Le mani sulla città
IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Dal 24 maggio al 7 giugno per le riprese del filmFast X” il divieto di transito nelle vie e nei corsi di Torino sarà a volte totale, altre volte parziale e riguarderà anche i pedoni e le biciclette oltre le odiate automobili. Due settimane di lavorazione per dieci giorni consecutivi di blocchi anche a sorpresa che genereranno il caos. Capisco che il Comune sia alla ricerca frenetica di soldi per cedere il suolo pubblico,ma in primis ci sono i diritti dei cittadini e di chi lavora. Non tutti possono bighellonare perché hanno il reddito di cittadinanza. Il discorso della promozione turistica è marginale, se si guarda da vicino l’assurdo blocco della città, forse approvato se non voluto dall’ineffabile assessor* Foglietta. Verranno inoltre vietati i permessi di sosta sulle strisce blu nelle vie limitrofe. Hanno dato in affitto la città per dieci giorni ad un colosso del cinema. Questa e’ la verità. Anche le aree taxi verranno spostate.Persino la navigazione sul Po verrà bloccata. Sono interessati la Crocetta, corso Massimo d’Azeglio,viale partigiani dietro a piazza Castello, la zona Crimea,i ponti sul Po,Lungo Po Cadorna, piazza Vittorio, piazza CLN ,via Tasso, via Milano ecc. L’elenco è molto più lungo. Vogliono costringere i torinesi a tornare ad essere dei bugia nen nel senso peggiore. Capisco tutti i discorsi di rilancio dell’immagine di Torino, ma queste operazioni in passato si facevano in agosto. Sono senza memoria i nostri amministratori. D’accordo che via XX settembre è stata bloccata per quasi un anno e che questo fatto è passato nell’indifferenza generale. Ma lasciar mettere le mani sulla città da un’ impresa privata e’ un grave errore e uno schiaffo ai torinesi che lavorano. Signor Sindaco intervenga, per ridurre al minimo i gravi disagi annunciati ,visto che il disastro e’ fatto. Grazie.
23 maggio 2007 Milan campione d’Europa!
Accadde oggi
Mentre il Milan e tutto il popolo rossonero festeggiano il 19esimo scudetto vinto ieri,proprio oggi,15 anni fa,il Milan vince la sua settima ed,al momento,ultima Coppa dei Campioni/ Champions League
battendo in finale il Liverpool per 2-1.La partita,che si disputa ad Atene,si accende alla fine del primo tempo quando la squadra di Ancelotti va in vantaggio con Pippo Inzaghi che devia la traiettoria della palla su una punizione di Pirlo, spiazzando Reina. Nella ripresa il match diventa rovente: Dida scongiura il pareggio inglese bloccando un’incursione di Gerrard in contropiede, poi ad otto minuti dal termine Kakà,con uno spunto dei suoi, serve Inzaghi che liberissimo segna il due a zero.A soli 2 minuti dal termine Kuyt riapre l’incontro segnando da azione di calcio d’angolo. Eroicamente capitan Maldini e compagni resistono fino al fischio finale e portano a casa la Coppa! I rossoneri si prendono anche la rivincita sul Liverpool dopo l’incredibile finale persa nel 2005 ai rigori.
Enzo Grassano
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Tove Ditlevsen “Infanzia” -Fazi Editore- euro 15,00
Una bellissima riscoperta letteraria femminile quella della penna di Tove Ditlevsen, importante poetessa e scrittrice danese del Novecento (nata nel 1917, morta suicida nel 1976); autrice della Trilogia di Copenaghen di cui “Infanzia” è il primo volume, pubblicato in patria nel 1967.
La trilogia è di fatto la sua struggente autobiografia, articolata anche nei successivi volumi “Gioventù” e “Dipendenza” di prossima pubblicazione, per la prima volta, in Italia.
Il suo sguardo sulla vita è amaro e disincantato: «L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli….».
