ilTorinese

“La Mozzarella di Bufala Campana Dop. Una storia lunga 40 anni”

Giovedì 22 Luglio 2021 – ore 18.00 – 19.00 PARLACONME 

Pier Maria Saccani Direttore del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop

La Mozzarella di Bufala Campana Dop. Una storia lunga 40 anni

Nella puntata di #Parlaconme di domani 22 luglio alle ore 18:00 avremo il grande piacere di parlare con il Direttore del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pier Maria Saccani.

In comune, il Dr. Saccani e la conduttrice, oltre ad avere la massima stima per il “Brand iconico”, hanno la partecipazione all’importante progetto di True ItalianTaste – a difesa del Made in Italy con #Civediamoincamera, un’iniziativa promossa e finanziata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale nell’ambito della campagna governativa “The Extraordinary ItalianTaste”, e coordinata da Assocamerestero, l’associazione che riunisce le 81 Camere di Commercio Italiane nel mondo, che mira a valorizzare, promuovere e tutelare il prodotto agroalimentare autentico italiano. GRINDER IdeasProduction Entertainment.

Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, quest’anno compie 40 anni dalla sua fondazione. Era il 13 luglio 1981 quando un gruppo di lungimiranti imprenditori decise di unire le forze e puntare alla salvaguardia e promozione di quello che oggi è diventato uno dei prodotti simboli del Made in Italy.

Quarant’anni dopo, il metodo di lavorazione non è cambiato, grazie all’innovazione tecnologica sono stati elevati gli standard qualitativi e migliorata la logistica, così, da prodotto locale, la Bufala Campana è diventata un fenomeno mondiale, incarnando lo stile di vita italiano, fatto di gusto e piacere.

Ma non basta, oltre al compleanno del Consorzio, il 12 giugno scorso sono ricorsi anche i 25 anni del riconoscimento del marchio DOP alla mozzarella di bufala campana. Un doppio anniversario decisamente importante per il Brand.

Oltre a ripercorrere con il Direttore le principali tappe della storia del Consorzio di tutela e dei meravigliosi eventi organizzati per festeggiare il suo compleanno, (ricordiamo le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita allo stand durante la 1^ Festa dell’Educazione Alimentare organizzata da Confederazione Nazionale Coldiretti: “Ah, qui si fa la Mozzarella…” ), avremo modo di capire in che modoed attraverso quali mezzi tradizionali ed innovativi, la Mozzarella di Bufala Campana Dop, si difende dalle frodi sul web e non solo.

In tempo di Covid19, riporta il comunicato stampa del Consorzio, sono aumentate le fake-mozzarelle sui mercati. La Mozzarella di Bufala Campana Dop è ancora più imitata, come emerge dal report annuale elaborato dal settore Vigilanza del Consorzio di Tutela e che prende in esame le azioni intraprese nel 2020. Centinaia i casi rilevati dall’attività di verifica e il web si conferma il terreno privilegiato per le violazioni. Gli ultimi dati del Consorzio si concentrano proprio sull’attività di “online brand protection”, con rilevazioni che coprono tutto il 2020.

“Siamo di fronte a un fenomeno in costante crescita, visto che l’uso del web è sempre più capillare, e che non può essere preso sottogamba dal momento che su un totale di circa 2000 link con riferimenti al marchio e alla Dop Mozzarella di Bufala Campana ben 183 sono stati considerati lesivi, dunque dei veri e propri abusi. È chiaro che il rispetto del marchio in quelli che sono potenzialmente i più grandi mercati del mondo rappresenta una questione di assoluta rilevanza soprattutto per il futuro della filiera della Mozzarella di Bufala Campana Dop”, commenta il direttore del Consorzio di Tutela, Pier Maria Saccani.

E noi proprio con lui andremo ad approfondire questo e tutti gli altri temi che riguardano questo meraviglioso Brand che è un’eccellenza italiana nel mondo.

Allinterno della puntata, inoltre, verrà ricordato  il sito di Parla Con Me www.parlaconmeofficial.it con allinterno di tutti i podcast della scorsa stagione, di quella attuale e il salottino di Parla Con Me è ONLINE!

PODCAST DAL GIORNO DOPO SU WWW.PARLACONMEOFFICIAL.IT

La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.

Per collegarsi ed ascoltare la trasmissione:

– collegarsi al sito www.vidanetwork.it

–  app ufficiale RADIO VIDA NETWORK scaricabile gratuitamente per IOS e ANDROID

su speaker Alexa e Google Home

REPLICHE:

–  REPLICA il giorno successivo – venerdì – alle ore 9.00 

–  REPLICA il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30 

Allegri e Juric: che grinta!

Proseguono gli allenamenti di Toro e Juve con tante similitudini:grande grinta,difese alte e spazi ridotti,massima concentrazione e tanta fatica.

