ilTorinese

I dubbi del giardiniere. Storie di slow gardening

LIBRI / Al Castello di Miradolo, Paolo Pejrone ci racconta il suo ultimo libro. Domenica 13 giugno, ore 16,30. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Il 7 giugno scorso ha festeggiato il suo ottantesimo compleanno. Ottant’anni portati alla grande. Chissa? A dargli la carica sarà forse l’aria fresca e gioiosa dei suoi giardini! E per omaggiarlo la pinerolese “Fondazione Cosso” gli ha dedicato, nella propria sede al Castello di Miradolo, una mostra che durerà un intero anno. Non solo. Con appuntamento fissato per domenica 13 giugno, alle 16,30, la Fondazione presieduta da Maria Luisa Cosso accoglierà, sempre al Castello di San Secondo di Pinerolo, l’anteprima di presentazione del suo ultimo libro “I dubbi del giardiniere. Storie di slow gardening”, curato da Alberto Fusari per “Giulio Einaudi editore”. Parliamo di Paolo Pejrone. Torinese, classe ‘41 e autentica icona dell’architettura del paesaggio a livello internazionale con oltre cinquant’anni di illuminata carriera e più di 800 giardini progettati e “inventati”, con lucida a volte visionaria fantasia, in giro per il mondo, Pejrone dialogherà nell’occasione con Emanuela Rosa Clot, direttrice di “Gardenia”, “Bell’Italia”, “Bell’Europa” e “In viaggio”. I dubbi del giardiniere. Ma quali? “Questo libro è un ‘concentrato’ di dubbi, un generatore di interrogativi. Non risolutivo ma, forse, utile”. Primo fra tutti: come sarà il “giardino di domani”? Quali le conseguenze, ad esempio e dal punto di vista del giardiniere, del “famigerato surriscaldamento globale, evitando giudizi assoluti e formule stereotipate?”. Fra le pagine, proposte di riflessione intelligenti e sagge e competenti: “Occorrerà rinunciare a qualcosa, riabituarci a ritmi meno nevrotici, fare i conti con poca acqua, pochissima manutenzione e tanta lentezza, rispettare i tempi e le condizioni che la natura impone. Lo slow gardening non è un fatto di quantità, ma di qualità. Piantare per contrastare il cambiamento climatico significa innanzitutto piantare assecondando il cambiamento climatico: trovare specie e tecniche che garantiscano la sopravvivenza pur in un contesto alterato e artificioso”. Il libro di Paolo Pejrone sarà a disposizione presso il bookshop del Castello di Miradolo, in via Cardonata 2, a San Secondo di Pinerolo.
Ingresso 5€, con possibilità di visitare il Parco storico e scoprire il suo ricco patrimonio botanico attraverso audio guida stagionale. La prenotazione è obbligatoria: 0121/ 502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it
Inoltre sarà anche possibile visitare la mostra dedicata allo stesso Pejrone dal titolo “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone” e scoprire, attraverso le sue parole anche l’antico Orto del Castello, ripristinato in questa occasione grazie alle intuizioni non comuni e alle suggestive pratiche capacità dell’architetto di giardini e “orti felici” e delle tante persone che ne hanno permesso il recupero, restituendo a questo luogo un tassello vivo e importante della propria storia.
Orario per la visita: 10.00/19.30.

Sempre prenotazione obbligatoria: 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

g. m.

Anche nel 2021 il Festival di Cannes accoglie in programma 6 film sviluppati dal TorinoFilmLab

Ogni anno il TorinoFilmLab riceve in media 800 candidature di film e serie tv ancora in nuce, e di questi progetti una piccola selezione entra a far parte della TFL community partecipando ai programmi di sviluppo, che sono anche un trampolino di lancio per i principali festival internazionali. Mentre registi, sceneggiatori e produttori di tutto il mondo, scelti per l’annata 2021 del TorinoFilmLab, sono nel pieno delle loro attività, il lab del Museo Nazionale del Cinema continua a raccogliere i frutti delle passate edizioni, non mancando l’appuntamento con Cannes, con ben 6titoli selezionati, di cui 5 promettenti esordi nel lungometraggio.

