ilTorinese

Pressione fiscale al 49 per cento, la più alta d’Europa

COMMERCIALISTI 

La categoria in audizione alla Camera sul Def lancia l’allarme sull’incremento del carico fiscale: “Tenere sotto controllo l’aumento del gettito Iva” 

Roma – La pressione fiscale reale italiana, calcolata al netto del sommerso, ha raggiunto ormai il 49%, il livello più alto d’Europa. Nel 2019 era al 48,2%. Il dato è stato fornito dal Consiglio nazionale di commercialisti nel corso di un’audizione sul Def svoltasi presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Stante l’elevata quota di economia sommersa e illegale in Italia – hanno spiegato Tommaso Di Nardo e Pasquale Saggese, ricercatori della Fondazione nazionale della categoria- la pressione fiscale reale, il sacrificio cioè realmente imposto alla collettività che opera nell’economia emersa, è di gran lunga più elevato di quello ufficialmente registrato dall’Istat per tutta l’economia. La contabilizzazione da parte dell’Istat di una consistente quota di economia sommersa ed illegale nel Pil, pari per il 2019 a 203 miliardi di euro, l’11,3% del Pil, determina un livello particolarmente elevato della pressione fiscale reale, pari nel 2019 al 48,2%”.

Pur non essendo ancora disponibili le stime Istat dell’economia sommersa per il 2020 e il 2021, i commercialisti hanno sostenuto che, “alla luce dell’incremento della pressione fiscale ufficiale, è comunque possibile ritenere che la pressione fiscale reale si sia incrementata di pari passo. Mantenendo costante la quota di economia sommersa all’11,3% del Pil nominale, come rilevato dall’Istat per il 2019, la pressione fiscale reale nel 2021 raggiunge il 49% del Pil emerso, portando l’Italia al primo posto in Europa”.

“Per il 2022 e per gli anni successivi – hanno proseguito – il DEF prevede una riduzione della pressione fiscale essenzialmente dovuta alla revisione dell’Irpef operata nella legge di bilancio 2022 e all’abolizione dell’Irap per le attività di impresa e lavoro autonomo svolte in forma individuale”. Per il sostegno alla ripresa economica, sarebbe secondo i commercialisti “fondamentale ridurre la pressione fiscale che grava sulle famiglie che, negli ultimi anni, è sempre aumentata. Nonostante gli interventi volti alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, il livello complessivo del gettito tributario imputabile alle famiglie è quello che ha subito l’effetto maggiore dello shock fiscale 2012-2013 anche per effetto di una tassazione immobiliare particolarmente elevata a cui si aggiunge l’incremento della fiscalità locale che, anche per compensare il venir meno dei trasferimenti statali, è cresciuto progressivamente seppure in maniera ampiamente differenziata sui territori”.

I rappresentanti della categoria hanno poi sottolineato come “l’evidente incremento del gettito delle imposte indirette trainato dall’Iva e generato in larga misura dall’importante crescita dell’inflazione, si abbatte sulle famiglie italiane contribuendo ad appesantire ancora di più il carico fiscale complessivo. Pertanto – hanno concluso – sarebbe auspicabile tenere sotto controllo il gettito Iva che sta alla base della lievitazione della pressione fiscale indiretta dell’ultimo anno, ed eventualmente, laddove le condizioni del quadro macroeconomico e di finanza pubblica lo permettessero, compatibilmente con la normativa europea, adottare opportuni provvedimenti di sterilizzazione dell’aumento del gettito Iva”.

Dalla Regione accesso ai finanziamenti per le realtà sportive

Una convenzione stipulata tra Regione Piemonte, Finpiemonte e Istituto per il Credito sportivo si propone di agevolare l’accesso ai finanziamenti di tutte le realtà sportive che desiderano effettuare investimenti utili per programmare l’attività, ammodernare ed efficientare gli impianti, acquistare aree utilizzate o attrezzature.

Per creare questo canale l’Istituto per il Credito Sportivo ha deciso di destinare al Piemonte 50 milioni di euro. L’accesso sarà riservato esclusivamente alle associazioni sportive piemontesi e, parallelamente all’erogazione dei fondi, comprenderà anche l’affiancamento di professionisti del settore che offriranno la loro consulenza ai soggetti richiedenti. L’Istituto si impegna ad offrire, tramite proprio personale, attività informativa sulle caratteristiche dei finanziamenti e delle procedure ai soggetti interessati, anche con la presenza di sportelli informativi presso la Regione. Inoltre, si renderà disponibile per attività di consulenza specialistica, direttamente o mediante consulenti indipendenti, finalizzata alle verifiche preliminari di sostenibilità finanziaria, alla funzionalità tecnico-progettuale, compresi gli aspetti relativi all’efficientamento energetico.