Racconta così i suoi stati d’animo, con frasi brevi, incisive, scolpite nel profondo del suo essere. Come tutti i sommi scrittori ha la capacità di trascinarci nel suo mondo, nel suo sentire e nella sua sofferenza con parole che ci afferrano e non ci lasciano più.
La piccola Tove è nata in un quartiere operaio di Copenaghen, figlia di un uomo dalle simpatie socialiste che perde il lavoro e scivola nell’inferno della disoccupazione; vissuta dalla famiglia come onta suprema e vergogna da nascondere.
La madre Alfrida, invece, è una donna astiosa, piena di rabbia e rancore, facile agli scatti d’ira, distante e, per la figlia, decisamente irraggiungibile e incomprensibile.
Tove l’adora e cerca disperatamente di conquistarne l’affetto…senza mai riuscirci e portandosi per sempre nel cuore questa ferita sanguinante.
Un’esistenza che sarà segnata dal desiderio di scrivere poesie; le custodisce e nasconde in un album in cui riversa i suoi pensieri e tutta la sua sensibilità, la difficoltà di crescere, il suo sguardo sugli adulti.
La fase dell’infanzia le va decisamente troppo stretta, eppure inizierà a rimpiangerla nel momento in cui se la lascerà alle spalle.
Una meravigliosa scoperta quella di questa autrice che ebbe vita difficile, breve e travagliata, con i sassi dell’esistenza che la ferivano continuamente. La prigione dell’infanzia lascerà il posto a quella dell’età adulta.
Lei, che era uno spirito creativo e libero, non riuscirà mai a venire a patti con la vita; si sentirà sempre fuori posto ed affogherà il suo male di vivere in alcol e droghe. Fino al tragico epilogo: la morte per un’overdose di sonniferi che fermò la sua vita a soli 58 anni.
Amélie Nothomb “Primo sangue” -Voland- euro 16,00
E’ il trentesimo romanzo pubblicato dalla baronessa belga 55enne -scrittrice di lingua francese che mette a segno un libro all’anno (sempre in testa alle classifiche), ed è dedicato al padre morto a 83 anni, il primo giorno del lock-down.
Un romanzo catartico in cui presta la sua voce al genitore, Patrick, ex diplomatico ed eroe che nel 1964 aveva salvato 1.450 ostaggi in Congo. Artefice di estenuanti trattative con i ribelli, inoltre era rimasto immobile e coraggioso di fronte al plotone d’esecuzione che era sul punto di fucilarlo.
117 pagine in cui la Nothomb, con la sua scrittura elegante e poetica, racchiude infanzia, giovinezza, matrimonio e primo incarico diplomatico di Patrick Nothomb; nato nel 1936 e morto nel 2020, erede di una delle famiglie più importanti del Belgio.
Quando aveva solo 8 mesi era rimasto orfano del padre; militare 25enne saltato in aria mentre imparava a sminare un terreno (destino volle che qualcuno avesse sbagliato usando una mina vera). Due anni prima aveva sposato Claude, donna bellissima che rimase vedova a soli 25 anni; ne indossò la maschera per non togliersela mai più.
Una giovane donna quasi inaccessibile al figlio. Lasciò volentieri che lo crescessero i nonni; mentre lei passava da un ricevimento all’altro, veleggiando nell’alta società, sempre impeccabile ma scostante.
Claude è la nonna della scrittrice e nel libro è una presenza incostante, distante e fredda con il figlio, che chiamava “Paddy” come imponeva l’anglofilia. Tendenza in voga nell’aristocrazia belga dell’epoca (durante la Seconda guerra mondiale e protratta fino agli anni Sessanta) per cui il massimo dello chic era fingersi inglesi, e Claude parlava francese con accento inglese.
Compaiono spesso i nonni di Patrick; dai genitori della madre che praticamente lo hanno cresciuto, alle trasferte dai nonni paterni, esperienza che finirà per divertirlo parecchio, nonostante le privazioni.
E si, perché quando andava dal barone Pierre Nothomb, che viveva nella roccaforte di Pont d’Oye,-in un castello, ma faticava a sfamare i numerosi figli- Patrick cadeva sotto l’incantesimo di quel luogo.