In casa granata la giornata odierna è stata divisa con la mattinata trascorsa in palestra ed il pomeriggio in campo per assimilare al meglio i dettami tecnici di mister Juric.Ancora a parte Lyanco,Falque,Kone.Dal fronte del mercato non si registra nessuna novità.
Andrà via Meitè ed arriverà Messias.Poi solo a fronte di uscite ci saranno nuovi ingressi.Belotti rientrerà a fine mese ma già la settimana prossima dovrà dare la risposta definitiva: accettare il rinnovo oppure migrare verso altri lidi.
In casa bianconera prosegue la preparazione senza intoppi.Si riparte da Paulo Dybala,Allegri è sempre più convinto che sarà l’argentino il leader della sua nuova Juve.In attesa di Ronaldo piuttosto confuso sul da farsi.Il mister bianconero è stato chiaro:no indecisi e rosa con al massimo 22/23 giocatori da plasmare come vuole Allegri stesso.Nessuna novità dal mercato.Locatelli appare più lontano mentre s’avvicina Pjanic.

Vincenzo Grassano

Il bollettino Covid di mercoledì 21 luglio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.15

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 134nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 17dopo test antigenico), pari allo 1,0% di 13.066tamponi eseguiti, di cui7.621antigenici. Dei 134 nuovi casi, gli asintomatici sono 60 (44,8%).

I casi sono così ripartiti: 36 screening, 65 contatti di caso, 33 con indagine in corso; RSA/Strutture Socio-Assistenziali: 0; importati: 4.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 368.071così suddivisi su base provinciale: 29.719 Alessandria, 17.543 Asti, 11.557 Biella, 53.116 Cuneo, 28.400 Novara, 196.920 Torino, 13.777 Vercelli, 13.013 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.510 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.516 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 3(come ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 50(-7rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 1127.

I tamponi diagnostici finora processati sono 5.750.398(+ 13.066rispetto a ieri), di cui 1.850.847risultati negativi.

I DECESSI RESTANO 11.699

Nessun decesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale rimane quindi 11.699 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.566 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 944 Novara, 5.591 Torino, 525 Vercelli, 373 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

355.192GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 355.192(+48rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.031 Alessandria, 16.790 Asti, 11.062 Biella, 51.509 Cuneo, 27.350 Novara, 190.778 Torino, 13.205 Vercelli, 12.616 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.440 extraregione e 2.411 in fase di definizione.

uBroker partner del Vertigo Festival Beer di Pianezza

L’azienda che azzera le bollette di luce e gas reinveste parte degli utili in iniziative filantropiche e di mecenatismo culturale a sostegno dello showbusiness e della valorizzazione delle proprie risorse umane.

‘uBroker Srl’, prima realtà d’impresa italiana ad aver azzerato le bollette di luce e gas, prosegue con successo nel proprio cammino di sostegno a iniziative filantropiche e di mecenatismo culturale.
L’azienda fondata nel 2015 da Cristiano Bilucaglia e Fabio Spallanzani, da sempre attenta alle nuove povertà e alle esigenze del territorio, sarà nuovamente partner del ‘Vertigo Festival Beer’ presso l’area spettacoli di Via Torino 29/B a Pianezza (Tel. 011 2425792), che andrà in scena dal 23 al 31 luglio 2021.

Otto giorni di grandi eventi fra musica e cabaret con un cartellone ricco di appuntamenti di prestigio che prevede, in ordine cronologico
‘The Royal Band – Queen Tribute (23/07)
Gran Galà di Cabaret (24/07)
El Tren del Sabor – Serata Tributo alla musica cubana (25/07)
l’ex Pooh Dodi Battaglia (26/07, Open Act: Questo Strano Mondo-Tributo Pooh)
Standing Ovation (Tributo Vasco Rossi) & Andrea Cucchia Innesto (27/07)
Stef Burns League (28/07, Open Act: Six Blade Band – Dire Straits Tribute)
Federico Poggipollini (29/07)
Gallo Team (30/07)
Dobermann più I-Dea (& Friends)
“Il ritorno degli eventi live costituisce uno dei primi segnali di voglia di normalità di un’Italia pronta a risorgere migliore di prima dalle ceneri della pandemia ancora in corso”, esordisce Cristiano Bilucaglia, fondatore del progetto Zero.
“Noi di ‘uBroker’ crediamo da sempre nella valorizzazione delle risorse umane. E la cultura, il sano divertimento, sono i vettori migliori con cui incentivare e premiare chi fa parte meritatamente della nostra squadra. Motivo per cui, come azienda, abbiamo acquistato un pacchetto di 30 posti da omaggiare ai nostri dipendenti per lo spettacolo ‘Gran Galà di cabaret’ che si terrà sabato 24 Luglio sera. Un modo per condividere un momento di aggregazione fra sorrisi e compagnia”, spiega il Presidente di ‘uBroker Srl’.
Che riprende: “Quello con Andrea Carbonara, valente ristoratore pianezzese, e con gli amici del ‘Vertigo’, è un sodalizio che prosegue felicemente da anni. Già nel 2018 ho creduto nella loro rassegna estiva, dando vita allo ‘Zero Festival Beer’, dal nome del progetto Zero che consente di azzerare le bollette di luce e gas, Canone Rai e accise incluse. Nel dicembre 2020, in occasione delle festività natalizie, con l’amico Andrea abbiamo ideato ‘Risate per cena’, il primo comic delivery italiano che portava a casa delle persone, oltre a dell’ottimo cibo, anche uno spettacolo di cabaret con grandi nomi visibile gratuitamente attraverso la piattaforma Zoom. Un modo concreto per sostenere la ristorazione, tra i settori più colpiti dagli effetti del Covid-19, regalando allegria e speranza in un momento storico fra i più difficili della vita del Paese. Crediamo che il futuro dell’Italia passi anche attraverso nuove forme di incentivo al settore spettacoli, determinante per l’economia e il traino del turismo nazionali”, conclude soddisfatto Cristiano Bilucaglia.
Tutte le informazioni disponibili sul sito vertigospettacoli.it.

