ilTorinese

I teatri torinesi: Teatro Alfieri

Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

 

7  I teatri torinesi: Teatro Alfieri

“L’estate sta finendo, il caldo se ne va”…
Ferragosto segna il lento ma inesorabile inizio della chiusura degli ombrelloni.
Le afose città da cui siamo scappati ci sogghignano e attendono il nostro ritorno obbligato; anche questa volta l’abbronzatura sbiadirà e prima che il segno del costume scompaia del tutto saremo ormai immersi nel “tran-tran” lavorativo, pronti e solerti nel sognare la prossima e lontanissima estate.
Cosa possiamo fare, cari compatrioti torinesi, per alleviare la noia degli sbuffi del rientro?
Per fortuna la città delle “golose” gozzaniane ci viene in aiuto, offrendoci attività, passatempi e svaghi di cui sarebbe bene approfittare, non solo in questo specifico momento di ripresa della quotidianità, ma durante tutto il resto dell’anno.
Si potrebbe per esempio decidere di andare a teatro.
A Torino ci sono numerosi teatri, più di una decina, e le manifestazioni che si svolgono all’interno delle strutture consentono di soddisfare qualsiasi desiderio: gli amanti della lirica possono recarsi al Teatro Regio, coloro i quali preferiscono il balletto sono invitati ad andare in special modo al Teatro Nuovo e chi ama crogiolarsi nel piacere della prosa può accomodarsi sulle poltroncine vellutate dei teatri Colosseo e Alfieri e altri ancora.
Essenziale per la cultura torinese è il Teatro Stabile, ente di produzione e ospitalità per il teatro di prosa, che si occupa della gestione anche del Carignano, del Gobetti e della Cavallerizza Reale.
Si incastonano tra i grandi nomi delle strutture storiche di Torino molte piccole realtà, costituite da minute e preziose platee, che a loro volta propongono spettacoli di vario genere, dai classici, alle esibizioni sperimentali o avanguardiste; mi preme tuttavia sottolineare la silenziosa importanza di questi luoghi, che non solo contribuiscono ad accrescere il panorama culturale cittadino, ma offrono l’impagabile opportunità agli artisti emergenti di dimostrare il proprio valore, quando questi recitano davanti ad un ristretto ma incuriosito pubblico. Per citare degli esempi, il Valdocco, in via Salerno, il Molo di Lilith, in via Cigliano, l’Alfa Teatro, il salotto dell’operetta, in via Casalborgone, o anche il Cine Teatro Baretti, in via Baretti.
Questo pezzo è dedicato ad una delle principali strutture teatrali della città sabauda, il Teatro Alfieri.

Esso si affaccia sulla ottocentesca Piazza Solferino ed è una delle realtà maggiormente attive e conosciute, insieme ai teatri Regio e Carignano.
L’edificio, quando viene costruito, è pensato per l’esecuzione di rappresentazioni liriche ed equestri, a causa della notevole capienza; in un secondo momento il teatro viene utilizzato per ospitare in prevalenza spettacoli di prosa. Attualmente all’Alfieri si svolgono diversi generi teatrali, dai classici alla drammaturgia contemporanea, dall’operetta al musical.
Inoltre oggi lo stabile conferma la propria nevralgica posizione all’interno della scena culturale torinese, poichè continua ad ospitare numerosi protagonisti del teatro italiano. Tra le diverse personalità che hanno calcato il palcoscenico è opportuno ricordare Vittorio Gassman, Erminio Macario, Wanda Osiris, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Gino Bramieri, Giorgio Gaber, Gigi Proietti e molti altri.
La storia dell’Alfieri inizia a metà dell’Ottocento, ed è subito costituita da un ritmato susseguirsi di prime rappresentazioni e spettacoli di successo.
Progetta la struttura l’architetto torinese Barnaba Panizza, figlio d’arte del già noto Lorenzo, a cui si devono l’Ospedale San Giovanni Battista e il Regio Manicomio di Collegno.
Ad appena tre anni dall’inagurazione, avvenuta nel 1855, un incendio devasta lo stabile, che viene celermente ristrutturato e riaperto al pubblico. Dopo una seconda inaugurazione, avvenuta nel 1860, altri tre incendi divampano nel teatro, rendendo obbligatori ulteriori lavori di ristrutturazione che volontariamente seguono le linee originali. Il più evidente segno di continuità con il passato è dato dalla facciata, coronata da un imponente frontone triangolare che permane tuttora. I primi interventi sono diretti dallo stesso Panizza, che nel 1877 ridisegna la sala; segue l’ampliamento dell’ingresso nel 1901 ad opera di Pietro Fenoglio, successivamente nel 1927 il nuovo allestimento è a cura di Eugenio Mollino.
Come altri luoghi torinesi, anche l’Alfieri è duramente colpito dai bombardamenti avvenuti durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale; la struttura subisce due volte il violento impatto delle bombe: il 20 novembre 1942 e l’8 dicembre dello stesso anno.