Il nonno paterno aveva avuto la bellezza di 13 figli, (dei quali 3 erano morti, incluso il padre di Patrick) e due mogli. La sua casa pullulava di vita e Patrick entrava a pieno titolo in quell’orda di Unni che erano tecnicamente i suoi zii e zie, compagni di giochi e di scoperte continue.
Una casa in cui il cibo scarseggiava e comunque prima andava agli adulti; solo se avanzava qualcosa era dato ai bambini, perché gli spiegarono «..se arrivi all’età di 16 anni poi sarai sfamato».
Scorrono altre pagine che ci danno la misura di Patrick: il suo tallone d’Achille per cui sveniva alla vista del sangue (persino a quello di una bistecca), le amicizie e le delusioni, le aspirazioni e l’incontro con l’amore della sua vita che finirà per sposare ad ogni costo.
Ampio spazio anche al suo eroismo come ambasciatore nel Congo, che si era appena liberato dal colonialismo ed aveva conquistato l’indipendenza. Sulla situazione politica di quel paese e l’esperienza del sequestro scrisse anche il libro “Dans Stanleyville”.
Insomma un magnifico omaggio a quel padre a cui la Nothomb assomiglia tanto, che vedeva immortale, salvo poi non poterlo neanche accompagnare al cimitero causa epidemia. Quel padre tanto affascinante e pieno di coraggio ci appare vicino in questo bellissimo libro che lo riporta in vita.
John O’Hara “Elizabeth Appleton” -Nutrimenti- euro 20,00
Questo romanzo è un grande classico della letteratura mondiale e mette a fuoco i campus americani: le loro dinamiche, ipocrisie, gelosie, rivalità, e molto altro di una società arroccata nel perbenismo. Scritto dall’americano John O’Hara (1905- 1970), considerato uno dei più importanti autori della sua generazione, anche se dal carattere difficile. O’Hara era abilissimo nelle short story; narratore dallo sguardo disincantato che scandagliò, soprattutto in questo romanzo, l’America e le sue mille sfumature.
Protagonisti sono il docente John Appleton -preside di facoltà nel College più antico del luogo- e la moglie Elizabeth; che nel 1950 vivono immersi nel mondo puritano e sonnolento della cittadina universitaria di Spring Valley in Pennsylvania. Abitano in una casa che è l’emblema anche del loro matrimonio, ovvero solida, rispettabile e comoda. Almeno così appare a un primo sguardo veloce.
O’Hara però ci conduce nei loro pensieri e ci offre un’immagine più approfondita. John è un insegnante in carriera, stimato e rispettato. Ma per quanto lontano possa arrivare non riuscirà mai a ricompensare appieno la moglie Elizabeth, abituata al benessere della sua ricca famiglia di origine. Lei riesce a permettersi qualche piccolo lusso solo grazie al denaro inviatole dalla madre rimasta vedova dopo un matrimonio infelice.
Agli occhi del microcosmo in cui vive, Elizabeth, si è ritagliata l’immagine pubblica di moglie devota e operosa.
Ma l’autore ci offre una ricostruzione provocatoria in cui mette a nudo le falsità, i maneggi sotterranei, i giochi di potere, gli intrighi e i segreti che vanno ad intaccare l’immagine sacra delle università americane. Lo fa con una sottigliezza che emerge dai dialoghi serrati e dall’immergersi negli stati d’animo dei protagonisti. Dietro le quinte dei riti sociali si annidano insoddisfazioni, tradimento, discrepanze tra classi sociali.
Giorgio Van Straten “Una disperata vitalità” -HarperCollins- euro 18,00
Possiamo leggere questo libro dell’autore fiorentino come una sorta di bilancio della vita del protagonista, Giorgio, alle soglie del 60esimo compleanno. Momento in cui si trova sospeso tra la vita precedente a Roma e Firenze dove ha lasciato –ma non del tutto- l’ex moglie e la sua esperienza newyorkese con ritmi di vita frenetici, tra un incontro e l’altro.
