ilTorinese

Allestite due Family room presso l’ospedale Sant’Anna di Torino

Allestite due “Family-room” all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino. Il progetto nasce presso la Neonatologia universitaria (diretta dal professor Enrico Bertino):

sono state allestite, in continuità assistenziale con la Terapia Intensiva neonatale (responsabile dottoressa Alessandra Coscia) e con la terapia minima (responsabile dottoressa Cristina Perathoner), con il supporto dell’Associazione “Piccoli Passi ONLUS” e del Provveditorato per le Opere Pubbliche, due “Family-room”, ambienti dotati di tutto il necessario per l’accudimento del neonato e di arredi adatti a permettere alla mamma ed eventualmente anche al partner di soggiornare giorno e notte insieme al proprio bambino nei giorni immediatamente precedenti la dimissione. Le Family room verranno inaugurate al Sant’Anna venerdi 4 giugno alle ore 11.30, in presenza del Direttore sanitario dottor Lorenzo Angelone.

In tali ambienti i genitori si prenderanno cura del neonato in prima persona, verificando in sicurezza le capacità di accudimento acquisite in Terapia Intensiva ed in Patologia neonatale, rafforzandole con la tranquillità della disponibilità del personale medico ed infermieristico del reparto. Creare i presupposti per un ritorno a casa in sicurezza anche dei neonati più fragili e prematuri riduce il rischio di rientri in ospedale e garantisce il proseguimento della relazione neonato – famiglia che è alla base di tutta la futura qualità di vita di questi bambini.

Le famiglie dei piccoli nati prematuri, alla fine del percorso iniziato in Terapia Intensiva o in Patologia neonatale, potranno vivere in ospedale l’esperienza di cura del proprio bambino in autonomia, in previsione del ritorno a casa. La pandemia COVID è stata un periodo difficile anche per le famiglie dei neonati critici e prematuri ricoverati in Terapia Intensiva e in Patologia neonatale: per evitare i rischi di contagio si  è dovuto introdurre parziali restrizioni al libero accesso nelle 24 ore, di mamma e papà insieme, nei reparti.  Durante la degenza si costruisce un percorso di facilitazione e sostegno della famiglia che diventa parte integrante della cura ed acquisisce progressivamente le competenze e la sicurezza che serviranno dopo la dimissione.

Proprio il periodo che precede la dimissione viene spesso descritto dai genitori come un misto di gioia ed apprensione, con incertezza nelle proprie capacità di rispondere in autonomia alle esigenze di accudimento del figlio fino a quel momento svolte con il sostegno del personale infermieristico e medico, nell’ambiente protetto della Neonatologia.

La riapertura completa ai genitori, oggi finalmente possibile con il rispetto di tutte le norme di sicurezza, si associa oggi all’ospedale Sant’Anna alla possibilità di una nuova esperienza: le famiglie dei piccoli nati prematuri, alla fine del percorso iniziato in Terapia Intensiva o in Patologia neonatale, potranno vivere in ospedale l’esperienza di cura del proprio bambino in autonomia, in previsione del ritorno a casa.

De Felice e la storia del Fascismo oggi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni   Torino con Nicola Tranfaglia  e Giorgio Rochat fu tra le città più ostili a De Felice con un istituto di storia che era un’enclave ferocemente gramsciana  dove era interdetto l’insegnamento a chi non apparteneva alla “rossa brigata” in cui emerse anche Giovanni De Luna.

A venticinque anni dalla morte di uno dei maggiori storici del secolo scorso, Renzo De Felice ,autore di una monumentale opera su Mussolini e sul fascismo, e’ necessaria una riflessione sul significato di una presenza fondamentale come la sua nella storiografia italiana, osteggiata da fanatismi ideologici che arrivarono allo scontro fisico e alla violenza non solo verbale. A De Felice fu impedito di far lezione e si chiese persino di cacciarlo dalla cattedra di ruolo all’Università di Roma.

