ilTorinese

L’importanza di trasmettere l’Italian Style, mercoledì a Parlaconme

Nella puntata di mercoledì 16 febbraio  condotta da Simona Riccio

“Foodies and Food mania… l’importanza di trasmettere l’Italian Style in Italia e nel mondo” rappresenta la tematica della puntata che andrà in onda mercoledì 16 febbraio dalle 18 alle 19 sulla radio web Radiovidanetwork condotta da Simona Riccio, founder della trasmissione e Social Media Marketing Manager del CAAT.
Tre gli ospiti della trasmissione, che lavorano in Italia, ma attivi anche all’estero, Benedetta e Valeria Bianchini, Foodie Sisters Italy, Local Aromas, e Andrea Pavia, responsabile commerciale e Vicesegretario della Camera di Commercio Italiana del Perù.
Andrea è già stato ospite della radio durante la kermesse della Fiera del Peperone di Carmagnola e ora lo è nuovamente per supportare le attività delle Foodie Sisters, con le quali collabora come Camera Estera.
Durante la trasmissione verrà messa in luce anche l’importanza di una corretta comunicazione delle eccellenze italiana di cui è ricco il nostro Paese.
Il core business di Benedetta e Valeria consiste nel raccontare il life style italiano nel mondo. Life style per loro significa narrare la storia dei prodotti italiani e le modalità in cui vengano cucinati nella nostra penisola per poterli far conoscere nel migliore dei modi alle persone. Per questo motivo durante la pandemia, attraverso vari canali, hanno realizzato molti video a disposizione dei clienti, che avevano la possibilità di usufruirne in qualunque momento del giorno e della notte.
Attraverso il web si può, infatti, comunicare il vero valore del prodotto, quello che attrae e emoziona, che invoglia il consumatore, al fine di indurlo ad acquistarne uno anziché un altro.
La conduttrice della trasmissione, Simona Riccio, è convinta che l’Italian Sounding non verrà mai sconfitto ma, come avevano fatto emergere il Presidente Coldiretti Ettore Prandini e Gianmario Centinaio, Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, risulta fondamentale comunicare l’intera filiera agroalimentare senza saltare neanche un anello, facendo comprendere la differenza tra il prodotto veramente italiano e quello che non lo è.

Andrea Pavia durante il suo intervento farà emergere anche la problematica della mancanza di comunicazione da parte delle ditte esportatrici che si trovano a vendere un prodotto che, spesso, non riesce ad essere adeguatamente compreso.
La trasmissione verrà trasmessa in diretta web Radio da Radiovidanetwork sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.
Sarà possibile seguire la puntata il giorno dopo, senza interruzioni, sul sito www.parlaconmeofficial.it

Mara Martellotta

Al Palazzo del Ghiaccio Tazzoli dove crescono i campioni di domani

Ai Campionati italiani junior elite medaglie e ottimi piazzamenti per i piemontesi

La città di Torino ha raccolto l’eredità olimpica del 2006 e al Palazzo del Ghiaccio Tazzoli si susseguono allenamenti e competizioni per creare i campioni di domani, quelli che si contenderanno un posto alle prossime Olimpiadi.

Nelle gare dei Campionati italiani junior elite che si sono tenuti lo scorso fine settimana proprio a Torino e che sono stati organizzati dall’Ice Club Torino e dall’Associazione sportiva Pat, si sono distinti giovanissimi atleti che hanno presentato programmi dai contenuti tecnici elevati. Molti di loro fanno parte della Nazionale italiana e, nonostante le difficoltà e le soste forzate causate alle attività sportive dai due anni di pandemia, hanno proseguito l’attività agonistica con impegno e dedizione.

Il titolo italiano junior elite è andato a Amanda Ghezzo, classe 2010, dell’Ice Club Torino, allenata da Edoardo De Bernardis e da Renata Lazzaroni. Le coreografie dei programmi presentati in gara, su musiche di “Mediterraneo” il corto e su “Sweet and Bitter” di Ezio Bosso il lungo, sono state coreografate da Rebecca Talevi.