L’omonimia con l’autore, la professione di scrittore e agente letterario, e New York (dove Van Straten è stato direttore dell’Istituto di Cultura Italiano tra 2015 e 2019) inducono a pensare che il protagonista altri non sia se non l’autore stesso. Comunque in queste pagine ci sono parecchie cose in comune tra i due: mestiere, passioni, interessi, città.
Nelle pagine del romanzo abbondano i malanni -veri o presunti- del protagonista, il rapporto con il corpo e l’usura del tempo, l’idea di una vitalità a tutti i costi, lo spettro della morte. Giorgio ci porta con lui tra un evento newyorkese e l’altro, le infatuazioni più o meno passeggere per donne che per un po’ abitano il suo cuore. Party, presentazioni di libri, film, mostre d’arte, in cui i discorsi vacui affogano in cocktail ad alta gradazione alcolica con cui stordire l’affanno del vivere.
Questa frenesia, la vitalità disperata e a tutti i costi, gradatamente perdono consistenza e diventano meno interessanti. Invece iniziano a pesare le paure, le tachicardie a ogni rampa di scale.
Giorgio fa un bilancio della sua esistenza secondo parametri che hanno a che fare con il tempo che fugge, i fallimenti sentimentali, la disillusione della sua generazione, e una nuova realtà newyorkese che lo spiazza parecchio, intrisa di decadenza morale ed etica.
Un disincanto che alberga abbondantemente in questo libro di auto-fiction, in cui l’autore si è anche parecchio divertito a prendere in giro non solo se stesso, ma anche persone amiche o incontrate strada facendo.
Una serata con il poeta Roberto Mussapi
Al Teatro MARCIDOFILM! di corso Brescia 4, stasera alle ore 20,45
Dopo gli esiti felici delle serate dedicate alla Poesia nelle scorse stagioni, i Marcido ripropongono quest’anno una ulteriore indagine sul rapporto tra il Teatro e la Poesia, con il poeta Roberto Mussapi. Mussapi, nato a Cuneo nel 1952, è considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, è drammaturgo, autore di saggi, di traduzioni da testi classici e contemporanei e di opere narrative. La sua opera poetica è stata raccolta nel volume Le poesie, prefazione di Wole Soyinka, saggio introduttivo di Yves Bonnefoy, (Ponte alle Grazie, 2014). Tra i volumi recenti di poesia, I nomi e le voci. Monologhi in versi, Mondadori 2020. Lirici greci, Ponte alle Grazie, 2021. Tra le opere in prosa, Il sogno della Luna (Ponte alle Grazie, 2019), Villon (teatro, La Collana, 2019). E’ editorialista e critico teatrale di Avvenire.
“Ecco dunque il terzo atto di un programma di Teatro/Poesia che ha esordito nella stagione 2018, programma che si ripropone di mettere in strettissima relazione la testualità poetica con l’espressione drammatica, in un testa a testa che riveli l’identico nucleo germinativo di entrambe le esperienze, che noi vediamo e sosteniamo essere sostanzialmente uguali.” Con gli attori Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Valentina Battistone, Ottavia Della Porta, Alessio Arbustini e Marco Isidori a dirigere lo spettacolo, tra i titoli di Roberto Mussapi saranno presentati Otello, Cassandra e Antigone, da I nomi e le voci. Monologhi in versi (Mondadori 2020).