“Giardiniera Reale”, espone Corrado Porchietti 

In mostra presso l’Associazione Lucana Carlo Levi e la Fondazione Giorgio Amendola 

L’opera di Corrado Porchietti è protagonista della mostra ospitata dal 21 aprile al 10 maggio prossimo presso la Sala Mostre dell’Associazione Lucana Carlo Levi e della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52 a Torino. 

Dal 4 al 27 maggio prossimo la personale sarà ospitata presso il Circolo degli Artisti di Torino “Giardiniera Reale”, in corso San Maurizio 6, sempre a Torino.

L’esposizione comprende ventiquattro lavori dell’artista: un allestimento e una raccolta capaci di tracciare le diverse caratteristiche del suo percorso creativo, il cui linguaggio figurativo si pone costantemente in bilico tra commedia e tragedia e carico di colore, quale cifra stilistica della narrazione. La sua capacità e la sua perizia si sono andate affinando in seguito agli studi compiuti presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e presso la scuola del maestro Piero Martina.

Corrado Porchietti, nato a Savigliano nel 1950 e torinese di adozione, oltre che artista, è stato docente al liceo artistico “Renato Cottini” di Torino e ha realizzato lavori anche di grandi dimensioni, tra cui quello intitolato “Porchietteria”, presente in mostra: un trittico di tre metri e sessanta di base per due di altezza.

I suoi dipinti trasmettono la complessità della vicenda umana e artistica di un pittore il cui rapporto non è stato sempre facile sia con la realtà circostante sia con se stesso.

Corrado Porchietti vede in Felice Casorati e Nino Aimone, con i quali ha anche avuto un sincero e stretto rapporto amicale, due dei suoi principali riferimenti; nel corso del tempo ha, inoltre, raccoltosuggestioni dall’oggettività fisica e metafisica e dall’espressionismo, in particolare di matrice nordica, ma è stato anche capace di attingere alle forme popolari della comunicazione visiva, con una propensione naturale verso il racconto immediato di storie a tratti assurde, ma molto vere.

C’è spesso negli oggetti che compaiono sulle sue tele un chiaro significato ironico e, tra i dettagli, ecco talvolta comparire lumi tondi e tegamini, farfalle, libri, scacchiere e modellini di automobili. Sulla tela questi oggetti assumono un forte valore simbolico, a sottolineare come i confini tra realtà e finzione siano labili e non semplici da cogliere.

Con il passare del tempo, anche se gli oggetti hanno continuato a costituire un elemento determinante delle sue composizioni.  A questo proposito basti fare un confronto tra i lavori dell’ultimo quinquennio e alcune opere e acrilici dell’artista risalenti agli anni Ottanta, raffiguranti interni piuttosto elaborati e ricchi di ogni genere di accessori. Le tonalità sono mutate, divenendo da sgargianti a più fumose, pur rimanendo squarciare da lampi di acceso colore, quali il rosso, l’arancio, il verde limone.

Ogni opera di Porchietti pare sempre sorprendere nel suo voler essere, in qualche maniera, un’allegoria, un racconto travestito da sottile beffa o burla. Protagonisti sono gli oggetti, ma anche le persone, circondate da scenari mutevoli, ma sempre legati da strette corrispondenze cromatiche. Frequentemente l’artista ricorre nell’opera di questo artista anche la figura femminile, come quel misto di alchimia, dove sogno e mistero si fondono perfettamente.

MARA MARTELLOTTA

15 aprile 1912, l’affondamento del Titanic

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A cura di crp Medium

Tra le vittime anche tredici piemontesi

di Marco Travaglini

La prima classe costa mille lire,la seconda cento,la terza dolore e spavento;e puzza di sudore dal boccaporto,e odore di mare morto…E gira, gira, gira l’elica.. e gira, gira che piove e nevica per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America”.

