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Una notizia roboante è arrivata in casa ValleBelbo Sport. Lucia Tassinario è stata convocata nella rappresentativa nazionale giovanile in vista del Trofeo Nazionale Swim-To di sabato 15 e domenica 16 febbraio, a Torino.
Una notizia che riempie d’orgoglio tutto il sodalizio arancio-nero che, dopo il breve allenamento collegiale con la selezione piemontese svolto nei giorni scorsi sotto la guida Marco Menchinelli (responsabile delle squadre giovanili della Federazione Italiana Nuoto) attendeva con trepidazione la prima chiamata in Azzurro per una competizione ufficiale della sua portacolori. “La convocazione in Nazionale di Lucia Tassinario ci riempie d’orgoglio e sottolinea la grande qualità del lavoro svolto quotidianamente presso il centro sportivo Orangym di Nizza Monferrato – sottolinea Matteo Palumbo, presidente della ValleBelbo Sport – in meno di sei anni dalla nascita della società, siamo arrivati a questo ambito traguardo, frutto di una forte dedizione da parte di atleti e staff tecnico, e di una visione innovativa e ambiziosa. Diciamo sempre di voler essere il punto di riferimento sportivo della provincia di Asti, sebbene la nostra struttura sia distante dal capoluogo: possiamo affermare che la ValleBelbo Sport è la dimostrazione che si possono ottenere grandi risultati anche partendo da zero e investendo in maniera mirata e consapevole in strutture, risorse umane e formazione continua. Tiferemo tutti orgogliosamente per Lucia, certi che questo sia soltanto il primo passo di un percorso ricco di soddisfazioni in ambito nazionale e internazionale”. La Tassinario e il suo coach Pino Palumbo, direttore sportivo della ValleBelbo Sport supportato da Adele Corapi nella preparazione atletica della prima squadra, non si nascondono: tra due mesi ci saranno gli Assoluti Primaverili, il più prestigioso appuntamento nazionale in vasca lunga del calendario italiano e, proprio in quella occasione, Lucia proverà a centrare il minimo per gli Europei Juniores. Perché questa convocazione in Nazionale sia soltanto la prima di una lunga serie. |
I grandi eventi nazionali e internazionali, le ville e i giardini tra i laghi Maggiore e d’Orta e le valli dell’Ossola, i cammini spirituali, le peculiarità di Alessandrino e Biellese, la narrazione innovativa dei paesaggi del vino sono solo alcune delle numerose proposte che il Piemonte presenta quest’anno alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo in programma a Rho Fiera da domenica 9 a martedì 11 febbraio.
A proporre agli operatori del settore l’ampia e diversificata offerta del territorio con l’obiettivo di incrementare ancora di più i visitatori nazionali e internazionali sono Regione Piemonte, Visit Piemonte, le Agenzie turistiche locali e il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude.
“L’outdoor, la cultura, gli eventi, le eccellenze territoriali e il nostro patrimonio enogastronomico compongono un mix di grande rilevanza per il posizionamento del Piemonte a livello mondiale – evidenzia Marina Chiarelli, assessore regionale al Turismo, Cultura e Sport – I dati dimostrano che quello tra grandi eventi e turismo è un connubio vincente sul quale continuare ad investire. Per noi è comunque importante lavorare anche sull’accoglienza inclusiva e sostenibile, alla quale dedichiamo numerosi progetti e iniziative”.
Nello stand il pubblico potrà farsi catturare dalle bellezze del territorio tramite un ledwall immersivo, mentre le e attività di accoglienza e informazione turistica saranno supportate da una delegazione di soci dell’associazione HOSPES – Centro per gli studi turistico-alberghieri dell’Istituto “Erminio Maggia” di Stresa.
Come testimoniano i dati dell’Osservatorio Turistico della Regione per il Piemonte è un momento particolarmente importante: le prime indicazioni di bilancio provvisorio per il 2024 parlano di un anno in crescita con oltre +2% di movimenti rispetto al 2023; i flussi turistici provenienti dall’estero confermano il processo di internazionalizzazione come meta turistica con un aumento degli arrivi e delle presenze e un incremento di circa un punto percentuale; a Torino l’andamento positivo è ancora più evidente con una crescita di oltre il 6% dei movimenti turistici a conferma del posizionamento del ‘brand’ del capoluogo piemontese.
L’eccellenza del fioretto ritorna anche quest’anno sotto la Mole per un evento esclusivo a livello europeo, che da ormai nove anni consecutivi fa di Torino una delle tre capitali mondiali della disciplina. Dal 7 al 9 febbraio l’Inalpi Arena ospita il Gran Prix FIE – Trofeo Inalpi di fioretto maschile e femminile, unica tappa italiana ed europea nonché primo appuntamento del calendario internazionale del circuito 2025.
