ilTorinese

Il dolce buongiorno del Turin Palace Hotel

BENVENUTA PRIMAVERA


Non solo gli ospiti che soggiornano in struttura possono risvegliarsi con una colazione “coccola”, ma anche chi semplicemente desidera iniziare al meglio la giornata. Dal lunedi al venerdi, su prenotazione, perché non concedersi un breakfast goloso in un luogo magico?

Il risveglio è soft al Turin Palace Hotel. Anche per il palato. La Sala Mollino, dalle 7 alle 11, si trasforma infatti in luogo della delizia, dove concedersi un inizio giornata nel segno del benessere e della golosità, accompagnato da un sottofondo musicale che invita ad una tranquilla ripresa.

Il momento della colazione, in questo storico albergo nel cuore di Torino, è un rito da celebrare, scandito da dolcezze e da un pizzico di sale ed affidato ad un ricco buffet con diverse isole del gusto. Non solo croissant e madeleines, ma anche crostate e torte, muffin e biscotti preparati dalla pastry-chef de “Les Petites Madeleines”, (Ristorante interno dell’Hotel) e pancakes serviti con sciroppo d’acero come da tradizione, stuzzicano gli amanti dei sapori zuccherini dando loro il “Buongiorno!”.

Uova & bacon, un’ ampia selezione di salumi (prosciutto cotto e crudo, bresaola, arrosto di tacchino e salame) e di formaggi anche locali, a testimoniare l’attenzione per i prodotti del territorio, sono invece proposti a chi fa della sapidità il proprio pallino. Spazio viene anche dedicato a quanti cercano un healthy breakfast, con un “angolo benessere” a base di salmone norvegese affumicato, fonte di Omega3, frutta di stagione e secca, semi e bacche, inestimabili per le loro vitamine, cereali e yogurt, mieli di produzione locale, composte e confetture artigianali accompagnate da fresche spremute, estratti e centrifughe.

Anche gli amanti della classica colazione all’italiana non saranno però delusi: pane fresco con lievito madre in diverse tipologie, focacce, fette biscottate da insaporire con marmellate e creme al cacao e scaglie di cioccolato fondente 70% o gianduja di Guido Gobino, danno la giusta carica per iniziare con slancio. Un occhio di riguardo infine per quanti devono fare i conti con alcune allergie, attraverso una articolata sezione gluten free a base di prodotti confezionati delle più note marche specializzate.

Il breakfast gourmet del Turin Palace Hotel non è però riservato solo agli ospiti della struttura, ma anche agli esterni, solo su prenotazione, esclusivamente da lunedi al venerdi (costo per persona: 25 euro).

La Primavera del palato inizia da qui.

PER PRENOTAZIONI: Tel.011. 0825321 – info@turinpalacehotel.com

Le torte fatte in casa

Torta di Mele

Crostata alla marmellata

Plum cake

Torta caprese

Le scaglie di cioccolato

Cioccolato fondente 70% di Guido Gobino

Gianduja di Guido Gobino

I dolci mono porzione

Muffins pistacchio

Muffins cioccolato bianco

Muffins alla vaniglia

Pancakes con sciroppo d’acero

Krapfen

Donuts

I Croissant

Croissant integrarli ai frutti di bosco

Croissant vuoti

Croissant cioccolato

Sfogliatelle crema

Croissant vegano al carbone vegetale

Croissant vegano alla marmellata

Strudel di mele vegano

Croisssant vegano curcuma e papaya

Croissant vegano ai cereali e frutti di bosco

L’ angolo del benessere

Bacche di goji

Mandorle

Nocciole

Noci

Granella di pistacchio

Semi di zucca

Semi di girasole

Semi di lino

Papaya disidratata

Cocco disidratato

Ananas disidratato

I succhi di frutta

Ananas

Arancia

Mela

Pompelmo rosa

Spremute su richiesta al tavolo

I Cereali

Cornflakes

Fiocchi d’avena

Muesli extra fruit

Muesli cioccolato e nocciole

Coco Pops

La frutta fresca di stagione tagliata

Arance

Pompelmo rosa

Carpaccio di ananas marinato

Tagliata kiwi

Cesto di frutta di stagione

Selezione di yogurt freschi

Interi bianchi o alla frutta

Magri e senza lattosio alla frutta

Yogurt di Soya

I prodotti gluten free

Risette scotti

Panini schar

Fette croccanti schar

Crackers schar

Biscotto classico schar

Crostatine schar

Pausa ciok schar

A completare il buffet delle colazioni:

Fette biscottate

Fette biscottate integrali

Selezione di confetture Agrimontana monoporzione

Selezione di composte Agrimontana monoporzione con fruttosio

Selezione di mieli artigianali locali Bocca l’agri azienda “miele d’acacia, melata di bosco, millefiori, castagno, ciliegio, tiglio e tarassaco”

Il pane fresco lievito madre e focaccia

Filone di segale

Filone integrale

Filone bianco

Panini integrali

Panini bianchi

Focaccia e pizza rossa

Le uova

Uova strapazzate

Uova bollite

Omelette su richiesta

Uova fitte su ordinazione

Uovo mimosa

Verdure di stagione

Il Bacon & la salsiccia

I nostri salumi

Salame Milano

Prosciutto crudo

Prosciutto cotto

Arrosto di tacchino

Bresaola della Valtellina

I formaggi

Ricotta Fresca

Toma piemontese

Raschera

Edamer

Invernizzi formaggino alla crescenza

Mozzarelline

Il Salmone Norvegese affumicato

Le insalate

 

Special Olympics a Bardonecchia dal 12 al 16 marzo

Il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti è intervenuta, oggi, a Torino, alla conferenza stampa di presentazione della XXXIV edizione dei Giochi Nazionali Invernali di Special Olympics, in programma dal 12 al 16 marzo prossimi. 

Saranno 250 gli atleti che gareggeranno sulle nevi di Bardonecchia nelle specialità di sci alpino, snowboard e danza sportiva.” Per me, per Bardonecchia – ha detto il sindaco Chiara Rossetti – è un onore fare parte della grande famiglia di Special Olympics. Parafrasando il “Piccolo Principe” gli Special Olympics ci hanno addomesticato ad un sentimento di attesa e a Bardonecchia c’è grande trepidazione per il ritorno di questo evento “. “Grazie a Special Olympics, a questi atleti, alle loro famiglie, ai volontari, – ha aggiunto Chiara Rossetti- Bardonecchia è un po’ cambiata: ci è stata regalata la grande lezione di imparare a considerare le persone nella loro unicità “. Presente il direttore commerciale della Colomion Spa Enrico Rossi.
Alla conferenza stampa hanno inviato un loro messaggio il presidente del Coni Giovanni Malago, il presidente del Comitato Paralimpico Luca Pancalli, e sino intervenuti, tra gli altri, il vice presidente di Special Olympics Alessandro Palazzotti, il consigliere federale Fisi Pietro Marocco, il vicesindaco di Torino Michela Favaro.
Al termine della conferenza stampa, ai Giardini Grosa, nell’area vicino al Grattacielo di Intesa SanPaolo, è stata accesa la Torch Run che inizierà il suo percorso, toccando le tappe di Pragelato e Sestriere, per arrivare a Bardonecchia il 13 marzo, in occasione della cerimonia di apertura degli Special Olympics.

 

Ragazzo di 23 anni uccide la madre a colpi di martello

Tragedia a Pinerolo dove al culmine di una lite un giovane di 23 anni ha ucciso la madre a martellate, una donna pachistana di 45 anni. Il padre ha cercato di bloccare l’aggressore e ha dato l’allarme ma la donna è morta dopo l’arrivo dei soccorsi.  Sul posto i carabinieri di Pinerolo.

