare il lavoro, mi raffiguravo così, timoroso dello sguardo indagatore dei miei futuri colleghi italiani, e mi accontentavo di appropriarmi, con timore reverenziale, dei luoghi e dei personaggi che venivano prendendo corpo durante i miei brevi soggiorni torinesi. I portici di via Po, il palazzo di via d’Angennes, l’Accademia albertina furono le mete delle mie prime passeggiate. Le lettere, nella produzione azegliana, mi apparvero come un filo, non ancora ben tessuto, per scoprire personaggio, uomini e luoghi tutt’ insieme. Con la loro quantità e diversità, costituivano un piano di studio coerente e duraturo. Data la loro dispersione, dovetti poi spiemontizzarmi anch’io per andarne in cerca in altre provincie. Cercare e trovare in archivi pubblici e in biblioteche è certo una gioia, ma in archivi privati è occasione di contatti umani vari e preziosi. Esplorare questa fetta di storia e di geografia italiana, studiata a tavolino nell’ Università francese, creare collaborazioni fraterne e fiduciose, cercare e convincere un editore, stabilire con un imprevedibile pubblico legami di simpatia, di affetto, mi parve un’ambizione lodevole. Ecco perché mi sobbarcai. Mi resta un ultimo voto: veder morire Massimo d’Azeglio una seconda volta prima di me…  Georges Virlogeux”.

E almeno in questo è stato pienamente esaudito.

Albina Malerba

Centro Stuti Piemontesi

Donna investita mentre attraversa la strada: gamba fratturata

Ennesimo incidente con persone investite mentre attraversano le strade nelle città piemontesi. Questa volta è successo  a Biella. In via Torino una donna è stata urtata da un’auto guidata da un ragazzo. La malcapitata, soccorsa dal 118 e dai vigili urbani ha riportato la frattura di una gamba.
(foto archivio) NOTIZIE DAL PIEMONTE

 

Nuove truffe sui social: attenzione alle false (e improbabili) offerte di abbonamento Gtt a prezzi stracciati

Continuano a comparire sui social alcuni post e stories con offerte improbabili, in particolare relative a un fantomatico “abb⁠ona⁠men⁠to ⁠⁠annuale al trasporto pubblico gratuito per i residenti a Torino”, presentati con immagini di mezzi GTT.

Si tratta di annunci falsi, realizzati da malintenzionati per truffare gli utenti.
GTT non è in alcun modo coinvolta in queste offerte e invita i propri utenti a diffidare da esse.
Il consiglio è di non fidarsi e di non cliccare su link o scaricare file che vengono proposti in questi annunci.
Le offerte reali GTT sono sempre pubblicate sui canali ufficiali dell’azienda, come il sito web e i social network e le vendite dei titoli di viaggio e di sosta digitali avvengono esclusivamente tramite l’e-commerce e le app ufficiali.
GTT ha già segnalato i post alle autorità competenti.

Non cadere nelle trappole dei truffatori! Se ti capita di vedere un’offerta sospetta, non esitare a segnalarla a GTT.
Insieme possiamo contribuire a fermare le truffe.

Come riconoscere una truffa online

In generale, è importante diffidare di offerte troppo vantaggiose o che sembrano troppo belle per essere vere.
È importante verificare sempre la fonte dell’offerta e controllare se è stata pubblicata sui canali ufficiali dell’azienda o dell’ente in questione.
In caso di dubbi, è sempre consigliabile contattare direttamente l’azienda o l’ente per verificare l’autenticità dell’offerta.