ilTorinese

Effetto casa, boom di compravendite

CORRONO LE COMPRAVENDITE IMMOBILIARI: A TORINO +55 % IN UN ANNO

Continua la crescita delle compravendite immobiliari residenziali. Il mercato conferma un andamento positivo e chiude il secondo trimestre del 2021 con un aumento degli scambi del 73,4% rispetto allo stesso trimestre del 2020, penalizzato dal lockdown. Significativo il confronto con il secondo semestre del 2019 che evidenzia una crescita delle transazioni del 26,1%. È ancora una volta evidente, come già avvenuto nel primo trimestre del 2020, la migliore performance dei comuni non capoluoghi che mettono a segno un incremento dell’81,6% rispetto al secondo trimestre del 2020 e del 31,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Tra le grandi città, in cui l’aumento medio rispetto al 2020 è stato del 54,6%, spiccano le performance di Palermo (+70,3%), Napoli (+67,1%) e Genova (+65,7%). Bene anche Bari, Roma e Torino. Rispetto al secondo trimestre del 2019 il numero di compravendite nelle grandi città è aumentato mediamente del 14,0%.

L’analisi del compravenduto realizzato dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa evidenzia che, nel secondo trimestre del 2021, il 76,4% ha acquistato come prima casa, il 7,4% come casa vacanza ed il 16,2% per investimento.

La tipologia più compravenduta si conferma il trilocale con il 34,4% ma è interessante l’aumento della percentuale di chi ha acquistato tagli più grandi, tra cui anche soluzioni indipendenti.

L’acquisto dell’abitazione resta quindi sempre prioritario per gli italiani: i mutui più convenienti insieme ai benefici fiscali per le ristrutturazioni e l’effetto del lockdown ancora vivo hanno portato a questi risultati oltre le aspettative.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Piazza Carignano: “Black Shadows”, una delle tappe del più grande Festival itinerante sui diritti dei bambini rifugiati

TORINO ACCOGLIE “THE WALK – IL CAMMINO DELLA PICCOLA AMAL”, LA MARIONETTA GIGANTE SIMBOLO DI PACE E FRATELLANZA

Sabato 18 settembre Piazza Carignano ospiterà “Black Shadows”, una delle tappe italiane del più grande Festival itinerante mai realizzato in favore dei diritti dei bambini rifugiati

C’è anche Torino sulla strada di The Walk, il lungo cammino che la Piccola Amal, una marionetta alta tre metri e mezzo, che rappresenta una bambina siriana rifugiata di 9 anni e il cui nome in arabo significa Speranza, sta compiendo alla ricerca della propria madre in giro per l’Europa.

Un viaggio di oltre 4 mesi, per un totale di oltre 8.000 km, cominciato il 27 luglio a Gaziantep, al confine tra Siria e Turchia e destinato a concludersi a novembre a Manchester, nel Regno Unito, che rappresenta, a oggi, il più grande Festival itinerante mai realizzato in favore dei diritti dei bambini rifugiati.

Un itinerario ricco di spettacoli gratuiti, emozioni e momenti di riflessione per lanciare, tappa dopo tappa, un messaggio di fratellanza: la Piccola Amal, infatti, rappresenta 34 milioni di bambini rifugiati e sfollati, molti dei quali separati dalle loro famiglie. Il suo messaggio al mondo è “Non dimenticatevi di noi”.

Nel suo lungo vagabondare ricco di insidie e di incontri, che a inizio settembre l’ha portata in Italia, la piccola Amal passerà anche da Torino.

Sabato 18 settembre in Piazza Carignano dalle 20.30 alle 21.30 andrà infatti in scena “Black Shadows”la piccola Amal si ritrova in una piazza circondata da ombre inquietanti, spaventata cerca protezione e tenta la fuga. L’ombra di un cane scaccia via tutte le altre ombre. Si scopre essere un piccolo cagnolino che diventa suo amico e l’accompagnerà durante tutto il viaggio.

