ilTorinese

1,3 milioni di fondi per l’alluvione 2019 nel Torinese

Sono 13 gli interventi per le opere pubbliche danneggiate dalle alluvioni di ottobre e novembre 2019 nella provincia di Torinoper i quali sono stati sbloccati da Roma circa 1,3 milioni di euro. Tali somme fanno parte del sesto pacchetto di contributi da 12,4milioni per 132 interventi che la Regione Piemonte destina ai Comuni, alle Province per realizzare lavori di messa in sicurezza, mitigazione del rischio e ricostruzione, con priorità per gli interventi di difesa del suolo da frane e caduta di massi, di ripristino delle opere di edilizia comunale, della viabilità e igieniche, di difesa idraulica e di regimazione dei corsi d’acqua.

Si tratta del sesto pacchetto di contributi che la Regione Piemonte destina ai Comuni e alle Province per realizzare gli interventi individuati. Il presidente della Regione Piemonte e l’assessore regionale alla Difesa del Suolo e alla Protezione Civile sottolineano come la Regione sia sempre attiva nel reperire le somme da destinare alle Amministrazioni locali per gli interventi. A pochi giorni di distanza del corposo finanziamento da 66 milioni per le spese legate all’alluvione del 2020 è infatti ora disponibile questo ulteriore stanziamento, che va a coprire la necessità dei Comuni, soprattutto i più piccoli, che non hanno bilanci sufficientemente capienti per coprire le spese per lavori che si rivelano spesso determinanti per la vita quotidiana della comunità.

In particolare, i contributi andranno ai Comuni di Agliè, Burolo, Loranzè, Mercenasco, Pinasca e Val Della Torre oltre alla Città metropolitana di Torino.

Nei prossimi giorni i Comuni e le Province riceveranno dagli uffici tecnici regionali la comunicazione con la richiesta della documentazione necessaria per ottenere l’erogazione del contributo.

Merlo e Zambon: Pinerolo, i 5 stelle appartengono al passato

“Non vogliamo entrare nel merito della polemica che ha portato il Sindaco di Pinerolo, il grillino
Salvai, a protocollare le sue dimissioni per la vicenda legata al futuro del Volley pinerolese
femminile dopo la sua straordinaria promozione in serie A.

Ora, al di là della disputa tecnica, logistica e regolamentare sul palazzetto che dovrebbe ospitare
le gare sportive ed agonistiche della squadra, quello che emerge da questa singolare e grottesca
vicenda è che il modello politico di governo dei 5 stelle sta franando in tutta Italia. A livello locale
come a livello nazionale. Oltre alla sostanziale scomparsa da quasi tutti i comuni italiani, ad oggi
restano solo 6 i sindaci grillini di comuni oltre i 15 mila abitanti in tutta Italia. E tra questi Pinerolo
che, come l’ultima vicenda del Volley femminile dimostra, conferma platealmente l’incapacità di
governo di questa formazione politica che nell’arco di pochi anni ha sistematicamente rinnegato
tutto ciò che ha predicato per svariati lustri in tutte le piazze italiane.

E la vicenda di Pinerolo non è che l’ultimo esempio di questo decadimento politico, culturale,
programmatico e forse anche etico. Forse è giunto il momento di archiviare definitivamente la
stagione del populismo demagogico, anti politico, qualunquista e legato all’improvvisazione al
potere con l’ormai famoso slogan di “uno vale uno”. Una stagione che ha contribuito ad
impoverire la politica, a fiaccare l’azione di governo e ad incrinare la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

Oltre, com’è evidente anche ai sassi, a creare una classe dirigente del
tutto improvvisata e casuale.E anche se la vicenda di Pinerolo finirà, com’è chiaro a tutti, a tarallucci e vino, è del tutto
evidente che il modello politico e di governo dei 5 stelle è franato. E non bastano le continue e
frenetiche giravolte del suo gruppo dirigente nazionale, figlio di una concezione che ha fatto del
trasformismo la sua bussola di riferimento, a salvare la situazione. È giunto veramente il momento
di voltare definitivamente pagina. A livello locale come a livello nazionale”.

Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.
Renato Zambon, Segretario Regionale ‘Noi Di Centro – Mastella’.

Giovani under 31, c’è il bonus affitti

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Tra le principali novità della legge di Bilancio 2022 riepilogate dal paragrafo 5 della circolare 9/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate, c’è la possibilità di usufruire del bonus affitti per under 31 nel caso in cui la locazione riguardi solo una porzione dell’unità immobiliare (ad esempio una stanza).
La circolare illustra le novità per i giovani che prendono in affitto un appartamento. In particolare: viene innalzato da 30 a 31 anni non compiuti il limite di età per beneficiare del bonus; lo sconto fiscale può coprire fino al 20% dell’ammontare del canone, fino a un importo massimo di 2mila euro; viene esteso da tre a quattro anni e spetta anche nel caso in cui il contratto abbia ad oggetto una porzione dell’unità immobiliare adibita a residenza (ad esempio, una sola stanza).
Chi ha i requisiti richiesti, dopo aver inoltrato la domanda, potrà ottenere il bonus sotto forma di credito di imposta. L’agevolazione, non prevede nessuno sconto sull’affitto. L’agevolazione verrà corrisposta sotto forma di detrazione IRPEF, che potrà essere fruita tramite la dichiarazione dei redditi.
Grazie alle modifiche, viene riconosciuta dall’anno d’imposta 2022 una detrazione dall’imposta lorda di 991,60 euro per i primi quattro anni di durata contrattuale: ai giovani di età compresa tra i 20 e i 31 anni non compiuti; con un reddito non superiore a 15.493,71 euro; che stipulano un contratto di locazione di una unità immobiliare o sua porzione da destinare a propria residenza.
Inoltre, se superiore a 991,60 euro, la detrazione è pari al 20% dell’ammontare del canone di locazione, entro il limite massimo di 2.000 euro.
Per poter richiedere il bonus bisognerà comunicare all’Agenzia delle Entrate: i dati personali del giovane richiedente; i dati relativi alla tipologia di immobile destinato all’abitazione; il contratto di affitto stipulato con il proprietario di casa; la documentazione che accerta la tipologia dell’immobile secondo i requisiti; la documentazione che riporta il reddito annuo del giovane, secondo le soglie massime previste: si potrà presentare l’Isee oppure la dichiarazione dei redditi.
E’ opportuno sapere che le richieste possono essere processate anche tramite i Caf abilitati.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

Magliano: più risorse sul fondo “vita nascente”

Giorni di polemiche e di imbarazzi: non sempre capisco le prime e non mi sfuggono, da parte di alcuni colleghi Consiglieri, i secondi.

Continuo a non capire come risorse a favore delle donne che, in difficoltà economiche, desiderano fare una scelta in favore della vita possano essere considerate in contrasto con chi liberamente decide di fare una scelta differente.

Chi chiede a gran voce che il fondo “Vita Nascente” sia una misura universale, proprio come l’Assegno Unico, sta esprimendo esattamente anche il nostro desiderio e, dopo la necessaria sperimentazione, la nostra prospettiva: abbiamo detto fin dal primo momento che gli attuali 400mila euro sono un buon inizio, ma che i fondi dovranno progressivamente aumentare. Ci batteremo perché ciò avvenga. Dal primo momento abbiamo preteso che le risorse vadano nella loro totalità alle donne in condizioni di difficoltà economica, senza che un solo euro resti alle Associazioni.

Si dovrà dunque studiare al più presto una formula che consenta la gestione diretta del Fondo da parte dall’ente pubblico: un’esigenza di prassi che sarà per noi ragione di soddisfazione anche in quanto segno di una cultura della vita finalmente accolta a livello istituzionale e politico.

Ci attendiamo che anche la Curia si esprima su questo tema. Le stesse forti parole del Santo Padre Papa Francesco – che per noi è punto di riferimento non solo quando si esprime sull’attualità, ma anche quando è voce della Dottrina Sociale della Chiesa – ricordano che «abbiamo finora fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, tanto da vedere talvolta nell’aborto una rapida soluzione a profonde angustie».  Da sempre consideriamo e continuiamo a considerare ogni vita che nasce un valore inestimabile.