16 aprile 1912, la notizia sui giornali

Francesco De Gregori nel suo “Titanic”, ottavo album da cantautore, narrò in musica il triste viaggio dell’arcinota nave passeggeri britannica che affondò nelle gelide acque dell’oceano Atlantico dopo la collisione con un iceberg. Un disco memorabile, molto bello che propose attraverso la storia del Titanic un’amara e sarcastica metafora di un’umanità divisa in classi che si dirige verso il disastro. La storia vera e sventurata del Titanic trovò il suo tragico epilogo nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 aprile 1912 con il tremendo impatto e il conseguente affondamento in una apocalittica sequenza:la massa dell’iceberg come uno spettro bianco nel buio della notte, il violento impatto e l’incontenibile avanzata dell’acqua nello scafo sventrato.

Domenica del Corriere, 1912. Il naufragio del Titanic

Erano le 23.40 e il supertransatlantico, salpato il 10 aprile dal porto britannico di Southampton nella contea dell’Hampshire per il suo viaggio inaugurale, si trovava quattrocento miglia a sudest della costa di Cape Race sull’isola canadese di Terranova. E’ lì che la nave più grande del mondo in quell’epoca si scontrò con l’enorme massa di ghiaccio. La vedetta Frederick Fleet l’avvistò quando era ormai a una distanza di mezzo chilometro, più o meno due volte la lunghezza dello scafo. Gridò allarmato “Iceberg di prua, signore!” e il primo ufficiale William M.Murdoch ordinò subito il timone “tutto a dritta” e le macchine “indietro a tutta forza”.

Il libro di Claudio Bossi

Ma era tardi e la repentina virata a sinistra si rivelò inutile. Trentasette secondi dopo l’avvistamento avvenne l’urto a prua, sulla fiancata destra della nave e più di un terzo dei sedici compartimenti stagni rimasero danneggiati. A una profondità di sei metri la nave iniziò ad imbarcare acqua e in poche ore quello che si credeva un colosso inaffondabile si spaccò in due, inabissandosi per sempre sul fondo dell’oceano.

Il varo del Titanic

Fu un colpo terribile al mito dell’infallibilità del progresso della scienza e della tecnica e molti vi intravidero il De profundis del sogno della Belle Époque prima ancora che la Grande guerra mandasse definitivamente in frantumi l’illusione di un nuovo secolo segnato da pace e benessere. La costruzione del Titanic aveva rappresentato il guanto di sfida lanciato dalla compagnia navale britannica White Star Line ai rivali della Cunard Line che in quegli anni dominavano le rotte oceaniche con i transatlantici Lusitania e Mauretania.

L’iceberg che affondò il Titanic, immortalato dal marinaio ceco Stephan Rehorek il 20 aprile 1912

La nuova nave, completata in tre anni nei cantieri Harland and Wolff di Belfast e costata 7,5 milioni di dollari (equivalenti a più di 160 milioni di dollari di oggi), lunga 269 metri e larga 28, aveva una stazza complessiva di 46.328 tonnellate. Dotata di un motore a vapore alimentato da 29 caldaie venne salutata come un “gioiello di tecnologia e di sicurezza”, al punto da ritenerla “praticamente inaffondabile”. Per il primo viaggio venne stabilita la rotta da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown. Preceduto il nome dalla sigla RMS (che indicava la funzione di servizio postale), il Titanic iniziò la navigazione mercoledì 10 aprile 1912. A bordo 1.423 passeggeri più 800 unità di equipaggio agli ordini del capitano Edward John Smith. Tra questi anche 37 italiani, la maggior parte dei quali lavorava come personale del ristorante. Le cabine erano divise in tre classi ( come sintetizzato bene nella canzone di De Gregori). Nella prima, la più lussuosa e costosa (il biglietto costava 4.350 dollari pari a oltre 80mila odierni dollari statunitensi) si accomodarono esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia dell’epoca, come il milionario Jacob Astor IV e l’industriale Benjamin Guggenheim, fratello del titolare dell’omonima fondazione artistica. Nella seconda presero posto gli appartenenti alla classe media.