La presenza di Amal nel capoluogo piemontese è resa possibile dall’impegno e dalla sensibilità di numerose realtà torinesi: Film Commission Torino Piemonte, Città di Torino, il Teatro Stabile di Torino, Torino Danza, Festival Incanti e Controluce (il cui Festival Incanti, giunto alla XXVIII edizione, si svolgerà a Torino dall’1 al 7 ottobre) e Associazione Giuliano Accomazzi.

“Quando The Walk ha proposto a Incanti Rassegna Internazionale di Teatro di Figura e Controluce Teatro d’Ombre di collaborare insieme per l’arrivo della piccola Amal a Torino, ci è sembrato non solo in sintonia con i nostri cammini di compagnia e di festival, ma anche con il tema che Incanti ha deciso di raccontare per l’edizione 2021: il viaggio oltre, pensando a quei viaggi reali e metaforici  oltre i confini e le differenze – Racconta Alberto Jona, Direttore Artistico del Festival Incanti – “Siamo felici di essere riusciti nel nostro intento, anche grazie all’aiuto di moltissime realtà cittadine amiche, e non possiamo fare altro che dare il benvenuto alla piccola Amal nella nostra bella città”.

“Il dramma dei bimbi siriani fuggiti dalla guerra è stato conosciuto da sguardi, da parole, da ricordi vivi e dolorosi, da poesie malinconiche, da disegni. – Affermano Andrea Gallo Antonella Ara dell’Associazione Accomazzi – Per questo il passaggio di Amal dal capoluogo piemontese non poteva non vedere coinvolte associazioni e realtà che a vario titolo sono impegnate nell’accoglienza di famiglie siriane, nella loro integrazione, nella promozione di una cultura di pace. Insieme a queste associazioni abbiamo avviato un calendario di iniziative per rilanciare il messaggio di pace e giustizia di Amal, per richiamare il diritto dei bambini a non dover fuggire per sopravvivere. Nei prossimi mesi daremo il via a laboratori di pittura, spettacoli teatrali, mostre, conferenze, coinvolgendo anche le scuole in varie parti della città e della provincia, per sensibilizzare grandi e piccoli a cogliere attraverso suoni, colori, parole e gesti il senso dell’iniziativa e a farla propria perché ci saranno ancora tante Amal che chiedono aiuto e che vivono con fatica lontane dalla loro terra”.

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The Walk è prodotto dal regista tre volte candidato al premio Oscar Stephen Daldry, da Tracey Seaward, produttrice di The Constant Gardener e The Two Popes di Meirelles e War Horse di Spielberg,  dal pluripremiato regista teatrale e drammaturgo David Lan e da Good Chance, in associazione con la Handspring Puppet Company, creatori delle marionette di War Horse, con la direzione artistica di Amir Nizar Zuabi, The Walk_Il Cammino  conta oltre 250 partner e artisti coinvolti negli eventi che si terranno lungo il percorso tra Gaziantep e Manchester.

“Black Shadows” è un progetto a cura del Teatro Stabile di Torino, Torino Danza, festival Incanti e Controluce. Con il patrocinio del comune di Torino. In collaborazione con Film Commission Torino Piemonte

“Anche Torino cammina con Amal – La speranza come diritto” è una iniziativa della Ass. G. Accomazzi OdV, alla quale partecipano ACLI, ASAI, Cantabile, Linea d’Ombra, Centro Studi Sereno Regis, Circolo degli Artisti, Emergency, Progetto “per chi ama le sfide”, Fondazione Vera Nocentini, Gruppo Abele, Gr. Scout To 3, IAAP, I Retroscena, Operazione Colomba,

Date e dettagli sul link https://www.facebook.com/Anche-Torino-cammina-con-Amal-La-speranza-come-diritto-107100031638747.

Effetto green pass: in Piemonte raddoppiano le adesioni quotidiane ai vaccini

IN PIEMONTE IL 70% DEI PAZIENTI COVID IN TERAPIA INTENSIVA NON È VACCINATO

Il 70% dei pazienti Covid che si trovano in questo momento ricoverati in terapia intensiva non è vaccinato. In particolare, dei 23 degenti attuali 16 sono non vaccinati, altri 7 sono invece vaccinati ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse.

Dei 206 ricoveri in terapia ordinaria i pazienti non vaccinati sono 127.