Un Certain Regard, selezione ufficiale del Festival di Cannes 2021la cui 74a edizione si terrà dal 6 al 17 luglio, vede in programma il film La Civil, scritto e diretto da Teodora Ana Mihai, che ha partecipato al programma per sceneggiature ‘ScriptLab’ nel 2017.

Opera prima della regista belga-romena, La Civil è un drammapsicologico ispirato alle storie delle vittime del cartello della droga e delle loro famiglie, inclusa la tragica vicenda di Miriam Rodriguez,attivista messicana per l’uguaglianza di genere e per i diritti delle donne nel suo paese. Il film è stato girato tra novembre e dicembre 2020 a Durango, in Messico, durante la pandemia di COVID-19. La Civil è prodotto da Menuetto (Belgio) in coproduzione con One For The Road (Belgio), Les Films du Fleuve (Belgio) casa produttrice dei fratelli Dardenne, Mobra Films (Romania) – che ha prodotto i film del pluripremiato regista Cristian Mungiu e Teorema (Messico).

Altri 5 titoli sostenuti dal TorinoFilmLab compaiono tra i film delle sezioni parallele Semaine de la Critique (60a edizione 7-15 luglio) eLa Quinzaine des Réalisateurs (53 a edizione 7-17 luglio) e finalmente sfileranno sulla Croisette.

Tre dei sette lungometraggi in competizione alla 60a Semaine de la Critique – che quest’anno ha l’amore come tema centrale dell’edizione – portano il nome del TorinoFilmLab.

Piccolo corpo (Small Body) di Laura Samani, giovane regista triestina classe 1989 che ha partecipato due anni consecutivamente ai programmi TorinoFilmLab, prima a ScriptLab 2017 e poi a FeatureLab 2018 guadagnandosi anche il premio Production Award di 40.000 €, assegnato da una giuria di professionisti internazionali. L’esordio di Laura Samani prodotto da Nefertiti Film con Rai Cinema, in coproduzione con Tomsa Film (Francia) e Vertigo (Slovenia) – è un viaggio interiore, dalla realtà alla trascendenza, di una madre alla ricerca della degna sepoltura per il proprio figlio nato morto, nel Friuli di inizio ‘800.

Amparo, film scritto e diretto da Simón Mesa Soto, regista colombiano che con questa sua opera prima ha partecipato a ScriptLab 2017 e già vincitore della Palma d’Oro nel 2014 con il cortometraggio Leidi. Il film prende il nome dalla protagonista, un’altra madre che si batte per il proprio figlio, questa volta vittima di rapimento per essere arruolato nell’esercito, nella guerra contro le FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Prodotta da Ocúltimo (Colombia) conMomento Film (Svezia) e Flare Film (Germania).

Feathers di Omar El Zohairy, sviluppato lungo un percorso di due anni targato TFL grazie ai programmi ScriptLab 2016 e FeatureLab 2017. Il regista egiziano concentra la storia su una madre remissiva che, improvvisamente costretta a farsi carico delle responsabilità familiari, si trasforma in una donna e una madre forte e l’intera famiglia lentamente si libera di un padre autoritario. Prodotto da Still Moving (Francia) in coproduzione con Film Clinic (Egitto), Kepler Film (Paesi Bassi) e Heretic Film (Grecia).

Inoltre, tra i lunghi della Quinzaine des Réalisateurs compaio altre 2opere passate dal laboratorio torinese: Medusa la cui sceneggiatura è stata sviluppata durante ScriptLab 2017, è il secondo film della regista brasiliana Anita Rocha da Silveira e arriva dopo l’acclamato Kill me Please (2015), presentato in anteprima al Festival di Venezia e poi in svariati festival in tutto il mondo. Prodotto da Bananeira Filmes (Brasile) in coproduzione con Mymama (Brasile), il film segue la giovane Mariana che per mantenere l’apparenza di una donna perfettae non cadere in tentazione, controlla tutto e tutti intorno a lei fino all’eccesso.

