ilTorinese

Motociclista scivola e muore contro un lampione a Torino

Nel pomeriggio all’incrocio tra via Ariosto e via Cottolengo un motociclista è morto finendo contro un lampione. Aveva  perso il controllo della sua moto Bmw Gs800. Sul posto la polizia locale. La moto giungeva da via della Consolata ed è caduto dopo  il semaforo all’incrocio con corso Regina Margherita.

Furgone si ribalta in autostrada Ragazzino muore il giorno del suo dodicesimo compleanno

Era il suo compleanno, il ragazzino dodicenne rientrava da una gara sportiva. Il furgone su cui si trovava insieme con la squadra si è ribaltato sulla Torino – Milano. L’ incidente si è verificato sull’A4, tra il casello di Marcallo-Mesero e Novara Est, ieri in serata. Alla guida dell’automezzo c’era suo padre. Altri cinque i feriti ma  le loro condizioni non sono gravi.

“Hot Club ed Turin” al Torino Jazz Festival

Soavi suonano ancora le note di quel tempo antico, quello capace di cullare le tradizioni, dove musica significa casa, unione, contenuto, valenza , libertà, essenza  di popoli davvero capaci di muoversi e vincere anche grazie al virtuosismo di chi, forse persino inconsapevolmente, fa dello stesso armonia, obbiettivo di vita e di virtù.
Un po’ come faceva il grande Django Reinhardt del clan Sinti Manouche. Un musicista gitano dall’estro innato, capace di far  scuotere il cuore del suo popolo e di far   vibrare una Parigi degli anni ’20,  ’30 e ’40, fino allo scioglimento del Quintette du Hot Club de France, lo storico gruppo capeggiato dalla chitarra di Django Reinhardt e dal violino di Stephane Grappelli.  Un gruppo che rese  celebri i  palchi del  gypsy jazz manouche contaminato con il jazz americano, il più eccellente e variegato. Uno stile musicale cadenzato, in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda come in primis la chitarra acustica, il violino, la fisarmonica, il contrabbasso e il clarinetto, tipiche formazioni delle band gitane.
Django rimane tutt’oggi il  capostipite di una storia antica che porta il tatoo di un genere musicale inconfondibile e inaffondabile. Tanti grandi artisti  contemporanei lo hanno emulato, continuando anche oggi a comporre sui loro pentagrammi contaminazioni davvero variopinte fra di loro.
La sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni trenta con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico gitano, danno davvero luogo ad armonie dal sapore altamente spettacolare, capaci però di rendersi magiche alle commistioni musicali anche di altri generi, facendo nascere nuove tendenze dal sapore decisamente interessante e travolgente, in grado di far battere il cuore.
Per questo che oggi, in occasione della  manifestazione musicale di prestigio del Torino Jazz Festival, che si protrae ormai dal 2012, famosa a livello internazionale, Diego Borotti, straordinario direttore artistico del TJF, sceglie un gruppo di giovani e talentuosi musicisti che decidono di  ricreare  il mitico gruppo “Hot Club de France”. Loro, per questo particolare evento, portano il nome di “HOT CLUB ED TURIN”. Punto di riferimento del gruppo è Giangiacomo Rosso, musicista emergente, punto di riferimento della chitarra manouche a Torino e protagonista di svariati altri progetti nel mondo del jazz, che riscontra , grazie anche alla riscoperta del più puro vocabolario stilistico e sonoro di Django Reinhardt,  un grande successo sul panorama musicale gypsy jazz manouche.
Le composizioni musicali di Giangiacomo Rosso si presentano assai virtuose, eclettiche e accattivanti. Questa musica, accarezzata dall’ispirazione di Django Reinhardt  è la “sua” musica,  come gli arrangiamenti  che lui sa far balzare all’orecchio non solo dei più esperti  in materia ma anche dei neofiti di questo genere musicale. Le sue melodie variegate rammentano le tradizioni del jazz manouche più verace, ma anche di quello  contemporaneo. Lui e i suoi compagni di viaggio,  hanno davvero la capacità di sussurrare al pubblico una preparazione musicale mirabile, ma anche accompagnata dalla sensibilità di un cuore capace di trasmettere ai suoi ascoltatori una passione musicale davvero unica  nella sua integrità.
Giangiacomo Rosso, con l’Hot Club ed Turin,  si accompagna quindi oggi con una formazione davvero affiatata con la quale è nata una sinergia complice e appassionante.
Insieme a lui troveremo quindi il fidato Michele Millesimo al contrabbasso, alla ritmica delle chitarre Manuel Baudino e Andrea Bottelli, quest’ultimo veterano del genere , dal tocco swing, cullato dalle sonorità vintage degli Harlem Swing Society. Infine Stefano Ivaldi, o dovremmo dire Stephane, figlio d’arte e solista d’eccezione, che in questo contesto parlerà con un delicatissimo linguaggio puramente jazz, applicato alla carezza del suo violino.
L’Hot Club ed Turin, ci regalerà nuovamente un salto alle origini, con un romanticismo davvero sorprendente, capace di esaltare con sonorità contemporanee il vero sapore dell’ascolto, affascinandoci con la sua originalità, nell’allegria incontenibile di un ritmo sofisticato ma al tempo stesso leggero e spensierato. Durante l’ascolto di questa musica, nell’incanto della sua magia,  balzeranno alla nostra mente panorami  verdi, gioiosi e incontaminati, dove chitarre uniche nel loro genere, sfilano su bateau mouche lungo la Senna,  tra le mani di grandi e piccini,  quasi inconsapevoli della loro virtuosità , ma capaci di tramandare  con allegria la vita in musica, nella cultura colorata di una storia che ha davvero tanto da raccontare per le sue gioie e i suoi dolori.
Grazie a questa manifestazione unica nel suo genere, organizzata dall’impeccabile organizzazione del TJF (Torino Jazz Festival ) e sostenuta dalle varie Associazioni Musicali, come in questo caso quella di Torino : Associazione Jazz Manouche Django Reinhard  Torino, che senza alcun scopo di lucro, con passione e tenacia, sostengono da anni questi meravigliosi e talentuosi artisti,  Torino riesce fortunatamente ancora a mantenere la sua storia più antica, nel rispetto di una città che da anni si batte per mantenere la sua tradizione musicale e il suo valore inconfondibile, fiore all’occhiello di una notorietà che negli anni ha  davvero saputo fare la differenza.
Sosteniamo quindi tutti loro con la nostra presenza, per formare un pubblico numeroso e davvero attivo, capace di acclamarne il più autentico significato della musica, nel rispetto di un valore  imprescindibile e non solo un optional….perché la musica non è solo cultura, ma è vita!
Monica Chiusano
Gli “Hot Club ed Turin” si esibiranno, come da programma evidenziato sul sito del TJF, nella data del 15.06.2022 nel locale “Rabezzana” situato in via San Francesco D’assisi 23/C,   alle h. 19.00.

