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Venerdì 25 febbraio 2022, il Direttivo Regionale del Piemonte del Partito Liberale Italiano ha inviato un telegramma al Console Onorario della Repubblica Ucraina a Torino Dottor Dario Arrigotti:
“I liberali condannano senza alcuna attenuante l’attacco russo all’Ucraina: è un atto criminale ed ingiustificato che esecriamo.
Esprimiamo amicizia e solidarietà agli Ucraini, con l’auspicio che possano presto vivere in Pace e Libertà.”
Nella serata di ieri una donna è morta dopo essere stata investita da un’auto sulla circonvallazione di Caluso, nelle vicinanze di un hotel. La strada in quel tratto è poco illuminata e forse lei stava attraversando quando è stata travolta da una Mercedes il cui conducente si è fermato e ha chiamato i soccorsi. Ma per la donna non c’è stato più nulla da fare. La dinamica dell’incidente è all’attenzione dei carabinieri di Chivasso.
Asti, i carabinieri stroncano un’associazione dedita al riciclaggio di oro e preziosi con un’operazione che ha coinvolto anche le Province di Torino, Pavia, Alessandria e Piacenza. Sei arresti un milione di euro e 37 chili d’oro sequestrati
Persone assolutamente anonime che vivevano in case senza alcun lusso, guidavano utilitarie normalissime, vestivano abiti normali, con un taglio di capelli come tanti altri, insomma persone come se ne incontrano decine per strada, in un ufficio, sul tram ogni giorno. Ma, pur essendo nulla facenti, avevano a disposizione una quantità enorme di denaro e di oggetti preziosi in oro e di argento. Nella mattinata di venerdì sei persone, cinque uomini e una donna, tutti di età matura, sono finiti nei guai con la giustizia, destinatari di un provvedimento cautelare della Procura della Repubblica di Asti che ha ipotizzato il reato di associazione per delinquere dedita al riciclaggio di oro, con un giro che andava dal Nord Italia alla Svizzera. L’indagine che ha portato in carcere quattro persone e le rimanenti due agli arresti domiciliari – mentre c’è anche un filone aperto dalla Polizia Cantonale e dell’autorità giudiziaria elvetica – era nata ad Asti nel settembre del 2021 e si è focalizzata in particolare, ed in prevalenza, su persone della comunità sinti dimoranti nelle Province di Asti, Pavia, Torino, ma ha interessato anche Alessandria e Piacenza. Nella mattinata ei sabato il comandante provinciale dei carabinieri di Asti, Pierantonio Breda, il comandante del Reparto operativo, tenente colonnello Vittorio Baldo ed il maggiore Alessio Gallucci, in un incontro con gli organi di informazione hanno reso noto gli esiti dell’operazione ed il meccanismo criminoso scoperto.
Complessivamente sono stati sequestrati un milione di euro in contanti, 37 chili d’oro (del valore di due milioni di euro) e 15 pistole oggetto di furto, oltre ad un quantitativo di argento, 1500 proiettili, due moto di ingente valore e biciclette di pregio, frutto di furti compiuti prevalentemente in Piemonte ed in Lombardia, non compiuti dagli arrestati. L’oro ed i metalli preziosi, secondo quanto accertato dagli investigatori dell’Arma, arrivavano al sestetto attraverso ricettatori, poi si provvedeva a fonderli in Italia per trasformarli in lingotti più facilmente occultabili e trasferirli, a bordo di normalissime auto, in Svizzera dove, in accordo con altri due soggetti residenti in territorio elvetico, il metallo prezioso veniva rivenduto. Insomma uno scambio tra ricettatori tra ricettatori di alto profilo e ricettatori di massimo profilo (il sestetto nei guai con la giustizia) con i destinatari in Svizzera a collocare il materiale illecito. I soldi e l’oro sequestrati sono stati rinvenuti a San Giusto Canavese all’interno di un garage, più precisamente nel cofano di un’auto che, a prima vista, sembrava abbandonata, mentre le pistole erano state occultate in un deposito non facilmente identificabile nella città di Alessandria. I carabinieri sono già al lavoro per restituire, ove possibile, la refurtiva (ci sono targhe, medagliette ricordo, fedi nuziali e le pistole non sono state manomesse) ai legittimi proprietari. Complessivamente le consegne di metallo prezioso, uno o due viaggi alla settimana, ammontano ad un peso complessivo di circa 100 chili d’oro per un valore intorno ai cinque milioni di euro.