Un altro giovanissimo Aiden Buttiero Khorev, 11 anni, sempre allenato da De Bernardis e Lazzaroni, ha vinto il bronzo nella gara maschile, totalizzando nei due segmenti il punteggio di 144,06 e distinguendosi per presenza scenica e carisma.

Nella competizione hanno ben figurato anche altri pattinatori piemontesi: Giulia Barucchi dell’Ice Club Torino ha ottenuto il quinto posto, Anna Bodrone e Anita Gemelli, tesserate per l’Associazione sportiva Pat e allenate da Lorenza Barnabè e Valeria Vercellino, si sono classificate, rispettivamente, ottava e decima.

Hanno, inoltre gareggiato anche Micol Panepucci e Giorgio Rossetti, sempre dell’Ice Club Torino.

Misure antismog, cala la concentrazione di PM10,  via libera ai diesel Euro 5

In base ai dati previsionali di PM10 forniti oggi da Arpa Piemonte, da  martedì 15 febbraio le misure di limitazione del traffico passeranno al livello bianco del semaforo antismog.

Torneranno pertanto in vigore le sole misure permanenti: fermi tutto il giorno (festivi compresi) gli autoveicoli per il trasporto persone e merci Euro 0 e Euro 1 (tutte le alimentazioni), Euro 2 (solo benzina e diesel), i ciclomotori e motocicli Euro 0 e Euro 1. Per i veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 lo stop è invece in vigore dal lunedì al venerdì con orario 8-19.

Sono nuovamente valide le esenzioni ai blocchi per i veicoli dotati del dispositivo “Move-In”.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate ogni lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog, delle esenzioni e dei percorsi stradali esclusi dai blocchi sono disponibili alla pagina: www.comune.torino.it/emergenzaambientale.

Aumento Irpef, il sindaco: “Mi scuso con i torinesi ma non avevamo alternative”

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Sull’aumento dell’Irpef il sindaco Stefano Lo Russo è intervenuto in Consiglio comunale:  “E’ il primo passo di un’inversione di ciclo e il contributo di solidarietà che chiedo, scusandomi con i torinesi che verranno toccati. Servirà  a migliorare i servizi e costruire una città che inverte il trend sulle spese ordinarie: prima del provvedimento il rischio era il pre-dissesto”. Il  Centrodestra parla di “sinistra sanguisuga” che mette le mani nelle tasche dei torinesi proprio in un momento di crisi. Aggiunge il sindaco: “I parametri dell’accordo sono estremamente vantaggiosi per la città e credo che il sacrificio chiesto ai torinesi possa essere sostenibile: verranno toccati da questo aumento dell’aliquota Irpef il 28% dei contribuenti, il 2% dei quali sopra i 100 mila euro. Non avevo alternative che chiedere un aiuto diretto al Governo”.

