ilTorinese

La storica pescheria si allarga e si reinventa nel nuovo format di “Casa Gallina”

 Torino, mercato di Porta Palazzo. La pescheria Gallina da quattro generazioni, dallo storico banco n.2 ,propone il pesce con la p maiuscola, di qualità e soprattutto fresco.

Ma sul motivo per il quale questa particolare pescheria è da sempre apprezzata dai tanti torinesi che  tutti i giorni vanno lì per acquistare e mangiare le prelibatezze del mare e che si reinventa in un format “ turistico”,  ce lo racconta il magico Mr Fish, alias Beppe Gallina.

“Il pescivendolo – racconta Beppe – non è solo colui che vende il pesce, ma ha il compito soprattutto di orientare il cliente nella scelta che più si allinea alle sue attuali esigenze e di consigliarlo, se necessario, anche sulle modalità di cottura, in considerazione anche delle varie intolleranze o allergie relativo al consumo del pesce : come tutti gli alimenti, ha bisogno di essere spiegato e raccontato. E i clienti si devono poter fidare “

La volontà di stare al passo coi tempi, ormai divenuti ristretti,  ha permesso alla pescheria di andare incontro al cliente che mentre facesse la spesa al mercato, potesse mangiare un piatto completo e veloce a base di pesce fresco, proveniente solo da mari italiani, o di acquistare un conetto di frittura e un trancio di focaccia da consumare nei vari tragitti per la spesa.

Sull’onda di queste premesse, si è creato il format di “ Casa Gallina”, un b&b inserito in un palazzo storico ed  in piena linea con il concetto dell’unione fra gastronomia e ricettività turistica. In via Fiocchetto 1, a fianco della pescheria, il turista potrà usufruire, per minimo 2 notti, di stanze moderne e affacciate direttamente sulla piazza del mercato. Nel prezzo consigliato è compreso o un pranzo o una cena in pescheria, con un accesso “ preferenziale” al ristorante rispetto al pubblico ordinario. Le camere, visibili e acquistabili sul circuito di Airbnb ( tel. 346 1876112) sono due e sono composte da una cucina abitabile, un bagno e una camera matrimoniale con la possibilità di aggiungere un divano letto.

“ Un piccolo personale contributo allo sviluppo del settore turistico torinese che è destinato ad ampliarsi sempre di più, con una formula gustosa e allettante in uno spazio, quello di Porta Palazzo, simbolo della Torino inclusiva “ conclude Gallina.

Chiara Vannini

Carmagnola in festa per san Martino

Con letteratura, musica, danze, antiquariato, fotografia e enogastronomia

 

14 novembre 2021 a Carmagnola (TO)

In vie e piazze del centro storico dalle ore 8 alle ore 18

www.comune.carmagnola.to.it  – Eventi gratuiti

 

 

Terza edizione della Festa legata alle tradizioni rurali del territorio con il mercato del libro Portici da Leggeremusica contemporanea con il Duo Tiziana e Pietro, musica, danza e letteratura della tradizione piemontese con Lj Danseur dël Pilon, la mostra fotografica “Visioni di Carmagnola” e la estemporanea di fotografia “S.Martino Photolife” nella Chiesa di San Filippo, la mostra di arte contemporanea “Compagni di Viaggio 2” a Palazzo Lomellini, il Mercantico dell’Antiquariato e tante specialità enogastronomiche della cucina tradizionale piemontese proposte da bar e ristoranti.

 

 

Domenica 14 novembre 2021 avrà luogo a Carmagnola la terza edizione della Festa di San Martino, un’iniziativa diffusa in tanti Comuni italiani e particolarmente legata alle più antiche tradizioni rurali del nostro Paese.

Presso le comunità contadine della Pianura Padana l’estate di San Martino segnava la scadenza annuale dei contratti agrari, coincidendo talvolta con i traslochi. Col mutare della società, la Festa di San Martino ha necessariamente assunto una valenza differente, fino a divenire il pretesto e l’occasione per ripensare ad alcune di quelle tradizioni destinate a scomparire oltre che nella pratica, pure nei ricordi.

 

Per celebrare questa festa antica, il Comune di Carmagnola propone una giornata con tante proposte di letteratura, musica, danze, antiquariato, fotografia e enogastronomia, da vivere soprattutto all’aperto nel bellissimo centro storico della città.

In relazione all’emergenza sanitaria, è previsto l’obbligo della mascherina, ci saranno ingressi contingentati, verrà richiesto di rispettare il distanziamento e la partecipazione sarà consentita esclusivamente ai soggetti muniti di certificazione verde Covid-19 che potrà essere verificata con controlli a campione.