Quella volta che dallo spazzaneve giunse la notizia: “E’ nato suo figlio!”

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La sindaca Chiara Appendino ha ricevuto a Palazzo Civico la signora Massa.

Vedova,  insegnante in pensione, volontaria della San Vincenzo, la signora ha seguito tutti i concerti del Torino Jazz Festival.

Suo marito, l’ingegner Massa, è stato uno storico dirigente del Comune. Era il responsabile degli spazzaneve.

Della nascita del figlio fu avvisato proprio da uno di loro, perché allora  i cellulari non c’erano.

Storie e persone d’altri tempi che giustamente vanno ricordate in Municipio, la casa di tutti i torinesi, anche  grazie alla disponibilità e alla cortesia istituzionale della prima cittadina.

Violenze in carcere: chiesti 25 rinvii a giudizio, anche per tortura

Sono  25 i rinvii a giudizio chiesti dalla Procura di Torino nel procedimento che riguarda episodi di violenza commessi da agenti di polizia penitenziaria ai danni di detenuti nel carcere delle Vallette. 

In alcuni casi viene contestato il reato di tortura. Tra  gli indagati anche il  direttore del carcere e il comandante degli agenti all’epoca dei fatti, ai quali sono stati contestati comportamenti che, secondo gli inquirenti, avrebbero cercato di nascondere o minimizzare la portata degli episodi. I detenuti indicati dalla Procura come persone offese sono undici in tutto.

Genova, Grimaldi (SI): volevamo giustizia per gli altri…

“…non pensavamo di doverla pretendere per noi stessi. In tanti ancora oggi devono e possono chiedere scusa”

“Ancora su Genova. Oggi ricorre il giorno del magnifico corteo dei 300mila, sporcato, insanguinato e aggredito nuovamente dalle cariche indiscriminate delle forze dell’ordine. Chi, come me, è uscito illeso da quella giornata ancora non se ne capacita. Questa notte ricorrerà la notte della Diaz, la notte nera della democrazia italiana.
A vent’anni da allora non mi stancherò di dire che le prescrizioni, le promozioni, i depistaggi, le archiviazioni e le assurde pendenze giudiziarie che i manifestanti hanno sopportato per anni hanno impedito alle inchieste di arrivare a una vera e piena giustizia. E ancora aspettiamo che siano introdotti i codici identificativi sulle divise degli agenti in servizio. Persone che quella notte hanno rischiato la vita ancora non sanno chi gli ha cercato l’anima a forza di botte. Un movimento che chiedeva giustizia per gli altri ha poi dovuto invocarla per se stesso.
Io credo che non sia troppo tardi per chiedere scusa. Lo dovrebbe fare il Presidente della Repubblica a nome di tutte le istituzioni che in quei giorni non hanno garantito il rispetto della Costituzione. Dovrebbe farlo il Governo promettendo che mai più si consentirà la gestione scellerata di un momento di protesta. Lo dovrebbero fare i vertici della polizia, ma questo so che non avverrà mai, mentre Santa Maria Capua Vetere ci ha mostrato che purtroppo l’eversione continua a manifestarsi.
Però non solo: mi aspetterei le scuse di chi a quel tempo guidava (e in certi casi ancora oggi ne è figura di spicco, penso ad esempio a Piero Fassino) il più grande partito della sinistra e la maggiore organizzazione sindacale italiani. Per non aver capito che in quei giorni era loro dovere essere lì, non solo per abbracciare le ragioni del movimento ma per difendere con i propri servizi d’ordine organizzati quelle centinaia di migliaia di giovani. Ricordo che 20 anni fa la Sinistra Giovanile torinese decise di andare a Genova in contrasto con la scelta di via Nazionale. Le parole di alcuni nei giorni successivi suonarono come un riconoscimento tardivo della propria assenza dalla piazza.
E vorrei aggiungere: non condivido la narrazione per cui le violenze e il trauma subito a Genova hanno fermato e dissolto il movimento dei movimenti. Dopo Genova ci sono stati ancora social forum e manifestazioni di milioni di persone: Porto Alegre, Parigi, Londra, Roma, Firenze, la Perugia Assisi. E allora come è finita?
Anche in questi caso, tante sono le responsabilità dei grandi partiti: la sinistra di tradizione socialdemocratica, globalmente, non ha accolto le analisi, le intuizioni e le istanze di quel movimento, in questi decenni ha rinunciato a lottare contro i primi e quelli si sono rifugiati nelle isole del tesoro, più indisturbati che mai. Il 20% che allora deteneva l’80% della ricchezza globale è diventato un 12% in possesso dell’85%. Conoscere e riconoscere gli errori del passato è il primo e indispensabile passo per cambiare, una volta per tutte. La crisi climatica, la pandemia, le morti in mare e nel deserto, le ingiustizie sociali e molto altro ci dicono quanto ciò sia urgente”.
Marco Grimaldi – Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, Responsabile Transizione ecologica per la Segreteria nazionale di Sinistra Italiana

