ilTorinese

Dopo un anno “sospeso” Torino ha le carte in regola per ripartire

Il XXII Rapporto Rota su Torino e la sua città metropolitana, disponibile online definisce “sospeso” l’anno  trascorso fiaccato dalla pandemia Covid-19, che ha colpito il Torinese in modo più pesante rispetto alle altre città metropolitane sul fronte economico.

Ma non mancano le potenzialità per risalire la china, afferma il Rapporto, se le politiche per la ripresa saranno efficaci e adeguate alla situazione.

Il capoluogo piemontese è  al quarto posto fra le città metropolitane italiane – dopo Milano, Bologna e Trieste – per anziani morti a causa del virus, che ha colpito anche la natalità, facendo registrare  il 7% di neonati in meno rispetto allo stesso periodo pre-Covid. Il sistema sanitario del Piemonte si trova a metà classifica fra le Regioni collocandosi all’ottavo posto per capacità vaccinale. E Torino è  a metà classifica fra le Città metropolitane anche sulla scuola. Una notevole criticità sopra la media è stata registrata sul fronte economico. Qui Torino è secondo il Rapporto la seconda città metropolitana in Italia per perdita di occupazione e calo del reddito medio. Danneggiati  in particolare gli artigiani, i commercianti, le donne e i giovani. Il turismo è sceso del 60%, come nelle altre città metropolitane. Ma le opportunità di rilancio ci sono, anche grazie al Pnrr, e vanno colte senza esitazioni.

Violenza Donne, Ruffino (CI): Bene Governo, ora però cambio culturale

“Il testo varato dal governo per la prevenzione e il contrasto della violenza nei confronti delle donne è un ottimo segnale”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia.
“Inasprire le pene- aggiunge- per chi si occupa di un reato tanto grave quanto retrogrado non può che essere un ottimo punto di partenza”.
Per Ruffino “è fondamentale però che parallelamente alle norme penali si lavori sul binario culturale. Finché in questo Paese, anche solo sommessamente e sottotraccia, continuerà a non essere stigmatizzata la visione della donna come oggetto, magari come bella statuina nelle trasmissioni sportive, allora non ci sarà mai il pieno riconoscimento e il rispetto che è dovuto alle donne e che sta alla base di una cultura che rifiuta le prevaricazioni”.

Il Sindacato di Polizia LeS chiede la chiusura del C.P.R. di Torino

Il sindacato di polizia LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato) chiede la chiusura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino (già C.I.E).

Ma cosa sta accadendo nel Centro di Permanenza torinese perché un sindacato di polizia ne chieda addirittura la chiusura? Ne parliamo con Daniele Bucci, Segretario Generale Provinciale di Torino del sindacato LeS.
D.: Bucci ci faccia capire:  perché chiedete la chiusura del CPR?
R.: Sinceramente allo stato attuale non riusciamo a capire l’utilità di questa struttura! I centri nascono per il rimpatrio degli extracomunitari irregolari ed in particolar modo per chi si è già macchiato di gravi delitti. Nella struttura di Torino tutto questo sembra una utopia!
D.: Ma perché? I rimpatri non vengono eseguiti?
R.: Vede, secondo i dati forniti dal Dipartimento della pubblica sicurezza ed elaborati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il Cpr di Torino risulta ultimo in classifica con una percentuale di rimpatri effettuati stimata al 18,1%, molto distante dall’88% di rimpatri effettuati dal centro di Caltanissetta Pian del Lago o dal 77,7% di quello di Trapani. Vi è anche un altro aspetto da tenere in considerazione, cioè il mancato rimpatrio di queste persone sta creando seri interrogativi, non ultimo dei quali quello che se il confinamento è finalizzato a un obiettivo che nella gran parte dei casi non viene raggiunto, ciò potrebbe comportare è una privazione della libertà “ingiustificata e fine a se stessa”.
D.: Da quello che mi accennava prima potrebbe esserci anche un problema di vita di queste persone trattenute nel centro e un annesso problema di ordine pubblico per la città di Torino?
R.: Si. Infatti sono due aspetti concatenati. Da un po’ di tempo gli ospiti del centro mettono in essere tentativi di suicidio, se ne registrano anche punte di circa 6 al giorno. Questi tentativi costringono a distogliere una importante aliquota di personale deputato al controllo del territorio per garantire la sorveglianza dei soggetti che hanno tentato il suicidio all’interno delle strutture sanitarie. Pare, anche, che la maggior parte di questi ospiti, dopo le dimissioni ospedaliere, venga dichiarata incompatibile con la struttura C.P.R. e quindi invitata solo formalmente a lasciare il Territorio.
D.: Quindi questo potrebbe celare un pretesto grazie al quale i soggetti interessati riuscirebbero ad evitare il procedimento coattivo di espulsione dall’Italia?
R.: Noi non abbiamo elementi certi per affermarlo. Tuttavia, i dati porterebbero a questa conclusione perché, nell’arco di un mese, circa un centinaio di soggetti sono stati liberati e per loro si sono aperte le porte del CPR, così da essere tornati liberi di circolare per Torino, con la sola intimazione di lasciare il paese entro sette giorni. Ovviamente il sistema attuale diventa ingiusto sia per chi è trattenuto presso il C.P.R. che, se vuole ottenere la libertà, si trova costretto ad emulare il gesto degli altri ma anche per i cittadini che si ritrovano con meno forze di Polizia a garantire la sicurezza del territorio! Ovvero una beffa per il sistema.
Chiudendolo risparmieremmo soldi dei contribuenti e daremmo più sicurezza al territorio!