E, The Sea Ahead progetto ScriptLab del 2017 – esordio del regista libanese Ely Dagher, già vincitore della Palma d’Oro nel 2015 con il cortometraggio Wave ’98. La storia si concentra su Jana, una giovane donna che dopo tanto tempo torna improvvisamente a Beirut e si trova a riconnettersi con l’insolita vita familiare che aveva lasciato. Il film è prodotto da Andolfi (Francia), Abbout Productions (Libano), Wrong Men (Belgio), Beachside Films (USA) and Beaverandbeaver (USA).

Non solo esordi di attesi TFL Film che finalmente arrivano in sala, il Festival di Cannes è anche l’occasione per confermare il talento di molti filmmaker alumni che proseguono una carriera sbocciata con il TorinoFilmLab e che proponendo le loro nuove opere si inseriscono a pieno titolo nel panorama cinematografico internazionale.

È il caso di Julia Ducournau (già a Cannes, a La Semaine de la Critique, nel 2016 con il suo primo film sviluppato dal TFL Raw) in Competizione ufficiale con Titane, così come in concorso anche Juho Kuosmanen con Hytti Nro 6 prodotto da un altro “membro della TFL Community” Jussi Rantamäki, che attualmente sta lavorando al suo nuovo progetto da produttore nell’ambito di FeatureLab 2021. Tra i film selezionati alla Quinzaine anche gli italiani A Chiara di Jonas Carpignano e Pietro Marcello con Futura (codiretto con Francesco Munzi, Alice Rohrwacher), che con i progetti precedenti hanno partecipato al TFL; oltre a Clara Sola, debutto della regista costaricana/svedese Nathalie Álvarez Mesén che quest’anno sta lavorando alla sceneggiatura del suo progetto The Wolf Will Tear Your Immaculate Hands all’interno del programma TFL ScriptLab.

Siamo molto contenti che anche quest’anno i film supportati dal TorinoFilmLab siano presenti a Cannes, uno dei più importanti festival al mondo. Una garanzia del fatto che promuovere gli autori emergenti ripaga con ottimi risultati.afferma Enzo Ghigo, Presidente del Museo Nazionale del Cinema di Torino, mentre il Direttore del Museo Nazionale del Cinema, Domenico De Gaetano, prosegue “Ci riempie di orgoglio vedere che chi affronta questo percorso possa raccogliere frutti così importanti che testimoniano il valore e la professionalità del nostro TFL e, in fondo, i film di questi giovani talenti da Colombia, Brasile, Belgio/Romania, Egitto, Libano e Italia rappresentano anche la nostra città, oltre che il Museo del Cinema.

Il TorinoFilmLab nasce nel 2008 e già nel 2010 è presente a Cannes con un film, l’italiano Le quattro volte di Michelangelo Frammartino e fino ad oggi sono oltre 20 i titoli TFL che sono passati sullaCroisette. ricorda Mercedes Fernandez Alonso, direttrice del TorinoFilmLab Avere questi nuovi cinque film, oltre a svariati nuovi lavori di registi che in passato hanno accresciuto la propria carriera proprio al TorinoFilmLab, in questa edizione del festival che simbolizza il ritorno del cinema è molto significativo per noi, e conferma la qualità del percorso che si fa al laboratorio del Museo del Cinema.”

Il TorinoFilmLab è promosso dal Museo Nazionale del Cinema con il supporto di MiC – Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Città di Torino e il sottoprogramma Creative Europe – MEDIA dell’Unione Europea.