 

Dalle ore 8:00 alle ore 17:30, via Valobra sarà animata dalle numerose librerie e case editrici partecipanti al mercato del libro “Portici da Leggere”, altre piazze e vie dai venditori e collezionisti dal “Mercantico dell’Antiquariato”mostra mercato dell’antiquariato e dell’hobbistica con articoli di antiquariato e oggettistica varia di qualità portati a Carmagnola da numerosi ambulanti specializzati.

 

Dalle ore 14:30 alle ore 17:00 l’atmosfera sarà anche allietata da performance di musica e danza.

In Piazza Manzoni è in programma il pomeriggio musicale “Ricordi in musica” con il duo Tiziana e Pietro, che proporrà un vasto repertorio che va dagli anni ’50 fino all’ultima dance, e in Piazza Sant’Agostino ci saranno musica, danza e letteratura della tradizione piemontese interpretare da Lj Danseur dël Pilon, gruppo folkloristico dell’associazione di promozione culturale Piemonte Cultura.

Il gruppo di ballo è composto da una dozzina di coppie e interpreta un repertorio che attinge dalle più tradizionali e caratteristiche danze storiche popolari provenienti dalle terre occitane del Piemonte e dalle terre franco-provenzali poste a cavallo tra il Piemonte e la Valle d’Aosta.

Con costumi rigorosamente ispirati alla tradizione, dispongono di alcuni rari strumenti musicali: un paio di “Tascon” piemontesi (strumento “povero” a percussione nato originariamente come “attrezzo” agricolo per dividere i chicchi di grano dalla paglia), di una dozzina di “Lou bouque que sonne” in legno scolpito che servono per scandire il tempo e di un tamburo da parata piemontese con il fusto in ottone del primo ‘900.

 

Nella Chiesa di San Filippo i visitatori troveranno la mostra fotografica “Visioni di Carmagnola” e si svolgerà una la estemporanea di fotografia San Martino Photolife, organizzata dal Circolo Fotografico La Fonte, per immortalare i momenti più significativi di questa festosa domenica autunnale. Le iscrizioni sono aperte dalle ore 9 alle ore 11, le immagini devono essere consegnate entro le 15:30 e la premiazione avverrà alle 17:30.

 

A Palazzo Lomellini, dalle ore 10:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 18:30, sarà anche possibile visitare “Compagni di viaggio 2”, mostra collettiva organizzata dall’Associazione “Amici di Palazzo Lomellini”

A cura di Elio Rabbione, la mostra propone un grande allestimento realizzato con le opere di oltre 50 artisti, pittori e scultori, tra i quali Corrado Alderucci, Raffaella Brusaglino, Isidoro Cottino, Xavier de Maistre, Germana Eucalipto, Mariarosa Gaude, Giancarlo Laurenti, Mario Mondino, Adelaide Scavino e Giacomo Sampieri.

 

La giornata di festa sarà anche una buona occasione per lasciarsi tentare dagli “Assaggi d’Autunno con tante eccellenti specialità tradizionali dell’enogastronomia locale appositamente preparate da alcuni ristoranti ed esercizi commerciali cittadini, specificatamente da Antica Trattoria Monviso, ristoranti San Filippo e Osto Bruma, pizzeria Le Palme, gastronomie da asporto Siamo Fritti e Dai Campi alla Tavola, gelateria-caffetteria Artigusto, caffetteria Garavella e bar Il Bistrò.

Alessandro Cammarata, Assessore alla Cultura del Comune di Carmagnola, illustra così le ragioni che hanno motivato la scelta di continuare a proporre questo evento:

“Riteniamo che sia molto importante preservare e trasmettere alle nuove generazioni le tradizioni del passato, dalle quali derivano il patrimonio culturale e i valori del nostro presente.

L’evento che organizziamo per questa ricorrenza assolve proprio a questo compito, combinando proposte legate ad usi e costumi antichi con altre che danno spazio ad espressioni artistiche e letterarie contemporanee.

 

Una bella giornata di festa che costituisce un’occasione di crescita e valorizzazione della nostra identità di comunità, oltre che di svago e divertimento di qualità”.

 

Quirinale, metodo Leone o metodo Cossiga?

Quasi tutti gli italiani – almeno quelli che seguono le vicende politiche, seppur distrattamente – sanno che quando si avvicina l’elezione del Presidente della Repubblica la politica italiana entra in grande fibrillazione e il tutto si trasforma in una sorta di film a puntate dove capita tutto e il contrario di tutto.