Resta incontrovertibile, infine, il dato demografico, a livello nazionale e soprattutto regionale: un fenomeno di fronte al quale la politica ha il dovere di fare la propria parte. C’è un “inverno demografico” da affrontare e superare. L’Italia è, dal punto di vista delle politiche per la famiglia, clamorosamente indietro: impietoso, per esempio, il paragone con la “laica” Francia. È tempo di iniziare a lavorare per colmare il divario.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Pasqua svela Leonardo a Torino: a tu per tu con i disegni del genio da Vinci

Dal 15 al 25 aprile 2022 i Musei Reali di Torino aprono le porte della Biblioteca Reale per ammirare un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto.

 

Architetto, anatomista, pittore, visionario: l’incredibile e poliedrico genio di Leonardo da Vinci torna protagonista ai Musei Reali che dal 15 al 25 aprile 2022 propongono un’esposizione straordinaria del Codice sul volo degli uccelli e dei 13 disegni, tra i quali anche il celebre Autoritratto.

La mostra A tu per tu con Leonardo racconta un insieme di opere di eccezionale valore, che documenta l’attività del grande maestro del Rinascimento italiano dagli esordi della sua carriera a Firenze fino agli studi milanesi dedicati alle macchine, all’anatomia, alle proporzioni e alle espressioni del volto umano, per arrivare al sogno del volo.


Tutti i giorni dalle 9 alle 19, 
i visitatori saranno condotti da guide esperte a scoprire da vicino il corpus leonardesco: il lavoro dell’artista e la sua infaticabile ricerca della perfezione affiorano dai tratti vergati con la pietra rossa o nera, a penna o a inchiostro, sfumati con rapidi colpi di pennello o resi voluminosi dai tocchi di biacca. Il disegno, grazie alla sua intrinseca versatilità, che lo rende adattabile sia all’analisi approfondita dei dettagli che a una rapida sintesi formale, è uno dei mezzi espressivi preferiti da Leonardo da Vinci che lo usa per tutto il corso della sua vita. L’esposizione è un’occasione unica per osservare, a distanza di secoli, le tracce del processo creativo che, da un fugace guizzo, concretizza e fissa l’idea sulla carta.

L’esperienza sarà preceduta dalla visita al salone aulico della Biblioteca, progettato dall’architetto regio Pelagio Palagi, con la splendida volta affrescata dai pittori Angelo Moia e Antonio Trefogli, e da una introduzione alla storia della collezione leonardesca e del suo arrivo a Torino.

 

L’esposizione è il secondo appuntamento di una rinnovata modalità di visita dell’importante nucleo di opere di Leonardo. Le particolari caratteristiche delle opere su carta, particolarmente fragili e sensibili alle variazioni di temperatura e umidità e alla luce, com’è noto, limitano le possibilità di fruizione pubblica imponendo tempi di esposizione brevi, seguiti da adeguati periodi di riposo conservativo. Considerato il grande interesse dei visitatori, i Musei Reali hanno scelto di concedere l’occasione di ammirare questi capolavori più frequentemente, ma per periodi molto ridotti.

La mostra A tu per tu con Leonardo sarà visitabile tutti gli anni nella settimana di Pasqua, le prossime date: 8-16 aprile 2023, 30 marzo-7 aprile 2024 e 19-27 aprile 2025.

 

“A più di 500 anni dalla sua morte, il talento di Leonardo da Vinci continua ad essere una fonte di illimitata ispirazione. Le sue molteplici intuizioni, opere e invenzioni sono capaci ancora oggi di sorprenderci e influenzarci, testimonianze dell’inesauribile curiosità che ha sempre alimentato la ricerca del grande maestro – spiega Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali -. Questa esposizione vuole essere una guida per affacciarsi sul mondo di un sommo artista che ha fatto della conoscenza e della sperimentazione una legge di vita”.

