ilTorinese

Pirandello e Shakespeare ma anche gli autori dei giorni nostri

Presentata la nuova stagione del Teatro Stabile di Torino

Sono importanti i numeri, importantissimi. E si è visto con quanto orgoglio e passione la dirigenza dello Stabile torinese snoccioli i propri dinanzi alla sala del Gobetti affollata di pubblico e addetti ai lavori alla conferenza stampa di presentazione della stagione. Sono da sottolineare come vessillo di fiducia quei 440 abbonamenti già sottoscritti senza ancora conoscere quei titoli che avrebbero sviluppato il calendario; su 49 titoli programmati 31 sono scritti da autori viventi e volti ai temi del presente, 9 le produzioni esecutive (si riprenderà “La tempesta” messa in scena da Alessandro Serra per portarla a luglio ad Avignone nel programma del più importante festival teatrale del mondo, quindi in Polonia, in Ungheria, in Svizzera, in Turchia e ancora in Francia: tutto a riaffermare la volontà di esportare il proprio lavoro e di confrontarlo con quanto succede in molti paesi esteri) e 11 le coproduzioni. Saranno settecentosei le alzate di sipario in sede e in tournée, “alle attività di produzione, ospitalità, formazione e ricerca destiniamo oltre la metà del bilancio, una cifra pari a 6,5 milioni di euro; per dare una misura della ricaduta occupazionale della nostra attività, il personale dipendente e scritturato maturerà nella prossima stagione quasi trentamila giornate lavorative”, sottolineano il presidente Lamberto Vallarino Gancia e il direttore Filippo Fonsatti; senza dimenticare che “saranno coinvolti, con perfetta parità di genere, 54 dipendenti a tempo indeterminato e determinato tra impiegati e tecnici, oltre a 300 artisti, collaboratori e tecnici scritturati.
Particolarmente significativo è il dato anagrafico degli scritturati, i due terzi dei quali ha meno di quarant’anni”, come a dire che il TST si sposta sempre più verso una corroborante vena giovanile. Lavoro e traguardi che lo pongono, unico teatro italiano, a far parte di mitos21, il Gotha dei teatri europei, oltre a sedere per un secondo mandato nel consiglio direttivo della European Theatre Convention, organismo di rappresentanza di oltre cinquanta teatri del continente; “inoltre siamo felici di annunciare che il nostro progetto artistico triennale è stato riconosciuto al primo posto dal Ministero della Cultura tra quelli dei Teatri Nazionali e dei Teatri di Rilevante Interesse Culturale Italiani”.
Ma si sa, i numeri, oltre ad essere sì concreti ma tremendamente aridi, non sono tutto quando si decide di immergerli in una sala teatrale, con o senza velluti rossi, quando si ha la possibilità di rivedere le stelle e le sale piene, di gustare una tranquillità e una programmazione dove “l’anima poetica del teatro torna quindi a respirare e ritrova i suoi ritmi più regolari”, come s’illumina il direttore artistico Valerio Binasco. Siamo “Out of the blue” – la ragazzina con il suo ‘puppy’ è l’immagine che ci accompagnerà per una intera stagione, la foto è di MK Slowinski – ma il “fuori” è testimoniato da un elenco di titoli che attraversa pressoché l’intera storia del teatro, guardando ai classici paludati e a grandi importanti tappe dell’Ottocento e del Novecento per arrivare ai giorni nostri, quell’oggi dove su un fiammeggiante red carpet sfilano Romeo Castellucci e Pippo Delbono, Stefano Massini (“Storie” con improvvisazione jazz di Paolo Jannacci e Daniele Moretto) e Melania Mazzucco, Raffaele La Capria (“Ferito a morte”, premio Strega 1961, per la regia di Roberto Andò, “un diario romantico” nella Napoli del dopoguerra), Mimmo Borrelli e Francesco Niccolini, sino ai giovanissimi Liv Ferracchiati, Emanuele Aldrovandi, Matthias Martelli e Diego Pleuteri (ventitreenne, affidato alle cure di Leonardo Lidi, 34, per “Come nei giorni migliori”, ovvero dare una risposta a domande del tipo di cosa si compone un amore? che cosa significa amare? per l’occasione poste al centro di una coppia al maschile). È necessario un humus che tranquillizzi e convinca, che sia pieno di linfa, che porti in sé autori e testi di tutto rispetto, di gran peso. 