EFFETTO GREEN PASS: RADDOPPIATE LE NUOVE ADESIONI

Raddoppiate in Piemonte le adesioni quotidiane alla vaccinazione dopo l’estensione dell’uso del Green Pass. Venerdi alle ore 18 si registravano quasi 4.100 nuove adesioni rispetto alle 1.900 di venerdì scorso alla stessa ora.

150 anni di Frejus al Museo del Risorgimento

A Torino, presso il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano fino all’1 novembre 2021

“DI PIETRA E FERRO: 150 ANNI DEL TRAFORO DEL FREJUS”

Una mostra promossa da TELT in collaborazione con il Museo racconta lo scavo del primo traforo transalpino, a un secolo e mezzo dalla sua inaugurazione: storia, personaggi e innovazioni di una grande opera italo-francese ed europea.

 Il 17 settembre di 150 anni fa si inaugurava a Bardonecchia e Modane la prima galleria ferroviaria al mondo attraverso una catena montuosa; tre giorni di festeggiamenti celebrarono questo passaggio storico nei collegamenti europei.

TELT, promotore pubblico della Torino-Lione, e Museo Nazionale del Risorgimento Italiano propongono un viaggio in quella storia: a Palazzo Carignano di Torino, sede del Museo e del Parlamento Subalpino che nel 1857 decretò l’opera, si apre la mostra “Di pietra e ferro: 150 anni del Traforo del Fréjus”. Il percorso espositivo sarà inaugurato questa sera alle 18:00 dal presidente e dal Direttore del Museo, Mauro Caliendo  e Ferruccio Martinotti, e dal direttore generale di TELT, Mario Virano.

Il Traforo del Frejus – spiega Caliendovide la luce grazie all’insistenza tenace di Camillo Cavour, il primo ministro di Vittorio Emanuele II, nonostante critiche e contrarietà. Le sue parole io nutro ferma fiducia che voi coronerete la vostra opera con la più grande delle imprese moderne deliberando il perforamento del Moncenisio furono pronunciate in un appassionato discorso proprio qui a Palazzo Carignano nella Camera del Parlamento Subalpino, che è il cuore del Museo Nazionale del Risorgimento. La mostra DI PIETRA E FERRO racconta dunque una storia che ci appartiene, una storia che porterà alla realizzazione di un’opera importantissima per lo sviluppo dell’Italia tra Ottocento e Novecento perché permise il collegamento con le grandi capitali d’Europa, il progresso nelle infrastrutture, nelle tecnologie e nei commerci. Una mostra che su questi temi saprà certamente suscitare riflessioni anche oggi”.

Lo scavo del Frejus – aggiunge Viranoè una storia di visione europea, di innovazioni scientifico-tecnologiche pionieristiche, di lavoro che ha cambiato i destini dei territori interessati, proiettandoli in Europa già a fine Ottocento, lasciando importanti ricadute visibili ancora ai giorni nostri. Per questo, a 150 anni dalla sua realizzazione, e nell’Anno Europeo delle Ferrovie, abbiamo voluto condividere il racconto di quell’epopea. Sentiamo la responsabilità di tramandare l’archeologia del sotterraneo, raccogliendone le testimonianze e mettendole a disposizione di appassionati, studiosi e grande pubblico. La mostra è un mix di messaggi e testimonianze del passato, miniera di informazioni d’interesse storico-ingegneristico di livello internazionale, fortemente attuali e proiettati nel futuro. Abbiamo voluto porre l’accento su alcuni elementi di questa storia come uno sguardo alle nostre radici per guardare avanti, convinti che le grandi sfide portino a grandi risultati. L’epopea del Frejus lo dimostra”.

Attraverso documenti originali dell’epoca, voci, immagini, ricostruzioni e personaggi, due percorsi paralleli  nel Corridoio della Camera Italiana raccontano quei 14 anni di lavori: da un lato l’infrastruttura, dalla proposta alla realizzazione, fino alle celebrazioni, inquadrata anche in un contesto di eventi internazionali; dall’altro, i protagonisti che furono “motori” dell’opera con le idee (i politici Cavour e Menabrea), le innovazioni scientifico-tecnologiche (gli ingegneri Sommeiller, Grandis, Grattoni), il lavoro (le società operaie, i lavoratori locali e immigrati).

L’esposizione riunisce documenti, tavole, foto e litografie provenienti dalla collezione storica di TELT e testimonianze originali provenienti dagli archivi del Museo: tutti questi materiali ricostruiscono i principali passaggi di quella che nel 1871 fu, insieme al taglio dell’istmo di Suez, una delle due grandi opere dell’Ottocento, il primo grande cantiere binazionale. Si alternano progetti e relative reazioni istituzionali, disegni della prima perforatrice meccanica usata per lo scavo, xilografie pubblicate sui media dell’epoca che raccontano l’avanzamento dei lavori, vedute dei paesaggi alpini di fine Ottocento, cronache delle feste per l’inaugurazione del 1871, fino al “Genio alato”, testimonianza voluta dalle società operaie di tutta Italia nel 1879 per celebrare il lavoro sul tunnel Bardonecchia-Modane.

La mostra vuole dare evidenza ad alcuni elementi sul Fréjus, realizzato negli stessi anni in cui si “costruiva” l’Italia: è l’opera che ha dato inizio alla storia delle grandi gallerie alpine ed è la prima grande strada per l’Europa; rappresentò una sfida enorme dal punto di vista ingegneristico (13 km completati in 14 anni) e finanziario; si iniziò scavando a mano i fori per le mine, si terminò con l’utilizzo delle perforatrici meccaniche.

Punto di partenza è una lapide commemorativa dei caduti sul lavoro durante lo scavo promossa da TELT, Genio Civile, Rete Ferroviaria Italiana e Collegio degli Ingegneri Ferroviari Italiani per i 150 anni del traforo, svelata il 5 settembre alla presenza delle istituzioni europee in occasione del passaggio a Torino del Connecting Europe express.

La mostra “Di pietra e ferro: 150 anni del Traforo del Frejus”, in doppia lingua, italiano e francese, come il cantiere che racconta, è visitabile fino al 1° novembre 2021, con il biglietto di ingresso al Museo ed è gratuita per i possessori delle tessere Abbonamento Musei Piemonte e Torino Piemonte Card.

Media partner dell’iniziativa è Torino Storia.

 

Informazioni generali sulla mostra

Titolo: Di pietra e ferro: 150 anni del Traforo del Frejus
Sede: Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, piazza Carlo Alberto 8 
Periodo18 settembre – 1 novembre 2021, mar-dom ore 10-18 (ultimo ingresso ore 17.30), lunedì chiuso
Ingresso: biglietto unico mostra + museo 10 euro (previste le consuete riduzioni), gratis per i possessori delle tessere Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card

Tutte le informazioni su www.museorisorgimentotorino.it e www.telt-sas.com

Covid, il bollettino di venerdì 17 settembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 296nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 69 dopo test antigenico), pari all’1,1% di 27.649tamponi eseguiti, di cui22.426antigenici. Dei 296 nuovi casi, gli asintomatici sono 133 (44,9%).

I casi sono così ripartiti: 79 screening, 158 contatti di caso, 59 con indagine in corso, 4 importati dall’estero.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 380.503,così suddivisi su base provinciale: 31.144 Alessandria, 18.059 Asti, 11.987 Biella, 54.893 Cuneo, 29.618 Novara, 202.737 Torino, 14.224 Vercelli, 13.578 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.571 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.692 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 23 ( –1 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 206 (+12rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.616.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.802.627(+ 27.649rispetto a ieri), di cui 2.110.424risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.742

1 decesso di persona positiva al test del Covid-19 (nessuno di oggi) comunicato oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte(si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi di 11.742deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.572 Alessandria, 714 Asti, 433 Biella, 1.457 Cuneo, 947 Novara, 5.614 Torino, 530 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

364.702 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 364.916(+214rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.183 Alessandria, 17.113 Asti, 11.446 Biella, 52.846 Cuneo, 28.462 Novara, 195.244 Torino, 13.533 Vercelli, 13.117 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.481 extraregione e 2.491 in fase di definizione.

Circoscrizione 6, parte la raccolta degli oli alimentari esausti

A partire dalle prossime settimane il territorio della Circoscrizione 6 di Torino sarà coinvolto nella sperimentazione di un servizio promosso da Amiat Gruppo Iren per la raccolta stradale degli oli alimentari esausti.

Saranno posizionati circa 50 contenitori per la raccolta in aree agevoli al conferimento da parte dei cittadini: l’elenco completo con indirizzo è disponibile nel volantino predisposto per promuovere l’operazione che sarà distribuito nelle prossime settimane e consultabile sul sito internet di Amiat. I contenitori saranno corredati di cartellonistica adesiva che spiegherà la loro funzione e riporteranno sulla superficie un numero di telefono per eventuali segnalazioni di contenitore pieno.

Gli utenti potranno conferire residui degli oli alimentari esausti per uso domestico (es. l’olio da frittura) utilizzando contenitori usa e getta – come ad esempio le bottiglie di plastica usate – riponendo l’intera bottiglia chiusa all’interno del contenitore.

L’olio raccolto verrà trasportato presso uno stabilimento di trasformazione di MPoli srl, la società che svolge il servizio per conto Amiat Gruppo Iren. Il rifiuto verrà trasformato in materia prima secondaria utilizzata direttamente dall’azienda come base per la produzione sperimentale di sapone o rivenduta ad operatori che la utilizzeranno per la produzione di biocombustibili, lubrificanti e materie prime per la cosmesi.

Il recupero dell’olio esausto ha una doppia valenza, ambientale ed economica. Infatti, se conferito in modo non appropriato (ad esempio se gettato nello scarico del lavandino), può generare danni di diverso tipo: se gettato negli scarichi, può causare seri problemi alle condutture, se disperso nella rete fognaria può pregiudicare il corretto funzionamento dei depuratori; infine, se liberato nel sottosuolo, l’olio deposita un film sottilissimo attorno alle particelle di terra e impedisce l’assunzione delle sostanze nutritive. Nel caso raggiunga le falde acquifere, è sufficiente 1 solo litro per compromettere la potabilità di 1 milione di litri di acqua.

Dal punto di vista economico, il recupero dell’olio consente la creazione di prodotti ad elevato valore aggiunto come combustibili ecologici per autotrazione e per la produzione di energia, saponi, lubrificanti vegetali per macchine agricole generando così un circolo virtuoso.

Il servizio che partirà nella Circoscrizione 6 si aggiunge a quello già attivo presso i Centri di Raccolta Amiat e nella Circoscrizione 2, presso Cascina Gaione, dove i cittadini possono versare all’interno dei fusti presenti i loro oli, gettando poi negli appositi cassoni i contenitori di risulta utilizzati per il trasporto.

 

Nohant-Vic dove aleggia lo spirito ribelle di George Sand

Nohant-Vic, minuscolo borgo nel cuore del Berry, ha conservato intatto il fascino dei tempi passati: lunghi viottoli che serpeggiano tra i boschi, fiancheggiati da fossati, specchi d’acqua stagnanti, campi infiniti, case di pietra e la sensazione di avere imboccato una di quelle strade destinate a portarci indietro nel tempo, in un mondo pagano e magico, popolato da streghe, fate e folletti, in grado di rievocare suggestioni letterarie di un’infanzia che credevamo ormai perduta e della quale riusciamo, invece, a riappropriarci perché le immagini hanno la stessa forza dei profumi e dei sapori e tutti i sensi ci consentono di ritrovare quel tempo perduto e di riviverlo.