Massimo Iaretti
Domenica 27 febbraio, dalle ore 14,30camminata in maschera lungo la via Francigena alla scoperta della simbologia degli animali
La Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso per Carnevale unisce la tradizione sacra a quella profana, l’arte e la cura attraverso un percorso iniziato il 23 gennaio, nel giorno di Sant’Antonio Abate dedicato per tradizione alla benedizione degli animali, che si conclude il 27 febbraio con una visita guidata, dalla 14,30, alla scoperta dei temi del Carnevale nel Medioevo alla Precettoria e una camminata in maschera, alle 16, lungo un tratto della via Francigena.
Le maschere, ispirate agli animali e alla natura, sono state realizzate nel corso del laboratorio online di creazione contemporanea e arteterapia, a cura di Serena Fumero ed Elena Maria Olivero, organizzato dai servizi didattici di Ranverso in collaborazione con “È, arte, formazione e cura”.
Una maschera nasconde per rivelare: inventando la propria si possono esprimere parti profonde di noi stessi. Artificio, stranezza, rovesciamento delle consuetudini: una maschera può mostrare l’anima più autentica di ciascuno proprio grazie alla sua eccezionalità e alla sua capacità di comunicare simbolicamente in modo immediato ed accessibile.
INFO
Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso
Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)
Costo: 5 euro + biglietto di ingresso (intero 5 euro, ridotto 4 euro)
Ridotto per under 18, over 65, gruppi (min. 15 persone)
Gratuito per under 6 e possessori di Abbonamento Musei
Info: 011 9367450 ranverso@ordinemauriziano.it
Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche condividono la grande preoccupazione in merito al drammatico conflitto in Ucraina. I quattro Atenei sono parte del Network delle Università per la Pace ed esprimono la più ferma condanna nei confronti dell’uso della violenza e della guerra.
Gli Atenei si associano all’appello del Segretario generale delle Nazioni Unite del 23 febbraio 2022 sul rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, sulla necessità di stabilire il cessate il fuoco e di intraprendere la via del dialogo e del negoziato. Le Università piemontesi guardano a tutte le persone e le istituzioni colpite in modo drammatico in queste ore e ne condividono profondamente il dolore.
“Ci auguriamo – sottolineano congiuntamente – che questo conflitto possa concludersi al più presto e ci stiamo adoperando per trasformare la nostra preoccupazione in azioni concrete. Ci stiamo attivando per offrire accoglienza a colleghi e colleghe colpiti dal conflitto e per consentire loro di lavorare in un ambiente sicuro e ci stiamo impegnando per sostenere allo stesso modo studenti e studentesse vittime della guerra”.
Per tutto il mese di marzo 2022, nelle giornate di mercoledì e giovedì, dalle 9 alle 13, due classi prime della secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo Gaetano Salvemini vivranno Palazzo Madama come ambiente didattico di riferimento: l’aula si trasferirà in museo, dove gli insegnanti saranno chiamati a servirsi delle collezioni e degli ambienti del palazzo per consolidare competenze e attivare nuovi percorsi di apprendimento.
La classe avrà a disposizione un ambiente riservato, ma svolgerà molti momenti dell’attività didattica anche negli spazi del museo che gli insegnanti avranno individuato come imprescindibili per le loro lezioni.