 

La storia sabauda della collezione leonardesca ha origine nel 1840 quando il Re Carlo Alberto acquista da Giovanni Volpato, mercante d’arte di origini piemontesi, appena rientrato in Piemonte dopo alcuni anni di attività all’estero, 1585 disegni di grandi maestri italiani e stranieri. Fulcro della fortunata acquisizione è la sezione dei tredici disegni autografi di Leonardo da Vinci, fogli eterogenei per soggetto e cronologia, al culmine dei quali si pone l’opera più famosa della raccolta, e uno dei pezzi più noti della sua intera produzione: il Ritratto di vecchio, ritenuto l’Autoritratto del grande maestro.

 

I tredici disegni ripercorrono l’intera carriera artistica del genio da Vinci, dagli esordi intorno al 1480 fino agli ultimi anni di attività, 1515-17 circa, documentando l’intero panorama dei suoi interessi e delle sue sperimentazioni. Alcuni disegni sono in relazione con opere note e celebrate del maestro, dalla Battaglia d’Anghiari alla Vergine delle Rocce; altri ne testimoniano progetti mai realizzati, dai monumenti Sforza e Trivulzio alla statua di Ercole per Piazza della Signoria.

 

Nel 1893 la collezione leonardesca si arricchisce di un altro fondamentale documento, il Codice sul volo degli uccelli, donato ad Umberto I dal collezionista e studioso russo Teodoro Sabachnikoff. Il piccolo quaderno di appunti sul volo, scritto tra il 1505 e il 1506, era stato più volte trafugato e smembrato in seguito alla dispersione dei manoscritti di Leonardo seguita alla morte del loro primo erede e custode, Francesco Melzi, giungendo a Torino a fine Ottocento ancora mutilo di quattro carte. I fogli mancanti sono stati ritrovati sul mercato antiquario nel 1920 dal ginevrino Enrico Fatio, il quale, dopo averli acquistati, li ha donati al Re Vittorio Emanuele III, permettendo così la ricomposizione del prezioso codice. Il manoscritto, oltre a indagare il tema del volo degli uccelli, reca le riflessioni di Leonardo sulla macchina per il volo, sui problemi di meccanica, di idraulica, di architettura, di anatomia, di disegno di figura, intrecciandosi e intersecando questioni cruciali dei suoi studi.

 

Presso il bookshop dei Musei Reali, è inoltre disponibile la guida breve alla collezione dei disegni di Leonardo da Vinci, realizzata con il sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino come strumento di approfondimento delle opere del grande maestro e di supporto alla visita del corpus della Biblioteca Reale.

 

 

 

***

MUSEI REALI TORINO

www.museireali.beniculturali.it

 

Orari:

Dal 15 al 25 aprile 2022, tutti i giorni dalle 9 alle 19

La biglietteria è aperta, anche presso la Biblioteca Reale, dalle 9 alle 18.

 

Biglietti:

Intero: 20 euro

Ridotto per gruppi con guida privata: 18 euro + prenotazione (non acquistabile on line)

Ridotto per tutti i possessori di Abbonamento Musei, Torino e Piemonte Card, Royal Card: 13 euro

 

I biglietti possono essere acquistati in biglietteria oppure online su www.museireali.beniculturali.it e www.coopculture.it. Per informazioni: info.torino@coopculture.it.

 

Dal 1° aprile 2022 per l’accesso ai percorsi museali non è più richiesto il Green Pass (D.L. 24/03/2022 n. 24, art. 7).

Pressione fiscale al 49 per cento, la più alta d’Europa

COMMERCIALISTI 

La categoria in audizione alla Camera sul Def lancia l’allarme sull’incremento del carico fiscale: “Tenere sotto controllo l’aumento del gettito Iva” 

Roma – La pressione fiscale reale italiana, calcolata al netto del sommerso, ha raggiunto ormai il 49%, il livello più alto d’Europa. Nel 2019 era al 48,2%. Il dato è stato fornito dal Consiglio nazionale di commercialisti nel corso di un’audizione sul Def svoltasi presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Stante l’elevata quota di economia sommersa e illegale in Italia – hanno spiegato Tommaso Di Nardo e Pasquale Saggese, ricercatori della Fondazione nazionale della categoria- la pressione fiscale reale, il sacrificio cioè realmente imposto alla collettività che opera nell’economia emersa, è di gran lunga più elevato di quello ufficialmente registrato dall’Istat per tutta l’economia. La contabilizzazione da parte dell’Istat di una consistente quota di economia sommersa ed illegale nel Pil, pari per il 2019 a 203 miliardi di euro, l’11,3% del Pil, determina un livello particolarmente elevato della pressione fiscale reale, pari nel 2019 al 48,2%”.