E’ in questi luoghi che vissero, soffrirono e trovarono gioia e lieto fine la piccola Fadette, François le Champi, i gemelli Barbeau, ma soprattutto è a Nohant – Vic che fu bambina prima, moglie, madre e soprattutto scrittrice la loro creatrice Amandine Aurore Lucile Dupin, meglio conosciuta con lo pseudonimo di George Sand. “Presi subito, senza tante ricerche, il nome di George… che cos’è un nome nel nostro mondo rivoluzionato e rivoluzionario? Un numero per coloro che non fanno niente, un’insegna o una divisa per coloro che lavorano e combattono. Io me lo sono fatta da sola, con la mia fatica”. George Sand spiega così la scelta di utilizzare un nome maschile, anche per difendere la propria attività letteraria da quella diffidenza che il pubblico medio dell’epoca provava nei confronti di una donna che era, a torto, ritenuta artista di qualità inferiore. Penna fertile, scrittrice brillante e arguta, donna indipendente che riuscì a mantenersi grazie al proprio talento, George Sand rappresenta, tuttavia, ancora oggi, una personalità complessa e affascinante caratterizzata da grandi passioni e da straordinarie utopie che contraddistinguono le sue opere, la sua vita amorosa e le sue posizioni politiche.

Tutto in lei parla di libertà e di indipendenza: è una donna che mantiene se stessa attraverso il proprio lavoro, che sceglie di separarsi dal marito, che si lega a grandi artisti come De Musset e Chopin, che, figlia della nobiltà terriera e con un padre bonapartista, appoggia la rivoluzione parigina del febbraio 1848 che rappresenta, a suo parere, una rigenerazione di massa, arrivando a scrivere: “Sono comunista così come si era cristiani nell’anno 50 della nostra era. Il comunismo è per me l’ideale delle società in progresso, la religione che vivrà tra qualche secolo. Non posso dunque aggrapparmi a nessuna delle formule di comunismo attuali, perché esse sono tutte piuttosto dittatoriali e credono di potersi affermare senza il concorso dei costumi, delle abitudini, delle convinzioni. Nessuna religione si stabilisce con la forza”. Questa donna non comune decide di trascorrere molti anni dalla sua vita nel “buen ritiro” del castello avito di Nohant-Vic, oggi diventata una delle numerose Maisons des Illustres, luoghi densi di ricordi, di testimonianze e di emozioni. E’ qui che la raggiungono i suoi amici, creando in questo angolo sperduto della campagna francese un circolo artistico in grado di competere con quello della Ville Lumiere: Chopin, Balzac, Delacroix, Flaubert, Listz vivono, lavorano, creano in queste stanze ombrose, passeggiano nel grande giardino, lasciano qui l’impronta di quell’arte che sopravvive alla morte e all’oblio degli uomini.

La stessa Sand realizza in questo luogo una parte consistente della propria immensa produzione letteraria, non smettendo mai di scrivere nemmeno negli ultimi anni di vita quando sostituisce all’ispirazione la tecnica e l’esperienza. La sua carriera letteraria che copre un vasto arco di tempo che va dal 1830 al 1876 è caratterizzata da una vasta e differenziata produzione letteraria: 143 romanzi e racconti, 49 scritti vari e 24 commedie. Un’opera affascinante e spesso coraggiosa in grado di affrontare temi delicati come l’incesto, il riscatto sociale, il ruolo della donna nella società, la forza di un amore libero dalle convenzioni sociali, ma che recupera e valorizza anche gli elementi e i valori della cultura popolare, del mondo contadino, delle radici del passato come punto di partenza per costruire il futuro e un mondo nuovo. E’ a Nohant-Vic, infine, che la scrittrice si spegne l’8 giugno 1976, disponendo di esservi sepolta. In un angolo tranquillo che confina con il giardino della sua proprietà sorge il minuscolo cimitero che ospita la tomba di questa scrittrice straordinaria. Sulla sua lapide sono scritti entrambi i nomi: quello della donna e quello dell’artista, come se nemmeno la morte potesse separare due identità tanto forti. Nel corso degli anni si è parlato con frequenza di trasferire le spoglie della scrittrice al Pantheon affinché lì riposasse accanto a Emile Zola, Victor Hugo e Alexandre Dumas, ma entusiasmi, dubbi e polemiche si sono susseguiti e spenti, lasciando spazio soltanto al silenzio. Tuttavia tanti sono stati gli omaggi letterari, teatrali e cinematografici resi a questa donna che ha segnato profondamente il panorama letterario francese e non a caso nella “Recherche” sono i suoi libri, in particolare François le Champi, qui definito “straordinario”, a calmare i dolori del piccolo Proust.

