ilTorinese

Il bollettino Covid di sabato 16 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 214 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 111 dopo test antigenico), pari allo 0,4% di 52.866  tamponi eseguiti, di cui 47.591 antigenici. Dei 214 nuovi casi, gli asintomatici sono 142 (66,4 %).

I casi sono così ripartiti: 115 screening, 78 contatti di caso, 21 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 385.713,così suddivisi su base provinciale: 31.727 Alessandria, 18.442 Asti, 12.169 Biella, 55.618 Cuneo, 29.955 Novara, 205.371 Torino, 14.343 Vercelli, 13.742 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.590 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.756 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 17 (- 3 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 182(+ 5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.118.

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.577050 (+ 52.866 rispetto a ieri), di cui 2.280.813 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.786

Un decesso di persona positiva al test del Covid-19 ( 0 di oggi) è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.786 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.579 Alessandria, 720Asti, 435 Biella, 1.464 Cuneo, 949 Novara,5.630 Torino, 533 Vercelli, 375 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

370.610 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 370.610 (+160 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.839 Alessandria, 17.549 Asti, 11.674 Biella, 53.611 Cuneo, 28.852 Novara, 198.067 Torino, 13.709 Vercelli, 13.286 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.503 extraregione e 2.520 in fase di definizione.

Il congedo di Chiara Appendino: “Lascio una città migliore di quella che ho trovato”

Con un lungo post su Facebook la sindaca uscente di Torino, alla vigilia del ballottaggio che deciderà il suo successore a Palazzo Civico, saluta e ringrazia i torinesi. Ecco il testo integrale pubblicato sulla pagina Fb di Chiara Appendino

Quando ho iniziato questo viaggio ero una delle tante giovani donne che voleva cambiare il mondo e il modo migliore per farlo era partire dalla città che amavo. La mia Città. La mia Torino.

Ricordo gli sguardi preoccupati dei miei genitori, ricordo le rassicurazioni di mio marito. Quelle persone che ero certa mi sarebbero sempre state accanto, anche nei momenti più difficili. E avevo ragione.

Ricordo il pensiero di una bimba, Sara, che sarebbe arrivata, quel turbinio di sensazioni e responsabilità, ma la consapevolezza che l’impegno per la Città sarebbe stato un dono che facevo anche a lei e alla sua generazione.

Ricordo le notti insonni, gli abbracci, le strette di mano, amiche e non. Erano chiare entrambe, il corpo non mente mai.

Eppure, in cuor mio, sapevo che candidarmi era la cosa giusta da fare. Una scelta che rifarei altre mille volte, che mi ha dato tantissimo. E che, va detto, mi ha anche tolto qualcosa. Ma fa parte di questa bellissima missione.

Dal primo giorno del mio mandato ho percorso le strade di Torino in lungo e in largo. Ho abitato ogni parco, ogni mercato, ogni piazza. Ho fatto tutto il possibile per essere accanto ai cittadini, ai loro problemi, alle loro ambizioni, alle loro preoccupazioni, ogni singolo giorno.

Oggi posso dire, con un pizzico di orgoglio, che lascio una Città migliore di quella che ho trovato.
Una Torino che è più simile a quella che immaginavamo: più verde, più accessibile, più sostenibile, più attrattiva, più pronta al futuro.

Certo, ancora molto rimane da fare. 5 anni non sono sufficienti per completare ogni progetto. Tuttavia il percorso è tracciato, la strada è chiara e abbiamo posto dei punti di riferimento dai quali non si tornerà indietro.

Non è stato facile. Porterò con me per sempre ogni momento. Compresi quelli più bui, quelli in cui non ci sembrava possibile rivedere la luce e quelli in cui ho fatto compagnia all’alba.

Momenti come telefonata in cui mi dicevano, a pochissimi giorni dal mio insediamento, che il Salone del Libro sarebbe andato a Milano (e invece lo abbiamo tenuto qui). O la notte passata a battagliare con Tokyo per l’assegnazione delle ATP Finals. La decisione di non mandare in pre-dissesto il Comune a fronte di un bilancio disastroso che, invece, abbiamo scelto di risanare per tutelare scuole, strade, trasporti, verde pubblico.

Ma tutto questo sparisce davanti al resto.

E cos’è il resto?

È un cittadino che ti manda un video delle finestre aperte in estate ora che non ci sono più i roghi tossici del campo di via Germagnano.
È un imprenditore che ti invita a visitare la nuova palestra che ha aperto davanti all’ex-Villaggio Olimpico occupato, che ora è solo più un brutto ricordo.
È una mamma che finalmente ha un’area giochi nuova dove portare la figlia.
È un padre di famiglia in lacrime che grazie alla rete di Torino Solidale può affrontare il dramma della pandemia.
È una famiglia che finalmente viene riconosciuta grazie a una firma che prima non c’era.

Questi, e molti altri, sono i motivi per cui abbiamo lavorato ogni singolo giorno, senza tregua. Fino all’ultimo istante.

Ma per farlo, ovviamente, non sono stata sola. Nulla si fa da soli.

Lasciatemi concludere con dei più che doverosi ringraziamenti.

In questi 5 anni ho conosciuto migliaia di persone. Dai cittadini ai mercati e nelle piazze. In ufficio e ad eventi pubblici. In Italia e all’Estero. Nei Palazzi e nelle strade.

Mentirei se dicessi che mi ricorderò il nome di ognuno di loro ma, sono convinta, chiunque incontriamo nella nostra vita ci lascia qualcosa, un segno che ci portiamo dietro, nel bene o nel male.

Ci sono tuttavia persone a cui voglio dire grazie.

In primis alla mia famiglia. A mio marito, Marco. Non servono tanti giri di parole: senza di lui non so come avrei fatto. Per me è la prova che quando si vuole, insieme, si può affrontare qualsiasi sfida.

Un ringraziamento anche a mia figlia, Sara. Ho cercato di dedicarle tutto il tempo che ho potuto, ma inevitabilmente ha dovuto contendersi la mamma con la Città. Ho però imparato che non c’è fatica che il suo sorriso non potesse alleviare. Quando sarà più grande le racconterò di una bella avventura, anche se molte cose le sa già. Per esempio adora i nuovi autobus gialli e blu che “ha comprato mamma”.

