ilTorinese

Irpef, lo Stato la diminuisce e il Comune l’aumenta. Il caso Torino

Di Carlo Manacorda

In questi giorni, in alcune città italiane i cittadini assistono ad un fatto curioso: lo Stato diminuisce l’Imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e alcuni Comuni ― tra i quali Torino ― l’aumentano. Come mai?

Qualche nota generale di chiarimento e qualche altra specifica sul Comune di Torino possono essere utili. Con un suggerimento: il Sindaco, che si scusa con i cittadini per l’aumento attuale, chieda scusa anche per chi ha amministrato il Comune negli anni passati

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/02/20/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/irpef-lo-stato-la-diminuisce-e-il-comune-laumenta-il-caso-torino-di-carlo-manacorda.html

Tutto sui germogli di bambù a “Parlaconme”

Nella puntata di mercoledì 23 febbraio su Radiovidanetwork

“Germogli di bambù: il cibo del futuro” è il titolo della puntata di mercoledì 23 febbraio prossimo alle 18 di PARLACONME, la trasmissione sulla Radio web Radiovidanetwork condotta da Simona Riccio, founder e Social Media Manager del CAAT.

Protagonista della trasmissione è il brand Italboo, ancora poco conosciuto in Italia, che tratta una gamma di prodotti piuttosto di nicchia, ma interessanti come sono i germogli di bambù. Questa azienda italiana si trova in provincia di Bergamo e si occupa di coltivazione e commercializzazione dei germogli, farina e foglie di bambù biologico per svariati utilizzi in campo alimentare, con la finalità di distribuire sul mercato tutti i prodotti derivanti da queste colture.
Protagonista della puntata sarà Carmen Ferri, founder di Italboo insieme ad Alfonso Gregorio e alla figlia Marianna Ziliati, chef, da sempre appassionata di fiori, piante e cibo, con una profonda conoscenza del bambù.
Primo elemento che viene in mente parlando del bambù è la Cina, accanto al legame con la cucina orientale; il secondo elemento che emerge è il cucciolo di Panda che abbraccia le piante di bambù per mangiarne le foglie.
Italboo è un’azienda italiana al cento per cento, gestita da Carmen Ferri e Alfonso Gregorio, coltiva arbusti in Italia e produce prodotti interamente italiani, sia tradizionali, sia biologici. All’interno delle loro coltivazioni si possono trovare varie tipologie di bambù, dalle quali si ricavano germogli o foglie a seconda della varietà. Nel corso della puntata Simona Riccio parlerà di questa coltivazione con Carmen Ferri e Marianna Ziliati, che da più di vent’anni si occupa di prodotti biologici, di rispetto per l’ambiente, creatività, innovazione, con una profonda attenzione nei confronti del fattore umano, tutte caratteristiche che identificano Italboo nel settore della green economy.
“L’idea nasce dall’unione di due aziende agricole – spiega Carmen Ferri – con l’obiettivo di creare un prodotto innovativo, totalmente Made in Italy, con sede a Bergamo, capace di coinvolgere anche le aziende del territorio che lavorano con ragazzi in difficoltà. Italboo commercializza cannucce di bambù naturale Bio in collaborazione con Coop Totem, che si occupa della lavorazione e del confezionamento del prodotto”.
L’esperienza professionale di Marianna, a partire da una maturità in ambito umanistico e alcuni anni di studi nel settore alimentare presso la scuola Alma fondata da Gualtiero Marchesi, prosegue in prestigiosi ristoranti stellati, con un’attenzione costante rivolta al prodotto che stava sempre più prendendo piede in campo alimentare, il bambù. Nel 2014, insieme a mamma Carmen e alla sorella Cinzia, ha dato avvio all’esperienza in coltivazione, produzione e lavorazione di alimenti a base di bambù commestibile. Da quel momento sono nate numerose ricette sperimentate con il germoglio e le foglie, dai formaggi ai panificati, dagli antipasti ai secondi , fino ai dolci realizzati con varie tipologie di bambù.
Da queste esperienze è poi nato un libro dal titolo “Bambu’. Curiosità e ricette sul cibo del futuro”, che si trova in vendita all’interno del sito e commerce di Italboo www.italboo.it
La trasmissione viene trasmessa in diretta web radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Net.
Dal giorno dopo è possibile seguire la puntata senza interruzioni sul sito www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Le Storie Sbagliate. All’Osteria Rabezzana sulle orme di De Andrè