Nel progettare i contenuti si è volutamente deciso di non concentrare l’attenzione sulle arti figurative, uno degli elementi identitari e più espliciti del palazzo, ma di utilizzare il contesto artistico per affrontare, quasi in una dissonanza cognitiva assai più stimolante e interdisciplinare, argomenti come il calcolo e lo spazio (aritmetica, geometria e geografia), il ritmo (musica e lingua) e la vita animale e vegetale (scienze), che potrà essere studiata attraverso le opere del museo e il Giardino Botanico Medievale, collocato nel fossato del castello. Percorsi storico-letterari avvicineranno gli allievi alla quotidianità contestualizzata in epoche molto lontane, affinché la storia non sia solo eventi e date, ma sia la storia di uomini e donne chiamati ad affrontare le sfide e difficoltà di ogni giorno e a sviluppare, contemporaneamente, nuove abilità e idee.
La classe 1A lavorerà sulle discipline di Italiano, Storia e Musica, attraverso un modulo didattico incentrato sul Viaggio nel Tempo che prenderà spunto dalle ceramiche, per accompagnare gli alunni in un percorso di conoscenza dei viaggi mercantili delle popolazioni orientali e degli incontri culturali, sottolineando come da sempre gli uomini siano disposti al reciproco arricchimento e scambio di conoscenze e idee. Il docente di musica darà poi vita a un’attività di sensibilizzazione ed espressione corporea, in un viaggio che diventa un percorso attraverso le proprie emozioni.
La classe 1F affronterà le discipline di Italiano, Storia, Scienze, Tecnologia, attraverso il modulo didattico intitolato Castelli e Castellani. Il percorso proposto a questa classe riguarda il poema cavalleresco, la sua evoluzione nel corso del Quattro-Cinquecento e il contesto storico, architettonico e ambientale in cui è inserito. Tale percorso si snoderà attraverso le sale, gli oggetti in esse custoditi e il Giardino Botanico, che faranno da cornice e contemporaneamente da supporto ai contenuti didattici e agli obiettivi previsti. Attraverso attività di osservazione del contesto e dei materiali, di ascolto e di lettura espressiva, gli alunni saranno accompagnati a individuare le caratteristiche della società in cui è nato il poema epico, ad analizzare la tipologia architettonica e strutturale dell’edificio e la sua stratificazione temporale e a riconoscere e imparare a prendersi cura degli spazi verdi adiacenti alla struttura stessa e del giardino botanico di Palazzo Madama.
Attraverso questa esperienza innovativa di apprendimento di contenuti didattici, i docenti intendono valorizzare le conoscenze degli alunni per ancorarvi nuovi contenuti, favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuovere il gusto per la ricerca anche attraverso interventi adeguati nei riguardi della diversità.
Oltre all’ospitalità e alla co-progettazione dei contenuti, Palazzo Madama interagirà con la classe attraverso un laboratorio tematico gestito dai suoi Servizi Educativi, che andrà a rafforzare gli argomenti condotti dagli insegnanti in aula; a seconda delle tematiche che saranno trattate nelle settimane di permanenza in museo, i conservatori potranno mettere a disposizione alcune opere normalmente a deposito, in modo da consentire una osservazione diretta e favorire una comprensione globale della materialità dell’oggetto – molto utile per l’ambito disciplinare della Tecnologia – con le spiegazioni del personale scientifico, che quotidianamente si prende cura delle collezioni.
Il progetto ha preso avvio nell’autunno del 2021, individuando nella formazione docenti il nucleo prioritario per affrontare le sfide legate alle modalità di apprendimento e ai nuovi e impellenti bisogni di studenti e studentesse: 54 insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado hanno partecipato tra ottobre e dicembre 2021 a cinque moduli formativi, che sono stati sviluppati attraverso incontri in digitale e in presenza a scuola, esercitazioni pratiche con visita al museo e al Giardino Botanico Medievale di Palazzo Madama. L’obiettivo era invitare i docenti a riscoprire Palazzo Madama come nucleo fondante della città e a valutarlo come possibile scenario educativo dalle numerose e variegate sfaccettature.