Ritrovare bisogni e priorità dopo il Covid

Viviamo in tempi bui, sembra di essere nel Medioevo 4.0 in attesa che arrivi il Rinascimento. Il Covid ci avrebbe dovuto cambiare, dicevano. Eppure stiamo vivendo un forte momento di degenerazione sociale, abbiamo perso valori fondanti nella speranza di acquisirne di nuovi ma ancora con scarso risultato. Non esistono più regole da seguire e figure educative da rispettare. Galleggiamo in un mondo asettico e impersonale mediato dagli smartphone, spinti dalla forza motrice di una vita che è diventata sempre più stressante e faticosa. E in tutto questo perdiamo il nostro centro: personale e morale. Perdiamo noi stessi e ci dimentichiamo di chi siamo realmente, amalgamati e incelofanati in una società che, in fin dei conti, più che darci libertà ci reprime. Abbiamo bisogno di ritrovare la nostra centratura, di riprogrammare i nostri bisogni e le nostre priorità, di svincolarci dall’oppressione di una società che sta degenerando, di pensare soltanto a cosa ci rende felici e realizzarlo. E per riuscirvi serve discernimento. Serve chiedersi se quella situazione che stiamo vivendo stia apportando un contributo costruttivo alla nostra vita: se la risposta è no allora meglio distaccarsi, restare leggeri, non invischiarsi. C’è solo una priorità che davvero conta al giorno d’oggi: ritrovare se stessi ed essere felici.

Irene Cane

Psicologa

Torino, i dati finali dei referendum

Questi i dati finali di Torino dello scrutinio per i 5 referendum:

1° Referendum.    Sì 48,06  %, No 51,94   %   – Affluenza 15,89%  Abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi (Scheda di votazione di colore rosso)

2° Referendum.      Sì 50,59 %, No 49,41 %  Affluenza 15,88% Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale (Scheda di votazione di colore arancione)

3° Referendum.    Sì 70,54  %, No 29,46 %  Affluenza 15,88% 

Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati (Scheda di votazione di colore giallo)

4° Referendum.   Sì 68,89 %, No 31,12 % – Affluenza 15,87%  

Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte (Scheda di votazione di colore grigio)

     

5° Referendum.     Sì 69,69 %, No 30,31 % – Affluenza 15,87% Abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura (Scheda di votazione di colore verde)

Nations League: Germania-Italia

Lega A
Gruppo 3

Ancora Azzurri protagonisti in Nations League, gara di ritorno contro la Germania. Il match si gioca al Borussia-Park di Mönchengladbach martedì 14 giugno 2022 alle ore 20:45.
L’italia di Mancini sfiderà a domicilio i tedeschi guidati da Hansi Flick, che vogliono centrare ad ogni costo la prima Final Four della Nations League.
Il gruppo 3 è uno dei più impegnativi ma, allo stesso tempo, uno dei più entusiasmanti: l’Italia è stata sorteggiata con due rivali storiche come Germania e Inghilterra, più l’Ungheria rivelazione dello scorso Europeo guidata dal tecnico italiano Marco Rossi. Non c’è girone più incerto.
Dopo aver battuto l’Ungheria e pareggiato,con dominio del gioco, contro Germania ed Inghilterra,gli Azzurri sono primi nel girone A3.Ricordiamo che,in
base al regolamento del nuovo torneo UEFA, le nazionali della Lega A che si classificheranno al primo posto nella fase a gironi parteciperanno alle Final Four programmate per giugno 2023 mentre chi chiuderà in fondo alla classifica retrocederà nella Lega B.
Le ultime 2 giornate del girone saranno disputate a settembre.
Formazioni
GERMANIA (3-4-2-1): Neuer; Kehrer, Rudiger, Klostermann; Hofmann, Kimmich, Gundogan, Henrichs; T. Muller, L. Sané; Havertz. Allenatore: Hans-Dieter Flick

ITALIA (4-3-3): G. Donnarumma; Calabria, Acerbi, A. Bastoni, Spinazzola; Barella, Cristante, Lo. Pellegrini; Politano, Scamacca, Raspadori. Allenatore: Roberto Mancini

Enzo Grassano

Caldo africano in arrivo: temperature verso i 40 gradi nei prossimi giorni

A Torino e in Piemonte la seconda parte della settimana sarà caratterizzata da una ondata di calore che porterà le temperature massime a toccare i 40 gradi.  Il fenomeno è dovuto a un promontorio di alta pressione sub-tropicale in arrivo  dal Nord Africa alla Francia, che giungerà sulle Alpi e le pianure italiane. Non tende al tempo stesso a diminuire il problema della siccità che ha ridotto drasticamente la portata dei fiumi e sta preoccupando gli agricoltori.

Ruffino: “Anche in Piemonte con Azione risultati positivi. Centro alternativa a bipopulismo”

“Il risultato ottenuto da Azione in questa tornata elettorale per le comunali e’ piu’ che soddisfacente. Anche in Piemonte abbiamo avuto riscontri positivi, molti elettori si sono avvicinati scegliendo i nostri candidati”. Dichiara in una nota la deputata di Azione, Daniela Ruffino. “E’ il segnale che la politica concreta paga, la gente ci chiede di fare e di non limitarci alle chiacchiere, questo ci fara’ conquistare un’area politica dalle grandi potenzialita’ in termini di consensi. Ora piu’ che mai e’ il momento di scommettere sulla creazione del centro come vera alternativa al bipopulismo Pd-5 Stelle e Lega-Fdi. L’astensionismo e’ stato alto ma la voglia di politica tra la gente c’e’, non sara’ facile conquistare sempre piu’ spazio ma con il pragmatismo che ci contraddistingue ci riusciremo”, conclude.

Il 19 giugno a Macugnaga gli scrittori di montagna

Domenica 19 giugno la Chiesa Vecchia di Macugnaga ospiterà, nel piccolo cimitero a fianco, la cerimonia di inaugurazione della lapide che completa l’elenco dei soci del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna scomparsi a tutto il 2021.

L’evento prevede la benedizione alle 9,00 del mattino alla quale farà seguito una esecuzione di canti della montagna con il coro Monte Rosa e la Santa Messa nella chiesa dedicata a Santa Maria, uno dei simboli del paese ai piedi della parete Est del Rosa. Il Gruppo Italiano Scrittori di Montagna – Accademia di arte e di cultura alpina (G.I.S.M) nacque a Torino il 14 aprile 1929 per iniziativa di alcuni alpinisti e intellettuali appassionati di montagna come Agostino Ferrari e Adolfo Balliano. Una scelta compiuta in aperta polemica e in opposizione al trasferimento del Club Alpino Italiano a Roma e all’inquadramento dell’alpinismo nello “sport fascista”, aggregando al CONI il sodalizio fondato a Torino da Quintino Sella nel 1863. Ai fondatori del GISM risultava inaccettabile e riduttiva la definizione di alpinismo come semplice “sport”, omettendone i valori ideali, la creatività spirituale e artistica di un’ascensione dove non conta la competizione ma il senso dell’avventura, l’esempio virtuoso di un rapporto sostenibile tra l’uomo e l’ambiente montano. Dell’evento venne data notizia nel giugno del ’29 sulla rivista “Alpinismo” e una trentina di aderenti iniziarono a riunirsi almeno una volta all’anno per scambiare idee, proporre iniziative, progettare azioni sui temi legati alla montagna. Venne bandito un concorso per un opera di letteratura alpina con un premio in denaro di 2000 lire ( circa duemila euro di oggi). Fu creata una particolare categoria di soci onorari e tra i primi a potersi fregiare di questo titolo ci furono il torinese Guido Rey — alpinista, scrittore di montagna, fotografo artistico e nipote di Quintino Sella, ribattezzato il “poeta del Cervino” per il volume monumentale che dedicò alla terza montagna più alta d’Italia — e il francese Paul Guiton, uno dei pionieri della letteratura alpina, autore di numerosi libri sulla Savoia e le Alpi del Delfinato. Il 20 luglio 1929, in occasione della riunione al Colle del Lautaret della Giuria del Prix Littéraire des Alpes Françaises, fu proprio Paul Guiton a salutare la nascita del Gruppo con un telegramma di simpatia e fraternità inviato ad Adolfo Balliano, Segretario del GISM. Contribuirono alla prima fase costituente del GISM altri importanti scrittori dell’epoca come Giovanni Bobba (coautore con Luigi Vaccarone e Alessandro Martelli della prima guida della Alpi Occidentali), Franco Grottanelli, Attilio Viriglio (direttore del Museo della Montagna, autore di biografie e racconti di montagna), il Conte Carlo Toesca di Castellazzo (alpinista che per un quarto di secolo svolse l’incarico di presidente dell’Unione Escursionisti di Torino),Giuseppe Lampugnani (autore con i fratelli Giovanni Battista e Giuseppe Fortunato Gugliermina del volume “Vette”sulle ascensioni nei gruppi del Rosa, Cervino e Monte Bianco dal 1896 al 1921 ) e Ugo De Amicis, autore di racconti e alpinista il cui impegno letterario patì il confronto con la fama del padre Edmondo, celebre autore di Cuore. Tra i primi soci illustri che aderirono all’associazione non va dimenticato Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi. L’esponente della casa reale, notissimo esploratorein poco più di un decennio, tra il 1897 e il 1909, compì le celebri spedizioni in Alaska, al Polo Nord (a bordo della “Stella Polare”) e le ascensioni sulle vette delle Alpi e sulle più alte montagne d’Africa e Asia. L’attività del GISM, grazie agli autorevoli frequentatori delle montagne, pose in risalto gli ideali dei pionieri, da Quintino Sella in poi, inculcando nei giovani soprattutto l’amore per le vette e vallate alpine. Un impegno culturale svolto attraverso articoli sulle riviste specializzate, pubblicazione di volumi in apposite collane come “La picozza e la penna”, ideata e promossa da Adolfo Balliano, editando dal giugno del 1943 un proprio mensile intitolato semplicemente “Montagna”, utile e funzionale per dar voce ai soci dell’associazione. Lo scarno statuto originario venne modificato precisando le categorie dei soci fondatori ordinari e simpatizzanti (o aggregati) e la sigla GISM (Gloriae Itinera Super Montes) venne interpretata come associazione di persone che ai monti dedicano attività artistica e culturale (scrittori, pittori, architetti, fotografi, giornalisti) e cioè gruppo di letteratura arte e cultura alpina. L’attività del sodalizio si intensificò e la lista dei soci, a riprova dell’eco positiva che l’iniziativa stava riscuotendo nell’ambiente culturale alpino, si arricchì con le adesioni dell’Abate Henry ( come socio onorario), di Dino Buzzati (giornalista e autore di Barnabo delle montagne, Il segreto del bosco vecchio, Il deserto dei Tartari) e dell’alpinista Piero Ghiglione (scrisse Dalle Ande all’Himalaya e Le mie scalate nei cinque continenti), il saggista esperto in toponomastica Giovanni De Simoni, il poeta Giovanni Bertacchi, il giornalista e autore della Guida sciistica del Sestriere Guido Tonella. Il GISM annoverò tra i suoi aderenti anche le autorevoli firme di Camillo Giussani, Sandro Prada, Aurelio Garobbio, Gaspare Pasini, l’ingegner Giovanni Bertoglio (redattore della “Rivista mensile” del CAI dal 1953 al 1976 e presidente della Biblioteca Nazionale del Club alpino), Stefano Soardi (tra i fondatori dell’Unione Giovani Escursionisti Torinesi), lo scrittore canavesano di Montalto Dora Salvator Gotta, autore del celebre romanzo per ragazzi “Piccolo alpino” e, più tardi, lo scrittore e alpinista Cesare Maestri, il “ragno delle Dolomiti”. A Macugnaga, ai piedi della parete Est del Monte Rosa, la più alta delle Alpi, il piccolo cimitero degli alpinisti accanto alla Chiesa Vecchia ospita una grande lapide con gran parte dei nomi dei soci scomparsi del GISM. Decine e decine di nomi famosi tra scrittori e amanti della montagna come Giulio Bedeschi ( autore di “Centomila gavette di ghiaccio”),Carlo Passerin d’Entreves, il compositore torinese Leone Sinigaglia che fu vittima dell’Olocausto, Gianni Aimar (giornalista torinese, autore di varie opere sul celebre “re di pietra” e sulla gente del Monviso), alpinisti come Cesarino Fava e Riccardo Cassin, uno dei più forti scalatori del Novecento, l’etnologo e scrittore Fosco Maraini. Sotto il portichetto, in basso, riposano anche i resti di Ettore Zapparoli, scrittore e musicista che il grande scalatore Emilio Comici definì “l’unico vero alpinista solitario”. Zapparoli, anch’esso socio del GISM, scomparve durante un’ascensione sul Rosa nell’agosto del 1951. Il suo corpo non venne ritrovato fino all’estate del 2007 quando vennero alla luce un femore, alcune costole, un dito e dei brandelli di abiti che l’esame del Dna attribuì allo sfortunato rocciatore lombardo, amico di Dino Buzzati e Guido Rey. Dalla nascita del Gruppo Scrittori Italiani di Montagna sono trascorsi più di novant’anni, nelle sue file sono passati gran parte dei nomi più illustri dell’alpinismo e della cultura italiana, impegnati nel dar voce alla bellezza, ai silenzi e ai valori delle montagne. In conclusione è giusto ricordare, tra le figure più significative, Spiro Dalla Porta Xydias, scomparso nel 2017 a quasi cent’anni, per più di trenta presidente del GISM e Accademico del Club Alpino Italiano. Era nato a Losanna da genitori triestini e greci il 21 febbraio 1917, nello stesso giorno di Emilio Comici, anch’esso triestino. In qualche modo Spiro si sentiva l’erede spirituale del più grande talento alpinistico nel periodo compreso tra le due guerre. Affermava che “l’arte ha il difetto di innalzare solo lo spirito, l’alpinismo innalza tutto l’essere umano, compreso il suo corpo. La montagna ti offre il concetto dell’alto, dell’avvicinarsi al cielo. È una via e in questo senso è un dono”. Se il GISM continuerà a produrre cultura, a sostenere la conoscenza della montagna e dei valori che rappresenta, immaginandone un futuro possibile è anche grazie a tutto il lavoro e alle esperienze manifestatesi nell’arco dei decenni per far comprendere quanto le montagne hanno da offrire.

Marco Travaglini