“Per una riforma della Giustizia civile a misura di cittadino”

La piattaforma sottoposta al presidente Mattarella, al presidente draghi ed al ministro Cartabia e la petizione on line

 

In un periodo di grande dibattito politico e parlamentare sulla riforma della Giustizia nel nostro Paese, l’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”, insieme con il Movimento Federalista Europeo – Sezione “Europa e Libertà”, puntano i riflettori sulla necessità dell’adozione immediata di misure urgenti per rendere la Giustizia civile a misura di cittadino.

Le Associazioni hanno così elaborato la piattaforma “Per una riforma della Giustizia civile a misura di cittadino”,  la quale è stata sottoposta formalmente, attraverso una nota contenente nel dettaglio le misure proposte, all’attenzione del Presidente della Repubblica prof. Sergio Mattarella, al  Presidente del Consiglio dei Ministri prof. Mario Draghi ed al Ministro della Giustizia prof.ssa Marta Cartabia.

Le Associazioni, dopo aver analizzato nel dettaglio i maggiori ostacoli e problematiche che l’ “utente” della Giustizia civile incontra, nella piena consapevolezza delle difficoltà di realizzare, in tempi brevi una riforma dell’intero  processo civile e nello stesso tempo della necessità, in ogni caso, di adottare alcune misure urgenti, non più procrastinabili  e di facile attuazione ha individuato le stesse sottoponendole, quindi, alle Istituzioni.

E’ stato, quindi, proposto al Presidente Mattarella, al Presidente Draghi ed al Ministro Cartabia di prevedere il termine massimo di 3 anni e mezzo di durata di ogni grado del processo civile ed il rendere esenti da spese vive tutti i processi civili di valore non superiore ad € 5.000,00.

Inoltre, il Coordinamento ha proposto l’implementazione della trattazione scritta del processo civile, una proposta concreta e formale di conciliazione  da parte del Magistrato nella battute iniziali del processo, e conseguentemente la previsione della procedura di mediazione finalizzata alla conciliazione facoltativa in tutte le materie.

“Per una riforma della Giustizia civile a misura di cittadino” – afferma la dott.ssa Irene Zapparata della sede piemontese dell’Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore” –  è una piattaforma di proposte concrete, derivanti dallo studio “sul campo” delle principali emergenze, volta all’adozione, immediata, di soluzioni che permettano la rimozione dei principali ostacoli e problematiche che l’utente della Giustizia civile incontra.

La nostra Associazione ha voluto sottoporre al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Giustizia, delle misure che, qualora condivise, potrebbero essere adottate senza dover modificare l’impianto processuale attualmente vigente”.

Le Associazioni, oltre all’elaborazione della piattaforma programmatica “Per una riforma della Giustizia civile a misura di cittadino” ed al sottoporre la stessa al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Giustizia, hanno lanciato su “change.org” una petizione on line, volta all’adozione delle misure previste nella piattaforma sottoposta alle Istituzione, invitando i cittadini a sottoscrivere la stessa attraverso il link http://chng.it/5QsgwNnHS8

“E’ importante che i cittadini facciano sentire la loro voce su un tema di forte impatto. Se dovessero essere accolte, infatti, le proposte del nostro Coordinamento i cittadini potrebbero beneficiare di una Giustizia civile più rapida ed economica” conclude la dott.ssa Irene Zapparata.