Si urtano spalla contro spalla: giovane preso a pugni e schiaffi

Un accidentale scontro  spalla contro spalla ha provocato una lite violenta in una via di Biella. Dopo gli insulti uno dei due giovani ha preso  a pugni e schiaffi l’altro, un 19enne. Dopo l’aggressione è fuggito e i carabinieri stanno cercando di identificarlo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Mega discarica abusiva di oltre 200 veicoli e olii esausti scoperta a Torino dalle Fiamme gialle

220 autoveicoli, 35.000 litri di olii esausti e idrocarburi ed oltre 400 tonnellate di rifiuti eterogenei, speciali e non, di origineautomotive, tutti in evidente stato di abbandono, rinvenuti in una discarica a “cielo aperto”, situata in piena città, estesa per oltre 7.000 metri quadri. 6 le persone denunciate.

È questo il bilancio di un intervento della Guardia di Finanza di Torino che ha individuato nei giorni scorsi, nel quartiere “Villaretto”, grazie anche alla collaborazione della Sezione aerea della Guardia di Finanza di Varese che ha effettuato rilevamenti dall’alto mediante specifici sorvoli, una vasta area degradata, in evidente stato di abbandono, ove erano custoditi, ammassati, disomogenei cumuli di rifiuti.

Le riprese eseguite dall’elicottero delle Fiamme Gialle hanno consentito di acclarare il descritto contesto ambientale, fornendo un quadro d’insieme allarmante dal punto di vista della tutela dell’ambiente. Di conseguenza, i Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano, che hanno condotto l’attività coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, hanno perquisito l’intero sito, vasto oltre 7.000 metri quadri, dove sono stati rinvenuti 220 autoveicoli, un rimorchio contenente 35.000 litri di olii esausti e idrocarburi, con percolamenti e abbruciamenti potenzialmente pericolosi per il suolo e la salute pubblica, nonché 400 tonnellate di rifiuti eterogenei, speciali e non, di origine automotive, tutti in evidente stato di abbandono e a diretto contatto con il terreno.

Due le imprese coinvolte nella gestione della discarica a cielo aperto entrambe attive nel settore dell’autodemolizione.

I Finanzieri hanno proceduto al sequestro dell’intera area e, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, alla denuncia all’Autorità giudiziaria di 6 persone le quali dovranno rispondere del reato di gestione di discarica non autorizzata.

Sono in corso ulteriori approfondimenti finalizzati alla messa in sicurezza del sito e alla verifica dell’eventuale contaminazione ambientale causata dallo sversamento dei prodotti, in collaborazione con personale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (A.R.P.A.).

Assalto ai campi: “nel Torinese la speculazione fa incetta di terreni per il fotovoltaico”

Coldiretti Torino chiede alla Regione una norma contro i pannelli sui campi agricoli

Un vero e proprio assalto ai campi fertili della provincia di Torino è quello che si sta verificando da parte di società di investimento energetico o da parte di intermediari immobiliari per costruire campi fotovoltaici. Al momento sono una decina i progetti proposti ai Comuni concentrati soprattutto tra Canavese e Pinerolese per un totale di circa 800mila metri quadrati di campi sottratti all’agricoltura.

Ma in questi giorni sono arrivate a Coldiretti Torino nuove segnalazioni di società che girano le cascine per acquisire terreni anche di fronte alla contrarietà dei Comuni che spesso hanno le mani legate. A essere presi di mira sono i terreni agricoli perché non è necessario effettuare demolizioni o bonifiche. Realizzare impianti fotovoltaici su terreni agricoli non porta, quindi, nessun saldo ambientale positivo.

Questa corsa all’accaparramento dei campi coltivati sta anche innescando un processo di inflazione nei valori della terra.

«Se non fermiamo questo assalto dettato solo dalla speculazione – sottolinea il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – tra qualche anno il paesaggio agronaturale del Torinese sarà una distesa di pannelli dove ora c’è il verde ma soprattutto sarà prodotto meno cibo e saranno espulsi dalle produzioni agricole i coltivatori affittuari, cioè tutti quei produttori che danno valore ai terreni coltivandoli in affitto. Si tratta di agricoltori che, in generazioni di lavoro agricolo, hanno spianato, spietrato, fatto arrivare la rete irrigua aumentando la fertilità di quei suoli che oggi si vedono sottratti fuori da ogni logica di mercato».