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 23 febbraio, ore 21.30

Le Storie Sbagliate

Fabrizio De Andrè Official Tribute Band

 

Le Storie Sbagliate non è solo un concerto, ma un vero e proprio spettacolo di melodia, poesia, canzone, recitazione per ricordare un grande artista e per scoprire il filosofo, il poeta e soprattutto l’uomo Fabrizio De Andrè.

L’impegno per il sociale costituisce il filo conduttore de Le Storie Sbagliate che muove numerosi strumenti, voci e professionalità, guidati dal direttore artistico Marco Raiteri e accompagnati dai versi recitati dalla poetessa Cinzia Morone e dal celebre attore e doppiatore Mario Brusa, per ricreare le atmosfere dei concerti live del cantautore genovese.

Le Storie Sbagliate sono una matura evoluzione del progetto Fabrizio De Andrè Remember 2.0.

L’iniziativa ha il patrocinio morale della Fondazione Fabrizio De André presieduta da Dori Ghezzi.

STAFF

Marco Raiteri, voce e chitarra; Sabrina Pernice, violino; Marcello Massari, chitarre, bouzouki, banjo e armoniche, Matteo Tonazzo, pianoforte e tastiere; Matteo Rossi, basso elettrico; Riccardo Mollo, batteria, percussioni e handpan; Cinzia Morone, voce recitante; Mario Brusa, voce recitante.

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima o dopo il concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Più di quaranta artisti a descrivere il mondo fiabesco degli “Animali straordinari”

La mostra sino al 10 aprile nell’ex Chiesa di Santa Croce ad Avigliana

 

“Animali straordinari” s’intitola la mostra che Luigi Castagna e Giuliana Cusino – con la collaborazione di Donatella Avanzo, Albino Arnodo e Serena Zanardo – hanno organizzato per l’associazione “Arte per Voi” nella suggestiva ex Chiesa di Santa Croce, nella piazza Conte Rosso, in pieno centro storico (sino a domenica 10 aprile, orario di apertura sabato e domenica dalle 15 alle 19, catalogo in mostra). Un totale di 44 artisti ad esporre una novantina di opere, a inventare creature fantastiche o a rappresentare animali del nostro quotidiano.

Donatella Avanzo, sempre prezioso deus ex machina, tra archeologia e arte e letteratura, ricorda presentando la mostra esempi di scrittori dell’antichità che spingevano a pietà e giustizia nei confronti degli animali, condannando i sacrifici cruenti e l’uso della carne come sostentamento, e cita altresì lo scavo compiuto alcuni anni fa, nel porto di Berenice sul mar Rosso, in cui venne riportato alla luce un cimitero di animali domestici, circa seicento, ognuno di essi deposto “nel proprio piccolo sarcofago, spesso ricoperti con tessuti oppure agghindati con collane di perline di pietra, vetro, maiolica, conchiglie”; in questo viaggio fantasioso o realistico di miti, racconti e fiabe, fa ancora riferimento all’”Asino d’oro” di Apuleio (secondo secolo d.C.), romanzo di riti magici e trasformazioni, di avventure e di racconti nel racconto, cui attinsero nei secoli da Boccaccio a Cervantes, da Shakespeare a Keats al nostro Collodi. Guarda alla mostra con occhi di studiosa e di appassionata; le si affianca Giuliana Cusino: “Draghi e galli magici, sirene e mostri marini, uccelli fantastici e folletti, messaggeri degli dei: animali singolari, eccezionali, sbalorditivi, insoliti, sorprendenti popolano da sempre il nostro mondo ed altrettanti, nel corso dei millenni, sono stati creati dalla fervida fantasia degli uomini, alcuni spaventosi e malvagi, altri magici e benevoli, altri ancora dotati di poteri sovrumani”.