A livello mediatico i vari Tranfaglia  Del Boca e i nuovi Torquemada si sbizzarrirono nelle accuse e negli attacchi più violenti.  Fu accusato di revisionismo, mentre il suo intento era quello di individuare una terza via storiografica tra marxismo demonizzante e tentativi volti a riabilitare il fascismo e Mussolini.  De Felice proponeva una storia di Mussolini e del regime senza partire dall’a priori dell’antifascismo e della retorica della vulgata. Una scelta ampiamente condivisibile che partiva da lontano: Chabod, Romeo, Cantimori. Non va dimenticato che lo storico fu marxista militante e iscritto al Pci, dal quale uscì nel 1956 insieme a Cantimori dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria . Rileggere oggi la sua immensa opera consente di capire chi siano stati Mussolini e il fascismo. Peccato che la morte a 67 anni gli abbia impedito di completare e magari di rivedere il suo lavoro ciclopico (oltre 6000 pagine solo nell’opera dedicata a Mussolini ) che non poteva umanamente essere esente di qualche piccolo errore materiale. Su queste piccole cose hanno infierito i suoi critici , incapaci di comprendere l’opera defeliciana, ma attenti critici di particolari insignificanti che dimostravano  la inadeguatezza dei suoi nemici. De Felice ebbe dei nemici, non degli avversari. Potrei essere testimone di questo odio contro il Maestro che era di per se’ un uomo spigoloso e introverso, segnato nella sua vita   da grandi  dolori  e da una lunga malattia che lo portò alla morte, Riandare a De Felice ci permette anche di vedere i limiti degli storici o pseudo -storici che ci hanno invaso con una saggistica inutile perché volta solo alla propaganda politica. I critici di De Felice sono nomi già dimenticati, anche se sono ancora in vita perché il loro fine e’ stato quello di fare del fascismo un mostro da esorcizzare e utilizzare politicamente a favore del Pci e non un regime  da studiare con il distacco critico che impone ad uno studioso la ricerca storica. De Felice non ha frequentato le cellule politiche ,ma gli archivi in tempi in cui l’accesso ad essi non era agevole , se non impedito. Ha lasciato alcuni allievi che si ritengono suoi continuatori, ma rivelano limiti abbastanza vistosi. Forse solo Francesco Perfetti ha scritto pagine importanti. Emilio Gentile ha voluto andar oltre senza riuscirci a pieno. Oggi che rimonta la vulgata contro cui De Felice ha condotto la sua ricerca storica , bisogna schierarci nella difesa strenua della sua opera, opponendola ai libretti degli improvvisatori che ci ripropongono la minestra riscaldata di una storiografia obsoleta che risale al vecchio PCI. I presunti eredi del maestro hanno fallito perché sta riprendendo quota la vulgata .E hanno contribuito a confondere il maestro con un revisionismo che non fu mai suo , ma dei suoi seguaci meno importanti.  Si impone una considerazione molto amara, ma doverosa. Forse nessuno ha impegnato il suo tempo nella ricerca come lui, forse nessuno ha avuto la sua intelligenza critica  nel perseguire la terza via da lui indicata. Oggi i giovani ribaldi- soprattutto torinesi –  alzano la voce perché nessuno ha saputo portare a maturazione il magistero  defeliciano,  sviluppando la sua opera’ senza ridurla ad una litania. De Felice va distinto dai defeliciani, come Bobbio va tenuto lontano dai bobbiani. Insieme ad uno storico di razza come Gian Enrico Rusconi ricordai 25 anni fa De Felice a Torino in una sala pienissima di ex partigiani e reazionari di destra pronti a scattare nell’invettiva o nell’applauso acritico . Furono delusi perché noi parlammo di un De Felice fuori dagli schemi, dalle polemiche e dalle letture strumentali. Spero – ma non sono sicuro – che dopo un quarto di secolo si possa fare la stessa scelta di allora , liberandolo dall’etichetta di un falso  revisionismo becero e dalle interpretazioni rozze e manichee dei vecchi e nuovi maestrini e maestrucoli dalla penna rossa. Intanto Torino ha ignorato De Felice dopo aver contribuito ad oltraggiarlo. Di lui non si deve parlare. Trovano meglio proporre per legge il canto di “Bella ciao“. E’ più facile un bel coro di voci bianche che contestare le analisi storiche del Maestro – nemico.

Spara alla moglie e al cane e si toglie la vita

A Castiglione Torinese, nell’hinterland del capoluogo piemontese, intorno alle 21:50, all’interno di una locale abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto il cadavere del proprietario, un italiano di 70 anni e della moglie di 72 anni.

Dai primi accertamenti il pensionato, dopo aver sparato alla moglie ed al cane, si è tolto la vita con una pistola regolarmente denunciata. Sul luogo stanno operando per ricostruire l’episodio delittuoso i militari dell’Arma del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Torino e della Compagnia di Chivasso.