Nel 1949 ulteriori restauri comportano l’ampliamento della platea e l’annessione delle due attuali gallerie.
Per quel che riguarda l’esterno, l’edificio, di alto valore ambientale, si presenta come un chiaro esempio di eclettismo di ritorno, tipico delle architetture novecentesche di prestigio. Particolarmente degna di nota è la facciata ottocentesca della casa, adiacente al teatro, che fa angolo con via Cernaia, progettata nel 1870 e abitata dallo stesso architetto Panizza fino alla morte, avvenuta nel 1895.
Ma non sono solo le mura e le ristrutturazioni architettoniche a costituire la storia di un teatro, bensì gli spettacoli che vi vengono rappresentati al suo interno. Lungi da me propinarvi il lunghissimo elenco di lavori che nel tempo hanno animato la scena dell’Alfieri, ma alcune opere mi pare opportuno segnalarle. Nel 1882 è eseguita la prima assoluta de “Il sortilegio”, di Antonio Scontrino, mentre nel 1888 è la volta de “La Mandragola” di Machiavelli, musicata da Achille Graffigna.
Negli anni Cinquanta del Novecento viene rappresentata la prima assoluta dell’opera eroicomica “Otto Schnaffs” di Sandro Fuga, diretta da Oliviero De Fabritiis. Più o meno nello stesso periodo il cartellone propone diverse prime: “Simon Boccanegra” di Verdi, diretto da Franco Ghione; “Pelléas et Mélisande” di Debussy; “La sposa venduta” di Smetana, diretta sempre da Ghione; “La Traviata” di Verdi diretta da De Fabritiis. Negli anni successivi si eseguono all’Alfieri numerosi altri spettacoli, tra cui di grande successo “La Bohème” di Puccini diretta da Gianandrea Gavazzeni e “Margherita da Cortona” di Licinio Refice.
A partire dalla seconda metà del Novecento è Giuseppe Erba a seguire la gestione dei programmi teatrali. Egli, grazie alle indubbie abilità di impresario, caratterizza gli spettacoli alfieriani in termini di qualità e varietà, ponendo attenzione nell’alternare prosa, performance jazz, teatro classico e operette.
Oggi l’Alfieri è gestito dalla Compagnia Torino Spettacoli, di cui fanno parte anche il Teatro Erba, nato come cinematografo, e il Teatro Gioiello.
Gentili lettori, non c’è molto altro che vi posso raccontare, anche perchè il teatro va vissuto “in prima linea”, non letto o guardato attraverso un monitor.
Quello che ancora mi sento di consigliarvi, è di dare una rapida occhiata all’attuale calendario degli spettacoli e giocare a scegliere quelli che più vi piacciono. Magari la piacevole visione di qualche interessante esibizione renderà più dolce l’attesa della tanto agognata prossima estate.

Alessia Cagnotto

 

 

Nuovo slogan per la campagna di Damilano: c’è da cambiare

Al via la nuova campagna di Paolo Damilano, candidato sindaco di Torino Bellissima e del centrodestra, con il nuovo slogan C’È DA CAMBIARE e nuovo messaggio in vista del voto.

Il lancio oggi tramite i canali social e i manifesti affissi in questi giorni in città. Qui il link al post su Facebook

«C’è moltissimo da fare. C’è da ricostruire il lavoro, la sicurezza, il senso stesso di una città che deve tornare Bellissima. Ma per farlo davvero, occorre un cambiamento vero, non retorico, un cambiamento nelle priorità: Torino e i torinesi prima degli apparati e delle logiche di potere.

Un cambiamento che può garantire solo un progetto che nasce civico e si è aperto alle energie migliori della città. Il nostro progetto, il vostro progetto. Il 3 e 4 ottobre cambiamo tutti insieme e riportiamo Torino all’altezza di sé!»