Dipinti, sculture e ceramiche occupano i due piani della chiesa, validi esempi di questa mostra originale, le radici ben affondate in un tempo antico e nella sperimentazione dell’oggi. Dalla mostruosità della tartaruga umanizzata, simbolo di longevità e saggezza, di Luisella Bardella alla civetta di Ines Daniela Bertolino, sguardo indagatore, poggiante sulla spalla di Minerva nel buio della notte, dal telero di Olimpia Blasi posto alle spalle dell’antico quanto danneggiato altare maggiore (quando la Sovrintentendenza darà il permesso per il suo completo abbattimento?) alla “Creazione del lepriolo”, una creatura magica che è l’unione di lepre e capriolo, dovuta allo sguardo fiabesco di Raffaella Brusaglino, dalle avventure di Pinocchio rivisitate da Luisella Cottino ai sempre eleganti animali “scolpiti” da Giuliana Cusino nelle sue ceramiche raku. Dai cavalli bianchissimi, calati da un altro mondo, perfetto e lontano, di Rocco Forgione alle costruzioni di Giancarlo Laurenti, che assembla legni di fiume ad altri materiali, in un panorama d’animali del tutto inaspettato, dalla Medusa caravaggesca di Francesco Marinaro rivista con occhi moderni ai fantasiosi unicorni draghi e sirene concepiti da Guglielmo Marthyn, dal cigno di Elena Monaco ai vari “monstrum” dell’iraniano Arvin Nik Jamal al “Gorilla Sapiens” di Vinicio Perugia, esplicita inversione di ruoli tra il Gorilla e l’Ominide di montagna. Dal gallo narratore di Sergio Saccomandi al mostro lacustre, esempio di criptozoologia non ancora perfettamente decifrato, di Mara Tonso all’ippogrifo di Massimo Voghera pronto a portare Astolfo sulla luna e a immergerci con gusto intelligente nel mondo ariostesco.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: Luisella Bardella, “La gaia ferita”, tecnica mista; Ines Daniela Bertolino, “La civetta di Athena”, acrilico su tela; Raffaella Brusaglino, “Creazione del lepriolo”, tecnica mista, olio, foglia di metallo, filo su tela; Rocco Forgione, “I lancieri”, olio su tela; Sergio Saccomandi, “Cantastorie”, acrilico su tela

Il ritorno di Miss Paradisia: la bellezza si sposa all’ambiente

Aperte ufficialmente le selezioni del contest di bellezza, talento e personalità  ideato da Beppe Berlier

La bella Marie Claire Jerusel, miss Paradisia in carica, si appresta a cedere il titolo di ambasciatrice di bellezza e sostenibilità. Il concorso che trae ispirazione dal  parco nazionale del Grand Paradiso è molto incentrato appunto sull’ ambiente e la sua salvaguardia. Proprio le bellezze di valle d’Aosta e Piemonte saranno infatti le protagoniste di 5 puntate televisive dedicate a borghi e paesi che le aspiranti miss ci presenteranno. Le 24 rappresentati che si aggiudicheranno le fasce d’ accesso alla nazionale voleranno quindi verso la finale di fine giugno dove, in diretta TV,. scopriremo le premiate nazionali e la nuova rappresentante 2022.

Per candidarsi scrivere a segreteriamissparadisia@gmail.com o info al 3274744451

Bambino di 7 anni cade dal balcone: è gravissimo

DAL PIEMONTE.  A Moncalvo, nell’Astigiano, ieri un bambino di sette anni è caduto da un balcone, da cinque metri di altezza, per circostanze ancora da verificare da parte delle forze dell’ordine. Il ragazzino ha riportato gravi ferite che sono state valutate dai soccorritori giunti sul posto in codice rosso. Ora è ricoverato  all’Ospedale Regina Margherita di Torino.

