ilTorinese

La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni

LIBRI / Pier Franco Quaglieni, noto storico e giornalista, fondatore nel 1968 del Centro Pannunzio con Arrigo Olivetti e Mario Soldati, ha fatto propria e portato avanti per una vita la battaglia per la libertà e per la tolleranza (che altro non è se non il rispetto della libertà altrui).

Definito da Gramellini un «liberale del Risorgimento nato nel secolo sbagliato. Per nostra fortuna.», da alcuni anni presenta al pubblico una panoramica di insigni personaggi italiani del ‘900, con il duplice obiettivo di riconoscere loro meriti troppo spesso taciuti e di indicarli ad esempio per le nuove generazioni. Lascito che diventa necessità impellente con il progressivo scadere del dibattito politico, l’aumento della veemenza e dell’intolleranza nei social, la riduzione progressiva degli spazi dedicati alla libera cultura.

Nel primo capitolo di questa panoramica, Figure dell’Italia civile(2016) l’autore tratteggia i maestri e gli amici che hanno costituito i pilastri del pensiero liberale, e non solo, del ‘900, in parte per averli studiati, in parte per averli conosciuti o averne condiviso le battaglie. Einaudi, Calamandrei, Rossi, Bobbio, Montanelli, Ciampi, Spadolini, Pannella, solo per citarne alcuni, emergono non solo come pensatori, ma nella loro piena umanità, con le loro passioni, le loro incertezze, le loro battaglie che hanno fatto dell’Italia il paese che è oggi. Nel 2018, con Grand’Italia, questa Antologia di Spoon River si arricchisce di altri insigni personaggi, anche non strettamente legati all’idea liberale: Saragat, Gramsci, Eco si affiancano a Guareschi, Martini Mauri, Sartori, Zanone e tanti altri. Nella varietà delle posizioni, si ricostruiscono i contesti politici, i dibattiti, le polemiche, anche molto accese, dei decenni passati. Il dar voce a posizioni anche contrastanti è scelta imprescindibile, non solo per amore di verità storica, ma anche perché, ricordando Gobetti, solo attraverso il confronto le idee poterono e possono proseguire.

Oggi viene alla luce un terzo capitolo La passione per la libertà. Ricordi e riflessioni che, se da un lato integra i lavori precedenti, dall’altro apre a nuove tematiche. Sempre nella duplice accezione di dar loro un riconoscimento e di indicarli quale esempio alle nuove generazioni, trovano spazio personaggi più vicini ai nostri giorni quali Daverio, Biondi, Ostellino o Pansa di cui tutti ricordiamo le opere ed in alcuni casi i forti dibattiti che hanno suscitato (e suscitano). Si arricchisce così questa poliedrica storia del ‘900, rivista con le prese di posizione di molti dei suoi protagonisti, spesso in aperta antitesi tra loro. Solo la profonda conoscenza, unita all’onestà intellettuale ed al rigore storico di Quaglieni, poteva presentare i passaggi fondamentali del secolo, non in modo lineare come un qualsiasi manuale scolastico, ma attraverso le scelte dei suoi artefici. Ritroviamo i dibattiti sull’intervento in Libia nel 1911 o nella Grande Guerra, le posizioni sull’avvento del fascismo e sulla sua caduta, con la conseguente guerra civile, ma anche l’esodo giuliano-dalmata e le foibe. Più recentemente il brigatismo, i dibattiti sulla scuola, i temi sempre divisivi dell’aborto e del divorzio. Tra le tante tematiche ne cito una, illuminante per l’equilibrato modo di porla. Riprendendo la strage delle Fosse Ardeatine, l’autore ricorda una delle vittime, Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo, capo del Fronte Militare clandestino, arrestato per delazione, torturato in modo disumano, che mai parlò tradendo i suoi compagni, insignito di medaglia d’oro della Resistenza. Tacque eroicamente, nonostante fosse stato contrario ad atti terroristici, quale quello di via Rasella che causò la rappresaglia, a cui per poco scampò Pannunzio. Chi invece compì l’attentato, non si consegnò per evitare la strage e, dopo la guerra, ottenne onori e riconoscimenti, sotto la protezione di Amendola. L’aspetto più interessante di questo racconto, è il ritratto che l’autore delinea, alcune pagine dopo, dello stesso Amendola. Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, nonostante le responsabilità per via Rasella, il giudizio su Amendola è distaccato e complessivamente positivo. Questo esempio è significativo della personalità e dell’opera di Quaglieni, la capacità, più unica che rara, di mantenere un giudizio equilibrato, scevro di preconcetta faziosità o di umana emotività: storico nel senso più puro del termine. Una perla rarissima, rispetto all’involgarimento cui siamo purtroppo abituati.