“La mamma si sedette accanto al mio letto; aveva preso François le Champi, cui la copertina rossastra e il titolo conferivano ai miei occhi una personalità spiccata e un fascino misterioso. Avevo sentito dire che George Sand era l’archetipo del romanziere”. La mamma di Marcel rievoca, attraverso il suono della propria voce, un altro organo di senso capace di superare le barriere del tempo e di consentirci di riappropriarci del passato, la storia, per il giovanissimo Proust misteriosa e ancora incomprensibile, di tutte le sfumature dell’amore del trovatello François e della mugnaia Madeleine, imprimendo i propri accenti alle parole vergate dalla signora di Nohant-Vic in una notte lontana, nel piccolo boudoir del suo castello del Berry, e trasformandole in un altro frammento di tempo congelato per essere ritrovato, recuperato e rivissuto attraverso il ricordo.

Barbara Castellaro

Chieri e il gualdo

Convegno, esposizione di manufatti storici e contemporanei e visita all’Orto Botanico del chierese Museo del Tessile

Sabato, 18 settembre, ore 15

Chieri (Torino)

Prim’attore, il “gualdo”. Nome scientifico: “Isatis tinctoria”. Pianta officinale e tintoria, da secoli ampiamente usata nel chierese per colorare filati e tessuti in tonalità blu mediante un processo piuttosto elaborato che un tempo prevedeva anche l’impiego di macine in pietra per frantumare le foglie, del “gualdo” si parlerà il prossimo sabato 18 settembrea partire dalle 15, alla “Porta del Tessile – Museo del Tessile”, in via Santa Chiara 5, a Chieri. Il cosiddetto “oro blu” è un elemento identitario di Chieri, così come il fustagno (antesignano del jeans o denim), la cui tessitura e tintura nella variante azzurra sono documentate sin dal XV secolo. Non a caso, fra i toponimi di Chieri spiccano proprio “Via del Gualdo” e “Via della Gualderia”, mentre il centro commerciale “Il Gialdo” sorge in un’area extraurbana dove si coltivava la pianta da cui prende il nome. Pianta visibile, fra l’altro, sia nell’esposizione permanente, sia nell’“Orto botanico” dello stesso Museo. E di tal valore per il chierese da dedicarle un convegno (inserito nel ciclo di conferenze “ARS ET INDUSTRIA”), che verrà aperto dai saluti delle Autorità locali, cui  seguirà l’intervento di Marco Nicola, conservatore e titolare del laboratorio di diagnostica “Adamantio” di Torino, che si focalizzerà su “Il blu nella storia e il gualdo nella Collezione Nicola di Aramengo”. Alla sala “Porta del Tessile” saranno esposti per l’occasione alcuni manufatti tessili storici, che testimoniano l’impiego del “gualdo” nelle tele usate non solo per l’abbigliamento, ma anche in pittura, prestati al Museo da Gianluigi Nicola, già docente di restauro all’“Accademia” di Torino e titolare del prestigioso laboratorio di restauro ad Aramengo (Asti). Sarà inoltre esposta una camiciola in tela con motivo striato, tessuta con filato bianco e azzurro (gualdo), rinvenuta in una buca pontaia, ricoperta da intonaco datato 1606, in una dimora storica di Aramengo d’Asti. Si tratta di un indumento seicentesco appartenuto a un bambino del popolo, dunque di un reperto assai raro. Saranno anche esposte due toppe in tela -una tinta d’azzurro col gualdo, l’altra a quadri in filo naturale tinto d’azzurro col gualdo- rinvenute su dipinti a olio di anonimo del XVII secolo e rimosse durante il restauro delle opere. Come si evince da un frammento in mostra, lo stesso tipo di tela a quadri bianco-azzurra, fu impiegata da Guglielmo Caccia, detto “il Moncalvo” (Montabone, 9 maggio1568–Moncalvo, 13 novembre 1625) per la pala d’altare della chiesa di Bosco Marengo (Alessandria). “Alla luce di questi reperti – dicono gli organizzatori – si può guardare al gualdo come trait d’union fra tessitura e pittura, non solo in virtù del suo uso nel supporto pittorico ma, presumibilmente, anche nelle tavolozze del primo Barocco”. Dal Seicento lo sguardo si volgerà, nel corso dell’incontro, ai giorni nostri, con l’intervento di Giulia Perin, antropologa e artigiana in residenza stabile al “Museo del Tessile”, dove cura l’“Orto Botanico”, che parlerà di “Gualdo e batik d’artista nel contemporaneo” ed esporrà alcuni suoi manufatti tinti con coloranti naturali. A seguire, Antonello Brunetti, storico e naturalista, ripercorrerà “Le vie del gualdo: tra Castelnuovo Scrivia e Chieri”, insieme allo storico dell’arte Giovanni Donato. Concluderà Laura Vaschetti, vice-presidente della “Fondazione per il Tessile”, che darà anche alcune anticipazioni sui progetti in fieri al “Museo del Tessile” per la ricerca e la divulgazione orientata a riscoprire e valorizzare i landmark identitari del territorio di riferimento e a stringere collaborazioni per ampliare orizzonti di conoscenza e creatività. Al termine degli interventi, sarà possibile visitare l’“Orto del Tessile” con introduzione di Giulia Perin e ammirare i manufatti storici e contemporanei in mostra per l’occasione nella sala della “Porta del Tessile”.