Nell’ambito del progetto Dirittibus del Museo Diffuso della Resistenza, i Servizi Educativi di Palazzo Madama hanno inoltre sperimentato con una classe della primaria e con la cittadinanza un’attività fuori dalle mura del museo, che si è svolta il 30 ottobre 2021 nei giardini Emilio Pugno, a pochi passi dalla scuola Salvemini: una prima emozionante occasione di incontro con il territorio della Circoscrizione 2.
A seguito di questa fase preparatoria, nei mesi successivi si è inteso attuare le indicazioni del Ministero dell’Istruzione che, fin dal Piano Scuola del 26 giugno 2020, ha individuato nel “Patto Educativo di Comunità” una manifestazione dei principi costituzionali di solidarietà (articolo 2), comunanza di interessi (articolo 43) e sussidiarietà orizzontale (articolo 118, comma 4) e ha invitato le scuole ad avvalersi del capitale sociale espresso da realtà presenti sul territorio – culturali, educative, artistiche, ricreative, sportive, parti sociali, produttive, terzo settore – per arricchirsi dal punto di vista formativo ed educativo e per applicare tutte le misure di prevenzione, contenimento e contrasto alla diffusione del SARS-CoV-2.
Anche i 9 chilometri circa, che separano la scuola da Palazzo Madama e che le classi percorreranno ogni mattina utilizzando i mezzi pubblici, saranno occasione di riflessione per indagare la struttura e le trasformazioni della città.
Il progetto ha ottenuto il Patrocinio della Circoscrizione 2, nella quale l’istituto scolastico ha sede e con la quale collabora attivamente per rendere la scuola sempre più aperta al territorio e attenta alle sue esigenze.
Calendario e classi coinvolte (mercoledì e giovedì): tutti studenti minori di 12 anni
Classe 1a A plesso Colombo: 2, 3, 9, 10 marzo 2022
Classe 1F plesso Castello di Mirafiori: 16, 17, 23, 24 marzo 2022
Orario svolgimento attività
ore 8.00 partenza da scuola
ore 9-13 scuola in museo
ore 13 rientro a scuola (arrivo previsto ore 14)
Accogliamo con soddisfazione, come Moderati in Consiglio Regionale del Piemonte, la notizia del finanziamento per la seconda linea di metropolitana a Torino.
Con il miliardo e duecento milioni di euro che il MIT metterà a disposizione del Comune di Torino si potrà cambiare volto alla mobilità cittadina, realizzando un’infrastruttura strategica quale sarà la tratta Rebaudengo-Politecnico della Metro 2. Il ritorno di Torino e dell’intero Piemonte a un ruolo da protagonisti a livello nazionale e internazionale, da “capitale” europea, passa anche attraverso una migliore connessione e sostenibilità del trasporto. I quartieri attraversati dalla Linea 2 si scopriranno a loro volta, a intervento completato, riqualificati e meglio connessi con il centro cittadino.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
Fino al 12 giugno
Artista, scrittore, poeta, saggista, fra gli esponenti più singolari dell’arte concettuale italiana (collabora con Enrico Castellani e Piero Manzoni alle attività della Galleria “Azimut” aperta nel 1959 a Milano), a Vincenzo Agnetti (Milano, 1926 – 1981) la “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di Torino dedica, negli spazi della “Videoteca”, il quinto appuntamento del ciclo espositivo nato dalla collaborazione con l’“Archivio Storico della Biennale di Venezia” e volto a testimoniare la stagione iniziale del video d’artista italiano fra gli anni Sessanta e Settanta. A cura di Elena Volpato, l’esposizione affronta attraverso poche ma “irrinunciabili” opere, il rapporto assai complesso e complicato dell’artista con il “mestiere del fare arte” nonché un aspetto centrale del suo lavoro: “la sostituzione tra parola e numero – spiega la Volpato – come ultimo grado di analisi critica e azzeramento del linguaggio”. Tema rompicapo che emerge nei suoi lavori a partire dal 1968 con la realizzazione della “Macchina