 

Associazione Nazionale “Dalla Parte del Consumatore”

In mostra alla Mole oltre un secolo di cinema italiano nei volti degli attori

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Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana
20 luglio 2021 – 7 marzo 2022

Il Museo Nazionale del Cinema, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, rende
omaggio al cinema di ieri e di oggi con PHOTOCALL. Attrici e attori del cinema italiano, la grande
mostra fotografica che racconta oltre un secolo di cinema italiano attraverso i volti dei protagonisti che lo
hanno reso famoso in tutto il mondo.

Dal 20 luglio 2021 al 7 marzo 2022 la Mole Antonelliana diventerà ancora di più il tempio del cinema,
raccontando un viaggio nella memoria filtrato dall’obiettivo della macchina fotografica che, tra ritratti in
studio e scatti rubati, foto di scena sul set e servizi giornalisti, ripercorre oltre un secolo di vita
cinematografica e sociale d’Italia, un viaggio a ritroso che parte dal contemporaneo e che termina con le
icone del divismo dell’epoca del cinema muto. Il ruolo del fotografo si trasforma, da semplice maestranza
a paparazzo, da artista agli scatti di moda: interpreta l’interazione tra cinema e fotografia, grazie al suo
rapporto con l’attore, diventando così il tramite per lo spettatore.


La mostra inaugura il 20 luglio 2021, giorno del 21esimo compleanno del Museo Nazionale del Cinema
alla Mole Antonelliana. Madrina della mostra è Sara D’Amario, attrice e scrittrice piemontese, che sarà
anche modella per un giorno per il fotografo Riccardo Ghilardi: le foto realizzate verranno poi esposte in
mostra.

Oltre 250 riproduzioni fotografiche fine art, 71 stampe originali e più di 150 scatti presenti nelle video
gallery: questi i numeri della mostra che espone preziosi materiali conservati negli archivi del Museo
(cartoline originali, apparecchi fotografici, brochure, riviste d’epoca) insieme a opere di fotografi, collezionisti
privati, agenzie, enti e istituzioni italiane come il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale,
la Cineteca di Bologna, l’Istituto Luce-Cinecittà, Rai Cinema, la Film Commission Torino Piemonte e l’Archivio
Centro Cinema Città di Cesena.

IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra si sviluppa nell’Aula del Tempio, cuore del Museo Nazionale del Cinema. I due grandi schermi
propongono un montato realizzato da Rai Cinema che raccoglie momenti di red carpet nei festival più famosi
al mondo. Sotto gli schermi trova posto uno sfavillante Red Carpet, un’installazione con le fotografie di
Sabina Filice, che racconta il momento più glamour e mondano di ogni festival cinematografico, che fa
sognare ad occhi aperti. E perché questo sogno di avveri, in fondo al Red Carpet la gigantografia di un
gruppo di fotografi torinesi accoglie i visitatori tra flash lampeggianti. Basta girarsi e farsi un selfie,
immaginando di essere una star.

Il percorso espositivo parte alla base della rampa elicoidale e si divide in quattro sezioni.

La prima, Attrici e attori contemporanei, racconta il cinema degli ultimi decenni. Qui sono privilegiati sia i
ritratti, in cui l’occhio della macchina fotografica scruta ogni espressione del viso e ogni gestualità, sia le
figure intere inserite in un contesto di architettura e paesaggio. Allo sguardo femminile di Sabina Filice, si
aggiungono gli scatti di famose firme contemporanee come Stefano Guindani, Riccardo Ghilardi, Stylaz,
Philippe Antonello e Stefano C. Montesi, i cui sguardi d’artista lasciano trasparire una complicità assoluta
tra attore e fotografo, sia sui set sia nelle foto in posa.

La seconda sezione – composta dalle coloratissime Dive Pop e dai ritratti, rigorosamente in bianco e nero, di
Italian Men – prosegue con l’epoca d’oro del cinema italiano e si concentra nel fenomeno del divismo degli
anni ‘50 e ‘60 che ha reso la “Hollywood sul Tevere” il centro del mondo cinematografico.
La terza parte, Icone della rinascita e Ritratto d’autore, illustra i protagonisti della rinascita del secondo
dopoguerra i grandi interpreti di Cinecittà, dal primo cinema sonoro al dopoguerra.

La quarta sezione, Nascita del Divismo è dedicata al cinema muto degli anni ‘10 e ‘20, alle prime dive e ai
primi divi immortalati da fotografie in bianco e nero o seppiate.

Al termine delle quattro sezioni, un intero piano è dedicato a sei approfondimenti tematici: oltre le proiezioni
e le video gallery, vi sono progetti artistici intorno alla stretta e complessa relazione tra fotografo, attore e
cinema. Tra questi, Sguardi D’Attore di Stefano Guindani, il concorso per fotografi di scena CliCiak Scatti di
cinema, Prove di Libertà di Riccardo Ghilardi e le preziose Giant Polaroid originali messe a disposizione da
Claudio Canova. L’ultima stanza, Peep Show, è un omaggio al “mago del nudo” Angelo Frontoni.
Un’area è dedicata ai fotografi torinesi che, in occasione di questa mostra, hanno deciso di concedere alcune
loro immagini al Museo Nazionale del Cinema: Francesco Del Bo, Dario Gazziero, Stefano Guidi, Gabriele
Mariotti, Carlo Mogavero, Gianluca Platania, Alberto Ramella, Giuseppe Sacchetto, Renato Valterza,
Sabrina Gazzola, Michele D’Ottavio, Pasquale Juzzolino, Maria Vernetti.

Il percorso di mostra si conclude al piano zero della Mole con la sezione Backstage!, con fotografie scelte
con Film Commission Torino Piemonte: una selezione di scatti d’autore che vuole raccontare la magia
e la complessità dei set cinematografici, insieme alle tante professionalità che li compongono. Quattordici
scatti e alcuni importanti attori e attrici che hanno contribuito, nei vent’anni di attività della Fondazione,
ad accendere i riflettori su Torino e il Piemonte.

All’esterno, sulla cancellata della Mole Antonelliana una proposta forse un poco inusuale: i fantasiosi e
colorati collage brividopop realizzati da Marco Innocenti.

La mostra si estende nel cortile del Rettorato dell’Università di Torino, dove dieci immagini di
grandissimo formato, tratte dall’importante archivio di Angelo Frontoni, ritraggono insieme celebri coppie
del cinema italiano.

In occasione della mostra le due sale di CineVR presentano il video RedCarpetVR realizzato da Rai
Cinema alla Mostra del Cinema di Venezia 2019. I visitatori potranno così provare l’emozione di veder
sfilare accanto a loro gli attori e attrici preferiti.

A partire dal mese di settembre verranno organizzate delle Masterclass con fotografi, attori e attrici, a
cura di Stefano Della Casa con Stefano Boni, Grazia Paganelli e Mariapaola Pierini.

Durante tutta la durata della mostra verranno organizzate delle iniziative per il pubblico e delle attività
per le scuole, mentre il Cinema Massimo proporrà omaggi, proiezioni e incontri.

All’interno di un progetto di digitalizzazione per la fruizione dei contenuti, il Museo Nazionale del Cinema
ha realizzato una guida digitale che offre approfondimenti sfogliabili o scaricabili su smartphone tramite
i QR/NFC posizionati lungo il percorso espositivo.

La guida, che include anche contenuti in LIS, è consultabile online sul sito del museo all’indirizzo
https://photocall.museocinema.it

Info orari e tariffe www.museocinema.it

Torino tra architettura e pittura: Guarino Guarini

Torino tra architettura e pittura

1 Guarino Guarini (1624-1683)
2 Filippo Juvarra (1678-1736)
3 Alessandro Antonelli (1798-1888)
4 Pietro Fenoglio (1865-1927)
5 Giacomo Balla (1871-1958)
6 Felice Casorati (1883-1963)
7 I Sei di Torino
8 Alighiero Boetti (1940-1994)
9 Giuseppe Penone (1947-)
10 Mario Merz (1925-2003)

1) Guarino Guarini

Ne ho discusso poco tempo fa con i miei studenti, di quanto l’abitudine ci possa rendere indifferenti alle preziosità che ci circondano. Che si tratti di parchi o architetture, passeggiate lungo il fiume o piazze monumentali, le “cose belle” che sono alla nostra portata, che sono “sempre lì” a disposizione, ad un certo punto perdono –ai nostri occhi abituati- il loro fascino. Che fare allora? In classe non siamo addivenuti ad una soluzione, ma ci siamo ripromessi di camminare quanto più possibile con lo sguardo attento, magari provando a ricordare che cosa ci aveva originariamente colpito di certi luoghi, un tempo sorprendenti.

È più semplice di quel che sembra passeggiare per Torino senza accorgersi della preziosità dei suoi palazzi o della geometria perfetta delle vie del centro: Torino è “sempre lì”, sempre la stessa e ormai rischiamo –noi torinesi- di essere assuefatti al suo fascino malinconico, tanto da notare piuttosto una nuova vetrina o scoprire la chiusura di un negozio a cui eravamo affezionati e non osservare invece i decori aggettanti che inquadrano una precisa attività commerciale. Torino è una città esteticamente complessa, abbracciata dalle Alpi in lontananza, colorata dalle tinte degli alberi dei parchi e della collina, segnata da grandi architetture del passato e del presente. Nel capoluogo convivono in sorprendente armonia capolavori barocchi, edifici liberty e più recenti strutture, nate per la maggior parte negli anni Novanta, grazie soprattutto all’importante avvenimento dei XX Giochi Olimpici svoltisi proprio nella “nostra” città, per quest’ultima categoria ritengo opportuno ricordare la zona dell’ex Villaggio Olimpico, che sorge sull’area occupata fino al 2001 dai Mercati Generali.
È bene specificare che, oltre alle tipologie architettoniche più prestigiose, a Torino vi sono diversi edifici storici risalenti all’epoca lontana dell’antica Augusta Taurinorum, tra le costruzioni più datate vi sono Le Porte Palatine, attualmente inserite all’interno del Parco Archeologico, che racchiude e preserva molti altri reperti romani.

È però nel Seicento che iniziano gli elaborati interventi urbanistici che danno effettivamente lustro alla città; i numerosi lavori di ampliamento, di restauro e di costruzione di nuovi palazzi e quartieri si devono in prevalenza agli esponenti della famiglia Savoia, primi fra tutti Emanuele Filiberto (1528-1580) e Carlo Emanuele I (1580-1630). Ma andiamo in ordine e vediamo di percorrere brevemente quali sono stati gli avvenimenti più importanti a livello urbanistico e chi erano le personalità a cui era stata affidata la soprintendenza dei lavori. Nel 1563 Torino è capitale del ducato sabaudo, è dunque opportuno che l’estetica della città rispecchi l’importante funzione politica: a tal proposito Emanuele Filiberto avvia un primo sviluppo edilizio. Carlo Emanuele I prosegue poi con i lavori di modifica urbanistica e affida il progetto di ampliamento verso sud-est all’architetto civile Ascanio Vitozzi (1539-1615). Egli decide di mantenere per le nuove aree la trama a scacchiera, così da riprendere la primigenia struttura romana. Al Vitozzi si deve l’edificazione di Piazza Castello (1615), il primo tronco dell’attuale via Roma (all’epoca Via Nuova) e l’inizio della costruzione dei portici nelle strade principali. L’architetto si rifà al gusto francese, tanto apprezzato in quegli anni, e conferisce alla città un carattere omogeneo, attraverso la costruzione delle facciate dei palazzi che si susseguono uniformi e la scansione spaziale dei portici. All’architetto Vitozzi succede l’abile Carlo di Castellamonte (1560-1683), il quale continua l’opera di modernizzazione della città sabauda, egli realizza quindi Piazza San Carlo, che doveva unire l’antico nucleo storico con la parte nuova appena edificata, inoltre si adopera per completare la Via Nuova.

 

Va tuttavia sottolineata la geniale visione progettuale di Castellamonte, egli infatti, attraverso la costruzione di Piazza San Carlo, arriva all’uniformità del prospetto della piazza, in asse con la Via Nuova, grazie al doppio porticato aperto sui lunghi lati e alla ripetizione delle facciate degli edifici. Anche lui guarda al modello francese, per l’appunto la conformazione razionale di Piazza San Carlo ricorda la Piazza Reale di Parigi: un enorme spazio quadrato scandito da portici simmetrici le cui unità edilizie sono a malapena distinguibili. Nella seconda metà del Seicento Carlo Emanuele II ordina un ulteriore ampliamento verso il Po: tale progetto vede il Castello come vero e proprio fulcro del potere politico, attorno ad esso si sviluppano nuovi quartieri e nuove abitazioni. Nel 1658 viene edificato Palazzo Reale, altro edificio a testimonianza della presenza monarchica dei Savoia sul territorio.
Molte personalità illustri si adoperarono per rendere Torino elegante e regale, ma tra i tanti nomi spicca sicuramente quello di Guarino Guarini (1624-1683), padre dell’ordine dei Teatini, insigne matematico e studioso di filosofia; viaggia molto e lavora in diversi cantieri in città quali Modena, Messina e Parigi, inoltre soggiorna a Roma, dove ha modo di confrontarsi con i lavori artistici dei maestri barocchi, soffermandosi soprattutto sulle opere di Bernini e di Borromini; dagli autori seicenteschi assimila il rigore costruttivo, la fantasia delle articolazioni strutturali e il gusto del colore nella scelta dei materiali.