#CèDaFare #CèDaCambiare #DamilanoSindaco #TorinoBellissima #Torino

Arrestato per tentata estorsione: “Rivoglio il cane!”

Sabato mattina una cittadina chiama il 112 NUE, segnalando la presenza di un soggetto molesto che pretende da lei la restituzione di un cucciolo di cane.

Giunti sul posto, gli agenti della Squadra Volanti rintracciano l’uomo, cittadino italiano di 40 anni, davanti l’abitazione della donna. Questi riferisce di voler indietro il cucciolo, regalato alla proprietaria un mese prima, asserendo che questa non fosse in grado di mantenerlo in quanto, a suo dire, denutrito e mal tenuto. Le condizioni del cane appaiono ottimali agli occhi degli agenti. Ribadita l’intenzione di non voler assecondare la volontà dell’uomo, quest’ultimo decide di allontanarsi.

Dopo un’ora la donna allerta nuovamente il 112 NUE, riferendo che il quarantenne si era nuovamente palesato sotto la sua abitazione.

Alla vista della Volante, il reo tenta di allontanarsi, senza successo. I poliziotti ascoltano nuovamente la vittima che questa volta decide di aprirsi, rivelando il trascorso avuto con l’uomo. La fine della loro relazione lo aveva portato a rivalersi sul cucciolo, con parole e gesti che avevano scatenato nella donna un forte timore.

Durante la perquisizione, il quarantenne è stato trovato in possesso di un coltello da cucina di oltre 20 cm, occultato nei pantaloni.

Con numerosi precedenti di Polizia, sono scattate le manette per tentata estorsione ed una denuncia per porto di oggetti atti ad offendere.

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Juve: Pjanic in arrivo. Toro: Borini nuovo obiettivo

Il direttore sportivo della Juventus Fabio Cherubini si sta adoperando al massimo per portare in bianco ero,per la seconda volta, Miralem Pjanic finanziando il tutto con la cessione di Weston McKennie, dopo appena un anno dal suo arrivo. Il calciatore americano sarebbe un obiettivo di mercato di molte squadra, e dall’estero sarebbero arrivate anche le prime offerte. L’ex centrocampista dello Schalke 04 non sarebbe considerato incedibile e la sua partenza sembrerebbe l’unico modo per liberare spazio al bosniaco, il quale è disposto a ridursi anche l’ingaggio pur di tornare a Torino.

In casa granata c’è un nome nuovo per la trequarti:Fabio Borini,ex giocatore del tecnico granata Juric ai tempi del Verona.Dalla Turchia fanno sapere che il giocatore può liberarsi pagando la clausola di 2,5 milioni di dollari.Con Becao in difesa,Pobega a centrocampo e Borini sulla trequarti,Juric sarà contento e tirerà un grosso sospiro di sollievo in quanto avrà quanto richiesto per poter fare un campionato che collocherà il Toro tra l’ottavo ed il decimo posto.

Vincenzo Grassano

Torino e Piemonte restano in zona bianca

Pre-Report settimanale del Ministero Salute – Istituto superiore sanità

Nella settimana 9-15 agosto, in Piemonte, il numero dei nuovi casi segnalati risulta in crescita rispetto alla settimana precedente. La percentuale di positività dei tamponi resta al 2%, mentre l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi decresce passando da 1.35 a 0.99. Il tasso di occupazione dei letti in terapia intensiva cresce da 1% a 2%, mentre resta stabile al 2% quello dei posti letto ordinari. Aumentano i focolai attivi, i nuovi focolai e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note. Il valore dell’incidenza e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

Auto dei carabinieri evita scontro ma investe donna sul marciapiede

All’angolo tra  Grosseto e  via Chiesa della Salute, una donna è stata investita da una pattuglia dei carabinieri che ha dovuto evitare un’auto che le aveva tagliato la strada.

Nell’impatto la donna è rimasta ferita ma non in modo grave ed è stata trasportata all’ospedale Giovanni Bosco in  codice giallo. La  polizia municipale sta verificando la dinamica dell’incidente.

Dalle prime ricostruzioni, ieri alle 18,30, la donna era sul marciapiede quando  è stata investita dall’auto dei carabinieri che viaggiava con la sirena accesa e che ha sterzato improvvisamente per evitare un’altra vettura che le aveva tagliato la strada. L’auto dei militari è così finita contro il marciapiede e le è scoppiato uno pneumatico.