Grazie ai miei genitori, a mia nonna, a mia sorella e a tutti i miei parenti più stretti. Sono certa che, insieme a me, come me, hanno vissuto ogni singolo momento, bello o brutto. Hanno gioito e hanno sofferto, sapendo quello che provavo come può solo chi ti ha visto nascere e crescere. D’ora in poi spero di dare loro qualche pensiero in meno.

A loro, alla mia famiglia, ora dedicherò tutto il tempo possibile. Con loro voglio recuperare il tempo perduto, voglio ritrovare la sensazione dell’intimità, l’emozione di una risata solo nostra, la spensieratezza di un pranzo o di una cena con il telefono – spento -.

Grazie alla mia Giunta e alla mia Maggioranza. Guardandovi indietro, siate orgogliosi di ciò che abbiamo fatto.
Con alcuni, in questi anni, si è creato un legame che va oltre la politica e che sono certa non perderemo.

Voglio poi ringraziare i dipendenti del Comune e della Città Metropolitana e coloro che più mi sono stati vicini.
In pochi sanno quanto è difficile far funzionare una macchina burocratica così complessa. E se ciò è vero per le funzioni ordinarie, pensate a quanto lo è quando – come abbiamo fatto – si affrontano azioni e sforzi straordinari.
So bene quale professionalità e quale impegno abbiate messo in campo e di questo non posso che esservene riconoscente.

Grazie a chi, in questi anni di mandato, ha rappresentato le Istituzioni poiché ho trovato persone con cui abbiamo condiviso la stringente necessità di collaborazione e di lavoro di squadra. Solo in questo modo abbiamo potuto raggiungere grandi risultati.

Grazie al mio fantastico staff, instancabile, che mi è sempre stato al fianco a ogni ora della notte e del giorno seguendo i miei ritmi e standomi vicino, soprattutto nei momenti più duri del mandato.

Grazie al MoVimento 5 Stelle, alla forza politica con cui mi sono candidata e che sento ancora come la mia forza politica di appartenenza, con cui condivido valori e obiettivi.
Mi sono sempre stati vicini nei fatti, abbiamo vissuto insieme innumerevoli traversie ma ho sempre avuto spalle forti su cui fare affidamento. I nomi sarebbero tanti, ma tra tutti lasciatemi ringraziare in particolare Beppe Grillo, Giuseppe Conte, Vito Crimi, Luigi Di Maio, Laura Castelli. Senza di loro molti obiettivi non sarebbe stato possibile raggiungerli.

Grazie infine a migliaia di torinesi che ci sono sempre stati, che ho sempre trovato, da cui ho sempre avuto modo di imparare, crescere, migliorare.
Grazie a coloro che, con le loro azioni concrete, con i loro gesti, hanno compreso e accompagnato il cambiamento. Scegliere di muoversi in modo sostenibile, fare meglio la differenziata, rispettare le regole per strada: è da qui che parte il cambiamento.

Sicuramente avremmo potuto fare di più ma, vi assicuro, abbiamo fatto tutto il possibile, forse, anche qualcosa in più. Di sicuro ci abbiamo messo cuore, passione e tutto il nostro impegno.

Torino continuerà a brillare se, e solo se, tutti insieme, continueremo ad amarla e a prendercene cura.

Grazie ❤️

Tra fascismo e green pass ultime ore prima del voto per il sindaco

Campo aperto tra Salvini e la Meloni su chi la spara più grossa. Netto vantaggio della ragazzaccia di Garbatella. Ora Giorgina dice che lei i fascisti manco li conosce.  Precisa che Forza Nuova è stata pagata dalla sinstra per assaltare la sede della Cgil per farle fare brutta figura. Ma se a Torino Damilano perderà sarà solo grazie a Salvini e Meloni. Su questo non c’è dubbio alcuno. Damilano vuole essere e forse è un candidato moderato. Ma moderati ne’ Salvini, ne’ la Meloni lo sono. Indubbiamente una costola di Fratelli d’Italia, a leggere le cronache dei giornali che parlano di esponenti politici che usano il termine “camerati” o altre amenità del genere, ha origini legate a un certo periodo storico. Ma anche tra i leghisti c’è chi non è da meno. Ad esempio che Borghezio fosse molto, molto a destra da quando è nato ad oggi, pure le pietre lo sanno. Ogni 15 giorni o un mese,  a turno tra Fratelli D’Italia e Lega un loro ragazzotto inneggia al Duce e, magari, persino ai campi di concentramento. E appunto il tutto cozza con la moderazione che vuole dimostrare Damilano. Persino Guido Crosetto perde le staffe.  Giornalismo di parte? Se dalle parti di Fratelli d Italia alcuni si professano fascisti, che ne possono i giornalisti? Al più loro lo hanno evidenziato. Vinca chi vuole ma certi personaggi non devono toccare boccino. Senza spauracchio dell’infausto ventennio, ma io come moltissimi altri di fascismo non ne voglio sentire e vedere. Come questa eterna , ed ormai inutile discussione sul green pass e i no vax. Rivendicare il diritto di non vaccinarvi ? Bene. Io rivendico il diritto di evitarvi e non frequentarvi. Lo so, lo so! Mi ripeto. Meglio dirlo una volta in più che dirlo una volta in meno. Intanto nelle ultime ore di campagna elettorale, alla chetichella sono arrivati Salvini e Meloni. Non c’erano alternative. Forse Damilano ha perso smalto. E Lorusso si sente sempre più balzandoso ed in palla. Comunque buon voto a tutti e, come si diceva una volta, vinca il migliore.

Patrizio Tosetto

Vandalizzata la lapide dedicata a Mario Soldati

Mario Soldati,  scrittore, regista e sceneggiatore torinese si tuffò – giovanissimo – nel Po in piena cent’anni fa, ai Murazzi, per salvare un coetaneo. Gesto che gli valse la medaglia d’argento al valore civile, ricordato da una lapide posta tempo fa dal Centro Pannunzio e dalla Città. Nei giorni scorsi adesivi e scritte murali vergate da chi sicuramente  neppure sa chi fosse Soldati, hanno deturpato la targa marmorea. L’atto vandalico è stato ignorato dalle istituzioni locali. C’è almeno da augurarsi che il Comune intervenga per restituire dignità alla lapide e, con essa, alla memoria di un grande torinese.