A Porta Nuova un fermo di polizia per l’uomo decapitato in corso Francia

Dopo  serrate e minuziose indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e svolte anche attraverso l’utilizzo di presidi tecnologici, gli investigatori della Polizia di Stato hanno sottoposto a fermo M.M., nato in Bangladesh, classe 1997, poiché gravemente indiziato dell’omicidio del connazionale MOHAMMED Ibrahim, avvenuto lo scorso 8 giugno in c.so Francia 95.

M.M. è stato rintracciato dagli agenti della Squadra Mobile di Torino all’interno della stazione ferroviaria di Torino “Porta Nuova” nella prima mattinata odierna.

La perquisizione, effettuata a suo carico, ha portato al sequestro di capi di abbigliamento e di altri elementi di sicuro rilievo probatorio, ivi compreso un grosso coltello da cucina adoperato quale arma del delitto.

Il movente del delitto, secondo quanto sin qui emerso, sarebbe di natura economica, in quanto collegato ad un debito maturato dalla vittima nei confronti del fermato e non ancora onorato. Inoltre, risulterebbe che il denaro conteso sarebbe stato utilizzato dalla vittima per pagare, in Bangladesh, il matrimonio di una sua congiunta, già promessa in sposa all’autore del delitto.

Il fermato ha reso dichiarazioni sostanzialmente confessorie.

L’assessore alla sanità: da lunedì, con ogni probabilità il Piemonte sarà in “zona bianca”

«Da lunedì, con ogni probabilità il Piemonte sarà in “zona bianca”. I dati dell’ultimo report epidemiologico indicano che il numero dei contagi è in riduzione in tutte le province piemontesi, con un tasso di incidenza regionale di 22,9 casi ogni 100 mila abitanti. I valori sono da soglia bianca in tutte le province del Piemonte».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commenta i dati del report epidemiologico settimanale dell’Istituto superiore di Sanità, aggiornato a ieri, in vista del pronunciamento ufficiale sul passaggio in fascia bianca atteso per domani.

«Nell’ultima settimana – continua Icardi – la percentuale di positività dei tamponi è passata da 2.3% a 1.9%. Sotto soglia, e ulteriormente ridotti, i tassi di occupazione dei letti in area medica (scesi dal 10% al 7%) e in terapia intensiva (scesi dal 13% al 9%). Sono ancora calati i focolai attivi, i nuovi focolai e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note. La velocità con cui si sta riducendo l’epidemia è rallentata di poco, con un Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi che passa da 0,64 a 0,71.  Dal colloquio che ho avuto con il ministro della Salute Roberto Speranza, tutto lascia intendere che la promozione del Piemonte in zona bianca sia sostanzialmente scontata, con decorrenza dalla mezzanotte di domenica, insieme alla decadenza del coprifuoco. Se domani verrà confermato il via libera ufficiale del Comitato tecnico scientifico, sabato il ministro dovrebbe firmare l’ordinanza».

Covid, il bollettino di giovedì 10 giugno

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 137 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 8 dopo test antigenico), pari allo 0,9% di 15.959 tamponi eseguiti, di cui 9.730 antigenici. Dei 137 nuovi casi, gli asintomatici sono 51 (37,2%).

I casi sono così ripartiti: 14 screening, 93 contatti di caso, 30 con indagine in corso; per ambito: 2 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 15 scolastico, 120 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 365.899 così suddivisi su base provinciale: 29.485 Alessandria, 17.445 Asti, 11.502 Biella, 52.794 Cuneo, 28.170 Novara, 195.853 Torino, 13.689 Vercelli, 12.959 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.500 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.502 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 I ricoverati in terapia intensiva sono 49 (-4 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 367(19 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2.604

 I tamponi diagnostici finora processati sono 5.107.227(+ 15.959 rispetto a ieri), di cui 1.679.764 risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.666

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che oggi non si è verificato alcun decesso di paziente risultato positivo al test del Covid-19.

Il totale rimane quindi di 11.666 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 432 Biella, 1.447 Cuneo, 940 Novara, 5.575 Torino, 524 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

351.213 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 351.213 (+308rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 27.742 Alessandria, 16.637 Asti, 10.906 Biella, 50.909 Cuneo, 26.986 Novara, 188.685 Torino, 13.016 Vercelli, 12.501 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.427 extraregione e 2.404 in fase di definizione.

I civich scoprono 42 gatti nell’appartamento Alcuni cuccioli erano caduti dal balcone

E’ iniziato tutto con le segnalazioni di alcuni condomini di uno stabile di viale dei Mughetti al Comando Territoriale V – Madonna di Campagna, Lucento, Vallette – della Polizia Municipale, nelle quali si lamentavano odori nauseabondi, dovuti alla presenza di un numero imprecisato di gatti, provenienti da un appartamento del palazzo.