Lo sguardo s’allarga all’area angloamericana, dove troviamo Lucy Kirkwood (“The children”, un incidente nucleare coinvolge e sconvolge le vite di due scienziati, Elisabetta Pozzi e Giovanni Crippa), Patrick Marber (“Closer”, scritto nel 1997, ha avuto una trasposizione sullo schermo di successo con Mike Nichols, oggi l’interprete e regista è Fabrizio Falco; e “Don Juan in Soho”, rivisitazione del dissoluto di Molière, che nella Londra di oggi fa il dj), David Moore, Alexander Zeldin (che dirige la quasi ottantenne Marie Christine Barrault in “Une mort dans la famille”, testo da lui scritto e diretto per l’Odéon parigino) e Enda Walsh (“Lazarus”, scritto in collaborazione con David Bowie e seguito ideale di “L’uomo che cadde dalla luna”, avrà le sembianze di Manuel Agnelli); per segnalare ancora l’argentino Claudio Tolcachir con il Piccolo di Milano, il francese Daniel Pennac (“Storia di un corvo” con Giuseppe Cederna) e la bosniaca Tanja Šljivar.
Guardando alle produzioni di casa, Valerio Binasco s’è ritagliato il compito di riscoprire un testo scritto da Melania Mazzucco circa vent’anni fa per la radio e premiato al 53° Prix Italia come miglior radiodramma dell’anno, “Dulan la sposa” (la storia di una coppia in luna di miele, tormentata dal fantasma di una ragazza morta nella piscina del loro condominio) e affronta “I sei personaggi” pirandelliani, uno dei capolavori del nostro Novecento, nell’intento di scoprire quanto ancora di ignorato e di non espresso ci possa essere in quel gruppo d’attori, tra umanità e maschere, tra parole costruite e vita reale. Filippo Dini, regista residente, apre la stagione il 3 ottobre al Carignano con “Il crogiuolo” (1952) di Arthur Miller, testo poco rappresentato, dove nei personaggi delle seicentesche “streghe di Salem” si lessero in trasparenza le delazioni e le condanne dell’America maccarthista; ed esplora il continente nordamericano di oggi con “Agosto a Otage County” dello statunitense Tracy Letts, premio Pulitzer e Tony Award nel 2008, candidature Oscar per due superbe Meryl Streep e Julia Roberts nel film firmato da John Wells), uno scampolo di famiglia d’oltreoceano che avrà tra gli interpreti Giuliana De Sio. Leonardo Dini, regista associato, oltre al titolo di Pleuteri, proporrà “Il gabbiano” di Cechov e “La signorina Giulia” come spettacolo ospite. La regista ungherese Kriszta Székely, anche lei regista associata in cerchia TST, dopo un non troppo convincente, forzatamente modernizzato “Zio Vanja”, sceglie per la stagione “Riccardo III” di Shakespeare, con l’aiuto di (attesissimo, lui sì) Paolo Pierobon, in attesa noi di sapere dovrà vorrà condurci questa volta; e ci offre pure una rilettura dell’ibseniano “Hedda Gabler”, coprodotto con il Teatro Katona di Budapest.
Ancora In un panorama di albori teatrali, sulla strada tracciata in questo finale di stagione dal dittico “Ifigenia/Oreste” di Euripide, arriveranno “Orestea”, ovvero la triade Agamennone Coefore Eumenidi di Eschilo, proveniente da Siracusa per la regia di Davide Livermore, e tratto da Sofocle Gabriele Vacis proporrà “Antigone e i suoi fratelli”, simbolo di una gioventù, universale e senza tempo, capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi.
Tra le tante ospitalità “Servo di scena” di Ronald Harwood con Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli e Lucia Poli, “Spettri” di Ibsen interpretato da Andrea Jonasson e diretto dal lituano Rimas Tuminas, “Il mercante di Venezia con Franco Branciaroli e “Maria Stauarda” di Schiller, diretto da Livermore, dove Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni si scambieranno i ruoli di Maria e l’avversaria Elisabetta di sera in sera, “Uno sguardo dal ponte”, ancora Miller, interprete e regista Massimo Popolizio con il Teatro di Roma. Per le festività natalizie promessa di risate con “Mine vaganti” che Ferzan Özpetek ha tratto dall’omonimo suo film, interpreti Francesco Pannofino, Iaia Forte e Simona Marchini.
Elio Rabbione
Nelle immagini, l’immagine che accompagna la stagione; Valerio Binasco, direttore artistico del TST; momenti tratti da “Servo di scena”, “Spettri”, “Orestea” e “Mine vaganti”, durante le festività natalizie al teatro Carignano.