Mussapi ha scelto tre personaggi simbolo, insinuandosi nelle pieghe della loro vicenda drammatica, svelando i lati segreti delle trame che li riguardano; portando così alla luce quegli scarti esistenziali, quelle titubanze sentimentali, quel mondo di sensazioni, di ricordi, di presentimenti che, secondari nella “storia” ufficiale di questi protagonisti del teatro di tutti i tempi, qui risultano eloquenti, anzi determinanti, per disegnarne tutta la complessità psicologica ed umana.” Sottolinea Marco Isidori: “Giova ripeterlo, giova anche virgolettarlo per potenziarne il significato: “il Teatro dei Marcido nasce da una costola della poesia”; ed è in questo clima, in questa temperie sentimentale che abbiamo pensato di immergere una parte significativa dell’attività di MARCIDOFILM! Infatti l’appuntamento con la Poesia della stagione, vede nuovamente ospite Roberto Mussapi, un poeta di livello internazionale che insieme a noi presenterà una serata strutturata sulla nostra ricerca della coniugazione tra il verso letterario e la sua espressione vocale, uno sposalizio questo che secondo noi offre alla parola poetica quella consapevolezza della sua genitiva teatralità, che è appunto una delle ipotesi fondanti del lavoro della Compagnia. Nel corso della serata, alcune delle sue composizioni, verranno “cantate” dai Marcido, a voce nuda, singolarmente e coralmente, nel solco tracciato da una partitura “musicante”, intavolata per cercare di trasportare la testualità verbale verso quel destino drammatico che secondo noi le è proprio; verso il pieno teatro, appunto.”
Nella medesima sala, il 28 e 29 maggio, alle ore 20,45, “Studio per Otello” da William Shakespeare (esito del Laboratorio Teatrale 2021/2022): diretti da Maria Luisa Abate, in scena Alessio Arbustini, Beatrice Borsa, Sebastiano Cenedese, Davide Cera, Mario Elia, Giovanna Gagliardotto, Beatrice Gai, Federico Mirabella, Vincenzo Quarta.
TEATRO MARCIDOFILM!
Torino, corso Brescia 4 bis
ingresso gratuito, con prenotazione obbligatoria, prenotazioni cell. 339.3926887-328.7023604,
e.rb.
Nella foto, Roberto Mussapi; e “Il Poeta”, visto da Daniela Dal Cin
GRU KIDS FESTIVAL
prima edizione
dal 21 maggio al 12 giugno
LAURA ORSOLINI | NOEMI VOLA | MANUELA ADREANI | MONICA MICHELI | LA SCATOLA GIALLA | GIOVANNA MEZZOGIORNO | RAFFAELLA GIORCELLI E ALESSANDRO ALLERA | KENTO | ALDA | LUCA BLENGINO | MAURIZIO LACAVALLA | ENRICO PIERPAOLI
quattro fine settimana dedicati a bambini e ragazzi
laboratori, incontri e presentazioni
a questo link il comunicato stampa completo con il dettaglio del programma
Gru Kids Festival, la prima rassegna pensata appositamente per bambini e ragazzi troverà casa dal 21 maggio al 12 giugno a Le Gru, il mall alle porte di Grugliasco, nell’area esterna al coperto di Piazza Centrale al Primo Piano.
Un intenso programma di quattro fine settimana di appuntamenti che spazieranno tra diverse discipline artistiche – musica, arte, fumetti, letteratura e cinema – e ospiteranno il meglio degli interpreti della cultura per l’infanzia a livello nazionale.
L’obiettivo di Le Gru, da sempre impegnato a promuovere iniziative di qualità, è quello di coinvolgere la fascia più giovane dei propri visitatori con una proposta che coniughi divertimento e apprendimento: laboratori, incontri e presentazioni saranno condotte da artisti, illustratori, autori, attori, musicisti che metteranno a servizio dei più piccoli la loro visione, la loro arte e la loro competenza. Dopo l’entusiasmante esperienza di Gru City (2018-2020), la città in cui i bambini potevano vivere “i mestieri dei grandi” divertendosi in un ambiente stimolante e interattivo, la nuova iniziativa del mall di Grugliasco propone un esempio di intrattenimento intelligente e innovativo.
“Proprio nell’epoca del post-pandemia, Gru Kids Festival rappresenta un modo per riportare i più giovani al centro dell’attenzione. La loro voglia di imparare, divertirsi, creare, stare finalmente insieme è l’energia da cui scaturiscono occasioni di divertimento, di interesse, di nuove curiosità.” – annuncia il direttore di Le Gru Davide Rossi – “In continuità con molte delle proposte di Le Gru le attività sono gratuite e a misura di bambini e adolescenti, protagonisti di queste giornate. Insieme a loro tanti personaggi curiosi e interessanti per uno scambio che immaginiamo fin d’ora ricchissimo di sollecitazioni e gioia.”