La manifestazione è stata presentata al Grattacielo Piemonte, presente per la Città di Torino l’assessore allo Sport, Domenico Carretta. “Torino vanta un’antica e affascinante tradizione nella scherma – ha sottolineato l’assessore – un sport che combina abilità, concentrazione e disciplina. Il Gran Prix – Trofeo Inalpi rappresenta uno degli appuntamenti internazionali più prestigiosi di questa disciplina, attirando schermidori di livello mondiale e consolidando il ruolo di Torino come una delle capitali della scherma, sia a livello europeo che italiano. Quest’evento non è solo l’occasione per celebrare il talento degli atleti, ma anche per valorizzare l’eredità e la cultura di uno sport che la nostra città ha saputo custodire e promuovere nel corso degli anni. Grazie alla presenza di club storici come l’Accademia Scherma Marchesa ASD, organizzatore dell’iniziativa, e a una forte tradizione nella formazione dei giovani, Torino continua ad essere un punto di riferimento per gli appassionati di scherma. Eventi come questo sono di grande ispirazione per le nuove generazioni, contribuendo a mantenere viva la passione per questa disciplina”.
Per il quindicesimo anno consecutivo, comprese le precedenti sei edizioni di Coppa del Mondo, l’organizzazione dell’appuntamento schermistico fa capo all’Accademia Scherma Marchesa, alla quale la Federazione Internazionale Scherma ha rinnovato la fiducia. L’evento è patrocinato dalla Città di Torino, dalla Regione Piemonte, dalla Camera di Commercio e della collaborazione del CONI regionale.
Il programma delle gare prevede che venerdì 7 saliranno in pedano le fiorettiste impegnate nelle gare di qualificazione, sabato 8 sarà la volta degli uomini e domenica 9 le finali maschili e femminili con la possibilità di assistere in un’unica giornata al grande spettacolo dell’eccellenza mondiale del fioretto. Le gare di qualificazione si disputeranno nel foyer, mentre gli assalti del tabellone dal 64°esimi di finale fino all’atto conclusivo si terranno sul pedane allestite sul campo principale dell’Arena.
L’ingresso alle gare per le qualificazioni di venerdì e sabato sarà gratuito, mentre i biglietti per assistere alle finali di domenica sono già acquistabili online sul sito www.diyticket.it oppure nei giorni dell’evento alla biglietteria dell’Inalpi Arena, al costo di 15 (intero) e 10 euro (ridotto). Per promuovere maggiormente la disciplina, quest’anno gli organizzatori hanno deciso che per i gruppi compresi quelli che fanno capo alle società sportive di avere la possibilità di acquistare i biglietti solo on line a prezzi ridotto (gruppi minimo 10 persone 10 euro cadauno o di 20 a 5 euro cadauno).
TORINO CLICK
Il Museo Nazionale del Cinema proroga fino al 23 marzo 2025 la mostra #SERIALMANIA. Immaginari narrativi da Twin Peaks a Squid Game, a cura di Luca Beatrice e Luigi Mascheroni, la cui chiusura era prevista per il 24 febbraio.
Allestito al piano di accoglienza della Mole Antonelliana, il percorso espositivo ripercorre gli strettissimi legami, le influenze, le connessioni, le affinità e le differenze fra il cinema e le serie tv dagli anni ‘90 a oggi, sottolineando come il cinema, nel corso degli anni, abbia dovuto affrontare passaggi di profonda modificazione genetica necessari per un mezzo in continua espansione ed evoluzione.
#SERIALMANIA è il primo progetto in Italia di una mostra sulle serie tv che stanno ridefinendo un nuovo modo di guardare i film, affiancandosi ai metodi più tradizionali. In questo contesto il concetto di tempo viene dilatato, cambiano le regole della visione e si moltiplicano i supporti e gli schermi: una trasformazione epocale che è la voce più innovativa dello spettacolo cinematografico e che si rapporta anche con il tessuto sociale del nostro tempo. Le serie Tv hanno determinato una nuova estetica, in continuo dialogo con le arti visive, anche se in un certo senso si può affermare che siano sempre esistite, fin dai telefilm trasmessi dalla televisione a partire dagli anni ’50 e ’60.