Premio i Murazzi, Quaglieni: “Lo dedico a Mario Soldati”

Caro direttore,  ieri ho ricevuto il “ Premio i Murazzi “ per la saggistica a Torino, per il mio ultimo libro.

Ho ritenuto di devolvere la somma del Premio,non certo simbolica, al Centro Pannunzio Italia.Grazie al Presidente del Premio Sandro Gros Pietro e all’intera Giuria. In altre città ,anche all’estero,sono stato premiato in passato e di recente ( a settembre andrò a Madrid a ritirare in ritardo di due anni il Premio “ De Madariaga ), ma a Torino è il primo Premio di prestigio che mi viene conferito. Torino è la città delle feroci egemonie che non perdonano gli spiriti indipendenti. Se non fossi certo della competenza e della serietà della Giuria molto autorevole , mi sorgerebbe qualche dubbio sui miei comportamenti o sui miei scritti.  Quindi grazie per questo riconoscimento che ho apprezzato doppiamente. “ I Murazzi “ che non ho mai frequentato per la movida degli ubriachi e dei drogati, mi sono cari perché in quel luogo, esattamente cento anni fa, il mio carissimo amico e maestro Mario Soldati, sedicenne, salvo’ un coetaneo dalle acque del Po in piena, rischiando la sua vita. I giornali torinesi sono pieni di evocazioni sulla vita notturna ai Murazzi che sta per tornare, non una parola su Mario Soldati, allora allievo del “Sociale“, ricordato da una lapide per il suo gesto di alta solidarietà umana e cristiana.

Pier Franco Quaglieni 

Curiosità e dati sui referendum a Torino

I seggi rimarranno aperti fino alle ore 23.00 di oggi e successivamente, dopo il calcolo dell’affluenza finale, inizieranno le operazioni di spoglio.

633.586 è il numero del corpo elettorale torinese suddiviso fra 335.399 femmine e 298.187 maschi.

Le sezioni elettorali in tutto il territorio cittadino sono 919 per un totale di 2878 scrutatori nominati.

Inoltre, sono attivi 40 seggi speciali cioè quelli costituiti da un presidente e due scrutatori, nominati appositamente perché gli elettori sono ricoverati in luoghi di cura con più di 100 posti letto e 41 seggi “volanti” dove il presidente, il segretario e uno scrutatore vanno a raccogliere il voto in luoghi di cura con meno di 100 posti letto o al domicilio; gli altri 3 componenti (tra cui il vicepresidente) rimangono in sezione.

I torinesi che votano per la prima volta sono 4.091 (1.984 femmine e 2.107 maschi) e quelli che compiono 18 anni oggi, 12 giugno, sono 16.

I centenari sono 360 (310 femmine e 50 maschi).

I compensi esentasse, previsti dalla Legge, sono:

 

presidenti € 262

scrutatori – segretari € 192

scrutatori di seggio speciale: € 53

presidenti di seggio speciale: € 79

Le operazioni di voto proseguono regolarmente.

La prossima rilevazione dell’affluenza dei votanti è prevista alle ore 19.00

Tre feriti in poche ore in due incidenti stradali

Tre i feriti in due incidenti stradali che si sono verificati  nel Vercellese. Al casello di Vercelli Ovest della A4 Torino-Milano, in direzione Santhià, due auto, di cui una a gpl, si sono scontrate per cause  in fase di accertamento. Sono state estratte due persone, portate in codice giallo all’ospedale dal 118. Sul posto anche la polizia stradale e i vigili del fuoco. Ununa squadra del distaccamento di Varallo è intervenuta sulla provinciale 8 tra Roccapietra di Varallo e Quarona, in Valsesia, per un’autovettura uscita di strada. Il guidatore ha riportato gravi ferite ed è ora ricoverato in codice rosso in ospedale dopo essere stato soccorso dal 118.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Vendeva auto inesistenti in rete e poi spariva con i soldi

Ha messo un annuncio su internet per vendere un’auto, e si è fatto inviare denaro da chi la voleva acquistare. Poi, però, ha fatto perdere le proprie tracce. Un italiano di 40 anni è stato arrestato dalla polizia.  A chi voleva vedere il veicolo chiedeva un versamento fino a 500 euro su una carta prepagata per «bloccare» la vendita. All’appuntamento non si presentava. L’ipotesi d’accusa è la truffa.