Labbra a forma di cuore

IL PENSIERO DI VIRGINIA

 

Labbra turgide, labbra a forma di cuore, labbra carnose, addirittura labbra rosso Coca Cola, parafrasando un famoso tormentone di quest’estate.

Alla forma delle labbra da sempre è associato il significato di passione ed amore, e nell’immaginario maschile sono un punto caldo di forte attrazione che trovandosi sul volto, sono tra le prime cose che si guardano e se poi sono voluttuose e piene, hanno anche un forte richiamo sessuale.
Oggi sempre di più il medico estetico si trova a rispondere alle più svariate richieste per migliorare, modellare o ringiovanire le labbra, a qualunque età. Ci facciamo rispondere da uno specialista di Medicina Estetica, il Dott. Massimiliano Giuliano, con studio a Torino e Milano, che per le labbra in questi ultimi anni è diventato un punto di riferimento:

Dott. Massimiliano Giuliano, labbra sottili, labbra a cuore, labbra normali, labbra russe, cosa ci può dire in merito?

“Per correggere eventuali asimmetrie, le piccole rughe, la disidratazione, la mancanza di volume, oggi si usano i Filler, a base di acido ialuronico, assolutamente sicuri se usati da mani esperte con un’ottima tecnica di base.
Nel mio studio io ho un “Lip Menù”, cioè una lista di Filler di varie aziende per labbra, che scelgo a seconda del paziente e della sua richiesta.
Il medico estetico deve saper essere un’artista, che è in grado, dopo aver osservato e parlato con la paziente, di valorizzare al massimo l’obiettivo prescelto, sia per aumentare i volumi, sia per dare maggiore estroflessione, sia per correggere e migliorare la forma.”

Perchè si definiscono labbra russe?
“Si chiama Russian Lips Medicina e consiste nel dare alle labbra la caratteristica bocca, che ricorda un cuore, proprio come quello delle bambole.
E’ un protocollo piuttosto elaborato che tende a sollevare più che a volumizzare, e richiede una notevole abilità da parte dello specialista ed è la richiesta del momento.”

Dott. Giuliano, è possibile fare un trattamento semplice che preveda delle labbra naturali con un contorno ben definito?

“Se il trattamento viene eseguito da un professionista esperto, l’armonia del volto non è mai stravolta.
E’ un trattamento ambulatoriale che dura circa trenta minuti, proprio per fare il progetto migliore e l’effetto è immediato e naturalizzato in due giorni. Il Filler labbra non è definitivo, e nel giro di quattro/sei mesi, le labbra tornano al proprio volume originale.
Io consiglio sempre di rivedersi dopo due mesi per ottimizzare il risultato e farlo durare ancora più a lungo.”

E quando parliamo di donne di una certa età?

“Il professionista esperto sa che è necessario restituire pienezza e volume alle labbra, minimizzare le rughe intorno alle stesse ma anche deve rigenerare l’epidermide per dare freschezza al viso, associando anche dei peeling full face, del botox e dei filler riempitivi per ridare struttura al viso.”

Scrivetemi a tuchiediloame@gmail.com o contattaci in redazione al numero 348 544 0956 e saremo felici di aprire un contatto diretto o una chat fra me e voi.!!

Virginia Sanchesi

Hashish e marijuana, ritiro a domicilio

Arrestato ventiquattrenne italiano dagli agenti delle Pegaso

L’indagine è partita dai riscontri emersi da alcune chat telefoniche: gli indizi raccolti dagli investigatori delle Pegaso dell’UPG hanno condotto ad un appartamento di corso Francia utilizzato da un ventiquattrenne. Il giovane è un soggetto noto nei quartieri San Donato e San Paolo per rifornire di quantitativi rilevanti di cannabinoidi i suoi coetanei; questi ultimi dovevano recarsi sotto casa sua, dopo averlo preliminarmente contattato utilizzando esclusivamente applicazioni di messaggistica istantanea, con cancellazione del testo in un tempo ben determinato. Una volta sotto casa, il pusher verificava visivamente dalla finestra che l’acquirente fosse da solo e soltanto allora apriva il portone dello stabile. Pertanto, anticipando le sue mosse, i poliziotti, lo scorso venerdì sera, hanno fatto ingresso nello stabile individuato, con l’intenzione di attendere l’inquilino sospetto, del quale, però, non era noto l’appartamento occupato. Attorno alle 21.45, un soggetto corrispondente al sospettato faceva ingresso nel palazzo e prendeva l’ascensore, fermandosi ad un piano alto. Qui veniva fermato dai poliziotti  e, nonostante avesse in mano un mazzo di chiavi per aprire la porta dell’alloggio di fronte, negava di abitare in quel palazzo. La perquisizione dell’alloggio portava al rinvenimento di diversi contenitori trasparenti contenenti marijuana ed hashish, complessivamente oltre 100 grammi, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. I poliziotti appuravano che il giovane aveva a disposizione due smartphone.  Uno di essi veniva utilizzato per fornire connessione all’altro (hot spot) in modo tale da non essere intercettato quando utilizzava la rete internet per comunicare in merito alla compravendita dello stupefacente. Il giovane è stato arrestato per detenzione  ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Il Gruppo Iren acquisisce il 100% di Bosch Energy and Building Solutions Italy

Consolida la sua posizione nel settore dell’efficientamento energetico

Iren Smart Solutions SpA, controllata interamente da Iren SpA tramite Iren Energia, ha sottoscritto il contratto per l’acquisizione del 100% del capitale sociale di Bosch Energy and Building Solutions Italy Srl, società operante nel settore dell’efficientamento energetico anche in qualità di ESCo (Energy Service Company) nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti integrati di riscaldamento, climatizzazione e cogenerazione per clienti pubblici e privati. Bosch Energy and Building Solutions Italy Srl, inoltre, gestisce significative commesse nel settore ospedaliero, segmento di mercato nel quale Iren Smart Solutions non è attualmente presente.