Il bollettino Covid di giovedì 19 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.00

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 254 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui45 dopo test antigenico), pari al1,7 % di 15.284 tamponi eseguiti, di cui 10.726 antigenici. Dei 254 nuovi casi, gli asintomatici sono 125 (49,2%).

I casi sono così ripartiti: 31 screening, 175 contatti di caso, 48 con indagine in corso; 4 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali; 6 importati ( 5 dall’estero, 1 da altra regione italiana).

Il totale dei casi positivi diventa quindi 373.934 così suddivisi su base provinciale: 30.477 Alessandria, 17.678 Asti, 11.751 Biella, 53.837 Cuneo, 29.126 Novara, 199.527 Torino, 13.995 Vercelli, 13.362 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.542 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.639 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 14 (uguale rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 139 ( + 3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.283.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.216.303 (+ 15.284 rispetto a ieri), di cui 1.967.169 risultati negativi.

I DECESSI RIMANGONO 11.706

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.706 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.594 Torino, 527 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

358.792 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 358.792 (+ 210 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.558 Alessandria, 16.889 Asti, 11.165 Biella, 52.043 Cuneo, 27.874 Novara, 192.223 Torino, 13.323 Vercelli, 12.825 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.441 in fase di definizione.

Consumatori, Polliotto (UNC): “I consigli per risparmiare benzina”

Il vademecum della Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori per un uso consapevole del carburante di trazione.

Estate, tempo di mare, spese…e rincari. Come quello della benzina, decisamente più salato rispetto al medesimo periodo del 2020, che comporta serie riflessioni per i consumatori.
Ed ecco pronto, dunque, un utile vademecum stilato dall’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori per ridurre al massimo gli sprechi di carburante per chi è in viaggio.
“E’ importante monitorare in primis, anche e soprattutto per un fattore di sicurezza, la pressione degli pneumatici secondo quanto disposto nel libretto uso e manutenzione del veicolo, evitando aggravi di costi pari anche al 10 per cento perché la vettura fa più fatica ad avanzare”. E’ bene preferire il climatizzatore, usato con cautela, all’aria dei finestrini, che aperti compromettono altresì l’aerodinamica della vettura, e limitare i pesi in bagagliaio contiene i consumi, rispettando stabilità del mezzo e spazi di frenata”.
Per poi proseguire: “Utile anche condurre il veicolo con un andamento costante, accelerare gradualmente e calibrare le curve sono tutti accorgimenti, così come il non percorrere le discese in folle, che contribuiscono a far risparmiare carburante. Percorrere le curve compiendo traiettorie il più possibile in linea con la circolarità dell’asfalto, e adottare il ‘cruise control’, il regolatore di velocità, solo in condizioni ottimali tra cui strade aperte con poco traffico. Infine, per le percorrenze autostradali mantenere la corsia di marcia anche in caso di coda senza inutili zig zag può rivelarsi un buon alleato nel controllo dei livelli di benzina”, conclude l’Avvocato Patrizia Polliotto.
Per qualsivoglia esigenza, consiglio o richiesta, il Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori è disponibile dal lunedì al venerdì in normale orario d’ufficio allo 011 5611800 presso gli uffici di Via Roma 366 a Torino, oppure all’indirizzo www.uncpiemonte.it.

 

Volante della polizia si ribalta dopo lo scontro con un’auto: donna gravissima

Questa mattina una volante della polizia si è ribaltata in corso Unione Sovietica, angolo via  de Cristoforis, dopo lo scontro violento  con un’altra vettura, una Kia Rio.

Gli agenti a bordo e la conducente dell’altra macchina, sono stati portai in ospedale. La  conducente della Kia ha 47 anni  ed è ricoverata in  codice rosso al  Cto. Sono invece meno gravi le condizioni dei poliziotti, codici gialli.

La polizia municipale sta cercando di chiarire la dinamica dell’incidente.

Le lezioni del fallimento occidentale in Afghanistan

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LETTERE AL GIORNALE


Caro direttore, seguo le vicende afghane da quasi trentanni, dapprima come ricercatore e giornalista e poi, più da vicino come practitioner di varie organizzazioni internazionali attive in Asia centrale.