 

Insieme al personale dell’ASL – Dipartimento di Veterinaria, i ‘civich’ hanno effettuato un sopralluogo dal quale sono subito emerse le precarie condizioni igieniche in cui venivano tenuti gli animali. Nell’appartamento non vivevano persone e solo saltuariamente passavano le proprietarie dell’immobile per portare acqua e cibo agli animali. Immediatamente sono scattate le segnalazioni agli uffici competenti e i provvedimenti amministrativi nei confronti delle due sorelle, proprietarie dell’appartamento, per l’effettuazione dei lavori di manutenzione atti a ripristinare le condizioni igienico sanitarie e a evitare rischi di caduta dei gatti dal balcone.

 

I successivi sopralluoghi di controllo, verifica e accertamento dei fatti, nonché la raccolta di testimonianze  effettuate dalla Polizia Municipale, sollecitati anche dalla preoccupazione di alcuni condomini che hanno assistito a episodi di caduta dall’alto di alcuni cuccioli,  sono culminati con l’inoltro del fascicolo e relativa notizia di reato alla Procura della Repubblica  per maltrattamento di animali, per non aver messo in atto le misure preventive atte a evitare la caduta dei gatti e per  non aver contenuto la propagazione di odori molesti all’esterno dell’appartamento.

Esaminato il caso, il Pubblico Ministero, dott. ssa Elisa PAZE’,  ha emesso il decreto di perquisizione dell’alloggio disabitato e, conseguentemente,  gli agenti della Polizia Municipale, unitamente al personale degli uffici della Divisione Ambiente della Città di Torino e dell’ASL- Dipartimento di Veterinaria, con il supporto dei Vigili del Fuoco che hanno provveduto ad aprire la porta d’ingresso, hanno effettuato l’accesso all’appartamento e hanno accertato un ulteriore peggioramento delle già gravi condizioni igienico sanitarie. L’odore insopportabile aveva ormai invaso l’intero condominio e, essendo le condizioni ambientali pericolose per la salute degli animali, i ‘civich’, insieme al personale del canile municipale della Città di Torino, hanno recuperato e portato al canile della città 42 gatti, metà dei quali ancora cuccioli.

Le due donne sono state denunciate per maltrattamento di animali.

 

Villa è il nuovo direttore di Palazzo Madama

Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei, riunitosi in data odierna, annuncia la nomina di Giovanni Carlo Federico Villa a Direttore di Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino.

 

“Esprimo piena soddisfazione per la nomina di Giovanni Carlo Federico Villa a Direttore di Palazzo Madama – dichiara Maurizio Cibrario, Presidente della Fondazione Torino Musei – Conoscenza, Visione, Leadership: nel significato profondo di queste parole si delinea il profilo del Prof. Villa e sono convinto che nella simbiosi museale, l’innesto di una personalità di tale prestigio porterà risultati di assoluto valore.”

 

Sono sinceramente commosso e grato alla Fondazione Torino Musei per la possibilità di mettermi al servizio di una città che amo profondamente, collaborando a un tratto di vita di Palazzo Madama – dichiara il neoeletto direttore Giovanni Carlo Federico Villa Una volta espletate le pratiche presso il mio Ateneo orobico, sarà davvero un onore adoperarsi per contribuire all’apprezzamento di un luogo che condensa in sintesi duemila anni di storia, scrigno di opere d’arte di mirabile bellezza e prestigio: uno spazio esemplare delle eccellenze del nostro Paese.”

 

Giovanni Carlo Federico Villa ha superato la selezione tra gli oltre 300 curricula pervenuti in risposta alla call lanciata dalla Fondazione Torino Musei per individuare il nuovo direttore del Museo.

 

Giovanni Carlo Federico Villa (Torino, 1971) è professore associato di Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Bergamo e docente di Museologia e Museografia della Scuola di Specializzazione in Beni Storico-Artistici dell’Università degli Studi di Udine. Componente del Consiglio Superiore per i Beni culturali e Paesaggistici del Ministero della Cultura, e già direttore onorario dei Musei Civici di Vicenza, per le Scuderie del Quirinale di Roma ha curato le mostre Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Lorenzo Lotto, Tintoretto e Tiziano e numerosi progetti espositivi in Italia e all’estero, tra gli altri a Bruxelles, Mosca, Parigi, San Pietroburgo e Tokyo. È autore di numerose pubblicazioni scientifiche e importanti monografie.