Pur non essendo ancora disponibili le stime Istat dell’economia sommersa per il 2020 e il 2021, i commercialisti hanno sostenuto che, “alla luce dell’incremento della pressione fiscale ufficiale, è comunque possibile ritenere che la pressione fiscale reale si sia incrementata di pari passo. Mantenendo costante la quota di economia sommersa all’11,3% del Pil nominale, come rilevato dall’Istat per il 2019, la pressione fiscale reale nel 2021 raggiunge il 49% del Pil emerso, portando l’Italia al primo posto in Europa”.

“Per il 2022 e per gli anni successivi – hanno proseguito – il DEF prevede una riduzione della pressione fiscale essenzialmente dovuta alla revisione dell’Irpef operata nella legge di bilancio 2022 e all’abolizione dell’Irap per le attività di impresa e lavoro autonomo svolte in forma individuale”. Per il sostegno alla ripresa economica, sarebbe secondo i commercialisti “fondamentale ridurre la pressione fiscale che grava sulle famiglie che, negli ultimi anni, è sempre aumentata. Nonostante gli interventi volti alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, il livello complessivo del gettito tributario imputabile alle famiglie è quello che ha subito l’effetto maggiore dello shock fiscale 2012-2013 anche per effetto di una tassazione immobiliare particolarmente elevata a cui si aggiunge l’incremento della fiscalità locale che, anche per compensare il venir meno dei trasferimenti statali, è cresciuto progressivamente seppure in maniera ampiamente differenziata sui territori”.

I rappresentanti della categoria hanno poi sottolineato come “l’evidente incremento del gettito delle imposte indirette trainato dall’Iva e generato in larga misura dall’importante crescita dell’inflazione, si abbatte sulle famiglie italiane contribuendo ad appesantire ancora di più il carico fiscale complessivo. Pertanto – hanno concluso – sarebbe auspicabile tenere sotto controllo il gettito Iva che sta alla base della lievitazione della pressione fiscale indiretta dell’ultimo anno, ed eventualmente, laddove le condizioni del quadro macroeconomico e di finanza pubblica lo permettessero, compatibilmente con la normativa europea, adottare opportuni provvedimenti di sterilizzazione dell’aumento del gettito Iva”.

Dalla Regione accesso ai finanziamenti per le realtà sportive

Una convenzione stipulata tra Regione Piemonte, Finpiemonte e Istituto per il Credito sportivo si propone di agevolare l’accesso ai finanziamenti di tutte le realtà sportive che desiderano effettuare investimenti utili per programmare l’attività, ammodernare ed efficientare gli impianti, acquistare aree utilizzate o attrezzature.

Per creare questo canale l’Istituto per il Credito Sportivo ha deciso di destinare al Piemonte 50 milioni di euro. L’accesso sarà riservato esclusivamente alle associazioni sportive piemontesi e, parallelamente all’erogazione dei fondi, comprenderà anche l’affiancamento di professionisti del settore che offriranno la loro consulenza ai soggetti richiedenti. L’Istituto si impegna ad offrire, tramite proprio personale, attività informativa sulle caratteristiche dei finanziamenti e delle procedure ai soggetti interessati, anche con la presenza di sportelli informativi presso la Regione. Inoltre, si renderà disponibile per attività di consulenza specialistica, direttamente o mediante consulenti indipendenti, finalizzata alle verifiche preliminari di sostenibilità finanziaria, alla funzionalità tecnico-progettuale, compresi gli aspetti relativi all’efficientamento energetico.

“Giardiniera Reale”, espone Corrado Porchietti 

In mostra presso l’Associazione Lucana Carlo Levi e la Fondazione Giorgio Amendola 

L’opera di Corrado Porchietti è protagonista della mostra ospitata dal 21 aprile al 10 maggio prossimo presso la Sala Mostre dell’Associazione Lucana Carlo Levi e della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52 a Torino. 