L’”Assassinio” (sbagliato) firmato da Kenneth Branagh

Sugli schermi riproposto per la seconda volta il romanzo di Agatha Christie

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

All’inizio, in un antico quanto eccellente bianco e nero, nell’ottobre del ’17, scoppi e proiettili, barelle e feriti, la macchina da presa che corre tra le trincee e ti pare di essere capitato per sbaglio all’interno di “1917” di Sam Mandes; poi il giovane soldato Hercule Poirot che tenta di mettere in salvo il suo capitano, una trappola esplosiva che al contrario lo fa secco e coinvolge pure il futuro detective, deturpandogli il viso.

Ecco come veniamo a sapere degli ampi baffi che gli ricopriranno come un ricamo in avvenire la parte inferiore del viso, ecco come ci appare il lato sentimentale del medesimo (tutto per dirci che i sentimenti dell’eterno raisonneur verranno coinvolti nella prossima inchiesta) che vede morire la giovane infermiera che s’è presa cura di lui. Fine del preambolo (inutile). Poi, nella bellissima fotografia a colori di Haris Zambarloukos, siamo catapultati vent’anni dopo, nel vero e proprio “Assassinio sul Nilo”, dove già s’intrecciano i destini del bello e squattrinato Simon Doyle innamoratissimo di Jacqueline de Bellefort la quale si dà la zappa sui piedi quando gli presenta la sua migliore amica, la straricca ereditiera Linnet Ridgeway, da sempre abituata a far suo quel che desidera: manco a dirlo, i due dopo sei settimane saranno già convolati a più (per loro) o meno (per la tradita) giuste nozze, con tanto di viaggio di nozze sul Nilo, con amici e parenti, tra fiumi di champagne, un po’ appartata Jacqueline, lì a rodersi e a meditar vendetta, imbucata come la Discordia alla cena dell’Olimpo.

Fin qui parrebbe tutto bene. Ma Dame Agatha Christie non saprà mai che cosa le ha combinato il bieco sceneggiatore Michael Green – già collaboratore dell’interprete e regista Kenneth Branagh nel precedente “Assassinio sull’Orient Express”: gran successo con i trecentocinquanta milioni che s’è portato a casa, traguardo certo non più raggiungibile, sia per i tempi grami in cui viviamo sia per la débâcle del prodotto, manco fosse un soufflé sgonfio – sconvolgendo e pasticciando il suo matematico romanzo. Non è che ci scandalizziamo (fino a un certo punto però: c’è una storia, perché non seguirla, non certo freddamente ma neppure prendendosi certe troppo spudorate libertà) se i due ribaldi accomunano tempi e luoghi, se mandano a quel paese personaggi per inventarne altri di sana pianta, se in obbedienza alle leggi hollywoodiane di oggi inventano personaggi di colore o mutano un semplice rapporto di datrice di lavoro e infermiera in una liaison di sapore lesbico da sempre taciuta, se il pacifico detective ci è mostrato mentre insegue e tenta di far fuori l’assassino con un’accetta. Veri birbaccioni, ma forse ancora perdonabili. Ma che direbbe se la terza vittima è un’altra rispetto a quello che lei, dame Christie, ha inserito per il lavorio delle piccole cellule grigie del suo detective? Se quel perfetto ingranaggio da lei scritto, con la narrazione che si srotola pagina dopo pagina e sempre più t’appassiona, con i personaggi che prendono corpo e s’impongono e sfuggono e si portano appresso sospetti, con le argomentazioni finali preziose come un intarsio, se quell’ingranaggio prendesse altre strade o diventasse anche motivo di noia, che direbbe dame Christie? I fatti narrati s’avvicendano l’uno dopo l’altro, senza mostrare decisive emozioni, senza un ritmo che le trascini, e la razionalità di Poirot pare non poche volte passare in secondo piano. Branagh si rifugia nella ricercatezza delle inquadrature, che hanno tuttavia il sapore del “guarda un po’ che cosa so combinarti io adesso”. Un po’ poco.