 Igor Boni, Riccardo Magi e Silvja Manzi hanno visitato il CPR

“Situazione inaccettabile, La città deve monitorare giorno dopo giorno su quanto accade nella struttura”

Ieri  in occasione del lancio di “Torino capitale europea dei diritti“, Igor Boni con Riccardo Magi (deputato di +Europa) e Silvja Manzi (Radicali Italiani) hanno visitato il CPR di Torino. Una visita ispettiva per verificare la situazione nella struttura dopo i tragici eventi dei giorni scorsi.
Nella conferenza stampa seguente Riccardo Magi ha ribadito il sostegno suo e di +Europa a Igor Boni. Un sostegno a chi ha fatto del rispetto dei diritti e soprattutto dei diritti delle persone più indifese e più in difficoltà decenni di azione politica.
Riccardo Magi ha sottolineato che: “gli ospiti del Centro solo i più disperati tra i disperati. Chi gestisce la struttura fa quello che può in un Paese dove le norme collegate ai CPR sono criminogene e spesso criminali. Ho visitato molte strutture in Italia e in tutte si respira la tensione che vivono gli ospiti e si rileva un abuso di psicofarmaci; dentro, dietro le sbarre, ci sono persone recluse senza aver commesso reati, persone che vedono spesso rovinata la loro vita in virtù di una legge sull’immigrazione che è letteralmente vergognosa. Per questo stiamo facendo l’impossibile per conquistare in Parlamento un dibattito serio, laico, che possa condurre all’approvazione della nostra proposta di legge di iniziativa popolare “Ero Straniero”. Regolarizzare e integrare sono le strade da percorrere”.
Igor Boni ha ricordato che la sua prima visita al Centro risale al 2012, nove anni fa.
“La situazione nella struttura che ospita oltre 100 cittadini immigrati era inaccettabile allora ed è inaccettabile ora. Gabbie che tengono recluse persone che non sanno nulla del loro futuro e sono nelle mani dello stato. Si prova una sensazione di vergogna a percorrere i viali assolati. Mi restano le parole di Kamal (marocchino) che aveva un lavoro in un ospedale italiano come infermiere e che oggi, non avendo il permesso di soggiorno, è finito al CPR. È disperato e mi ha mostrato una lunga corda tirandola fuori da una tasca (come faccia ad averla non lo so) dicendo che vuole farla finita. Difficile dimenticare le sue parole. Come è difficile dimenticare quelle ripetute da Ibrahim del Gambia che come una filastrocca ripete “It’s wrong”. Sì, questa situazione è inaccettabile, è sbagliata; la città deve monitorare giorno dopo giorno su quanto accade nella struttura e fare pressioni perché queste strutture vengano superate e chiuse”.

“Vieni a scoprire la Lista Civica La Piazza”

“In vista delle prossime elezioni, possiamo fare molto insieme”

12 giugno 2021: Assemblea + Pedalata + Pulitour al Parco Piemonte + Merenda. Il programma della giornata

In Cascina Roccafranca, via Rubino 45, Salone delle feste

– 9.45 Accoglienza;

– 10.00 Introduzione del Presidente, presentazione e approvazione del rendiconto finanziario 2020. Verso le elezioni 2021: idee e progetti della Lista Civica La Piazza per le Circoscrizioni;

– 11.00 Confronto e proposte su temi che ci stanno a cuore per migliorare il nostro quartiere;

– 12.00 In bicicletta agli Orti Generali, pranzo al sacco presso il Parco Piemonte.

Durante la mattinata sarà possibile aderire all’Associazione.

Comune di Torino. FdI: bene Damilano, premia attività del territorio

“L’ufficializzazione della candidatura di Paolo Damilano a sindaco di Torino per il centrodestra conferma l’impegno territoriale senza sosta di Fratelli d’Italia e di tutto il centrodestra. Da mesi stiamo lavorando ad una candidatura seria, forte e tutta torinese.

Ora con questa candidatura continuiamo questo percorso per dare un’alternativa ai torinesi stanchi di una sinistra litigiosa e di un M5S inconcludente”.