Dal 4 al 27 maggio prossimo la personale sarà ospitata presso il Circolo degli Artisti di Torino “Giardiniera Reale”, in corso San Maurizio 6, sempre a Torino.

L’esposizione comprende ventiquattro lavori dell’artista: un allestimento e una raccolta capaci di tracciare le diverse caratteristiche del suo percorso creativo, il cui linguaggio figurativo si pone costantemente in bilico tra commedia e tragedia e carico di colore, quale cifra stilistica della narrazione. La sua capacità e la sua perizia si sono andate affinando in seguito agli studi compiuti presso l’Accademia di Belle Arti di Torino e presso la scuola del maestro Piero Martina.

Corrado Porchietti, nato a Savigliano nel 1950 e torinese di adozione, oltre che artista, è stato docente al liceo artistico “Renato Cottini” di Torino e ha realizzato lavori anche di grandi dimensioni, tra cui quello intitolato “Porchietteria”, presente in mostra: un trittico di tre metri e sessanta di base per due di altezza.

I suoi dipinti trasmettono la complessità della vicenda umana e artistica di un pittore il cui rapporto non è stato sempre facile sia con la realtà circostante sia con se stesso.

Corrado Porchietti vede in Felice Casorati e Nino Aimone, con i quali ha anche avuto un sincero e stretto rapporto amicale, due dei suoi principali riferimenti; nel corso del tempo ha, inoltre, raccoltosuggestioni dall’oggettività fisica e metafisica e dall’espressionismo, in particolare di matrice nordica, ma è stato anche capace di attingere alle forme popolari della comunicazione visiva, con una propensione naturale verso il racconto immediato di storie a tratti assurde, ma molto vere.

C’è spesso negli oggetti che compaiono sulle sue tele un chiaro significato ironico e, tra i dettagli, ecco talvolta comparire lumi tondi e tegamini, farfalle, libri, scacchiere e modellini di automobili. Sulla tela questi oggetti assumono un forte valore simbolico, a sottolineare come i confini tra realtà e finzione siano labili e non semplici da cogliere.

Con il passare del tempo, anche se gli oggetti hanno continuato a costituire un elemento determinante delle sue composizioni.  A questo proposito basti fare un confronto tra i lavori dell’ultimo quinquennio e alcune opere e acrilici dell’artista risalenti agli anni Ottanta, raffiguranti interni piuttosto elaborati e ricchi di ogni genere di accessori. Le tonalità sono mutate, divenendo da sgargianti a più fumose, pur rimanendo squarciare da lampi di acceso colore, quali il rosso, l’arancio, il verde limone.

Ogni opera di Porchietti pare sempre sorprendere nel suo voler essere, in qualche maniera, un’allegoria, un racconto travestito da sottile beffa o burla. Protagonisti sono gli oggetti, ma anche le persone, circondate da scenari mutevoli, ma sempre legati da strette corrispondenze cromatiche. Frequentemente l’artista ricorre nell’opera di questo artista anche la figura femminile, come quel misto di alchimia, dove sogno e mistero si fondono perfettamente.

MARA MARTELLOTTA

15 aprile 1912, l’affondamento del Titanic

/

A cura di crp Medium

Tra le vittime anche tredici piemontesi

di Marco Travaglini

La prima classe costa mille lire,la seconda cento,la terza dolore e spavento;e puzza di sudore dal boccaporto,e odore di mare morto…E gira, gira, gira l’elica.. e gira, gira che piove e nevica per noi ragazzi di terza classe che per non morire si va in America”.

16 aprile 1912, la notizia sui giornali

Francesco De Gregori nel suo “Titanic”, ottavo album da cantautore, narrò in musica il triste viaggio dell’arcinota nave passeggeri britannica che affondò nelle gelide acque dell’oceano Atlantico dopo la collisione con un iceberg. Un disco memorabile, molto bello che propose attraverso la storia del Titanic un’amara e sarcastica metafora di un’umanità divisa in classi che si dirige verso il disastro. La storia vera e sventurata del Titanic trovò il suo tragico epilogo nella notte tra domenica 14 e lunedì 15 aprile 1912 con il tremendo impatto e il conseguente affondamento in una apocalittica sequenza:la massa dell’iceberg come uno spettro bianco nel buio della notte, il violento impatto e l’incontenibile avanzata dell’acqua nello scafo sventrato.

