ilTorinese

Lo struzzo sulla provinciale era scappato da un camion

DAL PIEMONTE

Lo struzzo sbucato sulla strada provinciale era sfuggito a un allevatore

Se lo sono visto davanti agli automobilisti, nella nebbia, sulla Provinciale 31 Bis, a Casale Popolo  frazione di Casale Monferrato. L’animale si spostava dal centro ai bordi della carreggiata. C’era anche la pattuglia dei carabinieri di Balzola, di servizio in zona, che ha avviato gli accertamenti. Poi è arrivato il proprietario che aveva perso l’animale per lo sgancio del rimorchio che lo trasportava e per l’apertura del portellone.

La moglie ricorda Angelo Burzi: “Grazie a chi non ha voltato la testa dall’altra parte”

Giovanna Perino, vedova di Angelo Burzi, ha ricordato con un lungo e commosso post su Facebook l’ex assessore regionale che si è tolto la vita la notte di Natale.  Di seguito il testo integrale

Desidero ringraziare quanti di voi, conosciuti e non, mi sono stati e mi sono vicini in questo momento.
Con affetto nei miei confronti così come nei confronti di Angelo, ricordandolo come amico di una vita o per un tratto di essa, compagno o avversario politico, interlocutore in varie e diverse situazioni, più o meno brevi, più o meno personali.

“E desidero ringraziare quanti di voi hanno contribuito a diffondere i suoi ultimi pensieri ed avviato una analisi seria, puntuale e rispettosa della situazione che lo ha coinvolto, che direttamente e indirettamente riguarda tutti noi e dalla quale ha scelto di uscire “esprimendo la sua protesta più forte”. Grazie, in sintesi, a quanti di voi hanno scelto di non voltare la testa dall’altra parte, a quanti stanno sostenendo la sua ultima battaglia per la verità.

Come ho ricordato salutandolo nel giorno del suo funerale, unendo le mie parole a quelle di altri suoi amici e i miei pensieri ai molti che non sono intervenuti ma che gli sono sempre stati vicino, Angelo era una persona onesta e con una personalità forte. E come molte persone con queste caratteristiche, non sentiva il bisogno di piacere a tutti, cosa che lo ha reso unico e speciale per molti e, allo stesso tempo, scomodo per altri.
Aveva inoltre una intelligenza raffinata, era colto e carismatico. Ed era generoso, in tutti i sensi e nel condividere idee, visioni e opportunità. Generoso nel prendersi cura degli altri. Presente quando c’era bisogno.
Caratteristiche che ha voluto mettere a servizio della politica, ovvero di ciò che più ha amato fare. Fare politica per gli altri e con gli altri, per una società nuova, per una Società Aperta, realtà che ha voluto e creato nel 2000. Fare politica per le persone, i territori, per le associazioni impegnate nella difesa della salute dei più fragili.
E se ha pensato ad una Società Aperta è perché era convinto, come scriveva il 13 marzo del 2000 nel primo numero della rivista omonima, che alla politica e all’amministrazione piemontese servissero “un sano pragmatismo ispirato ad alti ideali”, “idee forti ma praticabili”, “inventare progetti, cullare e perseguire percorsi di prosperità”. “Basta volerlo, deciderlo, sceglierlo”, così diceva.
Angelo aveva un codice morale molto forte e una visione della giustizia, amava la nostra lingua e le citazioni. Una di queste, di Leonardo da Vinci, ricordo tra le sue preferite, “Chi non punisce il male, comanda lo si faccia”, ed è quella che me lo rappresenta più di tutte, specie in questo momento.
Aveva ovviamente, oltre alle tante qualità, difetti anche importanti. Quante le discussioni e le porte sbattute tra noi, le riappacificazioni e il tornare a parlarsi, ciascuno magari ancora sulle proprie posizioni, per poi risalire con lui, pian piano, su quegli alti livelli dei nostri confronti, che solo il raffinato modo di ragionare che gli era proprio consentiva di raggiungere, a me come ai suoi molti interlocutori. Ed è stato un onore per me poterlo fare come, per mia fortuna, abbiamo fatto spesso.
Ho parlato, e lo ha fatto chi lo ha conosciuto, del suo codice morale. E solo la rettitudine che era parte di lui, e non certo la debolezza, ha determinato, per le ragioni che sappiamo, il modo con cui ha scelto di esprimere la sua protesta più forte. Come l’ha definito lui stesso, l’ultimo atto d’amore per me.
“E per l’amore immenso, e per la stima e il rispetto che sempre ho avuto e sempre avrò per te, voglio accettare tutto questo e lasciarti andare come hai scelto. Vai, amore mio, finalmente libero, come meritavi e come meriti”.