12 giugno 1938: l’Italia conquista il secondo titolo mondiale

Accadde Oggi |
Francia-Italia 1-3

Ancora Azzurri protagonisti nell’accadde oggi,una rubrica che si propone di ricordare i grandi avvenimenti calcistici del passato con un occhio rivolto anche al.presente.
Secondo titolo mondiale per l’Italia di Vittorio Pozzo,in quel 12 giugno del 1938, con i francesi organizzatori del mondiale.Venti di guerra soffiavano sull’Europa, l’Italia era  alleata con i tedeschi e quindi simbolo del fascismo, tra l’altro in maglia nera con tanto di saluto romano, era invisa oltre che ai francesi,anche agli italiani esuli in terra francese.Gli
azzurri,campioni del mondo uscenti,allenati e diretti da Vittorio Pozzo, erano più forti e vinsero il mondiale. La gara fu in equilibrio per tutto il primo tempo, l’Italia andò subito in vantaggio con Gino Colaussi  ma fu immediatamente raggiunta da una rete di Oscar Heisserer. Nel secondo tempo la superiore tecnica italiana prese il sopravvento, una doppietta di Silvio Piola chiuse la gara e gli azzurri, con il loro gioco, riuscirono a tramutare le invettive in applausi.
Il tabellino della gara

Francia: Di Lorto, Cazenave, Mattler, Bastien, Jordan, Diagne, Aston, Heisserer, Nicolas, Delfour, Veinante. CT: Gaston Barreau

Italia: Olivieri, Foni, Rava, Serantono, Andreoli, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colausig. CT: Vittorio Pozzo.

Arbitro: Louis Baert (Belgio)

Marcatori: 9’ Colausig (Ita), 10’ Heisserer (Fra), 52’/72’ Piola (Ita)

Enzo Grassano

Nations League: Inghilterra-Italia 0-0 Azzurri ancora primi nel girone

Nella  rivincita di Euro 2020, sono gli azzurri di Mancini  ad avere i maggiori rimpianti per la mancata vittoria.
A Wolverhampton, grande primo tempo dell’Italia che crea 4 nitide palle gol, in con Tonali e Pessina tra i maggiori protagonisti.Per gli inglesi una traversa di Mount. Nella ripresa l’Italia cala un po’ e l’occasione più nitida è per Sterling che calcia alto da un metro a porta vuota.Il tecnico azzurro Mancini ha fatto esordire vari giocatori tra cui il centrale Gatti,neo acquisto bianconero,autore di una gara superlativa,poi Esposito,anche lui protagonista di un’ottima gara e consegna  altri minuti preziosi a Gnonto. Le due squadre ci provano, ma manca lucidità e alla fine il pareggio fa di certo più felice la nostra giovane Italia,che tanto ben sperare fa.
Il tabellino della gara con le pagelle

INGHILTERRA-ITALIA 0-0
Inghilterra (4-2-3-1): Ramsdale 7; James 6,5, Maguire 6, Tomori 6,5 (43′ st Guehi sv), Trippier 5,5; Rice 6 (20′ st Phillips 6), Ward-Prowse 6; Sterling 5 (34′ st Saka sv), Mount 6 (20′ st Bowen 6), Grealish 6,5; Abraham 5 (20′ st Kane 5,5). A disp.: Pope, Pickford, Stones, Walker, Coady, Bellingham, Gallagher. All.: Southgate 5,5
Italia (4-3-3): Donnarumma 6; Di Lorenzo 6,5, Gatti 7, Acerbi 6,5, Dimarco 6,5 (42′ st Florenzi sv); Frattesi 6, Locatelli 6,5 (19′ st Gnonto 6), Tonali 6; Pessina 6 (43′ st Cristante sv), Scamacca 5,5 (32′ st Raspadori 5,5), Pellegrini 6 (19′ st Esposito 6). A disp.: Gollini, Meret, Luiz Felipe, Calabria, Politano, Barella, Scalvini. All.: Mancini 6,5

Enzo Grassano

 

Addio a Farotto, 55 anni Una vita per la politica

E’ MANCATO GIAMPIERO FAROTTO FIGURA STORICA DELLA DESTRA CASALESE

 

E’ mancato nella giornata di sabato Giampiero Farotto, storica figura della destra casalese. Militante sin da giovanissimo del Movimento Sociale Italiano aveva poi seguito, con coerenza tutti mutamenti della sua parte politica, da Alleanza Nazionale, al Pdl sino a Fratelli d’Italia, per il quale era attualmente capogruppo in consiglio comunale e componente del direttivo nazionale. 