Ne La passione per la libertà, l’autore va oltre al ruolo di storico e docente che caratterizzava i primi libri, affiancando quello del giornalista che interviene e partecipa a dibattiti attuali: non a caso è anche una delle firme più autorevoli de il Torinese. Trovano così posto nel volume alcune prese di posizione, anche fortemente polemiche, su temi odierni come l’esclusione di Casa Pound dal Salone del Libro, la lapide sui disertori al Vittoriano, il negazionismo sulle foibe, il revisionismo sul Risorgimento. Anche quando entra nel dibattito, però, ha la capacità di ascoltare e vagliare le tesi opposte, prendendo seccamente le distanze da chi dimostra un’intolleranza o una faziosità che non gli sono mai appartenute.

In quest’ultimo lavoro poi, sono presenti (e colpiscono chi lo conosce e ne apprezza da tempo le opere) alcuni tratti spiccatamente personali, da ricordi di infanzia, ad album di famiglia ad aneddoti personali di alcuni dei personaggi ricordatiche svelano un aspetto più intimo del professor Quaglieni. Conclude il volume Riflessioni sulla laicità tra Cristianesimo edIslam e il magistero del Cardinal Ravasi, più che un capitolo, di fatto è un breve saggio che ripercorre in modo esaustivo, tra Matteucci, Bobbio, Croce, Abbagnano, Pera la difficile convivenza tra liberalismo e religione, nelle varie declinazioni tra anticlericalismo, laicismo e laicità. Argomento di grande rilevanza, sia perché il Cristianesimo è alla base della cultura occidentale ed i rapporti con esso sono stati fondamentali tanto per il Risorgimento, quanto per l’antifascismo; sia perché lascia trapelare un avvicinamento dell’autore, in età matura, ad un sentimento religioso che in passato, forse, non sentiva così vicino. Questo, al di là di titoli e riconoscimenti formali, rende l’autore ancora più umano ed il libro ancora più interessante.

Paolo Vieta

 

Dalla Regione i fondi per i giovani agricoltori

Assessore Protopapa: “Un unico bando per l’insediamento dei giovani e per il miglioramento delle aziende”

E’ in arrivo il bando regionale per l’anno 2021 a sostegno dei giovani agricoltori piemontesi sulle misure del Programma di sviluppo rurale del Piemonte per gli anni di transizione 2021-2022.

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha approvato oggi la delibera che assegna un finanziamento complessivo di 45,6 milioni di euro per l’apertura del bando cosiddetto “pacchetto giovani” in quanto integra le operazioni 6.1.1 del Psr, insediamento dei giovani agricoltori e 4.1.2 del Psr, miglioramento delle aziende agricole (rendimento globale e sostenibilità).

“Per l’anno 2021 la Regione Piemonte assegna una dotazione finanziaria significativa a sostegno dei giovani agricoltori piemontesi attraverso l’apertura di un unico bando, molto atteso dall’intero comparto – dichiara l’assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa – Sono previsti aiuti per avviare nuove imprese e per la realizzazione di investimenti finalizzati agli adeguamenti strutturali delle aziende con l’obiettivo di migliorarne la competitività”.

L’emanazione del bando è condizionata dall’approvazione da parte della Commissione Europea della richiesta di modifica del Psr 2014-2020 del Piemonte per gli anni di transizione e verrà pubblicato la prossima settimana sul sito della Regione Piemonte.

Carceri, i radicali scrivono a Cirio

VISITA AL CARCERE DELLE VALLETTE DI TORINO: LA DELEGAZIONE DEL PARTITO RADICALE E DELL’ASSOCIAZIONE MARCO PANNELLA DI TORINO SCRIVE AL PRESIDENTE E ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA REGIONE PIEMONTE.

Lo scorso 2 agosto una delegazione del Partito Radicale, guidata da Rita Bernardini, Presidente di Nessuno Tocchi Caino, Mario Barbaro, delle Segreteria del Partito Radicale e Sergio Rovasio, Presidente dell’Associazione Marco Pannella di Torino, insieme ai Garanti dei detenuti del Piemonte, Bruno Mellano e del Comune di Torino, Monica Gallo, hanno inviato una lettera urgente al Presidente della Regione Alberto Cirio e all’Assessore alla Sanità della Regione Luigi Icardi per chiedere interventi urgenti riguardo l’assistenza sanitaria quasi del tutto inesistente nel Carcere Lorusso-Cotugno delle Vallette di Torino.