Un neo, e non da poco, le tante facce sconosciute che circolano attraverso il film, a cui oltretutto è sufficiente di mostrarsi in un modo molto anonimo. Anche Branagh non sa che pesce prendere con il suo Poirot, è debole. Pensate all’edizione del 1978, diretta da John Guillermin, con un impareggiabile Peter Ustinov al timone: c’erano Bette Davis, David Niven, Maggie  Smith, Angela Lansbury e Mia Farrow, solo per citarne alcuni, tutto un altro divertirsi. Grossa delusione per la giallista più amata al mondo. Aspettiamo Branagh con il suo “Belfast” che esce in settimana, già vincitore ai Golden Globe per la miglior sceneggiatura (la scrittura è tutta sua) e che con le sue sette candidature agli Oscar lo lascia ben sperare. E sarebbe un buon modo per farci scordare il brutto, imbarazzante passo falso.

Giochi pericolosi

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

La situazione tra Russia e Ucraina rimane molto tesa e ha (in parte) scalzato il Covid dalle prime pagine dei giornali.

Il gioco delle parti (Russia, Ucraina, NATO) mantiene reale il rischio che il tutto possa degenerare in una guerra dalle conseguenze difficilmente prevedibili (le sanzioni potrebbero farne la parte del leone ma gli scontri, specie nelle aree sotto il controllo dei ribelli filo-russi, non sono da sottovalutare).

Rimane l’impressione che la Russia punti ad ottenere il massimo risultato con uno sforzo limitato (senza arrivare, cioè, all’esplosione di un conflitto aperto).

La strategia adottata da Putin mira al riconoscimento della sfera di influenza russa su alcuni Paesi dell’ex Unione Sovietica e l’Ucraina, con il suo “pericoloso” avvicinamento alla NATO, ne è l’esempio paradigmatico.

Su questo punto, peraltro, si è espresso recentemente il presidente francese Macron che ha dichiarato, durante l’incontro con l’omologo russo, che “non c’è sicurezza per gli europei se non c’è sicurezza per la Russia”.

D’altro canto Kiev aveva annunciato pubblicamente il proprio interesse ad aderire alla NATO già nel 2002 ed aveva poi richiesto, senza ricevere alcuna risposta, un piano d’azione per l’adesione nel 2008.

Alla Russia non basta però la forza dei fatti e richiede un riconoscimento formale (che molto, molto difficilmente arriverà) che le ex repubbliche sovietiche non faranno mai parte della NATO.

Quello che, più pragmaticamente, Mosca sta ottenendo è rendere chiara a tutti la sua intenzione a tornare a contare sullo scacchiere internazionale e di guadagnare così il ruolo di terzo incomodo al consolidato bipolarismo Sino-statunitense.

Arrivare sino all’orlo del precipizio (la guerra) sta inoltre consentendo alla terra degli zar di riscuotere un fortissimo dividendo grazie alla salita dei prezzi delle materie prime (gas naturale e petrolio in testa).

Basti pensare che il valore delle esportazioni di combustibili ed energia (il 54% del totale complessivo) è cresciuto nel 2021 di più del 50% mentre quello dei metalli (l’11% dell’export) è quasi raddoppiato.

Il rischio, e non solo per la Russia, è che il gioco sia diventato troppo rischioso, con la richiesta di riconoscere l’indipendenza del Donbass già occupato dal 2014 dai ribelli filorussi, e che la corda, a furia di tirarla, possa spezzarsi e, essendo vicini al bordo del burrone, si possa precipitare rovinosamente nel mezzo di una guerra.