Così in una nota Fabrizio Comba, coordinatore regionale, Gaetano Nastri, coordinatore cittadino e il parlamentare Augusta Montaruli.

Allestite due Family room presso l’ospedale Sant’Anna di Torino

Allestite due “Family-room” all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. Il progetto nasce presso la Neonatologia universitaria (diretta dal professor Enrico Bertino):

sono state allestite, in continuità assistenziale con la Terapia Intensiva neonatale (responsabile dottoressa Alessandra Coscia) e con la terapia minima (responsabile dottoressa Cristina Perathoner), con il supporto dell’Associazione “Piccoli Passi ONLUS” e del Provveditorato per le Opere Pubbliche, due “Family-room”, ambienti dotati di tutto il necessario per l’accudimento del neonato e di arredi adatti a permettere alla mamma ed eventualmente anche al partner di soggiornare giorno e notte insieme al proprio bambino nei giorni immediatamente precedenti la dimissione. Le Family room verranno inaugurate al Sant’Anna venerdi 4 giugno alle ore 11.30, in presenza del Direttore sanitario dottor Lorenzo Angelone.

In tali ambienti i genitori si prenderanno cura del neonato in prima persona, verificando in sicurezza le capacità di accudimento acquisite in Terapia Intensiva ed in Patologia neonatale, rafforzandole con la tranquillità della disponibilità del personale medico ed infermieristico del reparto. Creare i presupposti per un ritorno a casa in sicurezza anche dei neonati più fragili e prematuri riduce il rischio di rientri in ospedale e garantisce il proseguimento della relazione neonato – famiglia che è alla base di tutta la futura qualità di vita di questi bambini.

Le famiglie dei piccoli nati prematuri, alla fine del percorso iniziato in Terapia Intensiva o in Patologia neonatale, potranno vivere in ospedale l’esperienza di cura del proprio bambino in autonomia, in previsione del ritorno a casa. La pandemia COVID è stata un periodo difficile anche per le famiglie dei neonati critici e prematuri ricoverati in Terapia Intensiva e in Patologia neonatale: per evitare i rischi di contagio si  è dovuto introdurre parziali restrizioni al libero accesso nelle 24 ore, di mamma e papà insieme, nei reparti.  Durante la degenza si costruisce un percorso di facilitazione e sostegno della famiglia che diventa parte integrante della cura ed acquisisce progressivamente le competenze e la sicurezza che serviranno dopo la dimissione.

Proprio il periodo che precede la dimissione viene spesso descritto dai genitori come un misto di gioia ed apprensione, con incertezza nelle proprie capacità di rispondere in autonomia alle esigenze di accudimento del figlio fino a quel momento svolte con il sostegno del personale infermieristico e medico, nell’ambiente protetto della Neonatologia.

La riapertura completa ai genitori, oggi finalmente possibile con il rispetto di tutte le norme di sicurezza, si associa oggi all’ospedale Sant’Anna alla possibilità di una nuova esperienza: le famiglie dei piccoli nati prematuri, alla fine del percorso iniziato in Terapia Intensiva o in Patologia neonatale, potranno vivere in ospedale l’esperienza di cura del proprio bambino in autonomia, in previsione del ritorno a casa.

De Felice e la storia del Fascismo oggi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   Torino con Nicola Tranfaglia  e Giorgio Rochat fu tra le città più ostili a De Felice con un istituto di storia che era un’enclave ferocemente gramsciana  dove era interdetto l’insegnamento a chi non apparteneva alla “rossa brigata” in cui emerse anche Giovanni De Luna.

A venticinque anni dalla morte di uno dei maggiori storici del secolo scorso, Renzo De Felice ,autore di una monumentale opera su Mussolini e sul fascismo, e’ necessaria una riflessione sul significato di una presenza fondamentale come la sua nella storiografia italiana, osteggiata da fanatismi ideologici che arrivarono allo scontro fisico e alla violenza non solo verbale. A De Felice fu impedito di far lezione e si chiese persino di cacciarlo dalla cattedra di ruolo all’Università di Roma.