drogata”, una calcolatrice che traduce i numeri digitati in sequenze di lettere che vanno liberamente a combinarsi fra loro senza alcun significato. Del resto, bisogna dire che tutta la sua produzione “manifesta” si è sviluppata in poco di quindici anni, dal 1967 al 1981, sperimentando vari “media”, dalla fotografia al video, dalla performance alle registrazioni vocali via via fino ai testi a stampa. Delle opere precedenti, quelle che Agnetti definiva “pre-artistiche” non s’ha conoscenza; sparite, in quel periodo di “liquidazionismo” o “arte no” (rifiuto di dipingere) che va dal 1962 al 1967 (anno della sua prima personale, “Principia”, al “Palazzo dei Diamanti” a Ferrara) quando l’artista si trasferisce in Argentina per lavorare nel campo dell’automazione elettronica. Dal ’67-‘68 in poi, al ritorno a Milano, la sua ricerca – sulla via dell’azzeramento di ogni strutturato sistema culturale e nella convinzione di un’univoca, similare ambiguità di parole e numeri – si volgerà caparbiamente alla tentata utopica acquisizione di un linguaggio universale. Nell’esposizione di un’opera della serie “Assiomi”, realizzata nel 1969, Agnetti mostra sotto una sequenza di lettere rovesciate ed elevate a diversi valori numerici, una frase incisa, ben chiara: “Quando le parole si elevano a valori di numeri i numeri valgono le parole”. Come dire: l’uno e l’altro codice, lettere e numeri, si trovano in posizione di simmetrico rispecchiamento, visivo e concettuale. “Se sussiste – sottolinea la Volpato – una promessa di intensità, un sentore di dimenticato fondamento, può trovarsi solo nello spazio tra di loro, in quel
nero compatto della bachelite che sembra arretrare nel tempo, come volesse sottrarsi alla funzione di supporto agli instabili segni bianchi. Il nero che occupa il centro e la maggior estensione dell’opera è una delle molteplici forme di quel vuoto attorno al quale si raduna tutta l’intelligenza dell’opera di Agnetti. Un vuoto nato dal voluto collasso di tutti i linguaggi e tuttavia aperto alla ricerca di qualcosa, forse un’eco, un rimbombo sonoro che abbia a che fare con l’interiorità del senso e non con la formulazione di un significato”. Il tema della permutabilità di parole e numeri giunge a compiuta espressione nel 1973, anno di realizzazione del video presentato in mostra, “Documentario N.2”, dove, nell’arco di pochi minuti si assiste al passaggio dalla messa in scena dei più tipici e scolastici codici del linguaggio documentario all’ermetico prodursi della voce dell’artista che pronuncia un discorso fatto unicamente di numeri e diverse intonazioni espressive, mentre le immagini passano dalla ripresa fissa di una sequenza numerica trasformata in pattern visivo allo schermo nero, al buio che è anche interruzione-azzeramento di suoni. Il 1973 è pure l’anno di realizzazione di “Frammento di Tavola di Dario tradotto in tutte le lingue”, dove si trova l’evocazione di un passato remoto presentato con i caratteri della scrittura cuneiforme per confrontarsi con una sequenza numerica, linguaggio del presente tecnologico. “La linea di confine tra l’una e l’altra immagine è uno iato nel tempo che rende ancor più profondo l’evidente tradimento che si nasconde nella promessa di una traduzione universale. L’opera nella sua semplice ieraticità è la rovesciata ‘Stele di Rosetta’ che l’artista ci consegna per scardinare di ogni passato e futuro linguaggio la presunzione illusoria di possedere le chiavi del significato”.
Gianni Milani
Vincenzo Agnetti
“VideotecaGAM”, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it
Fino al 12 giugno
Orari: dal mart. alla dom. 10/18. Chiuso il lunedì
Nelle foto:
– “Assiomi”, 1969
– “Documentario N. 2”, video b/n, mono, 8’24’’
– “Frammento di Tavola di Diario tradotto in tutte le lingue”, fotografie su pannello e scrittura a china, 1973