(Foto Facebook)

Aspetta sotto casa l’ex moglie e la aggredisce

Arrestato. Le aveva anche chiesto denaro

 

Gli agenti del commissariato Barriera Nizza hanno arrestato un cinquantenne di origine cinese per atti persecutori nei confronti dell’ex moglie.

Nonostante il loro matrimonio fosse finito già da tempo, l’uomo aveva continuato a telefonarle avanzando ogni volta richieste di denaro, soldi che sarebbero serviti a pagare debiti contratti con il gioco d’azzardo. Al diniego della vittima, puntualmente erano seguite delle minacce di morte.

Spaventata, aveva cambiato indirizzo e numero di cellulare, ma il cinquantenne era riuscito a rintracciarla, presentandosi un giorno sul posto di lavoro della donna, aggredendola e rompendo il suo telefonino, lanciandoglielo addosso.

Domenica scorsa l’uomo, in compagnia di un amico, ha iniziato a girovagare nei pressi dell’abitazione dell’ex moglie con la scusa di voler fare una passeggiata. Quando improvvisamente l’ha vista uscire dal portone dello stabile, ha cercato di avvicinarla, senza successo. Vedendola poi dileguarsi, prima l’ha afferrata dalla borsa e poi strattonata con la sua stessa sciarpa. Due passanti, notata la scena, hanno chiamato il 112 NUE.

L’Anpi replica a Mattei: non parli del CLN

Maria Grazia Sestero, presidente provinciale Anpi  di Torino replica al leader No vax Ugo Mattei che ha paragonato i “resistenti” al vaccino ai partigiani. “ Mentre si muore, ci si ammala e il personale sanitario è di nuovo sotto pressione per l’aumento dei ricoveri, c’è chi come Mattei si propone di dirigere le piazze, che avendo bisogno di un “cervello” diventano costituenti il CLN, come quello dei partigiani (sic!)” commenta Maria Grazia Sestero.

Forse il giurista dimentica la storia, ma tutti sanno che il Comitato di Liberazione Nazionale, formatosi nel 1943, vedeva al suo interno personaggi come Alcide De Gasperi, Giorgio Amendola, Ugo La Malfa, Pietro Nenni e altri ancora che, temprati dalla lunga opposizione al fascismo attraverso il carcere, il confino o l’esilio, potevano parlare a nome delle partigiane e dei partigiani combattenti una durissima guerra contro fascisti e nazisti. Il Comitato di Liberazione Nazionale è una storia di grandezze e eroismi, di scelte coraggiose da cui è nata l’Italia democratica, ponendo fine ad una ventennale dittatura fascista e attraverso una sciagurata guerra voluta da Mussolini” conclude la nota di Anpi.

Lassù per caso

I risvolti imprevedibili di una circostanza fortuita

Il passaparola di un amico incontrato al bar.Una brochure trovata casualmente in panetteria.Una locandina intravista sulla vetrina di una macelleria.

Un articolo letto distrattamente sui social network, su un sito web o addirittura su un giornale come questo.

La maggior parte di coloro che in passato sono diventati arbitri di pallavolo è venuta a conoscenza della possibilità di frequentare un corso di abilitazione quasi per caso.