Saranno quattro i temi che verranno sviluppati, uno per ogni fine settimana, con la stessa proposta che si ripete il sabato e la domenica per permettere a un maggior numero di bambini e ragazzi di partecipare.
Si inizia il 21 maggio con il week end dedicato al “Fantastico”. Il festival inaugura con un laboratorio di scrittura dedicato al maghetto più famoso del mondo: Harry Potter! A condurlo dalle 11 alle 13 Laura Orsolini, libraia, scout, editor e scrittrice che insegnerà ai bambini a inventare le proprie storie fantastiche. Dalle 16, invece, spazio all’arte con Noemi Vola, una delle più promettenti illustratrici italiane. L’autrice cercherà di lavorare sull’immaginazione dei bambini conducendoli alla materializzazione dei loro “personaggi fantastici” attraverso la plastilina. Alle 18 la protagonista sarà la fiaba nell’incontro con Manuela Adreani, una delle più apprezzate illustratrici a livello mondiale di favole classiche. Manuela proverà a raccontare come trasferisce il suo mondo fantastico sulla carta con matite e pennelli, o con strumenti digitali.
Noemi Vola
Sabato 28 e domenica 29 maggio sarà un fine settimana all’insegna del cinema. Appuntamento alle 11 con Monica Micheli, docente di scrittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, che insegnerà ai ragazzi come si scrive una sceneggiatura e cos’è la narrazione per immagini. Alle 16, l’Associazione Scatola Gialla di Cuneo, proporrà un laboratorio per scoprire la tecnica del film d’animazione in stop motion. I bambini potranno creare una propria cartolina digitale animata da spedire ai propri amici! Alle 18 Gru Kids Festival è onorata di ospitare una delle più grandi protagoniste del cinema italiano vincitrice, tra le altra, della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile alla 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia: Giovanna Mezzogiorno. L’attrice condurrà i bambini in un viaggio alla scoperta della settima arte, attraverso letture e racconti.
Giovanna Mezzogiorno
Il terzo week end del Festival sarà dedicato alla musica e alle sue diverse declinazioni. Le giornate di sabato 4 e domenica 5 giugno inizieranno con il laboratorio condotto dalle 11 alle 13 dagli esperti di didattica dell’arte Raffaella Giorcelli e Alessandro Allera che proporranno ai bambini un grande lavoro di pittura collettiva a partire dal suono e dalle parole. Nel pomeriggio (ore 16) spazio a un genere musicale amatissimo dai più giovani: il rap. Protagonista il rapper Kento. Con dieci dischi e oltre mille concerti in carriera da più di dieci anni, l’autore tiene laboratori di scrittura rap e poesia presso carceri minorili, comunità di recupero e scuole. Al Gru Kids Festival Kento proverà a insegnare ai ragazzi come tirare fuori le proprie emozioni in rima rappando come dei veri professionisti! Alle 18 l’ultimo appuntamento della giornata sarà invece con Alda, giovanissima rapper emergente che racconterà il genere musicale che più di tutti racchiude in sé presa di posizione e sfogo, riflessione e storytelling.
Alda
La prima edizione di Gru Kids Festival si concluderà sabato 11 e domenica 12 giugno con delle imperdibili proposte rivolte a tutti gli appassionati di fumetto. Al mattino lo sceneggiatore e scrittore per ragazzi Luca Blengino condurrà un laboratorio su come disegnare le proprie storie a fumetto, mentre nel pomeriggio, il poliedrico artista Maurizio Lacavalla insegnerà ai ragazzi a confezionare la loro prima fanzine utilizzando un mix di linguaggi diversi: il fumetto, la scrittura emotiva, il diario, il collage e la fotografia. L’ultimo incontro del Festival vedrà come protagonista Enrico Pierpaoli che presenterà a tutti gli amanti dei manga e della cultura giapponese il suo esilarante fumetto per ragazzi “Ciao mamma, vado in Giappone”.