Il razionale strategico dell’operazione risiede nella complementarità delle attività svolte da Iren Smart Solutions SpA e Bosch Energy and Building Solutions Italy Srl. Quest’ultima, infatti, ha una forte esperienza dei contratti EPC (contratto di prestazione energetica) nella gestione di grandi imprese, è attiva nel mercato della micro-cogenerazione, nel real estate del settore terziario, ha competenze nel settore della building automation sia nel campo immobiliare sia in quello sanitario, e completa in tal modo le competenze e la base clienti di Iren Smart Solutions SpA. La società acquisita opera prevalentemente nel nord Italia.

Le azioni commerciali e gli ambiziosi piani di sviluppo tecnologico e progettuale che Iren Smart Solutions sarà capace di integrare nel proprio ventaglio di servizi offerti consentiranno di conseguire una crescita futura della redditività di Bosch Energy and Building Solutions Italy Srl.

Il cash out dell’operazione è soggetto ad aggiustamento di prezzo per effetto del valore della posizione finanziaria netta e del capitale circolante al momento del closing.

Il Presidente del Gruppo Iren, Renato Boero ha dichiarato “L’operazione di crescita per linee esterne appena conclusa permette a Iren di espandere le attività offerte nell’ambito dell’efficienza energetica e di assumere un ruolo primario nel contesto nazionale, caratterizzato dalla volontà di migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Il Gruppo si pone, infatti, come partner industriale di eccellenza nella riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico e privato dei nostri territori contribuendo in maniera significativa alla riduzione dei consumi e all’abbattimento delle emissioni di CO2”.

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale Gianni Vittorio Armani ha dichiarato: “La società Bosch Energy and Building Solutions Italy Srl ha un modello industriale e organizzativo efficacemente integrabile con quello di Iren Smart Solutions grazie al quale sarà possibile estrarre importanti sinergie. Questa operazione ci permetterà di acquisire ulteriore know-how e di assumere maggiore rilevanza nel mercato dell’efficienza energetica che è uno dei pilastri del PNRR per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e dei consumi energetici.”

 

Garage rock USA 1966. Discografia minore / 9

?? CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

Io ora credo, guardandomi indietro, che non abbiamo combattuto contro il nemico… Abbiamo combattuto contro noi stessi. E il nemico era dentro di noi”.

Il finale del film “Platoon” (1986) di Oliver Stone riassume il dramma universale della tragedia della Guerra del Vietnam, in quell’inferno dove “il vero nemico è quello che si annida nel più profondo della coscienza”.

In relazione al tema della nostra rubrica posso solo dire che l’impatto della chiamata alle armi fu devastante per moltissime bands di garage rock americano nel biennio 1966-1967; videro interrompersi in modo traumatico la parabola musicale che avevano avviato, senza poter (in molti casi) raccogliere nemmeno i frutti di medio termine di tanto impegno ed entusiasmo impiegati nel costruire un’idea di futuro per le loro compagini musicali.

Nella seguente lista di questa sezione discografica sono presenti alcune bands che subirono proprio questo trauma dello “scioglimento forzato” a causa dell’arruolamento nell’esercito.

–  Long John and The Silvermen “Heart Filled With Love / Wind In The Sky”  (Wanted 001);

–  Syndicate Of Sound “Little Girl / You”  (Hush G-228);

–  Limey and The Yanks “Love Can’t Be A One Way Deal / Guaranteed Love”  (Star-burst Records SB-127);

–  The Scoundrels “Easy / The Scoundrel”  (ABC-Paramount 45-10892);

–  Paul Bearer & The Hearsemen “I’ve Been Thinking / Route 66”  (Riverton 105);

–  Phil and The Frantics “I Must Run / What’s Happening”  (Ramco ARA 1970);

–  The Outspoken Blues “Not Right Now / Mister You’re A Better Man Than I”  (Orlyn ORL 66821 / 8140-6821);

–  Theze Few “I Want Your Love / Dynamite”  (Blacknight BK-901);

–  The Tempo’s “All That I Really Want / Termite”  (Twin-Spin Records 105);

–  The Ariel “I Love You / It Feels Like I’m Crying”  (Brent 7060);

–  Joe Frank & The Knights “Can’t Find A Way / Won’t You Come On Home”  (Block 510);

–  The Staccatos “Gypsy Girl / Girl”  (Syncro Records 661);

–  Zorba and The Greeks “One And Only Girls / You’ve Had Your Chance”  (Golden State Records GSR-597-A);

–  The Wizard’s “I Want To Live / I’m A Blind”  (Era Records 3161);

–  The Chants “Hypnotized / Elaina”  (B. Ware 869);

–  The Yo Yo’s “The Raven / Crack In My Wall”  (Coral 62501);

–  The Uniques “Run And Hide / Good Bye, So Long”  (Paula Records 245);

–  S.J. and The Crossroads “The Darkest Hour (I / II)”  (Salmar Productions SJ 100);

–  The Laymen “Time Or The Place / Searchin’ Round The World”  (Minaret MI-123);

–  Robin and The Three Hoods “I Wanna Do It / That’s Tuff”  (FAN Jr. Records 884S-5680);

–  The Mor-loks “What My Baby Wants / Lookin’ For A New Day”  (Decca 31950);

–  The Regents “Words / Worryin’ Kind”  (Penthouse 502);

–  The Darelycks “Wait For Me / Bad Trip”  (Fine Records FI-111);

–  The Bats “How Could You Have Known / Evelyn”  (Merben Records MR 501).

(… to be continued…)

Gian Marchisio

Giornate Fai d’Autunno, apre anche Palazzo Arsenale

Decima edizione. Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

sabato 16 e domenica 17 ottobre 2021

Visite a contributo libero in 600 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 300 città d’Italia. Tra questi, 42 beni delle Forze Armate in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto

l’edizione 2021 è dedicata ad Angelo Maramai (1961-2021) già direttore generale del fai

IN PIEMONTE

Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it

I Giovani del FAI, con il supporto di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture, propongono per sabato 16 e domenica 17 ottobre la decima edizione delle Giornate d’Autunno con visite in 600 luoghi solitamente inaccessibili o poco noti in 300 città d’Italia tra cui 42 luoghi del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate, aperti in occasione del centenario del Milite Ignoto.