E grazie al caso alcuni tra questi sono arrivati in alto, molto in alto: sono stati chiamati a dirigere partite importanti, magari anche in diretta TV, o addirittura oltre confine.

Altri, meno ambiziosi, meno capaci, meno appassionati o semplicemente meno fortunati si sono dovuti accontentare di operare su palcoscenici di minor prestigio, ma hanno ottenuto a loro volta gratificazioni e soddisfazioni.

Il denominatore comune tra i primi e questi ultimi è sicuramente il fatto che tutti loro, almeno una volta nel corso della carriera, si sono chiesti: “…pensa se non ci avessi provato!”.

Perché solo chi trova il coraggio di tentare questa esperienza ha la possibilità di vivere l’emozione di guardare la partita da lassù, da quel seggiolone che permette al direttore di gara di avere un punto di vista assolutamente esclusivo e differente rispetto a quello di chiunque altro.

Diventare un arbitro significa essere oggetto di una vera e propria mutazione.

Diventare un arbitro significa veder migliorare il proprio carattere.

Diventare un arbitro significa veder cambiare la propria biografia.

L’arbitro, quando parla di sé, non dice “io faccio l’arbitro”.

Dice “io sono un arbitro”.

Perché, dopo esserlo diventato, l’arbitro non “fa” l’arbitro; l’ arbitro “è” un arbitro.

Inizia a pensare come un arbitro e trova un’intesa naturale con i propri simili, anche se impegnati in discipline diverse dalla propria.

Ed è sulla base di queste certezze che la Federazione Italiana Pallavolo ha aperto la caccia ai nuovi talenti.

Il Comitato Territoriale di Torino sta raccogliendo le adesioni al prossimo Corso per arbitri di pallavolo indoor.

Iscriversi è molto semplice.

È sufficiente manifestare il proprio interesse all’indirizzo di posta elettronica arbitri@torino.federvolley.it per essere contattati dagli organizzatori.

Oppure compilare il formulario disponibile al seguente link

https://docs.google.com/forms/d/16OZHHwZPpwRYrlKGlu78NwABqyVd3t-SB3N-vhBW-s4/edit?ts=617a6571

per ricevere il modulo di iscrizione.

Se erano queste le informazioni che cercavate vi è bastato leggere questo articolo; non dovete neanche fare la fatica di andare al bar, in panetteria o in macelleria.

In bocca al lupo!

Paolo Michieletto

Giovane prende a calci le auto parcheggiate

DAL PIEMONTE/ E’ accaduto dopo cena a Vercelli. Gli abitanti del centro, seppur con le finestre chiuse, hanno sentito colpi fortissimi contro le automobili parcheggiate in strada. Chi si è affacciato alle finestre ha visto un giovane con i capelli lunghi e un giubbotto chiaro. Più di un residente  gli ha urlato di smetterla di prendere a calci le auto e di andarsene ma lui, visibilmente ubriaco, ha risposto con insulti.

Fototrappole a Rivalta: beccati nuovi imbrattatori

Il sindaco Muro: «il controllo da remoto è un’arma in più contro il malcostume»

C’è anche un indisciplinato proprietario di un cane tra le persone sorprese nelle ultime
settimane dalle videocamere di controllo della Polizia municipale di Rivalta a imbrattare i
marciapiedi cittadini. È successo il 1° ottobre, poco prima delle 20 in via Fossano nel quartiere di
Tetti Francesi. Ad essere immortalata, la più classica delle scene: un cane accucciato in un’aiuola
lungo il marciapiede e poco dopo il proprietario che si allontana, incurante dell’obbligo di
ripulire.

È solo una delle tante infrazioni rilevate dal servizio di video sorveglianza attivato nell’estate
scorsa in alcuni punti sensibili della città per controllare i luoghi maggiormente soggetti a incuria
e all’abbandono di rifiuti e individuare gli autori. I controlli vengono effettuati grazie a due kit di
telecamere mobili dotati di software “e-killer” sviluppati dalla Nivi SpA di Firenze.