Un accordo in extremis sembrerebbe il finale annunciato; esso porterebbe, infatti, benefici effetti per tutte le parti in causa (con limitati danni collaterali per la Russia che finora ha raccolto i frutti dell’aumento dei prezzi delle materie prime).

La riappacificazione porterebbe con sé quasi certamente una discesa dei prezzi delle materie prime energetiche (e non solo) e questo contribuirebbe a raffreddare i preoccupanti aumenti dell’inflazione che stanno minacciando da qualche mese la continuazione della ripresa economica.

La guerra che stanno combattendo le banche centrali è proprio quella contro l’innalzamento dei prezzi al consumo, prima dovuto ai colli di bottiglia della ripartenza dell’economia e poi esasperato dall’effetto sulle risorse energetiche e sulle bollette delle tensioni russo-ucraine.

L’inflazione, come ricordava Luigi Einaudi, è la più iniqua delle tasse in quanto colpisce in maniera maggiore i più poveri ovvero coloro che spendono in consumi (sempre più costosi…) la maggior parte del loro reddito.

In questo modo il carovita riduce il potere di acquisto dei salari e rallenta anche la crescita economica così ben avviata nel 2021.

Un bel gioco dovrebbe durare poco…ed essere giocato con intelligenza per evitare che a perdere siano tutti i partecipanti.

Sperando di non doverci ritrovare a dare troppo ragione a quanto scriveva Bertrand Russel: “Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.

Per quanto mi riguarda di una sola sono sicuro: di avere tantissimi dubbi…

 

Piemonte a due anni dal Covid. Mercoledì al via le adesioni per Novavax

A DUE ANNI DAL COVID

In occasione della presentazione del bilancio della piattaforma sulla residenzialità, il presidente della Regione Piemonte  Alberto Cirio  e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi hanno ricordato che “questi due anni di Covid,  che hanno stravolto la vita di tutte le persone,  hanno insegnato che  il sistema pubblico non deve più commettere gli errori del passato, quando sono stati effettuati da tutti gli schieramenti politici tagli sugli investimenti in sanità e salute. In due anni il Piemonte è passato da 2 a oltre 30 laboratori per processare i tamponi, in totale ne sono stati processati 15.4 milioni, passando dai 120 al giorno del 22 febbraio 2020 agli oltre 100 mila al giorno di oggi. Sono stati quasi raddoppiati i posti di terapia intensiva da 327 a 628 e sono stati somministrate  quasi 9,6 milioni di vaccini. È stato anche creato il Dirmei, il dipartimento interaziendale che con l’Unità di crisi ha gestito la pandemia e che ora si concentrerà sul superamento delle liste d’attesa. Uno degli aspetti più gravi negli anni passati – hanno sottolineato – è stato non dare il giusto riconoscimento al personale sanitario, non sostituendo quello andato in pensione e causando la fuga dal sistema pubblico per il privato. Questo ha creato un depauperamento enorme del nostro sistema sanitario e ora lavoriamo perché non siano più commessi questi errori”.

PRESENTATO IL BILANCIO SULLA PIATTAFORMA DELLA RESIDENZIALITÀ

Da lunedì prossimo, 28 febbraio, sarà attivata la nuova versione, più immediata e semplice da usare, della Piattaforma regionale della Residenzialità, dedicata alle strutture per anziani, disabili, minori, malati psichiatrici e tossicodipendenti.  La piattaforma è parte della più ampia Piattaforma Covid creata nel marzo 2020 per la gestione della pandemia.

“Si è partiti da un file di excel per arrivare in poco tempo e in mezzo alla pandemia al più grande sistema integrato di informazioni digitalizzate sulla nostra sanità – ha sottolineato l’assessore Icardi –. Uno sforzo enorme di cui adesso continueremo mettere a sistema i frutti”.