Nella lettera si fa riferimento a dati oggettivi e dettagliati riguardo gravi carenze sanitarie riscontrate all’interno del carcere, in particolare vengono sollecitati  interventi urgenti di competenza regionale che negli ultimi due-tre anni si sono acuiti. E’ stata segnalata l’assenza quasi totale di medici specialisti con gravi carenze di tipo strutturale, tra tutte la cardiologia.  Persone detenute con gravi problemi psichiatrici in reparti non adeguati, in aree in comune con altre detenute nel reparto femminile.

Viene inoltre segnalata la mancanza di un referente regionale che possa con celerità riscontrare le varie disposizioni in materia di prevenzione di diffusione del Virus Covid-19  che consenta alla popolazione detenuta di poter incontrare in sicurezza e in appositi spazi all’aperto (Aree Verdi) i parenti, così come previsto recentemente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la totale mancanza di adeguata informazione tra la popolazione detenuta e il personale penitenziario sui benefici del vaccino anti-Covid con percentuali piuttosto elevate di persone. Il personale adibito alla sicurezza ( solo il 60% degli agenti del corpo della polizia penitenziaria si è sottoposto a vaccinazione ) – che lo rifiutano e che si trovano in situazione di promiscuità con rischi elevati di diffusione del virus all’interno del carcere.

Le condizioni igieniche carenti dovute a scarsa/inesistente manutenzione, in particolare per mancanza di adeguata disinfestazione di tutte le aree con  ambienti degradati e spazi inadeguati sotto il profilo igienico-sanitario e conseguente presenza costante di blatte, scarafaggi e topi e gravi ritardi sulla consegna dei medicinali di cui necessitano i detenuti (attesa anche di oltre un mese dalla richiesta);

Nella lettera viene sottolineato che tali problematiche si riversano gravemente sulle condizioni di detenzione dei detenuti e riguardano direttamente anche il personale che opera all’interno del Carcere delle Vallette della Casa circondariale Lorusso-Cotugno (Polizia Penitenziaria, dirigenti, educatori, assistenti, insegnanti, volontari e personale amministrativo).

Furto e maltrattamenti, due arresti

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale per contrastare i reati contro il patrimonio e le violenze di genere, i carabinieri hanno arrestato 2 persone.

In particolare a Torino, nel Quartiere Madonna del Pilone, i militari del Nucleo Radiomobile hanno bloccato un cittadino marocchino che, dopo averne forzato la porta d’ingresso, si era introdotto all’interno delle cantine di un condominio di via XXIV maggio. Dai successivi accertamenti è emerso inoltre che l’uomo era evaso dagli arresti domiciliari cui era al momento sottoposto.

Nel quartiere Barriera Milano stessa sorte è toccata ad un altro marocchino che ha malmenato la ex fidanzata, una connazionale in stato di gravidanza. L’immediato intervento dei carabinieri ha evitato gravi conseguenze per la donna che già in passato è stata vittima di violenze psicofisiche da parte dell’uomo.

Entrambi gli arrestati sono ora  in carcere.

Lo Zen e l’arte del kakemono Rotazione di dipinti, stampe e libri giapponesi 

Dal 3 agosto al 6 dicembre 2021 

 

La periodica rotazione delle opere più fragili delle collezioni del MAO, sostituite per ragioni conservative, interessa oggi la galleria giapponese e, in particolare, le stampe, i libri e i kakemono, rotoli verticali che incorniciano eleganti dipinti e calligrafie su carta o su seta. 

 

Secondo la tradizione, i kakemono si appendono alle pareti delle case giapponesi, e in particolare nel tokonoma, una rientranza rialzata presente nelle abitazioni tradizionali dove vengono messi in mostra oggetti di valore. Il kakemono fu introdotto in Giappone dalla Cina, probabilmente nel periodo Heian (794-1185), e se all’inizio era utilizzato essenzialmente come supporto per soggetti religiosi di tipo buddhista, divenne in seguito uno dei mezzi di espressione artistica prediletto dai pittori giapponesi.

 

La pittura a tema buddhista, filo rosso di questa rotazione, è rappresentata al MAO dal dipinto più antico, di autore anonimo, presente nelle nostre collezioni: un’opera che costituisce anche un esempio classico di pittura devozionale da appendere nelle sale dei templi.
Si tratta del Bodhisattva Kannon “dalle undici teste”, un kakemono a inchiostro e colori su seta risalente al periodo Muromachi (XIV-XV secolo) che raffigura Juichimen Kannon, la forma esoterica più nota del Bodhisattva di compassione Avalokiteshvara in Asia orientale. È caratterizzato da un tratto preciso con intento naturalistico, dall’abbondanza dei pigmenti, da una certa rigidità della composizione e dal supporto prezioso: un raffinato drappo in seta.