Per quanto riguarda la perdita di produzioni per il settore agricolo torinese, per dare un’idea della perdita di capacità di produzione di cibo, con le estensioni già proposte ai Comuni interessate da progetti di campi fotovoltaici, si possono produrre ben 9.600 quintali di chicchi di mais, 4.600 quintali di grano, 6.400 quintali di fieno.

«Gli agricoltori sono i primi a voler investire sul fotovoltaico ma utilizzando i pannelli sui tetti dei fabbricati agricoli senza consumare altro suolo. I tetti delle aziende agricole possono contribuire, da soli, a coprire le esigenze energetiche di oltre 50mila famiglie in provincia di Torino. Se aggiungiamo il contributo di possibili nuovi impianti di produzione di biogas e biometano da allevamenti animali si arriva a oltre 100mila famiglie alimentate con energia pulita dall’agricoltura senza intaccare la produzione di cibo».

Per fermare lo scempio dei nostri campi Coldiretti Torino ha presentato alla Regione Piemonte una proposta di modifica del regolamento per il fotovoltaico che vieti l’installazione di campi fotovoltaici su tutti i terreni classificati come “agricoli” dai piani regolatori. Oggi, la Regione vieta i campi fotovoltaici soltanto sui terreni di Ia e IIa classe di fertilità ma non sugli altri terreni. A sostegno di questa richiesta Coldiretti Torino ha proposto a tutti i comuni della Città Metropolitana di approvare una specifica delibera, già votata da 37 comuni.

«La giunta regionale ha promesso a più riprese che avrebbe bloccato il consumo di suolo. È ora di fermare questa piaga e di promuovere l’energia pulita prodotta dalle aziende agricole che investono in impianti energetici tra mille ostacoli burocratici senza compromettere la produzione di cibo contribuendo per prime alla sostenibilità ambientale e alla mitigazione del riscaldamento globale».

Odore pungente in un condominio. E gli agenti scoprono un chilo e mezzo di droga

Un cittadino italiano di 23 anni è stato tratto in arresto dalla Polizia di Stato poiché gravemente indiziato del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Gli agenti del Commissariato di P.S. Mirafiori, entrati in una palazzina del quartiere di Mirafiori per effettuare un controllo nei confronti di un uomo sottoposto agli arresti domiciliari, hanno sentito un odore pungente provenire dai piani inferiori.

Dopo aver appurato che l’uomo fosse regolarmente in casa, gli operatori cercavano di risalire alla provenienza di predetto forte odore. Bussavano alla porta di un altro appartamento: qui, apriva loro una donna che permetteva loro l’accesso, nel frattempo rientrava in casa l’inquilino che la ospitava. In bella mostra su un tavolo, diversi involucri incellophanati contenenti hashish e, su un ripiano di un armadio, della marijuana.

L’intuito e il “fiuto” degli agenti hanno portato così al sequestro di oltre 1 kg di hashish e quasi 350 grammi di marijuana, per un totale di un chilo e mezzo di sostanza stupefacente, presumibilmente detenuti illegittimamente dal ventitreenne ai fini di spaccio. Inoltre, durante il controllo venivano rinvenuti tre bilancini di precisione, un coltello da cucina e materiale per il confezionamento della sostanza.

Il mondo di Tim Burton protagonista al Museo Nazionale del Cinema

Dal 10 ottobre al 7 aprile 2024

Il Museo Nazionale del Cinema presenta, per la prima volta, l’ipnotica mostra di Tim Burton, che debutterà dal 10 ottobre prossimo, dedicata al suo genio creativo e curata da Jenny He, in collaborazione con la Tim Burton Productions.

Per la prima volta in Italia la mostra sarà  allestita alla Mole Antonelliana dal 10 ottobre prossimo al 7 aprile 2024.