Costo del biglietto d’ingresso: 3 Euro. La prenotazione é obbligatoria a prenotazioni@fmtessilchieri.org  I visitatori devono essere in possesso di “green pass”, da esibire all’ingresso e indossare la mascherina in ottemperanza delle norme di sicurezza in vigore.

g.m.

 

Nelle foto

–         Il “gualdo”, colorante naturale

–         Camiciola di bimbo del Seicento

Covid, il Piemonte resta in zona bianca

Pre-Report settimanale Ministero Salute – Istituto superiore sanità

Nella settimana 6-12 settembre, in Piemonte, il numero dei nuovi casi segnalati risulta in calo rispetto alla settimana precedente. La percentuale di positività dei tamponi resta al 2%, mentre l’Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi scende da 0.99 a 0.91.
Resta costante il tasso di occupazione sia dei posti letto in terapia intensiva (al 4%) che dei posti letto ordinari (3%).
Calano i focolai attivi e il numero di persone non collegate a catene di trasmissione note.
Il valore dell’incidenza e il numero dei ricoveri ancora contenuti concorrono favorevolmente a mantenere la nostra regione in zona bianca.

Il Tavolo Animali Ambiente e i candidati

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Il Tavolo Animali & Ambiente ha tenuto ieri una conferenza stampa sotto i portici di Piazza Statuto 15 per un incontro con i Candidati alla carica di Sindaco della Città di Torino.

Hanno aderito all’invito la candidata del Movimento 5 Stelle Valentina Sganga, Ugo Mattei della lista civica “Futura”, Angelo D’Orsi (coalizione Sinistra in Comune) e Ivano Verra (ItalExit). Non sono potuti intervenire Paolo Damilano, che tuttavia ha mandato la portavoce Claudia Flora, e Stefano Lo Russo.

Lo scopo dell’incontro era la presentazione di un documento programmatico sui temi della tutela degli animali e dell’ambiente, con richiesta di inserimento nei rispettivi programmi.

I Candidati intervenuti sono stati disponibili a rispondere a tutte le domande del pubblico e non sono mancati i confronti anche accesi tra le varie coalizioni politiche.

Sono stati affrontati molti temi, dalla tutela degli animali ai rifiuti, dai campi elettromagnetici ai trasporti.

Tutti i Candidati hanno dimostrato sensibilità sulle tematiche proposte dal Tavolo Animali & Ambiente, e sarà cura del Tavolo, a elezioni avvenute,

monitorare se le proposte saranno recepite.

Dopo le elezioni, il Tavolo Animali & Ambiente presenterà il documento programmatico alla nuova Giunta e all’Assessore competente.

Il filmato dell’intero incontro sarà prestodisponibile sul sito web del Tavolo:

www.animaliambiente.it