A livello mediatico i vari Tranfaglia  Del Boca e i nuovi Torquemada si sbizzarrirono nelle accuse e negli attacchi più violenti.  Fu accusato di revisionismo, mentre il suo intento era quello di individuare una terza via storiografica tra marxismo demonizzante e tentativi volti a riabilitare il fascismo e Mussolini.  De Felice proponeva una storia di Mussolini e del regime senza partire dall’a priori dell’antifascismo e della retorica della vulgata. Una scelta ampiamente condivisibile che partiva da lontano: Chabod, Romeo, Cantimori. Non va dimenticato che lo storico fu marxista militante e iscritto al Pci, dal quale uscì nel 1956 insieme a Cantimori dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria . Rileggere oggi la sua immensa opera consente di capire chi siano stati Mussolini e il fascismo. Peccato che la morte a 67 anni gli abbia impedito di completare e magari di rivedere il suo lavoro ciclopico (oltre 6000 pagine solo nell’opera dedicata a Mussolini ) che non poteva umanamente essere esente di qualche piccolo errore materiale. Su queste piccole cose hanno infierito i suoi critici , incapaci di comprendere l’opera defeliciana, ma attenti critici di particolari insignificanti che dimostravano  la inadeguatezza dei suoi nemici. De Felice ebbe dei nemici, non degli avversari. Potrei essere testimone di questo odio contro il Maestro che era di per se’ un uomo spigoloso e introverso, segnato nella sua vita   da grandi  dolori  e da una lunga malattia che lo portò alla morte, Riandare a De Felice ci permette anche di vedere i limiti degli storici o pseudo -storici che ci hanno invaso con una saggistica inutile perché volta solo alla propaganda politica. I critici di De Felice sono nomi già dimenticati, anche se sono ancora in vita perché il loro fine e’ stato quello di fare del fascismo un mostro da esorcizzare e utilizzare politicamente a favore del Pci e non un regime  da studiare con il distacco critico che impone ad uno studioso la ricerca storica. De Felice non ha frequentato le cellule politiche ,ma gli archivi in tempi in cui l’accesso ad essi non era agevole , se non impedito. Ha lasciato alcuni allievi che si ritengono suoi continuatori, ma rivelano limiti abbastanza vistosi. Forse solo Francesco Perfetti ha scritto pagine importanti. Emilio Gentile ha voluto andar oltre senza riuscirci a pieno. Oggi che rimonta la vulgata contro cui De Felice ha condotto la sua ricerca storica , bisogna schierarci nella difesa strenua della sua opera, opponendola ai libretti degli improvvisatori che ci ripropongono la minestra riscaldata di una storiografia obsoleta che risale al vecchio PCI. I presunti eredi del maestro hanno fallito perché sta riprendendo quota la vulgata .E hanno contribuito a confondere il maestro con un revisionismo che non fu mai suo , ma dei suoi seguaci meno importanti.  Si impone una considerazione molto amara, ma doverosa. Forse nessuno ha impegnato il suo tempo nella ricerca come lui, forse nessuno ha avuto la sua intelligenza critica  nel perseguire la terza via da lui indicata. Oggi i giovani ribaldi- soprattutto torinesi –  alzano la voce perché nessuno ha saputo portare a maturazione il magistero  defeliciano,  sviluppando la sua opera’ senza ridurla ad una litania. De Felice va distinto dai defeliciani, come Bobbio va tenuto lontano dai bobbiani. Insieme ad uno storico di razza come Gian Enrico Rusconi ricordai 25 anni fa De Felice a Torino in una sala pienissima di ex partigiani e reazionari di destra pronti a scattare nell’invettiva o nell’applauso acritico . Furono delusi perché noi parlammo di un De Felice fuori dagli schemi, dalle polemiche e dalle letture strumentali. Spero – ma non sono sicuro – che dopo un quarto di secolo si possa fare la stessa scelta di allora , liberandolo dall’etichetta di un falso  revisionismo becero e dalle interpretazioni rozze e manichee dei vecchi e nuovi maestrini e maestrucoli dalla penna rossa. Intanto Torino ha ignorato De Felice dopo aver contribuito ad oltraggiarlo. Di lui non si deve parlare. Trovano meglio proporre per legge il canto di “Bella ciao“. E’ più facile un bel coro di voci bianche che contestare le analisi storiche del Maestro – nemico.