Sarà poco ma un bel gesto, è come avere Luca ancora tra noi…
Gabriella Daghero
“Io sono ancora qui” di Walter Salles
PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione
C’è molta allegria sulla spiaggia di Rio, a due passi dalla casa dei Facciola Paiva, una casa dove qualsiasi motivo è buono per festeggiare, dove si balla e si beve e si ride, accogliente e sempre aperta agli amici, la domestica che prepara piatti e tartine. Sotto il sole, sulla riva del mare, i ragazzi si buttano sulla pallavolo mentre le ragazze si bagnano il corpo di Coca cola per apparire più scure. A guardarlo così, sembra felice il Brasile, e ricco e innovativo. E libero di vivere. È l’inizio dei Settanta, nelle camere delle ragazze sono appese le locandine dei film dell’epoca, si gira in famiglia in super8, si cantano le canzoni di Caetano Veloso e di Gilberto Gil, il Cinema Novo si esprime attraverso i titoli di Glauber Rocha, anche l’architettura vive un periodo felice con le architetture e le innovazioni di Niemeyer. Ma in quella stessa capitale, come nel resto dell’immenso paese, tutto si fa scuro, regnano gli annientamenti e le sparizioni, la violenza e le morti di quanti sono contrari alla dittatura militare che nel ’64 aveva rovesciato un governo eletto democraticamente e che sarebbe rimasto al potere per più di vent’anni.
“Io sono ancora qui” è la storia di una famiglia e della scomparsa nel gennaio del ’71 di Rubens Paiva, marito e padre di cinque figli, ingegnere e attivista politico, ex deputato del Partito laburista del suo paese. È la storia che Walter Salles (“Central do Brasil”, “I diari della motocicletta” sulla gioventù del Che) ha tratto dal libro di memorie scritto una decina di anni fa dal figlio del desaparecido, Marcelo Rubens Paiva, premio per la miglior sceneggiatura a Venezia 2024, già Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico ad una immensa Fernanda Torres, in attesa della serata degli Oscar con le candidature per il miglior film, per il miglior film straniero e ancora per la protagonista. Una testimonianza che sembra arrivare tarda nei confronti della scomparsa di un uomo il cui corpo non venne mai ritrovato – le sepolture in fosse comuni e i lanci dagli elicotteri nell’oceano erano all’ordine del giorno – ma anche una necessità da parte di quello che fu un ragazzo in amicizia con i figli di quell’uomo e abituato a frequentare la loro casa. La casa dove irrompono, all’improvviso, oscurando immediatamente le finestre in un giorno di solare inverno, uomini che gli dicono di prepararsi, che li deve seguire per una semplice testimonianza e lui che dice tranquillo “un paio d’ore e sono di nuovo a casa”. Non lo rivedranno più. Anche la moglie Eunice e la figlia Eliana sono poco dopo prelevate e portate nelle celle di una caserma, questa per una notte soltanto, quella per dodici giorni, tra domande incessanti e tavolacci e formalità per cui non c’è da temere, tra le urla che provengono dalle stanze vicine e uomini che buttano secchiate d’acqua sui pavimenti a lavare il sangue. Al ritorno a casa, prima che i vestiti di Rubens siano dati via e prima che s’abbandoni quella casa che diventerà un ristorante, per cercarne una nuova a San Paolo, prima che si sia cancellata ogni speranza di un ritorno, non dovrà mai apparire la “tragedia”, i sorrisi di un tempo non dovranno mai scomparire, anche se lo chiede il regime che per una nuova immagine da distribuire vorrebbe tutti i superstiti almeno seriosi, no, rimarranno impressi quegli stessi sorrisi che abbiamo visto nelle tante fotografie che circolano nei tanti momenti, esposte o sfogliate o rimesse in grandi scatole, nulla deve cambiare, per la tranquillità sognatrice dei più piccoli, per la necessità di andare avanti, per la caparbietà che Eunice vive negli anni pur di arrivare a qualche risultato, pur di ottenere per il marito e per la famiglia un qualche riconoscimento, pur di coltivare una memoria che resti con tutto lo strazio intimo per sé, e per gli altri.
Sino all’ultimo festeggiamento, una fotografia anche lì da scattare, quando Eunice, ormai vittima dell’Alzheimer (è scomparsa nel 2018), rivede in un vecchio filmato che passa in televisione il volto del marito e i suoi occhi hanno un moto di felice stupore. Ogni attimo è trascorso incredibilmente su un percorso piano, rassicurante, aperto, dove le urla e la disperazione non hanno mai trovato posto. Salles ha voluto mantenere, tra storia privata e Storia pubblica, ogni tono sommesso, rinchiuso, lasciando alla macchina da presa, attraverso gli sguardi e i piccoli gesti, il compito di “accompagnare” un misfatto che non può non aver attraversato intere esistenze: le lacrime scorrono sulle guance, ma durano un attimo, vengono immediatamente cancellate, i singhiozzi e le urla e la disperazione stanno da altra parte. Forse questi silenzi non incontreranno i favori di molti dei giurati dell’Oscar, chissà, ma certo cominciamo fin da adesso a tifare per Fernanda Torres (negli ultimi fotogrammi Eunice è Fernanda Montenegro, sua madre nella vita e già indimenticabile interprete di “Central do Brasil”) che incarna e vive perfettamente, in ogni parte del corpo e della mente, nei piccoli segni premonitori della malattia e negli insperati traguardi, quella che fu la personale, richiusa “tragedia”, perché al fondo di tutto questo dire il termine deve essere comunque scritto, di Eunice Paiva.
7-8 febbraio 2025 Casa Fools, via Bava 39, Torino Primo testo da autrice e interprete di Sofija Zobina
Siamo agli inizi degli anni ’60 e in Unione Sovietica avviene una piccola ma grande rivoluzione: all’interno dei suoi confini inizia a echeggiare la musica italiana. Tutto nasce da uno scambio di oggetti avvenuto al confine tra Russia e Finlandia: una stecca di sigarette per un vinile, “O’ sole mio” di Robertino Loretti. Questa è la storia che inizia a raccontare Sofia, un’aspirante attrice, sul palco di un karaoke. Ha già cantato una canzone, ma l’occasione di avere finalmente un pubblico la spinge a restare. Con la scusa di raccontare il ruolo della musica italiana nella sua vita, parla della sua condizione di immigrata russa di seconda generazione e di quella di sua madre: una ballerina, che tramite mille peripezie cerca di darle un futuro migliore proprio in Italia, dopo che il crollo dell’Unione Sovietica aveva lasciato tutti senza niente. Lo spettacolo è fatto di racconti, sketch, imitazioni e di momenti più intimi legati al rapporto della protagonista con il padre, inteso come patria, come certezza, ma anche come limite. Nella storia delle due donne è una figura completamente assente, ma diventerà sempre più presente per la protagonista, durante il suo costante dialogo con il pubblico. “Io amo Italia” è un racconto che rapisce e mescola inevitabilmente commedia e prosa, realtà e immaginazione, la grande Storia e la vita quotidiana. In un continuo scambio tra presente e passato, tra Italia e Russia, in cui la musica diventa il ponte per ricongiungere gli opposti, riportando alla ricerca della “Felicità” di un bicchiere di vino con un panino.
“Io amo Italia” è il primo testo da autrice e interprete di Sofija Zobina. Nata in Lituania nel ’99, si trasferisce in Italia a 3 anni e vive tra costanti trasferimenti per via del lavoro della madre. Si laurea in recitazione nel 2022 alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, al cinema ha lavorato con Alice Rohrwacher (La Chimera) e Maurizio Nichetti (Amiche Mai), ha partecipato a serie tv Netflix e Rai (Summertime, Il Clandestino) e a teatro è stata diretta da Serena Sinigaglia, Maurizio Schmidt, Claudio Autelli. “Io amo Italia” debutta nel maggio 2024 al Torino Fringe Festival e viene selezionato a luglio anche dal Roma Fringe Festival dove vince il Premio Speciale OFF.
CONSONANZE “Io amo Italia” è il primo spettacolo del 2025 di “Consonanze”. La stagione teatrale 2024-2025 di Casa Fools, composta da 21 repliche di 10 diversi titoli, propone un calendario multidisciplinare che promuove linguaggi espressivi di classici contemporanei attraverso la riscrittura di grandi capolavori o nuove opere e adattamenti in chiave pop che affrontano temi universali.
CASA FOOLS Casa Fools è una Casa con un Teatro dentro. Codiretto da Roberta Calia, Luigi Orfeo e Stefano Sartore, da anni Casa Fools lavora per ricostruire la comunità attraverso l’arte e abbattere le barriere e i pregiudizi legati a certi luoghi della cultura. Non solo attraverso una politica dei prezzi contenuta, ma anche facendo partecipare attivamente il pubblico alla vita del teatro, coinvolto fin dall’inizio nella direzione artistica tramite un’esperienza di decisione collettiva del cartellone.
La stagione Consonanze ha ricevuto il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo all’interno del bando “Linee guida per progetti nell’ambito della cultura contemporanea 2024” ed è sostenuta dal contributo del patrocinio oneroso 2024 del Consiglio Regionale del Piemonte. |
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