Piemonte longobardo

Andare per il Piemonte longobardo è da oggi più facile e più affascinante grazie alla guida storica di Elena Percivaldi, medievista, ricercatrice e collaboratrice di riviste storiche che ci porta nei tanti luoghi della nostra regione dove abbondano le tracce del passaggio del popolo che 1500 anni fa cambiò la Storia della penisola.
Con il suo libro “Sulle tracce dei Longobardi nell’Italia settentrionale”, Edizioni del Capricorno, l’autrice ci accompagna all’interno di chiese, abbazie, monasteri e necropoli che hanno fatto la storia longobarda nell’Italia del nord. Un testo agile e ben illustrato di 160 pagine che conduce i lettori, soprattutto quelli appassionati di archeologia e storia, alla scoperta di questo popolo e della sua preziosa eredità, dal Piemonte al Friuli fino all’Emilia Romagna. Nel 568 d.C. i Longobardi di re Alboino, giunti dalla Pannonia, l’odierna Ungheria, penetrarono nell’Italia del nord governata dai Bizantini e conquistarono gran parte della penisola. Varcato il confine occuparono il Friuli e dilagarono in Veneto e da qui entrarono in Lombardia per spingersi fino in Piemonte, Emilia e Toscana. Molte importanti città italiane caddero nelle loro mani. Il loro regno durò poco più di due secoli fino alla conquista di Carlo Magno nel 774, salvo il Ducato di Benevento che sopravvisse fino all’arrivo dei Normanni alla metà dell’XI secolo. Un capitolo del libro riguarda il Piemonte. Torino fu governata da diversi duchi longobardi tra i quali Agilulfo, futuro re e marito della regina Teodolinda, Arioaldo, Garipaldo e Ragimperto ma in città non è rimasta nessuna traccia del Palazzo dei duchi longobardi. Sono emersi invece resti di abitazioni, tombe e lapidi come la lapide funeraria di Ursicino, vescovo di Torino (562-609), morto a 80 anni dopo quasi 50 anni di episcopato, rinvenuta a metà Ottocento durante gli scavi nel Duomo e murata su una parete della cattedrale. I numerosi frammenti di epoca longobarda, provenienti da edifici abbattuti e recuperati durante gli scavi moderni, sono esposti nel Museo d’Arte Antica a Palazzo Madama, nel Museo diocesano e nel Museo di Antichità che conserva anche il corredo della “Dama del Lingotto”, una ricca donna longobarda del VII secolo sepolta con orecchini e altri gioielli scoperti all’inizio del Novecento scavando un pozzo in via Nizza. Anche ai confini di Torino le presenze longobarde sono numerose, dalla zona del Lingotto a Sassi, dal Fioccardo a Rivoli. Ma sono le necropoli longobarde le scoperte più stupefacenti. Da quella di Carignano con tombe nobiliari e sepolcreti a quelle ben più preziose di Collegno con 157 tombe del VI-VIII secolo e di Moncalieri-Testona con 350 sepolture. Per qualità e numero dei reperti si possono considerare tra le più importanti d’Italia. Gli oggetti di corredo rinvenuti a Collegno e a Testona, composti da fibbie di cintura in bronzo dorato e in ferro, fibule a staffa, piccole croci d’oro, coltellini, armi, monili e ceramiche, sono in mostra al Museo di Antichità di Torino.
Oltre alle necropoli i longobardi ci hanno lasciato anche formidabili strutture difensive emerse tra Torino e le vie di comunicazione verso la Francia come le “chiuse” di Susa, Aosta, Bard e Chiusa San Michele dove si svolse la celebre battaglia tra i Longobardi e i Franchi di Carlo Magno nel 773 anche se oggi resta ben poco della possibile fortificazione longobarda collocata tra il monte Pirchiriano, dove sorge la Sacra di San Michele, e il monte Caprasio. Proseguendo il nostro tour sulle orme dei longobardi in Piemonte raggiungiamo la necropoli di Borgomasino vicino all’antico ducato di Ivrea con oltre 90 tombe di uomini armati e sepolti con i loro cavalli. All’epoca longobarda, nel ducato di Asti, si fanno invece risalire chiese e monasteri come Sant’Anna, una parte della cripta della chiesa di Sant’Anastasio, strutture superstiti nei sotterranei di Palazzo Mazzetti e la cripta della Collegiata di San Secondo.
Ma la più grande necropoli della penisola è stata individuata dieci anni fa a Sant’Albano Stura, nel cuneese, con oltre 800 tombe riportate alla luce durante i lavori dell’autostrada Asti-Cuneo lungo il torrente Stura. Non ci sono resti ossei ma corredi anche molto ricchi e numerose monete. Il sito è stato ricoperto per consentire i lavori autostradali e una parte dei reperti è esposta al Museo civico di Cuneo. L’itinerario proposto dalla Percivaldi ci porta infine sull’isola di San Giulio, sul lago d’Orta, in provincia di Novara, ritenuta la roccaforte di un ducato longobardo, quello di San Giulio, fondato ai tempi di Alboino. Il libro si chiude con “dieci mete longobarde imperdibili” e tra queste spiccano il Museo di Antichità nei Musei Reali in via XX Settembre a Torino, l’Abbazia di San Colombano a Bobbio piacentino, le chiese di San Michele Maggiore e San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia, il Tempietto longobardo a Cividale del Friuli, il Duomo di Monza e Santa Giulia a Brescia.
Filippo Re

Dalla Regione 50 milioni di euro per ridurre le liste d’attesa che i due anni di pandemia hanno rallentato

Riunione  in Unità di Crisi per fare il punto sulle liste d’attesa. La Regione investirà un budget di circa 50 milioni di euro per recuperare le prestazioni che i due anni di pandemia hanno rallentato, attraverso 36 milioni di euro stanziati dallo Stato e altre risorse ed economie esistenti.