Cambiano gli orari del numero verde Amiat

A causa di motivi tecnici il Numero Verde AMIAT 800 017277 sarà operativo nei seguenti orari:

lunedì martedì giovedì venerdì dalle 8.00 alle 14.00

mercoledì festivo

sabato chiuso

Rimangono operativi i canali mail e  i servizi su prenotazione  via web.

Piemonte, Pnrr Sanità: investimenti nel Vercellese

Riceviamo e pubblichiamo

Per  una medicina del territorio piu’ forte

La Regione Piemonte guarda al Pnrr Sanitario per ricostruire una rete di medicina territoriale efficiente, fatta una rete case e ospedali di comunità e centrali operative .
“Con il Pnrr Sanità del Piemonte la medicina territoriale – commenta il professor Alessandro Stecco, presidente leghista della commissione Sanità del Consiglio regionale – avra’ una forte iniezione in termini di fondi per strutture operative nevralgiche come le Centrali Operative Territoriali, con ruolo di coordinamento, le Case di Comunità, con ruolo di luogo di prossimità dove avere servizi all’utenza, gli Ospedali di Comunità per le degenze di pazienti meno complessi. Al netto di eventuali e ulteriori tagli da parte del ministero al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Piemontese dell’area sanità, la sanità vercellese vede una programmazione regionale che porterà a implementare ex novo due Centrali Operative Territoriali, in Valsesia a Serravalle e a Vercelli nell’ex Sede del Distretto di via Crosa, potenziare trasformandole in Case di Comunità le Case della Salute di Santhia’ e Varallo, potenziare le cure intermedie della provincia posizionanso a Gattinara un Ospedale di Comunità; le restanti strutture esistenti non destinatarie di fondi Pnrr per ristrutturazione comunque rimarranno operative”.

“La novità principale – ha proseguito il vercellese della Lega Stecco – sta in primis nelle due Centrali Operative Territoriali e il ritorno dell’Ospedale di territorio come quello che una volta si chiamava Country Hospitale, atte a garantire e coordinare la presa in carico dei pazienti, intercettando i loro bisogni di cure e di assistenza, facendo da cerniera e assicurando la continuità tra ospedale e territorio”.

“Per il territorio e per la città di Vercelli – interviene il vercellese Angelo Dago eletto nelle fila della Lega Salvini Piemonte in Regione – le Cot, le future case di comunità, oltre che l’ospedale di comunità, rinforzeranno una medicina territoriale abbandonata negli ultimi 10 anni”.

“Una rivoluzione copernicana – concludono i consiglieri Dago e Stecco, entrambi presidenti delle commissioni regionali Ambiente e Sanità – che rimodula un modello troppo ospedalocentrico.
A beneficiare di questo cambio di paradigma saranno in particolare i pazienti con malattie croniche, ai quali verrà garantita una maggiore e migliore presa in carico e, in futuro, anche parte dell’assistenza oncologica potrebbe passare da questo rinforzo sanitario del territorio”.

Al piano di rimodulazione territoriale dei servizi sanitari del Piemonte e di Vercelli credono anche Eraldo Botta, presidente della Provincia di Vercelli, e Paolo Tiramani, Deputato eletto nelle file della Lega nel collegio vercellese.
“L’assistenza medica sul territorio è stata la più grande falla dei servizi alla salute in Italia – commentano Botta e Tiramani -, il Covid ha portato i cittadini a pagare gli errori di una politica sanitaria miope e accentrata. Il vercellese e la Valsesia meritano questo cambio di logica, che gli amministratori locali a tutti i livelli si stanno impegnando a realizzare. La programmazione della Direzione Sanità e dell’Assessorato sara’ al piu’ presto presentata all’assemblea dei Sindaci appena dal Ministero daranno conferma sui fondi realmente a disposizione. Le migliori cure nella struttura di prossimità al paziente non saranno più uno slogan ma si apprestano a diventare realtà”.

Tournée in Piemonte, Valle d’Aosta e Abruzzo della Fanfara della Taurinense

Tournée in Piemonte, Valle d’Aosta e Abruzzo della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense dell’Esercito, che nel mese di dicembre si esibirà a Fossano, Aosta, Bardonecchia, Alba, Novara e L’Aquila in una serie di concerti di Natale.

La formazione musicale riprende quest’anno la tradizione di offrire al pubblico il proprio repertorio, che per l’occasione comprenderà pagine importanti di letteratura natalizia e – a seguire – il classico finale con la Marcia dei coscritti piemontesi, l’Inno degli Alpini e il Canto degli Italiani.

La tournée è stata organizzata dal Comando della Taurinense in stretta collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini, i Comuni e gli enti del territorio, e segna in anticipo l’inizio delle celebrazioni del 150° anniversario del Corpo degli Alpini, il cui atto costitutivo fu siglato da Re Vittorio Emanuele II nel 1872. Per il 2022 è previsto un programma denso di manifestazioni ed eventi in tutta Italia.

Nel 2022 in Piemonte si celebrerà anche il 70° della costituzione della Brigata Alpina Taurinense, attualmente comandata dal generale Nicola Piasente e formata da tre reggimenti di fanteria – 2° di stanza a Cuneo, 3° a Pinerolo, 9° a L’Aquila – un reggimento di artiglieria e uno del genio (rispettivamente il 1° e il 32°, entrambi a Fossano), cui si aggiungono il Nizza Cavalleria (1°) di Bellinzago Novarese, il Reggimento Logistico di Rivoli e il Reparto Comando di Torino.

Il tour della Fanfara vedrà anche un’appendice in Valle d’Aosta e in Abruzzo, e si svolgerà con il seguente calendario:

Venerdì 3 dicembre – Fossano, Teatro I Portici, ore 21.00;

Lunedì 6 dicembre – Aosta, Cinéma Théâtre de la Ville ore 18.30;

Martedì 7 dicembre – Bardonecchia, Salone delle Feste, ore 21.00;

Venerdì 10 dicembre – Alba, Pala Alba, ore 21.00;

Sabato 11 dicembre – Novara, Palazzo Broletto, ore 18.00;

Mercoledì 15 dicembre – L’Aquila, Caserma “Pasquali”, ore 18.30.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Manuel Vilas “I baci” -Guanda- euro 19,00
L’amore al tempo del Covid, secondo Manuel Vilas, è l’unico modo per dare un senso alla vita. I baci del titolo sono quelli tra Salvador, professore 58enne in pensione anticipata, e la bellissima 45enne Montserrat.
Lui viene colto dal lockdown in una casa nel bosco, poco lontano da Madrid, dove ha deciso di ritirarsi. Nel paesino di Sotopeña c’è l’unico emporio della zona, e quando va a rifornirsi di provviste viene folgorato dalla bellezza e dal misterioso fascino di Montserrat che gestisce il negozio.

In oltre 400 pagine divampa la storia d’amore. Salvador si innamora in 7 minuti come un adolescente; ma è un uomo maturo… e chissà se tanto entusiasmo può esplodere anche a 50 anni o giù di lì.
Secondo Vilas ovviamente si, tutto il romanzo va in questa direzione componendo una storia d’amore romantica e idealizzata, ma anche decisamente carnale.
“I baci” sono l’antidoto all’epidemia, alla malattia, alla solitudine e alla morte e, anche da adulti navigati, innamorarsi è possibile. Anzi nel tornado di una crisi epidemica mondiale i due protagonisti restano ancorati alla vita; bypassano il mordo con entusiasmo, con una passione travolgente e ampie dosi di erotismo in una sorta di coinvolgente follia d’amore.

Salvador è stato mandato in pensione prima del tempo perché affetto dai primi sintomi di una malattia neurologica che lo rendeva confuso o silenzioso di fronte agli studenti. Così si è armato di bagagli e libri –primo fra tutti il “Don Chisciotte” di Cervantes- e ha deciso di isolarsi dal resto del mondo.
Montserrat è carica di erotismo, ma dilaniata dalla perdita del piccolo figlio che le è stato tolto dall’ex marito e che ora vive in Germania. Questa è la tragedia della sua vita e l’amore per Salvador è qualcosa che lenisce il suo dolore.

Cervantes fa capolino spesso nelle pagine di Vilas: il suo protagonista ricorda Don Chisciotte nell’idealizzare la donna che ne occupa vita e pensiero; mentre Montserrat diventa Altisidora, «la donzella intelligente ed enigmatica ..» che fa credere a Don Chisciotte di essere innamorata di lui.
Come evolverà e andrà a finire questa passione travolgente?
Salvador sa bene che l’amore ideale -e pure quello carnale- tendono a perdere potenza con il logorio del tempo…..

 

Hannah Rothschild “Casa Trelawney” -Neri Pozza- euro 19,00
Trelawney Castle appartiene da 800 anni all’omonima famiglia, sorge su una rupe che domina la costa meridionale del mare di Cornovaglia ed è stato ampliato nei secoli dai vari conti fino ad essere «…dichiarato il più maestoso e il più sontuoso, se non il più bello, della contea di Cornovaglia». Ha 4 ali principali costruite in tempi e stili diversi, 11 scaloni, una stanza per ogni giorno dell’anno ed altre meraviglie. La tenuta su cui sorge è ancora più spettacolare: un’area immensa con tanto di foresta e cascata che alimenta un lago, prati a perdita d’occhio…..
Però gli ultimi 8 dei 24 conti che si sono succeduti hanno sperperato a piene mani il patrimonio, si sono rivelati dannatamente incapaci di gestire le finanze e -complici anche 2 guerre mondiali e il crollo di Wall Street- a poco a poco le fattorie sono state svendute e il disastro è stato inarrestabile. Divorzi, incompetenza e tasse ereditarie hanno inferto colpi di grazia a ripetizione. Le ali del castello sono state chiuse una dopo l’altra, dipinti e arredi preziosi venduti, treno privato e panfilo lasciati arrugginire in rovina.
Ora il castello cade a pezzi e mancano anche i soldi per scaldarsi e mangiare. A tenere duro è Jane, moglie dell’ultimo erede Kitto. Lui è un sognatore poco pratico che si butta in imprese raffazzonate e perdenti; mentre lei ha sostituito in toto la servitù e si logora tra mansioni domestiche, giardino…e come badante dei suoceri che credono di vivere ancora ad altissimo livello.
Hannah Rothscild è maestra nell’intessere una trama ricca di personaggi, dinamiche familiari ed ereditarie che scoprirete pagina dopo pagina e che raccontano l’eccentricità dell’aristocrazia britannica di fronte all’evolvere dei tempi e della società.
Tra i protagonisti più interessanti ci sono la sorella di Kitto: la complicata Blaze che era stata cacciata quando il fratello aveva ereditato la magione. Planata a Londra con una laurea a pieni voti in matematica a Oxford era stata un’abilissima operatrice finanziaria, ma negli ultimi tempi le sue previsioni non avevano fatto centro e aveva perso denaro e clienti.

Poi a smuovere ulteriormente la situazione ecco arrivare la dirompente Ayesha, figlia della bellissima Anastasia che era stata un amore di gioventù di Kitto. Da anni era scomparsa dai radar della famiglia, però in punto di morte aveva scritto ai Trelawney affidandogli la giovane. Preparatevi perché in questa brillante e acuta commedia familiare succederà davvero di tutto….

