“Hot Club ed Turin” al Torino Jazz Festival

Soavi suonano ancora le note di quel tempo antico, quello capace di cullare le tradizioni, dove musica significa casa, unione, contenuto, valenza , libertà, essenza  di popoli davvero capaci di muoversi e vincere anche grazie al virtuosismo di chi, forse persino inconsapevolmente, fa dello stesso armonia, obbiettivo di vita e di virtù.
Un po’ come faceva il grande Django Reinhardt del clan Sinti Manouche. Un musicista gitano dall’estro innato, capace di far  scuotere il cuore del suo popolo e di far   vibrare una Parigi degli anni ’20,  ’30 e ’40, fino allo scioglimento del Quintette du Hot Club de France, lo storico gruppo capeggiato dalla chitarra di Django Reinhardt e dal violino di Stephane Grappelli.  Un gruppo che rese  celebri i  palchi del  gypsy jazz manouche contaminato con il jazz americano, il più eccellente e variegato. Uno stile musicale cadenzato, in cui trovano la massima espressione gli strumenti a corda come in primis la chitarra acustica, il violino, la fisarmonica, il contrabbasso e il clarinetto, tipiche formazioni delle band gitane.
Django rimane tutt’oggi il  capostipite di una storia antica che porta il tatoo di un genere musicale inconfondibile e inaffondabile. Tanti grandi artisti  contemporanei lo hanno emulato, continuando anche oggi a comporre sui loro pentagrammi contaminazioni davvero variopinte fra di loro.
La sonorità e la creatività espressiva dello swing degli anni trenta con il filone musicale del valse musette francese ed il virtuosismo eclettico gitano, danno davvero luogo ad armonie dal sapore altamente spettacolare, capaci però di rendersi magiche alle commistioni musicali anche di altri generi, facendo nascere nuove tendenze dal sapore decisamente interessante e travolgente, in grado di far battere il cuore.
Per questo che oggi, in occasione della  manifestazione musicale di prestigio del Torino Jazz Festival, che si protrae ormai dal 2012, famosa a livello internazionale, Diego Borotti, straordinario direttore artistico del TJF, sceglie un gruppo di giovani e talentuosi musicisti che decidono di  ricreare  il mitico gruppo “Hot Club de France”. Loro, per questo particolare evento, portano il nome di “HOT CLUB ED TURIN”. Punto di riferimento del gruppo è Giangiacomo Rosso, musicista emergente, punto di riferimento della chitarra manouche a Torino e protagonista di svariati altri progetti nel mondo del jazz, che riscontra , grazie anche alla riscoperta del più puro vocabolario stilistico e sonoro di Django Reinhardt,  un grande successo sul panorama musicale gypsy jazz manouche.
Le composizioni musicali di Giangiacomo Rosso si presentano assai virtuose, eclettiche e accattivanti. Questa musica, accarezzata dall’ispirazione di Django Reinhardt  è la “sua” musica,  come gli arrangiamenti  che lui sa far balzare all’orecchio non solo dei più esperti  in materia ma anche dei neofiti di questo genere musicale. Le sue melodie variegate rammentano le tradizioni del jazz manouche più verace, ma anche di quello  contemporaneo. Lui e i suoi compagni di viaggio,  hanno davvero la capacità di sussurrare al pubblico una preparazione musicale mirabile, ma anche accompagnata dalla sensibilità di un cuore capace di trasmettere ai suoi ascoltatori una passione musicale davvero unica  nella sua integrità.
Giangiacomo Rosso, con l’Hot Club ed Turin,  si accompagna quindi oggi con una formazione davvero affiatata con la quale è nata una sinergia complice e appassionante.
Insieme a lui troveremo quindi il fidato Michele Millesimo al contrabbasso, alla ritmica delle chitarre Manuel Baudino e Andrea Bottelli, quest’ultimo veterano del genere , dal tocco swing, cullato dalle sonorità vintage degli Harlem Swing Society. Infine Stefano Ivaldi, o dovremmo dire Stephane, figlio d’arte e solista d’eccezione, che in questo contesto parlerà con un delicatissimo linguaggio puramente jazz, applicato alla carezza del suo violino.
L’Hot Club ed Turin, ci regalerà nuovamente un salto alle origini, con un romanticismo davvero sorprendente, capace di esaltare con sonorità contemporanee il vero sapore dell’ascolto, affascinandoci con la sua originalità, nell’allegria incontenibile di un ritmo sofisticato ma al tempo stesso leggero e spensierato. Durante l’ascolto di questa musica, nell’incanto della sua magia,  balzeranno alla nostra mente panorami  verdi, gioiosi e incontaminati, dove chitarre uniche nel loro genere, sfilano su bateau mouche lungo la Senna,  tra le mani di grandi e piccini,  quasi inconsapevoli della loro virtuosità , ma capaci di tramandare  con allegria la vita in musica, nella cultura colorata di una storia che ha davvero tanto da raccontare per le sue gioie e i suoi dolori.
Grazie a questa manifestazione unica nel suo genere, organizzata dall’impeccabile organizzazione del TJF (Torino Jazz Festival ) e sostenuta dalle varie Associazioni Musicali, come in questo caso quella di Torino : Associazione Jazz Manouche Django Reinhard  Torino, che senza alcun scopo di lucro, con passione e tenacia, sostengono da anni questi meravigliosi e talentuosi artisti,  Torino riesce fortunatamente ancora a mantenere la sua storia più antica, nel rispetto di una città che da anni si batte per mantenere la sua tradizione musicale e il suo valore inconfondibile, fiore all’occhiello di una notorietà che negli anni ha  davvero saputo fare la differenza.
Sosteniamo quindi tutti loro con la nostra presenza, per formare un pubblico numeroso e davvero attivo, capace di acclamarne il più autentico significato della musica, nel rispetto di un valore  imprescindibile e non solo un optional….perché la musica non è solo cultura, ma è vita!
Monica Chiusano
Gli “Hot Club ed Turin” si esibiranno, come da programma evidenziato sul sito del TJF, nella data del 15.06.2022 nel locale “Rabezzana” situato in via San Francesco D’assisi 23/C,   alle h. 19.00.
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