Una cartolina sul Titanic

L’ultima si riempì di emigranti che con un biglietto da 32 dollari cercavano fortuna nel “nuovo mondo”. Pare che nella fretta della partenza, rispettando i tempi previsti (sempre una cattiva consigliera, la fretta..) e per alcuni cambi negli ufficiali avvenuti all’ultimo momento, vennero dimenticati i binocoli, costringendo i marinai di vedetta a svolgere a occhio nudo la loro attività. Un elemento che si rivelò fatale nel corso degli eventi. La frenesia di raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile obbligò il mantenimento dei motori costantemente al massimo e la velocità non venne ridotta nemmeno dopo la segnalazione fatta pervenire al capitano Smith, nella tarda mattinata di domenica 14 aprile. L’avvertimento preventivo sulla possibile presenza di ghiaccio sulla rotta del Titanic non venne tenuto nella considerazione necessaria e dieci ore più tardi, nel fitto buio di una notte senza luna, quando le vedette lo avvistarono l’iceberg era ormai di fronte alla nave. A quella distanza e alla velocità di crociera di 20 nodi ( più o meno 37 chilometri all’ora) ogni tentativo di evitare l’impatto si rivelò inefficace. Alle 00.27, compreso che la prua del Titanic stava lentamente affondando, venne lanciato un SOS dal marconista Jack Phillips, raccolto dal piroscafo Carpathia, distante 58 miglia dal luogo dell’impatto. La fase delle operazioni di salvataggio fu drammatica. Le scialuppe a disposizione erano soltanto sedici e ognuna poteva contenere al massimo una sessantina di persone. Vuoi per inesperienza e cattivo coordinamento tra gli ufficiali nel caos del naufragio, in molti casi ne salirono un numero inferiore. Delle 2.223 persone a bordo ne sopravvissero 705, poco più di una su tre. Dei 37 italiani solo 3 degli undici passeggeri si salvarono. Gli altri perirono nelle acque dell’oceano. Tra questi 13 erano piemontesi, quasi tutti alle dipendenze di Gaspare Antonio Pietro “Luigi” Gatti, direttore e gestore del ristorante “A’ la carte” del transatlantico. Quasi tutto il territorio piemontese pianse delle vittime: due erano cuneesi (di Guarene e Roccabruna), quattro del torinese (di Burolo,San Germano Chisone,San Sebastiano Po e Tina, oggi frazione di Vestignè), un astigiano di Canelli e un vercellese di Alice Castello, due alessandrini di Fubine e del capoluogo, tre novaresi di Borgomanero, della città all’ombra della cupola di San Gaudenzio e l’ultimo di Cannobio, a ridosso del confine elvetico sul lago Maggiore. La storia di questi uomini è stata ricostruita dallo storico Claudio Bossi, uno dei massimi esperti sulla vicenda del Titanic, autore di molti libri sull’argomento tra i quali l’importante “Titanic.Storia,leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari”, edito da De Vecchi. Nei giorni immediatamente successivi al naufragio la notizia del disastro scioccò il mondo intero, creando le premesse per una profonda riflessione sull’episodio tant’è che venne convocata la prima conferenza sulla sicurezza delle persone in mare. Il 10 giugno 2001 morì nella molisana Isernia Antonio Martinelli: aveva ottantanove anni ed era ritenuto l’ultimo sopravvissuto del disastro del Titanic. Si era salvato, neonato in fasce, con la madre. Spentasi l’ultima voce a “parlare” sono rimasti migliaia di oggetti recuperati nel tempo, dai piatti al vasellame, dai documenti alla campana della nave. Ma il Titanic non sarà mai recuperabile, destinato a consumarsi lentamente nella silenziosa profondità dell’oceano.

Truffe di finto personale regionale: la Regione non fa visite a domicilio

A seguito di varie segnalazioni arrivate in questi giorni su possibili truffe con telefonate o visite di sedicente personale regionale, la Regione Piemonte informa i cittadini che non sono in corso contatti telefonici o visite a domicilio e in azienda da parte di nessuno dei propri dipendenti per l’acquisizione di informazioni sui contratti delle utenze di luce e gas, né per l’erogazione di bonus o rimborsi, né per tematiche di altro tipo che possono coinvolgere anche realtà aziendali, incluso il presunto aggiornamento dei piani regolatori.
La Regione Piemonte raccomanda quindi a tutti i cittadini di diffidare di proposte, anche similari, e in ogni caso di non rilasciare i propri dati personali e sensibili a sconosciuti.
L’Ente si è già attivato per segnalare gli specifici casi alle autorità competenti.

Trovato in strada con droga, arrestato: tentava di nascondersi in un hotel

L’atteggiamento furtivo ha fatto insospettire gli agenti del commissariato Barriera Milano, i quali, notando che l’uomo alla loro vista cercava riparo in una struttura ricettiva  della zona, lo hanno fermato.