 

Martedì 29 giugno alle ore 11.00 nel Gran Salone dei ricevimenti di Palazzo Madama è prevista la conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore.

 

Maxi frode fiscale, la finanza sequestra 7 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Torino sta dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare e ad un decreto di sequestro preventivo emessi dal Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di tre soggetti indagati per frode fiscale. 

Le indagini, condotte dai finanzieri del 2° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo Torino con il coordinamento del Procuratore aggiunto, Dott. Marco Gianoglio e la direzione del Pubblico ministero, Dott.ssa Elisa Pazé della Procura del capoluogo piemontese, hanno consentito di disvelare le condotte illecite perpetrate da due fratelli, dipendenti di una società operante nel settore delle saldature di condotte per impianti industriali, i quali, avvalendosi della collaborazione di un terzo soggetto, avevano creato ad hoc tre imprese a quest’ultimo formalmente intestate ovvero a suoi familiari o conoscenti, ma di cui gli stessi avevano mantenuto, di fatto, la gestione, allo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti.

Il vorticoso giro di fatture false, emesse nei confronti di varie imprese attive nel comparto delle lavorazioni, riparazioni e manutenzioni meccaniche, ubicate nelle province di Torino, Bergamo e Napoli, con interessi anche oltre i confini nazionali, ammonta ad oltre 7 milioni di euro.

Il meccanismo fraudolento prevedeva che l’impresa utilizzatrice, una volta ricevuto il documento mendace, pagasse il dovuto attraverso movimentazioni finanziarie tracciate, di modo da far apparire tali transazioni commerciali come effettivamente avvenute.

In realtà, gli importi dei bonifici percepiti dalle imprese emittenti venivano, successivamente, prelevati, a volte in maniera frazionata, dai soggetti appartenenti al sodalizio criminale che provvedevano a restituire le somme incassate, previa decurtazione dell’IVA esposta in fattura a titolo di ristoro.

Inoltre, nel corso delle investigazioni i militari hanno individuato un’ulteriore impresa gestita dai tre indagati, la quale negli anni 2017 e 2018 è risultata aver omesso ovvero adempiuto in modo infedele gli obblighi dichiarativi, perpetrando un’evasione d’imposta di circa 2 milioni e mezzo di euro, nonché aver occultato parte delle scritture contabili al fine di non consentire l’esatta ricostruzione delle operazioni commerciali realmente effettuate.

I finanzieri, a seguito di mirate perquisizioni, hanno altresì sequestrato copiosa documentazione, anche di natura extra-contabile, quali appunti e pro-memoria, ed effettuato specifiche indagini finanziarie che hanno corroborato le ipotesi investigative.

Alla luce degli elementi acquisiti, il G.I.P. presso il Tribunale di Torino, ravvisando un concreto e attuale pericolo di reiterazione di reati della stessa specie, ha ritenuto necessario adottare la misura cautelare degli arresti domiciliari per i due fratelli e dell’obbligo di dimora nel comune di Torino per il terzo soggetto compartecipe, disponendo, nel contempo, il sequestro preventivo del profitto del reato fino alla concorrenza dell’importo di circa 7 milioni di euro.

Il compartecipe, peraltro, fino a febbraio 2020, ha percepito il reddito di cittadinanza, cosicché la sua posizione sarà comunicata all’I.N.P.S. di modo da procedere al recupero di quanto indebitamente ottenuto.

A Borgaro apre il Dinosaurs Park

Dal 12 giugno al 12 settembre al Parco Chico Mendes di Borgaro Torinese un entusiasmante tuffo nella preistoria con DINOSAURS PARK

Un viaggio nel tempo alla scoperta dei giganti che hanno popolato la terra 150 milioni di anni fa.
Un’entusiasmante esperienza per tutta la famiglia all’insegna del divertimento, della cultura e dell’ecologia.

Un’esperienza didattica ed educativa per conoscere la terra, abitata dai giganti 150 milioni di anni fa, un percorso formativo supportato da pannelli didattici e due sale scientifiche: la prima caratterizzata da approfondimenti legati alle teorie sull’estinzione dei dinosauri e curata dall’Osservatorio Astronomico di Torino; la seconda insegna come avviene il percorso di fossilizzazione e permette di vedere e conoscere fossili veri.

L’allestimento è curato da Next Exhibition, mentre la ricerca scientifica è seguita dall’Osservatorio Astronomico di Torino.
I pezzi esposti durante il percorso sono originali.