Cinquantasei anni era stato eletto ripetutamente consigliere comunale e nella giunta di centrodestra dell’allora sindaco Giorgio Demezzi aveva anche ricoperto l’incarico di assessore all’Urbanistica.

Da qualche mese era caduto nel tunnel della malattia, le sue condizioni di sono poi aggravate sino al tragico epilogo odierno.

Lascia la moglie Patrizia e la figlia Marianna Virginia.

Persona apparentemente rude, appassionato di politica sin da quanto portava i calzoni corti, in realtà era di carattere buono. e sapeva dare valore all’amicizia, come può affermare tranquillamente chi scrive.

Con la sua scomparsa si apre un vuoto nella politica casalese.

Massimo Iaretti

Con il ghosting l’amore sparisce

A tutti noi è successo di terminare una relazione, talvolta su nostra decisione, altre volte subendo la decisione altrui.

Fino a qualche anno fa, quando i social non si erano ancora impossessati in modo così violento della nostra esistenza, erano due le possibili modalità per porre termine ad una storia: in alcuni casi, soprattutto se i due partner sono abituati al dialogo e dotati di una intelligenza almeno media, chi decide di porre fine alla relazione lo comunica all’altra persona che può, quanto meno,trarne le conclusioni e comunicare, a sua volta, ciò che pensa.

In altri casi, invece, la decisione unilaterale viene comunicata senza addurre giustificazioni o con motivazioni palesemente fasulle.

Da qualche anno è comparsa una terza specie di partner che termina una relazione: quello che, semplicemente, sparisce.

Come spesso avviene, anche per definire questo tipo di relazione è stato coniato un neologismo: ghosting, cioè diventare fantasmi, sparire senza lasciare traccia, negandosi al telefono e cominciando a non rispondere più né ai messaggi né alle mail.

Quel che è ancora più grave è che tale atteggiamento spessocomincia quando la relazione sembra funzionare bene, quando nulla farebbe ipotizzare che uno dei due stia cercando di troncarla.

Questo atteggiamento, che in realtà risulta essere una tattica studiata a tavolino, non riguarda soltanto le relazioni affettive, ma anche i rapporti di amicizia o le collaborazioni lavorative.

Sparire di punto in bianco non è una novità, ma la comunicazione attraverso i social, attraverso la rete ha reso il fenomeno molto più diffuso.

Moltissime coppie mantengono i rapporti solamente via web e, oggi molto più di un tempo, si intrattengono rapporti a notevole distanza perché impegnati nel progetto Erasmus, o in missione di pace o momentaneamente trasferiti per lavoro a centinata di chilometri.

La comunicazione virtuale, fatta anche di mezzi che danno spesso luogo a fraintendimenti (emoticons, immagini), può essere interrotta in un istante semplicemente richiudendo il telefono, chiudendo la finestra della chat o spegnendo il PC. Si passa in un attimo dal contatto al vuoto. In un’epoca in cui l’autostima è ai minimi storici e la capacità di comunicare sembra riservata a pochi eletti, la soluzione a ogni problema di comunicazione non soltanto individuale ma anche all’interno di un gruppo è presto trovata: sparire. Ecco un esempio recente capitato a Motta: incontro una ex collega che non vedevo da oltre 30 anni e le chiedo scherzosamente perché non venga mai ai ritrovi di ex colleghi. Mi risponde che nessuna l’ha invitata, al che le chiedo il numero di telefono per inserirla nel gruppo whatsapp. Me lo detta mentre lo salvo nel mio telefono. Mentre si allontana provo ad aggiungerla al gruppo ma deve accettare l’invito, non è aggiungibile in automatico. Trascorsi 3 giorni l’invito scade, per cui le scrivo segnalandole il problema: “Non vuoi iscriverti?”. Risposta “No”. Le chiedo ancora “Non vuoi venire ai pranzi che organizziamo?”. Stessa risposta.

Non poteva dirlo subito? “Non mi interessa” oppure addurre qualsiasi altra motivazione? Scopro poi da altri che si è eclissata già da anni con loro.

Secondo alcuni studiosi, il ghosting sarebbe il risultato di stili di attaccamento disfunzionali esperiti nelle fasi precoci dello sviluppo. Solitamente sono persone che hanno subito abbandoni o comunque carenze affettive e tendono a replicare gli stessi schemi di dolore emotivo.

Chi adotta questa pratica, che è percepita dalla vittima come unvero e proprio abuso emotivo, nasconde una grande immaturità psicologica: interrompe una relazione rifiutando il confrontopoiché non si sente in grado di farsi carico delle proprie responsabilità, non vuole sperimentare il peso delle proprie azioni, il giudizio negativo o la sofferenza delle persone che si sono fidate di lui e da cui ha deciso di allontanarsi. A livello psicologico, il ghoster mette in atto un comportamento di evitamento sia del proprio dolore emozionale derivante dall’incapacità di stabilire relazioni mature sia dell’idea di causare sofferenza all’altro. I ghoster sono propensi ad autogiustificarsi, convincendosi di non voler ferire l’altro con la comunicazione della propria decisione trascurando il fatto che, così facendo, ottengono proprio l’esito opposto, con la vittima che si trova a dover gestire una profonda frustrazione.

Come abbiamo detto, il ghosting viene messo in atto nel bel mezzo di una relazione positiva, soddisfacente e carica di aspettative, interrompendo il fluire di sensazioni e sentimenti piacevoli. La vittima si ritrova impotente, come paralizzata,impossibilitata a comunicare il proprio dolore e bloccata nell’elaborazione del lutto. Questo genera frustrazione e senso di aggressività repressa che può esitare successivamente in forme depressive. Esperienze ripetute di ghosting subito possono condurre ad una generale mancanza di fiducia negli altri e a difficoltà ad intraprendere nuove relazioni.

Anche il ghoster non è esente da effetti negativi nel lungo terminepoiché il comportamento di evitamento, ripetuto relazione dopo relazione, dà una sensazione solo momentanea di benessere ma in realtà non fa altro che rinforzare l’ansia e la paura di un sanoconfronto e dell’inevitabile conflitto che accompagna le relazioni mature che durano nel tempo.

Sia i ghoster sia le loro vittime possono beneficiare di percorsi psicologici mirati al riconoscimento delle proprie emozioni, dei conflitti interni e esterni e alla loro gestione.

Sergio Motta

Cristiana Francesia

Margherita Hack, una vita tra le stelle

Il 12 giugno 1922 nasceva nel quartiere Campo di Marte a Firenze, Margherita Hack. Grande scienziata universalmente riconosciuta come una delle più brillanti personalità della comunità scientifica del ‘900 fu tra i protagonisti della scienza astrofisica mondiale.

Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia ( a Trieste, per 23 anni) svolse un’importante attività di divulgazione e diede un grande impulso alla ricerca per lo studio e la classificazione di molte categorie di stelle. In una intervista, ricordando le sue origini, raccontò come il caso avesse quasi voluto segnare la sua esistenza partendo proprio dal luogo dove vide la luce: via delle Cento Stelle. Educata ai valori della libertà e della giustizia, atea convinta e amante degli animali, in particolare dei gatti, appassionata sportiva tanto da vantare in gioventù record e prestazioni memorabili, scoperta la passione per l’astrofisica all’Università si laureò nel 1945 e iniziò a lavorare all’Osservatorio astronomico di Arcetri, sulle colline a sud di Firenze, occupandosi subito di spettroscopia stellare, il suo principale campo di ricerca. Professoressa all’Università di Trieste dal 1964 al 1992 ( città dove è morta il 29 giugno del 2013) ci ha lasciato una preziosa eredità di libri, studi, ricerche, conoscenze. In una intervista, a chi le chiedeva quale fosse l’origine dell’uomo e dell’universo, rispose: “Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’Universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli”. E aggiunse: “Noi siamo fatti di materia che è stata costruita nell’interno delle stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle”.

Marco Travaglini