Torna la grande festa delle Giornate FAI, la più importante manifestazione di piazza dedicata al nostro patrimonio artistico e culturale. Con energia, coraggio, voglia di fare, di migliorare e migliorarsi, di condividere e soprattutto con una passione travolgente per il nostro Paese, oltre 5.000 tra delegati e volontari FAI sono pronti a far innamorare tutti gli italiani dell’Italia. L’opportunità, ogni anno nuova e diversa, per accostarsi a un patrimonio smisurato e policromo, raccontato per l’occasione con l’entusiasmo contagioso di tutti i giovani che sposano la missione culturale del FAI: diffondere e coltivare la consapevolezza che l’Italia custodisce tesori inestimabili, fondamento dell’orgoglio che ogni cittadino prova davanti all’eccezionale bellezza del Paese e solida base su cui costruire la prosperità del futuro. Le Giornate FAI sono, dunque, un incontro sentimentale, un abbraccio collettivo tra i visitatori e l’ambiente che li circonda, prodigo di natura, arte e storia. In una parola: cultura.

Il catalogo dei luoghi visitabili è, come di consueto, amplissimo così come tantissime sono le tipologie rappresentate: dai complessi religiosi ai palazzi, dai castelli alle aree archeologiche, dai piccoli musei ai parchi e giardini storici, e ancora borghi, aree naturalistiche, luoghi produttivi e molto altro. Inoltre, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate concederanno l’accesso straordinario in 42 loro luoghi-simbolo di significativa importanza storica e istituzionale.

Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI. È infatti suggerito un contributo non obbligatorio di 3 euro. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati. Chi lo vorrà potrà anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. Agli iscritti saranno dedicate aperture speciali. Prenotazione online consigliata (salvo diverse indicazioni segnalate sul sito) su www.giornatefai.it; i posti sono limitati. N.B. il programma potrebbe subire variazioni. La realizzazione dell’evento nelle singole Regioni dipenderà dal loro colore nella settimana dell’11 ottobre.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19. In base alle disposizioni del D.L. 105 23/07/2021, l’accesso sarà possibile solo alle persone in possesso della certificazione verde Covid-19 (Green Pass). La certificazione verde è richiesta anche per l’ingresso ai luoghi di carattere naturalistico. Per i bambini al di sotto dei 12 anni il Green Pass non è obbligatorio.

 

Le Giornate FAI d’Autunno 2021 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate:
FinecoBank, una delle più importanti banche FinTech in Europa e fra le principali Reti di consulenza in Italia, è il prestigioso Main Sponsor dell’evento perché da sempre è impegnata nel valorizzare il patrimonio artistico e culturale del territorio.
Multicedi, impresa della grande distribuzione da sempre attenta ai territori in cui opera, per il primo anno è accanto alla Fondazione in qualità di Sponsor dell’evento.
Grazie inoltre a Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, costituita da Leonardo nel 2018, che nasce per favorire il dialogo con la società civile, promuovere la cultura industriale e d’impresa e valorizzare il proprio patrimonio culturale e museale; a Edison, storica azienda amica del FAI da sempre impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale, turistico e sociale presenti nel nostro Paese e a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa.

L’evento si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, del Ministero della Cultura, di Regione Piemonte, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate che, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, concedono l’apertura, durante le Giornate FAI d’Autunno, di alcuni loro luoghi simbolo.

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana Rai di Sensibilizzazione dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dall’11 al 17 ottobre la Rai racconterà luoghi e storie che testimoniano la varietà, la bellezza e l’unicità del nostro Paese: una maratona televisiva e radiofonica a sostegno del FAI, per emozionare e coinvolgere sempre più italiani sul valore del nostro straordinario patrimonio artistico e paesaggistico e per promuoverne la partecipazione attiva.  Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2021 anche attraverso la collaborazione di Rai per il Sociale.

Grazie di cuore alle 130 Delegazioni, 106 Gruppi FAI, 98 Gruppi FAI Giovani e 9 Gruppi FAI Ponte tra culture, attivi in tutta Italia. Ad affiancare i volontari ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno scelto autonomamente di mettersi in gioco in prima persona per raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del proprio territorio.

Un ringraziamento particolare per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione alla Protezione Civile, con la quale quest’anno festeggiamo i 15 anni di stretta collaborazione, all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e alla Croce Rossa Italiana per il prezioso supporto in questo periodo di emergenza sanitaria e per una partnership ormai consolidata negli anni.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

Elenco completo dei luoghi aperti in PIEMONTE e modalità di partecipazione all’evento su:
https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=PIEMONTE
IMPORTANTE: Verificare sul sito i luoghi aperti ed eventuali variazioni di programma
in caso di condizioni meteo avverse

FAI Ufficio Comunicazione Stampa e Web – Francesca Decaroli tel. 338.1229565; f.decaroli@fondoambiente.it
FAI Ufficio Comunicazione Tv e Radio – Novella Mirri tel. 334.6516702; n.mirri@fondoambiente.it

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Selezione di itinerari e aperture in Piemonte

TORINO

Scuola di Applicazione
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Durante le Giornate d’Autunno 2021 si potrà visitare eccezionalmente Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, di solito chiuso in quanto luogo militare. Unica testimonianza del complesso del Regio Arsenale, edificato nella prima metà del Settecento su progetto di Filippo Juvarra per ospitare dal 1783 le Regie Scuole di Artiglieria e Fortificazione, il palazzo, tra i più imponenti di Torino, è caratterizzato da forme grandiose e profilo regolare: un fabbricato quadrangolare di tre piani e otto padiglioni che poggia su strutture binate, decorato da finestre rettangolari e quadrate, sollevato dal porticato, ornato da una torre barocca e uno scalone a doppia rampa. L’istituto provvede alla formazione degli ufficiali dell’Esercito e, con circa 1.000 ufficiali frequentatori, circa 100 studenti civili, 118 professori universitari e 30 docenti militari, rappresenta uno dei poli didattici di eccellenza nel panorama italiano e internazionale. La scuola vanta con orgoglio l’eredità dei grandi personaggi che l’hanno frequentata: illustri intellettuali e scienziati, come Lagrange, grandi politici come Cavour e Menabrea e generali che fecero la storia d’Italia, da Lamarmora a Cadorna a Diaz e Badoglio. Tra gli spazi che si potranno scoprire durante la visita ci saranno il salone delle armi, la biblioteca, la cappella e lo splendido cortile d’onore, lungo 66 metri, restaurato e valorizzato nel 2021 grazie al rifacimento della pavimentazione, riproposta in pietra di Luserna, e alla nuova illuminazione a LED delle facciate interne.