 

Gli altri kakemono esposti sono di natura, tecnica e talvolta materiali molto diversi. Lo stile è prevalentemente rapido e calligrafico, realizzato con poche pennellate decise di inchiostro su un supporto più umile come la carta, anche se non mancano esemplari su seta eseguiti a colori in uno stile più descrittivo.

Questi dipinti non raffigurano le divinità maggiori del Buddhismo bensì persone, rese spesso con esiti caricaturali: monaci famosi, fondatori di Scuole, personaggi divinizzati, per lo più di tradizione cinese, come Hotei (Budai in cinese), un personaggio vissuto in Cina tra il IX e il X secolo, considerato a livello popolare come un’incarnazione di Maitreya, il Buddha del futuro. Viene ritratto come un pingue e pacioso monaco, rasato e sorridente, che porta un sacco colmo di tesori per i fedeli. Questa figura è simbolo di generosità, appagamento e abbondanza, ed è spesso rappresentata attorniato da fanciulli, cui elargisce dolcini dalla sua sacca.

 

Nel corridoio che ospita le stampe e i libri trova invece posto la seconda parte della serie di xilografie Murasaki Shikibu Genji Karuta (Le carte di Genji di Murasaki Shikibu).

 

 

 

 

Elezioni comunali, ultime schermaglie per le liste

Ora tutti addosso ad Alberto Nigra perché accusato di essere passato con il nemico di centrodestra.

Al netto delle solite ed abbastanza inutili polemiche, non mi sembra questo il punto. Vero, Alberto Nigra è promotore di una lista che appoggia Damilano candidato del centrodestra. Ma è un Alberto Nigra che non ha rotto con Azione di Calenda, che eletto nelle liste del PD corre a Roma contro il candidato del PD per essere eletto lui  Sindaco di Roma. Ne’, perlomeno risulta al sottoscritto, Calenda vuole rompere con Nigra e chi in Azione lo ha seguito. E nel giro ci sta Costa sottosegretario di questo Governo a suo tempo non eletto dal centrosinistra. Personalmente penso che questa lista non avrà grande successo elettorale, comunque un primo successo, dal loro punto di vista l’han già ottenuto: questo PD non può dirigere l’intero centro sinistra pena la totale e perpetua sconfitta. Inoltre vedremo se a Siena verrà eletto Letta ed in che modo. Insisto mi sembra tutto, ma proprio tutto  fluido. Ma non basta. Juri Bossuto si candida come indipendente a Presidente del quartiere di Mirafiori e Santa Rita… con i Pentastellati. Lui che si è battuto come un leone per Appendino al secondo turno e che dopo pochi mesi ha ammesso di aver fatto una cavolata. Lui che si presenta a Mirafiori in polemica con il Pd locale che annovera tra i suoi Bruno Zucca braccio destro del Prof Mauro Salizzoni, icone della sinistra locale.
E vi assicuro, visto che con Bossuto è da anni mio carissimo amico,  non fa tutto questo per un posto,  ma per passione. Lui convinto no tav che, se tanto mi dà tanto, al ballottaggio voterà Lorusso convintissimo sì Tav. Ed i comunisti,  per capirci quelli di Rizzo,  sono in salita  nella raccolta delle firme per presentare la lista. Capita, no? Sempre nel dire che loro sono più fighi del mondo ed i soli con la ragione in tasca. Vediamo un po’ se sono tanto fighi e riusciranno nell’impresa.
Vado a scommesse:  per me non ci riusciranno dimostrando di non essere poi tanto così fenomenali. Damilano avrebbe paura del ballottaggio. Paura di perdere perché si assommerebbero i voti PD con quelli del pentastellati. Ed è proprio qui il punto: in politica come nella vita la soluzione dei problemi non è sempre un fatto matematico. Anche qui non scommetterei sulla vittoria del centrosinistra. Ne vedremo delle belle, o secondo i punti di vista, delle brutte.

Patrizio Tosetto

Nuovo piano per l’ex comando dei vigili di via Morandi: welfare generativo a Mirafiori

Caro direttore, a giugno 2020 era stato annunciato un nuovo piano per il comando dei vigili urbani di via Morandi che sarebbe stato trasferito per aprire a nuove progettualità l’immobile al civico 10.

Nell’immobile, come confermato anche dal comandante Bezzon, era rimasto soltanto un piantone di un vigile urbano che forniva informazioni e raccoglieva le segnalazioni e la struttura era, di fatto, per buona parte inutilizzata mentre gli stessi servizi sono stati dislocati in strada comunale di Mirafiori.