Si tratta di un viaggio nell’universo visionario e nella creatività di Tim Burton. Il nucleo principale dell’esposizione si concentra sull’archivio personale del regista, mostrando una varietà nella sua produzione creativa.

Non sono solo presenti preziosi documenti, ma anche disegni e bozzetti contenenti i temi e i motivi visivi ricorrenti, da cui hanno preso corpo e vita i suoi personaggi, che caratterizzano i suoi mondi cinematografici distintivi.

Tim Burton  sarà protagonista di una Masterclass, ricevendo il Premio Stella della Mole, riconoscimento del suo contributo visionario e innovativo.

“Il Museo Nazionale del Cinema – sottolinea il suo Presidente Enzo Ghigo – rende omaggio a un artista di fama internazionale, che ha dato vita a film universali, apprezzati da tutti. Per oltre trent’anni ci ha conquistato con le sue storie, da Beetlejuice a Batman, fino al recente successo di Mercoledì, la seconda serie Netflix in lingua inglese più  vista in assoluto.

“Ospitare Tim Burton a Torino è  un sogno che si realizza – spiega il direttore del Museo Nazionale del Cinema. L’immaginario fantastico dei suoi film ha accompagnato le nostre vite, dai bambini agli adulti, e sarà meraviglioso poter vedere come il mondo colorato e stravagante di Tim Burton si inserisca  nellospazio della Mole Antonelliana. La mostra è stata ospitata in altri Paesi in spazi espositivi convenzionali e sono sicuro che il Museo Nazionale del Cinema si possa trasformare per unire follia architettonica e genio creativo, oltre a inserirsi nel progetto strategico di internazionalizzazione del nostro ente.

Questa grande mostra immersiva rappresenta una sorta di viaggioesclusivo nella mente di un genio creativo, l’esplorazione definitiva della produzione artistica, dello stile e della prospettiva specifica di Tim Burton.

Suddivisa in dieci sezioni tematiche questa mostra presenta oltre 500 esempi di opere d’arte originali, raramente o mai viste prima, dagli esordi fino ai progetti più  recenti, passando per gli schizzi, i dipinti, i disegni, le fotografie e la concept art, i costumi e le opere in movimento, moquette, pupazzi e installazioni scultoree a grandezza naturale.

La mostra ripercorre le orme del regista e dell’evoluzione della sua singolare immaginazione visiva di artista postmoderno multidimensionale,  in una sorta di autobiografia raccontata attraverso un processo creativo senza limiti.

Attraverso la presentazione unica dell’opera di Tim Burton la sua visione unica trascende mezzi e formati, rendendo chiaro come idee, temi e alcune immagini specifiche della sua arte siano finite nei film più iconici oggi associati allo sfarzoso spettacolo cinematografico.

Tim Burton, molto prima del successo critico e commerciale nei generi animazione e live action, si è  ispirato ai film in televisione, alle animazioni e ai fumetti sui giornali. Gli schizzi della sua infanzia dimostrano la varietà di Burton e richiamano il lavoro dei suoi predecessori, tra cui illustratori classici quali Edward Gorey, Charles Addams, Don Martin e Theodore Geisel. Anche l’impatto dei film di mostri giapponesi, del cinema espressionista, del catalogo horror, degli Universal Studios e dei maestri della suspense William Castle e Vincent Price permeano il suo lavoro.

MARA MARTELLOTTA

Crescono i servizi di prossimità delle Biblioteche civiche torinesi

 Chiudono il 2022 con un incremento del 50% di lettori, prestiti e presenze alle attività culturali, rispetto al 2021.

Il Bibliobus da domani, giovedì 9 marzo, aggiunge nuove soste che andranno ad arricchire il già fitto calendario settimanale: il giovedì pomeriggio dalle ore 14.30 alle 18.30, al giardino San Paolo di via Osasco (Circ. 3) in prossimità della Portineria di Comunità; il venerdì pomeriggio dalle ore 14.30 alle 18.30, ai giardini di via Sospello (Circ. 5)il primo giovedì del mese dalle ore 9.00 alle 13.00, in via Arquata 22 (Circ. 1).