Polo teologico – Palazzo del Seminario Metropolitano di Torino
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Aprirà al pubblico il Palazzo del Seminario Metropolitano, oggi sede del Polo Teologico Torinese, fondazione nata nel 2013 dall’unione di tre realtà profondamente collegate: il Ciclo Istituzionale della Sezione parallela di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, università della Chiesa cattolica la cui sede è a Milano; l’Istituto Superiore di Scienze Religiose; la Biblioteca del Seminario Metropolitano. L’edificio è un grande complesso barocco costruito a partire dal 1711 per volere del rettore Pietro Costa e progettato da Pietro Paolo Cerutti, cui si devono il disegno del portale e delle ali di levante e di mezzanotte e da Carlo Ceroni per l’ala meridionale. Il palazzo è quasi sconosciuto al pubblico e l’attività svolta è nota perlopiù a coloro che intendono insegnare religione o assumere responsabilità pastorali specializzate. Durante le visite straordinarie delle Giornate d’Autunno 2021 si potranno scoprire il grandioso chiostro a doppio ordine, l’Aula Magna, dalle preziose sovraporte e la Cappella dell’Immacolata Concezione, completata nel 1774 e ampliata nel 1793, che custodisce numerose opere di autori vissuti tra l’inizio del Seicento e la metà dell’Ottocento e attivi in residenze sabaude e chiese piemontesi: dalle porte della sacrestia dipinte da Vittorio Amedeo Cignaroli, attivo per la corte sabauda alla Venaria, Stupinigi e Moncalieri, considerate suoi capolavori giovanili, alla statua dell’Immacolata Concezione eseguita dallo scultore toscano Giovanni Domenico Olivieri, presente a Torino tra il 1730 e il 1740; dalla volta della cappella affrescata dal modenese Giovanni Battista Alberoni, che tra il 1744 e il 1761 ebbe come committenti i Savoia per lavori nella palazzina di caccia di Stupinigi e nella reggia di Venaria; dai gradini lignei dell’altare maggiore, scolpiti nel 1766 dal piemontese Stefano Maria Clemente fino all’organo del celebre Francesco Concone. Infine, del monaco camaldolese di Orvieto, Gregorio Cartaro, in Piemonte all’inizio del Seicento, è il notevole ritratto del beato Ascanio da Ceva. Il percorso toccherà anche la Biblioteca, la più grande del Piemonte tra quelle ecclesiastiche, da sempre accessibile al pubblico, con la Sala Monumentale di Lettura.

Gran Loggia d’Italia degli Alam Regione Piemonte – Circolo Carignano
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17
Solitamente inaccessibile, aprirà in via eccezionale il Circolo Culturale Carignano, tempio massonico del ramo della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, in Piazza Castello, nel piano nobile di un palazzo seicentesco il cui accesso è attiguo allo storico caffè Baratti&Milano. Gli ambienti occupati dalla sede della Gran Loggia d’Italia presentano pregevoli tracce artistiche e architettoniche, dal tardo Seicento ai primi del Novecento come tre soffitti lignei a passasotto con motivi decorativi di gusto rococò, quali nastri, ramages, pelacette, ripresi nella decorazione “in stile” di fine Ottocento di porte e pareti nell’attuale salone delle conferenze. Al primo piano una grande targa accoglierà i visitatori: “Associazione Culturale Carignano. Massoneria Universale di Rito Scozzese Antico Accettato. Comunione italiana. Obbedienza di piazza del Gesù. Sezione piemontese”. Dietro la porta, oltre alle sale pubbliche, ci sono quattro templi segreti, ricchi di simboli esoterici, filosofici e religiosi, figure mitologiche e rappresentazioni astronomiche: dai dodici segni zodiacali al baldacchino dello scranno del Maestro Venerabile, su cui sono inscritte sette lettere – l’acronimo di “A Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo” – separate da tre punti, che rappresentano il triangolo, la sintesi del pensiero pitagorico, fino alle statue di Venere, Minerva e Ercole. Di particolare interesse è un fregio, risalente a fine Seicento, con immagini allegoriche allusive alla fortuna e alla virtù umana.

CHIVASSO (TO)
Regia Mandria
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 17.30
Durante le Giornate d’Autunno si potrà scoprire la storia della Mandria, a circa 30 chilometri da Torino, creata tra il 1760 e il 1770 per volere del re di Sardegna Carlo Emanuele III di Savoia: un tenimento dipendente dalla Venaria Reale, dedicato all’allevamento dei cavalli, in particolare di cavalle e puledre destinate alla riproduzione per coprire i fabbisogni della Corte e dell’esercito. A questo scopo furono acquistati 767 ettari di terreno nella zona di Chivasso, Mazzè, Rondissone e Verolengo e fu costruita una nuova fabbrica progettata da Giuseppe Giacinto Bays; i terreni erano attraversati da viali alberati che si intersecavano nella corte d’onore. Le cascine che circondavano il fabbricato centrale vennero raccordate con un’ordinata rete di strade. Gli edifici furono realizzati in mattoni a vista e con coperture lignee “alla piemontese” con manto in coppi. Le scuderie erano collocate sotto ordinate e magnifiche sequenze di archi: quella delle femmine e delle fattrici con puledri era collocata a nord, circondata da pascoli più nutrienti, e quella degli stalloni a sud, in modo da non disturbarsi a vicenda. Il cortile centrale, vera e propria corte d’onore con funzione di rappresentanza, presentava una forma quadrata ed era pavimentato con “sternito di pietra riccia”: al centro fu realizzato, su disegno del regio machinista Mathej, un grande abbeveratoio circolare per i cavalli (del diametro di 17,5 metri circa e altezza di 1,54 metri). Per avere l’acqua, che serviva anche per irrigare i pascoli della tenuta, venne prolungata e allargata la bialera di Caluso, a una decina di chilometri dalla Mandria. Al centro del lato di ponente vi era il cosiddetto “castello”, destinato alla direzione del tenimento – direttore fu Giovanni Brugnone, che nel 1969 fondò la Scuola di Veterinaria di Torino – a cui fa pendant sul lato opposto un analogo edificio per ospitare il personale di servizio. A est, la chiesetta dedicata a Sant’Eligio, patrono dei maniscalchi, ha un delizioso interno ad aula unica, ornato nella volta di elegantissimi vasi e bracieri in stucco di gusto rocaille. Nel dicembre 1919 – dopo aver ospitato un campo destinato ad accogliere i volontari dell’esercito polacco, in via di formazione, arruolati tra i prigionieri dell’esercito austro-ungarico – la Mandria fu lottizzata e venduta a privati; attualmente una porzione di essa appartiene al Comune di Chivasso, mentre un’altra è di proprietà della Regione.

ROBILANTE (CN)
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 14 alle 18
Robilante si trova in una vasta conca pianeggiante circondata da castagneti, sulla sinistra del torrente Vermenagna, a circa 15 chilometri da Cuneo, raggiungibile in 9 minuti di treno attraverso un tratto della “Ferrovia delle Meraviglie”, vincitore dell’edizione 2020 del censimento FAI “I Luoghi del Cuore”. Durante le Giornate d’Autunno sarà proposto un articolato itinerario alla scoperta del territorio. Tra le tappe ci sarà il Museo permanente dedicato alla linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia (ingresso esclusivo per gli iscritti FAI), ospitato nei locali inutilizzati della stazione del paese, curato dall’associazione Ferroclub e inaugurato nel 2017: un museo dinamico in cui c’è spazio non solo per cimeli e fotografie d’epoca, ma anche per un vero passaggio a livello ancora attivo e una sala dedicata agli apparati di manovra e segnalamento ripristinati elettricamente. Aprirà, inoltre, il Museo della Fisarmonica, che racconta la storia di questo strumento in riferimento alla Valle Vermenagna e a Robilante, dove la musica e i balli – detti curenta e balet di ispirazione occitana – rappresentano elementi tradizionali molto sentiti. Sarà visitabile anche il Museo del Suono e della Comunicazione (ingresso esclusivo per gli iscritti FAI), con una collezione privata dal Settecento ai giorni nostri, tra cui fonografi del XVIII secolo, la radio galena con circuito OUDIN nel 1923, con bobina di rame e cuffia per ascoltare, e alcuni esemplari di radio rurale. Il percorso includerà anche una passeggiata alla Cascata delle Balme (dalle ore 10 alle 13, dalle ore 14 alle 17) tra i boschi di castagni che in autunno si vestono con i colori più belli del foliage, toccando una fra le tante cappelle di montagna che punteggiano il territorio, unendo così la natura all’arte popolare.

ALESSANDRIA
Ospedale SS. Antonio e Biagio
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Aperura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 10.30 alle 18
L’ospedale civile di Alessandria, detto ancora oggi dei Santi Antonio e Biagio, nasce dalla fusione, avvenuta per volere di papa Pio V intorno al 1567, di due ospedali preesistenti – l’Ospedale di Sant’Antonio, situato nel quartiere Gamondio, e l’Ospedale di San Biagio, situato nel quartiere Rovereto – e prese il nome di Spedal grande. Nel 1782 iniziò la costruzione della nuova sede dell’ospedale, tuttora in uso, che venne inaugurata nel 1790. Durante le Giornat d’Autunno si potrà ammirare la Quadreria dell’Ospedale SS Antonio e Biagio, costituita da una serie di ritratti dei benefattori dell’ente ospedaliero e da altre raccolte, attualmente collocata presso i locali della Direzione Generale: un interessante spaccato nella storia della moda e del costume piemontese dei secoli passati per l’eterogeneità di estrazione sociale e ruolo professionale dei personaggi raffigurati. Tra le “chicche” del patrimonio artistico dell’azienda ospedaliera: Le nozze di Cana, dipinto di Guglielmo Caccia detto Il Moncalvo (1568-1625) e i seicenteschi vasi di maiolica dell’antica farmacia dell’ospedale.

MIAGLIANO (BI)
Centrale idroelettrica
Apertura: sabato 16 e domenica 17, dalle ore 9 alle 18
Durante le Giornate d’Autunno sarà visitabile la Centrale idroelettrica, esempio di archeologia industriale recuperata e funzionante, che adotta una derivazione di acqua effettuata sulla sponda destra del torrente Cervo mediante una traversa fissa in pietrame e calcestruzzo, con longherine in ferro nel greto del torrente e con tavole in legno poste sul ciglio della traversa. L’acqua accede alla vasca di carico della centrale che viene immessa in una condotta in ferro per poi entrare nello stabilimento, scendere con un salto di 21.45m dalla vasca di carico allo scarico e alimentare due turbine tipo Francis ad asse verticale con potenza totale di 700 kW e portata massima totale turbinabile di circa 4 m3/s. Le turbine sono a 21m circa al di sotto dall’asse di carico. La turbina Francis è un particolare tipo di turbina composta da una voluta, da una girante e da un distributore. Nel distributore l’acqua incontra sezioni decrescenti, che servono per trasformare parte dell’energia di pressione in energia cinetica. L’acqua poi viene deviata dalle pale mobili della girante, su cui esercita una certa forza, che genera quindi potenza. Sullo stesso albero della girante della turbina è calettato un trasformatore, che trasforma l’energia meccanica in energia elettrica. Dopo la turbina, l’acqua viene convogliata all’interno del canale inferiore: il canale porta l’acqua a Tollegno alimentando le successive derivazioni della ditta Gima immobiliare s.r.l., dell’Idroelettrica del Cervo, della Filatura di Tollegno e del Lanificio di Tollegno.

ROBELLA (AT)
Castello
Apertura: sabato 16, dalle ore 14.30 alle 17.30; domenica 17, dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30
Il Castello dei Conti di Robilant, circondato da un ampio parco con olmi, ippocastani, tigli, aceri, ailanti, alberi di Giuda, ciliegi, cipressi, noci, pini, querce e tassi, sorge sulla sommità del colle dove è insediato l’antico abitato di Robella, da cui si gode un’ampia visuale su tutto il Monferrato. È uno dei castelli della Contea di Cocconato, feudo fin dall’alto Medioevo, dei Conti Radicati: titolarità mantenuta per diversi secoli finché, morto il conte Eustachio Radicati, passò per eredità ai Nicolis di Robilant e agli attuali eredi in linea femminile.
Il primo nucleo duecentesco del castello si presentava in forma di rocca poligonale e corte al centro, mura a scarpa e torre quadrata coronata da merlatura guelfa. Di questo primo edificio sono ancora riconoscibili, nella facciata principale e nelle imponenti cantine, la muratura originale e, in una parete del cortile interno, le aperture ad arco bicromo, mentre la torre fu distrutta tra il Cinquecento e il Seicento. A partire dal XVI secolo la fortezza ha subito ampliamenti e importanti trasformazioni, assumendo sempre più l’aspetto di residenza signorie dalla pianta irregolare. Di questo periodo è la realizzazione della “sala magna” al piano terra, caratterizzata da un imponente soffitto a cassettoni. Nella seconda metà del XVIII secolo con la costruzione del corpo a nord, su progetto dell’architetto Filippo Castelli, l’edificio assume le sue dimensioni attuali. Castelli conferisce al complesso un carattere signorile, sul modello dei palazzi di città; la facciata “a mezzanotte” è caratterizzata da finestre disposte simmetricamente e sormontate da lunette aggettanti, mentre la terrazza nasconde l’accesso carrabile alle cantine. L’apertura nelle Giornate d’Autunno prevede la visita attraverso le sale al piano terreno della dimora privata che comprendono l’ingresso, la biblioteca con l’archivio e alcuni salotti fino alla sala da pranzo, ambienti eccezionali finemente decorati e arricchiti da arredi e ritratti. Gli iscritti FAI avranno l’opportunità di salire sulla terrazza della specola, alta 436 metri, voluta dal conte Eustachio Radicati nei primi decenni del XIX secolo e progettata dall’ingegner Carlo Bernardo Mosca, e potranno godere dell’immenso panorama a 360° sull’arco alpino, dal Monte Rosa al Monviso.

NOVARA
Conservatorio “Guido Cantelli”
Apertura: sabato 16 e domenica 17 ottobre, dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 14 alle 17.30
Il Conservatorio “Guido Cantelli”, intitolato al direttore d’orchestra novarese prematuramente scomparso, si trova nella sede che ospitava il Collegio Gallarini, struttura settecentesca che, dopo essere stata un ospedale, legò le sue vicende a quelle della famiglia Gallarini, grazie a Francesco Antonio e a suo padre Antonio Maria, generoso benefattore che rese possibile la nuova destinazione dell’edificio a istituto di istruzione per giovani. Nel 1831 venne presentato un piano di ristrutturazione dell’edificio al consiglio comunale; le opere di rimodernamento, su progetto dell’ingegnere Stefano Ignazio Melchioni, furono molteplici e si conclusero nel 1844. L’edificio è a pianta quadrata con una corte interna suddivisa da una bassa manica longitudinale e da un corpo che si sviluppa verso ovest; la facciata è abbellita da un timpano e da lesene. In altezza si sviluppa su due piani con grandi ambienti coperti da volte in muratura. Durante il rettorato di don Ercole Marietti (dal 1854 al 1905), estroso sacerdote di Galliate che si dilettava di architettura, vennero realizzate le decorazioni in cotto sulle facciate, furono poste le tegole colorate, oltre all’aggiunta di innumerevoli elementi architettonici come le balconate, le edicole con statuette, i pinnacoli a cuspide, gli steli con grifoni, tanto piacevoli quanto fragili e quindi in parte successivamente rimossi. Nel 1880 fu costruito un ampio dormitorio sul lato di ponente, sede dell’attuale auditorium. Nel 1883 si allungò il refettorio e si costruì un locale adiacente all’abitazione del rettore provvisto di finestrelle da cui egli poteva comodamente controllare tutti gli accessi dai cortili interni stando seduto alla scrivania. Dal 1915 al 1920 il collegio fu utilizzato come ospedale militare, mentre nel 1945, su decreto prefettizio, fu requisito e occupato dai partigiani, che ai tempi avevano l’incarico di polizia ausiliaria. Dopo un periodo di decadenza, tra il 1982 e il 1986 fu ristrutturato e oggi all’interno dei suoi locali risuonano le note degli allievi del Conservatorio “Guido Cantelli”. Durante le Giornate d’Autunno si potranno scoprire ambienti solitamente inaccessibili e conoscere le trasformazioni dell’edificio nel corso dei secoli.

parità salariale, Europa Verde: buon primo passo

“Il Sì della Camera alla legge sulla parità salariale è un importante, per quanto tardivo, primo passo. La parità di genere non può prescindere dal rafforzamento dell’identità economica della donna, perché la sotto rappresentazione femminile nel mercato del lavoro ne determina anche una disparità di partecipazione al processo decisionale” – così in una nota stampa Eleonora Evi, co-portavoce di Europa Verde.

“Garantire la stessa retribuzione – aggiungono-  per uno stesso lavoro è un diritto sancito dalla legge italiana, ma troppo spesso inapplicato, perché non di rado gli ostacoli sono di matrice culturale. Ecco perché rimuovere contestualmente gli impedimenti di natura culturale che rallentano l’affermazione delle donne significa rafforzare il nostro sistema democratico nel suo insieme.

È poi necessario assicurare medesime opportunità imprenditoriali, agevolando le condizioni che favoriscono l’inserimento femminile nei ruoli apicali delle imprese; consentire un equilibrio di fatto tra la vita privata e professionale, e promuovere un fisco amico delle donne, spesso penalizzate da imposte inique. Allargando lo sguardo, è facile capire come questa crisi sanitaria, e la crisi economica che l’accompagna, che ha penalizzato soprattutto le donne, siano sintomo di un modello economico fallimentare. Ci auguriamo che l’auspicata transizione verso un’economica circolare, settore nel quale le donne hanno dato e possono continuare a dare un enorme contributo in termini di idee e di progettualità, si realizzi presto e fattivamente. Allo stesso modo chiediamo, in attesa del passaggio della legge in Senato, che questo primo passo si accompagni ad adeguate riforme strutturali che consentano una piena ed effettività parità di genere” –  conclude Evi.