 

Ivy Comton-Burnett “Servo e serva” -Fazi Editore- euro 19,00

La scrittrice inglese Ivy Comton-Burnett è stata maestra nel narrare e dare voce all’infelicità che cova spesso nelle famiglie; forse perché anche lei ne sapeva qualcosa.
Ivy Compton- Burnett nacque a Pinner in Inghilterra nel 1884, crebbe nella città costiera di Hove e morì a Londra nel 1969.
Il padre era un medico dal carattere dispotico e solitario, e Ivy ebbe gli anni della giovinezza funestati da una serie di tragedie: la morte prematura di due fratelli e il suicidio di due sorelle appena adolescenti.

Il suo apprendistato doloroso alla vita non fu poi tanto lontano da quello dei giovani ragazzi Lamb che albergano nelle pagine del romanzo “Servo e serva”, del 1947, uno dei più famosi tra i suoi 20 libri.
Le sue opere trovano linfa negli accadimenti delle belle e altolocate dimore inglesi di metà Novecento; mentre la cifra principale della sua scrittura è nell’abilità con cui imbastisce un fuoco di fila di dialoghi sfolgoranti, serrati, a tratti nevrotici.

Al centro del romanzo ci sono i vari membri della famiglia Lamb, famiglia dell’alta borghesia che vive in un paese non meglio specificato. Capofamiglia è il dispotico Horace che gestisce con estrema avarizia (spacciata per virtù) l’ingente patrimonio portato in dote dalla moglie americana Charlotte.
Poi ci sono i 5 figli – che escono poco di casa e comunque sempre malvestiti grazie alla tirchieria paterna- zia Emily e il cugino Mortimer privo di mezzi di sostentamento, mantenuto a stecchetto da Horace, e innamorato di Charlotte.

Nelle gelide stanze della casa si aggira anche la servitù che sembra avere doti di saggezza di gran lunga superiori a quella dei padroni.
Dal maggiordomo Bullivant al cameriere George, dalla sguattera Miriam alla cuoca Mrs. Selden; la Burnett di loro descrive solo lo stretto necessario, mentre è ai dialoghi che affida un ruolo importantissimo. E’ dai loro discorsi che scopriamo gli autentici e più profondi sentimenti (per esempio i figli odiano cordialmente Horace e ne auspicano il trapasso a miglior vita) e i segretucci dei Lamb (corna comprese). Famiglia che si rivelerà diversa da quella che vuole apparire e ben più disfunzionale.

 

John Banville “Delitto d’inverno” -Guanda- euro 19,00

Inverno 1957, Contea di Wexford in Irlanda, nella ricca residenza di Ballyglass House, che appartiene a una blasonata famiglia protestante, ha luogo un omicidio scabroso e inquietante. La vittima è un amico, padre Thomas Lawless prete cattolico che è stato accoltellato….ed evirato.

A indagare arriva un ispettore protestante che faticosamente tenta di ricostruire i fatti, interroga gli abitanti della casa, tra i quali si annida l’assassino.
Perché uccidere un sacerdote e poi in quel modo orribile?
La rosa dei possibili colpevoli sembra ristretta a una manciata di persone, ognuna con segreti e doppi fondi da scoprire.
Il padrone di casa, colonnello Osborne; la sua giovane moglie svanita e imperscrutabile; il figlio decisamente ambiguo e la figlia ribelle. Poi sulla scena appaiono anche la governante-cuoca e un cognato debosciato, pecora nera della famiglia.

Ma le indagini si rivelano tutt’altro che facili, niente è come sembra e i fatti non si incastrano a dovere. Al rebus si aggiunge l’ingombrante e maneggiona influenza della Chiesa Cattolica d’Irlanda, con in prima persona l’arcivescovo.
E vengono a galla storie torbide di povere fanciulle, figli illegittimi rinchiusi e prede sessuali di sacerdoti- educatori…..