La ‘biblioteca civica itinerante’ è stata inaugurata nel corso dell’edizione 2018 di Portici di carta e offre una proposta culturale integrata nelle aree cittadine meno servite dalle attuali 16 sedi territoriali del Sistema bibliotecario urbano.

Con più di mille libri a scaffale per bambini, ragazzi e adulti disponibili per la lettura e il prestito, dotato di computer con connessione wi-fi, il Bibliobus rende possibile l’iscrizione gratuita alle Biblioteche civiche torinesi e l’accesso ai vari servizi: Biblioteca digitale, contenente migliaia di quotidiani, periodici, e-book, audiolibri e contenuti musicali; prenotazione dei libri delle altre biblioteche e ritiro nei diversi punti di sosta; restituzione di libri e documenti presi in prestito in altre sedi.

Con l’offerta di un servizio gratuito e tecnologicamente avanzato d’informazione e conoscenza, di attività di lettura animate rivolte a tutte le fasce di età e la partecipazione alle principali manifestazioni culturali cittadine e di quartiere, la biblioteca itinerante favorisce opportunità di avvicinamento al libro e alla lettura, con percorsi individuali e occasioni socializzanti e inclusive, costituendo un’ulteriore articolazione del servizio bibliotecario cittadino (https://bct.comune.torino.it/sedi-orari/bibliobus).

Altra novità sono i box di restituzione libri, collocati all’esterno delle sedi. Si tratta di un sistema meccanico semplice, efficace e indipendente che consente ai lettori di rendere i materiali presi in prestito anche a biblioteca chiusa. Al prototipo installato alla Biblioteca civica Luigi Carluccio in occasione della recente riapertura, fanno seguito ulteriori box nelle Biblioteche civiche F. Cognasso (Circ. 5), Villa Amoretti (Circ. 2), N. Ginzburg (Circ. 8), A. Passerin d’Entrèves (Circ. 2) e, prossimo, Biblioteca civica Centrale.

 

Il rogo della Vijećnica negli scatti di Siccardi

 

Tra le immagini esposte nella mostra fotografica di Paolo Siccardi “La lunga notte di Sarajevo”, organizzata da La Porta di Vetro e giunta alla quinta settimana ( resterà aperta al pubblico nel Mastio della Cittadella di Torino, tra corso Galileo Ferraris e via Cernaia, fino al prossimo 19 marzo ) quella dedicata al rogo della biblioteca nazionale di Sarajevo è particolarmente evocativa.