Se sono stato anchio colto alla sprovvista dalla rapidità del crollo del regime di Kabul a Ferragosto, non ho mai avuto dubbi che questo sarebbe stato lesito finale della sciagurata invasione lanciata dagli USA nel 2001. Ricordiamo alcuni punti fondamentali. Durante lintervento sovietico in Afghanistan(1979-1989), gli USA hanno armato ed addestrato bande di fondamentalisti islamici provocando lesplosione deljihad (e del traffico deroina) a livello mondiale. Dopo che il paese sprofondò nel caos in seguito all’abbandono sovietico, sempre gli USA approvarono la presa del potere da parte dei talebani. Quando, in maniera a tuttoggi inspiegata in modo razionale, avvenne lattacco dell11 settembre, Washington decise dinvadere il paese senza uno straccio di prova che riconducesse i terroristi al regime dei Talebani.

Quella in cui gli europei sono stati coinvolti per ventanni è stata dunque una guerra d’aggressione senza alcuna base legale. Tale guerra gli americani lhannocondotta sulla pelle degli altri (lAlleanza delle minoranze afghane del Nord) o seppellendo le posizioni nemiche di bombe, ogni volta falciando decine di innocenti.

Gli americani si sono quindi ingegnati a mettere al potere una serie di dipendenti delle loro multinazionali, completamente scollati dalla realtà del paese. In parallelo, con lentusiastico sostegno dei vassalli europei, si è cercato di imporre in un paese di comunità agricole tradizionali il modello occidentale di stampo anglo-americano. In tal modo, gli occidentali hanno ripetuto lerrore sovietico, solosostituendo il liberismo al marxismo. Peggio che prima, la stragrande maggioranza degli afghani (non i dipendenti delle ONG mostrati dalle TV italiane) ha accolto con ripugnanza un modello di modernità che anche da noi sempre di più si rivela come fondamentalmente marcio, basato comè sulla mercificazione di ogni valore, la competizione quale regola onnipresente, un femminismo puritano anglosassone che crea odio verso gli uomini, pornografia di massa venduta come liberazione. Per non parlare degli eccessi LGTB, che suscitano orrore in tutte le società ad est della linea Varsavia-Istanbul.

Anche trascendendo dallavversione delle masse per gli pseudovalori occidentali, il tentativo di applicarli in Afghanistan nasceva morto nel momento in cui non si prevedevano sforzi per la costruzione di unarchitettura statale ed economica efficace per il nuovo protettorato. I sovietici questo lo fecero ed in effetti il regime da essi lasciato a Kabul riuscì a reggersi da solo per sette anni (19891996).

Sotto gli americani, nella corruzione regnante di governanti senza scrupoli al soldo dello straniero, le masse si sono riallineate ai rappresentati del vecchio ordine che per inciso avevano anche bloccato il narcotraffico, ridivenuto imperante durante loccupazione.

Per anni Washington e le sue ignave ancelle europee (i soli a credere nella retorica dei diritti umani) hanno cercato di corrompere quanta più gente possibile per portare qualcuno dalla loro parte. Costoro li abbiamo visti accalcarsi dietro gli aerei allaeroporto di Kabul.

Per noi europei la cosa più indicata da fare di fronte a questo disastro sarebbe di trarne le debite conseguenze e scuotersi da un torpore che ci porterà solo nuove tragedie.

Ventanni fa scrissi che l’Afghanistan, dopo essere stato la tomba del potere sovietico, annunciava l’inizio della fine dell’egemonia anglosassone sulla scena internazionale. Sottolineo anglosassone invitando chi legge a finirla con la retorica dellOccidente, che è solo unasovrastruttura ideologica per il dominio anglo-americano sul resto dellEuropa. Le immagini che arrivano da Kabul servano a riflettere sul fatto che strutture come la NATO non contribuiscono più a creare sicurezza ma producono al contrario linstabilità (basta guardare alla Libia) in cui lItalia è oggi immersa. I paladini dell“Occidente smettano di stracciarsi le vesti per le mogli dei funzionari defenestrati di Kabul ed inizino invece a concentrarsi sulla situazione delle donne saudite, martoriate da un regime a cui ilsistema a cui loro si vantano d’appartenere fornisce ogni genere di supporto. Traiamo dalla tragedia dellAfghanistan le giuste lezioni: se vogliamo evitare nuovi disastri per il futuro, dobbiamo tornare padroni del nostro destino. Anche perché, data la nuova guerra fredda che USA e Gran Bretagna alimentano contro la Russia, la principale potenza nucleare, i prossimi cataclismi causati dal vassallaggio atlantico saranno sempre più vicini a noi e potrebbero rivelarsi fatali.

Fabrizio Vielmini
analista Vision & Global Trends(https://vision-gt.eu)