Enrico Pierpaoli
Tutti i laboratori e gli incontri di Gru Kids Festival sono a ingresso gratuito e su prenotazione al Box info Le Gru o via mail all’indirizzo: boxinfo@legru.it.
Ogni laboratorio ha una fascia di età e una capienza specifica comunicate sul programma; saranno ammessi ai laboratori soltanto i minorenni con i requisiti richiesti.
Inoltre, fra il 21/5 e il 12/6 saranno a disposizione dei clienti del Centro dei CARNET “Gru Kids Festival Promotions” con voucher che offrono promozioni e sconti in diversi punti vendita del Centro. Saranno a disposizione al Festival durante i week-end e al Box Informazioni tutti i giorni.
Sgominata la banda dei furti negli appartamenti
I carabinieri hanno sgominato una banda albanese, responsabile di 14 furti e 3 rapine in abitazione, commessi nelle province di Alessandria, Asti, Cuneo e Pavia, sul finire del 2021. A carico di 4 uomini – 2 ancora ricercati – ordinanza di custodia cautelare in carcere. Invece per 2 donne è stato deciso l’ obbligo di dimora nel comune di Alessandria, con divieto di allontanamento e permanenza domiciliare notturna.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
Giornata mondiale della Biodiversità
mercoledì 25 maggio ore 17,45
Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, mercoledì 25 maggio alle ore 17,45, in occasione della giornata mondiale della biodiversità, ha il piacere di presentare un webinar sulla figura e sull’opera dello zoologo Daniele Rosa.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin fu al centro di un diffuso dibattito in merito alle cause dell’evoluzione. Julian Huxley definì questa fase “eclissi del darwinismo” per indicare il fatto che l’evoluzione dei viventi era stata ampiamente accettata negli ambienti scientifici, ma non tutti i naturalisti dell’epoca ritenevano che la selezione naturale e le mutazioni casuali ne fossero le cause principali. Le discussioni dell’epoca, alle quali parteciparono alcuni naturalisti italiani, fecero emergere nuove e interessanti posizioni.
Una posizione che destò particolare interesse fu quella dello zoologo Daniele Rosa, che formulò l’originale teoria dell’Ologenesi, secondo cui l’evoluzione procedeva per cause interne e la selezione naturale non agiva favorendo la comparsa di novità ma solamente eliminando le forme mal adattate.
Grazie alla digitalizzazione delle sue opere e del suo carteggio, possiamo oggi rianalizzarne il lavoro mostrandone l’attualità, dato che alcuni concetti da lui anticipati sono ancora presenti nella moderna cladistica e nella biogeografia.
La collezione zoologica torinese di Rosa è tuttora conservata presso il Museo Regionale di Scienze Naturali.
Relatori:
Mauro Mandrioli – Professore Associato in Genetica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Marco Ferraguti – Già Professore Ordinario di Evoluzione Biologica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia
Introduce: Franco Andreone – Conservatore della Sezione di Zoologia e Responsabile per le pubblicazioni al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.
L’incontro sarà on line, avrà la durata di un’ora circa e per partecipare occorre iscriversi secondo le indicazioni di seguito riportate:
Incontri gratuiti online (su Google Meet)
A cura della Sezione Didattica del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Prenotazione obbligatoria – compilare il modulo al link: https://forms.gle/4fXeFTYVVL7mzxbE8
Cede in queste ore l’anticiclone africano che da venerdì ha fatto salire le temperature massime a 35 gradi, ieri 32 rilevati dalla stazione meteo di Smi -Società meteorologica italiana.
Piogge associate a grandinate e raffiche di vento, sono previste in particolare martedì e fino alla prima parte di mercoledì. Le massime in pianura e bassa collina torneranno nella media del periodo, tra 24 e 27 gradi.
Da ieri è iniziata l’instabilità destinata a crescere oggi, con i primi temporali, come prevede Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale.