E’ finito in codice rosso in ospedale il giovane diciottenne neopatentato che, alla guida di una Fiat Panda si è scontrato con un furgone a Biella, in via Pollone. Le cause dell’incidente sono in fase di accertamento.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
E’ finito in codice rosso in ospedale il giovane diciottenne neopatentato che, alla guida di una Fiat Panda si è scontrato con un furgone a Biella, in via Pollone. Le cause dell’incidente sono in fase di accertamento.
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Informazione promozionale
Dedicato a tutti i cani del mondo, di razza o meticci, di casa o randagi. E a tutte le persone che in ogni modo e con ogni mezzo si prendono cura di loro.
Ad Andrea e Matteo, i miei figli, un grazie infinito per aver accompagnato la mia passione, condiviso le gioie e le ansie che la vita di una allevatrice incontra sul suo cammino.
INTRODUZIONE
La storia evolutiva dei cani è corsa in parallelo con quella di noi umani. A loro dovremmo essere grati per tutti i servigi che hanno svolto e continuano a svolgere per noi. L’antenato del cane, il lupo, è tornato ad abitare soprattutto gli Appennini. Questo fatto è causa di tensioni tra protezionisti e cacciatori, per i danni alle greggi. Forse pochi sanno che molti di questi attacchi sono opera di cani inselvatichiti, frutto dell’abbandono da parte dell’uomo.
A tutti coloro che, privi di :
SENSO ETICO
UMANA PIETÀ
UN MINIMO DI SENSIBILITÀ
UN BARLUME DI COSCIENZA
vigliaccamente si liberano di loro… a costoro, ricordo che l’abbandono di un cane è un reato penale. Abbandonare un cane significa condannarlo a morte quasi certa. Per chi sopravvive, si apre una vita d’inferno fatta di sofferenza, angoscia e terrore. Un atto vile, abietto, vergognoso e indegno di un essere umano.
PRESENTAZIONE
Questo libro, pur essendo un’opera di fantasia, è un piccolo frammento di una realtà sconcertante di cui poco si parla nel nostro Paese. Il ritorno del lupo è causa di tensioni tra protezionisti e cacciatori, per i danni alle greggi. Forse pochi sanno che molti di questi attacchi sono opera di cani inselvatichiti, frutto dell’abbandono da parte dell’uomo. A fronte di poche migliaia di lupi, centinaia di migliaia di cani inselvatichiti vagano sugli Appennini in cerca di un improbabile futuro. Uno di loro, Olaf, due volte tradito dagli umani, riuscirà dopo un anno di tempo a salvarsi da un destino che sembrava segnato: sarà solo l’amore a ricondurlo sulla strada di casa. I protagonisti, Laura e Piero, saranno travolti in maniera inaspettata da una serie di eventi che li condurranno sulle tracce di Olaf. Sullo sfondo, anche i loro sentimenti troveranno la strada che conduce alla felicità.
APPENDICE
Il dramma dell’abbandono dei cani ha origine certe: è l’uomo il colpevole. Da molti anni l’autrice si occupa del tema indagando ragioni che, seppur note agli esperti, restano sul tavolo quasi inalterate, immobili e insensibili alle tremende conseguenze cui i cani vanno incontro dopo l’abbandono. Cresciuti senza educazione o trattati come fossero bambole; troppo ingombranti, troppo abbaioni o troppo rosicchiatori. Una escalation di “troppo”. Un elenco di scuse cui l’uomo si appoggia per mettere in atto la più grande delle vigliaccherie: abbandonare. Indagare sul funzionamento della mente dei cani aiuterebbe sicuramente a riflettere in anticipo, cioè prima di adottare o acquistare un cane.
Conoscere la sensibilità della loro sfera emotiva e dei loro bisogni primari che col tempo hanno acquisito nuove esigenze di sopravvivenza, permetterebbe ai più di comprendere quanto siano esposti allo stress, quanto siano sensibili ai cambiamenti e quanto costi loro essere trascurati o peggio, maltrattati. L’impegno dell’autore si è concretizzato attraverso una lunga serie di articoli a tema che ripercorrono la storia del cane accanto all’uomo. Un affascinante racconto per sottolineare l’esigenza imprescindibile di conoscere cuore e mente di quello che storicamente viene identificato come il “migliore amico dell’uomo” e di come, troppo spesso, l’uomo abbia imparato a dimenticarsene.
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L’AUTRICE: RENATA FOSSATI
Laureata in Pedagogia, allevatore di Samoiedo con affisso “del Corno Bianco”. Giudice di bellezza ENCI/FCI. Dal 2008 collabora con ENCI per la rivista “I Nostri Cani”. Docente di psicologia canina nei corsi di formazione per esperti giudici promossi da ENCI. Istruttore cinofilo presso la Scuola di Formazione Cinofila “Il Biancospino”. Esperta in pet therapy (Interventi Assistiti con gli Animali – IAA ), ha al suo attivo decine di progetti sul territorio, a partire dall’anno 2000. Conforme alle Linee Guida promosse dal Ministero della Salute in ambito IAA, è Coadiutore del Cane e Responsabile di Progetto EAA (Educazione Assistita con gli Animali). Docente nell’ambito dei corsi di formazione IAA, autorizzati dal Ministero della Salute. Vive a Darfo Boario Terme (BS).
fossatirenata@fossatirenata.it
FB Renata Fossati
Questo è un altro giorno che difficilmente i tifosi napoletani dimenticherano, perchè esattamente 32 anni fa, in questa stessa data, il Napoli conquistava il secondo scudetto della sua storia dopo un campionato ricco di sorprese e cambi di classifica nelle ultime giornate.Uno scudetto vinto, perso e poi riconquistato negli ultimi 180 minuti di un torneo che vide gli azzurri dominare in lungo e in largo per tutta la stagione, salvo poi perdere il primato a discapito del Milan per poi riconquistarlo in un finale al cardiopalma.Anche quest’anno il Napoli sembrava favorito per vincere il suo terzo scudetto ma si è dissolto nelle ultime giornate come nebbia all’uscir del sole.Più che allenatore e giocatori alla squadra partenopea manca la maturità della grande squadra.
Enzo Grassano
Stasera, a partire dalle 19, avrà luogo il DF Talk con Luca Romano, noto come l’”Avvocato dell’Atomo. Ìn difesa dell’energia nucleare”. A dialogare con lui sarà il giornalista e conduttore Andrea Donna, presidente dell’Associazione “Difendiamo il Futuro”. L’incontro avrà luogo in via Giolitti 21 a Torino, presso i locali del Centro Servizi VolTo e si può seguire la sua diretta su Facebook.
Luca Romano, laureato in fisica teorica, in meno di due anni, è diventato un vero e proprio fenomeno social. La sua pagina Facebook ha riportato alla ribalta il tema del nucleare nei dibattiti online, che sono ormai seguiti da più di 70 mila persone.
Luca Romano è noto come l’Avvocato dell’Atomo e il suo volume intitolato “L’avvocato dell’atomo – in difesa dell’energia nucleare” è da poco uscito in libreria per Fazi Editore. La mission che accomuna il progetto editoriale alla sua pagina Facebook è quello di fornire la giusta difesa a una fonte energetica che, troppo spesso, è bistrattata dai media, in particolare in Ucraina e alla luce della crisi energetica seguita al conflitto russo ucraino. Secondo il fisico Romano la scelta di abbandonare il nucleare, attuata dalla Germania, rappresenta sicuramente l’esempio peggiore da seguire, essendosi messo questo Paese nelle mani di Putin, rifiutando l’embargo al gas russo.
MARA MARTELLOTTA
Nel 1834 il Principe di Cattolica cede al cuoco di corte Salvatore Alaimo la cappella del
proprio palazzo di Piazza San Francesco a Palermo: nasce così l’omonima Focacceria,
coniugando le tradizioni umili del cibo di strada con l!amore per la migliore cucina popolare
siciliana. Ingredienti tipici e ricette semplici segnano l!incontro tra culture diverse, nelle
strade affollate di questa multietnica città.
Oggi il brand Antica Focacceria S. Francesco, sinonimo di autentica cucina tradizionale
siciliana, sbarca per la prima volta a Torino, con l’apertura del suo dodicesimo punto
vendita in Italia.
Un’apertura annunciata e attesa, che finalmente ha una data ufficiale: il 29 aprile le porte
dell’Antica Focacceria S. Francesco di Torino si apriranno al pubblico in Via
Principe Amedeo, 3, angolo di Piazza Carignano. Una location prestigiosa, in una delle
piazze più belle e storiche della città, significativamente proprio di fronte al luogo che per
la prima volta vide il Nord e il Sud Italia uniti in un unico Stato, nel suo primo Parlamento.
Qui, Antica Focacceria S. Francesco, proporrà ai Torinesi le specialità che l’hanno resa
celebre negli anni: a cominciare dallo Schiticchio (una sorta di aperitivo a base delle più
rinomate specialità dei cibi di strada palermitani) con la focaccia o vastedda ca’ meusa
(un piccolo panino tondo ricoperto di sesamo con milza e polmone di vitello), le panelle,
le crocché di latte, i cazzilli (ossia le crocchettine di patate e menta), le arancinette al
burro, al ragù siciliano ed alla Norma, lo sfincione, la caponata). Per continuare, poi, con i
celeberrimi primi piatti (l’immancabile pasta alla Norma, ma anche quella con l’anciova, i
bucatini con sarde, passando per il golosissimo timballo di anelletti al forno e la
parmigiana di melanzane); e ancora i secondi: le sarde a beccafico, la bistecca di tonno,
per esempio o, nella sezione carni, l’involtino gratinato ai pistacchi. E come dimenticare
gli strepitosi dolci siciliani? Nel menu di Antica Focacceria S. Francesco non possono che
avere un posto d’onore: la cassata, il cannolo farcito di ricotta, la “pistacchiosa”, fino alla
degustazione di cioccolato dell’Antica Dolceria Bonajuto di Modica e, ovviamente, i
gelati e le granite, servite nella tradizionale brioche col tuppo.
Piccola – ma non poco importante – menzione per la carta vini e birre, che propone alcune
eccellenze siciliane: la birra artigianale del birrificio Tarì di Modica, ad esempio, o i vini
bio di alcune belle realtà locali, come la cantina Baglio di Pianetto nel piccolo comune di
Santa Cristina Gela o le altre cantine che compongono la carta vini (Cusumano, Firriato,
Duca di Salaparuta, Tasca d’Almerita), insieme a eccellenze storiche come il marsala
Florio. Siciliano anche l’olio, che arriva dal Premiato Oleificio Barbera, fondato in Sicilia
nel 1894, le bibite Tomarchio e il caffè Moak di Modica.
Fabio Conticello, patron storico di Antica Focacceria S. Francesco ed erede della famiglia
di fondazione, ha voluto salutare così il pubblico torinese: “Benvenuti a Palermo! Lo so, ci
aspettavate da tempo, ma quel tempo, finalmente, è arrivato. E così, dopo tantissime
edizioni al Salone del Gusto, ma anche le tante partecipazioni al Borgo Medievale, al
Lingotto per Gourmet, a Cheese nella vicina Bra e ad altri numerosi eventi, ma soprattutto
dopo che tantissimi di voi siete venuti a trovarci nella nostra sede storica di Palermo e a
gran voce ci chiedevate “Quando a Torino?”, eccoci sbarcati in una delle più belle piazze
della Città che, ne sono certo, diventerà la nostra seconda casa. Non vediamo l’ora di
iniziare questa nuova avventura, consapevoli della responsabilità di un’azienda con quasi
190 di storia alle spalle e ben tre secoli di cultura popolare siciliana. Quindi, Amici Torinesi
e Piemontesi, Vi aspettiamo numerosi, non vi deluderemo, è una promessa”.
“CIRFOOD, leader in Italia nella ristorazione collettiva, nel 2019 fonda CIRFOOD Retail
con l’obiettivo di sviluppare la ristorazione commerciale attraverso un portafoglio di marchi
autentici, e l’acquisizione di Antica Focacceria S.Francesco è il primo importante esempio,
trattandosi del più storico marchio di ristorazione a catena in Italia e probabilmente al
mondo”, spiega Leopoldo Resta, Amministratore Delegato di CIRFOOD Retail. “Il
nostro impegno, ma anche la ricetta del successo è il rispetto dell’autenticità che
acquisiamo, dunque avere a bordo la famiglia fondatrice dei Conticello è stato il nostro
primo passo, anzi il prerequisito. L’apertura di Torino è particolarmente importante, anche
perché segna una svolta rispetto ai due anni faticosi appena trascorsi. Inoltre Torino ci è
particolarmente cara, qui abbiamo acquisito anche un marchio meno storico ma
straordinariamente diffuso: Poormanger”.
Antica Focacceria S. Francesco. Una storia di profumi, cultura e tradizione
Una storia che inizia nel 1834 quando Salvatore Alaimo, dopo una vita al servizio
dei principi di Cattolica come monsù (cuoco di corte) riceve, come spettanze degli
oltre 25 anni passati alle dipendenze dei nobili del Palazzo, la cappella sconsacrata
dell’edificio di via Alessandro Paternostro a Palermo. Proprio in questo luogo, nel
cuore del capoluogo siciliano, decide di aprire la “Focacceria”, così come scrive
sulla tavola di legno posta all’ingresso.
Da allora cinque generazioni della stessa famiglia hanno gestito questa attività
simbolo della storia della Sicilia e d!Italia, luogo d!incontro di esponenti della politica
e della letteratura, simbolo di lotta alla mafia e punto di riferimento della
gastronomia siciliana. Pare infatti che nel 1860, poco prima di risalire l’Italia per
unificarla, Giuseppe Garibaldi si sia fermato a Palermo accampandosi per alcuni
giorni proprio nella “piazza della Focacceria” che diventò così suo punto di ristoro
quotidiano.
Tra i clienti illustri si ricordano anche Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Renato
Guttuso che, insieme ad altrettanti illustri scrittori e artisti, iniziano a incontrarsi alla
Focacceria rendendola loro punto di riferimento, caffè letterario e luogo di
espressione della cultura italiana del 900.
Ernesto Basile, infine, una delle grandi firme dell’architettura liberty europea,
disegnerà il logo, i tavolini in ghisa e le sedie in ferro battuto, segni distintivi
dell’arredamento di tutti i locali di quella che poco dopo verrà ribattezzata come
Antica Focacceria S. Francesco. Questo nuovo nome di battesimo si deve
soprattutto a Vincenzo Florio, grande imprenditore palermitano e grande amico
della famiglia Alaimo. Pare infatti sia stato proprio Florio a proporre, intorno al 1896
le modifiche alla cappella sconsacrata di via Paternostro per renderla in linea con le
tendenze dello stile liberty il cui massimo esponente, nell’accezione sicula, era
senz’altro Ernesto Basile.
Basile iniziò a disegnare su un pezzo di carta l!attuale facciata della Focacceria e i
piedi dei tavoli in ghisa che furono poi realizzati dalle Fonderie (Oretea) di proprietà
della famiglia Florio. Proprio da quel momento la Focacceria diventa Antica ed
entra a pieno titolo nel Liberty palermitano.
L!Antica Focacceria S. Francesco, ancor prima che luogo di cultura, è considerata
luogo simbolo della gastronomia e dello street food siciliano. Basta mettersi in fila e
scegliere tra panelle, crocchè, arancine e sfincione, involtini di melanzana o di
pesce spada, timballo di anelletti al forno ma anche tra cannoli, cassate, granite e
la più recente torta Setteveli.