Spara alla moglie e al cane e si toglie la vita

A Castiglione Torinese, nell’hinterland del capoluogo piemontese, intorno alle 21:50, all’interno di una locale abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto il cadavere del proprietario, un italiano di 70 anni e della moglie di 72 anni.

Dai primi accertamenti il pensionato, dopo aver sparato alla moglie ed al cane, si è tolto la vita con una pistola regolarmente denunciata. Sul luogo stanno operando per ricostruire l’episodio delittuoso i militari dell’Arma del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino e della Compagnia di Chivasso.

A Porta Nuova un fermo di polizia per l’uomo decapitato in corso Francia

Dopo  serrate e minuziose indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte anche attraverso l’utilizzo di presidi tecnologici, gli investigatori della Polizia di Stato hanno sottoposto a fermo M.M., nato in Bangladesh, classe 1997, poiché gravemente indiziato dell’omicidio del connazionale MOHAMMED Ibrahim, avvenuto lo scorso 8 giugno in c.so Francia 95.

M.M. è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile di Torino all’interno della stazione ferroviaria di Torino “Porta Nuova” nella prima mattinata odierna.

La perquisizione, effettuata a suo carico, ha portato al sequestro di capi di abbigliamento e di altri elementi di sicuro rilievo probatorio, ivi compreso un grosso coltello da cucina adoperato quale arma del delitto.

Il movente del delitto, secondo quanto sin qui emerso, sarebbe di natura economica, in quanto collegato ad un debito maturato dalla vittima nei confronti del fermato e non ancora onorato. Inoltre, risulterebbe che il denaro conteso sarebbe stato utilizzato dalla vittima per pagare, in Bangladesh, il matrimonio di una sua congiunta, già promessa in sposa all’autore del delitto.

Il fermato ha reso dichiarazioni sostanzialmente confessorie.

L’assessore alla sanità: da lunedì, con ogni probabilità il Piemonte sarà in “zona bianca”

«Da lunedì, con ogni probabilità il Piemonte sarà in “zona bianca”. I dati dell’ultimo report epidemiologico indicano che il numero dei contagi è in riduzione in tutte le province piemontesi, con un tasso di incidenza regionale di 22,9 casi ogni 100 mila abitanti. I valori sono da soglia bianca in tutte le province del Piemonte».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commenta i dati del report epidemiologico settimanale dell’Istituto superiore di Sanità, aggiornato a ieri, in vista del pronunciamento ufficiale sul passaggio in fascia bianca atteso per domani.

«Nell’ultima settimana – continua Icardi – la percentuale di positività dei tamponi è passata da 2.3% a 1.9%. Sotto soglia, e ulteriormente ridotti, i tassi di occupazione dei letti in area medica (scesi dal 10% al 7%) e in terapia intensiva (scesi dal 13% al 9%). Sono ancora calati i focolai attivi, i nuovi focolai e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note. La velocità con cui si sta riducendo l’epidemia è rallentata di poco, con un Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi che passa da 0,64 a 0,71.  Dal colloquio che ho avuto con il ministro della Salute Roberto Speranza, tutto lascia intendere che la promozione del Piemonte in zona bianca sia sostanzialmente scontata, con decorrenza dalla mezzanotte di domenica, insieme alla decadenza del coprifuoco. Se domani verrà confermato il via libera ufficiale del Comitato tecnico scientifico, sabato il ministro dovrebbe firmare l’ordinanza».