Durante la perquisizione, gli agenti hanno trovato circa 80gr di hashish e della marijuana che l’uomo, un 39enne di origini marocchine già noto agli agenti, aveva occultato tra gli indumenti. Durante i successivi accertamenti, è emerso che il soggetto era già sottoposto ad obbligo di firma giornaliero presso il commissariato “Dora Vanchiglia”.

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Continua con Vinitaly il successo del Timorasso

Ora  ha anche i suoi Ambasciatori

 

Il Consorzio dei Colli Tortonesi nomina i primi tre Ambasciatori del Timorasso e torna dalla 54° edizione del Vinitaly con risultati a dir poco sorprendenti, per presenze e visitatori esteri.

 

Quattro giorni intensi di degustazioni e un’affluenza costante e fuori dalle aspettative. Si è concluso con un grande successo di visite e contatti la partecipazione del Consorzio Colli Tortonesi alla 54° edizione del Vinitaly di Verona.

 

Dopo il grande successo della recente prima edizione di Derthona Due.Zero, siamo stati nuovamente felici di constatare anche al Vinitaly il grandissimo interesse espresso nei confronti del Timorasso” commenta Gian Paolo Repetto, presidente del Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi. “Era stato annunciato come il Vinitaly della ripartenza e l’entusiasmo che ha accompagnato i visitatori che passavano allo stand certifica la grande voglia di ricominciare, nonostante il delicato periodo che stiamo vivendo”.

 

Il banco di assaggio allestito all’interno dello stand del Consorzio ha presentato ogni giorno i vini di diversi produttori, mettendo in degustazione annate differenti conducendo il pubblico, prevalentemente esperto, lungo un percorso di conoscenza del vitigno Timorasso che fosse il più completo possibile. “L’obiettivo era quello di mettere in evidenza il potenziale evolutivo di questo vino, ma allo stesso tempo anche la freschezza che sa regalare in gioventù”.

 

Sono passati operatori italiani, ma anche molti stranieri, tutti favorevolmente colpiti dalle peculiarità distintive di questo vino. “Abbiamo accolto visitatori provenienti da molti paesi, in particolare dalla Scandinavia, dai Paesi Bassi, dal Belgio e dagli USA. Erano tutti molto curiosi e desiderosi approfondire la conoscenza di questo vitigno e del territorio dei Colli Tortonesi”.

 

E a proposito di comunicazione, recentemente durante la prima edizione di Derthona Due.Zero, la manifestazione che ha ospitato anche l’anteprima dedicata ai vini ottenuti da Timorasso, sono stati nominati dal Consorzio anche gli Ambasciatori del Timorasso.

 

Abbiamo deciso di premiare il lavoro e la dedizione di quei professionisti del settore che ogni anno si impegnano a valorizzare e far conoscere il nostro territorio e il suo vitigno simbolo, il Timorasso” continua Gian Paolo Repetto. Per il primo anno abbiamo scelto all’unanimità tre nomi nei confronti dei quali tutti noi produttori nutriamo da tempo riconoscenza per aver deciso, in tempi non sospetti, di credere in una varietà un tempo completamente sconosciuta”.

 

Gli Ambasciatori del Timorasso sono:

 

Massimo Bernaschina, proprietario del ristorante la Curia ad Aqui Terme (AL), un’osteria specializzata in cucina tradizionale piemontese. Nella sua carta dei vini il Timorasso occupa da tempo un ruolo di primo piano, tanto da avergli dedicato una sezione specifica che accoglie più di 15 etichette.

 

Maurizio Menichetti, sommelier e proprietario, insieme alla moglie e chef Valeria Piccini, del ristorante Caino, due stelle Michelin a Montemerano (GR). È stato il primo ristorante in Italia a credere nel Timorasso, inserendolo nella sua carta dei vini già a partire dagli anni ’90.

 

Conrad Mattern, profondo conoscitore del Timorasso, ha creato una azienda e un sito, www.timorasso.de, che importa e distribuisce in Germania esclusivamente questo vino. Il suo listino comprende i vini di oltre 50 aziende, con annate anche molto vecchie e rare.