Le telecamere mobili sono infatti in grado di rilevare il momento esatto in cui il rifiuto viene
abbandonato nel luogo monitorato e di inviare un allarme alla centrale operativa del comando.
In questo modo l’operatore può visualizzare la scena di abbandono ed estrapolare le immagini
interessate, attivando il processo sanzionatorio.

Ed è proprio quello che è successo davanti alla ex discarica di via Coazze a Gerbole. Qui, la sera
del 20 settembre scorso, la videosorveglianza ha ripreso due persone intente a scaricare rifiuti
dal cassone di un furgone, abbandonandoli lungo il ciglio della strada. Una volta individuati gli
autori del gesto grazie alla targa mezzo, la Polizia municipale ha potuto verbalizzare l’accaduto e
sanzionare i responsabili.

Sempre grazie alle telecamere erano stati filmati alcuni mesi fa ben quattro abbandoni
commessi in pieno giorno nel piazzale di via Mattei e, in strada Grugliasco, l’incendio doloso di
un’auto rubata.

L’abbandono di rifiuti, spesso pericolosi e tossici, è un fenomeno diffuso anche a Rivalta, un
malcostume che per la Città costituisce un duplice danno, dal punto di vista ambientale e sotto
il profilo economico. Il corretto smaltimento in sicurezza richiede infatti servizi specifici, il cui
costo ricade sull’intera comunità.

«Sono comportamenti odiosi, compiuti da chi vuol male all’ambiente e non ha rispetto del
decoro urbano» commenta il sindaco di Rivalta Sergio Muro. «Noi abbiamo messo in campo uno
strumento che si sta dimostrando molto efficace e che ha già dato i primi frutti, permettendo di
individuare e sanzionare i responsabili. Il controllo da remoto è un’arma in più per scoraggiare
chi ancora preferisce disfarsi dei propri rifiuti in maniera impropria piuttosto che smaltirli in
secondo le regole».

Montaruli (FdI): Barriera e Aurora sono priorità

“Fratelli d’Italia ha sempre denunciato la grave situazione sotto il profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza nella quale vertono i quartieri di Barriera di Milano e Aurora. Sono priorità che abbiamo ricordato in tutti i canali istituzionali anche davanti alle nuove Autorita’. Siamo felici che il nostro appello almeno sulla circoscrizione 6, grazie anche al lavoro del nostro Presidente Valerio Lomanto, sia stato accolto e ci auguriamo che lo stesso avvenga per l’area di Aurora da corso Novara a Porta Palazzo, dove da sempre la nostra consigliera di circoscrizione Patrizia Alessi denuncia una situazione inqualificabile. Siamo felici che anche il Sindaco Lo Russo debba finalmente ammettere che serve un’intervento urgente dopo stagioni di minimizzazioni e paragoni impropri. Lasciano tuttavia non poche perplessità le parole scritte sui social da Lo Russo su due aspetti. In primis Lo Russo parla di Polizia Municipale, ovvero quella Locale di cui il Pd con le altre forze di Governo sta stravolgendo quella riforma che potrebbe essere la svolta per il supporto del territorio con doveri certi, ma anche diritti. Ci aspettiamo quindi una comunicazione ai suoi referenti romani affinché facciano un passo indietro rispetto il nuovo testo unico di riforma che vanifica ed addirittura peggiora la normativa rispetto a quella precedente su cui si deve tornare. In secondo luogo Lo Russo parla di un progetto di “inclusione e sicurezza” in stile buonista, solito delle inutili politiche piddine del passato. Non si comprende però se verrà attivato con le risorse del Pnrr e comunque in che cosa consisterebbe. Di retorica dal Sindaco non abbiamo bisogno. Serve invece concretezza. Lasciando il beneficio del dubbio vigileremo affinché Barriera, come Aurora, non assistano a manfrine d’occasione da parte dell’amministrazione comunale” così in una nota commenta il deputato torinese di Fratelli D’Italia Augusta Montaruli.