Le reazioni immediatamente successive all’annuncio di questo intento erano state di preoccupazione da parte di alcuni abitanti della zona che temevano occupazioni abusive o il disuso di una struttura cittadina. A questo l’Amministrazione aveva da subito fornito rassicurazioni: non avremmo permesso occupazioni e avremmo trovato una soluzione per valorizzare lo stabile e, globalmente, l’intera zona.

In questi mesi abbiamo lavorato per ottenere un risultato specifico: ridare vita all’intero complesso e renderlo disponibile alla cittadinanza.

Si inserisce proprio in questo percorso la decisione di ATC, che il 22 luglio 2021 ha deliberato la richiesta alla Città di Torino per l’immobile di Via Morandi n° 10, al fine di attivare nuove progettualità specifiche sulla formazione al lavoro.

Sussidiarietà orizzontale e welfare generativo: queste le linee di indirizzo con cui ATC manifesta il proprio intento, nell’ambito delle linee guida tracciate dalla normativa regionale in materia, per favorire l’individuazione di immobili che non sono utilizzabili per i fini propri dell’edilizia sociale ma che possono essere adibiti per servizi sussidiari alla cittadinanza.
In particolare l’Agenzia, con l’attivazione delle varie progettualità nei quartieri di edilizia sociale, pone in essere tutte le attività sul welfare abitativo a favore dei residenti degli immobili di proprietà e/o in gestione ATC. L’attivazione di tali progettualità nasce inoltre dall’esigenza di operare una trasformazione dell’edilizia sociale in un servizio abitativo, cioè una casa integrata ad un insieme di servizi collegati (politiche sociali, sanitarie e dell’occupazione) che rispondano alle esigenze della persona e della famiglia.

La zona interessata è densa di alloggi di edilizia sociale attorno ai quali sperimentare nuove azioni finalizzate a:

– rafforzare la presenza sul territorio;

– offrire servizi sulla formazione al mondo del lavoro, dando la possibilità a coloro che risiedono negli alloggi ATC di avere una offerta formativa a condizioni favorevoli;

– favorire la nascita di attività sul territorio;

– migliorare lo stato manutentivo degli edifici pubblici e avviare momenti di aggregazione tra gli inquilini degli immobili di edilizia sociale.

È ormai chiaro da tempo come l’edilizia sociale debba considerare molteplici aspetti della vita delle persone, promuovendo un inserimento degli alloggi in contesti attivi, organizzati e partecipati.
La strada dello stabile che prima era comando dei vigili urbani va proprio in questa direzione.

Antonino Iaria

Assessore Urbanistica Città di Torino

Chiude la badante fuori casa e le lancia contro oggetti: 91enne ai domiciliari

Lui ha 91 anni e l’episodio è avvenuto a Nichelino.

La donna è romena, 57 anni, e lavora da anni per l’anziano.  Venerdì sera l’uomo  l’aveva chiusa fuori di casa perché , secondo lui, non avrebbe svolto le mansioni che le erano state impartite.  La donna ha così chiamato i carabinieri che, giunti sul posto hanno visto la porta aperta e i due all’interno dell’appartamento. L’uomo aveva malmenato la badante e le aveva lanciato contro  gli oggetti e i soprammobili che aveva trovato a portata di mano. La badante era a terra quasi svenuta ed è stata portata in ospedale a Moncalieri. L’anziano è stato arrestato e, data l’età, è stato messo ai domiciliari.

Il bollettino Covid di domenica 8 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 15.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 151 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 12 dopo test antigenico), pari all’1,2% di 12.946 tamponi eseguiti, di cui 9.341 antigenici. Dei 151 nuovi casi, gli asintomatici sono 68 (45%).

I casi sono così ripartiti: 23 screening, 90 contatti di caso, 38 con indagine in corso; RSA/Strutture Socio-Assistenziali: 0 casi; importati: 1 dall’estero.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 371.406 così suddivisi su base provinciale: 30.217 Alessandria, 17.616 Asti, 11.650 Biella, 53.561 Cuneo, 28.869 Novara, 198.294 Torino, 13.897 Vercelli, 13.213 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.527 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.562 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 4 (-1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 90 (+rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.018

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.052.753 (+12.946 rispetto a ieri), di cui 1.924.274 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.701

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale rimane quindi 11.701 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.592 Torino, 525 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

356.593 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 356.593 (+93 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.197 Alessandria, 16.845 Asti, 11.101 Biella, 51.687 Cuneo, 27.541 Novara, 191.423 Torino, 13.245 Vercelli, 12.700 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.445 extraregione e 2.409 in fase di definizione.