I fondi verranno usati per incrementare l’offerta potenziando al massimo le prestazioni che il sistema pubblico regionale è in grado di erogare, integrandole con il supporto del sistema privato.

In quest’ottica è stato pubblicato un bando per nuovi accreditamenti di strutture private esclusivamente su alcune delle prestazioni ambulatoriali maggiormente da potenziare per ridurre le attese: allergologia, cardiologia, chirurgia vascolare, dermatologia, dietetica e nutrizione clinica, ematologia, endocrinologia, gastroenterologia-chirurgia ed endoscopia digestiva, nefrologia, neurologia, oculistica, odontoiatria, ortopedia e traumatologia, ginecologia, otorinolaringoiatria, pneumologia, radiologia diagnostica, reumatologia, recupero e rieducazione funzionale primo livello, urologia (vedi l’allegato). Il bando riguarda tutto il territorio piemontese ad eccezione della Città di Torino, per la quale è in corso di pubblicazione un apposito avviso anche in virtù delle differenti necessità esistenti.

Lunedì prossimo inoltre, per fare il punto sul tema, verrà convocata una nuova riunione con i rappresentanti dei privati.

Il cronoprogramma a cui la Giunta sta lavorando è quella di un disegno di legge da approvare in Consiglio regionale in tempi estremamente rapidi, come nel caso di “Riparti Piemonte”, in modo da dare un inquadramento normativo solido a questa misura emergenziale straordinaria, strettamente collegata alla pandemia. La sfida è riuscire ad azzerare la coda entro la metà del 2023 in modo da far ripartire al meglio le Aziende sanitarie con la normale attività. Per riuscire in questo obiettivo, superando criticità accumulate in quasi 10 anni e che la pandemia ha fortemente aggravato, il presidente della Regione Piemonte Cirio e l’assessore alla Sanità Icardi intendono mettere in campo un sistema di monitoraggio costante e serrato come quello utilizzato per la buona riuscita della campagna vaccinale. In particolare, un cruscotto di verifica settimanale dell’avanzamento nelle prestazioni e sistemi di penalità e premialità sugli obiettivi da raggiungere, in costante affiancamento e supporto alle aziende sanitarie chiamate adesso questo nuovo grande sforzo fondamentale per la sanità territoriale.

 

Achab e re Lear, nella riscrittura di Orson Welles, intelligenza e grandezza teatrale

Al Carignano “Moby Dick alla prova” nella stagione dello Stabile torinese, per la regia di De Capitani

“Questo spettacolo è l’ultima pura gioia che il teatro mi abbia dato”, confessò – più a se stesso che al pubblico – Orson Welles che da tempo inseguiva quella “magnifica ossessione” di portare in scena il “Moby Dick” di Herman Melville: in una serata di grande successo, era il 16 giugno 1955, un anno prima che John Houston portasse sullo schermo il titolo omonimo, sulle tavole del Duke of York’s Theatre di Londra, poteva dare vita ad un sogno. Un palcoscenico che ogni sera è la cornice del “Re Lear” shakesperiano ma pure il luogo della volontà irruente di un capocomico di provare una riduzione in due atti dell’opera dello scrittore americano, la ritrosia iniziale e i dubbi di alcuni degli attori, le domande sulla fattibilità dell’operazione, l’incanalarsi progressivo dentro uno scritto da testare ma pronto a prendersi una forma concreta e definitiva. La macchina del teatro, il mestiere dell’attore, la scrittura offerta a poco a poco, le luci e le ombre che solcano la distesa più nera che azzurra.

I due testi passo dopo passo si accavallano, l’uno entra nei solchi dell’altro, i passaggi e le contaminazioni continue tra un padre e un uomo di mare gettano dei ponti, l’amore bugiardo e profittatore di Goneril e Regan e quello sincero di Cordelia, il ricordo del fool che si specchia in Pip, l’ostinazione che le tante traversie raddrizzeranno nell’animo di Lear, la tracotanza smoderata e senza fine, senza redenzione di Achab. Una occasione di teatro nel teatro, un lavoro in fieri che si compone e si scompone – alla prova come “I promessi sposi” di Testori o “Il gioco delle parti” mentre irrompono in sala i sei personaggi nel tentativo di farsi rappresentare da una vera compagnia. Un gioco filtrante tra realtà e rappresentazione, tra vita e finzione: lasciando un felicissimo spazio alla mente dello spettatore, all’immaginazione – il mare, il “monstrum”, la nave avvolta dalle onde burrascose del mare grande, grande e definitivo come quello dell’Ulisse dantesco.

Quelle onde le vedi e le tocchi, riempiono il palcoscenico, quelle vele che s’ingrossano e si gonfiano ti trasportano da una parte all’altra dell’oceano, quei suoni (dovuti qui alla maestria e ai tanti strumenti di Mario Arcari, ad essi s’aggiungano i cori con cui gli attori irrobustiscono le parti della vicenda; come non si possono dimenticare le suggestioni che offre la “musicalità” degli oggetti che occupano la scena, ritmicamente intensi, faticosi e affaticati, ostinati segnali di lotta e di odio) ti fanno sentire libero a sovrastare la scena. Sarà una riscrittura, una rappresentazione dei momenti più salienti o che maggiormente interessano Welles, l’incipit di Ismaele (“Chiamatemi Ishmael”), l’incontro con padre Mapple prima di imbarcarsi sulla “Pequod”, la caduta in mare di Pip, l’avvistamento della “Rachele”, l’altra baleniera, necessariamente la lunga sfida del capitano contro l’animale che in un viaggio precedente lo ha privato di una gamba, lo scontro finale, titanico e mortifero, con la balena bianca.

Sopra tutto e sopra tutti, sovrasta imperiosa la figura del capitano Achab, con la sua presunzione, con la propria tracotanza, con la violenza ardita che usa nel confronto degli altri e di se stesso, Nei confronti della natura: e quanto si dimostri attuale il testo lo testimoniano le tragedie che l’uomo ha saputo costruire attorno a sé. Elio De Capitani, riprendendo dopo decenni il testo wellesiano mai più rappresentato e creandone un capolavoro (in special modo nel secondo atto c’è da inchinarsi alla poesia – crudele sì, sanguigna, ma sempre poesia – che invade il palcoscenico del Carignano per questa produzione targata Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile Torino – Teatro Nazionale, nella traduzione in versi sciolti di Cristina Viti, in replica sino a domenica 20), ricopre, come già l’autore, quattro ruoli (Achab, Re Lear, padre Mapple e il capocomico), uscendo dall’uno per entrare nell’altro, in una immedesimazione che è uno dei punti più alti dello spettacolo, in un suggestivo alternarsi di parole e di azioni, di rabbia e di sentimenti, di correzioni e di nuovi indirizzi interpretativi. “Continuiamo a generare odiatori, novelli Achab”, sottolinea De Capitani: forse l’area di pace la si può ritrovare nel teatro, sulle tavole di un palcoscenico, “adesso potete tirare chiudere il sipario”.