Prodotto di punta dell!Antica Focacceria S. Francesco è, però, la focaccia. La
focaccia o vastedda, è una pagnotta croccante fatta da farina bianca, acqua, pasta
acida e sale che viene cotta nel forno a legna. Appena sfornata viene farcita e due
sono le varianti tra cui scegliere, la versione schietta o schetta, in cui la candida
ricotta di pecora viene bagnata nello strutto e condita con l!aggiunta di trucioli di
caciocavallo di Roccamena o di Godrano, così denominata perché il bianco della
ricotta ricorderebbe il velo di una donna vergine che si dirige all!altare vestita di
bianco. C’è poi la versione maritata, quindi sposata, con l’aggiunta di milza,
polmone e trachea di vitello che vengono fatti bollire e poi insaporite nello strutto
all!interno del tianu (il tegame, per i non siciliani) e che vengono affettati
quotidianamente in quantità industriali.
Il sapore della Focacceria è anche quello della libertà, della lotta alla mafia e alle
prevaricazioni. Tutti valori che si riflettono nella scelta di fornitori e collaboratori che
condividano valori come correttezza e trasparenza e che con determinazione
procedono verso la realizzazione di questi obiettivi.
Alcuni aneddoti
Vi siete mai chiesti perché Antica Focacceria S. Francesco proponga anche i
sorbetti?
Pare che l!invenzione si debba sempre al suo fondatore Salvatore Alaimo che, in
una afosa giornata estiva del 1851, si trovava seduto davanti alla Focacceria
insieme all!amico Alfredo Tutone. All!epoca non esistevano i frigoriferi ma le
neviere, luogo in cui si immagazzinava la neve presa dalle nevi perenni di Geraci
Siculo, nelle Madonie. Salvatore Alaimo chiese alla moglie Sarina di portare un po’
di neve che i due cominciarono a prendere col cucchiaio per rinfrescarsi.
L!amico Alfredo chiese a Salvatore Alaimo qualche goccia di zammù, uno sciroppo
a base di fiori di sambuco e anice, da miscelare alla neve fresca e da lì nacque il
sorbetto all!anice, o gelato d!acqua, una delle specialità della Focacceria.
Successivamente, dopo qualche sperimentazione con i limoni, nacque anche il
rispettivo sorbetto.
La pasta della discordia
Salvatore Alaimo, uomo coraggioso, curioso e temerario, decise di svelare al
popolo diverse ricette dei piatti apprezzati dalla nobiltà palermitana alla quale fu
dedito per molti anni. Quella che destò più scalpore fu la rivelazione, nel 1861, della
ricetta della pasta con le sarde. Questo evento infatti portò la nobiltà dell!epoca ad
accusare alle autorità il cuoco, “reo” di aver svelato e diffuso al popolo quella
preparazione che fino a quel momento era riservata soltanto alle mense altolocate.
La ricetta della pasta con le sarde è rimasta immutata da allora e prevede l!utilizzo
di sarde fresche, finocchietto, qualche acciuga sott!olio, cipolla, u(o)va passa, pinoli
e zafferano, oltre all!immancabile pan grattato, “a muddica”, per i siciliani!
Comu a vuole, schietta o maritata, (v)assa trase ca c’ ha conzo!
Su questo tema, quello della focaccia o pane ca’ meusa si fa sempre grande
confusione. In origine la focaccia o vastedda, una pagnotta croccante fatta di farina
bianca, acqua, pasta acida e sale cotta nel forno a legna, veniva preparata
bagnando la ricotta di pecora nello strutto e farcita con l’aggiunta di caciocavallo di
Roccamena o di Godrano stagionato. Il colore candido della ricotta fece si che
questa venisse chiamata schietta o schetta proprio come le giovani ragazze vergini
che vestite di bianco andavano all!altare.
Qualche tempo dopo, gli operai del mattatoio iniziarono a fornire ad Alaimo le
interiora di manzo in cambio di pane. Il fondatore decise di aggiungere milza e
polmone di manzo alla focaccia schietta e da questa unione nacque la focaccia
maritata. Nino Alaimo allora inventò uno slogan che i suoi collaboratori recitavano
per attirare i clienti, con la classica “abbanniata” palermitana: comu a vuole,
schietta o maritata, vassa trase ca c’ha conzo!
Nel discobar di Via Prever, a Ciriè una discussione tra tre giovani di 21, 24 e 31 anni, di Ciriè e San Maurizio Canavese si è trasformata in una lite furibonda.
Sul posso sono giunti i carabinieri che hanno denunciato i tre per lesioni personali.
Nella rissa non sono stati coinvolti gli altri clienti del locale.
La polizia municipale di Pinerolo ha arrestato due ladri che erano entrati nel palazzo di piazza Sabin, che fu distrutto dall’esplosione dell’anno scorso che provocò la morte di due persone.
All’arrivo degli agenti in moto i ladri erano già sulle scale.
Bilancio, Ruzzola (FI): abbiamo approvato un documento economico finanziario che ha una visione strategica per lo sviluppo del Piemonte, per il sostegno delle fasce deboli dei nostri cittadini e per potenziare le nostre eccellenze
“Pur in una situazione di bilancio alquanto ingessato possiamo dire che abbiamo approvato un documento di programmazione economica e finanziaria caratterizzato da una visione strategica per lo sviluppo del Piemonte, per il sostegno delle fasce più deboli dei nostri concittadini e per potenziare le nostre eccellenze, creando nuove occasioni di occupazione e di sostegno all’istruzione e formazione”. A sostenerlo Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte e i consiglieri Alessandra Biletta, Mauro Fava e Franco Graglia.
“Credo – prosegue Ruzzola – che meritino di essere evidenziati prima di tutto i 15 milioni ogni anno per dieci anni destinati al settore dei Trasporti, che serviranno al rinnovo del contratto con Trenitalia e che porteranno a poter contare su 30 nuovi treni sulla nostra rete regionale; gli 8,4 milioni per l’edilizia scolastica di cui 1 per gli interventi d’urgenza nelle scuole piemontesi – una battaglia che abbiamo portato avanti con forza negli scorsi mesi; i 1,184 milioni di euro per il progetto scuola-lavoro “Le botteghe dei servizi”, i 20 milioni per il funzionamento dei Parchi piemontesi, i 300mila euro per progetti a favore della sicurezza stradale (Fondi regionali), i 10 milioni per la protezione civile di cui 1,5 milione di euro per le attività svolte dagli enti locali e dai gruppi comunali per le attività di Protezione Civile”.
Conclude Ruzzola e i consiglieri regionali azzurri: “Non abbiamo trascurato gli investimenti in ambito di cultura e sport. Si tratta di una scelta coraggiosa viste le difficoltà economiche post pandemia ma crediamo fortemente che sia necessario puntare su settori come questi che hanno fortemente sofferto gli effetti dei vari lockdown ma che sono il simbolo del ritorno alla normalità. E infine vorrei sottolineare la grande attenzione che abbiamo promosso nel tema delle tutele delle fragilitá. Penso a 1 milione di euro per progetti innovativi a favore della disabilità psicofisica (Fondi regionali), a 550mila euro per promuovere una vita indipendente delle persone con disabilità (Fondi statali), a 3,3 milioni di euro per interventi di abbattimento delle barriere architettoniche (Fondi statali – con 150 euro di cofinanziamento regionale) a 13 milioni di euro per il recupero degli alloggi di residenzialità pubblica (Fondi Pnrr), agli oltre 2,5 milioni di euro saranno invece destinati alla alle Aslo (le Agenzie Sociali per la Locazione) per favorire la mobilità abitativa; Ai 90 mila euro saranno destinati per politiche di sostegno e accesso alla casa per genitori separati; ai 7 milioni e 200 mila euro andranno per l’assegnazione di alloggi sociali, e ai 100 mila euro per le nuove funzionalità dei servizi informativi di welfare abitativo. Sono tutti punti che dall’inizio del mandato abbiamo fortemente sollecitato perchè dobbiamo tentare in tutti i modi di non lasciare nessuno indietro.”.
Il cantante dei Rolling Stones, Mick Jagger, ha un fratello musicista anche lui.
Lo sanno in pochi perché Chris Jagger non ha mai sfiorato le classifiche con i suoi dischi né ha mai approfittato del fratello maggiore per farsi pubblicità.
Nel 1973 mentre i Rolling Stones scalavano le classifiche di mezzo mondo il più piccolo dei fratelli Jagger, Chris, pubblicava il suo primo disco You Know the Name But Not the Face. La sua musica è una miscela esplosiva di cajun, zydeco, folk, blues e rock’n’roll. Da quel giorno sono trascorsi quasi cinquant’anni e Chris è ancora sulla cresta dell’onda, una carriera inevitabilmente influenzata dall’aura ingombrante del fratello, che però gli apre anche diverse porte e nei suoi dischi oltre a Mick Jagger troviamo ospiti illustri del calibro di David Gilmour dei Pink Floyd o Gene Simmons dei Kiss.
Chris ha preferito una carriera discreta e appartata, innamorato della musica di New Orleans, con pochi ma ottimi dischi e tante incursioni in svariate attività: attore, giornalista, speaker radio e tv, produttore musicale e cinematografico e di strumenti musicali e anche designer di moda! Ha organizzato concerti di beneficenza per la Bosnia e per il Tibet di cui uno all’Alexandra Palace London alla presenza del Dalai Lama. Nel 2013, ben quarant’anni dopo il suo disco d’esordio, esce Concertina Jack, la cui title track è un travolgente duetto tra i fratelli Jagger e racconta una misteriosa storia di mare che Mick e Chris avevano ascoltato diverse volte da piccoli dal loro zio Horace. Nel 2014 esce un disco acustico dal vivo che introduce anche molti ingredienti della musica tradizionale irlandese. In questi anni Chris si è dedicato a un programma radiofonico per la BBC dedicato ad Alexis Korner, pioniere del blues e del broadcasting. Ha inoltre realizzato un film per il canale tematico SKY ARTE sulla scena blues di Austin con i contributi straordinari dell’ultra-novantenne Pine Top Perkins (pianista di Muddy Waters), Hubert Sumlin (musicista di Howlin Wolf) e il chitarrista Jimmy Vaughan.
Ha da poco pubblicato il suo nuovo album in studio Mixing Up The Medicine, registrato durante il lockdown con una schiera di amici e colleghi musicisti e uscito lo stesso giorno della pubblicazione della tanto attesa autobiografia Talking To Myself. Il nuovo disco è stato registrato in uno studio vicino alla casa di Lewisham di Charlie Hart, pianista e compagno musicista di lunga data di Jagger, e nella fattoria di Jagger. Mixing Up The Medicine è una raccolta ampia e vivace di brani di Jagger e Hart suonati da una lunga lista di incredibili musicisti. Nel disco vi sono il vecchio amico Olly Blanchflower al contrabbasso; Dylan Howe alla batteria e il produttore veterano John Porter, che ha lavorato con artisti come The Smiths, Roxy Music, Buddy Guy, BB King ed Elvis Costello. Porter a sua volta ha chiamato il chitarrista Neil Hubbard (Bryan Ferry, Joe Cocker), insieme ad alcuni amici di Hart -Nick Payn e Frank Mead – ai fiati.
Nel 2021, Chris ha registrato il duetto Anyone Seen My Heart con suo fratello Mick e ne ha anche realizzato un video (guardalo a questo link!)
Al FolkClub, Chris Jagger è accompagnato dal golden boy Alex ‘Kid’ Gariazzo, magistrale e versatile chitarrista, il che -insieme alla sua fantastica voce- lo rende il side-man ideale per chiunque!
Informazioni e prenotazioni
www.folkclub.it – +39 011 19215162 – folkclub@folkclub.it