 

La notte che cambiò il Signor Scrooge, al teatro Superga

Mercoledì 8 dicembre, ore 16

IL CANTO DI NATALE

La contaminazione dei diversi linguaggi artistici (arte, musica, teatro di figura) è alla base degli spettacoli dedicati ai bambini e ai ragazzi proposti da Fanta Teatro, una delle realtà più innovative a livello nazionale per quanto riguarda il Teatro Ragazzi. Il primo spettacolo è in programma mercoledì 8 dicembre: Il canto di Natale, la notte che cambiò il Signor Scrooge, liberamente ispirato al racconto di Charles Dickens, un’originale messa in scena che vede recitare insieme pupazzi e attori, secondo una tecnica sperimentata nei musical di Londra e Broadway, capace di proiettare lo spettatore nella poetica atmosfera natalizia.

Lo spettacolo racconta la storia di Scrooge, uomo d’affari che pensa solo al successo, al denaro e al lavoro a discapito della famiglia. Scrooge non apprezza le cose quotidiane e non riesce a godere del tepore del Natale. La svolta della sua esistenza si ha proprio alla vigilia di Natale, quando rientrando a casa più arrabbiato del solito si trova di fronte tre fantasmi, che rappresentano il passato, il presente e il futuro. Quest’incontro cambierà il suo modo di provare i sentimenti e di relazionarsi con gli altri. Scrooge si pentirà del proprio egoismo, del distacco dalla propria famiglia e del disprezzo per le cose che ha, dando un senso più profondo alla propria vita. Il cambiamento di Scrooge è totale: da avaro a filantropo, da gretto a benevolo. Un esempio di redenzione, una speranza per il futuro, un appello al pubblico a trovare o a ritrovare lo spirito del Natale e a farlo durare tutto l’anno.

Tra duelli e gag comiche, domenica 16 gennaio sarà la volta di Peter Pan, lo spettacolo musicale con canzoni originali e infine domenica 6 febbraio L’Orco Puzza, teatro d’attore con il coinvolgimento del pubblico che ha addirittura dato il via, visto il successo, a una serie di pubblicazioni per l’infanzia.

IL CALENDARIO

_Mercoledì 8 dicembre 2021, ore 16

Teatro Ragazzi: Il canto di Natale, la notte che cambiò il Signor Scrooge

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino

Dai 5 anni

Evento gratuito organizzato dal Comune di Nichelino

Prenotazione obbligatoria: www.teatrosuperga.it

_Domenica 16 gennaio 2022, ore 17

Teatro Ragazzi: Peter Pan

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino

Da 3 anni. Biglietti: 5 euro

_Domenica 6 febbraio 2022, ore 16

Teatro Ragazzi: L’Orco Puzza

Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino

Da 4 anni. Biglietti: 5 euro

 

La stagione 2021-2022 del Teatro Superga è promossa dalla Città di Nichelino e Sistema Cultura, con il sostegno di Fondazione CRT e Regione Piemonte, firmata dalla direzione artistica di Alessio Boasi, Fabio Boasi e Claudia Spoto, in collaborazione con Piemonte dal Vivo. Produzione esecutiva Reverse Agency. 

Info

TSN Teatro Superga Nichelino

Via Superga 44, Nichelino

011.6279789 www.teatrosuperga.it

biglietteria@teatrosuperga.it

Reale Mutua Basket Torino – Pistoia 72 – 75: questa è Torino?

IL BASKET VISTO DA VICINO 

Primo quarto 20 a 9 per Pistoia. A 2’ scarsi dalla fine del secondo quarto Torino ha segnato 20 punti! Fortuna vuole che gli avversari siano privi del loro miglior giocatore e uno dei migliori del campionato (Jazz Johnson) e che grazie ad un finale “normale” di quarto la Reale Mutua vada all’intervallo sotto solo 29-35.

Ma questo non è buon basket. Dall’inizio dell’anno predico, non da solo, sulla scarsa qualità di questo campionato di A2, ma in questa mediocrità Torino sguazza bene e, nonostante la sconfitta odierna il record parla di 8 vinte e 2 sconfitte, quindi  … di che lamentarsi? Cominciamo con l’elenco… . Primo, mancanza assoluta di gioco; giro palla sterile e tiro di volontà da parte di quello che ha per ultimo la palla in mano. Facile che la palla non sempre entri. Secondo: sistema difensivo “osservativo”, cioè pressione solo con le gambe, non tattica difensiva di squadra e, soprattutto,  speriamo che sbaglino gli altri, cosa che capita fortunatamente sovente. È chiaro che se Torino non è i San Antonio Spurs gli altri non sono Golden State Warriors… . Terzo, tecnicamente alcuni giocatori sono inquietanti… .

Davon Scott, 22 punti, se solo fosse più abile nel gestire il proprio fisico e la propria mano non giocherebbe a Torino in A2, e quindi teniamocelo per quello che fa e speriamo in bene.

Trey Davies, “oggetto misterioso”, è comunque l’unico play che abbiamo e se si rende conto, lui e l’allenatore,  che alternative non ci sono, e comincia a giocare più in attacco (oggi 18 punti) forse si può migliorare.  A volte fa cose strane, ma mentre in campionati superiori il play quando entra in area sa di poter scaricare sugli esterni qui gli esterni guardano la partita… e quindi diviene tuttopiù difficile.

Abbiamo poi Landi che dopo aver concretizzato la rimonta con bombe importanti fino al pareggio di Torino segnando anche 15 punti, viene colpevolmente dimenticato da coach Casalone per quasi tutto il quarto finale non entrando più fino a fine partita… perché?

Gli altri? Poco o nulla pervenuti. De Vico commette due enormisciocchezze nella fase finale decisiva della partita. Sotto di due ma palla in mano si fa “bullizzare” da un giocatore avversario che commeterebbe fallo impedendogli di passare, ma la reazione da Cavalleria Rusticana con spintoni e finti pugni conducono al fallo antisportivo fischiato proprio a De Vico con perdita di possesso e due tiri e palla agli avversari.  Nell’azione dopo, lo stesso De Vico, genialmente sotto gli occhi di tutti gli arbitri rifila una gomitata al giocatore regalando altri due liberi a Pistoia che in pratica decidono la partita.

E gli altri? Alibegovic spettatore non pagante al Parco Ruffini,  Toscano passa molto tempo in campo ma con risultati davvero miseri. Scarsa purtroppo la prova di Pagani, inesistente quella di Zugno che riesce a far rimpiangere Penna e addirittura Traini… .

E quindi che dire? Questa  è Torino? No, questo è  questo campionato di A2: se segni vinci e ti dicono che giochi bene, se non segni, potresti vincere lo stesso perché gli altri sono come e peggio di te e puoi anche perdere, perché anche tu non sei un fenomeno… .

Il gioco  è quello che è e comunque, come disse Prince, Sign o’ the time,… il basket è fisico poco tecnico e ancor meno tattica. Basta poco per vincere ed è questa la sensazione che si ha dopo ogni partita. Magari a fine anno, per i playoff… , un giocatore aggiunto, magari di una squadra di A1 che non sarà qualificata ai playoff, potrebbe concretizzare i sogni della Torino del basket. Chissà,  magari domani appena svegli, grazie ad un buon “caffè “ …. Perché no?

Paolo Michieletto

Covid, il bollettino di lunedì 6 dicembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.45

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 776nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 405dopo test antigenico), pari al 1,5% di50.208tamponi eseguiti, di cui45.336antigenici. Dei 776 nuovi casi gli asintomatici sono 511(65,9%).

I casi sono così ripartiti: 406 screening, 306 contatti di caso, 64 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 409.403, così suddivisi su base provinciale: 33.454 Alessandria, 19.783 Asti, 12.950 Biella, 58.660 Cuneo, 31.739 Novara, 217.948 Torino, 15.054 Vercelli, 14.777 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.694 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 3.344 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 40 (+4rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 460 (+20rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.197

I tamponi diagnostici finora processati sono 10.215.422(+ 50.208rispetto a ieri), di cui 2.536.627risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.906

Cinque decessi di persona positiva al test del Covid-19, nessuno di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.906deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.593 Alessandria, 726Asti, 441 Biella, 1.471 Cuneo, 954 Novara, 5.686 Torino, 548 Vercelli, 378 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 109 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

383.800GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 383.800(+483rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 31.167 Alessandria, 18.441 Asti, 12.094 Biella, 55.198 Cuneo, 29.937 Novara, 204.868 Torino, 14.184 Vercelli, 13.766 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.542 extraregione e 2.603 in fase di definizione.