Ecco quando è possibile fruire due volte del Bonus Casa

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Una sentenza della Cassazione ha stabilito che il bonus sull’acquisto della prima casa si può ottenere due volte.

Ricordiamo che il bonus prima casa è un’agevolazione che spetta a chi compra un immobile nel Comune dove risiede: la condizione è che non si devono possedere altre abitazioni nella stessa città o altre abitazioni per cui si è già percepito il bonus. Ma ci sono alcune eccezioni, vediamo quali.

Bonus prima casa, quando è possibile richiederlo due volte.

È possibile richiedere il bonus prima casa una seconda volta quando il contribuente è costretto a cambiare abitazione perché quest’ultima non è più idonea. L’esempio tipico è quello di una casa ormai inagibile a seguito di una calamità naturale o perché sottoposta a un ordine di ristrutturazione del Comune. Oppure nel caso in cui una coppia ha avuto figli e non può più vivere nell’abitazione perché troppo piccola rispetto alle mutate esigenze del nucleo familiare.

La Suprema corte ha ricordato che in tema di agevolazioni prima casa l’idoneità dell’abitazione va valutata sia sotto il profilo oggettivo (effettiva inabitabilità), che sotto quello soggettivo (fabbricato inadeguato per dimensioni o caratteristiche qualitative), nel senso che il beneficio trova applicazione anche nell‘ipotesi di disponibilità di un alloggio che non sia concretamente idoneo, per dimensioni e caratteristiche complessive, a soddisfare le esigenze abitative dell’interessato.

Si può usufruire una seconda volta del bonus prima casa quando si compra un immobile adiacente al primo per potersi allargare. Per la Cassazione, se un cittadino compra un appartamento confinante al proprio (per il quale ha usato il bonus prima casa) e abbatte le pareti divisorie per crearne uno più grande accatastato come unico, può estendere l’agevolazione anche sull’acquisto dell’immobile.

La condizione è dimostrare di avere ampliato l’abitazione principale perché divenuta inidonea all’uso: il contribuente, in sostanza, deve dimostrare l’effettiva unificazione delle due unità immobiliari finalizzata a realizzare un unico alloggio. Alloggio però che non deve essere di lusso, condizione quest’ultima per poter fruire dell’agevolazione.

La Cassazione aggiunge che, entro tre anni dalla registrazione, deve essere dato “effettivo seguito all’impegno assunto dai contribuenti, in sede di rogito, di procedere all’unificazione dei locali”.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Volontariato e protezione civile, dalla Regione un aiuto a chi ci aiuta

È di 750 mila euro il contributo stanziato in questi giorni dalla Regione Piemonte per le associazioni di volontariato e i gruppi comunali di Protezione civile.

 

«Nonostante le difficoltà di bilancio e del periodo pandemico – sottolinea l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi -, siamo riusciti negli ultimi giorni dell’anno ad approvare un sostanzioso pacchetto di contributi a favore delle associazioni di volontariato di primo livello e dei gruppi comunali/intercomunali di Protezione Civile iscritti all’elenco territoriale regionale per gli assi di intervento relativi al potenziamento della logistica e alla manutenzione delle sedi operative».

Il contributo è suddiviso in 345 mila euro destinati a 43 associazioni e 405 mila euro a 37 Gruppi Comunali di volontariato, per un totale di 80 realtà legate alla Protezione Civile piemontese in diversi settori: dal soccorso, alle unità cinofile, ai piloti, alla Croce Rossa, alle radio emergenze e molti altri.

«Siamo felici – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore Marco Gabusidi poter dare un aiuto concreto alle numerose associazioni e ai tanti gruppi piemontesi che quotidianamente si occupano della sicurezza dei nostri territori e delle nostre comunità. È indispensabile mantenere in buona forma il nostro corpo di volontariato, che anche in questi anni di pandemia sta dando dimostrazione di grandissimo impegno e capacità anche su un fronte che è stato una novità per tutti».