In particolare su 1.841 strutture residenziali totali il 96% ha aderito alla Piattaforma Residenzialità e carica regolarmente i dati sui tamponi effettuati a ospiti, personale e visitatori, con l’aggiornamento puntuale sui contagi e le ospedalizzazioni (nelle oltre 700 RSA del Piemonte oggi solo il 6,2% è isolato per Covid, 2.062 su oltre 34 mila ospiti, e solo lo 0,2% è ospedalizzato a causa del Coronavirus, 66 persone. Dimezzato anche il tasso di mortalità (per il Covid o altre patologie) sceso dall’1,35% del 2020 allo 0,65% attuale.

“Si è accesa  una luce su un settore straordinario del Piemonte  del quale m ancava una visione complessiva – ha detto il presidente Cirio – .  Ora b isogna continuare così  prestando la m assima attenzione ai nostri anziani  e alle altre persone fragili che si trovano nelle strutture residenziali”.

La piattaforma consente in tempo reale l’individuazione delle principali criticità, incluse  eventuali carenze di personale, e grazie al contatto diretto con le direzioni delle strutture che collaborano costantemente  al fianco della Regione è possibile attivare immediatamente  gli interventi per risolverle. Lo testimoniano i  numeri:  oltre 15.000 telefonate di monitoraggio sanitario a assistenza e  650 verbali di ispezione dalle Commissioni di valutazione, accanto alla distribuzione alle strutture da parte dell’Unità di crisi della Regione di  oltre 3,2 milioni di test rapidi antigenici e 4,4 milioni di dispositivi di protezione individuale per un valore complessivo di 5,7 milioni di euro, con la collaborazione  preziosa di 350 volontari della Protezione civile che hanno percorso 370.000 km con 149 mezzi per la consegna dei materiali .

L’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino ha ricordato “l’assunzione di oltre 3.000 operatori che oggi stanno partecipando ai corsi per ottenere la qualifica di operatore socio-sanitario, per garantire la massima cura agli anziani e sostenere il sistema. La Regione sta anche  lavorando a un voucher per far scegliere  alle famiglie  dove  far  accudire i propri cari ” .

L’ANDAMENTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE

Ad oggi in Piemonte ha completato il ciclo vaccinale il 95,4% dei quasi 3,7 milioni di aderenti (l’83,5% dei 4,2 milioni che compongono la platea complessiva). I non aderenti sono 385.000, tra i quali figurano 113.000 over50 e 115.000 bambini tra 5 e 11 anni, mentre i non vaccinati immunizzati naturalmente perché hanno avuto il Covid negli ultimi 6 mesi e che potrebbero non aderire al momento essendo in possesso del Green pass da guarigione sono 146.000 in tutto, tra i quali 33.000 over50 e 42.000 nella fascia 5-11 anni.

Dai dati della Fondazione Gimbe, aggiornati al 18 febbraio, il Piemonte si conferma ai primi posti per numero di terze dosi già somministrate (oltre 2,7 milioni) alla popolazione che ha maturato i tempi per ricevere il richiamo booster.

DA MERCOLEDÌ LE ADESIONI PER NOVAVAX

Nei prossimi giorni dovrebbero arrivare in Piemonte circa 60.000 dosi di vaccino Novavax. Coloro che desiderano riceverlo potranno, a partire da mercoledì, manifestare la preadesione collegandosi a www.ilPiemontetivaccina.it.

“Per questo vaccino c’è molta richiesta  perché riscontra molta attenzione da coloro che non hanno ancora aderito alla vaccinazione contro il Covid. Il nostro obiettivo – ha detto il presidente Cirio – è andare incontro a tutti purché si vaccinino, senza obbligarli ma mettendoli in condizioni di farlo subito, liberamente, quando lo vorranno”.

QUARTA DOSE PER GLI IMMUNODEPRESSI

Il Piemonte, dal 1° marzo secondo quanto comunicato oggi dalla Struttura commissariale del generale Figliuolo, è pronto per la somministrazione della dose booster alle persone immunodepresse che hanno già completato, con due dosi più una addizionale, il ciclo vaccinale primario.