La prima cosa che viene in mente è la canzone intitolata Cupe Vampe, contenuta nell’album Linea Gotica che il Consorzio Suonatori Independenti pubblicò nel 1996: “Di colpo si fa notte e s’incunea a crudo il freddo. La città trema, livida trema. Brucia la biblioteca, i libri scritti e ricopiati a mano che gli ebrei sefarditi portano a Sarajevo in fuga dalla Spagna. S’alzano i roghi al cielo, s’alzano i roghi in cupe vampe. Brucia la biblioteca degli Slavi del Sud, europei dei Balcani..”. La Vijećnica è uno dei simboli tragici dell’assedio di Sarajevo, il più lungo della storia moderna. Prima del conflitto che insanguinò i Balcani occidentali rappresentava il solo archivio nazionale di tutte le pubblicazioni bosniache. Un  milione e mezzo di libri, tra i quali oltre centocinquantamila esemplari rari e preziosi e numerosi manoscritti unici al mondo. La sua imponente maestosità in stile pseudo moresco, opera degli austroungarici che nel 1894 la eressero ai piedi delle colline dove nacque la città, la pone da allora  in stridente contrasto con le  case e le vie strette dellaBascarsija, l’antico mercato ottomano. Le altissime finestre di vetro intarsiato si affacciavano sul fiume Miljačka e  sul monte Trebević. All’interno tra panchine, sedie e scrivanie di legno massiccio “c’era un odore misto di polvere antica e di quel grasso che un tempo si usava per conservare il legno”. I visitatori entravamo in silenzio,  quasi con il fiato sospeso, cercando di smorzare il suono dei passi. Avvertivano l’importanza di quel grandioso palazzo dove si conservavano libri che a Sarajevo erano sempre stati considerati alla stregua degli oggetti sacri. Il 25 agosto 1992, scoccata la mezzanotte, dalle colline che circondano la città i serbi spararono le prime bombe incendiarie sulla Vijećnica. La biblioteca fu bersagliata dall’artiglieria degli assedianti per tre intere giornate. L’accuratezza dei lanci non lasciava dubbi sul fatto che il bersaglio fosse proprio l’ostentato e  volgare desiderio di cancellare le memorie, i percorsi, le storie, le vite degli altri. Dopo tre giorni di incendi della biblioteca rimasero solo lo scheletro di mattoni anneriti e una montagna di cenere. Un disastro che rimase impresso nella memoria di Kemal Bakaršić, uno dei bibliotecari: ”Tutta la città fu coperta da brandelli di carta bruciata. Le pagine fragili volavano in aria, cadendo giù come neve nera. Afferrandola, per un attimo era possibile leggere un frammento di testo, che un istante dopo si trasformava davanti ai tuoi occhi in cenere”. Perché bombardare una biblioteca? Perché lanciare proiettili e bombe, impiegando mezzi, uomini e tempo per distruggere qualcosa che non spara, che non offende? Una semplice domanda, quasi ingenua, che si fecero in molti mentre cercavano, armati di secchi di acqua sporca, di spegnere i roghi e smorzare le  fiamme. La risposta, che valeva allora come vale oggi, la diede il mite bibliotecario Bakaršić: “perché lì dentro la loro guerra non esiste. Perché lì dentro gli scrittori serbi sono nello stesso scaffale di quelli bosniaci”. Una convivenza culturale inaccettabile per l’ottuso, ignorante e violento nazionalismo. Solo tre mesi prima i medesimi incendiari avevano distrutto alla stessa maniera l’Istituto Orientale a Sarajevo. Un odio aggressivo verso il sapere degli altri e di tutti che mandò in fumo la grande collezione di manoscritti e testi rari, spesso documenti unici in arabico, persiano o ebraico che testimoniavano mezzo millennio di storia della Bosnia e dell’Erzegovina. In quel momento la perdita aprì gli occhi a molti esponenti della cultura e della scienza. Tra loro si fece strada la consapevolezza che stava accadendo qualcosa di terribile. Ma quando toccò alla Biblioteca Nazionale, il dolore venne avvertito da tutti i sarajevesi, compresi quelli che non avevano mai preso in prestito  un suo libro. I cecchini e l’artiglieria serba non stettero a guardare e concentrarono il fuoco sui vigili del fuoco, sui bibliotecari e sui giovani volontari che formavano una catena umana nel tentativo di salvare i libri. Una ragazza che lavorava alla Vijećnica, Aida Buturović, perse la vita per salvare quei preziosi documenti. Lo scrittore bosniaco Goran Simić , guardando dalla sua finestra la Biblioteca in fiamme, in preda alla disperazione, prese carta e  penna e  con rabbia  lanciò il suo urlo di dolore in versi:”Liberati dalla canna fumaria, i personaggi girovagavano per la città, mescolandosi con i passanti e le anime dei soldati morti. Ho visto Werther seduto sul recinto del cimitero distrutto; Quasimondo dondolante sul minareto di una moschea; Raskolnikov e Mersault sussurravano, per giorni, nella mia cantina; Yossarian già commerciava con il nemico; il giovane  Tom Sawyer era pronto a vendere, per pochi soldi, il ponte Principov”. Le foto di Siccardi, fotoreporter torinese che frequentò a lungo la “Gerusalemme d’Europa” e i Balcani, restituiscono trent’anni dopo ricordi tragici e emozioni che non possono lasciare indifferenti.

Marco Travaglini