Nel 1666 l’architetto giunge a Torino, invitato dal padre generale dei Teatini a dirigere i lavori di rinnovamento della chiesa di San Lorenzo. In tale struttura, più che in altri edifici, è evidente che la geometria utilizzata da Guarini nei suoi progetti, pur basandosi su proporzioni matematiche, riesce a dare vita a un’architettura fantastica, grazie all’impiego di moduli incrociati di archi e all’introduzione di pilastri riccamente decorati privi di funzione portante. La chiesa ha una pianta geometricamente complessa, si tratta infatti di un ottagono; gli otto lati della struttura interna sono ricurvi verso il centro e costituiscono altrettanti ampi archi poggianti su sedici colonne in marmo rosso, oltre i quali si aprono nicchie con statue incorniciate da pilastri bianchi. Guarini, nella realizzazione delle cupole dell’asse longitudinale e del presbiterio, supera la concezione della cupola classica; la cupola dell’asse longitudinale è costituita da costoloni che formano una stella a otto punte e un ottagono su cui poi si innalza la lanterna. Tra i costoloni non vi è superficie muraria, ma ampie finestre ovali e tante altre più piccole, aperte con lo scopo di ottenere stupefacenti giochi di luce; all’osservatore la cupola appare leggerissima, egli guarda verso l’alto e punta gli occhi verso l’infinito celeste.
Nel 1668 Carlo Emanuele II vuole che Guarino diriga il cantiere della Cappella della Santissima Sindone, dedicata appunto all’inestimabile reliquia posseduta dai Savoia. L’architetto per prima cosa rivoluziona il precedente progetto di Carlo di Castellamonte, decisamente più tradizionale, e crea all’esterno il motivo delle sei grandi finestre del tamburo, evidenziato dal profilo ondulato del cornicione; al disopra inserisce l’originale motivo a “zig-zag” dei costoloni della cupola, che termina con la lanterna conica. L’interno della cupola è tutto giocato sulla successione decrescente di forme esagonali a stella, che conferiscono alla struttura un accentuato scorcio prospettico e accentuano l’effetto illusionistico in altezza.
Le cupole sono il tratto tipico della genialità e delle idee innovative del Guarini: in tali architetture il ritmo si fa serrato di segmenti curvilinei che si inscrivono in uno spazio vuoto, è come se tali strutture stessero sorprendentemente in equilibrio. “È l’istante in cui il calcolo matematico coincide con il percorso della fantasia che tende a Dio, l’istante in cui la logica coincide con la fede, l’istante in cui Dio si manifesta nel pensiero e nell’opera dell’uomo” (Argan, “Storia dell’Arte Italiana”, Rizzoli, 1981).
Il nome di Guarini è anche collegato ad un altro importante edificio torinese. In Palazzo Carignano, edificato tra il 1679 e il 1681, si riscontrano elementi del barocco romano. In tale edificio è evidente il richiamo al Borromini, prima di tutto nel motivo convesso del corpo centrale che si flette ai lati in concavità, mentre due grandi blocchi rettilinei concludono la facciata. L’andamento mosso, che rispecchia la disposizione interna del salone ovale e della scalinata, è ulteriormente sottolineato dall’uso uniforme del mattone rosso, con cui sono realizzati anche gli ornati, le inquadrature delle finestre e le accentuazioni delle lesene.

Guarini è sicuramente molto legato alla poetica borrominiana, più che all’insegnamento del Bernini, ma è opportuno ricordare che suo grandissimo merito è quello di essere stato in grado di sintetizzare le due lezioni, congiungendo le due antitetiche concezioni etico-religiose.
Proprio su quest’ultima affermazione vorrei soffermarmi prima di concludere. Guarini non è celebre solo per i suoi progetti architettonici, ma è degno di nota proprio per aver reso dialoganti tra loro le due opposte correnti di pensiero che si diffondono, apparentemente in antitesi, per tutto il Seicento.
Alla fine del Cinquecento la nascita del pensiero scientifico mette in discussione l’autorità degli antichi, le certezze dell’uomo rinascimentale risultano insufficienti e superate e gli studiosi si schierano in due differenti fazioni: chi sostiene la ragione, a discapito dei sensi, chi, al contrario, sostiene la necessità di far intervenire l’esperienza nel confermare o smentire la realtà. Tutto il Seicento oscilla tra queste posizioni, tra la teoria astratta di tipo matematico e quella a sostegno dell’esperienza, delle sensazioni emotive e dell’importanza dell’inconscio. La particolarità dell’architetto teatino è il sostenere che le due versioni si trovino in rapporto dialettico, egli è convinto infatti che la razionalità matematica non neghi l’esperienza, ma al contrario ne richieda l’intervento. Teoria e prassi operativa sono due momenti successivi ed inscindibili di un unico processo: il costruire.
Ma ora terminiamo. “Parlare” di tali argomenti è a mio parere “limitativo”, l’arte e l’architettura vanno vissute, viste, guardate, assimilate. Le lezioni dei grandi sono da apprendere sul campo, con i polpastrelli che tastano i materiali e percepiscono la differenza tra il marmo, l’intonaco e il cemento, con il collo che “scrocchia” a furia di tenere il capo rivolto all’insù. È questo che dico sempre ai miei studenti: non smettete mai di stupirvi.

Alessia Cagnotto