“Noi siamo prontissimi a fare ciò che il Governo ci chiede – ha precisato il presidente Cirio – Mi auguro solo che ci sia chiarezza: ne abbiamo bisogno per noi, che siamo operativi e pronti per andare avanti, e per i cittadini, che devono avere certezze e informazioni molto chiare e fondate dalla comunità scientifica nazionale”.

Avetta – Rossi (Pd): “Affrontare con urgenza la crisi ecologica.

 “Basta incoerenze: serve un cambio di passo della maggioranza e della Giunta. Pronta una proposta di legge sulla partecipazione dei cittadini”

21 febbraio 2022 – Si è tenuto oggi il Consiglio regionale aperto finalizzato a aprire un confronto con tutti i soggetti interessati su misure e interventi concreti sullo stato di emergenza eco-climatica e raggiungere l’obiettivo dell’Ue della riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030.

“Il Consiglio aperto di oggi ha rappresentato una grande opportunità di ascolto e di apprendimento per i decisori politici regionali e spiace che una parte della maggioranza abbia ancora un approccio negazionista e relativista rispetto al problema. Occorre, invece, superare il livello della propaganda e agire di conseguenza” afferma il Consigliere regionale Domenico Rossi.

“Nel corso della discussione è emerso con chiarezza – aggiunge il consigliere Dem – come l’emergenza non sia climatica, ma ecologica. La posta in gioco non è il rispetto dell’ambiente, ma la sopravvivenza della specie umana. Sono tante le cose da fare con urgenza, ma vanno inserite in una comprensione del fenomeno che deve partire dalla revisione del rapporto che abbiamo con l’ambiente circostante e con i nostri simili: non più contro, ma interdipendenti, come ci ha insegnato la pandemia. Ci si evolve e ci si salva solo insieme. Vale per l’ambiente, ma vale anche per la crisi sociale”.

Purtroppo però il Consiglio regionale aperto ha registrato ancora una volta la più totale incoerenza della Giunta Cirio tra ciò che dice e ciò che fa. “Oggi discutiamo di emergenza ambientale e domani affronteremo una legge in materia urbanistica che apre ad un’edilizia selvaggia, con buona pace delle tante belle parole sul consumo del suolo. Oggi discutiamo di futuristici treni all’idrogeno e da domani torneremo a parlare, in Commissione Trasporti, di vecchie linee ferroviarie sospese. Siamo perfettamente al corrente e ce l’ha ripetuto più volte l’Assessore Gabusi, che la Giunta Cirio non ha previsto a bilancio nemmeno le risorse per garantire le linee oggi attive, altro che aprirne di nuove!” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Alberto Avetta. “Nel frattempo in Emilia Romagna l’età media dei treni è scesa a 1 anno e da noi resta vicina ai 20 anni. In queste condizioni come pensiamo di convincere i piemontesi a utilizzare il treno? Come pensiamo di convincerli a rispettare le regole di pianificazione urbanistica quando di fatto facciamo leggi di principio e poi, con la scusa della semplificazione, introduciamo deroghe edilizie anche per le zone alluvionabili? Tutto questo è davvero paradossale!” prosegue il rappresentante Dem.

“E’ giunto il tempo di un cambio di rotta radicale che metta al centro dell’azione della Regione la riduzione delle emissioni climalteranti, lo stop del consumo di suolo e la sua rigenerazione, la promozione di un passaggio all’economia circolare, la difesa della biodiversità e la lotta alle diseguaglianze” concludono Rossi e Avetta, sottolineando che: “Le risorse del PNRR non devono essere utilizzate per svuotare i cassetti di vecchi progetti, ma aiutare il Piemonte ad essere all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Analogamente è necessario rendere strutturale l’ascolto e la partecipazione dei cittadini e proprio su quest’ultimo aspetto il gruppo del PD presenterà una proposta di legge nei prossimi giorni ispirata al principio delle assemblee deliberanti”.