Domenica del Corriere, 1912. Il naufragio del Titanic

Erano le 23.40 e il supertransatlantico, salpato il 10 aprile dal porto britannico di Southampton nella contea dell’Hampshire per il suo viaggio inaugurale, si trovava quattrocento miglia a sudest della costa di Cape Race sull’isola canadese di Terranova. E’ lì che la nave più grande del mondo in quell’epoca si scontrò con l’enorme massa di ghiaccio. La vedetta Frederick Fleet l’avvistò quando era ormai a una distanza di mezzo chilometro, più o meno due volte la lunghezza dello scafo. Gridò allarmato “Iceberg di prua, signore!” e il primo ufficiale William M.Murdoch ordinò subito il timone “tutto a dritta” e le macchine “indietro a tutta forza”.

Il libro di Claudio Bossi

Ma era tardi e la repentina virata a sinistra si rivelò inutile. Trentasette secondi dopo l’avvistamento avvenne l’urto a prua, sulla fiancata destra della nave e più di un terzo dei sedici compartimenti stagni rimasero danneggiati. A una profondità di sei metri la nave iniziò ad imbarcare acqua e in poche ore quello che si credeva un colosso inaffondabile si spaccò in due, inabissandosi per sempre sul fondo dell’oceano.

Il varo del Titanic

Fu un colpo terribile al mito dell’infallibilità del progresso della scienza e della tecnica e molti vi intravidero il De profundis del sogno della Belle Époque prima ancora che la Grande guerra mandasse definitivamente in frantumi l’illusione di un nuovo secolo segnato da pace e benessere. La costruzione del Titanic aveva rappresentato il guanto di sfida lanciato dalla compagnia navale britannica White Star Line ai rivali della Cunard Line che in quegli anni dominavano le rotte oceaniche con i transatlantici Lusitania e Mauretania.

L’iceberg che affondò il Titanic, immortalato dal marinaio ceco Stephan Rehorek il 20 aprile 1912

La nuova nave, completata in tre anni nei cantieri Harland and Wolff di Belfast e costata 7,5 milioni di dollari (equivalenti a più di 160 milioni di dollari di oggi), lunga 269 metri e larga 28, aveva una stazza complessiva di 46.328 tonnellate. Dotata di un motore a vapore alimentato da 29 caldaie venne salutata come un “gioiello di tecnologia e di sicurezza”, al punto da ritenerla “praticamente inaffondabile”. Per il primo viaggio venne stabilita la rotta da Southampton a New York, via Cherbourg e Queenstown. Preceduto il nome dalla sigla RMS (che indicava la funzione di servizio postale), il Titanic iniziò la navigazione mercoledì 10 aprile 1912. A bordo 1.423 passeggeri più 800 unità di equipaggio agli ordini del capitano Edward John Smith. Tra questi anche 37 italiani, la maggior parte dei quali lavorava come personale del ristorante. Le cabine erano divise in tre classi ( come sintetizzato bene nella canzone di De Gregori). Nella prima, la più lussuosa e costosa (il biglietto costava 4.350 dollari pari a oltre 80mila odierni dollari statunitensi) si accomodarono esponenti dell’aristocrazia e dell’alta borghesia dell’epoca, come il milionario Jacob Astor IV e l’industriale Benjamin Guggenheim, fratello del titolare dell’omonima fondazione artistica. Nella seconda presero posto gli appartenenti alla classe media.