Certo, come diceva recentemente Guido Bodrato a proposito della politica italiana, c’è sempre la categoria “dell’imprevedibilità” che rende il tutto impercettibile e possibile. Ma, per fermarsi al capitolo Quirinale del prossimo febbraio, noi sappiamo che di fronte abbiamo due metodi, abbastanza consolidati e praticati nella storia politica italiana dal secondo dopoguerra in poi. E cioè, il “metodo Leone” o il “metodo Cossiga”. Ovvero, o il Presidente si elegge al primo colpo con un una reale e fattiva convergenza politica della stragrande maggioranza dei cosiddetti “grandi elettori” oppure è il frutto di estenuanti trattative che rischiano di ingenerare operazioni politiche al ribasso e dove, veramente, può capitare di tutto. Cioè un Presidente eletto dopo giorni e giorni di trattative, sotterfugi, imboscate, agguati parlamentari e tradimenti. Con tanti saluti alla trasparenza e a tutto ciò che caratterizza a contrassegna la “buona politica”.
Certo, non possiamo dimenticare, al riguardo, cosa è realmente capitato nel 2013 con il doppio malcostume legato alle vicende che hanno bocciato prima Franco Marini – clamoroso – e poi Romano Prodi. Un nutrito gruppo di mascalzoni ha cecchinato Marini nel segreto dell’urna dopo che la riunione dei grandi elettori al Capranichetta aveva votato e indicato a larga maggioranza uno dei più autorevoli fondatori del Pd come candidato unico al Quirinale. Mascalzoni che poi si sono anche vantati del gesto attraverso post pubblicati sui social o, addirittura, dicendolo in pubblico. Un malcostume e un cinismo difficilmente riscontrabili in altri momenti della storia parlamentare italiana. Il tutto, come ovvio, fatto in nome dell’onestà, della discontinuità e del cambiamento sposando integralmente i dogmi del populismo imperante in quella fase politica. Sul caso Prodi è inutile soffermarsi perchè in quella occasione furono meno i franchi tiratori – sempre, come ovvio in larga parte del Pd – ma addirittura non si votò nell’assemblea dei grandi elettori del centro sinistra perchè vinse l’applauso da curva sud. Comunque sia, una doppia beffa che ha sfregiato il ruolo della politica, ridotto il peso delle istituzioni democratiche e soprattutto la serietà e la credibilità del Pd.
Per tornare all’oggi, in attesa di quello che deciderà Draghi e anche di quello che sceglierà di fare l’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che ha svolto il suo mandato con un alto senso delle istituzioni, con equilibrio e capacità di superare e risolvere problemi e nodi apparentemente inestricabili e con grande senso di responsabilità politica ed istituzionale – restano in piedi i due metodi indicati in partenza. Certo, per evitare voti a ripetizione e quel malcostume che ha caratterizzato la scorsa elezione a Capo dello Stato, occorrerà da un lato ridurre i candidati – uno per corrente del Pd sono eccessivi compresi i fondatori “onorari” – e, dall’altro, ricercare realmente una vera convergenza politica e parlamentare superando pregiudizi politici, pregiudiziali ideologiche e veti ad personam. Operazioni non facili perchè siamo ancora alle prese con partiti populisti e legati strutturalmente all’anti politica e alla demagogia – anche se adesso lo smentiscono comicamente e grottescamente – come quello di Grillo e di Conte che possono fare di tutto perchè appunto, come diceva in una celebre battuta Donat-Cattin nello scorso secolo, “sono capaci, capacissimi, capaci di tutto”.
Ecco perchè proprio da questo crocevia, seppur difficile, complesso e articolato, noi capiremo se la politica contemporanea conserva ancora qualche credibilità oppure se è ancora dominata dal populismo, dal trasformismo e dall’opportunismo politico e parlamentare. E questo ce lo diranno solo i fatti. Ovvero, se prevarrà il “metodo Cossiga” o se trionferà, ancora una volta, “il metodo Leone”.

Giorgio Merlo

MonferVINUM Enotrekking in Monferrato

Edizione 2021

Nel Monferrato, l’autunno è vino e tartufi … è un tempo da trascorrere slow immersi nell’osservazione dei mutevoli cromatismi e nei soavi suoni della natura … è l’occasione per camminare la bellezza del paesaggio vitato, raggiungere le cantine e degustare le migliori espressioni di una secolare tradizione enoica.
Il primo appuntamento autunnale di “MonferVINUM – Enotrekking in Monferrato”, promosso dalla Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni, è previsto per la mattina di DOMENICA 14 NOVEMBRE a Murisengo (frazione Corteranzo), nell’ambito della prima domenica della 54ma Fiera Nazionale del Tartufo “Trifola d’Or”.

PROGRAMMA
Dove: CORTERANZO via Recinto 15 (Comune di Murisengo AL) Quando: DOMENICA 14 NOVEMBRE
Ritrovo: ore 10,00
Costo: euro 15,00 a partecipante (da corrispondere alla partenza)
Da cinque generazioni, la famiglia Calvo coltiva 18 ettari di vigneti che si allungano sui dolci pendii di Corteranzo, borgo antichissimo che risale all’epoca romana. Custodito, tra i filari dell’Azienda Agricola Isabella, il tempietto a forma di pagoda dedicato a San Luigi Gonzaga (1760), disegnato da Bernardo Vittone (scuola dello Juvarra). Nelle storiche cantine dei vignaioli Calvo, invece, è scavato un singolare esempio di Infernot, dove ancora oggi viene conservato il sapore della tradizione. E’ su questi crinali che Athos Gabriele Calvo e la sua famiglia esprimono l’antica passione, cura ed esperienza vitivinicola per produrre vini apprezzati a livello internazionale.

Degustazione
ARIANNA Monferrato Bianco 2019 ottenuto da uve Baratuciat, un’antica varietà a bacca bianca originaria della Val di Susa. Ha una maturazione tardiva per essere un bianco, ma ha
un’interessantissima acidità che lo mantiene fresco e bilanciato. La fermentazione avviene per il 75% circa in acciaio, mentre il 25% fermenta e affina in tonneau di acacia, che donano complessità al vino. I profumi ricordano fiori bianchi, miele e pere mature; in bocca è molto fresco e sapido.

BARBERA D’ASTI TRUCCONE 2019 è quello che consideriamo una Barbera “classica”, in cui prevalgono i frutti rossi e la ciliegia, sentori tipici di questa varietà. Le uve arrivano da vigne diverse
proprio per cercare di mantenere il più possibile l’equilibrio anche all’interno di annate che evidentemente hanno un decorso più complicato. La raccolta avviene a metà/fine settembre, la fermentazione in acciaio e la macerazione non eccessiva, per non sovra-estrarre ma mantenere il vino equilibrato. L’affinamento avviene poi in parte in cemento e in parte in vecchie botti grandi di rovere di Slavonia. Il colore è rosso rubino brillante, i profumi ricordano le ciliegie e il cuoio; in bocca è fresco e poco tannico. È un vino da tutti i giorni, che non ha paura di essere accompagnato a qualche piatto importante, ma che fa della bevibilità la sua miglior arma.
I vini si degusteranno in abbinamento a salami della Valcerrina

Info e prenotazioni
Fondaizone Ecomuseo della Pietra da Cantoni
via Barbano Dante, 30 – 15034 Cella Monte (AL) mob. 348 2211219
info@ecomuseopietracantoni.it – chebisa@virgilio.it

Vincenzo Buonaguro e Sèline in mostra alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia

Due artisti capaci di penetrare nel cuore dell’immagine fotografica, dal 17 al 27 novembre

È  dedicata a due artisti fotografici la mostra che la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia ospita dal 17 al 27 novembre prossimo, Vincenzo  Buonaguro e Seline.

Vincenzo Buonaguro unisce nei suoi soggetti fotografici, quali quelli intitolati “Polvere di stelle”, “Giorno” e “Spirale”, la spontaneità  dell’immagine alla costante sperimentazione tecnica, unite all’esigenza di comunicare  allo spettatore una rappresentazione intrisa di significati e di sensibilità. L’artista  propone, infatti, un percorso fatto di messaggi provenienti dal mondo della natura e che invitano al suo rispetto, senza tralasciare i suoi veri valori, il tessuto poetico e il vissuto evocati da visioni cariche di simbolismo. Le sue opere fotografiche risultano ricche di fantasia e progettualità, capaci, al tempo stesso, di recuperare una dimensione di narrazione umana e emotiva con cui l’artista conquista il pubblico, invitandolo a scoprire sensazioni uniche. Il contrasto tra pieni e vuoti evidenzia un senso di movimento e tridimensionalità presente nella sua opera e capace di dimostrare una visione fotografica innovativa.

In alcuni lavori di Buonaguro il soggetto pare fuoriuscire dall’opera stessa, costituendo un’interessante modalità espressiva, senza eccessi nella composizione, ma in grado di dimostrare una graduale innovazione tecnica.

La seconda artista in mostra, Sèline  mostra un preciso linguaggio tecnico-stilistico, accompagnato da anni di ricerche e studi, che le hanno permesso di infondere nelle sue opere fotografiche una progressiva intensa spiritualità e abilità espressiva.

Ogni sua rappresentazione  diventa musicalità di immagini in cui il colore incisivo e ricco di vocazione onirica costituisce una forma di componente poetica e di chiarezza cromatica.

Gli alberi presenti nelle sue opere, padroni assoluti e imponenti, si impongono in tutta la loro essenza, vibranti di sentimento e di sensazioni in cui si identifica la loro anima.

L’artista rappresenta la natura che, a causa della manipolazione umana, si è  trasformata, divenendo espressione di un progressivo squilibrio ecologico e di sempre più  numerosi problemi ambientali; proprio la natura medesima diventa nelle sue opere strumento di narrazione attraverso una metafora, a tratti ricca di forza, a tratti vulnerabile. Nelle opere dell’artista emergono a volte dei toni del rosa, un colore che svolge una funzione altamente simbolica, che è quella di evidenziare la perdita della corteccia, paragonabile a quella degli esseri umani messi a nudo e privi di barriere difensive.

L’esplosione cromatica dei verdi brillanti, come nell’opera intitolata “Enigma”, e le loro dissolvenze coloristiche vengono utilizzate con grande effetto, unendosi a un uso della luce assolutamente sorprendente, capace di sprigionare dall’operaun’energia e una spinta vitali.

Nell’ultima serie  i toni di colore si fanno più pacati e caldi, rivelando, con le loro sfumature, contrasti chiaroscurali incisivi, una descrizione autonoma e una tecnica ricercata. La tecnica  su carta fotografica si alimenta di una notevole originalità visiva, in cui l’energia della natura è associata a una densa carica emozionale.

Mara Martellotta 

Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia

Corso Inghilterra 51

Orario 10.30-12.30 ; 16-19 ( chiuso lunedì e festivi)

Tel 0115628220

www.latelaccia.it

Ringraziamento, la Giornata per la prima volta a Pinerolo

Il benvenuto a tutti gli agricoltori della Provincia di Torino

Per la prima volta la Giornata Provinciale del Ringraziamento si terrà a Pinerolo il 14 novembre: ritrovo alle ore 11 davanti alla Basilica di San Maurizio dove alle ore 11,30 la Santa Messa sarà presieduta da S.Ec.Mons. Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo. A seguire ci sarà la Benedizione degli agricoltori e dei mezzi agricoli e gli interventi delle autorità. Presso l’Hotel Cavalieri si terrà il tradizionale pranzo Coldiretti (presso le cui sedi di zona è possibile prenotarsi, ricordando la necessità del green pass). L’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, non può che ringraziare, insieme alla collaborazione della Parrocchia di San Maurizio, per la disponibilità la Coldiretti provinciale, nella persona del Presidente e Vice Presidente e del Direttore provinciale, l’ufficio stampa per la parte grafica, le sezioni pinerolesi, la segreteria territoriale di Pinerolo per aver reso possibile questo evento importante per rimarcare l’attenzione verso un mondo, quello agricolo, fondamentale per quell’ecologia integrale delineata da Papa Francesco nella “Laudato Si” e la cura e lo sviluppo stesso dei territori. Dal colle di San Maurizio si vuole dare a tutti gli agricoltori della Provincia di Torino che convergeranno, il più cordiale benvenuto ricordando le parole iniziali del Messaggio dei Vescovi italiani per la 71° Giornata Nazionale del Ringraziamento: “Quando lo sguardo dell’umanità si posa sulla creazione e il suo cuore trabocca di meraviglia per l’opera di Dio, la persona non può fare a meno di lodare il Signore per il dono degli animali, anzi la sua parola si intreccia con quella muta di tante creature viventi che accompagnano la nostra presenza sulla terra”

I mondi di Mario Lattes #1

Ritorna in presenza la mostra dedicata dalla “Fondazione Bottari Lattes” al’eclettico e prolifico artista torinese

Fino a fine gennaio

Monforte d’Alba (Cuneo)

Mostra travagliata come poche altre, quella dedicata alle “opere recuperate” di Mario Lattes – pittore, scrittore, editore e personaggio di spicco nel mondo culturale piemontese, e non solo, del secondo dopoguerra – dalla “Fondazione Bottari Lattes”, aperta per rendergli giusta memoria dalla moglie Caterina nel 2009, a Monforte d’Alba, in via Marconi 16 (tel. 0173/789282). Inaugurata online, causa emergenza sanitaria, il 22 dicembre dell’anno scorso, la rassegna é  stata aperta al pubblico, a seguito del passaggio del Piemonte in “zona gialla”, il 10 febbraio  e da lunedì primo marzo, di nuovo trainata dal passaggio della Regione in “zona arancio”, in visione web. E l’apri-chiudi non s’è fermato. Dal 4 novembre scorso, infatti la retrospettiva è ritornata ad aprire le porte al pubblico, pur  continuando a rimanere visitabile anche on line  sul sito www.fondazionebottarilattes.it , con una pagina di approfondimento sempre aggiornata con nuovi contenuti fotografici e video. In mostra, si diceva, le “opere recuperate” ovvero le “nuove acquisizioni” volte ad arricchire sempre più il patrimonio della collezione permanente. Preziose e “nuove” testimonianze di un dipingere inconfondibile nella suggestione di narrati che nascondono (e non è facile la decifrazione) i “mondi” più segreti e tormentati di Mario Lattes (1923-2001): dai suoi “soggetti onirici” alle “figure archetipe”  popolanti atmosfere surreali condivise da oggetti e presenze simboliche (la farfalla, la conchiglia, l’uovo, la mano) messe lì a far memoria dolorosa in un bagno profondo di risentito e amaro umorismo. Al pari delle sue “marionette” e dei suoi “alter ego” tutt’altro che giocosi e rassicuranti insieme alle nature morte con “cianfruscole” o cianfrusaglie che il pittore amava collezionare e agli studi di volti e personaggi dai  tratti scultorei ed essenziali nella geometrica astrazione delle forme. Una quarantina le opere esposte: dipinti figurativi, ma con valenze fortemente oniriche, dai tratti marcatamente espressionistici, realizzati da Lattes nell’arco temporale che va dal 1959 al 1990. Sono opere mai finora esposte, facenti parte delle nuove acquisizioni recuperate dal fondo di collezionisti privati per accedere al prezioso  patrimonio della pinacoteca a lui dedicata nelle sale espositive al primo e al secondo piano della “Fondazione”, accanto ai molti lavori già in essa presenti. Lavori che raccontano, nella quasi  totalità, il viaggio nei “mondi di Mario Lattes”, come recita il titolo dell’attuale rassegna con l’aggiunta di quell’ “# 1” , teso a connotarsi come prima tappa di una complessa esplorazione che verrà arricchita nel tempo attraverso ulteriori recuperi, resi disponibili al pubblico a più riprese. Articolata in quattro sezioni su progetto di Caterina Bottari Lattes, curata da Alice Pierobon con Chiara Agnello e accompagnata da un testo critico di Vincenzo Gatti, la mostra ci racconta, ancora una volta (ma ogni volta è sempre un cammino nuovo, inatteso e coinvolgente) il tormento,  gravante ma ampiamente accettabile, di dipinti che – al pari dei romanzi e racconti pubblicati da Lattes fra il 1959 ed il 1985- risentono delle vicende e delle ferite dell’anima derivate dal suo essere parte ben senbile e partecipe, sia pure nell’ottica di una laicità mai negata, di quel popolo ebraico vittima di un abominio storico senza pari, sul quale è impossibile calare la fronda dell’oblio. Nell’iter espositivo spiccano alcuni oli su carta intelata, come “Il cardinale” e “Il Re” del ’69, dove il segno anarchico e graffiante pare quasi voler irridere con sarcastico umorismo le immagini del potere; così come quelle “Marionette e manichino” del ’90 che raccontano non di squarci gioiosi legati all’infanzia ma di ricordi che “sono cicatrici di memoria” o come quella spettrale figura de “L’enfant et le sortilege” del ’67, incubo emergente da ragnatele di sogni ed emozioni che sono per Lattes eterne prigioni del cuore. Dice bene Vincenzo Gatti“L’accesso ai mondi di Lattes è insidioso. Occorre adeguarsi alle sue luci e alle sue ombre, intuire l’indefinito pur sapendo che esiste un lato oscuro che non potrà disvelarsi”.

La mostra è realizzata con il sostegno di Regione Piemonte.

g.m.

Nelle foto

–         “Senza titolo”

–         “Il cardinale”, s. d.

–         “L’enfant et le sortilege”, 1967

Giornata del Diabete, una “festa” per i bimbi piemontesi

Per i 1.100 bambini piemontesi con diabete questa Giornata Mondiale è la ‘loro’ festa

Sono circa 1.100 i bambini e ragazzi piemontesi con diabete di tipo 1 (circa 600 seguiti dall’OIRM a Torino, 250 a Novara, 200 ad Alessandria e 50 a Cuneo) e per loro questo 14 novembre, Giornata Mondiale del Diabete è la ‘loro’ festa.

Proprio 100 anni fa infatti venne scoperta l’insulina. Fino a quel momento nessun bambino sopravviveva molti anni dopo la diagnosi di questa forma particolarmente grave di diabete.

Il diabete di tipo 1 deriva infatti da una reazione autoimmune che distrugge le cellule che producono insulina. Oggi i progressi della ricerca scientifica e della tecnologia e l’impegno dei Team di Diabetologia Pediatrica piemontesi e italiani garantiscono a bambini e ragazzi con diabete una vita quasi identica per qualità e durata a quella dei coetanei.

“C’è ancora molto da fare: Regione Piemonte ascolta le Associazioni!”. “Ma ‘quasi’ significa che c’è ancora molto da fare”, nota Luca Travostino, presidente di AGD Piemonte, l’Associazione per l’Aiuto al Giovane Diabetico Piemonte e Valle d’Aosta ONLUS, “la Regione Piemonte potrebbe impegnarsi meglio, ascoltando le indicazioni delle Associazioni, soprattutto su snodi come l’accesso alle migliori tecnologie, l’educazione terapeutica, il rapporto con la scuola e l’informazione presso l’opinione pubblica”.

Ogni anno 100 famiglie piemontesi scoprono che il loro figlio ha il diabete.

Ogni anno oltre 100 famiglie piemontesi (circa 60 nell’area torinese) scoprono che un loro figlio ha il diabete.  I cosiddetti ‘esordi’ del diabete di tipo 1 in età pediatrica (che poco ha a che fare con il diabete ‘dell’anziano’ o di tipo 2 molto più frequente) “non sembrano essere aumentati durante la pandemia di Covid-19”, afferma la Prof.ssa Luisa de Sanctis Responsabile dell’Endocrinologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita, “anche se le restrizioni alle visite mediche imposte dal lockdown hanno spesso ritardato gli accessi delle famiglie ai Pediatri e agli Ospedali e quindi l’identificazione tempestiva dell’esordio del diabete, con importanti ripercussioni clinico-psicologiche sui piccoli pazienti e sulle loro famiglie”.
AGD Piemonte ha promosso diverse iniziative per sensibilizzare genitori, insegnanti e Pediatri di Libera Scelta a una diagnosi precoce del diabete nonché attività per migliorare il benessere psicologico e fisico dei bambini e ragazzi seguiti.

La più recente è una visita guidata e accompagnata da momenti di riflessione che si terrà presso la sede torinese della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo il 14 novembre dalle 15 alle 19.

Regio Metropolitano, Noseda protagonista

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Per il Regio Metropolitano Gianandrea Noseda interpreta il 15 novembre, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, brani di Brahms, Smetana e Dvorak

 

Lunedì 15 novembre prossimo, alle 20.30, all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, appuntamento con il Regio Metropolitano e il maestro Gianandrea Noseda, sul podio dell’Orchestra e Coro del teatro Regio per un ricco programma che prevede le Nanie di Johannes Brahms, il poema sinfonico Riccardo III di Bedrich Smetana, il “Canto delle parche” di Brahms e la Sinfonia n. 7 di Antonin Dvorak.

Il coro è istruito da Andrea Secchi; Gianandrea Noseda è stato recentemente nominato Direttore musicale generale del Teatro dell’Opera di Zurigo, oltre ad essere Direttore musicale della National Symphony Orchestra di Washington, Direttore ospite principale della London Symphony Orchestra e della Israel Philarmonic Orchestra.

La Naenia di Brahms per coro e orchestra, su testo di Friedrich Schiller, fu composta fra il 1880 e l’estate del 1881 in memoria del pittore Anselm Fuerbach e ebbe la sua prima esecuzione a Zurigo il 6 dicembre di quell’anno. Nei versi di Schiller, cui Brahms si ispirò, è  presente il riferimento ai miti di Orfeo, Adone e Achille,e viene espresso il concetto che le cose belle e perfette sono destinate a perire ma, a differenze di ciò  che è  brutto, la loro morte è  accompagnata da canti di rimpianto. La Naenia presenta una forma tripartita.

Qualche anno prima, nel 1856, Smetana, allora trentaduenne, soggiornò per ragioni di salute a Saro, nella parte meridionale della penisola svedese di Goteborg, a quei tempi molto alla moda come meta di vacanze estive. Fu questa  la cornice che vide nascere il suo poema sinfonica intitolato “Riccardo III”, liberamente ispirato all’omonimo dramma shakespeariano.  Al centro la figura tragica e al tempo stesso crudele del monarca assetato di sangue  e di dominio. Smetana prende spunto dalla figura shakespeariana  per tracciare il profilo musicale del personaggio, descriverne l’ascesa al potere, i tormenti causati dai suoi omicidi e la sua successiva caduta.

Nel 1882 Brahms scrisse per coro e orchestra un inserto derivato dalla fine del penultimo atto dell’Ifigenia in Tauride di Goethe, in cui la protagonista, in un momento di disperazione, ripete un canto antico, originariamente intonato dalle Parche. Il coro fu suddiviso in sei voci, tre femminili e tre maschili , che spesso contrappongono duramente e drammaticamente le loro sonorità. La potenza del Canto delle Parche op. 89 risulta inarrivabile; aperto dall’orchestra con un vero  e proprio schianto, il brano va poi a scivolare verso tristezze abissali. Le asprezze poi si mitiganoin un’apparente apertura alla speranza, lasciata al dominio delle voci femminili. Si tratta di un presagio di scioglimento positivo che chiude la tragedia, anche se poi le note ritornano al colore terreno dell’inizio e sembrano inabissarsi tra i vapori dell’Ade.

La settima sinfonia di Dvorak rappresentò il momento di svolta nella carriera del compositore;in essa egli seppe fondere con inventiva sicura le ambizioni formali del genere sinfonico e quelle della musica popolare. In tutta la sinfonia si coglie, infatti, la sua capacità di saper intrecciare la vocazione monumentale propria di questo genere con inserti cameristici che ne attenuano la retorica. L’inizio mormorato e misterioso ha carattere introduttivo, tipico del recitativo strumentale e drammatico, capace di creare un clima che viene stemperato dal richiamo affettuoso dei fiati e dalla sonorità dei corni, che fanno pensare a boschi e elfi. Il Poco Adagio, fin dal cantabile iniziale del clarinetto, delinea un clima introspettivo venato di sarcasmo, ma orientato già  alle suggestioni folcloristiche che prendono il sopravvento nel successivo Scherzo, vero e proprio ballabile campestre. Il Finale conclusivo affianca passi di marcia a bizzarrie alla zingara, a inserti ottimistici dei fiati, trascinando tutto l’insieme verso l’epilogo di una marcia compatta.

Nonostante la buona accoglienza della sua prima esecuzione, avvenuta alla St. James Hall a Londra, diretta dallo stesso compositore nel 1885, Dvorak ebbe dei ripensamenti e ne rielaboro’ alcuni passi.

 

Regio Metropolitano è  realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Socio Fondatore  del Teatro Regio, e con il patrocinio della Città  di Torino.

Sabato 20 novembre il Regio Metropolitano si sposterà  al teatro Colosseo dove l’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Diego Fasolis. Venerdì  26 e domenica 28 novembre, all’Auditorium Giovanni Agnelli al Lingotto, verrà presentata in forma di concerto l’opera lirica verdiana Aida. Coro e orchestra del Teatro Regio saranno diretti dal maestro Pinchas Steinberg e Aida sarà  interpretata da una protagonista di rilievo internazionale, quale Angela Meade.

I biglietti e le card per i concerti e gli spettacoli sono in vendita presso la Biglietteria del teatro Regio , con orario da lunedì a sabato con orario 13-18.30; domenica 10-14. È  possibile anche l’acquisto presso i punti vendita Vivaticket.

Mara Martellotta 

Denunciati titolari di pasticceria per furto di energia elettrica e cibi mal conservati

Qualche giorno fa, nell’ambito di controlli sul territorio volti alla tutela della salute del consumatore, gli agenti del Reparto del Comando Territoriale III coadiuvati da quelli del Reparto Abusivismo Edilizio della Polizia Municipale hanno ispezionato una pasticceria ubicata in Borgo San Paolo in corso Racconigi.

All’interno del laboratorio artigianale situato al piano interrato, gli agenti hanno riscontrato la presenza di incrostazioni sul pavimento, residui di cibo sulle superfici di lavoro e su alcune attrezzature e, in generale, condizioni igieniche non idonee al tipo di attività svolta.

Riposte all’interno di congelatori a colonna, gli agenti hanno trovato delle teglie metalliche in parte arrugginite con residui di crema al cioccolato sulle quali erano adagiati dei pasticcini artigianali e alcune brioches privi di protezioni e degli elementi necessari a garantirne la tracciabilità.

Le pareti interne del congelatore erano ricoperte da un consistente deposito di ghiaccio, mentre sul fondo i ‘civich’ hanno rinvenuto residui di alimenti sparsi.

Sul fronte edilizio, dopo una verifica generale dell’immobile, gli agenti del Reparto Abusivismo Edilizio, hanno concentrato le loro attenzioni sul contatore di energia elettrica. Quest’ultimo, da una verifica telefonica effettuata con l’azienda elettrica, è risultato distaccato dall’anno 2015 ma, vedendo le attrezzature e le luci accese, gli agenti hanno sospettato un prelevamento illecito di energia e hanno immediatamente attivato la Società IRETI per le verifiche tecniche specialistiche.

I tecnici hanno accertato l’esistenza di un allaccio abusivo alla rete di distribuzione elettrica. I cavi elettrici privati, infatti, anziché essere allacciati al contatore privato, erano collegati abusivamente all’interno di una cassetta di derivazione di proprietà della Società IRETI, consentendo in tal modo un prelievo di energia senza limitazioni e senza contabilizzazione dei consumi. Da una stima effettuata dall’azienda elettrica il prelievo illecito di energia ammonterebbe a 43.000 KW, equivalenti a un corrispettivo economico di circa 12.900 euro.

I tecnici di IRETI hanno poi provveduto alla rimozione dell’allaccio abusivo e al ripristino gli impianti.

I due titolari della pasticceria, un uomo e una donna di nazionalità italiana, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 5 lett. b) della L.283/62 per detenzione, finalizzata alla vendita, di alimenti in cattivo stato di conservazione e per furto di energia elettrica.

Gli agenti hanno posto sotto sequestro 9,5 chilogrammi di prodotti dolciari in cattivo stato di conservazione presenti all’interno del congelatore e hanno sanzionato i titolari ai sensi del Regolamento d’Igiene del Comune di Torino.