Con lui, un gruppo d’attori in vero stato di grazia, tutti a ricoprire più ruoli e a farsi all’occorrenza tecnici di scena; tra gli altri Cristina Crippa, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Marco Bonadei cui si devono anche le maschere; e Angelo Di Genio che è un accorato Ishmael e soprattutto Giulia Viana, leggera e caparbia e amorevole nel ricoprire il semplice ruolo di giovane attrice come quelli di Cordelia e di Pip. Uno spettacolo da non perdere, da “ricercare” in ogni suo momento, esempio da ricordare a lungo di intelligenza e di grandezza teatrale.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Marcella Foccardi

Vittoria emozionante per l’Aquatica Torino

È iniziato con una vittoria molto emozionante il campionato di Serie A2 2021/22 dell’Aquatica Torino. La squadra allenata da Rosario Ferrigno si è imposta nella prima giornata di campionato vincendo in casa per 9-8 su Padova 2001. Un risultato arrivato al termine di un incontro caratterizzato da numerosi capovolgimenti.
La partita è stata sicuramente divertente, con le torinesi subito avanti, ma incappate in un secondo quarto difficile, complice la bella reazione delle venete. A metà gara le ospiti erano in vantaggio per 6-5. Lentamente, però, Torino ha preso in mano la partita grazie a una bella prestazione in fase difensiva e alle tante superiorità numeriche guadagnate con i due centri. Tante le occasioni da rete fallite, ma il risultato finale di 9-8 permetterà di prendere la mira con maggiore serenità.
Molto soddisfatto coach Ferrigno«È stata una partita equilibrata, molto fisica e davvero bella, grazie all’ottima prova di entrambe le squadre. Sono felice per la prestazione delle mie ragazze, avevano veramente voglia di giocare dopo i tanti rinvii del campionato.
Tutte sono scese in vasca per aiutare le compagne, mostrando un gruppo molto unito. Bella la prestazione dei nostri centri Catto e Scifoni che ci hanno permesso di giocare numerose superiorità, anche se sono stati commessi un po’ troppi errori sotto porta. La nostra straniera Andreeva insieme al nostro portiere Ignaccolo sono state una sicurezza in difesa.
Ora testa alla prossima partita che ci vedrà in trasferta con l’esperta Rapallo. Spero che le ragazze scendano in campo la stessa grinta e determinazione della prima partita».
Questo il tabellino.
 
Aquatica Torino – Padova 2001 9-8
Parziali: 3-2/2-4/2-1/2-1
Aquatica Torino: Ignaccolo, Crepaldi , Fasolo, Cortese , Barbero, Orsenigo, D’Amico (3 gol), Scifoni, Panattoni(1 gol), Perron, Andreeva (2 gol), Catto (3 gol), Vitale. All.: Ferrigno.

La droga è nel clacson Arrestato un trentenne 

Sono da poco trascorse le 22.30 di sabato quando gli agenti del Commissariato Mirafiori notano un’auto con due persone a bordo parcheggiata in strada delle Cacce. Gli agenti li vedono acquattarsi in auto al fine di eludere un eventuale controllo. I due si mostrano reticenti ai controllo, fatto che trova riscontro nella scoperta che i poliziotti fanno: all’interno del clacson dell’auto sono occultate 11 palline di cocaina.

Immediatamente scattano anche le perquisizioni domiciliari. A casa del proprietario dell’auto, un trentenne italiano, i poliziotti trovano altro stupefacente: 14 grammi di cocaina e quasi una trentina di marijuana.  L’uomo viene, pertanto, tratto in arresto per la detenzione della droga.

L’altra persona in auto, invece, viene sanzionata amministrativamente per il possesso di una modica quantità di marijuana rinvenuta all’interno di una pertinenza della propria abitazione.

Due arresti per furto in abitazione

 

Fermati dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna

 

Sono le 22.30 quando un residente in via Sospello vede dal balcone di casa due persone che cercano di introdursi in un appartamento della via. Sul posto arrivano le volanti della Polizia. Gli agenti appurano che uno dei due è sul balcone dell’appartamento al piano rialzato che tenta di forzare le gelosie, mentre il suo complice funge da palo. I due a questo punto si allontano nella speranza di rendersi irreperibili nascondendosi nel complesso abitativo, tentativo che non riesce poiché vengono fermati dagli agenti del Commissariato Madonna di Campagna. Uno dei due, un venticinquenne rumeno, viene trovato in possesso di numerosi arnesi e di un coltello a serramanico motivo per il quale oltre ad essere tratto in arresto per tentato furto con il complice viene anche denunciato per il possesso degli strumenti e dell’arma.

 

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