Una cartolina sul Titanic

L’ultima si riempì di emigranti che con un biglietto da 32 dollari cercavano fortuna nel “nuovo mondo”. Pare che nella fretta della partenza, rispettando i tempi previsti (sempre una cattiva consigliera, la fretta..) e per alcuni cambi negli ufficiali avvenuti all’ultimo momento, vennero dimenticati i binocoli, costringendo i marinai di vedetta a svolgere a occhio nudo la loro attività. Un elemento che si rivelò fatale nel corso degli eventi. La frenesia di raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile obbligò il mantenimento dei motori costantemente al massimo e la velocità non venne ridotta nemmeno dopo la segnalazione fatta pervenire al capitano Smith, nella tarda mattinata di domenica 14 aprile. L’avvertimento preventivo sulla possibile presenza di ghiaccio sulla rotta del Titanic non venne tenuto nella considerazione necessaria e dieci ore più tardi, nel fitto buio di una notte senza luna, quando le vedette lo avvistarono l’iceberg era ormai di fronte alla nave. A quella distanza e alla velocità di crociera di 20 nodi ( più o meno 37 chilometri all’ora) ogni tentativo di evitare l’impatto si rivelò inefficace. Alle 00.27, compreso che la prua del Titanic stava lentamente affondando, venne lanciato un SOS dal marconista Jack Phillips, raccolto dal piroscafo Carpathia, distante 58 miglia dal luogo dell’impatto. La fase delle operazioni di salvataggio fu drammatica. Le scialuppe a disposizione erano soltanto sedici e ognuna poteva contenere al massimo una sessantina di persone. Vuoi per inesperienza e cattivo coordinamento tra gli ufficiali nel caos del naufragio, in molti casi ne salirono un numero inferiore. Delle 2.223 persone a bordo ne sopravvissero 705, poco più di una su tre. Dei 37 italiani solo 3 degli undici passeggeri si salvarono. Gli altri perirono nelle acque dell’oceano. Tra questi 13 erano piemontesi, quasi tutti alle dipendenze di Gaspare Antonio Pietro “Luigi” Gatti, direttore e gestore del ristorante “A’ la carte” del transatlantico. Quasi tutto il territorio piemontese pianse delle vittime: due erano cuneesi (di Guarene e Roccabruna), quattro del torinese (di Burolo,San Germano Chisone,San Sebastiano Po e Tina, oggi frazione di Vestignè), un astigiano di Canelli e un vercellese di Alice Castello, due alessandrini di Fubine e del capoluogo, tre novaresi di Borgomanero, della città all’ombra della cupola di San Gaudenzio e l’ultimo di Cannobio, a ridosso del confine elvetico sul lago Maggiore. La storia di questi uomini è stata ricostruita dallo storico Claudio Bossi, uno dei massimi esperti sulla vicenda del Titanic, autore di molti libri sull’argomento tra i quali l’importante “Titanic.Storia,leggende e superstizioni sul tragico primo e ultimo viaggio del gigante dei mari”, edito da De Vecchi. Nei giorni immediatamente successivi al naufragio la notizia del disastro scioccò il mondo intero, creando le premesse per una profonda riflessione sull’episodio tant’è che venne convocata la prima conferenza sulla sicurezza delle persone in mare. Il 10 giugno 2001 morì nella molisana Isernia Antonio Martinelli: aveva ottantanove anni ed era ritenuto l’ultimo sopravvissuto del disastro del Titanic. Si era salvato, neonato in fasce, con la madre. Spentasi l’ultima voce a “parlare” sono rimasti migliaia di oggetti recuperati nel tempo, dai piatti al vasellame, dai documenti alla campana della nave. Ma il Titanic non sarà mai recuperabile, destinato a consumarsi lentamente nella silenziosa profondità dell’oceano.

Truffe di finto personale regionale: la Regione non fa visite a domicilio

A seguito di varie segnalazioni arrivate in questi giorni su possibili truffe con telefonate o visite di sedicente personale regionale, la Regione Piemonte informa i cittadini che non sono in corso contatti telefonici o visite a domicilio e in azienda da parte di nessuno dei propri dipendenti per l’acquisizione di informazioni sui contratti delle utenze di luce e gas, né per l’erogazione di bonus o rimborsi, né per tematiche di altro tipo che possono coinvolgere anche realtà aziendali, incluso il presunto aggiornamento dei piani regolatori.
La Regione Piemonte raccomanda quindi a tutti i cittadini di diffidare di proposte, anche similari, e in ogni caso di non rilasciare i propri dati personali e sensibili a sconosciuti.
L’Ente si è già attivato per segnalare gli specifici casi alle autorità competenti.