 

A premiare, a nome del Consorzio, i tre primi Ambasciatori del Timorasso sono stati tre pionieri del territorio e della denominazione, i produttori Walter MassaPaolo Poggio e Andrea Mutti. “Siamo certi che questa iniziativa – conclude il presidente del Consorzio – contribuirà a promuovere sempre più la conoscenza del nostro territorio e del Timorasso”.

Incendio in corso Dante, camper in fiamme

Verso le 20,30 un incendio è divampato sotto il cavalcavia, lungo la ferrovia che taglia corso Dante a Torino. In fiamme un camper parcheggiato nell’area. I vigili del fuoco, intervenuti nel giro di pochi minuti hanno domato  le fiamme. In fase di accertamento le cause del rogo.

(foto:  il Torinese)

Da Torino al Ponente ligure 18 treni in più

Tutti i fine settimana da venerdì 15 aprile 18 treni in più da Torino al ponente ligure per un’offerta di oltre 23 mila posti

 

Dal prossimo weekend 18 treni in più con oltre 23 mila posti collegheranno il Piemonte alla riviera ligure di ponente.

Trenitalia (Gruppo FS Italiane), in accordo con la Regione Piemonte e l’Agenzia per la Mobilità Piemontese, potenzierà i collegamenti tra Torino e Savona, Albenga e Imperia con ulteriori treni rispetto alla programmazione attuale, in anticipo rispetto allo scorso anno.

I treni del mare circoleranno tutti i fine settimana, da venerdì 15 aprile e si aggiungono ai 20 collegamenti giornalieri tra Torino e Savona, di cui 6 proseguono fino a Ventimiglia.

23mila posti offerti in più permetteranno per tutta l’estate ai piemontesi di raggiungere comodamente le spiagge liguri lasciando a casa l’auto senza lo stress del traffico e del parcheggio.

In particolare, saranno due i collegamenti che il venerdì viaggiano dal capoluogo piemontese a Savona e viceversa, cinque i treni nelle giornate di sabato (1 Torino-Savona, 2 sulla linea Torino-Imperia e 2 tra Torino e Albenga), undici i collegamenti della domenica (1 Torino-Savona, 2 tra Savona e Torino, 2 tra Torino e Imperia e 6 tra Torino, Albenga e ritorno).

 

Tutti i canali di vendita Trenitalia sono aggiornati con la nuova offerta.

 

I NUOVI TRENI DEL MARE ATTIVI DA VENERDÌ 15 APRILE

 

VENERDÌ        
NUMERO TRENO STAZIONE PARTENZA ORARIO PARTENZA STAZIONE ARRIVO ORARIO ARRIVO
3193 Torino Porta Nuova 14:00 Savona 16:08
3194 Savona 17:55 Torino Porta Nuova 20:00
         
         
SABATO        
NUMERO TRENO STAZIONE PARTENZA ORARIO PARTENZA STAZIONE ARRIVO ORARIO ARRIVO
3177 Torino Porta Nuova 06:55 Imperia 10:45
3169 Torino Porta Nuova 08:50 Albenga 12:25
3193 Torino Porta Nuova 14:00 Savona 16:08
3191 Imperia 16:20 Torino Porta Nuova 20:00
3187 Albenga 18:06 Torino Porta Nuova 21:10
         
         
DOMENICA        
NUMERO TRENO STAZIONE PARTENZA ORARIO PARTENZA STAZIONE ARRIVO ORARIO ARRIVO
3173 Torino Porta Nuova 06:10 Albenga 09:00
3175 Torino Porta Nuova 06:55 Imperia 10:52
3179 Torino Porta Nuova 07:50 Albenga 10:50
3171 Torino Porta Nuova 08:50 Albenga 11:55
3193 Torino Porta Nuova 14:00 Savona 16:08
3181 Albenga 15:48 Torino Porta Nuova 18:50
3183 Albenga 17:05 Torino Porta Nuova 20:00
3198 Savona 18:00 Torino Porta Nuova 20:40
3185 Albenga 18:06 Torino Porta Nuova 21:10
3189 Imperia 19:14 Torino Porta Nuova 22:50
3196 Savona 21:45 Torino Porta Nuova 23:58

Altre auto incendiate e danneggiate

In un tratto di strada privata tra Corso Cincinnato e strada Altessano altre due auto bruciate. Non è la prima volta. I residenti si lamentano anche per le vetture scassinate durante le partite al vicino Stadium. Un problema che la polizia municipale dovrebbe affrontare con particolare attenzione.